gianni pittella
Pittella: “Aperto uno spiraglio, allarghiamolo: dai principi si passi a scelte concrete”
Proposta per il Semestre Europeo a guida italiana: Un Osservatorio per la Logistica e le Infrastrutture Mediterranee nel Mezzogiorno italiano
Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese
Convegno 21 giugno 2014, Sede Nazionale Partito Democratico
Una proposta per il Semestre Europeo a guida italiana
Un Osservatorio per la Logistica e le Infrastrutture Mediterranee nel Mezzogiorno italiano.
E’ ampiamente dimostrato che la Logistica e le Infrastrutture a essa connesse hanno rappresentato per alcuni Paesi europei un formidabile strumento di difesa contro la crisi economica che ha colpito il mondo.
Chi è stato in grado di captare rilevanti percentuali dei flussi mercantili mediterranei ha potuto godere dei benefici concessi dalle consistenti quote di valore aggiunto derivanti dal trasferimento dei beni dai luoghi di produzione ai consumatori finali, nonché della possibilità di operare su materie prime e semilavorati provenienti da Paesi extraeuropei, accrescendo così la competitività della sua industria di trasformazione.
La rivoluzione trasportistica basata sulla creazione della Rete Ferroviaria Transeuropea, così come auspicato dall’Ue, offre l’ulteriore possibilità di stimolare la crescita sociale ed economica dei territori attraversati dai grandi assi di trasporto.
Nei prossimi decenni, l’Africa sarà sempre più considerata come un grande mercato in espansione, con tassi di crescita multipli rispetto a quelli europei. Ad essa guardano con rinnovato interesse i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo da Nord e da Est, pronti a utilizzare a proprio vantaggio i ritardi della Nazione che, geograficamente e storicamente, ha per millenni rivestito un ruolo baricentrico nell’interscambio commerciale mediterraneo, l’Italia.
Il nostro Paese si trova oggi di fronte a un bivio:
- adeguare la propria rete trasportistica alle strategie del mercato globale facendo del suo Sud il principale driver di sviluppo commerciale europeo;
- proseguire nell’attuale politica di rigore e marginalizzazione del Mezzogiorno, con il rischio di accentuare prevedibili tensioni sociali e politiche.
Una Politica che decida di imboccare la prima strada deve farlo con convinzione, chiarezza di obiettivi e in conformità a considerazioni metodologiche indiscutibili. Ciò si traduce nell’attivare una forte competizione con altri Paesi europei all’interno di un settore in rapida crescita, come quello della Logistica, e nel ricercare nuove e solide alleanze con chi mostra di volere accrescere il proprio peso nella gestione dei grandi flussi commerciali internazionali.
Il movimento associativo Innovatori europei, da sempre attento osservatore dei grandi fenomeni indotti dalla globalizzazione e delle sue conseguenze economiche, ha organizzato il Convegno del 21 Giugno scorso presso la sede nazionale del Partito Democratico al fine di raccogliere attorno a sé le tante voci del mondo scientifico italiano convinte dell’urgenza di avviare un epocale programma di sviluppo fondato sulle evidenze precedentemente accennate.
Un Governo che vuole realmente cambiare l’Italia non può non affrontare con determinazione questo audace viaggio verso il futuro, mostrando all’intero Paese di considerare il Mezzogiorno non più come l’inerte beneficiario di provvidenze fondate su criteri clientelari, ma come parte integrante del territorio nazionale, organica allo sviluppo di una nuova Italia.
La possibilità di porre fine a questa lunga fase di stagnazione dell’economia italiana, affrontando nel contempo con decisione il secolare tema della Questione Meridionale, rappresenta un’occasione irripetibile nella storia dell’Italia.
Né il reperimento delle risorse economiche e delle conoscenze tecniche e scientifiche indispensabili ad avviare questo grande progetto rappresenta un ostacolo insormontabile, come è stato dimostrato durante il Convegno.
La Logistica può rappresentare per l’Italia quello che il petrolio è stato ed è ancora per i Paesi arabi.
L’obiettivo principale resta quello di rendere vincente l’intero Paese, non di dare solo qualche chance in più solo ad una sua parte, per quanto importante possa considerarsi. Aspettiamo il potenziamento dell’Arco Ligure e del Veneto-Friulano consapevoli che ciò, da solo, non potrà apportare una cambiamento radicale dei flussi mercantili del Mediterraneo. Né una diversificazione dei ruoli degli scali italiani – a Nord i gateway e a Sud il transhipment – rappresenta una soluzione accettabile: il transhipment europeo non è in grado di competere alla pari con i porti africani, per ovvii motivi di costi ed economia.
A tal fine gli Innovatori Europei, movimento unitario che riunisce organizzazioni rappresentative nei settori interessati, si propongono quale collettore delle grandi risorse tecnico-scientifiche del Paese, al fine di coordinare un istituendo Osservatorio per la Logistica e le Infrastrutture Mediterranee in grado di approfondire e dettagliare – secondo le precise indicazioni del Governo – gli argomenti emersi in quella manifestazione.
Si propone dunque al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di inserire tale iniziativa nell’agenda del semestre europeo a guida italiana. La svolta europea che le forze politiche italiane più responsabili auspicano è subordinata alla individuazione per il nostro Paese di un ruolo da protagonista. Solo così l’Italia si potrà proporre quale forza progressista e visionaria capace di riattivare ripresa, occupazione, opportunità, competenze, tecnologie in una nuova era della conoscenza.
Roma, 28 giugno 2014
Gli Innovatori Europei
Allegato: Osservatorio Logistica e Infrastrutture Mediterranee (PDF)
Sul Sito del Partito Democratico: Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese
Il Movimento Innovatori Europei lancia una iniziativa per la creazione nel Mezzogiorno di un Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee
Il 21 giugno si è svolta, nella sede del Partito Democratico, l’iniziativa di Innovatori Europei dal titolo ”Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese“. Tema dell’incontro il ruolo che la Logistica dei Trasporti, e le Infrastrutture a essa collegate, possono svolgere per il rilancio dell’economia, in particolare riconsegnando al Mezzogiorno la sua plurisecolare funzione di collegamento col Mediterraneo, che la stessa Unione europea ancora oggi gli riconosce.
L’introduzione al convegno è stata di Massimo Preziuso, fondatore degli Innovatori Europei. Nel corso dell’iniziativa sono state esposte le ragioni tecnico – economiche e manageriali in base alle quali l’Italia può trovare il suo spazio nella competizione per i flussi mercantili intercontinentali. La Logistica può, a nostro parere, rappresentare per l’Italia ciò che è stato e continua a essere il petrolio per i Paesi arabi, a patto che i partiti italiani collaborino lealmente al progetto di cambiamento che il Governo sta iniziando ad attuare.
A fine lavori si è prodotto un documento, con annessa proposta, per la creazione nel Mezzogiorno dell’Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee. La pubblicazione di questo documento resocontato sarà consegnata nei prossimi giorni al Partito Democratico, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e alle istituzioni di Governo con l’invito a inserirlo nell’agenda del Semestre Europeo a guida italiana.
Dal Nazareno: noi Innovatori Europei consegniamo la creazione nel Mezzogiorno dell’ Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee al Partito Democratico e al Governo
Comunicato Stampa
Il Movimento Innovatori Europei dal Nazareno lancia una iniziativa sulla creazione nel Mezzogiorno di un Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee affidando questo percorso al Partito Democratico e al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in qualità di guida italiana per il Semestre Europeo.
Il 21 giugno, al Nazareno, in una sala affollata si è svolta l’iniziativa di Innovatori Europei dal titolo “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese“. Personalità provenienti da ogni parte d’Italia hanno discusso per l’arco dell’intera giornata sul ruolo che la Logistica dei Trasporti e le indispensabili Infrastrutture a essa strettamente collegate debbono assolvere allo scopo di rilanciare con forza l’economia del Paese, riconsegnando al Mezzogiorno la sua plurisecolare funzione di collegamento col Mediterraneo che la stessa Unione europea gli attribuisce ancor oggi.
Il Convegno si è articolato in due sessioni complementari. Dopo l’introduzione al convegno dell’ing. Massimo Preziuso, fondatore degli Innovatori Europei, e i messaggi di pieno supporto del Partito Democratico e delle istituzioni, un auditorio di grande qualità ha potuto seguire le ragioni tecnico – economiche e manageriali in base alle quali l’Italia può e deve trovare il suo spazio nella competizione volta ad assicurarsi una fetta dei flussi mercantili intercontinentali. Ed è così tornato in campo l’aspetto politico del problema: è vero, la Logistica può rappresentare per l’Italia ciò che è stato e continua a essere il petrolio per i Paesi arabi a patto che i partiti italiani collaborino lealmente alla riuscita del progetto di cambiare l’Italia che il Governo sta iniziando ad attuare.
A fine lavori si è prodotto un documento con annessa proposta, condivisa da tutti i presenti, per la creazione nel Mezzogiorno dell’Osservatorio Logistica e Infrastrutture Euro-Mediterranee. La pubblicazione di questo documento resocontato sarà consegnata nei prossimi giorni al Partito Democratico, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e alle istituzioni di Governo con l’invito a disporre che sia inserito nell’agenda del Semestre Europeo a guida italiana. L’Osservatorio già in partenza vede la partecipazione di personalità provenienti dal mondo della accademia, delle organizzazioni sindacali italiane, imprenditoriali. Noi Innovatori Europei, protagonisti da anni del desiderio di cambiamento del Paese, essendoci accreditati nei fatti come luogo di incontro ed innovazione tra mondi come la Tecnica, la Ricerca accademica e la Politica chiediamo al Partito Democratico che in qualità di interprete di un governo forte e rinnovatore apra le sue porte alla società delle Idee per efficientare e risolvere questioni annose con il contributo di tante e tanti.
Messaggio del Presidente del Parlamento Europeo On. Gianni Pittella – Convegno 21 Giugno a Roma su “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese”
Gianni PITTELLA Acting President of the European Parliament
Bruxelles 20giugno 2014
Care amiche e cari amici, Sono davvero dispiaciuto di non poter partecipare a questa importante iniziativa che vede coinvolti diversi attori della nostra società. Vorrei innanzi tutto ringraziare gli Innovatori Europei e in particolare il Presidente e caro amico Massimo Preziuso per l’invito rivoltomi. Vorrei estendere i miei saluti a tutti i partecipanti e alle autorità presenti.
Per sviluppare in maniera equilibrata questa importante area del Paese, il cui ruolo attivo è decisivo per il rilancio dell’intera Italia nel contesto europeo ed internazionale sarà necessario definire un quadro strategico definito e vincolante, di compartecipazione dei vari livelli istituzionali e dei grandi enti proprietari o gestori di reti di trasporto e di connessione. Concentrare gli interventi deve essere un obiettivo comune, così come costruire le condizioni affinché i tempi di realizzazione degli interventi siano rispettati. Eccessiva frammentazione degli interventi e dilatazione spropositata dei tempi di progettazione e realizzazione sono i problemi su cui concentrare l’attenzione rispetto alle infrastrutture. Compito di una classe dirigente politica responsabile deve essere condividere in maniera chiara le strategie infrastrutturali nel rispetto dei diritti delle popolazioni locali. E per la realizzazione bisogna essere netti: investiamo la metà delle risorse europee sulla logistica e le reti infrastrutturali per utilizzarle e conseguire un risultato purché sia utile. Un altro tema fondamentale per il Mezzogiorno è il Mediterraneo, quale sua area vocazionale di riferimento. Il Mezzogiorno può aspirare ad essere la piattaforma logistica del Mediterraneo mettendo in campo un approccio unitario e coordinato, di “politica estera” ed “europea”. Il ruolo del Mezzogiorno nel Mediterraneo non può essere giocato in maniera episodica o attraverso iniziative di singole istituzioni regionali o locali. Il ruolo dell’Italia, e del Mezzogiorno, nel partenariato euro Mediterraneo per cogliere pienamente le opportunità che potranno derivare dai rapporti con la sponda sud, deve essere di primo piano.
Il ruolo delle città quali elementi di traino dello sviluppo e luoghi di innovazione nei servizi alle persone e alla imprese à fondamentale. Oggi le grandi città meridionali sono sottoposte ad un carico enorme che crea sacche sempre più grandi di disagio sociale, e non sono supportate da una rete di città medie con elevati livelli di qualità della vita. I grandi centri urbani devono trasformarsi nei luoghi in grado favorire una diffusione di servizi collettivi efficienti ed accrescere il ruolo internazionale delle aree metropolitane meridionali nel perimetro delle Smart cities e con il riferimento preciso al loro ruolo nel quadro strategico di politica estera nazionale ed europea nell’area mediterranea. In questo quadro, l’agenda urbana come opzione strategica all’interno degli indirizzi per la programmazione 2014-2020 della politica di coesione necessita di una chiara collocazione del sistema urbano meridionale in uno scenario di medio-lungo termine che è nazionale ed europeo.
In conclusione, dalla crisi del modello di sviluppo di matrice neo-liberista, alla crescita delle disuguaglianze su scala planetaria, all’inquinamento del pianeta, la sfida del Mezzogiorno si gioca non nella rincorsa a modelli che hanno funzionato altrove, ma sulla capacità di valorizzazione dei beni comuni e dei beni collettivi peculiari della sua storia e del suo territorio all’interno di un quadro di regole e valori condiviso a scala nazionale ed europea, che costituiscono oggi un riferimento fondamentale per sperimentare anche un nuovo paradigma dello sviluppo sociale ed economico. In ultima analisi la questione meridionale è questione nazionale. Lo sviluppo del Mezzogiorno non è e non può essere in contrapposizione alla questione settentrionale, o un percorso di crescita inquadrato essenzialmente in una convergenza dei livelli di reddito, ma uno degli elementi centrali per il funzionamento complessivo del suo territorio e dell’intero Paese.
Buon lavoro.
Gianni Pittella
21 June, Rome – Logistics and Infrastructure. The role of Southern Italy and its contribution to the italian economy
Innovatori europei: per il Sud una nuova fase da protagonista?
Articolo pubblicato sul sito del Partito Democratico
L’associazione Innovatori europei ha organizzato per il 21 Giugno al Nazareno, presso la sala delle conferenze della sede nazionale PD a Roma un convegno fortemente caratterizzato fin dal titolo: “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del paese”, con uno sviluppo degli interventi che vuole dimostrare come la ripresa dell’Italia sia pura illusione se non si attribuisce, una volta per tutte, al Sud un nuovo ruolo: non più inerte beneficiario di provvidenze utili a consolidare rapporti clientelari ma parte orgogliosamente e consapevolmente integrata nel territorio nazionale, organica allo sviluppo dell’intero paese.
Certo, non è una tesi completamente nuova, ma è la prima volta – da quanto ci risulta – che il tema è trattato in maniera così approfondita.
La scaletta degli interventi è infatti estremamente ricca, tanto da costringere gli organizzatori a dividere l’evento in due sessioni, una più tecnica e politica al mattino e una al pomeriggio che si propone di mostrare come il mondo si muove così rapidamente da non lasciare scampo a chi non accetta le sfide del nuovo mondo globalizzato.
Ed è proprio qui che si tocca di nuovo con mano lo “spirito del cambiamento” in atto nel paese: come affermano gli Innovatori europei, appena è iniziata a circolare la voce che si stava organizzando al Nazareno un convegno su questo tema, sono arrivate da ogni parte d’Italia tantissime richieste per poter assistere o anche per dare il proprio contributo al successo della manifestazione.
È segno che sta per iniziare una nuova fase? O che forse è già iniziata?
Ingegneri e fondi europei: il futuro è nelle “Reti di intelligenza collettiva”
Innovatori Europei collabora con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ad una nuova visione strategica delle professioni tecniche italiane per un loro protagonismo nell’ Europa della Smart Specialization. L’avvio del prezioso dialogo con il Vicepresidente vicario del Parlamento Europeo Gianni Pittella rientra in una serie di iniziative e studi che ci porteranno al congresso nazionale del prossimo autunno e ad operare nei territori insieme alle istituzionali locali, nazionali ed europee.
Comunicato Stampa (pubblicato anche su sito Consiglio Nazionale degli Ingegneri)
“Europe 2020: gli ordini professionali verso la Smart Specialization”. Questo il tema dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi a Roma e che ha visto la partecipazione dell’On. Gianni Pittella, Presidente Vicario del Parlamento Europeo, di Gianni Massa, Vicepresidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, e di Massimo Preziuso, coordinatore nazionale di Innovatori Europei.
In occasione della discussione, i rappresentanti di CNI e di IE hanno illustrato all’On. Pittella l’omonimo documento strategico. Si tratta di un progetto che mira a trasformare gli Ordini Professionali in protagonisti della nuova strategia Europe 2020, facendo leva su una rete di circa 250 mila professionisti in Italia, col coordinamento della ancora più ampia Rete delle Professioni Tecniche.
In particolare, i rappresentanti degli ingegneri hanno illustrato il nuovo approccio “smart” alle politiche europee e al nuovo ruolo che si sta disegnando per i professionisti tecnici.
Il nucleo fondamentale del ragionamento strategico risiede nell’animazione delle cosiddette “reti di intelligenza collettiva”, che gli Ordini possono garantire, grazie alla loro radicata presenza nel territorio. Lo scopo è quello di creare una nuova generazione di professionisti europei che sappiano orientare la formazione continua all’ideazione di progetti europei che possano cogliere le nuove opportunità aperte dall’accesso per i professionisti ai fondi comunitari. A questo proposito, gli ingegneri e i professionisti in genere si propongo di svolgere un ruolo di supporto alla Pubblica Amministrazione nella programmazione dei progetti e degli interventi sul territorio.
“Ritengo di estremo interesse l’approccio suggerito dagli ingegneri – ha affermato al termine dell’incontro l’On. Pittella – Le professioni tecniche possono svolgere un ruolo fondamentale nella guida dei processi di trasformazione smart dei territori, ormai indispensabili ed espressamente richiesti dalla nuova programmazione europea dei fondi strutturali”.
“Siamo molto soddisfatti – ha commentato Gianni Massa – di questa importante collaborazione che apre un canale privilegiato tra istituzioni europee e ordini professionali italiani e mediterranei. ”.
“E’ nel favorire il dialogo costruttivo tra reti di professionalità e progettualità italiane e istituzioni europee – ha aggiunto Massimo Preziuso – che si costruisce concretamente il nostro futuro”.
“Io solo secondo? Lo decideranno i cittadini”, intervista di Gianni Pittella per «Il Mattino»
intervista di Gianni Pittella su «Il Mattino» di mercoledì 16 aprile
Che ne pensa della scelta di Renzi di un parterre tutto al femminile?
«Penso che abbia voluto dare un segnale forte di cambiamento senza mortificare il merito spiega Gianni Pittella, numero due nella scuderia del Pd alle europee, dietro la Piciemo – . Sono donne molto capaci e competenti. Ma poi se avesse scelto cinque uomini qualcuno si sarebbe meravigliato?».
I democratici alla ricerca di una rivincita?
«Il Pd non cerca un riscatto, ma una vittoria sul programma di cambiamento profondo dell`Europa. D`altra parte noi voteremo per le europee non per le politiche. In campo ci sono tre posizioni. La prima è di chi è convinto che l`Europa non vada toccata così come è. La seconda è degli eurofobici: i demolitori dell` euro alla Salvini, alla Grillo e tra poco anche alla Berlusconi. Tutti vogliono ritornare alla vecchia Italietta con la marea di problemi che si portava dietro. Poi ci siamo noi. Convinti che l` Europa vada cambiata perché non possiamo continuare ad essere ostaggio di tecnocrati e banchieri che comandano a Bruxelles».
Non le secca, abituato ai grandi numeri dei consensi, fare il secondo?
«Io sarò il primo a votare e a far votare Pina Picierno che stimo molto e alla quale voglio dare tutto il mio supporto. L`esito del voto lo decidono i cittadini per quel che mi riguarda non ho mai fatto problemi ad essere primo o secondo. Avevo subito detto sì anche ad Emiliano… Per quel che mi riguarda posso dire che ho da offrire il mio fortissimo attaccamento alla causa europea: non ho mai pensato di mollarla per tornare in Italia. Perché è sul terreno europeo che si deve condurre la battaglia che ci potrà portare fuori dal tunnel».
D`Alema ha detto che il Pd si sta impoverendo. E` d`accordo?
«Abbiamo fatto il congresso mobilitando migliaia di persone; poi c`è stato il nuovo governo; poi le elezioni. Il partito si è dato da fare non è certo rimasto a guardare. La preoccupazione di D`Alema è giusta, ma non mi sembra che nel Pd ci siano segnali di abbandono».
Con l`incognita dei CinqueStelle non teme il rischio-populismo?
«Certo: il pericolo è forte. Lo conferma proprio la proposta di Grillo al Nord dove parla di secessione e cerca di mangiare voti alla Lega. E al Sud dove usa l`uscita dall`euro. Ma è assurdo non rendersi conto che mollare la divisa unica vuol dire essenzialmente condurre l`Italia al fallimento su tutti i fronti. Gettando alle ortiche la nostra credibilità internazionale. Ecco perché l`unica soluzione possibile è affiancare all`euro un governo Ue delle politiche economiche e fiscali. E` ora che l`Italia torni ad avere la presidenza del Parlamento europeo se davvero vuole riconquistare il proprio ruolo di Paese fondatore. Non possiamo più accontentarci solo delle briciole, così non si crescerà mai»
Ora l’Italia torni ad avere la presidenza del Parlamento Ue
di Gianni Pittella
“E’ ora che l’Italia torni a ricoprire la più alta carica nel Parlamento europeo. Sarebbe un grande riconoscimento prima di tutto per il Paese ma anche per il nuovo Partito democratico di Matteo Renzi. L’obiettivo a portata di mano. Ci sono tutte le condizioni nazionali e comunitarie perchè il governo italiano porti a casa il risultato. La svolta si è avuta con l’adesione del Pd al Pse. Finalmente si è capito che per contare davvero in Europa occorre stare nelle istituzioni. E’ finito il tempo in cui Bruxelles era considerata una sorta di dopo lavoro per politici in pensione. Il Pd e l’Italia di Renzi si candidano a cambiare l’Unione europea che, oggettivamente, così com’ è rischia di affondare”. Lo dichiara all’Ansa Gianni Pittella, vice presidente vicario del Parlamento europeo e candidato per il Pd alle elezioni europee nella circoscrizione sud.
“Ho investito tutta la mia vita politica per la costruzione degli Stati uniti d’Europa. Renzi ha avuto il grande merito di indicare candidati che credono e vogliono lavorare a tempo pieno in Europa. In quindici anni di attività da eurodeputato, ho messo tutte le mie energie per accrescere la stima e la considerazione dell’Italia nella casa del Parlamento europeo. Un lavoro credo apprezzato che mi ha portato per due volte consecutive ad essere eletto a scrutinio segreto primo vicepresidente”. “La situazione in Europa è complessa. La Francia di Hollande è in difficoltà. La Germania è prigioniera della Merkel, mentre la Gran Bretagna è imbrigliata da pulsioni isolazioniste. L’Italia di Renzi – sottolinea Pittella – l’unico tra i grandi Paesi che può autorevolmente imprimere una forte spinta riformatrice”.
“Nascondersi non ha senso: le critiche che da più parti investono l’Ue sono in gran parte meritate. Non è possibile continuare ad avere una moneta senza una vera Banca centrale alle spalle, inaccettabile crocifiggere intere economie, interi Paesi, a vincoli arcaici e stupidi per una miope ed egoista visione dello stare insieme. L’Ue non può restare silente rispetto a crisi internazionali come quella ucraina e siriana, o limitarsi a dichiarazioni di principio di fronte a tragedie come quelle di Lampedusa. Non si è euroscettici a denunciare questi aspetti. Si è realisti. La differenza con i populisti alla Grillo, alla Salvini o alla Le Pen che loro vogliono distruggere tutto, fregandosene delle conseguenze per i cittadini, e tornare a rinchiudere il nostro futuro nelle piccole patrie.
“Io – aggiunge il vice presidente vicario dell’Europarlamento – dico che invece serve più Europa. Sono i governi a imporre veti incrociati sulla politica estera. Sono i singoli Stati ad impedire la nascita di una vera Bce. Sono ancora gli egoismi nazionali a rendere balbettante le risposte comunitarie a problemi drammatici come l’immigrazione. L’austerità non ce lo chiede l’Europa, ce lo impongono i governi”.
“Coscome fecero De Gasperi, Adenauer e Schuman – conclude – gli Stati abbiano il coraggio di fare un passo indietro. E permettano all’Unione europea di fare un passo decisivo in avanti verso il futuro”.
Fonte ANSA