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Ripensare le regole prima del congresso. Lettera aperta di Innovatori Europei e Luoghi Ideali all’Assemblea del Partito Democratico

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Innovatori Europei (www.innovatorieuropei.org) e Luoghi Ideali (www.luoghideali.it), che hanno preso parte, da indipendenti, tra il 2015 e il 2016 ai lavori della Commissione Forma Partito, chiedono urgentemente ai membri della Assemblea del Partito Democratico, che si riunirà a Roma il prossimo 18 dicembre 2015, di portare alla discussione per la approvazione il documento “Spunti di discussione per il Pd di domani“.

In un momento così delicato per la Forma Partito, è urgente ripensare, in modi innovativi, il modello organizzativo del Partito Democratico, perché possa essere precursore di cambiamenti strutturali del Paese. Per farcela, bisogna rimettere al centro i valori, ma ci vuole anche un’organizzazione forte e adatta ai tempi. Serve una progettazione territoriale che nasca da circoli aperti al confronto con l’esterno e sia coordinata da un forte presidio nazionale. Serve, per evitare dannose faide personali, costruire in ogni territorio un’agenda politica condivisa che preceda le primarie; un Albo degli elettori certificato che ne garantisca la trasparenza e una Direzione del PD ristretta dove possano maturare indirizzi frutto di confronto di merito. Infine l’elezione dei Segretari regionali deve essere limitata agli iscritti.

Dal Partito Democratico, da questa profonda crisi, può rinascere un nuovo e sano interesse per una Politica progettuale e partecipata.

16 dicembre 2016, Roma

Innovatori Europei e Luoghi Ideali

 

#FormaPartito – Il Pd dopo la tempesta di dicembre. Un’occasione che non tornerà (di Fabrizio Barca)

Fabrizio Barca durante una lezione al polo scentifico di Novoli a Firenze, 6 Maggio 2013. ANSA/MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

Fabrizio Barca durante una lezione al polo scentifico di Novoli a Firenze, 6 Maggio 2013. ANSA/MAURIZIO DEGL’INNOCENTI

di Fabrizio Barca su Huffington Post

Mentre nel Partito Democratico i Comitati del Si e del No si moltiplicano e si armano per una battaglia che riguarda anche – quando non soprattutto – il controllo del partito, e mentre in cielo volano i fuochi d’artificio della “Finanziaria dell’anno referendario”, un documento ufficiale diramato da Roma gira in silenzio nelle fila del PD. Si tratta delle conclusioni della Commissione “Forma-partito” costituita 24 mesi or sono per “rimettere in connessione la forma partito con la vita concreta e quotidiana dei cittadini”, come recita il documento, per adattare l’organizzazione del PD alla “nuova domanda che i cittadini rivolgono alla politica”, alla profonda distanza che essi sentono dai partiti. Il documento viene sottoposto alla “discussione dei Circoli e degli organismi dirigenti territoriali”, per ricavarne reazioni e idee che “si trasformeranno in proposte di modifiche statutarie” da portare alle decisioni dell’Assemblea nazionale.

Si potrebbe dire che è tardi. Che l’inadeguatezza di quello che è pur sempre l’unico “partito” italiano e della sua organizzazione è evidente da molti anni. Che da tempo sono sul tavolo proposte di rinnovamento – una l’abbiamo testata noi di Luoghi Ideali, iscritti del PD e non, in un anno di sperimentazioni e poi l’abbiamo avanzata ai vertici del partito nel giugno 2005 (http://www.luoghideali.it/tre-proposte-per-il-pd-fabrizio-barca/). Che il documento era sostanzialmente pronto dalla primavera – il ritardo del suo rilascio mi ha indotto a inizio luglio a dimettermi dalla Commissione. Che è scritto con un linguaggio timido, timidissimo, in alcuni casi solo allusivo, inadeguato di fronte alla durezza del confronto in atto. Che potrà essere facilmente fagocitato dalla logica dominante dei Comitati. Che il Segretario del PD non risulta averne fatto menzione e che il silenzio attorno al documento è finora assordante. Si potrebbe dire tutto questo. E infatti lo sto scrivendo. Ma sarebbe sbagliato fermarsi qui. Non solo perché sarebbe ingeneroso verso il vice-Segretario Lorenzo Guerini e il Presidente Matteo Orfini, che alla fine hanno sentito la responsabilità politica di dare voce al lavoro che avevano diretto. Ma perché sarebbe politicamente sciocco.

Pure con una cautela che riflette peraltro la straordinaria incomunicabilità maturata in questi anni all’interno del gruppo dirigente del PD, e forse la lontananza da questi temi da parte del Segretario del partito, nel documento vengono infatti messe sul tavolo considerazioni e ipotesi concrete di rinnovamento che, se raccolte, possono introdurre nel PD germi positivi. Esse colgono il sentire di moltissimi iscritti, manifestatosi anche in questi tempi difficili, e di cui le sperimentazioni che ho seguito da vicino sono solo una delle manifestazioni.

Richiamo sei di queste ipotesi di rinnovamento (sollevando solo in minima parte il manto di timidezza che le avvolge e virgolettando le citazioni letterali):
1. Elezione dei Segretari regionali (e relativi Organi dirigenti) da parte dei soli iscritti, stante il loro ruolo esclusivo di direzione del partito, un requisito essenziale per ogni organizzazione.

2. Fare precedere le primarie per la selezione dei candidati alla guida di Comuni e Regioni da una “elaborazione e condivisione da parte dei candidati stessi di un’agenda essenziale di riferimento”. Passo indispensabile, aggiungo, per evitare che le derive personalistiche prevalgano sulla visione collettiva elaborata dal partito territoriale sul futuro possibile di quel Comune o di quella Regione.

3. Sia per l’Assemblea nazionale, sia per la Direzione nazionale, oggi composte rispettivamente da oltre 1000 e oltre 120 membri, “si impone una riflessione … a partire dal numero dei componenti previsto dall’attuale Statuto” che determina “difficoltà nello svolgere con … pienezza il proprio ruolo”. Parole assai caute ma non equivocabili, per segnalare l’assoluta anomalia – a mio parere soprattutto per la Direzione – di un organo di indirizzo che per la sua dimensione non può in alcun modo essere luogo di confronto acceso non fra posizioni incrollabili (di maggioranza e minoranza), magari declamate pubblicamente ai propri partigiani, ma fra posizioni che cercano il convincimento reciproco, la verifica, la possibile trasformazione in nuove soluzioni.

4. Certificazione dell’Albo degli elettori, per promuoverne la partecipazione non solo al momento del voto.

5. Rinnovamento dei Circoli (anche per evitare che siano “utilizzati da alcuni come via per promuovere il proprio interesse particolare anche a discapito di quello generale”) che devono diventare “palestra di formazione politica per creare nuova classe dirigente” e per “sperimentare nuove forme organizzative che interagiscano con l’arcipelago delle militanze”. A tale scopo nei Circoli si dovrà “promuovere e sostenere progettualità … rivolte a raggiungere obiettivi chiari, misurabili e rilevanti per la qualità di vita dei cittadini” e promuovere “filiere di progettazione che coinvolgano gli elettori appartenenti all’Albo e tutti i cittadini interessati” per dare “un contributo concreto all’azione di governo del territorio … e mettere alla prova nuove leve dentro il partito”.

6. “La scelta dei confini di responsabilità di un circolo “non deve essere rigida – vincolata dall’obbligo statutario attuale di costituire un Circolo ogni 50mila abitanti – ma deve dipendere dalle caratteristiche del territorio. (Per questo concetto si veda ad esempio l’esercizio valutativo condotto da Luoghi Ideali su Roma – e recentemente replicato per Perugia -)

Si tratta di sei ipotesi di rinnovamento tutt’altro che di maniera. E che, se fossero attuate davvero – non una “riflessione” sulla dimensione della Direzione ma la drastica riduzione della sua dimensione, non solo la promozione di “filiere progettuali” nei circoli ma anche il loro finanziamento e il loro presidio tecnico da parte di una struttura nazionale di riferimento, ecc. – richiederebbero e comporterebbero una profonda trasformazione del modo di funzionamento del PD. Agli antipodi di quello che si manifesta in questi giorni nel “PD dei Comitati”.

Per uccidere queste ipotesi ci vuole poco. Basta che esse restino in silenzio. Che siano soverchiate dalle grida di queste ore. Il modo in cui sono state diffuse, il linguaggio usato, la timidezza non aiutano. E tuttavia per decine e decine di migliaia di iscritti che rivendicano un modo diverso di “fare partito”, questo documento offre un’opportunità significativa, che non tornerà. Se essi ci sono. Se ci credono davvero. Se preferiscono questo al partito dei Comitati. Si facciano sentire in questa consultazione chiedendo la traduzione di queste sei ipotesi in soluzioni operative e adeguatamente finanziate. Lo facciano circolo dopo circolo. Entro la fine di novembre. Con voce resa robusta dall’urgenza del momento. Senza schierarsi secondo le attuali correnti, né cercarne di nuove. Con votazioni formali. E mettendo alla prova su questa scelta i propri gruppi dirigenti territoriali, ossia condizionando a ciò il loro appoggio futuro. Se ciò avverrà in una misura significativa, il PD avrà un punto fermo da cui ripartire dopo la tempesta di dicembre.

Resoconto del Convegno “La Politica tra Riforme e Progetti”

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Resoconto del Convegno “La Politica tra Riforme e Progetti

Molti gli innovatori provenienti dal mondo accademico, delle professioni e dell’impresa a dibattere con esponenti politici nazionali ed europei al convegno di Innovatori Europei (IE) “La Politica tra Riforme e Progetti”, tenutosi presso la Sala delle Conferenze del Partito Democratico, durante tutta la mattinata dello scorso giovedì 6 ottobre.

Il fondatore di IE Massimo Preziuso ha introdotto i lavori riassumendo l’impegno ormai decennale di questo movimento ibrido tra idee e persone, luogo di elaborazione e di proposta politica e progettuale che porta a discutere quest’anno del fondamentale connubio tra Riforme e Progetti per costruire una Italia riformista ed europeista che progetti con visioni nette il proprio futuro, focalizzandosi in particolare sui talenti delle sue Donne e dei suoi Giovani. “La Riforma Costituzionale (gli IE hanno costituito in Estate un Comitato nazionale #BastaUnSi) apre importanti spazi di cambiamento, principalmente semplificando la organizzazione dello Stato ed esprimendo una volontà di accelerare verso la modernità che da tanto ci attende”. Per Preziuso “Il Referendum del prossimo 4 dicembre è quindi una occasione di innovazione da supportare pienamente, per dare il via ad una nuova fase di crescita per il Paese. Anche perchè la riforma costituzionale si abbina naturalmente ad una rivisitazione della forma organizzativa dei partiti politici – su cui IE ha lavorato nella Commissione Forma Partito del PD – affinché essi vadano incontro alle nuove necessità dei cittadini ed elettori, dotandosi di nuove strutture e competenze che li mettano a contatto quotidiano con i cambiamenti che pervadano la società e l’economia, costruendo progetti condivisi per lo sviluppo sostenibile dei territori”.

I successivi interventi hanno visto alternarsi il racconto di importanti progetti di innovazione al commento di autorevoli esponenti politici del Partito Democratico sulla Riforma Costituzionale e la organizzazione del Partito Democratico in questa nuova fase.

Ha esordito Mariuccia Teroni, fondatrice e presidente della azienda innovativa FacilityLive che ricordando di “aver scelto di rimanere italiani in Europa, evitando di spostarsi in Silicon Valley, per onorare un senso di restituzione e perché orgogliosa di essere innovatrice ed europea” ha raccontato ai presenti della “importanza della costruzione di una piattaforma tecnologica europea per cui la sua azienda si sta spendendo da protagonista” mentre realizza importanti iniziative di sviluppo distrettuale in Italia, tra cui quella intorno a Matera, Capitale Europea della Cultura nel 2019 “perché vogliamo fare qualcosa di buono per il nostro Mezzogiorno”.

Ha proseguito poi Francesco Boccia, Presidente della Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati, che ha ribadito il fatto che la Riforma Costituzionale è un importante passo per la semplificazione della Organizzazione dello Stato ma dal 5 dicembre le organizzazioni politiche – per primo il Partito Democratico – dovranno nettamente orientare il dibattito e la proposta politica alla modernità. Ad esempio concentrandosi di più sul mondo dell’economia digitale che continua a costruire gigantesche ricchezze sottraendo importanti fette di gettito fiscale ai territori, riducendone il welfare. Quindi, è tempo di una politica che si concentri sullo sviluppo di progetti e iniziative che abbiano un occhio attento alla equità redistributiva su cui l’Italia ha fatto importanti passi indietro in questi ultimi vent’anni. Boccia ha concluso auspicando che, il giorno dopo il Referendum Costituzionale di dicembre, si avvii il dibattito sul Congresso che, a suo avviso, va fatto nella primavera del 2017, per avere poi il tempo per prepararsi alle elezioni politiche del 2018.

Ha preso dunque la parola il Vice Segretario del Partito Democratico, Lorenzo Guerini che – ricordando come il Partito Democratico negli ultimi mesi si stia confrontando, come mai nella sua storia, al suo interno e con organizzazioni esterne in maniera assidua e concreta – ha detto della importanza del Referendum Costituzionale e chiesto il supporto pieno ad Innovatori Europei e alle organizzazioni presenti in sala nelle prossime settimane, per dare con il SI l’avvio ad una nuova fase politica. Con la vittoria di #BastaUnSi sarà ad esempio naturale dedicarsi ancora di più alla Riforma del Partito Democratico, dotarlo di nuovi strumenti organizzativi, aprirsi alle realtà innovative, portando a termine il lavoro della Commissione Forma Partito – a cui IE ha contributo – portando le sue proposte alla approvazione della Assemblea nazionale del PD.

Dopo Guerini, è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Coordinatore della Rete dei Tecnici Italiani Armando Zambrano dicendo che “il Paese ha bisogno di tornare subito a “progettare, coinvolgendo i corpi intermedi, come quelli delle professioni, in un disegno nuovo del Paese. Un Paese che è fatto di migliaia di professionisti riconosciuti nel mondo per la loro bravura ma che oggi operano in molti casi con enormi ribassi (anche 80%) nella realizzazione di gare di appalto è un Paese da riformare in profondità”. Zambrano ha poi concluso ricordando che il tema della gestione del rischio sismico è un fondamentale elemento di attrattività di investimenti esteri nel nostro Paese perché oggi “un imprenditore non viene ad investire in Italia se sa che un capannone industriale, una fabbrica, rischia di crollare”.

Ha proseguito su questa linea Fernando Rizzo, Presidente della Rete per le Infrastrutture del Mezzogiorno, parlandoci di quanto spreco di potenzialità risiede nell’aver dimenticato – prima di tutto a livello infrastrutturale  – il Mezzogiorno ed in particolare le regioni periferiche della Sicilia, Calabria e Basilicata. Rizzo ha poi focalizzato l’attenzione sulla crucialità del Ponte sullo Stretto di Messina, ricordando alla platea e alla politica che oggi, integrato in un contesto infrastrutturale cambiato e migliorato, esso è un progetto economicamente fattibile che apre il Paese al Mediterraneo e il Mezzogiorno all’Europa. Rizzo ha concluso con un appello al Partito Democratico e al Vice Segretario Guerini ad un maggiore dialogo politico con la sua organizzazione per il Referendum Costituzionale e oltre.

La innovatrice europea Giuseppina Bonaviri è poi intervenuta per raccontare l’evoluzione del progetto di Circular Economy costruito a Frosinone Area Vasta Smart che, coinvolgendo decine di comuni e organizzazioni locali, è pronto per la fase di progettazione europea, per diventare una best practice di innovazione territoriale da replicare, insieme agli Innovatori Europei, in tutta Italia. Un progetto sul quale la Bonaviri ha chiesto e ottenuto la partecipazione delle altre realtà partecipanti al convegno.

Ha successivamente preso la parola il Presidente dei Giovani Democratici Michele Masulli che ha voluto rimarcare “l’importanza del lavoro svolto dagli Innovatori Europei in questi anni per il Partito Democratico e per la innovazione politica in Italia” e la “necessità di supportare sia il #BastaUnSi al Referendum che l’irrobustimento del Partito Democratico, sia sul lato della organizzazione e della filiera progettuale, ma anche da un punto di vista politico, andando a guardare attentamente all’esperienza fatta negli Stati Uniti o nella Gran Bretagna di Jeremy Corbin, rieletto segretario dei Labour principalmente con il supporto di movimenti a rete come Innovatori Europei”. Perché è di fondamentale importanza oggi aprirsi sempre più e contaminarsi sia con la rete che con i territori.

Last but not least, è stato trasmesso il messaggio del Presidente dei Socialisti e Democratici Gianni Pittella che – scusandosi per non essere quest’anno a Roma con gli Innovatori Europei per motivi istituzionali e complimentandosi per le tante iniziative politiche da essi organizzate con il PD e non solo – ha ricordato le tante ragioni valide per fare campagna elettorale per #BastaUnSi come “il superamento del Bicameralismo paritario, presente oggi solo in Italia e Romania, e la restituzione allo Stato di quelle competenze su trasporti, infrastrutture ed energia, che erano state trasferite ingiustamente alle Regioni. Lo immaginate” – ha aggiunto Pittella – “uno Stato nel quale la politica per l’Energia la fanno le Regioni? Se ad uno Stato togli politica energetica, gli togli anche la politica estera, non è più uno Stato”. E ha poi concluso ricordando che “non è corretto utilizzare il Referendum Costituzionale per una battaglia contro il Premier, in quanto per quella vi sarà il Congresso del Partito Democratico”.

E’ stato così facile avviare i lavori alla conclusione: Massimo Preziuso ha ringraziato gli intervenuti, invitandoli a continuare a seguire e a partecipare ai lavori di Innovatori Europei.

Dal dibattito emerge con chiarezza la necessità di un Partito Democratico che si faccia motore del cambiamento di un Paese che, con la approvazione del Referendum Costituzionale, non ha più scuse per avviare una profonda fase di cambiamento nelle istituzioni politiche, nella società e nell’economia, trainata dalla costruzione di progetti sostenibili, disegnati dai talenti e dalle competenze diffuse nei territori.

6 Ottobre, Roma: “La Politica tra Riforme e Progetti”

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Link alla pagina Facebook dell’iniziativa

Dopo lo scorso convegno di Settembre 2015 sul Mezzogiorno protagonista tra Europa e Mediterraneo, che ha contributo al Master Plan per il Sud, nell’ultimo anno gli Innovatori Europei si sono concentrati sul tema della Forma Partito, dentro e fuori la omonima Commissione istituita nel Partito Democratico, provando ad orientare il dibattito sull’importanza di un Partito – ma più in generale di partiti – aperto e scalabile attorno alla realizzazione di “Progetti” condivisi, veri collanti di un dialogo territori e istituzioni centrali, unici attrattori di sano consenso, in un periodo caratterizzato da così alta disaffezione per la politica.

Nel pieno del dibattito sul Referendum Costituzionale di autunno, che propone la approvazione di importanti modifiche al sistema istituzionale, che aprono il Paese ad una fase di nuova progettualità si è dunque scelto di dedicare il prossimo convegno annuale a “La Politica tra Riforme e Progetti“.

Il convegno è organizzato dal Comitato #BastaunSì di Innovatori Europei e si terrà il 6 ottobre 2016 dalle 9.30 alle 14 presso la Sala delle Conferenze del Partito Democratico, in Via Sant’Andrea delle Fratte a Roma –

Per partecipare: infoinnovatorieuropei@gmail.com

Link alla pagina Facebook dell’iniziativa

Link al Resoconto del Convegno La Politica tra Riforme e Progetti

 

Resoconto di Progetti per un’altra Italia in Europa, 30 novembre, Roma

massimo convegnoProgetti per un’altra Italia in Europa

30 novembre 2013, ore 10 – 14

Via Sant’Andrea delle Fratte 16, Roma – Sala delle Conferenze, Partito Democratico

Esperti nazionali ed internazionali provenienti dal mondo accademico, dalle istituzioni, dal mondo delle professioni e dell’impresa, molti giovani in una sala entusiasta ed interessata. Si parlava di progetti per un’altra Italia in Europa, quella che noi Innovatori Europei auspichiamo da anni.

Dopo i saluti istituzionali pervenuti dalla Ministra Bonino, dalla Presidente della Camera Boldrini, dal segretario del Partito Democratico Epifani, dal Vice Ministro Catricalà, dal Vice Presidente vicario del Parlamento Europeo Pittella e un comunicato di supporto e stima all’iniziativa da parte del Sindaco di Roma Marino, il video messaggio del capogruppo alla Camera dei Deputati Speranza ha aperto i lavori.

Massimo Preziuso, presidente IE, ha fatto un veloce excursus sul progetto che, nato nel 2006 quale luogo di elaborazione e di proposta politica progettuale indipendente, sostenendo l’idea della urgenza di fondare un nuovo soggetto politico riformista ed europeista, rimane oggi un movimento autonomo che spazia in Europa e nel mondo.

Gli interventi, grazie agli autorevoli relatori, hanno sottolineato – auspicando nuove direzioni di crescita politica ed economica per l’Italia in Europa e nel mondo in un contesto caratterizzato dalle difficoltà degli Stati Uniti, dalla complessità della crescita cinese ed indiana, delle nuove opportunità del sud est asiatico, e la naturale ma culturalmente difficile convergenza con realtà come la Turchia o il nord Africa – l’urgenza di un rafforzamento della strategia politica ed industriale.

E’ altresì apparso evidente come oggi l’Italia può essere leader nel software e nell’industria ad alto contenuto di intelligenza, e come il progetto IE, calatosi nel vivo della costruzione di reti di collaborazione per la valorizzazione della italianità nel mondo è linfa vitale per il rilancio di un progetto comune a supporto dell’Italia e italianità nel mondo.

E’ stato così facile avviare i lavori alla conclusione, ricordando come IE in alcuni comuni italiani ha già dato il via ad esperienze politiche indipendenti con programmi basati su un nuovo policy making rivolto alla trasformazione delle città intelligenti e della loro governance in ottica progressista. Dai lavori emerge con chiarezza la necessità di un Paese che produca e consumi ricchezza in maniera diffusa e metta in una nuova rete saperi e produzioni in cui città medie e grandi, attorno ad una Capitale intelligente, rimangano protagonisti.

La necessità di dare fiato ad un largo movimento europeo, condiviso con molti dei relatori presenti, in un percorso congiunto tra le diverse realtà europeiste sui temi caldi e più che attuali delle prossime elezioni europee (nel semestre di presidenza italiana in Europa sarà necessario l’avvio della costruzione di una comunità euromediterranea, che includa e renda protagonista il nostro mezzogiorno) ci vedrà protagonisti del rilancio italiano in Europa a partire dalla prossima campagna elettorale .

La costruzione in itinere di una leadership italiana in Europa e nel Mediterraneo passa proprio da una rinnovata capacità di elaborazione di progetti complessi e di lungo periodo. Questo continuerà ad essere il nostro intento ed il nostro impegno.

Comunicato Stampa: Il seminario su imprenditorialità innovativa Europa – Usa

Si è tenuto ieri, presso la sede italiana del Parlamento Europeo a Roma, il primo seminario tecnico del Dipartimento “Progetti” di Innovatori Europei.

Il tema del dibattito, imprenditorialità innovativa Europa – USA, ci ha permesso di mettere insieme vari punti programmatici che fanno parte da sempre del nostro progetto associativo.

Alla presenza d’importanti professionisti italo-americani come l’Ing. Paolo Marenco, l’Avv. Marco Rossi e l’Avv. Mark Santo, e a una platea di circa 60 persone, per lo più composta da giovani ricercatori, imprenditori dell’innovazione ed Innovatori Europei, abbiamo discusso a tutto tondo di come tradurre innovazione in imprenditorialità e sviluppo.

Abbiamo messo a fuoco concrete opportunità d’interazione tra Italia, Europa e Stati Uniti, entrando in contatto con nuovi amici e stakeholders. Sebbene i contesti siano fortemente diversi – da un punto di vista burocratico, economico, culturale – le possibili sinergie tra questi mondi sono infatti enormi.

Durante la mattinata abbiamo analizzato le opportunità di come mettere in rete Italia ed USA attraverso programmi come il Silicon Valley Study Tour dell’Ing. Marenco; di come lanciare una società italiana nel mercato statunitense, di come incubare imprenditorialità innovativa in Italia, tramite il progetto di InnovactionLab del Prof. Carlo Alberto Pratesi; di come finanziare start-up con capitale di rischio e dei problemi fiscali e legali legati a chi intenda sbarcare negli USA, attraverso il sostegno dello studio legale di New York, Marco Q. Rossi & Associati.

Innovatori Europei rafforza il proprio capitale intellettuale e relazionale nel settore Impresa e Innovazione e lancia un osservatorio sui tempi della imprenditorialità innovativa, dando il via a nuove relazioni con gli Stati Uniti, grazie al supporto di tante spiccate professionalità ed esperienze.

Rimandiamo tutti gli amici e sostenitori agli Stati Generali degli Innovatori Europei, in fase di organizzazione, che si terranno a Roma a Maggio prossimo. In quella occasione metteremo insieme “tecnica e politica”, provando a definire un percorso di innovazione politica per il nostro Paese.

www.innovatorieuropei.cominfoinnovatorieuropei@gmail.com

Resoconto dell’assemblea nazionale degli Innovatori Europei

Innovatori-Europei-defHanno partecipato in tanti, nonostante la scelta di una giornata infrasettimanale a quattro giorni dalle elezioni nazionali, all’assemblea nazionale di “Innovatori Europei”, che si è tenuta ieri 20 Febbraio 2013 alla Camera dei Deputati, per valutare le iniziative progettuali sviluppate in questi anni, in Italia e nel mondo, e per ragionare, attorno al manifesto politico, sul futuro del movimento associativo.

Rimanendo nell’area del centrosinistra, in cui è nata e cresciuta, Innovatori Europei apre al confronto con le tante realtà politiche portatrici di innovazione, rimandando agli Stati generali degli Innovatori Europei che si terranno a fine primavera.

Massimo Preziuso, presidente e fondatore del movimento, ha dato il via ai lavori, raccontando le attività svolte in un lungo start-up iniziato nel 2006 e che ha visto il movimento interessarsi e crescere attorno al dibattito politico del centrosinistra, proponendo tematiche di frontiera intellettuali ed innovative.

Zaira Fusco, moderatrice del dibattito, ha dato lettura dei saluti di Enrico Letta, vice segretario del Partito Democratico, e di Gianni Pittella, primo vice presidente del Parlamento Europeo agli Innovatori Europei.

L’incontro è poi proseguito con significativi interventi dai territori.

Giuseppina Bonaviri nel suo “Nuovo welfare nei territori del Lazio” ha introdotto il tema della necessaria attenzione, nel processo di rafforzamento dell’Unione Europea, ai territori e in particolare ai piccoli comuni, in un Paese in cui essi rappresentano la netta maggioranza in termini demografici.

Osvaldo Cammarota ha proseguito con “Innovazione politica e istituzionale in Campania“ raccontando il lavoro svolto da Innovatori Europei in Campania durante le primarie per la premiership del centrosinistra, con l’avvio di un dibattito con alcuni candidati.

Vincenzo Girfatti ha concluso con “Innovatori Europei e Terra del Sud” raccontando l’evoluzione del percorso svolto a Caserta, con la nascita di Terra del Sud, oggi nostro partner propositivo e progettuale.

La giornata è continuata con un lungo panel di descrizione del lavoro che si svolge nei nostri centri studi, attraverso testimonianze di coloro che hanno contribuito alle varie attività.

La discussione è cominciata con un intervento dal titolo “Un futuro sostenibile per la Taranto dell’acciaio” che ha visto Massimo Sapienza parlare di come la città pugliese possa e debba  diventare luogo di eccellenza nel settore delle auto elettriche e delle rinnovabili.

Con “l’innovazione europea” Michele Mezza ha parlato della necessità di cambiare modo di affrontare il tema dell’innovazione, divenuto “mainstream”, spostando invece  a ragionare e legiferare per facilitare i “nuovi luoghi” di produzione di informazione a diventare i naturali nuovi produttori di benessere e lavoro.

E’ poi intervenuto Nello Iacono che ha raccontato le tematiche di attualità connesse alla “Carta d’intenti per l’innovazione in Italia” scritta dai nostri amici di Stati Generali dell’Innovazione.

Si è poi passati al centro di competenza sulle “politiche europee e mediterranee”.

Paolo Di Battista ha introdotto il tema “Stati Uniti di Europa”, che richiede passaggi intermedi di rafforzamento delle istituzioni europee, in particolare il Parlamento Europeo, e la progressiva centralizzazione, a livello comunitario, di nuove politiche.

Luisa Pezone con “La nuova Europa nel mediterraneo” ha poi proseguito sull’importanza del mediterraneo quale bacino naturale di costruzione dell’Europa dei prossimi anni, dei limiti di budget dedicato a questo tema, e della forte e naturale centralità dell’Italia in un’Europa unita che guarda a Sud.

Salvatore Viglia con “Quale futuro e quali opportunità per le comunità italiane all’estero?” ci ha raccontato delle enormi potenzialità che risiedono negli italiani residenti in tutto il mondo, quali naturali ambasciatori della cultura e per lo sviluppo del Belpaese.

Antonio Diomede è intervenuto sul tema “Salviamo il pluralismo radiotelevisivo dal conflitto d’interessi” parlandoci dell’importanza di rivedere l’intervento pubblico in questo settore, per contrastare il predominio di pochi sulla scena dell’informazione, e le conseguenze negative in termini di libertà di informazione.

Mario Di Gioia ha continuato sul tema “Innovazione in musica, arte e spettacolo” chiedendo l’impegno forte di Innovatori Europei in rappresentanza di settori legati alla cultura e all’informazione oggi presi in ostaggio da interessi di pochi.

Infine, un interessante panel di presentazione di alcuni progetti del Think Tank BRICS, aperto con una rapida descrizione del progetto “Italia – India” sviluppato da Asif Parvez incentrato sul tema della sostenibilità dell’acciaio.

Ha proseguito Rainero Schembri, che ci ha raccontato della “importanza del trattato UE-Mercosur”, e di rivederlo per non perdere i rapporti con un Sud America, ricco di saperi e ricchezza italiana.

Infine, abbiamo avviato il capitolo Italia-Cina, e delle enormi opportunità di dialogo e crescita proveniente dalla facilitazione di partenariati italo-cinesi,  con introduzione Carlotta Maraschi e l’intervento di Lifang Dang, dal titolo  “Attrazione di investimenti cinesi in Italia: come?”

La giornata si è conclusa con un vivace dibattito, incentrato sul nostro manifesto politico aperto, dal titolo “tra lavoratori e produttori”, alla presenza di Arturo Artom (RI), Pier Virgilio Dastoli (Movimento Europeo), Sandro Gozi (PD), Claudio Sperandio (Movimento Cinque Stelle), che ne hanno condiviso temi e impostazione.

Massimo Preziuso ha infine chiuso i lavori, salutando i tanti amici intervenuti con calore e partecipazione, sperando di proseguire con loro un percorso che è sempre tutto da costruire e che vedrà a fine primavera un momento di riflessione ancora più strutturato negli “Stati Generali degli Innovatori Europei”, in cui il movimento si incontrerà – a discutere e ad implementare proposte comuni – con i tanti soggetti politici ed intellettuali con cui discute ormai da anni.

Nei prossimi mesi, Innovatori Europei continuerà ad essere un originale luogo di dibattito e di proposta di policy making di frontiera, rafforzando appunto il dialogo con quei partiti politici e  movimenti portatori di innovazione, al fine di facilitare interventi legislativi atti a migliorare la vita delle tante realtà e settori che oggi rappresenta.

Progetti di fattibilità pronti da presentare

di Salvatore Viglia

L’impegno formale che gli Innovatori Europei prendono è quello di dedicarsi allo studio di Progetti di Fattibilità Territoriali che propongano soluzioni d’avanguardia secondo i principi di sostenibilità e convenienza. A partire dalle piccole realtà locali già predisposte ad accogliere innovazioni e miglioramenti, Innovatori Europei dimostrerà sul campo la qualità dei suoi componenti e delle migliori menti disponibili tra le proprie file. Le intenzioni di IE vanno nella direzione dello studio sistematico e propositivo delle soluzioni. Studio propedeutico agli interventi governativi al cospetto del quale il soccorso in termini economici per incrementarne la ricerca, diventerebbe inderogabile. Al contempo, IE si impegna a sostenere lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado per avvicinare gli studenti a problematiche del tutto ignorate ma che rappresentano l’orientamento irrinunciabile del futuro prossimo. In questa attività pedagogica e di studio si servirà dell’ausilio di professori di fama autori e relatori di proposte teorico pratiche atte a rendere la vita degli uomini meno difficoltosa e più salutare al tempo stesso. L’insieme di queste lezioni potranno divenire oggetto di pubblicazioni il cui ricavato sarà destinato al prosieguo delle attività di ricerca e studio. In tal senso si decideranno, in collaborazione con i direttori didattici, un piano ed un organigramma diviso per temi così da esaurire la gamma di interesse tuttora oggetto di discussione in tutto il pianeta. Non solo di tecnologia ma anche di filosofia di vita si parlerà in questi consessi programmati in linea con le necessità dell’essere umano quale cittadino del mondo e consone ai principi fondamentali di Innovatori Europei.

La necessità di aiutare i giovani a realizzare i propri desideri

di Massimo Preziuso

Vorrei fare alcune osservazioni sul dibattito che è scaturito dalla provocazione del Vice Ministro Martone, il quale ha detto ieri che ‘chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato’.

Si sono infatti subito manifestati due schieramenti, che provo a riassumente grossolanamente in: quello che vuole criminalizzare ‘i tanti giovani laureandi svogliati’ e quello che attacca un ‘sistema in cui tocca lavorare mentre si studia’.

Io faccio parte di un ulteriore partito: quello che vede la ‘necessità di adattarci ad una naturale traslazione del ciclo lavorativo stabile’, che si è già nei fatti spostato dall’intervallo 20-60 anni a quello del 30-70 anni per andare tra non molto ancora piu’ a destra verso il 40-80 anni.

Detto questo, visto che ormai si deve lavorare per legge fino a 70 anni, perchè non progettiamo (con contributo pubblico e privato), in maniera intelligente e efficace, un fondo di sostegno per i giovani, che li accompagni fino a quando essi non entrino stabilmente nel mercato del lavoro, permettendo loro di farsi una professionalità a cui ambiscono, senza trasmettergli le attuali angosce?

Se così si facesse, ci sarebbero numerosi effetti positivi sui giovani e sulla società tutta.

– Per primo, si vedrebbe in un attimo finire il precariato-sfruttamento su cui crescono malamente (rimettendoci alla fine nel loro percorso di sviluppo) oggi le aziende italiane, perchè reso possibile proprio dalle frustrazioni e dal senso di vuoto – smarrimento che oggi un giovane si trova a vivere (soprattutto ma ormai non solo in Italia) non appena esce dall’università (se non rientra nel famoso 110 e lode a 23 anni) e che gli fa accettare lavori che non centrano nulla con quello che potrebbe e vorrebbe fare, pur di placare un’ansia che tutta la società gli trasmette.

– Si vedrebbero così generazioni di giovani tornare a immaginare il proprio futuro piu’ vicino possibile ai propri desideri e aspirazioni, a cominciare da quelli professionali, che tanto sono importanti.

– Infine, cesserebbe una insana guerra intra e inter generazionale a chi entra o chi esce prima dal mercato del lavoro, che svilisce uomini e donne, e li rende schiavi e non parte attiva di un processo di crescita aziendale e sociale. Questa a mio avviso la logica nuova con cui un mondo (del lavoro) radicalmente cambiato va interpretato. E non quella della competizione sempre piu’ spinta, dell’efficienza a tutti i costi, che ammazza la creatività di un popolo pieno di cultura e di storia, che potrebbero tradursi in enorme crescita e innovazione se lo si lasciasse un po’ piu’ libero di pensare e agire in libertà.

Utopia? Non credo.

Se già il Governo Monti partisse dal ripensare la cassa integrazione, come sembra voler fare spostandone risorse verso un’idea di reddito di cittadinanza con baricentro inizialmente un po’spostato verso i giovani, si farebbe implicitamente un gran passo avanti nel cominciare a vedere gli italiani tutti, figli e genitori, (poter) tornare a rischiare per il proprio futuro e i propri desideri. E si vedrebbe l’Italia tornare a volare in pochi anni, al netto di qualsiasi altra doverosa ma non sufficiente riforma.

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