Boschi
21 giugno, Roma – Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese
Potete visionare la Brochure e la Locandina del convegno.
Link al messaggio del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Matteo Renzi
Link al messaggio del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, On. Graziano Delrio
Link al messaggio del Vice Segretario del Partito Democratico, On. Lorenzo Guerini
Link al messaggio del Presidente del Parlamento Europeo, On. Gianni Pittella
Link al Video Messaggio di saluti del Capogruppo alla Camera dei Deputati del PD, On. Roberto Speranza
Link al Video messaggio del Prof. Alfonso Celotto
Link al messaggio del consigliere regionale della Basilicata, Mario Polese
Messaggio del Presidente del Parlamento Europeo On. Gianni Pittella – Convegno 21 Giugno a Roma su “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese”
Gianni PITTELLA Acting President of the European Parliament
Bruxelles 20giugno 2014
Care amiche e cari amici, Sono davvero dispiaciuto di non poter partecipare a questa importante iniziativa che vede coinvolti diversi attori della nostra società. Vorrei innanzi tutto ringraziare gli Innovatori Europei e in particolare il Presidente e caro amico Massimo Preziuso per l’invito rivoltomi. Vorrei estendere i miei saluti a tutti i partecipanti e alle autorità presenti.
Per sviluppare in maniera equilibrata questa importante area del Paese, il cui ruolo attivo è decisivo per il rilancio dell’intera Italia nel contesto europeo ed internazionale sarà necessario definire un quadro strategico definito e vincolante, di compartecipazione dei vari livelli istituzionali e dei grandi enti proprietari o gestori di reti di trasporto e di connessione. Concentrare gli interventi deve essere un obiettivo comune, così come costruire le condizioni affinché i tempi di realizzazione degli interventi siano rispettati. Eccessiva frammentazione degli interventi e dilatazione spropositata dei tempi di progettazione e realizzazione sono i problemi su cui concentrare l’attenzione rispetto alle infrastrutture. Compito di una classe dirigente politica responsabile deve essere condividere in maniera chiara le strategie infrastrutturali nel rispetto dei diritti delle popolazioni locali. E per la realizzazione bisogna essere netti: investiamo la metà delle risorse europee sulla logistica e le reti infrastrutturali per utilizzarle e conseguire un risultato purché sia utile. Un altro tema fondamentale per il Mezzogiorno è il Mediterraneo, quale sua area vocazionale di riferimento. Il Mezzogiorno può aspirare ad essere la piattaforma logistica del Mediterraneo mettendo in campo un approccio unitario e coordinato, di “politica estera” ed “europea”. Il ruolo del Mezzogiorno nel Mediterraneo non può essere giocato in maniera episodica o attraverso iniziative di singole istituzioni regionali o locali. Il ruolo dell’Italia, e del Mezzogiorno, nel partenariato euro Mediterraneo per cogliere pienamente le opportunità che potranno derivare dai rapporti con la sponda sud, deve essere di primo piano.
Il ruolo delle città quali elementi di traino dello sviluppo e luoghi di innovazione nei servizi alle persone e alla imprese à fondamentale. Oggi le grandi città meridionali sono sottoposte ad un carico enorme che crea sacche sempre più grandi di disagio sociale, e non sono supportate da una rete di città medie con elevati livelli di qualità della vita. I grandi centri urbani devono trasformarsi nei luoghi in grado favorire una diffusione di servizi collettivi efficienti ed accrescere il ruolo internazionale delle aree metropolitane meridionali nel perimetro delle Smart cities e con il riferimento preciso al loro ruolo nel quadro strategico di politica estera nazionale ed europea nell’area mediterranea. In questo quadro, l’agenda urbana come opzione strategica all’interno degli indirizzi per la programmazione 2014-2020 della politica di coesione necessita di una chiara collocazione del sistema urbano meridionale in uno scenario di medio-lungo termine che è nazionale ed europeo.
In conclusione, dalla crisi del modello di sviluppo di matrice neo-liberista, alla crescita delle disuguaglianze su scala planetaria, all’inquinamento del pianeta, la sfida del Mezzogiorno si gioca non nella rincorsa a modelli che hanno funzionato altrove, ma sulla capacità di valorizzazione dei beni comuni e dei beni collettivi peculiari della sua storia e del suo territorio all’interno di un quadro di regole e valori condiviso a scala nazionale ed europea, che costituiscono oggi un riferimento fondamentale per sperimentare anche un nuovo paradigma dello sviluppo sociale ed economico. In ultima analisi la questione meridionale è questione nazionale. Lo sviluppo del Mezzogiorno non è e non può essere in contrapposizione alla questione settentrionale, o un percorso di crescita inquadrato essenzialmente in una convergenza dei livelli di reddito, ma uno degli elementi centrali per il funzionamento complessivo del suo territorio e dell’intero Paese.
Buon lavoro.
Gianni Pittella
Messaggio del Consigliere Regionale della Basilicata Dr. Mario Polese – Convegno 21 Giugno a Roma su “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese”
Saluto i presenti e ringrazio per l’invito all’interessante convegno. Nonostante la mia assenza, a causa di motivi di salute, mi preme esprimere alcune considerazioni sull’importante e strategico ruolo che oggi il Mezzogiorno può e deve rivestire all’interno del processo di crescita e di sviluppo del nostro Paese.
L’Italia sta attraversando un periodo di preminenti sfide e cambiamenti: accanto alle crescenti esigenze di Globalizzazione, Liberalizzazione dei mercati ed Internalizzazione delle imprese imposte dall’attuale logica di mercato, l’Unione Europea impone nuovi standard di sviluppo e di crescita al fine di innalzare il livello competitivo e la relativa capacità di risposta al nuovo fenomeno internazionale dell’espansione del mercato asiatico.
In un contesto di tal genere il nostro Paese e precipuamente il Mezzogiorno, considerata la strategica posizione geografica nell’area commerciale del Mediterraneo, deve necessariamente potenziare un efficace ed efficiente sistema logistico, diretto a sostenere le imprese e con esse l’intera economia, con l’obiettivo di innalzare la competitività imprenditoriale ed infrastrutturale al pari livello di quella nord-europea. Per far ciò occorrono politiche di sviluppo ed un sistema normativo che dia un impulso serio e reale alla realizzazione di un vero e proprio sistema logistico meridionale, che agirà in modo integrato e coeso.
A mio avviso, adottare una strategia di azione sinergica tra le Regioni del Mezzogiorno può contribuire, in tal senso, a rilanciare l’intero territorio.
E’ proprio questa la mia visione di Macroregione: non abbattimento di confini o soppressione di competenze, ma cooperazione e coesione interregionale attraverso la realizzazione di progetti comuni e condivisi, miranti al potenziamento delle relazioni e a rendere il Mezzogiorno una zona di prosperità condivisa che si consolidi come il cuore pulsante dell’intero Mediterraneo.
Tale strategia permetterà di poter utilizzare in modo sinergico ed integrato le risorse ancora disponibili della vecchia programmazione comunitaria 2007/2013 (circa 19 miliardi da spendere entro il 2015) offrendo, al contempo, l’opportunità di accedere ai fondi della nuova programmazione attraverso progetti di cooperazione interregionale miranti all’innalzamento quanti-qualitativo delle capacità competitive, della produzione e dell’offerta di lavoro.
Mario Polese
Messaggio del Vicesegretario del Partito Democratico On. Lorenzo Guerini per il convegno “Logistica e infrastrutture. Il contributo del Mezzogiorno alla crescita economica italiana” del 21 giugno 2014
Saluto a nome mio e di tutto il Partito Democratico questa iniziativa che ospitiamo con grande piacere. Si tratta di un importante momento di riflessione su di un settore strategico, quale quello della logistica e delle infrastrutture, per la crescita dell’Italia e ancora di più per il Mezzogiorno che sconta ritardi pesanti che penalizzano l’intero sistema Paese.
Purtroppo per impegni precedenti non potrò essere con voi ma l’attenzione del Partito Democratico nei confronti delle tematiche affrontate è altissima.
Abbiamo imboccato la strada giusta per rilanciare l’economia: le riforme messe in campo dal Governo puntano a creare le condizioni utili per ripartire. Dal taglio dell’Irap, alla riduzione dei costi dell’energia, dal decreto Poletti alla Legge delega, dagli 80 euro per sempre in busta paga alla riforma della PA, passando per il riassetto istituzionale e il ridisegno del sistema fiscale. L’elenco completo è lungo e articolato proprio perché era necessario rispondere ai tanti elementi di criticità che presentava il Paese. Oggi abbiamo di fronte a noi sistemi sempre più complessi, dove l’interazione tra i vari componenti è fondamentale al pari della qualità che è obbligatorio raggiungere per essere competitivi nello scenario europeo e internazionale. Strade, ferrovie, porti, aeroporti, reti digitali, sono assetti fondamentali per valorizzare la qualità italiana, per dare ai cittadini servizi adeguati che rispondano alle esigenze di un Paese moderno in movimento, rendendoci così credibili nel contesto internazionale. Elementi decisivi anche per valorizzare pienamente il tesoro paesaggistico e culturale che vanta l’Italia. Risorse che troppo spesso ci limitiamo a sfruttare ma che non valorizziamo adeguatamente, rinunciando così a importantissime opportunità. In particolare, la crescita del sistema infrastrutturale del Sud, di cui si parla da decenni, può essere una delle leve su cui agire per ridare competitività all’Italia e per creare nuovi posti di lavoro. Si tratta di una sfida difficile ma che dobbiamo saper cogliere nella consapevolezza dei tanti ostacoli che si frappongono alla creazione delle condizioni necessarie per poter operare.
In proposito, con la nomina di Raffaele Cantone, il Governo ha inteso dare un segnale chiaro: L’Italia fa sul serio anche sul fronte della corruzione che tanto pesa al pari della burocrazia sui ritardi che scontiamo nella realizzazione di infrastrutture fondamentali. Abbiamo bisogno delle grandi e piccole opere per crescere, abbiamo bisogno che si torni ad investire e vogliamo che si sappia che da noi lo si può fare senza pericoli per chi è tornato a credere nell’Italia.
Dobbiamo tornare ad essere il Paese delle opportunità, un’Italia moderna in grado di far valere in tutte le sedi le sue ragioni e le sue incomparabili capacità. Le ultime elezioni ci hanno consegnato un risultato importantissimo che non disperderemo e che faremo valere ovunque. Il lavoro che ci attende è lungo e complesso ma non ci spaventa. Siamo convinti che con il contributo di tutti potremo ottenere grandi risultati.
Vi auguro quindi buon lavoro nella certezza che oggi potranno emergere spunti utili per contribuire alla crescita del Paese.
Lorenzo Guerini
Messaggio del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Coesione Territoriale On. Graziano Delrio – Convegno 21 Giugno a Roma su “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese”
Roma, 20 giugno 2014
Gentile Presidente Preziuso, gentili “Innovatori Europei”,
impegni precedentemente assunti non mi hanno consentito di raccogliere il Vostro invito.
Desidero comunque farvi giungere il mio apprezzamento per l’organizzazione dell’ evento di riflessione e approfondimento sui temi del Mezzogiorno.
Senza dubbio il gap infrastrutturale e logistico rappresenta, per le aree interessate, una delle più pesanti diseconomie e ingiustizie sociali perché il sistema Paese possa realmente essere competitivo ed in grado di posizionarsi al centro di nuovi scambi che pure il processo di globalizzazione ha attivato, in particolare nell’area del Mediterraneo.
Stanno progressivamente migliorando, in tempi recenti, i risultati legati all’utilizzo delle risorse europee, ma deve esser ancora compiuto quello scatto che consenta, attraverso progetti e investimenti, di mettere in moto un meccanismo virtuoso di rilancio del Paese.
Di fronte a tale realtà, e all’obiettivo di Sbloccare l’Italia, è sostanziale che la Programmazione delle risorse della Politica di Coesione per il nuovo ciclo di spesa sia al massimo delle proprie possibilità di efficienza e raggiungimento degli obiettivi.
Certo che in futuro non mancheranno ulteriori occasioni di confronto, Vi formulo i miei più calorosi auguri per i Vostri lavori e Vi ringrazio per il contributo che darete.
Graziano Delrio
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Coesione Territoriale
Messaggio del Prof. Alfonso Celotto – Convegno 21 Giugno a Roma su “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese”
Messaggio del Presidente del Consiglio On. Matteo Renzi – Convegno 21 Giugno a Roma su “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del Paese”
Gentile Dottor Preziuso,
il Presidente Renzi La ringrazia per il cortese invito. Purtroppo, a causa di impegni già in agenda, non potrà essere presente; desidera comunque far giungere a tutti i partecipanti i migliori auguri di buon lavoro e di pieno successo del Convegno.
Con i saluti più cordiali
La Segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri
Innovatori europei: per il Sud una nuova fase da protagonista? (Articolo di Europa Quotidiano su convegno 21 giugno)
Il 21 giugno al Nazareno (sala delle conferenze del Pd) il convegno “Logistica e infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del paese”
L’associazione Innovatori europei ha organizzato per il 21 Giugno al Nazareno di Roma un convegno fortemente caratterizzato fin dal titolo: “Logistica e Infrastrutture. Il ruolo del Mezzogiorno e il suo contributo all’economia del paese”, con uno sviluppo degli interventi che vuole dimostrare come la ripresa dell’Italia sia pura illusione se non si attribuisce, una volta per tutte, al Sud un nuovo ruolo: non più inerte beneficiario di provvidenze utili a consolidare rapporti clientelari ma parte orgogliosamente e consapevolmente integrata nel territorio nazionale, organica allo sviluppo dell’intero paese. Certo, non è una tesi completamente nuova, ma è la prima volta – da quanto ci risulta – che il tema è trattato in maniera così approfondita.
La scaletta degli interventi è infatti estremamente ricca, tanto da costringere gli organizzatori a dividere l’evento in due sessioni, una più tecnica e politica al mattino e una al pomeriggio che si propone di mostrare come il mondo si muove così rapidamente da non lasciare scampo a chi non accetta le sfide del nuovo mondo globalizzato. Ed è proprio qui che si tocca di nuovo con mano lo “spirito del cambiamento” in atto nel paese: come affermano gli Innovatori europei, appena è iniziata a circolare la voce che si stava organizzando al Nazareno un convegno su questo tema, sono arrivate da ogni parte d’Italia tantissime richieste per poter assistere o anche per dare il proprio contributo al successo della manifestazione. È segno che sta per iniziare una nuova fase? O che forse è già iniziata?
Pittella, “Europeo” senza snobismi
di Massimo Micucci su Il Rottamatore
C’è una vittoria nella vittoria del Pd, quella di Gianni Pittella. Un politico del popolo, riformista da sempre pragmatico e popolare. Non nel senso cui sono abituati i fighetti della politica e dei media. Neanche questa volta il suo partito lo ha messo capolista, per una scelta di “genere” mentre di solito lo snobbava un per una scelta di “specie”. Gianni Pittella non ha infatti quarti di nobilità comunisti o democristiani e non è neppure un affabulante giornalista, di quelli che si prendono un seggio e poi passano la loro vita a parlar male del partito che li ha eletti. È un politico, anzi un lavoratore della politica che è partito dalla Basilicata, la regione in assoluto più isolata dell’Italia, ha origini nel Partito Socialista, che è stato a lungo il partito più vituperato a sinistra. Quando è andato a fare il parlamentare europeo, però, ha avuto sempre chiaro che non doveva mai “farsi fregare” da un comodo seggio, che non doveva smettere di pensare al Sud. Così ha coltivato instancabilmente una sua rete di contatti, di idee, di persone, di organizzazioni che non hanno mai coinciso con il “partito” esistente e ha messo al centro il riscatto del Sud, il ruolo politico dei suoi territori.
Una scelta fatta di attenzioni, di dialogo con gli elettori (anche quando non c’erano elezioni) di legami e di proposte. È stato, anni fa, il primo politico italiano che ho sentito parlare di eurobond. Ha fondato una associazione bipartisan sui temi del Mediterraneo. In un dibattito radiofonico ormai lontano, mi è capitato di definirlo un networker instancabile. Eppure un meridionale a Strasburgo non ha molto da distribuire in termini di vecchia politica e favori. Conosco giovani parlamentari di oggi che preferiscono fare il sindaco o il consigliere comunque nel loro paese. Gianni Pittella non ha mai smesso di lavorare in quel “teatro” della politica (che pur tornando “trendy” è rimasto spesso deserto) dove ci sono le persone. Non abbandona mai europarlamentari più sensibili ai temi della innovazione.
Non è un “uomo di comunicazione”, è un politico che comunica, e non si chiude ed ha avuto il coraggio di candidarsi segretario e poi però di allearsi con Renzi senza pretendere una “correntella”. Già godeva di stima e di simpatia diffusa sia in Parlamento che fuori. Con una campagna elettorale innovativa, fisica, stringente e faticosissima, ha abbracciato generosamente persino la capolista più “difficile” del quintetto, Pina Picierno, aiutandola con spirito di partito e portandosi a un record di preferenze oltre le duecentomila. Perché dico tutto questo? Perché Gianni Pittella oggi, in un voto che ha il segno di Matteo Renzi, è un anello di congiunzione tra popolo ed Europa, e abbiamo capito tutti quanti ce ne sia bisogno. Se dopo aver bene operato da vice-presidente, diventasse Presidente o altro, farebbe certamente bene all’Europa che va ricostruita innanzitutto in rapporto con i territori e con le persone.
Innovatori Europei intervista Gianni Pittella – Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo, candidato PD alle elezioni europee nel Sud Italia
Come sai, gli Innovatori Europei supportano la tua attività in Europa fin dal 2004-05, in un periodo di forte tensione riformista in Italia, quale politico meridionalista, europeista e innovatore.
Innanzitutto, cosa è diventata Brussels oggi rispetto a quando vi arrivasti più di un decennio fa?
Bruxelles ha riconfermato il suo statuto di capitale d’Europa. E’ il baricentro dell’Unione Europea, la quale resta il futuro del nostro continente. E’ il nostro futuro per ragioni ideali, perché l’unità europea è il più grandioso progetto di riconciliazione tra nazioni mai pensato nella storia contemporanea.
2) Verso la tanto auspicata Europa dei popoli e del lavoro: quali progetti intenderai sviluppare per incrementare la conoscenza e la partecipazione attiva degli italiani sull’operato politico e la progettualità europei?
Per aumentare la partecipazione dei cittadini occorre rispondere ai bisogni dei cittadini stessi. Il primo di questi è il lavoro, non solo fonte di sostentamento ma anche chiave per ottenere quella libertà, autonomia e indipendenza a cui tutti hanno diritto nella vita. Nella prossima legislatura tutti gli sforzi dovranno essere concentrati nella creazione e difesa dei posti di lavoro. Per fare questo è necessario superare l’approccio di austerità perseguito a livello europeo negli ultimi anni. Per far ripartire la crescita e creare posti di lavoro reali è fondamentale archiviare questa stagione disastrosa di politica economica. Bisogna rimettere mano al Patto di Stabilità e crescita che va reso più flessibile e meno dogmatico. Il limite del 3% va interpretato con intelligenza e non deve essere fine a se stesso. Il patto stesso prevede, infatti, che in caso di “eventi economici sfavorevoli imprevisti”, alcuni Stati membri possano richiedere una deroga alla sua applicazione. Bisogna porre le basi per una modifica dei trattati ed un superamento del patto di stabilita. La neutralizzazione del patto di stabilità nel breve periodo e la sua riforma nel lungo renderanno finalmente possibile l’attuazione di politiche di bilancio espansive in grado di sostenere la domanda.
3) Il 2014 sarà un’occasione unica per un protagonismo italiano in Europa nell’agevolare uno spostamento di baricentro politico verso il rilancio dell’economia reale e fisico verso il Sud Europa porta del Mediterraneo. Quali dunque le priorità per l’Europa nel 2014 e nella prossima legislazione europea?
Durante la prossima legislatura la priorità assoluta sarà porre fine all’austericidio che ha regnato fino ad ora, ossia l’attuazione di politiche economiche che hanno ridotto in maniera indiscriminata spesa e investimenti pubblici, principale causa dell’attuale stagnazione europea. Occorrerà perseguire la costituzione degli Stati Uniti d’Europa con una nuova architettura istituzionale che preveda la trasformazione della Commissione Europea in un autentico governo dell’Unione Europea; il Parlamento Europeo deve diventare la Camera Bassa dell’Unione a cui attribuire pieno potere di iniziativa legislativa; il Consiglio europeo sarà invece la camera alta dell’Unione. La procedura legislativa ordinaria (co-legislativa) che riconosce un ruolo centrale nel processo legislativo sia al Parlamento e sia al Consiglio deve essere generalizzata. Bisogna creare inoltre un autentico tesoro europeo che possa alimentarsi con risorse proprie.
4) Il 21 giugno prossimo terremo a Roma un convegno nazionale su “Infrastrutture e Logistica: Mezzogiorno leader nel mediterraneo”, in cui contiamo di avere la tua presenza. Le infrastrutture (fisiche e immateriali) rimangono principale volano per un mezzogiorno che oggi più che mai vive una fortissima contraddizione tra i suoi enormi ritardi di competitività e le gigantesche opportunità che lo attendono, a cominciare dal mediterraneo e dall’Asia. Che intendi fare in tal senso?
L’offensiva europeista non può che partire da quel Mezzogiorno d’Europa che più soffre gli effetti delle scelte sbagliate degli ultimi anni. Senza Europa, il nostro Mezzogiorno rischia l’isolamento e la marginalità, perché la risposta alle fragilità meridionali passa per Bruxelles. Tuttavia per cambiare l’Europa dal Sud anche il Mezzogiorno deve cambiare. Serve una nuova assunzione di responsabilità da parte delle classi dirigenti ma anche della società meridionale nel suo complesso. Il nuovo ciclo della politica di coesione 2014-2020 sarà il banco di prova su cui testare la determinazione verso il cambiamento del Mezzogiorno. Bisogna superare approcci clientelari e interventi frammentari e concentrare le risorse della programmazione sulle grandi spese di avvenire: l’istruzione e la formazione del capitale e la costruzione delle infrastrutture fisiche e immateriali che permetteranno alla società del Mezzogiorno di tornare ad essere centrale in Europa.
5) In una competizione europea sempre più vivace e in rapido cambiamento, mentre tutti guardano alle Smart Cities quali luogo dell’oggi e del domani per noi è tempo di operare (lo facciamo attraverso un importante progetto nazionale che ci porterà nei territori italiani) per le Smart Regions, aree territoriali estese, a vocazione innovativa, che difficilmente possono essere racchiuse nei confini delle città. Intendi impegnarti con noi anche in questo progetto?
Ritengo sia un progetto molto interessante, bisogna puntare tutto sullo sviluppo territoriale attraverso una politica di incentivi a sostegno del capitale umano. L’Italia può ripartire se guarderemo all’Italia creata dalle esperienze e dalle idee migliori. Questo progetto è un’opportunità che ci permetterà di valorizzare il consistente patrimonio di competenze pubblico-private dei territori, attraverso un approccio sistemico che metta al centro la Regione, intesa come “Città- diffusa”, al fine di renderla una comunità eccellente con strutture organizzative innovative, infrastrutture interconnesse e ottimizzazione dei servizi.
6) Per la costruzione di Smart Regions è fondamentale un ripensamento sulla governance dei fondi europei 2014-2020. Quali iniziative per rendere più partecipata, efficace ed efficiente la prossima programmazione europea e farne davvero motore di sviluppo economico diffuso nei territori di Italia?
Con il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei, l´Unione Europea è intenzionata a rendere l’accesso ai fondi, strutturali e non, più fruibile per le amministrazioni locali e privati sulla base di iniziative da sviluppare anche a livello di singoli Stati e Regioni. I fondi comunitari metteranno in circolo oltre 30 miliardi di euro distribuiti nel corso dei prossimi sette anni. Ci sarà bisogno di una maggiore efficienza nella gestione dei fondi da parte delle Regioni, evitandone la frammentazione, concentrandoli su grandi assets, tra i quali rientra il vostro progetto. L’Italia non può più rimanere indietro, ma anzi deve imparare a conoscere e a sfruttare a pieno queste opportunità di mercato e di finanziamento. Occasioni che porteranno a un processo di accrescimento, al miglioramento della nostra posizione in Europa e, dunque, a rendere il nostro Paese più competitivo a livello internazionale.
Grazie
A voi