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POLITICHE EUROPEE: RIFIUTI!
RIFIUTI : situazione allucinante in Campania e più in generale nel sud Italia !!!
Inserisco tale argomento per tre motivi:
– Il primo per la sua gravità endemica. Ricordo che la situazione ha origini oltre 15 anni fa.
– Il secondo perché l’argomento viene costantemente trattato da popolazione-giornali-giornalisti-amministratori-responsabili politici ai vari gradi (commissari, questori, sindaci, presidenti di provincia, regione e su su fino al parlamento da maggioranza ed opposizione, ministero dell’ambiente di Pecoraro Scanio specialmente) in maniera che non ho remore di affermare assurda, ignorante, irresponsabile, reticente, accompagnata da falsità autentiche nonché dal complesso della paura di fare nomi ed atti che si sono susseguiti e si susseguono nel tempo.
– Il terzo perché siamo in Europa e ciò accade nel contesto europeo del quale nessuno sembra farsi carico per estrarre dallo stesso quanto serve per iniziare un operato risolutivo, che purtoppo con l’incapacità , le bugie, la disonestà, l’incompetenza dimostrata ed in essere avrà bisogno ormai di tempi lunghissimi !!!!!
Esistono nel nord Italia ed in Europa tecniche e procedimenti consolidati che hanno risolto o stanno risolvendo brillantemente il problema ed a cui è sufficiente guardare per trovare “il bandolo della matassa”.
Da tempo la Commissione Europea ha emanato un preciso suggerimento circa la direzione da intraprendere.
E’ stato definito “SISTEMA INTEGRATO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI”. Suntizzato, questo afferma che la soluzione stà in una integrata operatività fra :
1) la costruzione di inceneritori di ultima generazione od a pirolisi (totalmente assenti di inquinamento) o meglio di termovalorizzazione applicata ad una qualsiasi di queste tecnologie con annessa rete di distribuzione di coproduzione di energia elettrica e calore, (che fra il resto ha il vantaggio di eliminare la maggior parte delle polveri sottili PM10).
2) l’organizzazione di raccolta differenziata con il traguardo massimo del 50%. Non è opportuno superare tale percentuale perché i costi conseguenti salgono poi in progressione geometrica e rendono nulli i vantaggi . In tal caso il costo di 1 KG. di rifiuti potrebbe avvicinarsi pericolosamente al prezzo di 1 Kg. di pane.( E’ quello che sta purtroppo accadendo nella mia città di Trento dove un assessore comunale verde, certo Pompermaier, assieme ad un nutrito gruppo di fans, ha perso il senso del limite e la capacità di far di conto ).
3) per la realizzazione di questo sistema l’Unione Europea elargisce contributi attraverso le amministrazioni nazionali. (A questo sta cercando di opporsi fanaticamente il solito “partito dei verdi”, procurando danni economici ingenti e fatti tipo Acerra.)
A tutto ciò, in riferimento alla peggiore situazione italiana, occorrerebbe aggiungere:
a) opera di educazione civica verso la popolazione del sud per coinvolgerla e farle comprendere che una parte di responsabilità stà nel loro comportamento e mancata collaborazione, (ciò non sarà facile nel sud Italia che presenta una situazione di partenza prossima allo stadio zero e rende difficilissimo il fare comprendere che una ragionevole e non fanatica raccolta differenziata e termovalorizzatori di ultima generazione od a pirolisi risolverebbero la tragedia in corso con il tempo necessario data la situazione ormai incancrenita).
b) l’allontanamento o la condanna di responsabili politici che non fanno il loro dovere o lo fanno male o volutamente male in connessione con la mafia locale.
c) la sconfessione di personaggi che per motivazioni elettoralistiche o fanatismo sfruttano l’ingenuità della gente e la loro facile plagiabilità contando loro cose che non collimano con la realtà oggettiva. Tra costoro si distinguono il verde Pecoraro Scanio e colleghi comunisti vari che con la loro propaganda, comprensiva di quella sulla produzione di energia, realizzano danni enormi quantificabili facilmente nell’ordine di milioni di euro all’economia italiana.
Elenco osservazioni personali a titolo di esempio e qualche interesse per l’informazione generale:
La zona del nord Italia ed in particolare quella lombarda comprendente la capostipite Brescia, Novara, Bergamo ecc., alla quale si sta aggiungendo Milano con preliminari in corso, ha realizzato una delle più grandi Utility per la coproduzione di energia elettrica e riscaldamento che offre servizi a tariffe molto modeste alle popolazioni, tali da costare meno delle forniture di gas e permettere la eliminazione dei camini delle abitazioni con conseguente enorme abbattimento delle polveri sottili. Le società in questione si chiamano ASM di Brescia (con le sue centrali “Lamarmora e Ponti sul Mincio”) ed AEM di Milano che si sono recentemente fuse in A1A.
Attraverso un complesso di termovalorizzatore – biomasse- compostaggio-raccolta differenziata, hanno risolto e stanno risolvendo qualsiasi problema nel campo. Venezia, pur con dimensioni più modeste, con termovalorizzatore e raccolta differenziata ha fatto altrettanto. A Bolzano stanno realizzando il loro secondo inceneritore.
Ma se guardiamo più al Nord ed all’ Owest europeo troviamo, solo a titolo di esempio, Friburgo con le stesse realizzazioni. A Vienna un bruciatore a pirolisi quasi in pieno centro. A Barcellona un impianto sotto la piazza principale per il trattamento delle acque nere ed a fianco non lontano dalla più bella piazza della città un termovalorizzatore, realizzato con la più recente tecnica, di circa 300 tn/anno, che testimonia la sua innocuità. Ma se dò uno sguardo alla Germania, mia seconda patria, la presenza di pirolisi ed inceneritori con annessa termovalorizzazione è numerosa. Una decina di anni fa ne sono stati programmati altri cinquanta!
In Francia non sono numerosi come in Germania però, assieme a quella settantina di impianti nucleari con i quali sostengono la loro economia e la nostra (con notevole esborso a caro prezzo per le nostre follie ), con i loro gassificatori che noi non riusciamo ad installare per quel principio del “no nel mio giardino” instauratosi e sviluppatosi in Italia dopo aver dato (altra follia tutta italiana) la competenza alle regioni nel 2001 compresa quella sulle autostrade , gli europei francesi si distinguono per maggiori vedute proiettate nel futuro mentre da noi mezza Italia ritiene di rimanere tranquilla seduta per terra sotto il sole nascondendo la testa con quel grande sombrero messicano….Nel frattempo molti trovano difficoltà sempre maggiori ad arrivare alla fine del mese.
Credo doveroso informare ,“con un’altra chicca”, gli amici Innovatori Europei: la piaga dei rapporti fra certe rivolte popolari, spesso fomentate dalla camorra da sempre interessata al business delle discariche e certi parlamentari che hanno scelto di cavalcare le proteste per (udite udite) difesa ambientalista schierandosi contro i termovalorizzatori, in uno stato che funziona dovrebbero essere chiamati ora alle loro responsabilità gravissime, soprattutto nelle prossime elezioni . Vedi caso, politica è la posizione di Tommaso Sodano, (rifondazione comunista) presidente della commissione ambiente di Palazzo Madama , che ha deciso di mettersi di traverso agli inceneritori o termovalorizzatori, teorizzando che la sua convinzione è che tale comportamento è pari alla doverosa opposizione alla Tav, sempre in difesa dell’ambiente.
Ma !? Si vede che mi sbaglio. Quanto succede in Campania è quindi opera a favore dell’ambiente!
Ricordo che nella commissione si era proposto di costruire con urgenza 6 o 7 termovalorizzatori e solo uno è riuscito a passare le forche caudine, quello di Acerra. Ricordo ancora tale “parlamentare” per la proposta di spedire i rifiuti in Romania (dove non esistono termovalorizzatori). Politica è stata in subordine l’assunzione di 2.136 precari inquadrati con contratto definitivo senza che due terzi di costoro, secondo lo stesso commissario di turno all’emergenza, avessero mai assegnato una mansione nel settore.
Eternamente politica ed ambigua è la scelta contraria ai termovalorizzatori del ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio (a mio parere il peggior ministro del nostro governo) che, guarda guarda, in Campania ha il bacino elettorale.
Per consolarci un poco resta politica la posizione solitaria e coraggiosa di Vincenzo de Luca, sindaco di Salerno, acerrimo nemico del fallito Bassolino che ha reso spontanea confessione in questi giorni in TV per il settore termovalorizzatori. Da anni De Luca invoca il permesso di costruire a Salerno un termovalorizzatore che, assieme ad altre iniziative di sua decisione per tenere a freno il degrado della sua città, potrebbe risolvere definitivamente il problema. Un silenzio di tomba segue alle sue reiterate richieste!
Ho finito? No, ma volendola scrivere tutta i miei amici innovatori potrebbero cacciarmi per disturbo alla quiete pubblica…ed io non voglio perdere assolutamente la loro amicizia.
A chiusura mi resta una domanda in sospeso: sono forse queste le giuste Politiche Europee che l’Italia conduce ? Ai presenti ed ai posteri l’ardua sentenza.
Riccardo Sani,
Gennaio 2008
USA 2008: SI CAMBIA?
L’IOWA SCEGLIE OBAMA. “E’ ARRIVATO IL MOMENTO PER CAMBIARE IL PAESE”
Il senatore democratico di Chicago Barack Obama ha fatto un primo importantissimo passo verso la Casa Bianca. Nel primo confronto delle primarie, che si chiuderanno ufficialmente in estate ed entreranno nel vivo solo all’inizio di febbraio, Obama ha preceduto l’ex senatore della Carolina del Nord John Edwards e la senatrice di New York Hillary Clinton. Chiaro il verdetto dei caucus (assemblee popolari) dell’Iowa: al senatore afroamericano è stato assegnato oltre il 37% delle preferenze, contro il 28 circa del kennediano Edwards e il 27 dell’ex first lady.
Il messaggio che giunge dall’Iowa, tradizionalmente un affidabile indicatore di come si esprimerà poi l’intera nazione, è chiaro: gli Stati Uniti hanno un’immensa, disperata voglia di cambiamento. Cambiamento è ormai più di una parola d’ordine, è la spiegazione di un entusiasmo che il Partito democratico, dopo otto anni di amministrazione Bush, non vedeva da anni. Più precisamente dagli anni novanta, dai primi giorni dell’ascesa di Bill Clinton. Cambiamento è la parola chiave per spiegare e per capire la vittoria storica di Barack Obama, giovane senatore di colore, nelle primarie dell’Iowa, uno degli Stati più bianchi, religiosi e conservatori d’America.
“Questo è un giorno che ricorderemo fra molti anni” ha detto un raggiante Obama, accanto alla moglie Michelle e alle due figlie, Malia Ann e Natasha. “Questo è un giorno in cui abbiamo abbattuto le barriere della politica – ha continuato, ispirato tra gli applausi dei suoi sostenitori a Des Moines, quasi tutti giovanissimi – questo è il giorno in cui abbiamo vinto sulla politica della paura e del cinismo. Questo è il giorno in cui possiamo parlare a democratici, repubblicani e indipendenti e dire che siamo un popolo unico, non diviso, che non ci sono stati rossi e stati blu, ma solo gli Stati Uniti d’America. Il nostro momento per cambiare il Paese è arrivato”. Il sogno impossibile sembra potersi avverare, ed è un sogno americano: “Ho un padre del Kenya e una madre del Kansas e una storia personale che può esistere solo in America, la speranza e il coraggio di guardare avanti mi hanno portato qui e mi porteranno avanti”.
Entusiasta, nonostante la sconfitta, per certi versi inaspettata, il commento di Hillary Clinton. “Questa – ha detto – è stata una grande notte per i democratici, ora sappiamo che stiamo per cambiare il Paese e che a novembre ci riprenderemo la Casa Bianca”. La senatrice di New York Hillary ha posto l’accento sullo straordinario entusiasmo dei colleghi di partito in Iowa. Prendendo parola a Des Moines, capitale dell’Iowa, nel suo quartier generale, accanto al marito Bill e all’ex segretario di Stato Madeleine Albright, l’ex firt lady ha assicurato che “ora porteremo il nostro entusiasmo in New Hampshire, dove i democratici devono poter scegliere un candidato in grado di battere i repubblicani. In gioco – ha concluso Hillary – c’è il futuro del nostro Paese, non possiamo rischiare”.
Soddisfatto anche l’ex senatore della Carolina del Nord John Edwards, che, a sorpresa, ha scavalcato Hillary Clinton nelle preferenze degli elettori dell’Iowa. “Ha vinto il cambiamento, di cui questo paese ha disperatamente bisogno. Gli elettori hanno scelto il cambiamento dello status quo”, ha detto Edwards, che ha puntato molto sulla campagna elettorale in New Hampshire, dove le primarie si terranno il prossimo 8 gennaio. “Il messaggio che ho inviato è stato raccolto, continuerò quindi a lottare per il cambiamento, per la classe media e per la creazione di posti di lavoro, questioni di grande importanza”, ha concluso il senatore.
Ad avallare l’entusiasmo dei democratici giunge anche il supporto dei numeri. Impressionante è l’affluenza da record alle urne, testimonianza del fatto che numerosi indipendenti hanno deciso di recarsi ai caucus democratici e affiliarsi al partito. Circa 232mila elettori democratici dell’Iowa hanno sfidato il freddo di questo piccolo Stato rurale del midwest. Una cifra enorme se si considera che nel 2004 i democratici al voto erano stati 125mila. Per spiegare la vittoria netta del senatore afroamericano, basta dare un’occhiata ai dati relativi ai voti delle donne e dei giovani, le vere chiavi del trionfo di Obama. Sorprendente il dato riguardante le donne non sposate: il 36% ha scelto il senatore di Chicago, mentre il 32% ha dato la propria preferenza a Hillary Clinton. Per quanto riguarda i giovani, Obama ha ottenuto il sostegno del 57% della fascia compresa tra i 17 e i 29 anni, e il 42% degli elettori di età compresa tra i 20 e i 44 anni. Clinton ha avuto da loro rispettivamente l’11 e il 23%. Tra gli ultrassessantacinquenni l’ha spuntata Hillary, con il 45% dei voti contro il 18% di Obama.
Per quanto riguarda il campo repubblicano, molto meno vistoso è il dato dell’affluenza. 120mila sono gli elettori conservatori che si sono recati ai caucus nell’Iowa, poco più della metà rispetto ai democratici. Di questi circa il 34%, trascinato dalla destra religiosa degli evangelici, ha premiato l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee, pastore battista convertito alla politica, che due mesi fa nessuno aveva sentito nominare o quasi nello Stato. E’ finito al tappeto l’ex governatore del Massachussets Mitt Romney, fermo al 25% dei voti, nonostante una campagna elettorale estremamente dispendiosa.
Dopo l’Iowa, il prossimo Stato in cui si svolgeranno le primarie sarà il New Hampshire, dove gli elettori saranno chiamati a scegliere il loro candidato il prossimo 8 gennaio. La corsa verso il 4 novembre (data delle elezioni presidenziali) è dunque cominciata. Ed è stato un inizio che ha immediatamente messo in evidenza quanto la spinta propulsiva dei democratici sia forte. Nel popolo americano sembra essersi accesa finalmente la luce della speranza, finora offuscata da otto anni di amministrazione repubblicana. Ora il cammino sarà compiuto solo quando gli Stati Uniti potranno dirsi un Paese più giusto e dinamico al suo interno, più aperto e più rispettato nelle relazioni internazionali.
E’ MORTA BENAZIR BHUTTO
Senza parole!
PRODI: “L’ITALIA E’ RIPARTITA”
AUGURI A TUTTI VOI
Ciao a tutti.
Domani torno a casa per le vacanze di Natale, come molti di voi.
Volevo solo dire che, personalmente, sono davvero felice di come Innovatori Europei, con la calma e la tranquillità di chi vuole avviare un serio progetto di lungo periodo, stia diventando piano piano un Movimento da molti riconosciuto.
In questo, volevo ringraziare tutti voi che avete contribuito in questo anno ad animare le discussioni e le attività che abbiamo svolto per il Partito Democratico e non solo.
Il 2008 sarà l’anno in cui impostare con maggiore rigore le attività dei nostri tre Centri di Competenza e migliorare in qualità e quantità le nostre attività pubbliche.
I Gruppi di coordinamento dei 3 centro sono ormai quasi definiti, e a breve dovremmo anche rilasciare la nuova Release del Portale www.innovatorieuropei.com
Intanto, godiamoci un meritato riposo.
Auguri a tutti Voi di un Ottimo Natale e di un Bellissimo 2008, carico di novità e di entusiasmi.
Un abbraccio,
Massimo Preziuso
VERSO UN KYOTO GLOBALE
LA SOCIETA’ E’ AL CAPOLINEA?
LA MODERNA NOSTRA SOCIETA’ E’ AL CAPOLINEA ? FORSE NO, MA NON E’ LONTANA.
ARNALDO DE PORTI
Quando anni fa dicevo, in alcuni miei libri, ma anche in alcuni quotidiani, che l’uomo a breve sarà anche capace di sconfiggere il cancro (io comunque non credo a questa eventualità), ma non saprà esimersi dalla pazzia collettiva, non mi pareva di dire cose poi tanto strane: è sufficiente infatti dare un’occhiata a ciò che oggi succede in giro per convincerci che il cervello è rimasto solo un privilegio nella testa di pochi.
Ma fino a quando le cose potranno girare a questo modo ? Non è che siamo prossimi ad un inceppamento del sistema sociale da cui, uscirne indenni, sarà un grosso problema ?
Oggi tutto è condizionato dal denaro, persino le coscienze: si può infatti ripristinare a poco prezzo una verginità apparente dialogando con la Chiesa (come stanno facendo da mo’ diversi politrici); si può mettere in piedi “democraticamente” un governo intruppando un po’ di “manager” che fanno parte delle aziende di proprietà di un potente; la legge della foresta è sempre più simile a quella dell’uomo tant’è che, ormai, uccidere è come fumare una sigaretta; la politica non è mai caduta tanto in basso come di questi tempi, tanto da far addirittura ribrezzo a causa di certi soggetti che, a me personalmente, sembrano delle marionette che calpestano i tappeti rossi del transatlantico; la stampa, annaffiata da milioni di euro dai governi, ha un modo tutto particolare di operare: attinge la notizia chiave da un unico serbatoio, l’ANSA, o ADNKRONOS, e poi, a seconda dell’appartenenza politica della testata, dipinge la notizia in diversi colori a seconda se deve favorire questo o quest’altro partito, trasformando il bianco in nero o il blù in rosso; un comico è capace di far parlare di se più di un capo dello Stato; in campo sanitario i medici umili ma capaci sono costretti ad andarsene mentre i marpioni della sanità si costruiscono imperi spesso strumentalizzando il cancro o qualche altra patologia; i giovani, ormai in percentuali elevatissime, sono disoccupati o precari da anni; la gente non ha più da mangiare seppur il nostro Belpaese sia molto ricco, come si evince anche dalla frequentazione turistiche, cellulari a iosa, macchine di lusso, porticcioli strapieni di yacht di lusso ecc.ecc..
Io penso che questa nostra società non ce la faccia più a risollevarsi da questo perverso ingranaggio, in quanto appare minacciosamente schiacciata fra poca gente che sta benissimo, favorita dal fatto che, per colpa della mala politica, i soldi sono andati a finire dove già ci sono, ed altra che è condizionata ed impotente di fronte a questa parte economicamente privilegiata rispetto agli oltre quattro quinti della popolazione povera, se non di più. Va da se che la ricchezza mal distribuita ingenera conflitti di ogni tipo, anche ad opera di quelle oneste fasce sociali, che vedono inutile ogni loro sforzo per aumentare le loro insufficienti risorse.
Ed allora ? Ci vorrebbe un governo forte, onesto e capace, che imprima una traiettoria diversa a questo stato di cose. Non voglio dire che si debba togliere ai ricchi per dare ai poveri, ma creare semplicemente le condizioni perchè anche le fasce umili possano avere voce in capitolo, stante il fatto che l’Italia non è di esclusiva proprietà di quei soliti pochi che spesso hanno arraffato approfittando della loro posizione, ma anche della gente umile e per bene.
Il processo non sarà breve e tanto meno indolore per arrivare ad una soluzione, ma questa è l’unica strada per ottenere un minimo di concordia sociale e una certa perequazione della ricchezza, ora mal distribuita. Non si tratta di essere comunisti o di parlare secondo la dottrina errata delle ex repubbliche socialiste sovietiche, ma di affrontare il problema in chiave evangelica. Se si scarta questa eventualità, la storia ci ha purtroppo dimostrato che il problema si risolve solo con la forza, anche ad opera di qualche esaltato che non ha più nulla da perdere, come purtroppo abbiamo già assistito nel recente passato ad opera di qualcuno che voleva rovesciare le Istituzioni, peraltro ancora ben salde nelle mani del nostro beneamato Presidente della Repubblica.
CRESCONO I GIOVANI DEL PD
All’ombra del Pd cresce il movimento giovanile (ed Innovatori Europei)
di Luca Domenichini (Unità)
Martina Mondadori, figlia primogenita di Leonardo Mondadori e consigliere di amministrazione della casa editrice fondata da Arnoldo Mondadori nel 1907, è l’ultimo acquisto. Era già candidata alle primarie del 14 ottobre come delegata nella lista nazionale a sostegno di Walter Veltroni. Adesso, sta valutando l’ipotesi di fare parte del direttivo del Partito democratico lombardo, guidato da Maurizio Martina (entrambi hanno meno di 30 anni). Potrebbe decidere anche lei di entrare nella squadra ristretta che governerà il Pd milanese, dove è probabile la presenza dell’architetto Stefano Boeri, fratello del più noto Tito, tanto per citarne alcuni.
La partecipazione giovanile è diventata, insomma, una questione decisiva. Le scorse elezioni sono state vinte per 20mila voti e nella scuola soffia un vento di centrodestra. Lo dimostrano le elezioni degli studenti universitari e le consultazioni studentesche nei licei e negli istituti superiori: a sorpresa c’è stata la rimonta della destra e si moltiplicano le liste autonome, anche se gli studenti di sinistra hanno chiesto di annullare le elezioni per via della presenza di liste neofasciste.
«Con questa destra», spiega un iscritto alla Sinistra giovanile, con un passato da segretario di un circolo in Campania, «che conquista spazi nei luoghi di aggregazione giovanile, dagli stadi a scuole e università», la questione della partecipazione “dal basso” «è molto importante».
Quali, allora, le proposte per le politiche giovanili? Inizialmente, era stato detto di creare un partito senza partiti giovanili, senza fare cioè un “Partito democratico giovanile”. Ma all’ombra del gotha democratico, c’è stato l’intervento dei giovani – Sinistra giovanile, Margherita e associazioni della società civile vicine al Pd – che hanno chiesto di partecipare attivamente alla vita del nuovo partito. E con una Lettera firmata “giovani democratici”, e pubblicata sul sito web dell’Ulivo, hanno chiesto al leader del Pd di fare nascere un movimento giovanile. Idea che il segretario del partito ha accolto e rilanciato: «Il Partito democratico avrà un movimento giovanile», hanno annunciato lo scorso 27 novembre in una conferenza stampa presso il “loft” – la nuova sede del Pd in via dei Cerchi a Roma – Veltroni e il suo vice, Dario Franceschini. «Il 21 marzo, primo giorno di primavera, ci saranno le primarie davanti alle scuole, alle università, alle discoteche e alle librerie», affermano.
Le regole sono ancora da definire, ma le primarie saranno fatte in tutte le città. Saranno liste aperte, vale a dire candidature libere, chiunque può iscriversi ed essere votato. La fascia d’età per partecipare e per iscriversi al movimento giovanile dovrebbe essere 15-30 anni, ma è ancora presto. I giovani vicini al Pd hanno chiesto «una formazione giovanile che vuole rifarsi a quelle in cui anche Walter Veltroni e il suo vice Dario Franceschini sono cresciuti», vale a dire «la Figc e il movimento dei giovani della Dc».
Per coinvolgere le persone che non vanno a votare, occorre «parlare dei temi delle nuove generazioni», dichiara Fausto Raciti, segretario nazionale di Sinistra giovanile. «La destra può dare una risposta poco più che “ribellistica”: i messaggi che arrivano in questi giorni non sono altro che una propaganda del “grillismo”», dice.
Mentre a destra non c’è un programma politico, è il ragionamento di Raciti, le primarie «sono una occasione nuova, una road map per arrivare alla costituzione della nuova organizzazione giovanile… Nelle scuole, università e mondo del lavoro, sono un modo per mettere a frutto un potenziale grande». Esperienze cresciute in questi luoghi, continua Raciti, «hanno modo di trovare ora una rappresentanza all’interno dell’organizzazione che verrà».
60mila iscritti su tutto il territorio, grande presenza al sud e al centro Italia, meno nell’Italia del nord, e poi, all’incirca quattromila circoli che organizzano iniziative a tutto campo: è questa l’organizzazione attuale di Sinistra Giovanile, più le associazioni studentesche universitarie (26 associazioni soltanto nei principali atenei italiani, la Rete universitaria) e una funzione “sociale” che va dalla difesa del diritto allo studio alla edilizia universitaria, dal tema della mobilità alle manifestazioni per la pace, i diritti civili e così via.
Ma basterà il programma? Per Massimo Preziuso, responsabile di un gruppo giovanile esterno ai partiti, “Innovatori europei” – che nelle primarie del 14 ottobre ha sostenuto come loro candidato per il Partito Democratico Enrico Letta perché «ci ha dato l’impressione di guardare di più al futuro e alle nuove generazioni», dice – non c’è sviluppo senza investimenti nell’innovazione, energia, ambiente e politiche “euromediterranee”. 60 gruppi territoriali in tutta Europa, mille persone simpatizzanti, un centro studi e una fondazione che si occupa di diffondere cultura e conoscenza su questi temi concreti e un sito web nato già dal 2006 come “Centro Stella”, ovvero il punto da cui partono le iniziative (InnovatoriEuropei.com), è il “tessuto” dell’associazione nata in ottobre 2006.
«Mi sono interessato a questo progetto», racconta Preziuso, ricercatore universitario all’Università Luiss Guido Carli, «per dare voce, rappresentanza ai giovani e alle donne del Partito democratico».
SI FERMANO I PREZZI DELLE CASE
SI FERMANO I PREZZI DELLE CASE … FINALMENTE
Il rialzo dei tassi d’interesse, a novembre ai massimi degli ultimi cinque anni (5,71%) ha fatto spostare i tre quarti dei risparmiatori sui mutui a tasso fisso
di ROSARIA AMATO Repubblica
ROMA – Un aumento del 2 per cento che, in termini reali, si riduce all’1 per cento. Per il mercato immobiliare, sottolinea Nomisma, il tasso di crescita dei prezzi registrato nel secondo semestre del 2007 rispetto al semestre precedente è il più basso dalla fine del ’98, “ovvero dall’inizio di un ciclo che, con tutta probabilità, è arrivato al termine dopo circa nove anni”. A favorire una tendenza alla decelerazione già in atto da qualche tempo soprattutto la crisi dei mutui subprime, che si ripercuote sui tassi d’interesse, arrivati a novembre, secondo la rilevazione Abi, al 5,71 per cento, il livello più alto degli ultimi cinque anni. E questo nonostante i rialzi della Banca Centrale Euopea si siano fermati a giugno.
Tassi più alti per i subprime. “E’ un dato di fatto – rileva Nomisma – che gli spread sono aumentati, e sebbene i tassi di riferimento delle banche centrali non siano aumentati, il danaro è divenuto più caro per compensare il maggior rischio percepito”. “L’effetto della crisi subprime anglo-americana – ribadiscono gli analisti dell’istituto – ha posto sotto i riflettori e accelerato una tendenza al rallentamento della crescita dei mercati immobiliari che era in atto da prima che la crisi stessa si manifestasse”.
Compravendite in forte calo. Proiettando sul secondo semestre le tendenze registrate nel periodo precedente, gli analisti di Nomisma ritengono che a Milano le compravendite di abitazioni subiranno quest’anno una riduzione di almeno 13,5 punti percentuali e a Roma un calo del 10,1 per cento. Per i prezzi il dato è ancora positivo, e tuttavia nel secondo semestre 2007 compare già un segno meno, a Firenze (-0,2 per cento). Tassi di crescita al di sotto della media del 2 per cento anche a Venezia Mestre (+0,9 per cento), Venezia città (1,3), Milano (+1,6 per cento), Napoli (+1,5 per cento), Torino (+1,7 per cento).
Peggiorano le aspettative. Al di là dei dati peggiori rispetto agli ultimi anni ma certo non catastrofici, dall’Osservatorio di Nomisma emerge una netta sfiducia dei “testimoni privilegiati del mercato”, cioè agenzie e imprese immobiliari. La percentuale di coloro che ritengono che nei prossimi mesi i prezzi aumenteranno è scesa al 5,3 per cento, mentre sale al 47,3 quella di coloro che ritengono che i prezzi e il numero delle compravendite scenderanno. I risparmiatori convinti che l’acquisto di una casa sia la migliore forma di investimento scendono dal 76 al 55 per cento.
Crescita zero per le nuove costruzioni. Basandosi sulle previsioni del Cresme e dell’Ocse, Nomisma stima anche un deciso rallentamento delle costruzioni, che nel 2008 registreranno un +0,9 per cento. Del resto il settore è già in crisi dal 2006, anno nel quale il fatturato è calato del 46 per cento. In media, i prezzi delle abitazioni nuove o ristrutturate nel secondo semestre 2007 rispetto a quello precedente si sono attestati al +1,9 per cento. Il tasso più alto a Bari (+4 per cento), il più basso a Firenze (-0,5 per cento).
Scende la domanda di mutui. Se scende la domanda di case, ovviamente diminuisce anche quella di mutui. In effetti, anche per i continui aumenti dei tassi d’interesse, l’ammontare dei mutui ha continuato a crescere anche negli ultimi mesi: a giugno aveva raggiunto 405,6 miliardi di euro, con un incremento dell’11,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma se si considerano invece solo i dati riguardanti i mutui rivolti all’acquisto (e non alla costruzione di immobili), la crescita registrata negli ultimi 12 mesi è “addirittura dimezzata rispetto a quella messa a segno nel corrispondente periodo precedente (9,5 per cento tra il I semestre 2007 e il I semestre 2006, rispetto al +18,3 per cento del periodo precedente)”. Si tratta di una situazione che peggiora di mese in mese: nel primo trimestre del 2007 si è registrato un calo dell’1,5 per cento su quello precedente, e nel secondo del 5,6 per cento).
Crescono durate e importi. Gli aumenti dei prezzi delle case hanno fatto salire gli importi e le durate dei mutui. Le abitazioni acquistate nel secondo semestre 2007 hanno un valore medio di 250.000 euro per un importo medio finanziato di 136.000. La metà dei finanziamenti erogati ha una durata superiore ai 20 anni. La durata media dei finanziamenti è di 22,6 anni, in aumento dell’1,6 per cento rispetto al semestre precedente.
Torna il tasso fisso. La rapida crescita dei tassi d’interesse registrata negli ultimi due anni, che ha portato praticamente al raddoppio dei valori di riferimento, ha spinto precipitosamente i risparmiatori dai mutui a tasso variabile a quelli a tasso fisso. Se solo un anno e mezzo fa la percentuale dei mutui a tasso fisso non superava i 29 punti, nel secondo semestre 2007 si va oltre il 75 per cento.
(28 novembre 2007)
CULTURA, ARTE E SAPERE
LE SCELTE STRATEGICHE PER LA CULTURA, L’ARTE ED IL SAPERE
ovvero
SOPHIA QUO VADIS?
Quale debba essere la scelta strategica di un Paese per la Cultura, l’Arte ed il Sapere in genere è affare Politico, nel senso più alto del termine. Chiarisco. Per scelta strategica intendo la direzione e la guida che un Paese deve dare alla produzione creativa, allo sviluppo della conoscenza ed al loro uso e godimento. Quale direzione e quale indirizzo è scelta politica che discende dagli obiettivi ideali e concreti di sviluppo sociale e umano: Migliori condizioni e qualità della vita coincidono sempre con un elevato livello di conoscenze e cultura di ogni singolo individuo.
Anche se affrontiamo la questione con un ottica economica è poi evidente l’interesse per la diffusione della conoscenza nel modo più ampio e profondo possibile in quanto essa ha sempre portato una maggiore competitività, minori costi e forte innovazione delle imprese, quindi maggiore ricchezza ed una migliore qualità della vita dei singoli cittadini.
Se dunque questo è l’obiettivo dell’azione politica, allora si deve concretizzare in scelte precise relative alle modalità con cui il Sapere, la Cultura e l’Arte debbano essere gestite, promosse e fruite.
Non si può più pensare ad un sistema fortemente sbilanciato sul piano economico. Teatri e musei pubblici a prezzi inavvicinabili per una famiglia media, scuole fatiscenti, studi universitari completabili in pratica solo da ragazzi facoltosi (o a costo di enormi sacrifici per le famiglie) e percorsi di ricerca blindati in università baronali, sono zavorre pesanti come macigni ai piedi di un’Italia che vuole muoversi (e magari correre) in avanti per recuperare lo spazio (ed il tempo) perduto rispetto ai Paesi più moderni (penso ad esempio alla Danimarca).
Mi si dirà allora, “perché lo Stato deve spendere altri soldi per formare più ingegneri, informatici o medici?” Una risposta può essere ad esempio che gli indiani sanno formano ingegneri, tant’è che le loro aziende IT stanno invadendo il mondo. Naturalmente anche perchè costano poco, ma noi non possiamo né vogliamo far loro concorrenza sul costo del lavoro, e quindi è proprio sull’innovazione che dobbiamo combattere la nostra battaglia, e l’innovazione ha bisogno di conoscenza e sapere e della possibilità di provare, sbagliare e sperimentare: quel genio italiano che pare smarrito..
Mi si dirà allora, “ma tutto questo ha un costo: Il libero accesso ai musei costa, gli eventi teatrali, musicali, culturali costano, la scuola costa, l’università è carissima. Chi deve pagare?”
La domanda è spesso stata usata malintenzionatamente o inconsapevolmente per giustificare lo status quo (ante). In realtà musei, scuole, cultura, università sono tuttora pagate dallo Stato, cioè dai contribuenti. Eppure la maggior parte di essi non ha la possibilità concreta di goderne: pensiamo ad esmpio al prezzo del biglietto al Palazzo delle Esposizioni a Roma (museo pubblico): 12, 50 euro, per una famiglia di 4 persone si tratta di 50 euro! (anche con qualche riduzione non si scende sotto i 40), oppure ai 35 euro a persona per un concerto all’Auditorium, o le migliaia di euro annue necessarie per mantenere uno studente alla Sapienza…
L’unica forma di spettacolo “gratuita” è la televisione, ma a ben guardare come è oggi in Italia essa non è servizio culturale per le masse, ma masse per inserzionisti.
Il risultato è che la maggior parte degli italiani contribuisce ad un servizio goduto fondamentalmente da una minoranza (quella più ricca). E’ evidentemente un nonsense dannoso per il Paese, e ne vediamo ogni giorno le conseguenze: una gioventù sempre più ignorante e apatica. Può essere una buona notizia per chi ha bisogno di controllare masse informi di consumatori compulsivi, telespettatori assuefatti o elettori acritici, ma di certo non lo è per il Paese che si impoverisce e abbrutisce sempre più e per chi ha una visione più alta del valore dell’uomo.
Occorre dunque che lo Stato impegni e favorisca l’impegno di maggiori risorse in tali direzioni affinché tutti abbiano accesso libero e quanto più gratuito possibile alla conoscenza, all’arte ed alla cultura, ne godano pienamente e la pongano a profitto.
E’ evidente che si tratterebbe di prendere maggiori risorse lì dove sono, ovvero tra le classi più abbienti che pagherebbero un po’ di più… Ma se guardiamo allo sviluppo delle società, alla storia, vediamo con chiarezza che a maggiore conoscenza corrispondono sempre migliori condizioni di vita per tutti, anche per i più ricchi. E i più brillanti fra i capitalisti questo lo hanno sempre saputo: “c’è vero progresso solo quando i benefici di una innovazione sono per tutti” (Ford).
Ad ogni qual modo al di là degli indubbi vantaggi anche economici di una politica volta ad elevare il più possibile il livello culturale e delle conoscenze dei cittadini non va taciuto che il libero accesso alla conoscenza è un diritto fondamentale di ogni singolo uomo e donna e va tutelato e promosso in tutte le sue forme.
Luigi Restaino
Coordinatore Area Sapere e Innovazione