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L’OCCASIONE PERDUTA, A PISA

Sabato, come Innovatori Europei, con Michele Cipolli e Mario Coviello, siamo intervenuti al convegno intitolato “Un’occasione perduta: la società della informazione e comunicazione in un Paese anormale” organizzato nella bellissima San Giuliano Terme (Pisa) dagli ottimi Flavia Marzano e Paolo Zocchi.

Una bella esperienza e un bel dibattito, ed una tavola rotonda di circa 20 associazioni e realtà operanti nell’area ICT, che hanno esposto le proprie idee ed iniziative.

Il problema è che tali iniziative sono nate tardi, oppure tardi si presentano in un settore (ICT) ormai maturo, in cui il nostro Paese è ormai fuori dai giochi.

Ahimè, ero uno dei pochi (con Michele) a pensarlo.

Tutti gli interventi hanno trattato, infatti, i temi attuali nell’agenda dell’innovazione mondiale (i Creative Commons, il Software libero e tante altre), ma nessuno invece, ha provato a definire, prima, un Framework nuovo in cui rivedere il ruolo delle ICT nel mondo cambiato di oggi.

Io ci ho provato (forse sbagliando) ed, in sintesi, qui lo descrivo:

“A mio avviso, è quello che ho detto nel mio intervento, l’occasione di creare innovazione e possibilmente trasformarla in risultato economico e di crescita per il sistema Paese, è una occasione perduta, in Italia, molti anni fa.

Negli ultimi 15 anni, infatti, mentre in molte e variegate realtà, varie intraprese ICT – driven sono nate e poi diventate guida dello sviluppo di economie, in Italia innovare è stato soprattutto inteso come una semplice immissione di capitali pubblici, focalizzati su aree e realtà già esistenti, con il principale risultato di ingrandire “giganti fragili”, che han poi continuato a soccombere sui mercati internazionali.

Oggi, dopo questa enorme occasione perduta, sarebbe giusto (a mio avviso) rivedere e ridefinire un NUOVO RUOLO POSSIBILE delle ICT per l’innovazione nel nostro Paese.

Una soluzione efficace potrebbe essere questa:

utilizzare le ICT nel loro modus naturale di “abilitatori” (mezzi) per una rinascita economica e culturale nel segno del concetto di “sostenibilità” (il fine).

E’ nella sostenibilità, invece, che l’Italia può provare a giocare un ruolo da protagonista.

A breve, dagli Stati Uniti e dal possibile Presidente Obama, potrebbe avviarsi un nuovo ciclo di sviluppo sostenibile: è a quel ciclo che il Paese dovrà presto agganciarsi.

E’ lì che le ICT possono giocare l’importante ruolo di facilitatore per la costruzione di un nuovo “villaggio nazionale” (in Italia) all’interno del nuovo “villaggio globale” in cui tutti siano partecipi e protagonisti dello sviluppo armonico delle nostre economie: di una Clean Economy and Society, come più volte noi Innovatori Europei abbiamo scritto e detto.

E’ allora così che le politiche per l’innovazione potrebbero e dovrebbero ridefinirsi e orientarsi per “trasportare” il Sistema Italia verso un nuovo traguardo condiviso – assente da tempo: la nascita/riscoperta di un Clean Behaviour nei cittadini e nei soggetti pubblici e privati, che auto alimenti una crescita economica virtuosa”.

Troppo idealismo? Può darsi.

Massimo Preziuso

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