Significativamente Oltre

preziuso

Roma, 20 Maggio 2014. Dibattito con candidati: Verso la Smart Nation, la Regione Lazio nella nuova competizione europea

Innovatori-Europei-defIl progetto di Innovatori Europei dal titolo “Verso la Smart Nation” ambisce a disegnare una nuova governance dello sviluppo delle città e delle regioni, inquadrata in un contesto Paese rinnovato, attraverso la costituzione e valorizzazione di reti territoriali che siano volani per nuovi percorsi di produzione e internazionalizzazione. 
 
Esso si compone di un inquadramento generale sulla Smart Nation e di un livello progettuale già avviato nelle Smart Regions and Cities, in cui disegnare un futuro intelligente.
 
Nel convegno “Verso la Smart Nation: la Regione Lazio nella competizione europea” ne discuteremo con innovatori  – candidati della Circoscrizione Centro Italia nei vari schieramenti politici alle prossime elezioni europee .
 
AGENDA
 
Luogo: Caffè Letterario, Via Ostiense, 95, 00154 Roma
 
ore 17 Apertura dei lavori : Massimo Preziuso  (Coordinatore  IE), Giuseppina Bonaviri, (IE Lazio)
 
 ore 17.15 Presentazione dello studio “Verso la Smart Nation”: Cesare Pozzi (Luiss Guido Carli)
 
ore 17.30 Gli Innovatori Europei (*) dibattono con i candidati della Circoscrizione Centro Italia:
 Ines Caloisi (Scelta Europea), Valentina Mantua (Partito Democratico), Flavia Marzano (GIVE – Green Italia Verdi Europei),  Adriano Redler (Forza Italia), Domenico Rossi (Popolari per l’Italia) , Bianca Maria Zama (Movimento 5 Stelle)
Modera: Piero Di Pasquale (giornalista e imprenditore)
(*) In collegamento da tutta Europa i coordinatori regionali di Innovatori Europei
 
Per aderire scriveteci a infoinnovatorieuropei@gmail.com o visitate la pagina Facebook dell’evento.
 

The Mediterranean is back

salzanoby Pasquale Salzano (published on Longitude, n.38)

Between calls for diversification of natural gas sources and new basins being developed in the Mediterranean and North Africa, a geopolitical axis shift is occurring.

Recent political turmoil in Ukraine is reviving the long-standing European debate on energy security and competitiveness. The European Union today relies on Russia for a significant proportion of its gas imports – around 24% in 2012 at some 160 billion cubic meters, half of it passing through Ukraine – with Central Eastern and South – east Europe almost entirely dependent on this supply. If the Old Continent wants to further diversify its energy sources in the short to medium term, the Mediterranean will become increasingly relevant along with other options, such as shale gas or LNG from the UnitedStates.

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Per rinnovare il Paese, un nuovo management è urgente adesso

aziende pubblichedi Innovatori Europei

Nelle prossime settimane il governo Renzi nominerà i nuovi managers delle grandi aziende controllate dallo Stato.

Come sempre capita in questi casi, non vi è discussione pubblica a riguardo, nonostante l’importanza cruciale di queste scelte per provare a rimettere in campo il Paese – in ginocchio dopo un decennio pieno di crisi – disegnando nuove politiche industriali e nuove alleanze internazionali.

Evidente infatti quanto le grandi aziende italiane (ENI, Enel, Finmeccanica, Telecom e le altre) contribuiscono a definire quello che è il presente e quello che potrebbe essere il futuro del Paese.

In questo passaggio cruciale, il governo ha la possibilità di definirsi “innovatore”, nel rinnovare con nuove personalità e competenze di caratura internazionale i management di queste grandi aziende, per poter ragionare insieme ad essi sulle nuove sfide di natura industriale e politica, emerse nell’ultimo decennio, che possono essere affrontate e vinte dal nostro Paese.

E con un nuovo management dare il senso del cambiamento di prospettiva e di visione ad un intero Paese, con effetti positivi – politici e sociali – a cascata che sono immaginabili.

Per il momento, le attese suscitate dal Governo Renzi sono sicuramente positive e l’idea di cambiare la totalità dei top-manager attuali delle grandi imprese dopo molti anni di governo di quelle imprese e risultati a volte modesti (come documentato per la più grande società italiana, l’Eni, da un ottimo articolo di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera) è presupposto fondamentale per continuare incisivamente la sua azione riformatrice.

A leggere la stampa delle ultime settimane, anche il Tesoro, con il competente neo ministro Padoan, sembra volere puntare dritto in questa direzione.

Come qui doverosamente già evidenziato alcuni giorni fa, l’unico elemento di perplessità in questa vicenda riguarda il lavoro di uno dei cacciatori di teste scelti a suo tempo dal precedente Governo proprio per collaborare proprio con il Tesoro alla selezione dei nomi per la guida delle grandi imprese partecipate. Ci riferiamo a Spencer & Stuart, i cui requisiti di indipendenza in questo caso rischiano di essere offuscati in quanto sembra essere consulente proprio delle grandi imprese il cui management dovrebbe contribuire a cambiare. E dalla presenza nel suo advisory board della figura politica di Gianni Letta, che fu evidentemente uno dei protagonisti principali delle nomine degli attuali vertici delle imprese di stato.

Tutte notizie che oggi risultano confermate anche da L’Espresso, con un articolo della sua importante firma Denise Pardo.

Viene allora da chiedersi: possibile che, anche per motivi di opportunità, non potesse essere individuato un altro cacciatore di teste al suo posto?

Il network come metodo. Francesco Nicodemo, voce del Pd

Originario  di Lauria superiore, ecco chi è l’uomo che organizza la comunicazione del Partito democratico.

di Sara Lorusso (Quotidiano della Basilicata)

Il network come metodo
Francesco Nicodemo, voce del Pd di Renzi(foto gonews.it)

POTENZA – Cominciamo dalle origini. «La mie? Orgogliosamente lucane», twittava qualche giorno fa.

Di Lauria superiore, per la precisione. Il papà di Francesco Nicodemo, responsabile comunicazione del Pd, è arrivato a Napoli dalla Basilicata anni fa per studiare e poi ha messo su famiglia. Ma Francesco, classe ’78, a sua volta da Napoli a Roma con – racconta nella bio – il pallino per i Radiohead e la politica, in Basilicata torna spesso. Un’infanzia passata a lungo qui tra mare e montagna, a zonzo tra i luoghi di famiglia, le contrade dove erano cresciuti i nonni; oggi in estate tappa a Maratea. Ricordi densi di una terra che «accidenti quanto è bella». Uno per uno, cita tutti i paesi della costa tirrenica, gira a largo, poi approda mentalmente nell’entroterra. «Al Pollino, a quei paesaggi, sono legato. Molto».

Matteo Renzi ha chiamato Francesco in segreteria,  a organizzare il partito anche in rete, a costruire  la comunicazione democratica tra luoghi e digitale. «È che non c’è differenza tra l’abitare la rete e il paese reale. Cittadini. Perché dovremmo prediligere un luogo, o un canale, piuttosto che un altro?»

La capacità di Renzi, spiega, è anche lì. Non basta twitter, non basta il sito, né solo la tv. Comunicazione integrata perchè quello che conta è saper spiegare alle persone e poi ascoltarle. In uno scambio di messaggi, feedback, reazioni, informazioni che viaggia dal centro alla periferia, e poi tra nodi di periferia, e torna al centro. «Circolarità» restiuisce l’idea.

Francesco fa parte di una squadra giovane, il pragmatismo conta. «È un problema di coerenza: il metodo della velocità, la spinta a fare, non è un vezzo, solo l’urgenza del Paese».

Lo sforzo è restituire fiducia alla popolazione. La parte difficile è nel legame con i territori, dove le storie si mescolano, le comunità devono ricucire, superare disfatte e ripartire. «Con i congressi il partito deve anche ritrovare un ruolo, essere un po’ cinghia di trasmissione tra il governo e le comunità e ritorno. Se Renzi sceglie di andare nelle scuole è per stare dove la struttura del Paese si ricostruisce».

Fare network. «Perché il renzismo non funziona se è una corrente. Preferisco pensarlo come metodo di cambiamento». Che parte dalla disintermediazione a cui il premier sembra tenere molto. «Servono risposte, spetta a chiunque si candidi a essere classe dirigente».

Al sud, ripete spesso, vale persino doppio. «Dopo anni di lamentele sulle risorse tagliate, forse è il caso di ripensare al rapporto tra fondi erogati e risultati ottenuti».

La Basilicata è un po’ caso a sé. Premiata sempre per la spesa dei fondi comunitari, ricca di risorse naturali, petrolio da poter sostenere a livello energetico mezzo Paese, però povera da primato.

«La cosa che mi colpisce ogni volta che torno è l’assenza di sistema. Penso, per esempio, all’agroalimentare. Non c’è paese, contrada, angolo di questa regione dove non ci siano sapori o prodotti straordinari, spesso riconosciuti e molto richiesti. Manca, però, una rete, sono tutte esperienze isolate. Mi aspetto un po’ più iniziativa dall’impresa privata. Al pubblico, invece, il compito di costruire gli asset principali dello sviluppo locale».  Formazione, infrastrutture, superamento del digital divide. «In Basilicata ci sono alcuni temi forti, che mescolano necessità e opportunità. Vale per il green job, per il turismo e la cultura».

La direzione da seguire, giura, resta quella dello sguardo in Europa. Soprattutto ora che è già campagna elettorale. «Vorrei un Pd delle cento piazze», dice Francesco. E lo dice spiegando ancora «che la differenza online/offline non ha più senso, e la politica deve capirlo. Organizzare una comunità politica in rete, coinvolgerla, ascoltarla, significa affiancare quelle stesse persone anche nel porta a porta».

La lezione «dovremmo averla imparata. È già successo: mentre noi ci chiudevamo nei teatri, altri si prendevano piazza San Giovanni. Il Pd non stava capendo». Ora,  magari, «è la volta buona».

Renzi e i rinnovamenti necessari

renzidi Massimo Preziuso su L’Unità

Matteo Renzi ha deciso di accelerare e scalare il Paese, senza passare per le urne.

Forte di un consenso pressoché unanime (!?) nel Partito Democratico e in tanti stakeholders del Paese, dopo aver chiesto e ottenuto in maniera discutibile le dimissioni di Enrico Letta, presidente del consiglio del suo stesso partito, egli si propone come premier alla stessa compagine governativa (?).

Una operazione così rapida e ambiziosa è chiaramente rischiosa: lo si vedrà nelle prossime ore, fino alla richiesta di fiducia alle camere, e nei prossimi mesi, con tensioni nelle istituzioni parlamentari, dentro il Partito Democratico e nell’elettorato del centrosinistra.

Per attenuare questi rischi, Renzi allora eviti di proporre un governo di legislatura, fissando un termine per completare, migliorandole, le riforme istituzionali programmate nelle scorse settimane ed avviarne nuove sui gravosi temi del lavoro e dell’economia.

E soprattutto – per costruire un solido consenso in un Paese che sembra lentamente uscire (almeno formalmente, con un +0,1% di PIL nello scorso trimestre) da una dura recessione a “doppia V”, con una classe politica “rottamata” da dentro e da fuori – Matteo attui rapidamente una serie di ”rinnovamenti” (dal titolo di questa rubrica), ovvero cambiamenti di qualità (più che di quantità).

E allora Renzi diventi “rinnovatore” in Italia (a partire dalla composizione del governo che va a proporre a breve, per proseguire con le nomine di primavera nelle grandi aziende pubbliche) e in Europa (nel semestre europeo a guida italiana si faccia portatore delle istanze dei Paesi del Sud Europa, richiedendo a Brussels l’avvio di quei cantieri europei di crescita sostenuti dalla leva pubblica).

Contestualmente apra il governo e il Partito Democratico al contributo di variegate energie esterne presenti nel mondo dell’associazionismo e della piccola e media impresa. Lì risiede gran parte dell’energia vitale del Paese, soffocata in questi anni di austerità e di centralismo decisionale, che va adesso messa al centro della ripresa economica e sociale italiana.

Insomma, verificate nei prossimi giorni le condizioni politiche per un governo di riforme, si utilizzi questo forse irripetibile momento per “cambiare rotta” sul serio al Paese.

Se riuscirà nel 2014 su questi temi, Renzi potrà tornare alle urne da “costruttore” per vincere la vera “missione impossibile” italiana: quella di portare il centrosinistra al governo pieno del Paese, attraverso i voti degli elettori, e non ad accordi di “larghe o medie intese”.

 

Adesso, il PD rinnovi istituzioni e governo!

partito_democraticoAbbiamo salutato con entusiasmo la nuova segreteria del Partito Democratico.

L’avvio netto del rinnovamento dipenderà ora dalla reale apertura che si vorrà dare a quelle personalità della società civile che hanno stimolato e sostenuto il dibattito negli ultimi anni.

Un progetto riformatore non può fare a meno di un percorso condiviso con la società.

– Si dia vita ai dipartimenti nazionali, nel PD, che siano estrapolazione della voce di quella cittadinanza attiva che è sinonimo di vero cambiamento.

– Si apra istituzioni e governo a figure rinnovatrici e competenti.

Noi ci siamo da sempre. E ci saremo.

Auguri!

Final report from Projects for another Italy in Europe, 30 novembre 2013, Rome

massimo convegno

Projects  for another Italy in Europe November 30, 2013 , at 10-14 Via Sant’Andrea delle Frate 16 , Rome – Conference Hall , Democratic Party

National and international experts from academia , institutions , from industry and enterprise, many young people partecipated to “Projects for another Italy in Europe”.

After the messages received by the Minister Bonino, the President of the Chamber Boldrini , the Secretary of the Democratic Party Epifani , the Deputy Minister Catricalà, the Vice – Chairman of the European Parliament Pitella, a statement of support and appreciation to the initiative by the Mayor of Rome Marino, the video message from the leader of the House of Deputies Speranza opened the conference.

Massimo Preziuso , President of European Innovators , did a quick overview on the project , which started in 2006 as a place for development and design of indipendent policy, supporting the idea of ​​the urgency of establishing a new political reformist and pro-European party , remains today an autonomous movement that operates in Europe and in the world .

The interventions , thanks to the distinguished speakers have pointed out – hoping for new directions of political and economic growth for Italy in Europe and in the world, in a context characterized by the difficulties of the United States , the complexity of the Chinese and Indian growth , the new opportunities from southeast Asia, and the natural but culturally difficult convergence with reality like Turkey or north Africa – the urgent need to strengthen the italian strategy and industrial policy.

It also became clear that Italy can be a leader in the software industry and know how based industries , and how the project European Innvoators , building collaborative networks for the promotion of Italian talents in the world is the lifeblood for the revival of a joint project to support Italy and Made in Italy in the world.

It  has been so easy to go to the final session, remembering how European Innovators has already given way to political experiences with independent programs based on a new policy-making aimed at the transformation of smart cities and their governance in progressive optic .

From the conference, it is clear the need for a country that produces wealth and consumption in all the territories and put in a new network knowledge and production, in which medium towns and large cities, around a Smart Capital, remain the protagonists.

The need to give breath to a wider European movement , shared with many of the featured speakers, in a collaboration with the different pro-European organizations, based on the hot topics and more than actual 2014 european elections (during the 2014 first semester of Italian Presidency of Europe the real construction of a Euro-Mediterranean community , with a ”South of Italy” leadership, will be necessary), will see European Innovators as a protagonist of the Italian revival in Europe, starting with the next election campaign.

The construction of an Italian leadership in Europe and in the Mediterranean passes exactly by a renewed capacity to develop complex long-term projects. This will continue to be our goal and our commitment .

Saluto del Vice Presidente vicario del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, a Progetti per un’altra Italia in Europa, 30 novembre 2013, Roma

Gianni PITTELLA Vice President of the European Parliament
Bruxelles, 30 novembre 2013

Cari amici,
caro Massimo,

mi spiace non potere essere presente quest’oggi alla vostra importante iniziativa, ma impegni istituzionali mi impediscono di essere con voi.
Le forze democratiche del nostro Paese sono di fronte ad un passaggio cruciale. Una grande fase di cambiamento si sta aprendo e la grande battaglia del futuro non riguarderà organigrammi e incarichi, ma sarà una sfida di e tra idee.

In questa fase di ricomposizione, in cui si stanno tratteggiando i contorni della sinistra che sarà, Innovatori Europei dovrà contare con tutto il peso delle sue idee e l´iniziativa di oggi s’iscrive perfettamente in questa logica. I temi che affrontate sono decisivi per il Paese e per la sinistra: l’Europa innanzitutto perché il futuro dell’Italia dipende dal legame che sapremo consolidare tra il nostro paese e un’Europa che cambia, che non si limita a rigide politiche di austerità. La battaglia per il Talento e quella per il Mezzogiorno devono anch’esse essere il cuore del dibattito sul futuro della sinistra e dell’Italia.

Sono certo che l’appuntamento di oggi sarà solo un passaggio di un percorso che Innovatori Europei ha cominciato ormai da qualche anno e che l’ha portata a diventare uno degli attori più promettenti del dibattito culturale e politico.

Un caro saluto,
Gianni Pittella

Intervento scritto di Mario Polese, Innovatore Europeo e consigliere regionale di Basilicata, a Progetti per un’altra Italia in Europa, 30 novembre 2013

Discorso Mario Polese,

consigliere regionale della Basilicata

Saluto caramente il presidente degli IE e ottimo amico, Massimo Preziuso, e i presenti in sala che hanno accolto l’invito a partecipare a quest’importante iniziativa.

Improrogabili impegni istituzionali mi impediscono di prender parte oggi al dibattito in corso ma, in qualità di associato di IE, sono onorato di potervi dare un breve saluto e portare un contributo alla discussione.

Lo spirito che anima questa associazione rispecchia in toto quelle che sono le tematiche che da sempre porto avanti nel mio cammino professionale e politico: nuovo protagonismo di giovani e donne nella società civile, nuove politiche di internazionalizzazione per il made in Italy, rinnovamento nelle politiche energetiche ed infrastrutturali per il Sud.

Su quest’ultimo punto la Basilicata, regione che mi vede impegnato in prima linea in qualità di consigliere regionale, deve vincere la sfida del digitale investendo sulla banda ultra larga.

Dobbiamo guardare con più interesse alle opportunità che possono realizzarsi attraverso il web e la sua evoluzione democratica 2.0. E’ una possibilità per i nostri territori di giocare la partita da protagonisti in Italia, in Europa e nel mondo. In tal senso incentivare e sostenere l’industria creativa lucana e attrarre quella da fuori regione promuovendo un maggiore e migliore utilizzo delle risorse culturali-artistiche-ambientali regionali, ovvero sviluppare prodotti, servizi, eventi che le includano.

Infine il Mediterraneo, tema a me caro in quanto delegato regionale per l’Istituto Italiano per l’Asia ed il Mediterraneo, e di cui faccio parte del board che si occupa delle relazioni istituzionali nella ideazione, progettazione e gestione di progetti di promozione e cooperazione internazionale.

La Basilicata può diventare un centro d’eccellenza e avanguardia per il Mediterraneo facendo nascere e radicare un tessuto economico e professionale in grado di far svolgere al sistema regionale il ruolo di ponte per il nuovo mercato comune. L’impegno è quello di favorire lo sviluppo e la crescita di progetti innovativi di aziende private e pubbliche che guardino alla Basilicata e al Mediterraneo come una vera opportunità.

Con questo concludo sperando di poter partecipare personalmente al prossimo incontro e ringraziando il presidente Preziuso per l’impegno instancabile verso questa associazione e verso la nostra regione.

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