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MANIFESTO ENERGIA – AMBIENTE
MANIFESTO DEL GRUPPO “ENERGIA E AMBIENTE”
L’opinione pubblica si sta finalmente rendendo conto dell’enorme sfida posta all’umanità dal Cambiamento Climatico. L’evidenza della responsabilità umana su questo fenomeno è ormai appurata a livello scientifico, così come l’urgenza di adottare contromisure efficaci per far fronte al mutamento del nostro ecosistema.
Questa consapevolezza non si è ancora tradotta in azione nei tavoli in cui si decide il futuro del pianeta:
• le complesse relazioni geopolitiche tra Paesi produttori di energia (in particolare combustibili fossili) e Paesi consumatori, ostacolano qualunque sviluppo che possa impattare significativamente sullo status quo.
• Al momento si registra una disponibilità di abbondante energia a costi contenuti e questo, nonostante la corsa del prezzo del petrolio, l’utilizzo di fonti rinnovabili (qualora non si valutino le esternalità positive) non è sempre competitiva. Il tasso di crescita delle economie dei Paesi emergenti non è oggi sostenibile senza il petrolio, mentre la crisi finanziaria incombente sull’Occidente rende difficilmente attuabile un piano di investimenti a medio – lungo termine volti ad affrancare i Paesi sviluppati dalla dipendenza dal petrolio.
Nonostante tutto alcuni passi in avanti sono stati fatti, come il Protocollo di Kyoto, con gli sviluppi che ha determinato (il Carbon Market ad esempio): da queste conquiste bisogna ripartire per ridefinire un piano di cambiamento globale.
L’obiettivo strategico del gruppo Energia ed Ambiente di Innovatori Europei è quello di contribuire all’affermazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile: la Clean Economy. Questo modello premia i processi di produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi ad impatto zero, ovvero tali che qualunque costo ambientale derivante dalla pressione esercitata dalle attività umane sull’ecosistema Terra sia controbilanciato da un’azione uguale e contraria, evitando di contrarre “debiti ambientali” che ricadono inevitabilmente sulle future generazioni.
Il Gruppo non vuole essere un centro di ricerca fine a se stessa, ma si propone di sviluppare la propria missione lungo due assi:
• ricerca
• azione
• divulgazione
L’attività di ricerca ha due principali obiettivi:
• creare una solida cultura sui temi di interesse
• formulare ed avanzare proposte concrete per l’attuazione della missione del gruppo.
Le proposte, attraverso le capacità di networking di Innovatori Europei, saranno portate all’attenzione di tutti gli attori coinvolti nel mondo dell’Energia:
• istituzioni accademiche e di ricerca
• aziende
• mercato ed autorità di governance
• opinione pubblica
• decisori
Il gruppo è costituito da persone provenienti sia dal mondo accademico e da quello produttivo e può vantare un mix di competenze e di relazioni che permette a ciascuno dei membri di contribuire fattivamente al raggiungimento dei due obiettivi precedentemente indicati.
Gli argomenti trattati dal Think Tank sono i seguenti:
• Fonti rinnovabili
• Nucleare
• Efficienza energetica
• Abbattimento delle emissioni di CO2
• Piattaforme di commercio di certificati verdi
• Smart grids
• Normativa nazionale e protocolli internazionali
• Finanziamento di attività imprenditoriali “verdi”
La creazione di una base di conoscenza estesa ed organica comprendente queste tematiche permette di immaginare percorsi di cambiamento con obiettivi a lungo termine, ma calati nella realtà quotidiana. In questo contesto, in particolare, una grande enfasi sarà data al Clean Behaviour, ovvero a quell’insieme di buone pratiche per il risparmio energetico che ognuno può adottare per risparmiare ed aumentare la propria consapevolezza ambientale.
Nel concreto le attività svolte saranno le seguenti:
• pubblicazione di articoli e studi sui temi elencati precedentemente
• organizzazione di convegni e dibattiti per diffondere i contenuti elaborati dal Think Tank e fare rete
• progetti di formazione e promozione, presso scuole di ogni ordine e grado, per accrescere la consapevolezza di un comportamento responsabile verso l’ambiente e l’utilizzo dell’energia
• azioni di sensibilizzazione sulla politica per dare rilievo ai temi di nostro interesse nell’agenda dei partiti e delle istituzioni
Il modello operativo è quello costitutivo di Innovatori Europei.
• democrazia: ogni argomento è dibattuto tra i membri del gruppo, sempre nel rispetto delle opinioni altrui.
• tecnologia: le attività si svolgeranno inizialmente sfruttando l’infrastruttura tecnologica di Innovatori Europei (Portale, gruppi, email, Skype,…), appoggiandosi alle sedi fisiche della Associazione.
Fondamentale sarà l’interazione con gli altri Think Tank ad oggi attivi in Innovatori Europei:
• Sapere ed Innovazione: una fattore critico di successo per le attività del gruppo è la capacità di comunicare efficacemente i propri messaggi. La sinergia con questo gruppo permetterà di veicolare i nostri contenuti nell’ambito di quella società della conoscenza che il Think Tank Sapere ed Innovazione contribuisce a disegnare.
• Europa e Mediterraneo: le relazioni dell’Europa con i Paesi del Mediterraneo è di fondamentale importanza nell’ambito delle tematiche energetiche ed ambientali, sia per quanto riguarda le fonti tradizionali (petrolio e gas) che per le rinnovabili (solare ed eolico). Un programma di sviluppo condiviso in questo senso può essere cruciale per il consolidamento delle relazioni politiche tra gli stati che si affacciano sul Mediterraneo. In questo contesto, in cui l’Italia gioca un ruolo fondamentale, la collaborazione con il gruppo Euromed permette di inquadrare le attività del Think Tank in una cornice politica di primaria importanza (Unione per il Mediterraneo) e di articolare le proposte alla luce della ricchezza e diversità di culture coinvolte (finanza islamica ad esempio).
MANIFESTO EUROPA – MEDITERRANEO
MANIFESTO DEL GRUPPO “EUROPA E MEDITERRANEO”
Nel mese di febbraio 2008 è partito definitivamente il Gruppo Europa di IE, che, da allora, si sta occupando principalmente di politiche Euro Mediterranee.
Nel termine “EuroMediterraneo” c’è un ovvio riferimento al Partenariato EuroMediterraneo, alle Politiche Europee di Vicinato e all’Unione per il Mediterraneo .Si parla perciò (come è ovvio) di relazioni politiche EuroMediterranee.
Basta fermarsi a questi tre quadri normativi per capire che non solo le relazioni politico-diplomatiche stanno al centro del dibattito, ma il Mare in sé è l’oggetto, e serve, perciò, come spunto per entrare nel merito dei più diversi argomenti, che uniscono e separano entrambe le sponde mediterranee:
1) da un punto di vista di POLITICA AMBIENTALE: le fonti di energia alternative che il Mediterraneo può fornire (sia come risorsa idrica che per quanto riguarda sole, vento e altre fonti di energia pulite).
2) di RELAZIONI COMMERCIALI e, perciò, della volontà di creare una zona di libero scambio euromediterranea (come prevedeva il Partenariato). La libertà di scambi in quest’area (tenendo conto del precedente europeo – cioè delle 4 libertà all’interno delle frontiere dell’Unione – ) fa subito pensare ai “rapporti sociali euromediterranei” (punto 3).
3) Il termine RAPPORTI SOCIALI EUROMEDITERRANEI è volutamente ampio e poco preciso, per poter così fare riferimento a diversi aspetti, tra i quali:
– dal punto di vista delle relazioni commerciali, della libertà di movimento nell’area euromediterranea, argomento che richiama velocemente altre tematiche, quali i movimenti migratori e le politiche adottate in merito.
– si può, però, parlare pure di rapporti sociali, dal punto di vista del sapere e della cultura, della possibilità di scambio e trasmissione di conoscenza
Da un punto di vista internazionale, la crisi dell’economia basata sul petrolio, la discussione sulle clean energies e la clean economy in genere, e il possibile ritorno al nucleare, mettono PEM, PEV ed UPM al centro di un dibattito affascinante: il Mediterraneo si presenta come uno degli scenari più interessanti al mondo su ambiente, energia e co-sviluppo, e ci invita a realizzare una nuova e più approfondita riflessione sul tema.
Le tematiche dell’ambiente e del co-sviluppo assumono sempre più rilevanza nei dibattiti nazionali e nei vertici internazionali (dalle iniziative su base regionale allo scorso Summit del G8 incentrato sul clima). E le politiche europee e quelle degli Stati che si affacciano sulle due sponde del Mediterraneo non sono estranee a queste dinamiche.
L’attenzione all’impatto delle urbanizzazioni, le politiche di insediamento di plessi industriali (perciò politiche economiche) e quelle energetiche, il rispetto della natura ma anche le conseguenze dei fenomeni migratori e la gestione delle risorse naturali (riserve d’acqua, smaltimento dei rifiuti, nuovi costi sostenuti in termini economici e sociali dalle amministrazioni locali per l’aumento di coloro che ‘sfruttano’ il territorio) si collegano tutte alle tematiche del cosiddetto “sviluppo sostenibile”.
Tale concetto è diventato, non a caso, uno dei principi guida nelle politiche dei Paesi Mediterranei e dà luogo a 3 sfide prioritarie, che rispondono alle 3 dimensioni del problema, ovvero:
• sul piano ambientale, la protezione dell’ambiente e delle risorse naturali, con particolare riferimento all’energia;
• dal punto di vista economico, la sfida della lotta alla povertà nella sponda Sud del Mediterraneo e lo sviluppo socio-economico della Regione;
• nell’ambito sociale, il mantenimento della Pace tra i popoli.
I tre concetti si accompagnano alla necessità “ultima” di ripensare le Società moderne nel loro complesso, trovando in un nuovo rapporto con l’Ambiente il driver per cambiamenti sociali epocali, in termini di comportamenti economici e di redistribuzione delle ricchezze.
La stessa UE, nell’art. 177 del Trattato di Amsterdam, ha già collegato il concetto di sviluppo sostenibile con quello dell’ambiente e con la politica di cooperazione, stabilendo che:
• per quanto riguarda lo sviluppo economico e sociale sostenibile, i Paesi in via di sviluppo (PVS) devono tener conto sistematicamente degli aspetti ambientali nella formulazione delle politiche economiche e sociali;
• nella lotta alla povertà, nel dialogo con i PVS si deve tener conto dell’equazione tra povertà ed ambiente;
• si deve favorire l’inserimento dei PVS nell’economia mondiale, attraverso il commercio, lo sviluppo nel settore privato e gli investimenti internazionali, ma sempre nel rispetto dell’ambiente.
Tutti questi aspetti sono stati trattati, gli scorsi 13 e 14 luglio, a Parigi, dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi Mediterranei, riuniti per discutere sull’Unione per il Mediterraneo (UPM). L’UPM parte infatti da un focus sulle politiche ambientali, energetiche e di co-sviluppo.
L’UPM propone una visione che è una via di mezzo tra un approccio globale (e cioè euro – mediterranea) ed uno “semi-locale” (e cioè di Vicinato, che presuppone un rapporto bilaterale): una visione intra – mediterranea degli argomenti di suo interesse, ma in cui la Commissione sia “socia” e partecipi ai lavori, in modo tale che il rapporto sia di associazione e complementarietà e che i meccanismi si “rinforzino” a vicenda.
Il progetto che il Gruppo Europa di Innovatori Europei si pone di portare avanti si concentra sui rapporti tra questi aspetti (energia, ambiente, economia, sapere e cultura), all’interno del più ampio contenitore che è il co-sviluppo (un primo titolo, ancora in discussione, sarebbe quello di “Impatto socio-economico delle energie rinnovabili sulle relazioni Euro Mediterranee”).
Esso va realizzato con un approccio top-down, studiando le modalità con le quali il PEM, la PEV e l’UPM hanno inquadrato l’argomento.
Metodologicamente si adotterà il modello del PEM, che prevede la suddivisione dell’argomento in 3 pilastri, in base a 3 prospettive differenti e allo stesso tempo complementari:
– piano politico (politiche ambientali ed energetiche; posizioni dell’UE, da una parte, e degli Stati della sponda Sud, dall’altra, su ambiente ed energia; influenza di questi settori sui movimenti di popolazione, lavoro,…);
– piano socio – economico (fondi stanziati per ambiente ed energia; accordi commerciali; clean energies economy;…) ;
– piano socio-culturale (ricerca e sviluppo; fuga di cervelli; cooperazione R&D&I tra le due sponde;…).
Si è proceduto ad iscrivere IE ad importanti network euromediterranei, quali la Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture (utile, tra l’altro, per l’identificazione di possibili partners con i quali poter avviare progetti di ricerca) , Platon Plus Net (network nell’ambito del VII Programma Quadro di Ricerca) e APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea, come network referente in Italia del VII Programma Quadro).
Infine si è avviato un primo gruppo di lavoro attorno alla redazione di articoli a cadenza bimestrale su sottoargomenti riguardanti il macro tema Euro mediterraneo, con i quali sviluppare una massa critica di competenze sull’argomento.
L’OCCASIONE PERDUTA, A PISA
Sabato, come Innovatori Europei, con Michele Cipolli e Mario Coviello, siamo intervenuti al convegno intitolato “Un’occasione perduta: la società della informazione e comunicazione in un Paese anormale” organizzato nella bellissima San Giuliano Terme (Pisa) dagli ottimi Flavia Marzano e Paolo Zocchi.
Una bella esperienza e un bel dibattito, ed una tavola rotonda di circa 20 associazioni e realtà operanti nell’area ICT, che hanno esposto le proprie idee ed iniziative.
Il problema è che tali iniziative sono nate tardi, oppure tardi si presentano in un settore (ICT) ormai maturo, in cui il nostro Paese è ormai fuori dai giochi.
Ahimè, ero uno dei pochi (con Michele) a pensarlo.
Tutti gli interventi hanno trattato, infatti, i temi attuali nell’agenda dell’innovazione mondiale (i Creative Commons, il Software libero e tante altre), ma nessuno invece, ha provato a definire, prima, un Framework nuovo in cui rivedere il ruolo delle ICT nel mondo cambiato di oggi.
Io ci ho provato (forse sbagliando) ed, in sintesi, qui lo descrivo:
“A mio avviso, è quello che ho detto nel mio intervento, l’occasione di creare innovazione e possibilmente trasformarla in risultato economico e di crescita per il sistema Paese, è una occasione perduta, in Italia, molti anni fa.
Negli ultimi 15 anni, infatti, mentre in molte e variegate realtà, varie intraprese ICT – driven sono nate e poi diventate guida dello sviluppo di economie, in Italia innovare è stato soprattutto inteso come una semplice immissione di capitali pubblici, focalizzati su aree e realtà già esistenti, con il principale risultato di ingrandire “giganti fragili”, che han poi continuato a soccombere sui mercati internazionali.
Oggi, dopo questa enorme occasione perduta, sarebbe giusto (a mio avviso) rivedere e ridefinire un NUOVO RUOLO POSSIBILE delle ICT per l’innovazione nel nostro Paese.
Una soluzione efficace potrebbe essere questa:
utilizzare le ICT nel loro modus naturale di “abilitatori” (mezzi) per una rinascita economica e culturale nel segno del concetto di “sostenibilità” (il fine).
E’ nella sostenibilità, invece, che l’Italia può provare a giocare un ruolo da protagonista.
A breve, dagli Stati Uniti e dal possibile Presidente Obama, potrebbe avviarsi un nuovo ciclo di sviluppo sostenibile: è a quel ciclo che il Paese dovrà presto agganciarsi.
E’ lì che le ICT possono giocare l’importante ruolo di facilitatore per la costruzione di un nuovo “villaggio nazionale” (in Italia) all’interno del nuovo “villaggio globale” in cui tutti siano partecipi e protagonisti dello sviluppo armonico delle nostre economie: di una Clean Economy and Society, come più volte noi Innovatori Europei abbiamo scritto e detto.
E’ allora così che le politiche per l’innovazione potrebbero e dovrebbero ridefinirsi e orientarsi per “trasportare” il Sistema Italia verso un nuovo traguardo condiviso – assente da tempo: la nascita/riscoperta di un Clean Behaviour nei cittadini e nei soggetti pubblici e privati, che auto alimenti una crescita economica virtuosa”.
Troppo idealismo? Può darsi.
Massimo Preziuso
THANK YOU, PRESIDENT OBAMA
(di Massimo Preziuso)
Per fortuna, c’è Obama.
In poco tempo, un leader naturale, un giovane politico dei Democrats, è uscito alla ribalta ed è arrivato a conquistare il Potere Americano, e sta per essere nominato (i sondaggi ormai non lasciano dubbi, e bastava guarda la faccia di Mc Cain nel dibattito di ieri, per rendersene conto) Presidente degli Stati Uniti.
E’ evidente che nel trionfo di Obama vi è l’impostazione meritocratica della società americana: un Paese in cui giovani trentenni come Page e Brin (Google) o ventenni come Zuckerberg (Facebook) hanno una influenza pari o maggiore a quelle dei Clinton o dei Bush.
THAT IS AMERICA.
Con Obama il mondo può finalmente vedere una nuova fase di sviluppo sostenibile.
Negli ultimi dieci anni, i conservatori americani di Bush e Greenspan (ex numero uno della Fed) hanno creato un modello di crescita insostenibile, basato su concetti molto fragili: consumo a debito, assenza di welfare, centralità della finanza sull’economia.
L’effetto di questo modello perverso è sotto gli occhi di tutti: una serie di brutte notizie, che dalla finanza sta arrivando giorno dopo giorno all’economia reale, e così nelle case di tutti noi.
Questo modello perverso oggi si sta fortemente ridimensionando, e la vicinissima nomina di Obama a Presidente degli Stati Uniti è una grande opportunità per gli Stati Uniti ed il Mondo intero per cambiare radicalmente percorso.
Ecco alcune importanti novità dei prossimi mesi:
– il ritorno al potere dei Democrats sarà importante per ritrovare equilibri geopolitici nuovi, anche in Italia (ed il Partito Democratico avrà una grande possibilità di ripartire, se unito avvierà serie relazioni politiche con i Democrats)
– la presenza di un giovane alla Presidenza degli Stati Uniti darà “energia” e “motivazione” a quella generazione di 30-40 enni che ha avuto solo forti delusioni e sconfitte in questi ultimi 10 anni
– Obama rappresenta, per background e per leadership, il perfetto collante tra Stati Uniti, Europa e Mondo Mediterraneo
L’Italia e l’Europa cambieranno, e molto, con la presidenza Obama: a cominciare proprio dal modus operandi dei governi di Centro Destra al potere oggi – primo tra tutti il Governo Berlusconi.
E’ chiaro che la nuova ondata di sviluppo globale arriverà, ancora una volta, dagli Stati Uniti – rinnovato motore di uno sviluppo sostenibile – e toccherà a tutti, ancora una volta, seguire (e provare a modellare) l’innovazione americana.
THANK YOU, PRESIDENT OBAMA.
Massimo Preziuso
O.D.G. ASSEMBLEA INNOVATORI EUROPEI

ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE – CENTRO STUDI INNOVATORI EUROPEI
ROMA, VIA DEI GIUBBONARI 38, ROMA
Ore 11 – 11.30
Introduzione: Chi siamo, dove andiamo e perché una Associazione – Centro Studi
Ore 11.30 – 12.30
Le attività dei Centri Studi attivi
Energia e Ambiente / Sapere e Innovazione/ Europa e Mediterraneo
Ore 12.30 – 13.30
La Rete territoriale: esperienze
Ore 13.30 – 14.30
Pausa Pranzo
Ore 14.30 – 15:00
Redazione, Comunicazione, Web e Tecnologie
Ore 15 – 15.30
Prossimi appuntamenti: i Convegni IE
Ore 15.30 – 17
Dibattito e Conclusioni
DIAMO VOCE AL FUTURO
www.innovatorieuropei.com
infoinnovatorieuropei@gmail.com