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UNA RICERCATRICE PER IL PD
Ecco “UNA RICERCATRICE PER IL PD” scritto dalla amica Adriana Albini – Innovatori Europei Genova e rappresentante di APD Liguria.
Adriana qui si schiera (con molti altri esponenti di APD Liguria, come Basso e Zara) a favore della candidatura di ENRICO LETTA alla SEGRETERIA DEL PD.
INCONTRO INNOVATORI EUROPEI – LETTA A ROMA
(Giovedì 6 settembre, dalle 17.30 alle 19 saremo con il Comitato Letta in Via del collegio romano, 1 (Centro Astalli), a Roma)
La campagna elettorale per la costituente del Partito Democratico entra nel vivo.
Gli Innovatori Europei hanno scelto di dare supporto alla candidatura a segretario di Enrico Letta, per la sua politica pulita, etica, giovane, ambientalista, innovativa ed europea.
E’ ora importante dare un contributo:
a) in termini programmatici, con un documento politico di sintesi delle nostre proposte (concrete) sugli argomenti che sono stati maggiormente trattati negli ultimi mesi dal think thank (Ambiente ed Energia, Sapere e Innovazione, Politiche Europee)
b) attraverso la disponibilità per Candidature nei vari collegi in tutta italia, come ci viene richiesto dal coordinamento nazionale e dai vari referenti regionali/provinciali per Letta.
Allora ragazze, ragazzi, Innovatori Europei, partecipate con il vostro impegno, dateci la vostra disponibilità a candidarvi e portare innanzi le nostre idee all’interno di un progetto politico più ampio.
Giovedì 6 settembre, dalle 17.30 alle 19 saremo (e siete tutti invitati) con il Comitato Letta in Via del collegio romano, 1 (Centro Astalli), vicino Via del Corso, a Roma per continuare a definire il nostro contributo e proporre le nostre candidature, a Roma e in tutta Italia.
Innovatori Europei
www.innovatorieuropei.com
info@innovatorieuropei.com
http://groups-beta.google.com/group/innovatorieuropei
INNOVATORI EUROPEI BRUSSELS CON ENRICO LETTA
INNOVATORI EUROPEI BRUSSELS CON ENRICO LETTA
perché sia restituito alla Politica il suo significato più alto e nobile: “l’elevazione culturale e sociale dei cittadini in un sistema di libertà, giustizia e democrazia”
A quasi un mese dalle Primarie è giunto il momento di incrementare i nostri sforzi per sostenere la candidatura di Enrico Letta .
Il Partito democratico ha bisogno di una figura come Enrico Letta, un personaggio politico capace e brillante, che ha fatto del suo coinvolgente programma e delle sue idee riformiste i suoi cavalli di battaglia.
Il suo progetto incentrato sui temi della Libertà, Natalità e Mobilità racchiude ed abbraccia a 360 gradi i bisogni della nostra attuale società.
Sensibilizzare il processo di natalità, l’Italia ha uno dei tassi più bassi al mondo, incentivare la mobilità come vera fonte di progresso e concentrarsi sul tema della libertà allontanandolo, finalmente, dal surrogato imposto dal motto berlusconiano “Casa delle Libertà”!.
Un leader giovane, 41 anni appena, che ha intuito le potenzialità dei giovani, dei quali si circonda, prendendo le distanze dalle vecchie logiche di cooptazione e clientelismo che da sempre ostacolano la crescita del nostro paese.
Quello che occorre oggi è soprattutto la sua pacatezza nel fare Politica, nella ricerca delle migliori soluzioni che restituiscano dignità a chi vive situazioni di bisogno e di difficoltà, esaltando, in tal modo, il valore della Libertà, fondamentale per la vita dell’uomo. E’ necessario che il senso del dovere, come pagare tutti le tasse in modo equo, sia a sostegno dei diritti a garanzia di uno Stato democratico e moderno.
Enrico Letta, sicuramente il più europeista fra i candidati, è molto sensibile all’integrazione europea e alle politiche comunitarie; con il suo programma finalizzato alla modernizzazione dell’Italia, per renderla più competitiva a livello europeo ed internazionale, mira a vincere le sfide che il processo di globalizzazione impone. In questa visione devono essere promosse e realizzate politiche attive del lavoro per consentire alle giovani generazioni l’ingresso reale nel mercato del lavoro, studiando sistemi di incentivazione per le imprese che assumono.
Il PD deve promuovere, con la sua iniziativa politica, il superamento della marginalizzazione della società civile, come spesso è avvenuto nell’esperienza governativa precedente, in cui le decisioni assunte si sono identificate attraverso l’antipolitica, frutto delle estenuanti mediazioni per l’occupazione del potere, all’insegna della più esasperata propaganda di carattere mediatico.
Su queste premesse il PD con Enrico Letta sarà veramente il Partito dei Cittadini, finalmente rappresenterà sulla base di un progetto-paese tutte le diverse anime e culture che sono proprie dell’Ulivo, che da cartello elettorale diventerà soggetto politico unitario, attraverso un Partito nuovo che valorizzi su basi programmatiche le regole contenute nell’art. 49 della Costituzione.
Brussels, 5 settembre 2007
Francesco Gadaleta
I MASS MEDIA E LE PRIMARIE
PERCHE’ I MASS MEDIA PARLANO PREVALENTEMENTE DI VELTRONI E NON DI LETTA ?
UN PO’ DI PAR CONDICIO NON GUASTEREBBE.
di Arnaldo De Porti – IE Belluno
Ho preso a cuore la candidatura a segretario del Pd di Enrico Letta, come più volte mi sono espresso pubblicamente sulla stampa. L’ho fatto con quella assoluta convinzione che normalmente scaturisce da un processo interiore al momento di assumere decisioni serie ed importanti, per se stessi e per gli altri.
Non voglio dibattere con arzigogolamenti politici di cui, in questi giorni, quasi tutti i mass-media offrono spettacoli a iosa, ma voglio semplicemente dire che la scelta di Letta trae input da una motivazione molto semplice: in Italia c’è bisogno di “nuovo” e di “genuino” e non di riciclaggio della politica e dei loro uomini. Altrimenti, come sono solito dire, si finisce per suonare la stessa musica utilizzando i soliti suonatori. E questo non va !
Io non ho niente contro Walter Veltroni, per l’amor di Dio, ma mi pare, anzi ne sono assolutamente certo che, pur prescindendo dalla sua serietà, dalla sua esperienza ed anche – perché no ? – dal suo modo educatamente accattivante di presentarsi in pubblico, rappresenti né più né meno se non una fotocopia del vecchio apparato politico che, oggi come oggi, non è più condiviso da nessuno, specialmente dalle nuove generazioni (lo dice uno che non è più giovane e quindi il mio ragionamento è al di sopra di ogni sospetto).
Vorrei dire anche qualcosa di più. Leggendo i giornali, o sentendo le varie TV, tutti parlano solo di lui, non solo, ma adoperano anche dei toni che sembrano da qualifica già ottenuta a segretario del partito democratico, e cioè ancor prima della consultazione. Se questa è democrazia…?!
Nessuno o pochi, per fortuna – questi ultimi – molto qualificati, trascurando un po’ la Bindi eccezion fatta per la realtà bellunese ove è ancora in essere uno spirito politico assai sindacabile, parlano di Enrico Letta che vorrebbero come segretario, proprio per quella sua “genuinità” che traspare da un viso pulito, onesto, giovane e non politicamente smaliziato.
Una considerazione. Si cerca in tutti i modi di invogliare i giovani al senso della politica che, ricordiamocelo bene, significa solo servizio e non prestigio personale (frase questa che verrà sicuramente definita retorica da chi bada solo al tornaconto personale) e si propongono uomini ed apparati della vecchia politica che ha stancato anche i vecchi, come il sottoscritto ?
Vogliamo questo ? Se sì, godiamo del nostro consolidato masochismo all’italiana !
Io non sarò certo uno di questi, ma supporterò le facce nuove e soprattutto “genuine” come Enrico Letta. Esattamente come coloro che la pensano come me, ipotizzando una sorpresa finale.
Grazie a chi vorrà a commentare il mio ragionamento (www.innovatorieuropeibelluno.wordpress.com)
Arnaldo De Porti – Referente per Belluno INNOVATORI EUROPEI a supporto di Enrico Letta a Segretario del Pd.
LETTA INIZIA DA AVELLINO!
Letta apre la sua campagna elettorale ad Avellino.
di Luigi Restaino
Sabato primo settembre Enrico Letta inizia dalla Campania ed in particolare dalla sede dei Democratici per Letta di Avellino, l’entusiasmante corsa per la Segreteria del nuovo Partito Democratico.
Giunge accompagnato da Lello De Stefano, il coordinatore provinciale di Avellino, e saluta i numerosi amici che lo attendono per avviarsi al Country sport dove è organizzato il convegno di apertura. Subito la domanda clou del tormentone politico campano di questi giorni sulla candidatura alla segreteria regionale: De Mita si, de Mita no.
La risposta elegante ribalta la questione al mittente.
“Da 15 anni vengo in Campania e mi sento fare sempre una domanda su Ciriaco, col quale non ho contatti da tempo. Credo che per una vera competizione debbano esserci più candidature. Noi stiamo valutando la possibilità di essere della partita”
Letta fa la sua politica, gli altri facciano la loro ed ognuno è libero di candidarsi, poi si vedrà.
Affollatissima la sala convegni con rappresentati della società civile e delle amministrazioni locali,
tanti i presenti in sala, tra cui amministratori e dirigenti di partito. Alcuni dei quali in veste di semplici ascoltatori, altri come convinti sostenitori. In platea, i sindaci di Cervinara, Rotondi, Montefalcione, Quindici, Grottolella, consiglieri comunali di Avellino (Vecchione, Gengaro, Iannaccone), la presidente dei giovani industriali Carmen Verderosa, l’ex presidente dell’Asa Antonio De Gisi, l’ex assessore Gerardo Capone, il consigliere dell’Alto Calore Ilario Spiniello e Luigi Restaino (responsabile Innovatori Europei di Avellino).
Numerosi gli interventi che hanno sottolineato l’importanza di smarcarsi da vecchie logiche di partito e dal feudalesimo imperante in provincia, per partecipare con coraggio alla nascita del nuovo partito.
Libertà, mobilità, natalità, questione fiscale, precariato, opportunità meridionale i temi principali affrontati da Enrico Letta nel suo discorso colloquiale con la città di Avellino, “fossa dei leoni” dalla quale partire per questa sfida difficile ed ambiziosa di innovazione e rinnovamento.
«Mi piace lo stile con cui siamo partiti da Avellino, con la voglia di fare politica per obiettivi e non contro qualcuno»: esordisce così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e candidato alla guida del Pd.
«Noi – aggiunge – siamo quelli delle missioni impossibili, per questo siamo venuti nella terra dei tanti leoni e non nelle roccaforti campane che pure abbiamo».
Poi, l’esortazione «a non avere paura delle pressioni», denunciate poco prima dai rappresentanti locali di Margherita e Ds che hanno aderito al suo progetto.
Un progetto che punta «alla liberazione da una politica che ha i sudditi, per tale motivo serve cambiare la legge elettorale.
Ed ancora: «Non siamo in libera uscita fino al 14 ottobre, abbiamo idee chiare su ciò che vogliamo fare anche dopo. Ma c’è bisogno di assumersi le responsabilità e di candidarsi. Le nostre liste saranno aperte».
Il tour di Letta, accompagnato dall’europarlamentare Gianni Pittella, è proseguito poi a Benevento e alla festa Udeur a Telese.
LA CAMPANIA PER LETTA!
I democratici per Enrico Letta: appello degli intellettuali di Napoli e della Campania
Innovatori Europei partecipa anche in Campania
03/09/2007«Libertà, mobilità, natalità. Il paese è fermo, bisogna dargli una sterzata». Il Partito democratico nasce per questo. La Campania è doppiamente ferma. E in Campania il Partito Democratico ha un doppio lavoro da fare.
Candidandosi alla guida del PD, Enrico Letta ha segnalato la necessità, per rimettere in moto il Paese, per ridargli competitività, di una politica “competitiva”. E’ un punto ineludibile. Competitività in politica è capacità di ascolto e di dialogo con le istanze sociali, capacità di proposta, e capacità di decisione, capacità di dare risposte ai problemi. Ma competitività in politica è anche autorevolezza e credibilità. Una politica competitiva è moralità ed efficienza: la moralità dell’efficienza, l’efficienza della moralità. E’ di questa politica, che sia credibile nell’invitare i cittadini alla partecipazione democratica e che allontani la deriva pericolosa dell’antipolitica, che il Paese ha bisogno. E la Campania ne ha doppiamente bisogno.
Questa politica, questo partito non ha bisogno di ideologie che non sono più idee, o di un Pantheon di icone e citazioni buone per ogni discorso, in attesa che si decida cosa fare, ma di cose da fare, di idee da far camminare, di decisioni da prendere, e di interpreti credibili, uomini e donne, per realizzare tutto questo.
In Campania è forte il rischio che il confronto su idee e programmi per il territorio, per l’interpretazione campana della via al PD, pur necessario, si risolva nella liturgia dei manifesti programmatici, facendo passare in secondo piano un elemento programmatico altrettanto fondamentale, questo sì che interessa la gente: il bisogno di visibili elementi di quella discontinuità politica da tanti avvertita come prerequisito per ricostruire un clima di fiducia tra politica e cittadini. Un nuovo percorso e un nuovo patto con i cittadini, ha bisogno in Campania, in chi si candida a guidarlo e in chi lo firmi, di credibilità nella capacità di interpretare questo bisogno.
Il Paese ha bisogno di una nuova qualità della politica. Di una nuova qualità dell’amministrazione pubblica. Di una nuova qualità dello sviluppo socio-economico. Queste cose vanno insieme. La politica non può più essere percepita come un costo, ma come investimento sociale produttivo, che dia al paese sviluppo e coesione. Ridurre i costi della politica significa da un lato ridurre la lievitazione abnorme del ceto politico, e i costi istituzionali che vi sono connessi, dall’altro ridurre il costo percepito della politica da parte dei cittadini per la sua inefficienza amministrativa e per la sua incapacità di interpretarne i bisogni. Solo la capacità di individuare e sciogliere i nodi della stagnazione istituzionale, sociale e politica del Paese con gli strumenti della buona politica e dell’amministrazione efficiente può ridargli slancio. Il PD nasce per proporre al paese un nuovo modo di essere, un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di gestire nella cosa pubblica, che riprenda il filo interrotto del meglio delle grandi tradizioni politiche che hanno deciso di dar vita a questo processo, a questa speranza, a questa necessità.
Non è indifferente a tutto questo, che la rappresentanza politica sia scelta con modalità che ridiano da un lato ai cittadini la possibilità di decidere chi debba rappresentarli, e dall’altro limitino il rischio di consegnarne ampi settori a zone ambigue, grigie, quando non peggio della politica. L’indifferibile impegno per una nuova legge elettorale dovrà farsi carico di entrambe queste essenziali esigenze.
In Campania questo significa l’impegno a costruire un partito aperto alla società e custode di un impegno nella cosa pubblica capace di contribuire ad affrontare e risolvere il nodo della questione del mezzogiorno: una modernizzazione senza sviluppo economico e civile, con la consapevolezza della necessità di ridare valore ai tempi, riducendo sostanzialmente la dicotomia tra le scelte e la loro realizzazione.
La Campania ed il mezzogiorno non saranno il problema del paese, ma il suo futuro, se la politica sarà capace di mettere in valore il capitale sociale che vi è presente, a cominciare dai suoi giovani, liberando meriti e competenze dai freni della dipendenza e delle inefficienze di sistema. Nella sua responsabilità di governo nelle istituzioni locali il PD dovrà mettere mano davvero alla riforma delle macchine amministrative a tutti livelli, anziché – come finora si è prevalentemente fatto – enunciarne il proposito e secondarne clientelarmente le inefficienze, aggiungendovi la beffa dell’implementazione di necessità di un abnorme ricorso allo strumento della consulenza per portare avanti le proprie politiche di spesa. Ed affrontare con decisione il nodo del ramificato sistema parapubblico di società, la cui finalità spesso non è stata quella di risolvere un problema o erogare un servizio, ma piuttosto di un sostegno improprio ed improduttivo all’occupazione, drenando risorse pubbliche e alimentando ulteriori clientele. Una politica di consenso senza governo, arenatasi nel discredito sul cumulo dei disagi e delle emergenze, sulle diseconomie del non governo. Solo un cambio di passo su questo terreno renderà possibile uscire dalle emergenze della regione a cominciare dai rifiuti e dalla criminalità, prerequisito di ogni politica di sviluppo e di rilancio del territorio; e un trasparente ed efficiente utilizzo dei fondi europei a sostegno delle politiche regionali e nazionali per il mezzogiorno: una finestra di opportunità che è aperta per l’ultima volta e che non possiamo continuare a sotto utilizzare o sprecare. Solo così sarà possibile immettere nel mezzogiorno ed in Campania una forte dose di mercato e competizione per scardinare la criminalità organizzata e il suo intreccio perverso con la politica, attirando imprese dal nord e liberando le energie migliori del territorio; ed offrire tutela sul versante delle politiche sociali a chi davvero ha diritto a tutele, e non ha a chi tutele improprie ha la forza di garantirsi.
Ambiente, reti infrastrutturali, scuola e formazione, università e ricerca, turismo, sicurezza del territorio, politiche di accompagnamento al rilancio produttivo, marketing territoriale, una buona sanità, politiche sociali virtuose nel sostegno ai più deboli e al ruolo delle donne nella famiglia e nella società, sono le filiere dello sviluppo cui la politica deve applicarsi. Con il Partito democratico possiamo cambiare. Con il Partito democratico dobbiamo cambiare il Paese e la Campania.
Eugenio Mazzarella
Raffaele Cananzi
Mario Raffa
Mario Rusciano
Erminia Agozzino
Pina Amarelli Mengano
Patrizia Boldoni
Alfredo Budillon
Fabio Ciaramelli
Roberto Defez
Umberto De Gregorio
Marinella De Nigris
Enrico De Simone
Paola De Vivo
Giuliana Di Fiore
Amedeo Di Maio
Linda Di Porzio
Giovanni Esposito
Amelia Filippelli
Adriano Giannola
Biagio Grasso
Annamaria Lamarra
Massimo Lo Cicero
Silvio Lugnano
Carlo Mamone Capria
Fabrizio Mangoni
Rosita Marchese
Gilberto Marselli
Gustavo Mita
Luigi Musella
Aurelio Musi
Fabbio Nupieri
Vincenzo Pavone
Antonio Principe
Aldo Schiassi
Goffredo Sciaudone
Vincenzo Sica
Norma Staiano
Valerio Tozzi
VOTO PRIMARIE, NO ISCRIZIONE
Davvero una notizia importante: ora non ci sono scuse valide per non andare a votare il 14 Ottobre per il cambiamento
– Roma, 6 ago – ”Il regolamento è chiaro e a chi prende parte alle primarie non viene chiesta alcuna iscrizione al Partito Democratico ma semplicemente la partecipazione a una manifestazione che è quella della fondazione del partito”. Lo ha affermato Giuseppe Busia, componente del collegio dei garanti per le primarie. ”Il regolamento – ha ribadito Busia – è chiarissimo e non potrebbe essere altrimenti visto che il partito, al momento delle primarie, ancora non c’è. L’iscrizione può essere decisa dopo l’assemblea costituente”.
PD: L’UOMO NUOVO E’ LETTA – INNOVATORI EUROPEI
Pd : L’UOMO NUOVO E’ ENRICO LETTA, DEGLI INNOVATORI EUROPEI!
di Arnaldo De Porti – IE Belluno su Welfare Italia
Io penso, senza arrogarmi l’arbitrio di giudicare chicchessia, ma solo allo scopo di promuovere una riflessione presso la pubblica opinione, che sia giunto il momento di fare chiarezza per quanto concerne il discorso sulle candidature nazionali per il nuovo Pd, alias partito democratico, che, in pratica, raccoglie buona parte del patrimonio storico-politico del centro-sinistra.
I contendenti, come noto, ormai sono ridotti a tre: Walter Veltroni, sindaco di Roma, Rosy Bindi, ministro di questo governo ed Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Per ognuno di questi personaggi, su cui non ho nulla da dire in negativo, mi chiedo e vorrei che la gente si chiedesse
– Walter Veltroni, persona rispettabilissima e colta, rappresenta il nuovo o rimane piuttosto il prodotto di un coacervo facente parte di quella politica di cui gli italiani sono arcistufi ? Il fatto che egli affermi di poter contare su 150 nomi di alto spessore politico e non, oggi peraltro prontamente contestato e criticato dalla stessa Rosy Bindi nonché da Enrico Letta, sia pur, da quest’ultimo, con toni diversi rispetto alla passionaria prodiana, la dice lunga: in pratica, con Veltroni, almeno a mio modo di ragionare, si cambierebbe il nome dell’orchestra lasciando gli stessi suonatori che, come abbiamo constatato, non badano più nemmeno alle cosiddette… stecche musicali.
– Rosy Bindi, persona intelligentissima e capace, rappresenta il nuovo che avanza, oppure racchiude in se un ammasso di equilibri partitici dai quali non può prescindere se vuol emergere nel Pd ? Con toni e modalità di scontro all’interno dello stesso costituendo Pd ? La gente che osserva queste cose comprende che così non si cambia niente e che la società civile viene completamente esclusa in quanto si rifarebbe il tutto con gli stessi ingredienti ?
– Enrico Letta, (e non dico questo perché mi sto impegnando a supportare questo giovane personaggio della politica), va o non va giudicato in un ottica diversa ? Il suo faire-play nella dialettica politica ” gareggiamo nello stimarci” – egli dice a Bindi e Veltroni – denota una certa signorilità d’animo certamente avulsa da consolidate smaliziature degli altri due; egli, malgrado la sua giovane età, dopo aver dimostrato nel passato recente – ricordiamocelo bene – di saper competere e superare, smantellando punto dopo punto, le osservazioni demagogiche mosse al centro-sinistra dai vari Berlusconi, La Russa, Cicchito, Nania durante le innumerevoli e stucchevoli trasmissioni televisive di Porta a porta e quant’altro, è sicuramente affidabile. Ce lo rammentiamo questo ? E ciò indipendentemente dalla sua faccia giovane e pulita da cui non solo traspare onestà intellettuale, ma che ispira anche fiducia a prima vista ? Come ci siamo detti ieri, io ed il nostro alpinista-scrittore-poeta di Erto e Casso, Mauro Corona, in una lunga riflessione telefonica ? Pure lui per Letta ?
Questo è il nuovo che la gente vuole. E che, vorrei rappresentare, fornendo il mio supporto a tutta la campagna elettorale di Enrico Letta, a segretario nazionale del Partito democratico.
Referente per la provincia di Belluno INNOVATORI EUROPEI a sostegno di ENRICO LETTA
25 agosto 2007
ARTICOLO DI GIANNI PITTELLA PER LETTA
Libertà, natalità e mobilità: sono le parole chiave del programma di Enrico Letta per la corsa alla leadership del partito democratico. E vale la pena riflettere sul loro significato politico, soprattutto se riferite al Mezzogiorno.
Lo sviluppo è libertà, ricorda il titolo di un volume ormai famoso di Amartya Sen, premio Nobel per l’economia. Dunque il tema dello sviluppo del Mezzogiorno è molto più legato di quanto possa sembrare al concetto di libertà. Perché lo sviluppo è da considerarsi un processo di espansione delle libertà reali godute dai cittadini. L’espansione delle libertà rende più ricca e meno soggetta a vincoli la vita dei singoli individui, ma permette loro anche di essere in modo più completo individui sociali, che interagiscono col mondo ed influiscono su di esso.
Dunque, sempre seguendo Sen nel suo ragionamento sulla stretta relazione tra sviluppo e libertà, le libertà strumentali sono quelle che afferiscono alle infrastrutture economiche, alle occasioni sociali, alle garanzie di trasparenza, alla sicurezza protettiva che tuteli i diritti fondamentali delle persone più vulnerabili attraverso un sistema di welfare efficace. Ma l’esercizio delle libertà individuali dipende in maniera sostanziale dagli assetti sociali ed economici, come il sistema scolastico o sanitario e la regolazione del mercato. Così come dipende anche dall’effettività dei diritti civili e politici, attraverso la partecipazione. Tuttavia queste condizioni sono rese possibili proprio dall’esercizio delle libertà.
L’esercizio socialmente responsabile delle libertà individuali è una condizione importante per generare sviluppo. Le risorse finanziarie sono uno strumento necessario ma forse non sufficiente. Nel Sud occorre ricreare quegli spazi di partecipazione che possano rendere efficaci gli interventi pur fondamentali perché l’esercizio delle libertà individuali diventi effettivo.
Ad esempio con l’istruzione. Se nel mondo oggi l’istruzione è un punto determinante per creare condizioni di sviluppo duraturo, non si può non tenere in debito conto la situazione di grave ritardo degli studenti meridionali, evidenziata dall’indagine triennale dell’OCSE, denominata PISA, all’interno di un quadro nel quale l’Italia è già fanalino di coda rispetto ai principali paesi industrializzati di area OCSE.
D’altro canto il ritardo del Mezzogiorno in quelle attività proprie di esercizio delle libertà individuali deve far riflettere. Ad esempio rispetto al numero dei quotidiani letti ed alla media di partecipazione alle elezioni, il SUD accusa ritardi rispetto al resto dell’Italia, così come evidenziato da una recente ricerca sulla diffusione del capitale sociale in Italia realizzata da Roberto Cartocci.
Sviluppo e libertà sono quindi due parole inscindibili. L’utilizzo strumentale di questa parola fatto negli ultimi anni da chi ha inteso cavalcarla contro l’organizzazione e la regolazione sociale che sole possono garantire pari opportunità di esercizio della libertà pesa ancora oggi sull’approccio alle politiche di sviluppo del Mezzogiorno.
Quanto alla natalità, proprio l’anno scorso è stato lanciato l’allarme rispetto alla spirale demografica negativa nella quale il Mezzogiorno è entrato, dopo essere stato per decenni la riserva demografica dell’intero paese. Nel decennio 1995-2005 la quota percentuale delle nascite al Sud è passata dal 44,7% al 36%. Questo effetto negativo deriva dalla difficoltà di formare una famiglia, che ha conseguenze sul numero di figli che si riescono ad avere. Ed al Sud questo fenomeno è soprattutto legato alle difficoltà economiche, oltre che ad una ripresa decisa di fenomeni migratori di dimensioni preoccupanti. La Svimez ci ha ricordato non più di un mese fa un saldo negativo per il Mezzogiorno nei flussi Sud-Nord di 210.000 unità.
Ma la natalità è un concetto valido anche per esprimere la nascita e lo sviluppo di cose nuove, a partire dalle imprese per proseguire con le associazioni e il volontariato, e tutte quelle attività connesse alla crescita della società civile.
Esaltare tutte le positività connesse alla natalità è fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno.
In primo luogo facendo nascere nuove occasioni di mobilità, la terza parola chiave. La scarsissima mobilità sociale in Italia è ancora una volta accentuata nel Mezzogiorno. Il Censis ci ricorda che al Sud e nelle Isole, dove la disoccupazione costituisce un problema endemico, le classi più elevate mostrano di saper mettere in atto strategie difensive. Ma in generale già oggi una parte consistente di giovani meridionali è costretta a collocarsi in una posizione sottodimensionata rispetto al proprio titolo di studio. D’altra parte i figli delle fasce sociali più deboli vengono investiti in pieno dalla scarsezza di opportunità lavorative e dalle minori possibilità di elevare il proprio status.
L’istruzione è un veicolo molto importante per garantire una maggiore mobilità sociale soprattutto delle fasce meno abbienti. Le competenze acquisite sono l’unico strumento con il quale poter competere e migliorare la propria condizione di partenza.
L’allineamento dei blocchi di partenza è il principale elemento per lo svolgimento corretto di una competizione.
Ma anche la pista deve esserci. Perché se si passa dalla mobilità sociale a quella legata alle infrastrutture per la mobilità il Mezzogiorno presenta una situazione preoccupante che deve assumere nei fatti priorità strategica per la classe dirigente del Paese.
Anche qui la Svimez ci viene in soccorso con dati allarmanti. Fatto 100 il Centro-Nord, il Mezzogiorno si posiziona a 67,7 per la rete autostradale, a 59,4 per la rete ferroviaria elettrificata, a 0,7 per i centri intermodali, a 68,4 per gli aeroporti. La competizione non può essere giocata con le gambe legate.
Ecco perché libertà, natalità e mobilità esprimono una valenza politica generale, ma ancora più rilevante se declinata per il Mezzogiorno. Ecco perché Enrico Letta ha detto qualcosa in più di altri. Ecco perché la partecipazione a questo processo è un esercizio di libertà.
Eurodeputato DS – Coordinatore Nazionale della Campagna per le primarie di Enrico Letta
INNOVATORI EUROPEI CON LETTA
GLI INNOVATORI EUROPEI SOSTENGONO LA CANDIDATURA DI ENRICO LETTA IN TUTTA ITALIA
Cari amici.
Ieri a Roma abbiamo avuto modo di definire le modalità di collaborazione tra gli Innovatori Europei e l’organizzazione del candidato segretario Enrico Letta, per quanto riguarda le Primarie del Partito Democratico.
Ho rappresentato ai coordinatori le tante richieste che sono arrivate nell’ultimo mese (tramite e mail, telefonate, contatti personali, incontri pubblici) da molti referenti territoriali, molti collaboratori della redazione del sito web, e molti amici vicini al gruppo.
– Sostanzialmente abbiamo concordato i seguenti passaggi temporali:
1) Collaborazione a livello locale tra i gruppi Innovatori Europei e i comitati Enrico Letta, attraverso un contatto diretto tra i referenti
2) Possibilità e necessità di scrivere articoli e proposte durante il percorso che ci sta portando alle primarie del Partito Democratico in sostegno di Enrico Letta, da pubblicare sulle pagine locali che si realizzeranno sul portale www.enricoletta.it e, laddove possibile, sui quotidiani locali.
– Attraverso le collaborazioni a livello locale (in tutte le città o i luoghi in cui Innovatori Europei è presente con gruppi, piccoli o grandi che siano) si arriverà a strutturare, nel mese di Settembre, incontri pubblici (ad es. a Milano, Campobasso, Messina) ai quali collaboreranno gli Innovatori Europei e i comitati locali per Letta, in cui si parlerà di innovazione, politica e non solo.
Tutto questo ci consentirà di “migliorare e rafforzare” questa collaborazione per organizzare poi al meglio, con una partecipazione ampia di amici provenienti da tutta Italia, la “Giornata Nazionale di Innovatori Europei”(che si terrà a fine Settembre a Roma alla presenza di Enrico Letta) in cui parleremo di come gli Innovatori Europei vogliono il Partito Democratico, perché hanno sostenuto e sosterranno Letta, e in che modo vogliono portare il proprio “modesto” ma “innovativo” contributo, alla politica e alla società italiana.
Siamo arrivati ad un punto importante.
Ora tocca a tutti noi rimboccarci le maniche e partecipare alle iniziative locali e nazionali che svilupperemo da qui al 14 Ottobre.
Il 14 Ottobre è una data importante per Innovatori Europei, in quanto è un punto di arrivo (nascerà in quella data il Partito Democratico, per il quale tanto ci siamo spesi in questo ultimo anno) ma anche un punto di partenza dal quale continuare la nostra attività di “diffusione di conoscenza” (attraverso la strutturazione del Think Tank) e “realizzazione di partecipazione dal basso” (attraverso la rete organizzativa).
Aspettando il vostro gradito riscontro, in particolare da parte dei referenti territoriali (per metterli in contatto con i Comitati locali per Letta), vi auguro un’ottima Estate.
Ci rivediamo il 27 Agosto, giorno in cui riprenderemo a regime le attività di Innovatori Europei.
A disposizione, comunque, via e-mail per eventuali suggerimenti, osservazioni, domande, etc.
Grazie
Massimo Preziuso
infoinnovatorieuropeigmail.com
www.innovatorieuropei.com/organizzazione (Rete organizzativa)
www.innovatorieuropei.com/think-tank (Think Tank)