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GIOVANI DEMOCRATICI

di Vincenzo Girfatti

Giovani Democratici, è arrivato il momento di impegnarsi per far sentire la voce di chi, purtroppo, fino a questo momento non ha mai avuto la possibilità di parlare e di contare qualcosa. Il 68 è lontano, ma i problemi, purtroppo, ci sono e vanno affrontati in maniera seria. I giovani italiani rappresentano, a livello mondiale, l’emblema della precarietà e della disoccupazione. Eppure abbiamo un sistema universitario che, almeno fino a qualche anno fa, formava giovani professionisti con competenze e professionalità rilevanti. Continuando così finiremo per perdere queste professionalità. Continuando così correremo il rischio di avere una classe dirigente che dalla politica starà lontano. Allora di chi è la responsabilità? Purtroppo la responsabilità è di chi non ha permesso di camminare con lo stesso passo a politica ed impresa, ad università ed ordini professionali. In Europa questo non avviene. Giovani Democratici, per essere Europei dobbiamo iniziare ad uscire allo scoperto, cercando di motivare i nostri coetanei ad interessarsi seriamente, in modo responsabile e sereno, della nazione. ‘E l’Italia che ce lo chiede. Ci proviamo?

I “QUADRI” ANTICHI

di Salvatore Viglia

Sono troppi e non abbastanza decrepiti da lasciare il loro posto. Se penso, ad esempio, a quelli come Casini, mi viene la pelle d’oca. E’ sicuro che si occuperà di noi almeno per altri trent’anni.

Disarma la consapevolezza di dover sopportare la protervia di quanti si ostinano a non lasciare il posto ai giovani.

Basterebbe, la butto lì, limitare la possibilità a due legislature ed ecco che il ricambio sarebbe assicurato. Coatto. Nessuno dei veterani, bella scoperta, ha interesse a formare una nuova classe dirigente. Da destra come da sinistra, s’intende. Neanche in questo atteggiamento elementare ed eccezionalmente popolare, si distinguono i partiti tra loro. L’osso, questo osso, non si molla.

La figura del quadro, a questo punto antico, come si usa definire il dirigente apicale della struttura di partito, è un cult. Il suo profilo è quello classico. Lo si riconosce subito dall’ostentazione della conoscenza, dalla elaborazione ideologica dei fatti chiusa nel cassetto, nella mimica facciale abbottonata ed espressiva allo stesso tempo. Non si spreca a parlare con chi non è di pari levatura. Lo vedi, però, sempre pieno di carte, di faldoni, buste foglio intero. Ma soprattutto con un pacco di quotidiani stretto sotto l’ascella libera. Strano, lui è l’artefice della politica insieme ai suoi “simili”, lui fa la politica, lui detiene le “verità”, le strategie, gli organigrammi eppure non vede l’ora di leggere i giornali per informarsi. Praticamente di sé stesso,

Solo il comizio, la propaganda, giustifica il tempo dedicato ai profani. Tutto fa pensare che questo andazzo non sarà abbandonato. Non se ne parla nemmeno e, quando se ne parla non lo si fa.

Essi, dicono sempre, e lo dicono tutti, che la questione dell’età è secondaria e che i problemi cui fare fronte, sono altri. Certo, i problemi principali sono di non salirgli sui calli.

Forse, dico forse timidamente per paura d’essere fraintesi ci mancherebbe pure questo, i giovani in gamba, le leve che potrebbero impegnarsi nelle leadership, sono diventati degli estremisti. Questa non è una buona cosa. Non solo in Italia, lo è in generale. Anche la moderazione, quando è esasperata, diviene una forma di estremismo. Ed allora, c’è bisogno che questi estremisti della moderazione si facciano sentire. Non c’è niente di male. Una volta e due i “mammasantissima” gli rideranno in faccia, poi basta.

Il problema è avere nella testa le idee, la passione che occorre ed il coraggio di esporle anche con piglio. Nessuno è disposto a fare un passo indietro spontaneamente.
Teoricamente il processo è facilissimo: indicare semplicemente una strada, il percorso e discutere sulla segnaletica.

Bisogna crederci.

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Innovatori Europei vuole radicarsi nei territori per poter poi avviare iniziative interessanti per il Partito Democratico e non solo.

Ogni referente avrà a sua disposizione una pagina (es. www.innovatorieuropei.com/campania) dalla quale organizzare “autonomamente” ma in rispetto alla MISSION (OBIETTIVI) il proprio lavoro sul territorio
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INNOVATORI EUROPEI

IL “NOSTRO” MANIFESTO DEL PARTITO DEMOCRATICO

Ecco il Link per leggere il Manifesto del Partito Democratico

C’è il Riferimento al concetto di GENERE E GENERAZIONI 

Una piccola soddisfazione per tutti noi!

I dodici “saggi”. A redigere il manifesto, dopo l’abbandono di Giorgio Ruffolo, sono stati: Rita Borsellino (che però precisa di non aderire automaticamente al Pd), Liliana Cavani, Donata Gottardi, Roberto Gualtieri, Sergio Mattarella, Ermete Realacci, Virginio Rognoni, Michele Salvati, Pietro Scoppola, Giorgio Tonini, Salvatore Vassallo, Luciano Violante.

INNOVATORI EUROPEI

INTERVISTA: ONOREVOLE PITTELLA (PSE)

Intervista al Presidente Delegazione Italiana del PSE al Parlamento Europeo (giannipittella.org)

di Massimo Preziuso

Caro Onorevole,

1) Cosa cambia nella tua azione politica da quando eri consigliere comunale di Lauria, tuo paese natale, ad oggi, con l’ incarico di presidente della delegazione italiana al PSE?

Cambia certamente la qualità  e la dimensione dei problemi, cambia il taglio con cui li affronti,non certo la passione che, per fortuna, e’ la stessa che provavo quando ho iniziato a fare i primi passi della mia vita politica ed istituzionale.
Devo anche dire che la esperienza europea, soprattutto questa, ha cambiato molto me stesso, la mia testa.
Ora mi accorgo come i tanti particolarismi e localismi, non quelli virtuosi, siano molto meno importanti di una visione globale, di uno sguardo e di un impegno di insieme.

2) Quali le manovre idonee a stimolare la crescita in Italia per recuperare in competitività ?

La patogenesi della crisi e’ certamente multifattoriale : noi non siamo cresciuti perchè il mondo e’ stato fermo,quando e dove la crescita e’ ripresa e’ avvenuto lontano da noi,i settori trainanti la ripresa (in particolare quelli della new economy) non sono propriamente quelli nei quali si e’ distinta la economia europea,la dimensione delle nostre aziende e’ ancora troppo piccola,noi non abbiamo ancora un sistema finanziario adeguato.
Ma le cause d’origine,la etiologia,affondano le loro radici in eventi e scelte più remote.
Concordo con chi sostiene che la disdetta degli accordi di Bretton – Woods (tutte le monete si cambiavano col dollaro e il dollaro con l’oro)abbia avuto un effetto dirompente azzerando la griglia protettiva delle economie nazionali e proponendo,in luogo del primato della sfera pubblica sulla economia,la egemonia dei mercati finanziari e commerciali e una dimensione non più nazionale ma globale.
A ciò si aggiunga il cambio epocale realizzato con il crollo del muro di Berlino,responsabile della caduta di ogni residua protezione garantita dalla logica bipolare.
Ecco,prima di prospettare ricette,occorre avere bene in mente le cause della crisi.

 

3) Come ritornare a parlare seriamente di innovazione e ricerca nel nostro Paese?

Puntare su innovazione e ricerca e’ senza dubbio prioritario.

Ma io vorrei delineare una agenda di punti che riguardano l’Europa e, quindi anche l’Italia :

1) superare la asimmetria tra la dimensione europea della moneta (peraltro controllata dalle Banche Centrali )e la titolarità  nazionale delle politiche economiche

2) completare la realizzazione del mercato interno,con la armonizzazione ( non semplicemente il mutuo riconoscimento ) delle regole che riguardano fisco,pagamenti,mercati finanziari,servizi, mobilità delle persone,qualifiche professionali,etc.

3) innovare profondamente la filosofia del sistema bancario tesa,oggi, più all’amministrazione delle risorse che alla messa a disposizione dei fondi necessari agli investimenti e alla crescita

4) de-ideologizzare la Strategia di Lisbona,puntando a poche chiare scelte concrete : se la competizione e’ ormai sull’immateriale, è lì che dobbiamo puntare.
Realizzare la società della conoscenza significa ad esempio finanziare le grandi reti telematiche e renderle fruibili dai cittadini .

5) trasformare il cosiddetto modello sociale europeo in Welfare delle opportunità , intervenendo con giudizio ma anche con coraggio,sui sistemi previdenziali sanitari ed assistenziali,in modo da renderli più equi, più moderni, più adeguati ad una società  profondamente cambiata

6) rafforzare la politica di tutela della concorrenza,con misure che riguardino non solo , come prevalentemente avviene ora,chi sta nell’arena di gioco, ma anche chi sta fuori .
Occorre aumentare gli ingressi e le uscite dal mercato,agendo su vari tasti : la liberalizzazione delle professioni con la riforma degli ordini,la eliminazione delle tariffe minime,il superamento del divieto della pubblicita’,il superamento dell’esame di stato,la messa in discussione del valore legale del titolo di studio;il miglioramento della legge sul fallimento;l’educazione alla imprenditorialità ;la diffusione dell’ ICT;la proliferazione dell’apprendimento on the job; il potenziamento delle attività di ricerca; etc.

7) Last-but-not-least affrontare il nodo dei meccanismi decisionali in sede europea e riformare il Bilancio.

4) L’attuale manovra finanziaria favorirà sino a quale punto un sereno percorso RIFORMISTA?

Occorreva fronteggiare i disastri compiuti dal governo Berlusconi rispetto ai conti pubblici.
Abbiamo ereditato una situazione disastrosa,col rapporto tra deficit e PIL superiore al 4 per cento,il rapporto tra debito pubblico e PIL superiore al 106 per cento e con una crescita pari sostanzialmente a zero.
Non avevamo solo il dovere di rimetterci in regola coi parametri del Patto di Stabilità  europeo.
Avevamo un obbligo ancora più forte nei confronti di noi stessi,dei nostri figli : rimettere ordine nella nostra casa e nelle sue finanze.
Lo abbiamo fatto e in piu’ abbiamo dato ossigeno alla economia con la riduzione del cuneo fiscale e contributivo,con le liberalizzazioni,con gli investimenti per le infrastrutture fisiche e immateriali che solo al sud ammonteranno a 120 miliardi,tra risorse europee e nazionali.
Dovremo accelerare su questi ultimi punti e affrontare altri nodi strutturali della economia italiana,dalla previdenza all’assistenza alla Sanità .

5) GENERE E GENERAZIONI sono elementi ritenuti da te fondamentali, e come, per la trasformazione dello scenario politico? che spazi ritieni debbano avere nell’attuale panorama politico italiano ed europeo?

Senza il contributo determinante di Giovani e Donne non andremo da nessuna parte.
Una società e una politica nelle quali i giovani e le donne stanno ai margini, non ha la vitalità, la creatività, la forza per tornare ad essere competitiva.
Riformare l’ Italia significa innanzitutto abbattere le barriere che impediscono agli outsider di entrare e di contare.
Significa avere il coraggio di colpire tante rendite di posizione e tanti privilegi che sanno di medioevo.

 

Grazie,

Roma, 21 Febbraio 2007

ECCO IL NUOVO PORTALE

Finalmente ci siamo.

Dopo un arduo lavoro, e grazie al lavoro di Rocco, ecco il nostro Nuovo Portale.

Adesso c’è spazio per tutti per collaborare alla redazione e per presentare progetti innovativi..

Scriveteci in tanti.

Un abbraccio e buon lavoro a tutti noi.

Massimo Preziuso

UN PAESE CHE PROVA A CAMBIARE!

Ciao a tutti.

Oggi mi viene di scrivere alcune osservazioni su quello che osservo, leggo e penso su ciò che sta accadendo nel nostro Paese.

Parto da un punto principale: questo Governo di Centro-Sinistra, come sostenevo da qualche anno, serviva, e non poco, all’Italia.

Dopo un quinquennio di gravi crisi, economiche e sociali , vi era bisogno di una Fase di ripensamento del modo di vedere e affrontare un mondo che è cambiato.

Il nostro Paese rischiava il paradosso: diventare una Nazione con un potenziale altissimo, ma inesplorato, per la aumentata esistenza di inequità e rendite di vario tipo.

Una specie di Argentina moderna.

Io credo che, oggi, si possa dire che tutto questo è scongiurato.

Vi faccio un elenco di esempi:

– sono partite le liberalizzazioni

– si comincia a toccare il concetto di Rendita

– si parla e si tratta politicamente di Innovazione

– si parla di un Partito Democratico in cui si avrà la forte presenza delle Donne, vera Forza del nostro Paese, e dei Giovani, che iniziano a farsi sentire, nei convegni, sulla Rete, in Tv

– si comincia a trattare le questioni di quei Servizi pubblici che Male hanno funzionato negli ultimi 20 anni: Ferrovie, Alitalia, Telecom…

– grazie alle tecnologie Internet e ad una volontà politica e culturale nuova, escono tutti i “brutti comportamenti” di cui questo Paese si è riempito, in assenza di una politica e di una società Forte

– si sta affrontando la questione del Precariato, da sostenere con ammortizzatori sociali che permettano il Giovane e non solo di fare una vita normale (comprare casa..)

– in ambito di politiche industriali ci si rende conto della necessità di aprirsi al mercato globale, sia come sbocco per i nostri prodotti/servizi, sia come luogo dove osservare ed importare Best Practices (es. il ruolo delle Borse e degli investitori istituzionali per lo sviluppo di imprese come le nostre, piccole e medie).

Buona domenica.

Massimo Preziuso

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