Significativamente Oltre

Boschi

L’incontro tra gli Innovatori Europei e i candidati segretari della federazione romana del PD

Ieri – 22 ottobre – nella sede del PD Roma Centro Storico, si è svolto un breve incontro tra alcuni esponenti di Innovatori Europei (IE) Roma e il candidato alla segreteria della federazione romana Tobia Zevi.

Gli altri candidati invitati, pur ringraziando per l’invito, non sono riusciti ad essere presenti. Tommaso Giuntella ha inviato un documento politico. All’iniziativa erano presenti, tra gli altri, il Presidente Nazionale di IE Massimo Preziuso e gli esponenti del Lazio Paolo Di Battista e Giuseppina Bonaviri.

Con Zevi abbiamo condiviso la necessità di rinnovare nelle persone e nei metodi il partito romano. E gli abbiamo esposto brevemente due nostri progetti, da lui condivisi:

– Roma capitale culturale dell’euro mediterraneo, protagonista del nuovo dibattito verso la federazione europea (organizzazione convegno a Roma).

– Roma capitale “intelligente”, centro di una rete di città smart.

L’incontro si è concluso con il proposito di riaggiornarsi con la federazione romana, a congresso concluso.

Resoconto incontro tra Innovatori Europei Napoli e i Candidati alla Segreteria Provinciale del PD

Innovatori-Europei-defIeri – 17 ottobre – nella sede del PD Campania in Via S. Brigida, si è svolto un vivace ed interessante incontro tra gli Innovatori Europei (IE) di Napoli e i candidati alla segreteria provinciale del PD Napoli Gino Cimmino e Venanzio Carpentieri. All’iniziativa erano presenti, tra gli altri, il Presidente Nazionale di IE Massimo Preziuso e il neo-coordinatore di IE Napoli Gaetano La Nave. 
I due candidati alla segreteria provinciale del PD Napoli hanno condiviso le riflessioni di IE sulla necessità che la nuova fase del partito provinciale comporti una maggiore apertura alle competenze, ai saperi, alle energie, all’associazionismo presenti nella società napoletana. Tanti i temi toccati durante l’incontro: dalla governance policentrica ma integrata dell’area metropolitana di Napoli; alle necessarie bonifiche e riconversioni territoriali di zone importanti del territorio come Pianura, Bagnoli, il Giuglianese e il Nolano; dalla progettazione per la realizzazione di un hub internazionale di ricerca nella zona occidentale del capoluogo, a partire dalla proposta IE di una “Stanford a Bagnoli“; alla mobilità integrata e lo sviluppo portuale. Entrambi i candidati hanno condiviso e accolto la proposta degli IE di Napoli che veda la costituzione all’interno del PD provinciale di un dipartimento  che sia un luogo di progettazione e di ricerca, aperto a contributi esterni, e che operi in perfetta sinergia con il partito e con chi lavora quotidianamente nelle istituzioni. A tal riguardo la rete dei saperi internazionali presente in IE sarà messa a disposizione e in dialogo con la prossima segreteria provinciale del PD per sostenere uno sviluppo reale e strategico della “Grande Napoli”, tra i temi principali di dibattito nei prossimi Stati Generali di Innovatori Europei, che si terranno a fine novembre a Roma.

Un centro di ricerca euromediterraneo sulle tecnologie e risorse energetiche del futuro. In Basilicata

di Massimo Preziuso (su L’Unità)turbina

La Lucania è terra di risorse naturali preziose, che la dovrebbero rendere tra le più ricche di Italia.

Eppure, da sempre, e ancora oggi, le statistiche economiche dicono incredibilmente il contrario.

Secondo dati pubblicati dalla Banca di Italia, la regione Basilicata risulta sempre più arretrata nel contesto nazionale. PIL 2012 al -3% , disoccupazione attorno al 15% e accentuata caduta della produzione industriale, del 9,5% rispetto al 2011.

Senza una forte presenza di piccola e media impresa diffusa, capace di competere sui mercati internazionali (anche e soprattutto per carenza di infrastrutture), la Regione in questi anni è sopravvissuta al tornado della crisi soprattutto grazie alle imponenti attività estrattive di petrolio e gas. Le compagnie petrolifere infatti estraggono enorme ricchezza dal territorio in cambio delle cosiddette “royalties” compensative.

Con risorse davvero ingenti – solo 2011  erano pari a 120 milioni di euro (di cui 100 milioni destinati all’ente Regione) – al netto di alcune interessanti ed iniziative in ambiti “nuovi” per la Basilicata (come il cinema, la cultura), non si è riusciti finora a disegnare alcun vero cammino di sviluppo sistemico. A livello regionale le royalties sono infatti servite al finanziamento di voci di bilancio (università, sanità), al finanziamento di “buoni benzina” (!), mentre a livello locale al più all’avvio di piccoli progetti occupazionali.

E proprio nei giorni scorsi l’Unione Europea certifica la retrocessione della Regione Basilicata, che torna tra le regioni “Ex – Obiettivo 1”.

E allora, passati vari anni dall’inizio di questo ciclo estrattivo intensivo – che non durerà all’infinito e che impatterà pesantemente l’ambiente – in tanti  si chiedono se e come esso potrà ancora determinare un impatto positivo sullo sviluppo di lungo periodo della Regione.

E’ evidente infatti che la rendita assicurata da risorse naturali – postulata nella staple theory – non è un fenomeno naturale, soprattutto in una Regione povera e piccola come la Basilicata, carente di un sistema di imprese diffuso.

Ed è proprio quella – l’imprenditorialità diffusa – la condizione necessaria allo sviluppo territoriale legato allo sfruttamento di risorse naturali, come quelle petrolifere. L’impresa quale moltiplicatore di sviluppo.

Ma è anche evidente che – per essere competitive e quindi insediarsi – le imprese necessitano di un milieu adatto.

Ebbene, oggi ci sono proprio tutte le condizioni al contorno per crearlo questo contesto “imprenditivo”:

– La Strategia Energetica Nazionale pone su un piano di forte centralità la Basilicata nel futuro dello sviluppo energetico ed economico del Paese.

Si parla infatti della realizzazione di un hub energetico dell’euro mediterraneo e si indica nella Basilicata il baricentro di una piattaforma di servizi di alto livello nel settore della distribuzione, attraverso imponenti attività di stoccaggio e lo sviluppo di una rete “smart” su scala europea e mediterranea.

– Il memorandum Stato – Regione sul petrolio lucano approvato nel mese scorso continua ad andare in questo senso, anche se va assolutamente “rinforzato” nella qualità e nella quantità della progettualità ipotizzata, ed equilibrato nella sua visione “centralistica” di governance di risorse che sono “locali”.

– La prossima programmazione dei fondi europei 2014-2020 prevede la necessità di un approccio “strategico” e di “originale” allo sviluppo delle regioni in ritardo di sviluppo.

Dunque, se al futuro davvero si vuole arrivare, e non ci si vuole ritrovare invece con un territorio semplicemente depauperato di risorse naturali e di ricchezza ambientale, è bene cominciare a parlare di una strategia di sviluppo, che sia “sostenibile” sia da un punto ambientale che da un punto di vista economico, che sia “strategico”, e che sia “originale”.

E’ per questo necessario partire dalla messa a rete del sistema dei saperi universitari e dell’industria energetica attorno allo sviluppo di un distretto delle tecnologie e risorse energetiche del futuro. Un progetto che veda protagonisti per primi i colossi petroliferi “lucani”– ENI, TOTAL e SHELL – e la Regione Basilicata, insieme nel promuovere un nuovo utilizzo delle royalties petrolifere nel rapido disegno e successiva implementazione di una strategia che guardi al futuro.

Un progetto, questo, di chiara valenza internazionale, in quanto centrale per lo sviluppo delle politiche energetiche dell’area euro – mediterranea, che quindi deve vedere coinvolta la Commissione Europea e i fondi strutturali 2014-20, oltre alle risorse derivanti dall’estrazione petrolifera.

Di un polo energetico internazionale si parla da tempo nel documento Strategia Regionale per la Ricerca, l’Innovazione e la Società dell’Informazione della Regione Basilicata. 

E la realizzazione di un distretto dell’energia è presente tra i progetti presenti nel “Memorandum petrolifero” tra Stato e Regione da poco pubblicato in Gazzetta ufficiale.

La Basilicata può oggi ambire a diventare il principale hub di ricerca e sviluppo di base e applicata (all’impresa) nei settori della manifattura legata all’energia del futuro (rinnovabile e fossile).

E così porsi come attrattore di nuove imprese, investimenti e professionalità internazionali.

Questa è la Lucania che si deve osare ad immaginare da adesso. Ed oggi ci sono proprio tutte le condizioni politiche al contorno per farlo.

Gli Innovatori Europei per un’altra politica. “Sapere abilita l’Uomo”

Innovatori-Europei-def

Gli Innovatori Europei per un’altra politica 

“Sapere abilita l’Uomo” 

Innovatori Europei partecipa al dibattito politico italiano, a cominciare dal congresso del Partito Democratico, per contribuire all’azione riformatrice che serve nelle istituzioni, nell’economia e nella società italiana, nell’orizzonte della unificazione europea. Il tema centrale del nostro impegno sarà “Sapere abilita l’Uomo”. Attorno ad esso apporteremo contributi di innovazione su questioni interagenti e prioritarie come:

  • Federazione europea dei popoli, traguardo non procrastinabile.
  • Innovazione del sistema pubblico politico e amministrativo.
  • Apertura della politica alle forze associative e alle competenze della società
  • Protagonismo di giovani e donne, motori del rinnovamento italiano.
  • Ricerca e Innovazione: metodo guida per la società e la politica.
  • Smart cities e green economy per lo sviluppo sostenibile europeo.
  • Politiche industriali ed infrastrutturali per il Sud nell’Euro Mediterraneo
  • Pluralismo radiotelevisivo nell’era del digitale
  • Politiche di rilancio industriale e sviluppo competitivo del Paese
  • Incentivare e sostenere le aziende innovative
  • Redistribuire risorse per produrre lavoro e crescita sostenibili
  • Nuove politiche sanitarie nell’Italia del dopo crisi
  • Nuovo protagonismo per le comunità di italiani all’estero
  • Internazionalizzare il Paese per favorire una nuova crescita interna

Con questo documento avviamo una discussione aperta che ci porterà agli Stati Generali degli Innovatori Europei, che si terranno il prossimo 9 Novembre a Roma.

Il tutto nella direzione del rafforzamento del ruolo di Innovatori Europei quale piattaforma di sviluppo di progetti politici complessi, in Italia ed in Europa, a partire dalle città.

Per aderire e contribuire al dibattito: email infoinnovatorieuropei@gmail.com o Facebook

Roma, 24 Settembre 2013, Gli Innovatori Europei – www.innovatorieuropei.org

Massimo Preziuso, Giuseppina Bonaviri, Paolo Di Battista, Osvaldo Cammarota,  Filippo Bruno Franco, Stefano Casati, Luisa Pezone, Antonio Diomede, Paolo Salerno, Gaetano Daniele La Nave, Michele Mezza, Mario Polese, Marco Frediani, Francesco Augurusa, Luigi Della Bora, Andrea Sabatino, Zaira Fusco, Daniele Preziuso, Ruggero Arico, Paolino Madotto, Francesco Zarrelli, Aldo Perotti, Nicola Pace, Domenico Varuzza, Paolo Cacciato, Anna De Ioris, Dario Mastrogiacomo, Antonio Giuseppe Preziuso, Diego Bevilacqua, Gianclaudio Oliva

CHI SIAMO

Dal 2005 Innovatori Europei (www.innovatorieuropei.org) mette insieme variegate esperienze di protagonismo associativo di matrice europeista. Oggi, IE è una realtà densa di iniziative innovative, che guardano ai territori italiani, con un orizzonte internazionale ed europeo. La nostra idealità è da sempre quella di costruire una rinnovata e migliore proposta politica riformista che guidi l’Italia verso i successi che merita e attende, ponendoci quale serbatoio di competenze e comunità di persone al servizio del bene comune.

Regione e petrolio, ultima chiamata (per la Basilicata)

Sarebbe interessante un confronto pubblico tra gli schieramenti elettorali (e i rispettivi candidati governatori) su un progetto condiviso e definito per la Basilicata petrolifera, che identifichi il traguardo da raggiungere

di MASSIMO PREZIUSO su Il Quotidiano della Basilicata

IN QUESTI giorni mi è capitato di leggere una serie di notizie che riguardano il tema del petrolio della Basilicata, terra da molto tempo paragonata ad una sorta di Arabia Saudita di cui ad oggi, forse, in pochissimi, hanno potuto constatare i tratti positivi. E’ di qualche giorno fa la bocciatura da parte del Consiglio di Stato del cosiddetto “bonus benzina”, con il rischio per i cittadini lucani del rimborso delle somme già percepite.

In molti ritennero quella iniziativa poco pertinente, in quanto sembrava voler risolvere la normale e forte tensione legata alla intensa estrazione petrolifera in una Regione – in questo caso poi riconosciuta per la sua formidabile qualità “ambientale” – con un contributo economico di qualche centinaia di euro per abitante, per di più vincolato all’acquisto di una benzina più cara che nel resto della penisola.

Aldilà della beffa per i cittadini, è bene che questa strana forma di compensazione ambientale termini e ceda il passo ad una visione strategica della royalty petrolifera quale moltiplicatrice di sviluppo (tema su cui ricercatori ed industria energetica studiano da tempo).

Nel contempo si legge di 2 miliardi di euro che il governo dovrebbe trasferire alla Basilicata, forse già a partire da settembre, tramite una cabina di regia nazionale, che accompagni finalmente all’operatività quel   piano di sviluppo infrastrutturale ed occupazionale, di cui si parla da tempo, anche nel memorandum di intesa Stato – Regione del 2011.

Dal 2011, va poi detto, la Regione risulta ancora più centrale nei piani di sviluppo (energetici) nazionali ed euro – mediterranei (si legga la Strategia Energetica Nazionale approvata quest’anno).

Volendo allora essere ottimisti ed ipotizzando che queste risorse arriveranno davvero, si può affermare che questa sia l’ultima chiamata per il rilancio di una strategia di sviluppo legata alla attività estrattiva, in una Regione che esce fortemente provata (tra le altre, nell’ordine del 10% di ricchezza regionale prodotta), da una crisi iniziata nel 2007, oggi arrivata alla sua durissima coda finale, che ha colpito ancora maggiormente quel Mezzogiorno troppo poco presente, per limiti culturali e logistici, sui mercati internazionali.

Se a questi fatti si aggiunge che molti dei leaders politici lucani, soprattutto del centrosinistra, oggi ricoprono incarichi di primissimo piano nel governo e nelle istituzioni, vi è spazio affinché questa opportunità venga colta pienamente: cominciando da subito, con un lavoro da svolgere a Roma, per far sì che la Cabina di regia nazionale, che dovrebbe gestire la allocazione ottimale di queste importanti risorse aggiuntive (2 miliardi di euro equivalgono 20-25% del PIL regionale, per intendersi), e più in generale il tema delle royalties, sia composta da un mix perfetto di personalità e professionalità (europee, nazionali e locali) che possano lavorare insieme per segnare almeno un goal concreto in tempi accettabili.

Uno tra questi goal può riguardare la realizzazione di quella grande infrastruttura di alta velocità ferroviaria Taranto – Potenza – Salerno, su cui anche il sottoscritto e gli Innovatori Europei dibattono da tempo (anche partecipando alla Viggiano Sustainable Development School e su questo giornale, con un contributo dal titolo “L’alta velocità ferroviaria per il rilancio della Basilicata”, pubblicato ad ottobre 2012), che potrebbe finalmente dare il senso di una voglia di “futuro connesso” ad una Regione che da decenni vive culturalmente e fisicamente isolata, rischiando di scomparire, prima o poi, dalla mappa geografica.

Una infrastruttura ferroviaria, questa, che colleghi rapidamente tre regioni meridionali (la Puglia, la Basilicata e la Campania) così fortemente complementari, e che permetta a persone e cose di dialogare pienamente, finalmente, con l’Italia, con l’Europa e un domani molto prossimo con l’area mediterranea e asiatica (tramite le strategiche “porte” di Napoli e di Taranto).

Su questo tema, se si vuole cominciare con passo deciso, e viste le imminenti elezioni regionali, sarebbe altresì interessante un confronto pubblico tra gli schieramenti elettorali (e i rispettivi candidati governatori) su un progetto condiviso e definito per la Basilicata petrolifera, che identifichi il traguardo da raggiungere.

Che sia quello ferroviario, aeroportuale o legato ad una piattaforma di rilancio industriale o turistico, alla fine, poco importa: basta che sia uno solo e sostanziale.

Sarà così la popolazione a scegliere, insieme alle istituzioni – locali, nazionali ed europee – in quale direzione vuole andare.

Dal DIRE al FARE innovazione a Bagnoli

di Osvaldo Cammarota – Innovatori Europei Campania

Il 9 marzo scorso, nel dibattito che ha seguito il grave episodio dell’incendio di Città della Scienza, Innovatori Europei ha tenuto un Convegno a Napoli ed ha avanzato la proposta di una “Stanford del Mediterraneo a Bagnoli”.

La proposta ha suscitato un interesse diffuso, persino in sede di Parlamento Europeo, ma si stenta a vedere segnali di attenzione programmatica e progettuale da parte del Comune di Napoli. Sarà distratta (o travolta) dalle continue emergenze quotidiane, ma Napoli non può rinunciare a discutere e fare programmi di più ampia portata per il futuro delle sue comunità e del suo territorio.

Nessuna emergenza può essere risolta con provvedimenti di corto respiro e di scarsa visione. Lo impedisce la crisi della finanza pubblica e, tra l’altro, lo impongono dinamiche globali di sviluppo economico che non consentono più lo spreco delle risorse pubbliche.

E’ questo il senso dell’iniziativa assunta dalla BRI – Banca Risorse Immateriali che, con la Lettera aperta inviata al Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ha offerto la propria collaborazione gratuita per contribuire a delineare una strategia operativa coerente con i principi e i programmi comunitari di coesione e sviluppo nel Mezzogiorno.

La collaborazione offerta, sostanzialmente, consiste in una attività di accompagnamento alla innovazione del sistema pubblico locale che fa fatica a coniugare proficuamente il nesso tra partecipazione e sviluppo

E’, questo, uno dei tanti casi in cui si rappresenta una questione di più ampio significato: la politica, senza competenze, non produce risultati di innovazione; le competenze, senza interlocutori politico-istituzionali rischiano di rimanere risorse sottoutilizzate.

Se lo può permettere l’Italia? E il Mezzogiorno?

 

Lettera aperta al Sindaco di Napoli

15 luglio 2013

La BRI – Banca Risorse Immateriali offre tre mesi di lavoro per Bagnoli e l’Area Flegrea

Dalla stampa cittadina abbiamo appreso con vivo interesse che «Si sta puntando alla definizione di un intervento organico riguardante tutta l’area di Bagnoli, oggetto del tavolo istituito col governo, di fatto superando decenni di mancanza di prospettiva strategica. Questo percorso, inoltre, risponde alla volontà della amministrazione di garantire i livelli occupazionali della società stessa» (Assessori Sodano e Panini – Cormez del 10/7/13)

Una scelta autorevolmente confermata dal Sindaco De Magistris:  “Per il futuro, il sindaco non esclude la possibilità che sia “direttamente il Comune a gestire la fase di rilancio di Bagnoli”. Un rilancio di cui l’amministrazione intende fare partecipe i cittadini, con cui si aprirà un confronto.” (Citynews 11/7/2013)

La programmazione comunitaria per il 2014-2020 e i fondi residui del periodo 2007-2013 offrono effettivamente l’opportunità di superare l’attuale stato di difficoltà.

Per raggiungere obiettivi misurabili e corrispondere alle aspettative, è tuttavia necessario scegliere in modo più circostanziato la strategia operativa che si intende seguire per costruire lo scenario di sviluppo possibile. In particolare:

  • Gli strumenti programmatici e finanziari di riferimento
  • Le procedure di consultazione sociale ed economica che si intendono porre in essere
  • Obiettivi e risultati misurabili, indicando i tempi entro cui devono essere raggiunti
  • Le strutture amministrative responsabili dell’attuazione (governance e government del processo)

Queste scelte competono al Comune di Napoli. Esse vanno adottate con la piena consapevolezza e il coinvolgimento responsabile delle comunità locali, un presupposto delle politiche comunitarie, adatto a creare un clima positivo e di fiducia intorno alla complessa opera di riqualificazione e sviluppo del territorio flegreo della città di Napoli.

Per tali scopi la BRI offre tre mesi di lavoro, considerati il tempo minimo per produrre un contributo di analisi e di proposta con il coinvolgimento attivo del tessuto sociale ed economico del territorio.

E’ un’offerta di collaborazione gratuita al sistema pubblico, unico potere a cui spetta, ed è riconosciuto, il compito di costruire il bene immateriale della coesione per lo sviluppo. La BRI-Banca Risorse Immateriali mette le proprie collaudate competenze professionali al servizio di questa impresa.

Verso gli Stati Generali degli Innovatori Europei

Innovatori-Europei-def

Come promesso in conclusione della Assemblea nazionale di Febbraio,  stiamo cominciando ad organizzare gli Stati Generali degli Innovatori Europei, che si terranno alla fine di Settembre a Roma, probabilmente alla Camera dei Deputati.

Avevamo concluso dicendo che “rimanendo nell’area del centrosinistra, in cui è nato e cresciuto, Innovatori Europei apre al confronto con le tante realtà politiche portatrici di innovazione, rimandando agli Stati generali degli Innovatori Europei”. Così è stato.

Negli Stati Generali degli Innovatori Europei discuteremo le nostre proposte sulle politiche di innovazione necessarie al Paese, a partire dai temi che da sempre seguiamo, e su cui avevamo dibattuto a Febbraio:

 “Nuovo welfare nei territori”

 “Innovazione politica e istituzionale”

“Un futuro sostenibile per le città smart”

“Innovazione e made in Italy”

“Stati Uniti di Europa”

“La nuova Europa nel mediterraneo”

“Opportunità per le comunità italiane all’estero”

“Pluralismo radiotelevisivo e conflitto d’interessi”

“Italia e Paesi BRICS”

“Cultura e sviluppo”

e altre.

Stanno ripartendo tutti i gruppi di lavoro. Vi invitiamo a parteciparvi, scrivendoci a infoinnovatorieuropei@gmail.com

Il 13 luglio facciamo un primo brainstorm a Roma. Vi aspettiamo.

Gli Innovatori Europei

www.innovatorieuropei.org

#SGIE

News da Twitter
News da Facebook