infrastrutture
Comunicato Stampa del convegno del 17 giugno a Roma. Rilancio dell’osservatorio per la infrastrutturazione della Macro Regione del Mezzogiorno proiettata verso il Mediterraneo
Comunicato Stampa del convegno del 17 giugno a Roma. Rilancio dell’osservatorio per la infrastrutturazione della Macro Regione del Mezzogiorno proiettata verso il Mediterraneo
Dagli uffici di Rappresentanza della Commissione Europea un centinaio di intellettuali riuniti da Innovatori Europei e IsAG hanno lanciato al governo Renzi e ai partiti politici la proposta, partita anche l’anno scorso dal convegno svoltosi presso il Nazareno (PD), della istituzione di un Osservatorio per la infrastrutturazione della Macro Regione del Mezzogiorno proiettata verso il Mediterraneo, in cui è centrale il ruolo della area metropolitana tra Reggio Calabria e Messina.
L’Europa ha bisogno di una “terapia choc” per uscire dalla crisi
Oggi, il gruppo S&D ha proposto di creare un nuovo fondo da 400 miliardi all’interno del piano di investimenti per promuovere la crescita e l’occupazione in Europa.
Il piano è stato presentato oggi durante una conferenza stampa a Bruxelles.
Il presidente del gruppo S&D Gianni Pittella ha dichiarato:
“Per la prima volta dopo l’era Barroso, crescita e flessibilità sono seriamente prese in considerazione dalla Commissione. Questo nuovo approccio potrebbe rappresentare l’inizio di una rivoluzione per l’Europa.
“Vogliamo portare avanti una terapia choc. Una terapia choc attraverso l’investimento di nuove risorse fresche (pubbliche e private), nuovi strumenti di investimento europei e finalmente l’azione di una ‘clausola per gli investimenti’ associata al piano di Juncker: il denaro pubblico speso dagli stati membri per determinati progetti europei non deve essere calcolato nel computo del deficit nazionale.
“Non è più tempo di mezze misure. E’ tempo di decisioni coraggiose e sagge. Abbiamo proposto una terapia choc per far partire la ripresa della nostra economia e salvare l’Europa da lotte sociali, populismi e disintegrazione”.
La vicepresidente del gruppo S&D per lo Sviluppo sostenibile, Kathleen van Brempt, dichiara:
“Gli investimenti senza capo né coda non rimetteranno l’Europa in carreggiata. Ciò che importa non è soltanto la quantità degli investimenti, ma dove le risorse saranno investite.
“La transizione verso un’economia sostenibile e basata su un uso efficiente delle risorse è la priorità e la sola strada che abbiamo davanti. Gli investimenti devono essere mirati alla transizione e all’efficienza energetica, all’economia digitale, all’innovazione e alle risorse umane, favorendo così la creazione di nuovi posti di lavoro. L’Europa deve focalizzarsi su progetti che non potrebbero mai svilupparsi senza lo stimolo di investimenti pubblici”.
La vicepresidente del gruppo S&D per gli Affari economici, finanziari e sociali, Maria João Rodrigues, aggiunge:
“Oggi l’Europa si trova dinanzi al rischio di un lungo periodo di bassa crescita e di disoccupazione di massa. Siamo anche di fronte a un deficit di investimenti stimato in 300 miliardi all’anno. Gli Stati membri hanno bisogno di recuperare la flessibilità in modo da essere in grado di investire. Occorre ripristinare sia gli investimenti privati, sia quelli pubblici. I fondi pubblici devono servire come leva per attrarre gli investimenti privati. Forme leggere di sovvenzioni, come ad esempio un prestito senza interessi, potrebbero sbloccare molti progetti importanti che altrimenti non potrebbero permettersi il finanziamento a condizioni puramente commerciali. Gli investimenti europei devono riguardare tutti gli stati membri dell’Ue ed essere rivolti al sostegno delle regioni in crisi”.
La vicepresidente del gruppo S&D per il Bilancio, Isabelle Thomas, ha sottolineato:
“Non sosterremo un ‘finto’ piano di investimenti”. Abbiamo bisogno di denaro fresco. Per questo proponiamo di creare un fondo speciale. Il capitale iniziale sarebbe gradualmente fornito dagli stati membri dell’Ue per raggiungere i 100 miliardi entro entro sei anni. Tali contributi nazionali dovrebbero essere esentati dal calcolo del deficit e del debito pubblico.
“Su questa base, il fondo potrebbe mobilitare ulteriori 300 miliardi messi sul piatto dagli investitori privati. Questa capacità finanziaria pubblica di 400 miliardi potrebbe generare un totale di 500 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati”.
@Matteo Renzi: Una Iniziativa Europea sulle Infrastrutture, adesso!
Speranza: «Il governo deve ripartire dal Sud più spesa e investimenti pubblici»
Intervista a Roberto Speranza di Nando Santonastaso – Il Mattino
Forse davvero la politica si sta accorgendo del baratro in cui è finito il Mezzogiorno. Perché dopo le devastanti anticipazioni del rapporto Svimez 2014 e la costituzione dell`intergruppo Mezzogiorno, trasversale alle forze parlamentari, è il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza – che del nuovo organismo fa parte – a provare a svegliare il Palazzo. «Sono rimasto sconcertato dal silenzio, dall`assenza di dibattito e di confronto che ha accompagnato i dati Svimez, contrariamente a quanto di solito accade in politica su temi magari anche meno importanti», dice Speranza, meridionale di Potenza.
Silenzio da rassegnazione?
«Non lo so. Mi preoccuperei se si fosse trattato di indifferenza. Ero anch`io alla Camera alla presentazione dei primi dati del nuovo rapporto Svimez, in qualità di capogruppo del Pd. E di fronte alla gravità della situazione mi sarei aspettato ben altre reazioni. Sono anni ormai che ci continuano a piovere addosso statistiche e rapporti che documentano quanto sta accadendo nel Sud: ma non vedo un dibattito consapevole di tutto ciò».
Ma non tocca alla politica assumere questa responsabilità? E non è proprio il partito di maggioranza relativa a doversene fare carico più degli altri?
«Intanto prima ancora della politica, che ha certamente le sue responsabilità, mi pare che siamo di fronte a una sorta di impotenza dell`opinione pubblica, di indifferenza come dicevo prima. Che è purtroppo un elemento di novità rispetto al passato. Perché di fronte a certi dati è incredibile che non si apra un dibattito nazionale sul Mezzogiorno. Oltre tutto i dati del Pil del secondo trimestre, con un calo superiore al previsto, impongono questa scelta: ma se un Paese non riparte da un`area che ha perso il 3,5% di Pil in un solo anno, di cosa discutiamo?».
Già, ma ne è consapevole anche il governo?
«L`ultima cosa che possiamo fare su questo tema è dividerci tra di noi. Io so, ne abbiamo parlato spesso con Renzi, che il governo è consapevole di questa situazione. Io ho un`idea e penso che su di essa si possa ragionare in termini concreti. Penso cioè che se non c`è un`inversione di tendenza rispetto alla politica del rigore dell`Unione europea, l`Italia rischia di non uscirne viva e il Mezzogiorno di non accorciare più il divario con il centronord».
Per cui, cosa bisognerebbe fare a suo giudizio?
«La battaglia del governo in Europa perché siano superati in vincoli del 3% del Patto di stabilità abbia come obiettivo il Mezzogiorno. Perché è in quest`area che i danni prodotti da una regola assurda si fanno sentire in maniera drammaticamente elevata. Ed è qui, di conseguenza, che il cambio di passo avrebbe risultati decisivi per la crescita del Paese».
Si spieghi meglio: perché abbattere il muro del 3% favorirebbe un ritorno economicamente significativo al Mezzogiorno?
«Perché svincolare gli investimenti pubblici e privati da quella soglia significherebbe rimettere in moto il Sud nei cui confronti la spesa in conto capitale, che è decisiva per le sorti di un territorio, ha subìto un calo incredibile. Lo ha rilevato proprio la Svimez. I tagli agli investimenti in infrastrutture, ad esempio: se nel centronord si sono mantenuti i livelli di spesa per opere pubbliche di 40 anni fa, al Sud oggi si spende un quinto di quanto si faceva negli anni `70».
Sta dicendo insomma che se il Paese non ripartirà veramente dal Sud non riuscirà ad agganciare la ripresa, se ci sarà, del prossimo anno?
«Certo, ma questo – sia chiaro – non vuol dire rimettere in discussione la spending review o gli impegni internazionali del Paese. La battaglia che credo andrà fatta dal governo è per liberare gli investimenti, non per altri obiettivi. Abbattere il tetto del 3% e rilanciare il Sud al pari degli interventi per le scuole e contro la povertà mi sembrano le priorità assolute in questa fase. Un Paese che ha appena dimostrato di potere e sapere fare riforme complesse, come quella del Senato, può e deve ottenere altrettanta disponibilità dall`Europa».
Pensa che anche il suo partito oltre che il governo condividerà questa scelta?
«Io non ho dubbi anche perché è arrivato il momento di mettere fine alla vulgata secondo cui il Sud avrebbe beneficiato di maggiori investimenti pubblici. I dati dimostrano esattamente il contrario: sul fronte degli investimenti delle imprese pubbliche nazionali, cito ancora la Svimez, al Sud nel 2012 sono crollati de112,8% rispetto all`anno precedente mentre al centronord nello stesso periodo sono saliti del 2,9%».
Eppure la sensazione è che si rinunci a investire nel Sud perché in fondo non ne varrebbe più la pena…
«Io penso che al netto di chi racconta di un Sud sommerso di risorse pubbliche, esista al contrario una realtà nella quale i limiti della spesa emergono in maniera chiara. Ecco perché un piano di investimenti per il Mezzogiorno che possa liberarsi dal vincolo del 3% può e dev`essere la strada da percorrere».
Dopo due trimestri negativi, il Pil meridionale sarà anche nel 2014 con il segno meno. E la Svimez è pessimista pure nel 2015: non sarebbe il caso di interventi-choc per rilanciare questa parte del Paese?
«Intanto mettiamo al centro della crescita il Sud perchè la via dello sviluppo non può che ripartire da qui dove sono concentrate la maggiore disoccupazione giovanile del Paese e la quota più bassa di occupazione femminile. Anche per questo la questione meridionale o come la si vuole definire è una questione nazionale. Le scelte per il Sud non potranno che influenzare positivamente tutto il Paese. Non so se occorrerà un intervento choc: di sicuro il governo ha già imboccato la strada di assicurare al Mezzogiorno un sostegno prioritario nelle sue ultime misure».
A cosa si riferisce?
«Al pacchetto approvato il 22 luglio dal consiglio dei ministri che destina alle regioni meridionali l`80% di oltre un miliardo e 400 milioni stanziati per la crescita attraverso i contratti di sviluppo. Non è un segnale come altri considerate le potenzialità espansive del territorio meridionale e ovviamente anche i suoi enormi ritardi. Naturalmente questo non può far dimenticare che occorrono investimenti forti in infrastrutture, turismo, reti immateriali, logistica: e che servono anche investimenti privati».
Non abbiamo parlato finora di fondi europei, spesso ritenuti l`unica medicina per guarire l`ammalato Sud: è un caso?
«I fondi europei sono importanti a condizione che siano spesi bene. I ritardi del Sud in questo specifico settore sono evidenti: per questo credo che sia giusta la decisione del governo di monitorare attraverso l`Agenzia per la Coesione il loro utilizzo».
Intanto però il governo ha rinunciato al ministro per la Coesione: lei ha condiviso questa decisione?
«Ne ho preso atto e ho fiducia che il lavoro del sottosegretario Graziano Delrio sia proficuo e all`altezza della sfida. Di sicuro sul terreno dei fondi europei l`Italia si gioca una partita decisiva. Noi dobbiamo avere una visione strategica convinta: perché sfidare l`Ue sulla soglia del 3% per investire al Sud vuol dire naturalmente assumersi come Paese la responsabilità di spendere bene le risorse comunitarie».
Il Movimento Innovatori Europei propone la creazione nel Mezzogiorno di un “Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee”. Intervista all’Ing. Massimo Preziuso, fondatore del Movimento
Intervista su NaNotizia
Il 21 giugno scorso presso la sede del Partito Democratico del “Nazareno”, il Movimento Innovatori Europei, fondato e guidato dall’Ingegnere lucano Massimo Preziuso, ha proposto al Pd e al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi la creazione nel Mezzogiorno di un “Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee”. La proposta è stata elaborata e redatta in un documento al termine dei lavori dell’annuale convegno organizzato dal Movimento, che quest’anno ha titolo: ”Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese“. Per il Movimento: “La Logistica dei Trasporti e le indispensabili Infrastrutture a essa strettamente collegate debbono assolvere lo scopo di rilanciare con forza l’economia del Paese, riconsegnando al Mezzogiorno la sua plurisecolare funzione di collegamento col Mediterraneo ciò che la stessa Unione europea gli attribuisce nell’attuale momento storico”. Per comprendere meglio i contenuti della proposta abbiamo posto alcune domande al fondatore del Movimento, l’Ingegnere Massimo Preziuso.
- Come verrà strutturato l’Osservatorio?
“Come è noto, L’Osservatorio ha preso l’avvio da incontri con un gruppo di esperti, operatori e accademici operanti nel settore della Logistica e delle Infrastrutture. Le attività da portare avanti saranno suddivise per macrotemi; di conseguenza risultando le problematiche alquanto complesse, occorrerà un approccio strutturato e rigoroso”.
- Se la Vostra proposta sarà accettata, chi ne farà parte attiva?
“Stanno procedendo i lavori avviati formalmente con il convegno del 21 presso il Nazareno mentre la proposta al governo è stata attivata. Il nostro obiettivo è che essa venga dibattuta in una delle date della agenda del semestre italiano e come tale possa quindi proseguire come progettualità istituzionale”.
- Come verrà finanziato l’Osservatorio?
“Per il momento si procede utilizzando la volontarietà di Innovatori Europei, che riunisce attorno a sé una serie di personalità che guidano Associazioni e primarie realtà di settore. Su come finanziarlo sarà lo stesso Governo a proporlo. A settembre verrà stilata una apposita tabella di marcia”.
- Il ruolo del mondo Imprenditoriale e Sindacale?
“Da molti anni ci adoperiamo affinchè il privato sociale diventi un percorso da attualizzare insieme; è comunque nostra intenzione, e lo si è visto già nella scelta dei relatori del convegno di giugno, portare il mondo della Impresa e del Sindacato più innovativo al centro di un dibattito sullo sviluppo delle economie reali nei territori italiani e di tutto l’Euro mediterraneo”.
- Quali sono le iniziative che potrà prendere l’Osservatorio?
“L’Osservatorio è ricco di risorse umane. Al di là delle riflessioni tecniche ed economiche sul tema della infrastrutturazione e logistica euro mediterranea ogni ulteriore decisione scaturirà dall’esame di problematiche condivise. Ci auguriamo comunque che l’avvio del progetto porti fattibilità e occupazione”.
- Il ruolo di Napoli?
“A Napoli esiste da anni un gruppo che collabora alla costruzione delle linee guida nazionali degli Innovatori Europei. L’idea è di sviluppare una forte iniziativa attorno al tema “Città – Porto intelligente””.
- Il governo Renzi accetterà la proposta e la porterà in Europa?
“E’ l’augurio che facciamo a questo Governo perché anche in questo senso dimostri nei fatti di essere innovativo e al passo coi tempi”.
Pittella: “Aperto uno spiraglio, allarghiamolo: dai principi si passi a scelte concrete”
Proposta per il Semestre Europeo a guida italiana: Un Osservatorio per la Logistica e le Infrastrutture Mediterranee nel Mezzogiorno italiano
Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese
Convegno 21 giugno 2014, Sede Nazionale Partito Democratico
Una proposta per il Semestre Europeo a guida italiana
Un Osservatorio per la Logistica e le Infrastrutture Mediterranee nel Mezzogiorno italiano.
E’ ampiamente dimostrato che la Logistica e le Infrastrutture a essa connesse hanno rappresentato per alcuni Paesi europei un formidabile strumento di difesa contro la crisi economica che ha colpito il mondo.
Chi è stato in grado di captare rilevanti percentuali dei flussi mercantili mediterranei ha potuto godere dei benefici concessi dalle consistenti quote di valore aggiunto derivanti dal trasferimento dei beni dai luoghi di produzione ai consumatori finali, nonché della possibilità di operare su materie prime e semilavorati provenienti da Paesi extraeuropei, accrescendo così la competitività della sua industria di trasformazione.
La rivoluzione trasportistica basata sulla creazione della Rete Ferroviaria Transeuropea, così come auspicato dall’Ue, offre l’ulteriore possibilità di stimolare la crescita sociale ed economica dei territori attraversati dai grandi assi di trasporto.
Nei prossimi decenni, l’Africa sarà sempre più considerata come un grande mercato in espansione, con tassi di crescita multipli rispetto a quelli europei. Ad essa guardano con rinnovato interesse i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo da Nord e da Est, pronti a utilizzare a proprio vantaggio i ritardi della Nazione che, geograficamente e storicamente, ha per millenni rivestito un ruolo baricentrico nell’interscambio commerciale mediterraneo, l’Italia.
Il nostro Paese si trova oggi di fronte a un bivio:
- adeguare la propria rete trasportistica alle strategie del mercato globale facendo del suo Sud il principale driver di sviluppo commerciale europeo;
- proseguire nell’attuale politica di rigore e marginalizzazione del Mezzogiorno, con il rischio di accentuare prevedibili tensioni sociali e politiche.
Una Politica che decida di imboccare la prima strada deve farlo con convinzione, chiarezza di obiettivi e in conformità a considerazioni metodologiche indiscutibili. Ciò si traduce nell’attivare una forte competizione con altri Paesi europei all’interno di un settore in rapida crescita, come quello della Logistica, e nel ricercare nuove e solide alleanze con chi mostra di volere accrescere il proprio peso nella gestione dei grandi flussi commerciali internazionali.
Il movimento associativo Innovatori europei, da sempre attento osservatore dei grandi fenomeni indotti dalla globalizzazione e delle sue conseguenze economiche, ha organizzato il Convegno del 21 Giugno scorso presso la sede nazionale del Partito Democratico al fine di raccogliere attorno a sé le tante voci del mondo scientifico italiano convinte dell’urgenza di avviare un epocale programma di sviluppo fondato sulle evidenze precedentemente accennate.
Un Governo che vuole realmente cambiare l’Italia non può non affrontare con determinazione questo audace viaggio verso il futuro, mostrando all’intero Paese di considerare il Mezzogiorno non più come l’inerte beneficiario di provvidenze fondate su criteri clientelari, ma come parte integrante del territorio nazionale, organica allo sviluppo di una nuova Italia.
La possibilità di porre fine a questa lunga fase di stagnazione dell’economia italiana, affrontando nel contempo con decisione il secolare tema della Questione Meridionale, rappresenta un’occasione irripetibile nella storia dell’Italia.
Né il reperimento delle risorse economiche e delle conoscenze tecniche e scientifiche indispensabili ad avviare questo grande progetto rappresenta un ostacolo insormontabile, come è stato dimostrato durante il Convegno.
La Logistica può rappresentare per l’Italia quello che il petrolio è stato ed è ancora per i Paesi arabi.
L’obiettivo principale resta quello di rendere vincente l’intero Paese, non di dare solo qualche chance in più solo ad una sua parte, per quanto importante possa considerarsi. Aspettiamo il potenziamento dell’Arco Ligure e del Veneto-Friulano consapevoli che ciò, da solo, non potrà apportare una cambiamento radicale dei flussi mercantili del Mediterraneo. Né una diversificazione dei ruoli degli scali italiani – a Nord i gateway e a Sud il transhipment – rappresenta una soluzione accettabile: il transhipment europeo non è in grado di competere alla pari con i porti africani, per ovvii motivi di costi ed economia.
A tal fine gli Innovatori Europei, movimento unitario che riunisce organizzazioni rappresentative nei settori interessati, si propongono quale collettore delle grandi risorse tecnico-scientifiche del Paese, al fine di coordinare un istituendo Osservatorio per la Logistica e le Infrastrutture Mediterranee in grado di approfondire e dettagliare – secondo le precise indicazioni del Governo – gli argomenti emersi in quella manifestazione.
Si propone dunque al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di inserire tale iniziativa nell’agenda del semestre europeo a guida italiana. La svolta europea che le forze politiche italiane più responsabili auspicano è subordinata alla individuazione per il nostro Paese di un ruolo da protagonista. Solo così l’Italia si potrà proporre quale forza progressista e visionaria capace di riattivare ripresa, occupazione, opportunità, competenze, tecnologie in una nuova era della conoscenza.
Roma, 28 giugno 2014
Gli Innovatori Europei
Allegato: Osservatorio Logistica e Infrastrutture Mediterranee (PDF)
Sul Sito del Partito Democratico: Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese
Il Movimento Innovatori Europei lancia una iniziativa per la creazione nel Mezzogiorno di un Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee
Il 21 giugno si è svolta, nella sede del Partito Democratico, l’iniziativa di Innovatori Europei dal titolo ”Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese“. Tema dell’incontro il ruolo che la Logistica dei Trasporti, e le Infrastrutture a essa collegate, possono svolgere per il rilancio dell’economia, in particolare riconsegnando al Mezzogiorno la sua plurisecolare funzione di collegamento col Mediterraneo, che la stessa Unione europea ancora oggi gli riconosce.
L’introduzione al convegno è stata di Massimo Preziuso, fondatore degli Innovatori Europei. Nel corso dell’iniziativa sono state esposte le ragioni tecnico – economiche e manageriali in base alle quali l’Italia può trovare il suo spazio nella competizione per i flussi mercantili intercontinentali. La Logistica può, a nostro parere, rappresentare per l’Italia ciò che è stato e continua a essere il petrolio per i Paesi arabi, a patto che i partiti italiani collaborino lealmente al progetto di cambiamento che il Governo sta iniziando ad attuare.
A fine lavori si è prodotto un documento, con annessa proposta, per la creazione nel Mezzogiorno dell’Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee. La pubblicazione di questo documento resocontato sarà consegnata nei prossimi giorni al Partito Democratico, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e alle istituzioni di Governo con l’invito a inserirlo nell’agenda del Semestre Europeo a guida italiana.
Dal Nazareno: noi Innovatori Europei consegniamo la creazione nel Mezzogiorno dell’ Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee al Partito Democratico e al Governo
Comunicato Stampa
Il Movimento Innovatori Europei dal Nazareno lancia una iniziativa sulla creazione nel Mezzogiorno di un Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee affidando questo percorso al Partito Democratico e al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in qualità di guida italiana per il Semestre Europeo.
Il 21 giugno, al Nazareno, in una sala affollata si è svolta l’iniziativa di Innovatori Europei dal titolo “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese“. Personalità provenienti da ogni parte d’Italia hanno discusso per l’arco dell’intera giornata sul ruolo che la Logistica dei Trasporti e le indispensabili Infrastrutture a essa strettamente collegate debbono assolvere allo scopo di rilanciare con forza l’economia del Paese, riconsegnando al Mezzogiorno la sua plurisecolare funzione di collegamento col Mediterraneo che la stessa Unione europea gli attribuisce ancor oggi.
Il Convegno si è articolato in due sessioni complementari. Dopo l’introduzione al convegno dell’ing. Massimo Preziuso, fondatore degli Innovatori Europei, e i messaggi di pieno supporto del Partito Democratico e delle istituzioni, un auditorio di grande qualità ha potuto seguire le ragioni tecnico – economiche e manageriali in base alle quali l’Italia può e deve trovare il suo spazio nella competizione volta ad assicurarsi una fetta dei flussi mercantili intercontinentali. Ed è così tornato in campo l’aspetto politico del problema: è vero, la Logistica può rappresentare per l’Italia ciò che è stato e continua a essere il petrolio per i Paesi arabi a patto che i partiti italiani collaborino lealmente alla riuscita del progetto di cambiare l’Italia che il Governo sta iniziando ad attuare.
A fine lavori si è prodotto un documento con annessa proposta, condivisa da tutti i presenti, per la creazione nel Mezzogiorno dell’Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee. La pubblicazione di questo documento resocontato sarà consegnata nei prossimi giorni al Partito Democratico, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e alle istituzioni di Governo con l’invito a disporre che sia inserito nell’agenda del Semestre Europeo a guida italiana. L’Osservatorio già in partenza vede la partecipazione di personalità provenienti dal mondo della accademia, delle organizzazioni sindacali italiane, imprenditoriali. Noi Innovatori Europei, protagonisti da anni del desiderio di cambiamento del Paese, essendoci accreditati nei fatti come luogo di incontro ed innovazione tra mondi come la Tecnica, la Ricerca accademica e la Politica chiediamo al Partito Democratico che in qualità di interprete di un governo forte e rinnovatore apra le sue porte alla società delle Idee per efficientare e risolvere questioni annose con il contributo di tante e tanti.
21 giugno, Roma – Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese
Potete visionare la Brochure e la Locandina del convegno.
Link al messaggio del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Matteo Renzi
Link al messaggio del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, On. Graziano Delrio
Link al messaggio del Vice Segretario del Partito Democratico, On. Lorenzo Guerini
Link al messaggio del Presidente del Parlamento Europeo, On. Gianni Pittella
Link al Video Messaggio di saluti del Capogruppo alla Camera dei Deputati del PD, On. Roberto Speranza
Link al Video messaggio del Prof. Alfonso Celotto
Link al messaggio del consigliere regionale della Basilicata, Mario Polese