Significativamente Oltre

MANIFESTO EUROPA – MEDITERRANEO

MANIFESTO DEL GRUPPO “EUROPA E MEDITERRANEO”
Nel mese di febbraio 2008 è partito definitivamente il Gruppo Europa di IE, che, da allora, si sta occupando principalmente di politiche Euro Mediterranee.

Nel termine “EuroMediterraneo” c’è un ovvio riferimento al Partenariato EuroMediterraneo, alle Politiche Europee di Vicinato e all’Unione per il Mediterraneo .Si parla perciò (come è ovvio) di relazioni politiche EuroMediterranee.
Basta fermarsi a questi tre quadri normativi per capire che non solo le relazioni politico-diplomatiche stanno al centro del dibattito, ma il Mare in sé è l’oggetto, e serve, perciò, come spunto per entrare nel merito dei più diversi argomenti, che uniscono e separano entrambe le sponde mediterranee:
1) da un punto di vista di POLITICA AMBIENTALE: le fonti di energia alternative che il Mediterraneo può fornire (sia come risorsa idrica che per quanto riguarda sole, vento e altre fonti di energia pulite).
2) di RELAZIONI COMMERCIALI e, perciò, della volontà di creare una zona di libero scambio euromediterranea (come prevedeva il Partenariato). La libertà di scambi in quest’area (tenendo conto del precedente europeo – cioè delle 4 libertà all’interno delle frontiere dell’Unione – ) fa subito pensare ai “rapporti sociali euromediterranei” (punto 3).
3) Il termine RAPPORTI SOCIALI EUROMEDITERRANEI è volutamente ampio e poco preciso, per poter così fare riferimento a diversi aspetti, tra i quali:
– dal punto di vista delle relazioni commerciali, della libertà di movimento nell’area euromediterranea, argomento che richiama velocemente altre tematiche, quali i movimenti migratori e le politiche adottate in merito.
– si può, però, parlare pure di rapporti sociali, dal punto di vista del sapere e della cultura, della possibilità di scambio e trasmissione di conoscenza
Da un punto di vista internazionale, la crisi dell’economia basata sul petrolio, la discussione sulle clean energies e la clean economy in genere, e il possibile ritorno al nucleare, mettono PEM, PEV ed UPM al centro di un dibattito affascinante: il Mediterraneo si presenta come uno degli scenari più interessanti al mondo su ambiente, energia e co-sviluppo, e ci invita a realizzare una nuova e più approfondita riflessione sul tema.
Le tematiche dell’ambiente e del co-sviluppo assumono sempre più rilevanza nei dibattiti nazionali e nei vertici internazionali (dalle iniziative su base regionale allo scorso Summit del G8 incentrato sul clima). E le politiche europee e quelle degli Stati che si affacciano sulle due sponde del Mediterraneo non sono estranee a queste dinamiche.
L’attenzione all’impatto delle urbanizzazioni, le politiche di insediamento di plessi industriali (perciò politiche economiche) e quelle energetiche, il rispetto della natura ma anche le conseguenze dei fenomeni migratori e la gestione delle risorse naturali (riserve d’acqua, smaltimento dei rifiuti, nuovi costi sostenuti in termini economici e sociali dalle amministrazioni locali per l’aumento di coloro che ‘sfruttano’ il territorio) si collegano tutte alle tematiche del cosiddetto “sviluppo sostenibile”.
Tale concetto è diventato, non a caso, uno dei principi guida nelle politiche dei Paesi Mediterranei e dà luogo a 3 sfide prioritarie, che rispondono alle 3 dimensioni del problema, ovvero:
• sul piano ambientale, la protezione dell’ambiente e delle risorse naturali, con particolare riferimento all’energia;
• dal punto di vista economico, la sfida della lotta alla povertà nella sponda Sud del Mediterraneo e lo sviluppo socio-economico della Regione;
• nell’ambito sociale, il mantenimento della Pace tra i popoli.
I tre concetti si accompagnano alla necessità “ultima” di ripensare le Società moderne nel loro complesso, trovando in un nuovo rapporto con l’Ambiente il driver per cambiamenti sociali epocali, in termini di comportamenti economici e di redistribuzione delle ricchezze.
La stessa UE, nell’art. 177 del Trattato di Amsterdam, ha già collegato il concetto di sviluppo sostenibile con quello dell’ambiente e con la politica di cooperazione, stabilendo che:
• per quanto riguarda lo sviluppo economico e sociale sostenibile, i Paesi in via di sviluppo (PVS) devono tener conto sistematicamente degli aspetti ambientali nella formulazione delle politiche economiche e sociali;
• nella lotta alla povertà, nel dialogo con i PVS si deve tener conto dell’equazione tra povertà ed ambiente;
• si deve favorire l’inserimento dei PVS nell’economia mondiale, attraverso il commercio, lo sviluppo nel settore privato e gli investimenti internazionali, ma sempre nel rispetto dell’ambiente.
Tutti questi aspetti sono stati trattati, gli scorsi 13 e 14 luglio, a Parigi, dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi Mediterranei, riuniti per discutere sull’Unione per il Mediterraneo (UPM). L’UPM parte infatti da un focus sulle politiche ambientali, energetiche e di co-sviluppo.
L’UPM propone una visione che è una via di mezzo tra un approccio globale (e cioè euro – mediterranea) ed uno “semi-locale” (e cioè di Vicinato, che presuppone un rapporto bilaterale): una visione intra – mediterranea degli argomenti di suo interesse, ma in cui la Commissione sia “socia” e partecipi ai lavori, in modo tale che il rapporto sia di associazione e complementarietà e che i meccanismi si “rinforzino” a vicenda.
Il progetto che il Gruppo Europa di Innovatori Europei si pone di portare avanti si concentra sui rapporti tra questi aspetti (energia, ambiente, economia, sapere e cultura), all’interno del più ampio contenitore che è il co-sviluppo (un primo titolo, ancora in discussione, sarebbe quello di “Impatto socio-economico delle energie rinnovabili sulle relazioni Euro Mediterranee”).
Esso va realizzato con un approccio top-down, studiando le modalità con le quali il PEM, la PEV e l’UPM hanno inquadrato l’argomento.
Metodologicamente si adotterà il modello del PEM, che prevede la suddivisione dell’argomento in 3 pilastri, in base a 3 prospettive differenti e allo stesso tempo complementari:
– piano politico (politiche ambientali ed energetiche; posizioni dell’UE, da una parte, e degli Stati della sponda Sud, dall’altra, su ambiente ed energia; influenza di questi settori sui movimenti di popolazione, lavoro,…);
– piano socio – economico (fondi stanziati per ambiente ed energia; accordi commerciali; clean energies economy;…) ;
– piano socio-culturale (ricerca e sviluppo; fuga di cervelli; cooperazione R&D&I tra le due sponde;…).
Si è proceduto ad iscrivere IE ad importanti network euromediterranei, quali la Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture (utile, tra l’altro, per l’identificazione di possibili partners con i quali poter avviare progetti di ricerca) , Platon Plus Net (network nell’ambito del VII Programma Quadro di Ricerca) e APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea, come network referente in Italia del VII Programma Quadro).
Infine si è avviato un primo gruppo di lavoro attorno alla redazione di articoli a cadenza bimestrale su sottoargomenti riguardanti il macro tema Euro mediterraneo, con i quali sviluppare una massa critica di competenze sull’argomento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

News da Twitter
News da Facebook