Significativamente Oltre

preziuso

Una Stanford del Mediterraneo a Bagnoli

 

Città della Scienza

di Massimo Preziuso

Siamo rimasti colpiti pesantemente dall’incendio che ha divorato gran parte della Città della Scienza di Bagnoli.

Per tutta Napoli e in particolare per chi ha studiato o vissuto nel quartiere Fuorigrotta, quella Città è stato un importante riferimento culturale e simbolo di uno slancio partenopeo verso il futuro.

Dopo stanotte tutto rischia di essere messo in discussione, con ripercussioni su tutta Napoli, ed indirettamente su tutto il Mezzogiorno.

Come Innovatori Europei vogliamo ragionare sui perché della solitudine in cui un progetto importantissimo come Città della Scienza ha vissuto in questi anni e partecipare al dibattito sul suo immediato futuro.

La scorsa notte abbiamo lanciato su Facebook un Forum di discussione sul futuro di Bagnoli, con il sogno di vedervi realizzata una “Stanford del Mediterraneo”, luogo di ricerca e di imprenditorialità di avanguardia.

Abbiamo avuto in poche ore l’adesione di tantissime persone normali e di molte autorità nazionali ed internazionali.

Continueremo a mettere in rete gli stakeholders della società civile e delle istituzioni per discutere del futuro di Città della Scienza, che è per noi legato al futuro del nostro Paese nel mediterraneo.

Speriamo nel contributo delle idee di tanti.

 

 

E adesso incontriamoci a Bagnoli

citta della scienzadi Michele Mezza per Innovatori Europei

Non penso di poter scrivere cose particolari su Bagnoli.

So solo che quel pezzo di terra era stata una straordinaria spugna di sogni e speranze, dopo la dimissione del 1986.

Rileggiamoci il libro di Ermanno Rea: passione e mestizia, quasi un presentimento. Con la chiusura della fabbrica chiude il futuro, senza fabbrica non siamo niente.

Incredibilmente senza fabbrica sono stati niente proprio quel fior fiore di intellettuali e dirigenti politici che  erano nati sul lavoro e la fatica altrui. Ora che c’era da inventare un nuovo futuro nulla.

Per venti anni un frustrante gioco di carte: autorizzazioni, società pubbliche, nomine, dimissioni, sostituzioni, convegni.

E Città della Scienza rimaneva sola. Doveva essere il primo germe di una straordinaria proliferazione.

Rimase una fortezza assediata e questa notte è caduta. Ora che accade?

Si spengono le fiamme e si ricomincia con le carte: ci vuole uno shock, un trauma.

Io propongo che  il popolo del sapere a Napoli chieda l’intervento dell’Unione Europea, dei caschi blu, come a Kabul, per gestire a marce forzate un progetto di insediamento di campus della ricerca.

Convochiamoci a Napoli, a Città della Scienza, nel cortile e promuoviamo una conferenza dei servizi immateriali che incardini a Napoli un cantiere reale per Bagnoli.

Subito però, o perderemo faccia e futuro. Il secondo dopo la prima.

Raccogliamoci da qui.

La pagina dell’evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/362821520500709/

Ecco i primi aderenti (per adesioni infoinnovatorieuropei@gmail.com):

Michele Mezza

Massimo Preziuso

Luisa Pezone

Anna Dauria

Marco Race

Alessandro Migliardi

Maurizio Imparato

Cetti Capuano

Alfonso Gentile

Emilia Vitale

Alessandro Santise

Sarah Scognamiglio

Stefania Arminio

Nico Cimino

Cristiano Orefice

Luigi Petrazzuoli

Maurizio Imparato

Marina Ravallese

Luca Lopez

Maria Grazia Biggiero

Alessio Viscardi

Annacarla Tredici

Alice Mandrone

Giuliana Ferraboli

Elvira Erman

Anna Paola Merone

Vincenzo Fiorillo

Verio Massari

Marina Cassese

Carmine D’Onofrio

Pasquale Luongo

Guido Visciano

Francesco Enrico Gentile

Giuseppe Spanto

 

Resoconto dell’assemblea nazionale degli Innovatori Europei

Innovatori-Europei-defHanno partecipato in tanti, nonostante la scelta di una giornata infrasettimanale a quattro giorni dalle elezioni nazionali, all’assemblea nazionale di “Innovatori Europei”, che si è tenuta ieri 20 Febbraio 2013 alla Camera dei Deputati, per valutare le iniziative progettuali sviluppate in questi anni, in Italia e nel mondo, e per ragionare, attorno al manifesto politico, sul futuro del movimento associativo.

Rimanendo nell’area del centrosinistra, in cui è nata e cresciuta, Innovatori Europei apre al confronto con le tante realtà politiche portatrici di innovazione, rimandando agli Stati generali degli Innovatori Europei che si terranno a fine primavera.

Massimo Preziuso, presidente e fondatore del movimento, ha dato il via ai lavori, raccontando le attività svolte in un lungo start-up iniziato nel 2006 e che ha visto il movimento interessarsi e crescere attorno al dibattito politico del centrosinistra, proponendo tematiche di frontiera intellettuali ed innovative.

Zaira Fusco, moderatrice del dibattito, ha dato lettura dei saluti di Enrico Letta, vice segretario del Partito Democratico, e di Gianni Pittella, primo vice presidente del Parlamento Europeo agli Innovatori Europei.

L’incontro è poi proseguito con significativi interventi dai territori.

Giuseppina Bonaviri nel suo “Nuovo welfare nei territori del Lazio” ha introdotto il tema della necessaria attenzione, nel processo di rafforzamento dell’Unione Europea, ai territori e in particolare ai piccoli comuni, in un Paese in cui essi rappresentano la netta maggioranza in termini demografici.

Osvaldo Cammarota ha proseguito con “Innovazione politica e istituzionale in Campania“ raccontando il lavoro svolto da Innovatori Europei in Campania durante le primarie per la premiership del centrosinistra, con l’avvio di un dibattito con alcuni candidati.

Vincenzo Girfatti ha concluso con “Innovatori Europei e Terra del Sud” raccontando l’evoluzione del percorso svolto a Caserta, con la nascita di Terra del Sud, oggi nostro partner propositivo e progettuale.

La giornata è continuata con un lungo panel di descrizione del lavoro che si svolge nei nostri centri studi, attraverso testimonianze di coloro che hanno contribuito alle varie attività.

La discussione è cominciata con un intervento dal titolo “Un futuro sostenibile per la Taranto dell’acciaio” che ha visto Massimo Sapienza parlare di come la città pugliese possa e debba  diventare luogo di eccellenza nel settore delle auto elettriche e delle rinnovabili.

Con “l’innovazione europea” Michele Mezza ha parlato della necessità di cambiare modo di affrontare il tema dell’innovazione, divenuto “mainstream”, spostando invece  a ragionare e legiferare per facilitare i “nuovi luoghi” di produzione di informazione a diventare i naturali nuovi produttori di benessere e lavoro.

E’ poi intervenuto Nello Iacono che ha raccontato le tematiche di attualità connesse alla “Carta d’intenti per l’innovazione in Italia” scritta dai nostri amici di Stati Generali dell’Innovazione.

Si è poi passati al centro di competenza sulle “politiche europee e mediterranee”.

Paolo Di Battista ha introdotto il tema “Stati Uniti di Europa”, che richiede passaggi intermedi di rafforzamento delle istituzioni europee, in particolare il Parlamento Europeo, e la progressiva centralizzazione, a livello comunitario, di nuove politiche.

Luisa Pezone con “La nuova Europa nel mediterraneo” ha poi proseguito sull’importanza del mediterraneo quale bacino naturale di costruzione dell’Europa dei prossimi anni, dei limiti di budget dedicato a questo tema, e della forte e naturale centralità dell’Italia in un’Europa unita che guarda a Sud.

Salvatore Viglia con “Quale futuro e quali opportunità per le comunità italiane all’estero?” ci ha raccontato delle enormi potenzialità che risiedono negli italiani residenti in tutto il mondo, quali naturali ambasciatori della cultura e per lo sviluppo del Belpaese.

Antonio Diomede è intervenuto sul tema “Salviamo il pluralismo radiotelevisivo dal conflitto d’interessi” parlandoci dell’importanza di rivedere l’intervento pubblico in questo settore, per contrastare il predominio di pochi sulla scena dell’informazione, e le conseguenze negative in termini di libertà di informazione.

Mario Di Gioia ha continuato sul tema “Innovazione in musica, arte e spettacolo” chiedendo l’impegno forte di Innovatori Europei in rappresentanza di settori legati alla cultura e all’informazione oggi presi in ostaggio da interessi di pochi.

Infine, un interessante panel di presentazione di alcuni progetti del Think Tank BRICS, aperto con una rapida descrizione del progetto “Italia – India” sviluppato da Asif Parvez incentrato sul tema della sostenibilità dell’acciaio.

Ha proseguito Rainero Schembri, che ci ha raccontato della “importanza del trattato UE-Mercosur”, e di rivederlo per non perdere i rapporti con un Sud America, ricco di saperi e ricchezza italiana.

Infine, abbiamo avviato il capitolo Italia-Cina, e delle enormi opportunità di dialogo e crescita proveniente dalla facilitazione di partenariati italo-cinesi,  con introduzione Carlotta Maraschi e l’intervento di Lifang Dang, dal titolo  “Attrazione di investimenti cinesi in Italia: come?”

La giornata si è conclusa con un vivace dibattito, incentrato sul nostro manifesto politico aperto, dal titolo “tra lavoratori e produttori”, alla presenza di Arturo Artom (RI), Pier Virgilio Dastoli (Movimento Europeo), Sandro Gozi (PD), Claudio Sperandio (Movimento Cinque Stelle), che ne hanno condiviso temi e impostazione.

Massimo Preziuso ha infine chiuso i lavori, salutando i tanti amici intervenuti con calore e partecipazione, sperando di proseguire con loro un percorso che è sempre tutto da costruire e che vedrà a fine primavera un momento di riflessione ancora più strutturato negli “Stati Generali degli Innovatori Europei”, in cui il movimento si incontrerà – a discutere e ad implementare proposte comuni – con i tanti soggetti politici ed intellettuali con cui discute ormai da anni.

Nei prossimi mesi, Innovatori Europei continuerà ad essere un originale luogo di dibattito e di proposta di policy making di frontiera, rafforzando appunto il dialogo con quei partiti politici e  movimenti portatori di innovazione, al fine di facilitare interventi legislativi atti a migliorare la vita delle tante realtà e settori che oggi rappresenta.

Il saluto di Gianni Pittella alla assemblea nazionale di Innovatori Europei

Gianni PITTELLA Vice-president of the European Parliament          Bruxelles, 18 febbraio 2013  

Cari amici,  

sottoscrivo con convinzione gli obiettivi del manifesto politico che avete posto al centro dell’azione del Vostro movimento.  
L’Europa ha bisogno di raccogliere le energie per una nuova spinta verso l’innovazione istituzionale, attraverso la quale  rafforzare i poteri di rappresentanza trasferiti dalla sfera nazionale all’entità sovrastatale dell’Unione.  
Questo processo non equivale all’accentramento del potere decisionale nelle attuali burocrazie di Bruxelles, bensì alla consegna della guida dell’Europa ai cittadini europei, attraverso i loro rappresentanti eletti nel Parlamento di Strasburgo.  
L’esercizio del voto di ogni singolo cittadino dovrebbe determinare anche la scelta dei vertici della Commissione, trasformandola in uno snello organismo esecutivo che procede secondo le indicazioni vincolanti di Parlamento e Consiglio.  
Non dovrà più accadere che decisioni di grande peso per la vita e il futuro dei cittadini, anche di singoli paesi aderenti, vengano assunte nel chiuso di una logica intergovernativa dove prevalgono gli interessi nazionali dei più forti, come è platealmente accaduto nella gestione di questa crisi.  
Decisioni che hanno scatenato un’emergenza sociale e occupazionale senza precedenti che attende ancora di essere affrontata con misure e risorse adeguate volte a far ripartire l’economia.   
Il nostro impegno deve essere volto a imporre e ottenere questo mutamento di rotta dell’Unione europea, a cominciare dal confronto in atto tra Parlamento e governi sul bilancio europeo, al quale alcuni paesi guardano esclusivamente come una voce da tagliare per far quadrare i conti nazionali davanti ai loro elettori.  
Occorre combattere questa ottica miope che ha condotto l’Italia ad imboccare la strada di politiche rigoriste fini a se stesse. E’ venuto il momento di voltare pagina e di indicare agli europei una nuova prospettiva, di innovazione e progresso, come questo importante convegno intende fare. 

Grazie per il lavoro che state facendo e un abbraccio a tutti Voi. 

Gianni Pittella

“Significativamente oltre”: Assemblea Innovatori Europei, 20 Febbraio, ore 10.30, Camera dei Deputati, Roma

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Significativamente oltre” – Assemblea nazionale degli Innovatori Europei

20 Febbraio, ore 10,30 – 14,30, Sala della Mercede, Camera dei Deputati, Roma

Ore 10.30 – Introduzione

Gli Innovatori Europei: il percorso fatto dal 2006, il futuro da percorrere” di Massimo Preziuso

Ore 11.00 – Interventi dai territori

Nuovo welfare nei territori nel Lazio” di Giuseppina Bonaviri

Innovazione politica e istituzionale in Campania “ di Osvaldo Cammarota

Innovatori Europei e Terra del Sud” di Vincenzo Girfatti

Ore 11.30 – I progetti del Think Tank

Energia e Ambiente

Un futuro sostenibile per la Taranto dell’acciaio” di Massimo Sapienza

Sapere e Innovazione

L’innovazione europea” di Michele Mezza

La carta d’intenti per l’innovazione in Italia” di Nello Iacono

Europa

Gli Stati Uniti di Europa” di Paolo Di Battista

La nuova Europa nel mediterraneo” di Luisa Pezone

Italiani all’Estero

Quale futuro e quali opportunità per le comunità italiane all’estero?” di Salvatore Viglia

Radio e Tv

Salviamo il pluralismo radiotelevisivo dal conflitto d’interessi” di Antonio Diomede

Cultura

“Innovazione in musica, arte e spettacolo” di Mario di Gioia

Italia e BRICS

Innovatori Europei e Italia – India” di Tommaso Amico di Meane e Asif Parvez

Attrazione di investimenti cinesi in Italia: come?” di Lifang Dong e Carlotta Maraschi

L’importanza del trattato UE-Mercosur” di Rainero Schembri

Ore 12.45 – Coffee Break

Ore 13.00 – Dibattito sul manifesto politico degli Innovatori Europei

Tra lavoratori e produttori”. Contributi e interventi di: Arturo Artom (Rinascimento Italiano), Pier Virgilio Dastoli (Movimento Europeo), Oscar Giannino (Fermare il Declino), Sandro Gozi (PD), Enrico Letta (PD), Marianna Madia (PD), Gianni Pittella (PD), Claudio Sperandio (Movimento Cinque Stelle) 

Ore 14.30 – Conclusioni

(Modera il dibattito Zaira Fusco, giornalista)

 

“Significantly beyond”: the National Assembly of Innovatori Europei, 20 February, 10.30 – 14.30, Chamber of Deputies, Rome

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“Significantly Beyond”: the National Assembly of Innovatori Europei

20 February, 10.30 – 14.30, Sala della Mercede, Via della Mercede 55, Chamber of Deputies, Rome

10.30 – Introduction

“The Innovators of Europe: the route taken in 2006, the future ahead” (Massimo Preziuso)

11.00 – From italian regions

“New welfare in the territories of Lazio” (Giuseppina Bonaviri)

“Innovation policy and institutional framework in Campania” (Osvaldo Cammarota)

“Innovatori Europei and Terra del Sud” (Vincenzo Girfatti)

11.30 – From our Think Tank

Energy and Environment

“A sustainable future for Taranto” (Massimo Sapienza)

Knowledge and Innovation

“European innovation” (Michele Mezza)

“A joint framework for innovation in Italy (Nello Iacono)

Europe

“The United States of Europe” (Paolo Di Battista)

“A New Europe in the Mediterranean” (Luisa Pezone)

Italians abroad

“Which future and what opportunities for the Italian communities living abroad?” (Salvatore Viglia)

Radio and TV

“Save the pluralism of broadcasting by conflict of interests” (Antonio Diomede)

Culture

“Innovation in culture, music and entertainment” (Mario di Gioia)

Italy and BRICS

“Innovatori Europei and Italy/India Association” (Tommaso Amico di Meane and Asif Parvez)

“Attraction of chinese investments in Italy: how?” (Lifang Dong e Carlotta Maraschi)

“The importance of a European Union-Mercosur treaty” (Rainero Schembri)

12.45 – Coffee Break

13.00 – Debate around our political manifesto 

“Among workers and producers”. With: Arturo Artom (Rinascimento Italiano), Pier Virgilio Dastoli (Movimento Europeo), Oscar Giannino (Fermare il Declino), Sandro Gozi (PD), Enrico Letta (PD), Marianna Madia (PD), Gianni Pittella (PD), Claudio Sperandio (Movimento Cinque Stelle)

14.30 – Conclusions

(Moderator: Zaira Fusco, journalist)

Interview to Prof Leonardo Maugeri, italian talent at Harvard

ENIby Massimo Preziuso on R-Innovamenti

Good morning, Professor. First of all, thanks for this opportunity. You are a clear example of an “exported” italian talent. After a brilliant career in the giant ENI, in 2011, yet in your forties, you decided to change and go back to the academy. Today you teach at the prestigious Harvard University, you are also an Advisor of the U.S. government on energy issues, and author of several books, including a best-selling book I read these days (“With all the energy possible”), and much more.

1) Why this so sudden and radical change?

I prefer that time sediments before answering this question.

2) Italy Vs United States: who wins?

There is no competition. For years, I agree with the judgment of Bill Emmott on Italy, and now unfortunately our country has reached a level of no return. Dominated by a pathological corruption and a ruling class completely inadequate, but self-sustaining with the mechanism of co-optation, no credible growth can be prospected. The country dropped out of research and high-level training, the first engines of development of each nation, and with no more than a handful of large industrial groups, it fails to produce technology or innovation, and on a small scale it is incapable of critical mass.

In the United States, with all the problems that do exist, there is a surprising vitality. Research, innovation, continuous transformation, are still factors supporting the country. Here it is still true that a total stranger, without family or possibility behind, can use all the great strength of his ideas or his talent. In addition, the country still manages to attract – especially thanks to its universities and its research centers – the best talent in the world.

3) How do you feel as an Italian talent in the United States, in these so turbulent years, while our country really needs skilled people like you to survive and “live”?

Mine it is certainly not a unique case. Simply put, those who have talent must find other ways away from Italy, because the talent is not within the selection criteria of our country. Acquaintances, memberships, willingness to accept the rules of a sick system are the only factors that count.

4) How to create real bridges of opportunity between Italy and United States? Which is the possible role for “ambassadors” like you?

If the country does not change radically, it is impossible for anyone to build real bridges of opportunity.
One has to wonder: why an American company should have an interest in investing in Italy, compared to all the other opportunities available in the world? What is our added value? Americans love Italy as a holiday place, not as a place of investment.

5) Competition Vs Equality: how to solve this “trade-off” of world views?

In my view, the coexistence of a competitive society and a society of equality is the main factor that made the West stronger than the rest of the world in the 20th century. A society has a need for equality of departure, because only in this way can bring out the best talent. The wealth generated by a society that feeds of competition, on the other hand, generates wealth and growth that – with fair and wise policies of redistribution – can support the most needs of the part of population which can be left behind and offer means for equality of departure. In poor societies this possibility does not exist.

6) Workers and Producers: what a way to make them work together to renew and rebuild this beautiful country?

There is a common interest: to focus the attention of the legislator in facilitating investment, reducing the bureaucracy that now prevents companies to invest and operate, cutting off the corruption that makes the game artificial, lowering over time taxes on companies. At the same time, the legislator should abandon the sterile question of scaling of workers’ rights. Try to ask why a foreign company does not invest in Italy, where it will close after a few years laying off all the workers ..

7) Energy policies: what a sustainable future? Do you believe to the opportunities, proposed by Monti government, that should come with the establishment of a gas hub in the Mediterranean, centred in Basilicata?

I believe that, for some decades to come, fossil fuels will constitute a large part of the energy needs of humanity, because their energy density has yet to find substitutes. At the same time, I think that the first decades of the century shall constitute the “workshop” that will produce the technologies needed to break down the role of fossil fuels in the future. For this scientific research is essential and, given what is happening in countries like the United States, I expect great technological breakthroughs – especially in solar energy – in the coming years.

As for Italy gas hub, It continues to feed many doubts to me for a number of reasons. First of all, I saw that the Antitrust now highlights a risk that I pointed out for years. For a gas hub (and a spot market) there must be an overabundance of infrastructure, functional to allow a high variability of flows of gas under different market conditions: who pays for this infrastructure (pipelines, pumping stations, storage)? Of course, the consumer pays the bill. May be fine, but the consumer is aware of? I doubt it. Furthermore, in a market characterized by a gas bubble (an excess of supply over demand, which I had already forecast years ago) as the European one, the pipelines in excess could go to a minimum capacity, but the consumer should pay the same the cost of their construction. With such advantages? And for who?

8 ) As Innovatori Europei, along with other environmental organizations, we are studying the theme “Sustainable Taranto” and the opportunity for the next Italian government to facilitate a smooth transition in the industrial production of “electric cars.” What do you think about that?

Look, I conceived and initiated the implementation of one of the most ambitious industrial reconversion of Italy, that of the petrochemical plant of Porto Torres in Sardinia, orienting it to green chemistry. When I did it, I first analyzed the economic prospects of a certain type of green chemistry, to be sure not to create another industrial illusion doomed to fail with time. Only once some of the economics came true, my company at that time called Polymers Europe, today Versalis – the Eni company in the chemistry,  started up the project.

That of electric cars is a good idea, but needs first of all a strict economic analysis. I believe in the future of the electric car, and I also think that this future will come from Asia, not the old world. In Italy, the fundamental problem is that there are not enough distribution networks, and build them would cost billions of euro. To foster the electric car market, it would take specific regulations, even at no cost, but very hard, for example, prohibit the movement of conventional cars with a certain age in the inner cities.

I should study more thoroughly the issue. Perhaps, at the stage where we are, it would be more feasible to offer a big producer – best if asian – special conditions to build plants for hybrid cars, which are starting to have a certain market and are really fantastic. Even many Americans are starting to change. For special conditions I mean radical fiscal conditions (for example, zero taxes in the first 5 years). It would always be less than the direct intervention of the state, and then the taxpayer.

9) Innovatori Europei wants to become a “bridge” for project opportunities and political relations between Italy, Europe and the World. Among others, we are twinned with an innovative political reality operating in North America. Is the idea of ​​putting together the Italian communities in the world around an intellectual and political project interesting for your opinion?

Yes, especially to the extent that he could reconnect many Italians of great value that have left Italy because there were no spaces and have then also experienced a great success. They are a heritage for the future Italy. But this is a project that takes time and a patient and focussed building process. There were already too many initiatives improvised and ephemeral in the recent past.

Thank you.

Thanks.

Intervista al Prof. Leonardo Maugeri, talento da esportazione ad Harvard

ENIdi Massimo Preziuso su R-Innovamenti

Buongiorno Professore. Grazie per l’opportunità, innanzitutto. Lei è un chiaro esempio di talento italiano da esportazione. Dopo una carriera folgorante nel colosso ENI, nel 2011, ancora quarantenne, ha deciso di cambiare e tornare all’accademia. Oggi insegna nella prestigiosa Harvard University, è consigliere del governo americano sui temi energetici, è autore di vari libri, tra cui un best-seller che ho letto in questi giorni (“Con tutta l’energia possibile”), e tanto altro.

1) Perché questo cambiamento così  improvviso e radicale?

Preferisco che il tempo si sedimenti prima di rispondere a questa domanda.

2) Italia Vs Stati Uniti: chi vince?

Non c’è competizione. Da anni, condivido il giudizio di Bill Emmott sull’Italia: purtroppo il nostro Paese è giunto a un livello di non ritorno. Sovrastato da una corruzione patologica e da una classe dirigente del tutto inadeguata, che però si autosostiene con il meccanismo della cooptazione, non ha credibili prospettive di crescita. Ha abbandonato la ricerca e la formazione di alto livello, primi motori di sviluppo di ogni paese, non ha più che un manipolo di grandi gruppi industriali, non riesce a produrre tecnologia né innovazione, se non su piccola scala incapace di fare massa critica.

Negli Stati Uniti, con tutti i problemi che pure esistono, c’è una vitalità sorprendente. Ricerca, innovazione, trasformazione continua, sono ancora i fattori portanti del paese. Qui è ancora vero che un totale sconosciuto, senza famiglia né possibilità alle spalle, può diventare tutto grande alla forza delle sue idee o del suo talento. Inoltre, il paese riesce ancora a attrarre – soprattutto grazie alle sue università e ai suoi centri di ricerca – i migliori talenti del mondo.

3) Come si sente un talento italiano negli Stati Uniti, in questi anni così turbolenti, in cui il nostro Paese ha proprio bisogno di personalità come la Sua per tornare a “vivere”?

Non sono certo un caso unico. Semplicemente, chi ha talento deve cercare altre strade lontane dall’Italia, perché il talento non rientra nei criteri di selezione del nostro Paese. Contano solo frequentazioni, appartenenze, disponibilità a accettare le regole di un sistema malato.

4) Come creare veri ponti di opportunità tra Italia a America? Quale appunto il ruolo possibile per “ambasciatori” come Lei?

Se il Paese non cambia radicalmente, è impossibile per chiunque costruire veri ponti di opportunità.
Bisogna chiedersi: perché una società americana dovrebbe avere interesse a investire in Italia, rispetto a tutte le altre opportunità disponibili nel mondo? Qual è il nostro valore aggiunto? Gli americani adorano l’Italia come posto per le vacanze, non come luogo d’investimento.

5) Competizione Vs Uguaglianza: come risolvere una volta per tutte questo ”trade off” di visioni del mondo?

A mio modo di vedere, la convivenza tra società del merito (competitiva) e società dell’uguaglianza e del bisogno è la sintesi che ha reso l’occidente superiore al resto del mondo, nel 20° secolo. La società del merito ha bisogno di uguaglianza di partenza, perché solo così possono emergere i migliori talenti. La ricchezza generata da una società che si alimenta di merito, d’altra parte, genera la ricchezza e la crescita che – con eque e sagge politiche di redistribuzione – possono sostenere la parte più bisognosa della popolazione, quella che può rimanere indietro e offrire i mezzi per l’uguaglianza di partenza. Nelle società povere questa possibilità non esiste.

6) Lavoratori e Produttori: quale il modo per metterli a lavoro insieme per rinnovare e ricostruire il Belpaese?

C’è un interesse comune: concentrare l’attenzione del legislatore nel facilitare gli investimenti, abbattendo la burocrazia che oggi impedisce alle imprese di investire e operare, stroncando la corruzione che rende il gioco economico artificioso, abbassando nel tempo le tasse sulle imprese stesse. Allo stesso tempo, il legislatore dovrebbe abbandonare la sterile questione del ridimensionamento dei diritti dei lavoratori. Provate a chiedere ad un’impresa straniera perché non investe in Italia, dove potrebbe chiudere dopo qualche anno licenziando tutti i lavoratori..

7) Politiche energetiche: quale il futuro sostenibile? Lei ci crede alla opportunità, proposta dal governo Monti, della costituzione di un hub del gas mediterraneo in Italia, con baricentro in Basilicata?

Io credo che, per alcuni decenni ancora, i combustibili fossili costituiranno gran parte del fabbisogno energetico dell’umanità, perché la loro densità di energia non ha ancora trovato sostituti. Al tempo stesso, credo che i primi decenni del secolo costituiranno “l’officina” che produrrà le tecnologie necessarie ad abbattere il ruolo dei combustibili fossili nel futuro. Per questo la ricerca scientifica è fondamentale e, visto quello che sta accadendo in paesi come gli Stati Uniti, mi aspetto grandi breakthrough tecnologici – soprattutto nell’energia solare – nei prossimi anni.

Quanto all’Italia hub del gas, continuo a nutrire molti dubbi per una serie di ragioni. Anzitutto, ho visto che anche l’Antitrust pone in evidenza un rischio che indico da anni. Per avere un hub del gas (e anche un mercato spot) occorre una sovrabbondanza di infrastrutture, funzionali a consentire una forte variabilità di flussi di gas in ragione delle condizioni di mercato: chi paga queste infrastrutture (gasdotti, stazioni di pompaggio, stoccaggio)? Naturalmente, le paga il consumatore in bolletta. Può andar bene, ma il consumatore ne è cosciente? Ne dubito. Inoltre, in un mercato del gas caratterizzato da una bolla (un eccesso di offerta rispetto alla domanda, che avevo già preconizzati anni fa) come quello europeo, i gasdotti in eccesso potrebbero andare al minimo di capacità, ma il consumatore dovrebbe lo stesso pagare i costi della loro costruzione. Con quali vantaggi? E per chi?

8 ) Come Innovatori Europei, insieme ad altre organizzazioni ambientaliste, stiamo studiando il tema “Taranto sostenibile” e l’ opportunità per il prossimo governo italiano di facilitare una transizione industriale nella produzione delle “auto elettriche”. Che ne pensa a riguardo?

Guardi, io ho concepito e avviato la realizzazione di una dei più importanti piani di riconversione industriale d’Italia, quello del sito petrolchimico di Porto Torres in Sardegna, orientandolo alla chimica verde. Quando lo feci, analizzai per prima cosa le prospettive economiche di un certo tipo di chimica verde, per essere certo di non creare un’altra illusione industriale destinata a fallire con il tempo. Solo una volta certo degli economics lanciai la mia società, al tempo Polimeri Europa, oggi Versalis – la società della chimica dell’Eni – nel progetto.

Quella delle auto elettriche è una bella idea, ma ha bisogno anzitutto di una rigida analisi economica. Io credo nel futuro dell’auto elettrica, e credo che questo futuro arriverà dall’Asia, non dal vecchio mondo. Da noi il problema fondamentale è che non esistono sufficienti reti di distribuzione, e costruirle costerebbe miliardi di euro. Per favorire un mercato dell’auto elettrica, ci vorrebbero delle normative specifiche, magari a costo zero, ma molto dure: per esempio, vietare la circolazione delle auto tradizionali con una certa età nei centri delle città.

Dovrei studiare in modo più approfondito la questione. Forse, nella fase in cui siamo, sarebbe più proponibile offrire a un grande produttore – meglio asiatico – condizioni speciali per costruire a Taranto stabilimenti di auto ibride, che cominciano ad avere un certo mercato e sono davvero fantastiche. Perfino tanti americani cominciano a convertirsi. Per condizioni speciali intendo condizioni fiscali radicali (per esempio, zero tasse nei primi 5 anni). Sarebbe sempre meno che un intervento diretto dello stato, e quindi dei contribuenti.

9) Innovatori Europei vuole sempre più diventare un “ponte” di opportunità progettuali e politiche tra Italia, Europa e Mondo. Tra le altre, siamo gemellati con una innovativa realtà politica operante in Nord America. Ritiene interessante l’idea di unire le comunità italiane nel mondo attorno ad un progetto intellettuale e politico come il nostro?

Si, soprattutto nella misura in cui riuscisse a riconnettere tanti italiani di grande valore che hanno abbandonato l’Italia perché non vi trovavano spazi e hanno poi avuto esperienze di grande successo. Sono un patrimonio possibile dell’Italia di domani. Ma è un progetto che richiede tempo e una costruzione mirata e paziente. Ci sono state già troppe iniziative improvvisate e effimere nel passato anche recente.

Grazie.

A Lei.

Il manifesto politico degli Innovatori Europei

Innovatori-Europei-def

Innovatori Europei è una associazione radicata in numerose città italiane ed internazionali ed annovera nelle proprie file personaggi di spicco provenienti dalla società civile, dalle professioni, dall’imprenditoria, dal mondo intellettuale e politico.

Dal 2006 attiva in Italia e in Europa come centro studi e movimento politico, Innovatori Europei ambisce a diventare elemento di aggregazione di tante realtà innovative operanti nel vecchio continente.

Innovatori Europei vede in Europa e nel Mediterraneo il baricentro dello sviluppo europeo e mondiale dei prossimi decenni, nell’Italia il naturale attrattore di nuova ricchezza e nuovi saperi, ed in Roma la futura capitale culturale ed economica dell’area euro-mediterranea.

Altresì crede che nell’Europa rinnovata una ridistribuzione della ricchezza, a mezzo di una nuova fiscalità partecipata e di una revisione mirata della spesa pubblica, sia urgente e necessaria.

Infine ritiene l’innovazione quale metodo guida nello studio e nella comunicazione politica.

– Europa

L’Unione Europea, come si è configurata attraverso gli anni, è un organismo politico internazionale che necessita di modifiche e miglioramenti.

Appare ormai indispensabile: coordinare, ma non imporre, le politiche europee attraverso istituzioni comuni, specialmente per le politiche economiche e fiscali; semplificare i processi decisionali con l’approvazione a maggioranza qualificata; ampliare le competenze del Parlamento europeo; attivare strumenti finanziari comunitari con cui avviare cantieri di sviluppo nell’area euro-mediterraneo.

Questi i principali elementi di aggregazione dei popoli europei, in una strada accidentata e difficile, che conduce verso due mete esaltanti, la federazione europea prima e gli Stati Uniti d’Europa poi.

 – Italia

L’Italia è in un momento decisivo. Finita la prima fase della globalizzazione, a cui ha partecipato non da protagonista, oggi il nostro Paese si trova a pagarne le conseguenze, principalmente in termini di mancata competitività.

Per sanare tali ritardi, è fondamentale partire da due semplici obiettivi – crescita e lavoro – da raggiungere a partire dall’avvio di cantieri nazionali ed europei per la crescita.

Il sistema fiscale italiano è  freno alla nostra competitività, in quanto rende oggi impossibile la creazione di nuova ricchezza mentre facilita la conservazione di rendite e vantaggi competitivi, e non riesce a combattere l’enorme fenomeno della evasione, a scapito del ceto medio-basso. Esso è altresì collegato ad una spesa pubblica, molte volte inefficiente ed inefficace, che va rivista in maniera intelligente.

E proprio con le risorse liberate, da un sistema di fiscalità realmente progressivo e partecipato e da una spesa pubblica divenuta efficace ed efficiente, il Paese deve urgentemente investire nei settori legali alla sostenibilità del nostro sviluppo, creando lavoro qualificato.

In Toscana vogliamo un listino composto in base a “riconoscibili criteri di competenza ed apertura alla società”

partito_democraticoRiceviamo dagli amici toscani e condividiamo:

Al Segretario Nazionale del PD, Pierluigi Bersani
Al Segretario del PD della Toscana, Andrea Manciulli
Al Segretario del PD Metropolitano di Firenze, Patrizio Mecacci

Abbiamo apprezzato molto la decisione del nostro partito di effettuare le primarie per le candidature per il parlamento: prova di partecipazione e di democrazia indispensabile per le prossime scadenze elettorali, che vedranno i cittadini italiani scegliere i componenti del parlamento col famigerato “Porcellum”.
Le primarie del 30 dicembre hanno registrato un grande successo di partecipazione, considerando anche che si sono svolte nel pieno delle festività natalizie, ed hanno determinato in particolare l’affermazione di donne e di giovani, costituendo motivo di ottimismo e di grande orgoglio per il Partito Democratico.
Tuttavia, il partito si è riservato una quota di candidati da inserire nelle liste, in posizioni “sicure”.
Riteniamo che questa scelta risulterà comprensibile ed accettabile da parte di tutti – a cominciare da chi ha rinunciato a rendite di posizione sottoponendosi alla prova delle primarie – soltanto se sarà effettuata in base a “riconoscibili criteri di competenza ed apertura alla società”, così come previsto dal Regolamento del PD nazionale per le candidature al Parlamento.
Da alcuni giorni, invece, arrivano notizie secondo le quali i listini verrebbero composti solo in piccola parte da personalità provenienti dalla società civile, mentre risulterebbero prevalenti nomi di esponenti del partito. Ed anche in Toscana sembra affermarsi questo indirizzo.
Se ciò avvenisse, sarebbe un brutto esempio che delegittimerebbe il buon risultato realizzato con le recenti primarie.
Ci rivolgiamo quindi alla direzione regionale e nazionale: le primarie consegnano al Partito Democratico la responsabilità di dare un nuovo slancio al Paese riavvicinando i partiti e la politica ai cittadini, anche attraverso la scelta dei nostri rappresentanti. Dover spiegare equilibri e tatticismi renderebbe più difficile il lavoro di chi, come tutti noi, nelle prossime settimane sarà impegnato nella campagna elettorale per arrivare al governo del Paese.
Se invece saremo aperti e coraggiosi, i cittadini continueranno a fidarsi di noi!

Bosi Sara e Sanquerin Camilla
Baldi Alessandro
Boreaniz Luciano
Bosi Anna
Bosi Manuela
Canzani Arrigo
Cella teresa
Ciullini Lorenzo
Ciullini Leonardo
Conti Gloria
Costantini Edoardo
Dalidi Marisa
Daly Alessandra
D’Aguì Angelo
Falorni Massimo
Guarducci Andrea
Labanca Massimo
Lenzi Gloria
Mannini Antonella
Margheri Andrea
Matulli Giuseppe
Mayer Marco
Melani Carlo
Neri Giuliano
Ossadi Giacomo
Papi Elena
Puggelli Francesco
Quercioli Maria
Soldi Luca
Soldi Martina
Surace Marco
Toccafondi Maurizio
Tucci Massimo
Vanni Gianfranco
Zecchi Stefano

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