Significativamente Oltre

europei

Nuovo governo Letta. Ho paura dell’elettricista

di Arnaldo De Porti

L’atteggiamento estremamente pacifico, quasi al limite del menefreghismo delle cose di casa nostra da parte dell’ex leader del Pdl mi suona quanto meno strano, dopo tutto ciò che egli ci aveva abituati a vedere e sentire.

 

Che cosa ci sarà mai dietro a questa metamorfosi che non siano l’età, il cambio dei fusi orari o, più verosimilmente, uno stand-by fittizio per creare un…corto circuito non appena gli verrà messo qualcosa di traverso da parte dell’attuale governo, appena formato ?

D’accordo, questo era ed è l’unico governo possibile stante il fatto che anche eventuali nuove elezioni, oltre a determinare forti danni, esse non avrebbero sicuramente chiarito il quadro, se non in termini peggiorativi nel senso che il M5S avrebbe potuto riservare delle forti sorprese al Paese.

Non vorrei, facendo appello ad una certa pregressa esperienza che, per poter dar vita al neonato-governo si fosse “sedato”, con barbiturici di opportunità,  il prosieguo dei vari iter giudiziari dell’uomo di Arcore, per cui gli Italiani, ove le cose stessero davvero così, si troverebbero ad avere delle perplessità sulla stessa onestà istituzionale. Non per niente, tutte le conflittualità politiche, sia nello schieramento di centro sinistra che di centro destra, restano tutte e per intero, non nolo, ma l’uomo di Arcore ha ancora in qualsiasi momento la possibilità di staccare la spina al governo, da provetto elettricista, come da titolo. Del resto, Berlusconi stesso, questa volta da…sveglio e non  da “dormiens”, continua a dire : “Noi siamo-saremo decisivi”.

Anche la stampa estera si esprime in questi termini dicendo che ha vinto Berlusconi.

Vorrei anche aggiungere qualcosa sul movimento di Grillo che costituisce una fetta non certo trascurabile dell’elettorato.  Tacerà, si attiverà in qualche modo, che farà ? In fin dei conti, se il panorama politico italiano ha avuto un così grande, ma anche benefico scossone, lo si deve a lui, perché altrimenti saremmo forse al cimitero della politica.

Mentre scrivo, sono in attesa del giuramento dei ministri, e non vorrei che la consueta foto post-giuramento, fosse dello stesso valore delle tante altre.

Ma voglio essere ottimista, sia pur per necessità !

La versione di Giorgio

di Michele Mezza

La politica è una scienza esatta,  i dilettanti e i comici non vanno lontano, tanto più quando sono dilettanti e comici.

Il governo Letta è una cosa seria, serissima. Devo dare atto al presidente della repubblica di essere l’unico dirigente del vecchio PCI rimasto un gigante anche senza il contesto del grande partito. Gli altri si sono rimpiccioliti tutti. Dopo Monti esce dal cilindro, un giovane  politico, con grandi attitudini tecnocratiche, in grado di coniugare  stato, poteri e governo: Un premier alla Rocard, per intenderci.

Attorno a Letta si raccolgono tanti lettiani, di entrambi i campi: Orlando, Del Rio, Brai, Di Girolamo, Zanonato, Lupi. Giovani rampanti, autonomi e attrezzati. Una leva di quadri che cambierà  innanzitutto gli equilibri dei rispettivi partiti, seppellendo i dinosauri: D’Alema, Bersani, Schifani, Cicchitto: ma chi sono?

Un governo che sparpaglia il branco grillino: la Bonino agli esteri, la cancellieri alla Giustizia, saccomanni all’economia.

Dov’è la casta? dov’è il patto scellerato? E poi un ministro di colore, una grande atleta, i sindaci, gli economisti, nessuna cariatide. La partita cambia campo: nessuno da rottamare, nessuno da inseguire per la strada. Ora si parla di contenuti, è finita la ricreazione del metodo. Vale persino per Renzi che in due ore è invecchiato di 10 anni. nel bene e nel male si gioca tutto sull’economia: quale sviluppo, per quali ceti? questa è la domanda. Chi deve pagare la crisi ora? rendita op profitto? produttori o mediatori?

Letta, con Draghi può oggi parlare da pari a pari con la Germania,  che deve ancora attendere le elezioni. Qualcuno la borsa la deve aprire. La ruota potrebbe ricominciare a girare, e il cavallo a bere. A quel punto di chiederà le elezioni? il sindacato che chiede di rifinanziare la cassa integrazione in deroga? la destra che deve seppellire Berlusconi? il PD che deve seppellire se stesso? O grillo che ancora sta pensando allo streaming per discutere delle diarie o Vendola che non sa chi è e con chi sta?

Da oggi il potere torna a logorare chi non lo ha. Ma forse  ad oscurare il sole di una nuova politica non sarà la gobba di Andreotti.

Appello del Pd: aprire un cantiere politico e programmatico per rifondare il partito

Il montismo come pensiero debole del Pd

Il Circolo PD Pistoia Centro, insieme all’associazione Innovatori Europei, ha lanciato questo appello sottoscritto già da oltre 40 persone

2013 Anno Zero del PD – Un Cantiere Politico e Programmatico subito (documento aperto – Pagina Facebook) 

Le vicende degli ultimi giorni ci pongono di fronte a un bivio: quello tra il recupero di credibilità della politica di fronte ai cittadini e il definitivo collasso del sistema.

Questa volta sarà vietato sbagliare, saremo coinvolti tutti, necessariamente chiamati a dare una risposta a una richiesta fin troppo a lungo disattesa.

E in questo gioco per primo il Partito Democratico si trova di fronte a un scelta: quella del tentativo di sopravvivere a se stesso, nelle forme e nei contenuti visti fino ad ora, nel superamento di quella logica feudale fatta di cooptazione e capi-corrente, e il lancio di una sfida, la voglia crescere, di osare, di diventare finalmente quel contenitore di idee e di persone, quel laboratorio riformista che in tanti abbiamo auspicato fin dai tempi della sua nascita. Significa questo che tutto ciò che abbiamo fatto fin qui sia da buttare? Assolutamente no.

Dobbiamo tenerci stretto il processo costituente che nel 2006-7 favorì l’avvicinamento alla politica di tanta e sana società civile e la voglia di costruire programmi condivisi. Un processo però che dovrà essere basato su primarie aperte svolte in tempi adeguati, regolamenti chiari, e non più sulla base dell’emergenze e della straordinarietà. E lo stesso valga per i programmi, da costruire e dibattere, anche in rete.

 

L’utilizzo delle rete, perciò, come motore di democrazia partecipativa e di trasparenza nell’Italia del nuovo millennio. Oggi siamo chiamati a rimettere in moto quell’idea di riformismo, di partecipazione, di coinvolgimento, di presenza, di ascolto che da sempre ci appartiene ma che da molto tempo sembriamo esserci dimenticati.

Per questo occorre una ripartenza, una rifondazione.

Un Anno Zero del PD: l’apertura di un Cantiere Politico e Programmatico organizzato per tesi, un laboratorio di idee, aperto alla cittadinanza, in un’ottica di rinnovamento generale e profondo, con scelte radicali, che rimetta al centro i cittadini, che veda la rete Internet come mezzo di partecipazione e garanzia di trasparenza, i nuovi linguaggi comunicativi come una risorsa e non come un limite, il pluralismo nei fatti e non nelle parole come arricchimento per tutto il Paese.

Un cantiere che porti alla costruzione di una nuova coscienza identitaria e di una classe dirigente diffusa che ci guidi verso la riaffermazione della dignità del popolo italiano, in una prospettiva europea, per la ripresa del cammino verso gli Stati Uniti d’Europa. Questo appello è stato sottoscritto da oltre 40 persone.

Per aderire è possibile contattare il Circolo PD Pistoia Centro (e-mail: circolocentrostorico.pd@gmail.com; SMS al. 328 0420650) e Innovatori Europei (infoinnovatorieuropei@gmail.com)

I primi fimatari:

1. Marco Frediani

2. Massimo Preziuso

3. Simona Selene Scatizzi

4. Riccardo Fagioli

5. Andrea Massai

6. Elena Sinimberghi

7. Simone Gori

8. Carla Contini

9. Massimo Alby

10. Giuseppe Rotondo

11. Massimo Baldi

12. Chiara Innocenti

13. Alessandro Cenerini

14. Ecodemvaldinievole Valdinievole

15. Giuseppina Bonaviri

16. Floriano Cecchini

17. Romano Fedi

18. Maurizio Bozzaotre

19. Deborah Lo Conti

20. Lisa Frasca

21. Rosalba Bonacchi

22. Luciano Mazzieri

23. Guido Sinimbergh

i24. Franca Baglioni

25. Salvatore Scarola

26. Simo Capecchi

27. Franco Buono

28. Roberto Bartoli

29. Carlo Bartolini

30. Toscana Per Bersani

31. Lorenzo Gregoriani

32. Marie Paul Ngo Ndjeng

33. Luca Fantini

34. Becky Cooper

35. Cristina Bianchi

36. Giacomo Sguazzoni

37. Antonella Gramigna

38. Daniela Cioni

39. Stefano Nardi

Appello pubblicato anche su La Voce di Pistoia

Il dovere della proposta

di Giuseppina Bonaviri

Il dovere della proposta spetta a chi ancora crede che il cambiamento possa esistere.

Spetta a chi, come noi, da anni sta lottando per lo stato di diritto, l’equità sociale, la cancellazione dello stigma verso le minoranze e le disuguaglianze, perché la precarietà non diventi uno stile di vita, per una democrazia partecipativa che abbia voce, per una cittadinanza attiva quale luogo di decisione condivisa, per il Bene Comune nel ricordo di un popolo e di una paese unito che nacque dal sacrificio di tanti.

Il dovere della proposta spetta a chi sa, senza rimanerne attonito, che non esistono fallimenti di lotta se non ipotecati all’interno di un fuorviante nucleo di potere: quello delle classi politiche ed amministrative corrotte, autoreplicate, clonate per egoismo tattico e per derive individualistiche che mollemente dilaniano la nostra Nazione. La civiltà del dialogo, la capacità di ascolto, il rigore intellettuale farà la differenza nell’attuale processo di decomposizione in atto che vuole sudditi ed isolamento. Essere una coscienza critica diviene, allora, obbligo morale nel rispetto di quello Stato che ora, delegittimato ed umiliato perfino nella sua laicità, si fa centrale di controllo.

Non mi sono mai sottratta a questo e non temo. Viviamo in una storia dove violenza e profitto, colpevolizzazione del dissenso diventano corporativismo di pochi potenti contro i più deboli mentre il consenso rappresenta l’obbedienza opportunistica. L’attuale mistificato galateo politico seppellisce i modelli di convivenza democratica, si moltiplicano i luoghi della illegalità come anche il silenzio e la stupidità degli amministratori. L’arroganza del potere detiene le organizzazioni, l’opposizione si fa evanescente e la società civile, sempre più isolata, si ritira impaurita dalla sfera pubblica. E mentre la politica si traduce in investimento-consenso-profitto-nuovo investimento, l’uomo involve tra rifiuti e polveri sottili. Il vecchino va con le scarpe rotte ed il bambino non ha più scuole pubbliche. Un inno al caos e al disordine. La rabbia sale mentre appare sempre più sbarrata la strada ad un sano progetto politico innovativo.

L’Italia, rimasta afona e senza anima va protetta e difesa. Fuori dalle falsità, dall’affarismo, dagli atti di fede acritici esigiamo pesi e contropesi, controlli e limiti, regole e rispetto etico. Fondamentale stabilire un limite rispettando la persona che rimane il fulcro del nostro percorso e che ci consentirà di proseguire su quella via di virtù contro la deriva e le prevaricazione a vocazione antidemocratica.

Costruire le premesse per mettere in moto un progetto nuovo, per recuperare l’amor patrio termine in disuso o quasi ridicolo si può fare. Si, dove proprio l’ amor patrio torni a parlare. Perseguiamolo tenacemente. Non vogliamo più essere umiliati, pretendiamo rispetto e serietà, coesione ed equità, meritocrazia e lavoro. Servirà lo sforzo di tutti. Riappropriamoci della nostra quotidianità, fuori dal divulgare di metodi ed antidoti da seconda repubblica dove anche gesti semplici come annusare un fiore e stringere una mano tornino ad essere un sano valore.

 

 

Un Ministero per lo Sviluppo Sostenibile per la Green Economy and Society in Italia (4 anni dopo)

Sono passati quasi 4 anni, la situazione economica e politica si è ulteriormente deteriorata. Ma il tema dello sviluppo sostenibile è oggi più attuale. La nascita di un Ministero per lo Sviluppo Sostenibile ha fatto parte degli 8 punti della proposta politica di governo di Pierluigi Bersani. Un eventuale governo guidato da Enrico Letta dovrebbe farla sua. Lanciando un super ministero, il MISS, che ponga il tema della sostenibilità quale motore della rinascita culturale, economica ed industriale italiana. Riporto la proposta che feci nel 2009 nel dibattito congressuale del PD.

di Massimo Preziuso

svilupposostenibile

Se si vuole essere protagonisti nella nuova epoca della Sostenibilità, questo è il tempo delle grandi innovazioni, soprattutto in Italia.

Tante sono le cose da fare, nel settore pubblico ed in quello privato, nei mondi della scuola, della ricerca, dell’industria, dei media, della finanza ed altri ancora.

Ma la prima cosa di cui un Paese come il nostro ha bisogno oggi è la nascita di una struttura di Governo che attui e coordini tutto il complesso di “politiche pubbliche” necessarie all’avvio di un percorso che ci porti ad una Green Economy and Society.

Una soluzione in tal senso è la nascita di un Ministero per lo Sviluppo Sostenibile (MISS), che accorpi in sé il Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM).

In tal modo, il MISS si doterebbe della forte capacità di impatto sul mondo industriale dell’attuale MSE (che è l’amministrazione di riferimento per i settori portanti dell’economia italiana) e dell’esperienza e competenza in tema ambientale del MATTM (che è l’amministrazione preposta all’attuazione della politica ambientale), migliorando efficacia e efficienza della spesa pubblica.

Il Ministero per lo Sviluppo Sostenibile diverrebbe così, insieme al Ministero dell’Economia, il motore delle politiche di sviluppo (sostenibile) dei prossimi decenni in Italia.

Una proposta come questa, oggi, è chiaramente una provocazione, ma un Paese moderno, perché possa cambiare davvero, ha il dovere di discutere anche di provocazioni.

La frana: metafora di un Paese che crolla

di Giuseppina Bonaviri

Il Paese sta franando, chi amministra è chiamato ad intervenire.

Frosinone -come l’Italia- presenta moltissime criticità: dalle frane al dissesto dei conti pubblici, dal blocco delle attività produttive alla disoccupazione che giornalmente uccide intere famiglie, dal discredito di un intero sistema istituzionale alla incuria di una classe politica incapace. Siamo in una fase di emergenza e di allarme. Bisogna avere l’onestà di ripensare il modello di sviluppo dominante fallito.

La questione del territorio è aperta: dovrebbe risultare ai primi posti nell’ordine del giorno di una agenda politica seria. Il rapporto ambiente-territorio è emblematico e inquietante se analizzato dal punto di vista tecnico. L’Italia che frana è la metafora di un malgoverno che ci tiene in ostaggio, di una pericolosa condizione di instabilità che sta attraversando l’intero Paese e Frosinone ne risulta l’emblema in quel suo stato di abbandono causato dalle cattive e scorrette politiche, dalla incuria della sua classe di amministratori inadeguati e corrotti che non hanno mai applicato regole tanto meno modelli innovativi. Si continua a non tenere in conto i reali bisogni della nostra città nel pieno della sua decrescita, con le sue annose questioni morali ed economiche, senza alcuna organizzazione di agende di lavoro, di prevenzione ambientale, di salute e sicurezza pubblica. Gli strumenti di una corretta politica del territorio si fanno interpreti della complessità del sistema sociale non potendo essere valutati solo i parametri edilizi speculativi e urbanistici. Si devono prendere in seria considerazione i parametri sociali, economici e ambientali locali. I cittadini dovrebbero, poi, essere in grado -dopo dovuta e corretta informazione ( che dalle nostre parti è inagibile anche per la promiscuità tra stampa, canali mediatici televisivi e potentati locali) trasferita attivamente anche grazie alla consapevolezza di istituzioni vicine al bene comune- di valutare gli effetti delle politiche del territorio anche senza essere degli esperti. Nella attuale fase di postmodernità, infatti, è necessario che avvenga un veloce processo di maturazione, base della conoscenza, in materia di pianificazione del territorio. Oggi è evidente un problema di stile di vita che riguarda la necessaria ridefinizione dei bisogni a partire dal riposizionamento del lavoro, dell’agricoltura e delle aziende che un tempo operavano in ciociaria con l’utilizzo di nuove fonti rinnovabili e della blue green economy. Occorre anche per questi motivi attivare subito un censimento tecnico, nel rispetto ambientale, che disciplini e razionalizzi armoniosamente la nostra città. Chiudiamo con la stagione del saccheggiamento e mettiamo in atto un piano di messa in sicurezza e risanamento del territorio che potrà tornare ad essere un momento di opportunità per tutti i suoi abitanti. Imparando ad assecondare la madre terra si recupererà il rapporto con la natura e la natura finalmente tornerà a premiarci.

Riflessioni su un delicato momento politico

di Arnaldo De Porti

Quando Berlusconi vinse le elezioni la prima volta ebbi l’onore di parlare con il povero Beniamino Andreatta, maestro dell’attuale primo ministro, Enrico Letta (posto che  possa sciogliere le riserve), malgrado i vari veti, soprattutto di Alfano, alla composizione di un governo che, quest’ultimo vorrebbe con Ministeri importanti: insomma, malgrado le parole di Napolitano, il do ut des, sembra ancora avere spazio. Onestamente, sarà dura, per Letta, anche perché il berlusconismo ha preso radici sotto terra, come le piante di bambù…

A questo proposito, vorrei riproporre un articolo che scrissi una decina di anni fa, esattamente in data 3.12.2004,  e che potrebbe essere rinfrescato. Eccolo : 

L’EX MINISTRO ANDREATTA : UN  VERO  PROFETA.

 Dico ormai da alcuni mesi su vari giornali le stesse cose che  anche Eugenio Scalfari dice oggi su Repubblica.  Devo quindi ripetermi ancora una volta, non certo per una sorta di revanscismo verso Scalfari che stimo molto per la sua elevata professionalità.    Da tempo infatti ripeto che, da quando c’è questo governo di destra,  il Presidente della Repubblica,  ha in mano una patata così bollente  che nessun “foile” ( ndr. medicamento contro le ustioni )  è capace di lenirgli le scottature di alto grado. Mai infatti, dalla costituzione della Repubblica italiana, si è insediato un governo come l’attuale, che, non solo viene aspramente criticato in tutto il territorio nazionale, ma viene addirittura sospettato  in quasi tutta la Comunità europea…  Forse anche dalla stessa Spagna di Aznar e dallo stesso Blair che vedono in Italia  una  destra del tutto singolare ed al di fuori di ogni regola.  Se questi ultimi infatti non lo hanno detto apertamente  al nostro premier quando si  sono incontrati in Italia, ciò è dovuto unicamente alle regole  di un certo “bon-ton” dell’ospite nei confronti dell’ospitante.  Il nostro premier and co., forse non l’hanno ancora capito ?  O forse hanno capito fin troppo bene, fingendo  però di non  capire che non tutti sono venditori di tappeti,  ma che sono, al contrario, portatori di diplomazia che non fa le… corna   ? Come invece  ha fatto il nostro premier in un importante consesso, facendo vergognare anche il sottoscritto nella sua veste di italiano ?

Sono comunque assolutamente convinto che, non appena gli Italiani si saranno accorti di trovarsi di fronte al più grande venditore di…tappeti, come dice oggi Scalfari, si pentiranno amaramente, senza cadere mai più in inganno.   Oggi, quanto a miracoli,  il nostro premier da dei punti a..Padre Pio: egli infatti, come ha detto Scalfari, è capace di lacrimare sangue perché  purtroppo esistono ancora molti “gonzi” che credono ai miracoli…e quindi lo votano.

Sfogliando Repubblica, ho visto una foto dell’ex Ministro Beniamino Andreatta, il quale,  da quasi tre anni politicamente impotente a causa della sua grave malattia, sta osservando a letto quanto sta succedendo in Italia, forse peggiorando le sue condizioni di salute. Vedendolo,  ho avuto  un trasfert in un discorso che egli mi fece   quando era in ottima salute.  Proprio qui a Belluno, in Sala Muccin del Centro Giovanni XXIII,  qualche anno fa.    Egli mi disse, elencandomi  sottovoce  5 personaggi di questo governo,   allora  all’opposizione,  che se per caso si fosse avverato ciò che in effetti purtroppo è successo il  13 maggio 2001,  l’Italia avrebbe perso, in primis, la sua dignità.

 

L’ex Ministro ANDREATTA con De Porti e l’ex Segr. Regionale PPI, in una foto di qualche anno fa.

Ed aveva assolutamente ragione.  E’ mai possibile infatti, tanto per dirne una delle ultime, che un premier garantisca per le fesserie che dice un suo Ministro contro l’Europa ?   Ma insomma i Ministri Italiani di questo governo hanno bisogno di tutori in quanto incapaci di intendere e di volere ?    Ed il Presidente della Repubblica come risolverà la beffa relativa alla legge sul conflitto di interessi, senza dubbio molto irriguardosa anche nei suoi confronti, visto che mi sono vergognato pure io come semplice cittadino nei confronti dell’Europa ? 

Quale grande profeta, sei stato Beniamino!

Domanda finale : “ Sarà capace Enrico Letta di rimuovere quel berlusconismo che ha fatto ammalare il suo maestro, prof. Beniamino Andreatta, di cui a foto con lo scrivente ?  Sarà dura, perché le preoccupazioni di Andreatta sono ancora molto e molto attuali.

Enrico Letta premier. Un bel goal, all’ultimo minuto, per il PD

Sembra che Enrico Letta sarà il nuovo Presidente del Consiglio.
Enrico è persona seria, preparata e fortemente europeista.
E nei fatti la continuazione – evoluzione politica di Romano Prodi e Pierluigi Bersani.
Con lui il Paese potrà ritrovare centralità nel dibattito di Brussels.
Soprattutto se porterà con sé al governo competenze di livello riconosciuto.
Poche ore e tutto si saprà.
In bocca al lupo da tutti noi.
 
Massimo Preziuso

Let us focus on Europe, now!

 from European Innovators

In the last months and years, as Innovatori Europei, we have been working and focussing on italian politics. Our idea was (and is) to give (innovative) insights and ideas to the current political debate with a european view.

It has been a huge job. Particularly as we don’t know if we made some real goal.

In any case, it is now time to shift a part of our attention to the main goal: the creation of a solid and sustainable European Union.

For this reason, we want to spread our discussions and projects to a european – wide level.

The first move is going to be the creation of a federation of innnovation – based political initiatives located in the continent. With the ambition to strengthen the actual debate on the future of the Union.

We invite all the European Innovators to join us in this intellectual project.

For any info, please contact us.

European Innovators – Innovatori Europei

Let us focus on Europe, now!

In the last months and years, as Innovatori Europei, we have been working and focussing on italian politics. Our idea was (and is) to give (innovative) insights and ideas to the current political debate with a european view.

It has been a huge job. Particularly as we don’t know if we made some real goal.

In any case, it is now time to shift a part of our attention to the main goal: the creation of a solid and sustainable European Union.

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