Significativamente Oltre

M5S

L’ultima chiamata (a PD e M5S) per la nascita di un Movimento Democratico

di Massimo Preziuso

Come immaginabile, l’esperimento di governo tra Movimento Cinque Stelle e Lega Salvini è andato a naufragare. Il carismatico capitano leghista ne esce male, dopo essersi incartato nelle ore successive al lancio della crisi. E i sondaggi dicono già di una Lega che comincia a sgonfiarsi da una bolla mediatica, costruita attorno a davvero poche iniziative politiche innovative e meritevoli.

Allo stesso tempo, i Cinque Stelle e il PD si trovano davanti all’ultima chiamata per la nascita di una più naturale alleanza di governo, il cui potenziale è descrivibile nella sintesi tra la carica innovativa propria di un movimento dotato di processi decisionali poco strutturati e opachi, con la solidità organizzativa di un partito che da sempre intercetta troppo lentamente la forte domanda di cambiamento degli italiani.

Un governo che può avere davvero tanto senso, come già nel 2013, ma solo se diventa la scusa per costruire quel Movimento Democratico, Europeista, ambientalista e dell’innovazione sostenibile, che rimane la vera occasione per dare nuova linfa al Paese e riportarlo ad una nuova centralità in Europa e nel Mondo.

 

Italia 2018: gli Innovatori Europei nella “Terza Repubblica”

di Massimo Preziuso

Torniamo “live” dopo un paio di mesi, a causa di un brutto attacco informatico.

Anche se era già da gennaio scorso e il mio post su La brevissima campagna elettorale e l’importanza di progetti, programmi e visioni politiche che ci eravamo fermati, dopo aver verificato che niente di quello che auspicavamo era successo. Abbiamo così approfittato per una pausa di riflessione abbastanza lunga. Ci risvegliamo in questo maggio 2018, in un’Italia evidentemente cambiata, all’alba di una possibile e auspicabile Terza Repubblica.

Il Partito Democratico – per cui ci siamo spesi per un decennio almeno, fino alla triste esperienza della Commissione nazionale sulla Forma Partito (2014 – 2016), in cui provammo a portare le nostre idee sulla necessità di un Dipartimento Progetti e di un “filiera progettuale” (idea condivisa con il forte Fabrizio Barca, che ha coniato il termine) – si è resettato a marzo. E, cosa incredibile, continua a testare minimi assoluti, con una leadership ormai annullata, che continua a pretendere protagonismo assoluto.

Siamo nell’Italia del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord. E in questo week end potrebbe nascere un governo, abbastanza strano e originale (per le differenze di elettorato e di programmi), tra i due protagonisti della scena politica italiana. Un tentativo rischioso, che però è giusto tentare di avviare, per provare poi a rompere gli schemi, in Italia ed in Europa. In ogni caso, speriamo davvero che tutti gli altri Partiti, a cominciare dal PD, colgano questa crisi / opportunità per riformarsi e cambiare drammaticamente.

Tornando a noi, Innovatori Europei ha lavorato per più di un decennio per provare a portare un contributo di riforma e di innovazione al sistema politico italiano ed europeo.

In alcuni casi il cambiamento è poi arrivato, in molti altri no. Soprattutto, questo ci rammarica, dieci anni dopo non vediamo alcuna sostanziale innovazione nella forma organizzativa e nella modalità di selezione di classe dirigente politica.

Unico esempio che abbiamo visto all’opera è quello di M5S, con le prime forme di E Democracy. Il Movimento ha così dato opportunità a tantissimi comuni cittadini di provare a cimentarsi nella Politica, senza intermediazioni, anche se ha così prodotto una classe dirigente di qualità a volte non eccezionale.

Negli ultimi anni, la nostra iniziativa da indipendenti si è connotata sempre meno in termini di partecipazione alle elezioni (come abbiamo fatto nel passato in varie realtà, supportando nostri candidati) e sempre più nello sviluppo di progetti complessi, regionali e nazionali. Ed è’ su questa linea che vogliamo continuare. Perché fin dai tempi dell’impegno nelle Associazioni per il Partito Democratico (2006-7) crediamo che una seria progettualità sviluppata in maniera libera da appartenenze sia la principale motrice del cambiamento innovativo.

Continuiamo altresì a sperare nella nascita dei Dipartimenti Progetto in tutte le organizzazioni politiche, che diano il via a quella “cultura di progetto”, che in tanti della mia generazione hanno studiato sui libri, che tarda fortemente ad arrivare nel Paese.

Vogliamo prima di tutto indagare meglio sugli impatti (culturali, economici e politici) delle innovazioni tecnologiche sullo sviluppo sostenibile delle società moderne. Anche perché, fin dal 2009 (quando ci rivolgemmo al candidato segretario del PD Pierluigi Bersani, che nel 2013 avrebbe voluto realizzarlo al governo ), continuiamo a sperare nella nascita di un Ministero per lo Sviluppo Sostenibile che divenga protagonista di una nuova fase di sviluppo per il Paese.

In questa nuova fase contiamo sicuramente sul supporto delle centinaia di Innovatori Europei presenti in tutta Italia e all’Estero, ma speriamo anche nell’apporto di nuove competenze e talenti. Per costruire nuovi progetti e benessere condiviso, in collaborazione con organizzazioni politiche ed istituzioni. Vi aspettiamo.

6 Ottobre, Roma: “La Politica tra Riforme e Progetti”

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Link alla pagina Facebook dell’iniziativa

Dopo lo scorso convegno di Settembre 2015 sul Mezzogiorno protagonista tra Europa e Mediterraneo, che ha contributo al Master Plan per il Sud, nell’ultimo anno gli Innovatori Europei si sono concentrati sul tema della Forma Partito, dentro e fuori la omonima Commissione istituita nel Partito Democratico, provando ad orientare il dibattito sull’importanza di un Partito – ma più in generale di partiti – aperto e scalabile attorno alla realizzazione di “Progetti” condivisi, veri collanti di un dialogo territori e istituzioni centrali, unici attrattori di sano consenso, in un periodo caratterizzato da così alta disaffezione per la politica.

Nel pieno del dibattito sul Referendum Costituzionale di autunno, che propone la approvazione di importanti modifiche al sistema istituzionale, che aprono il Paese ad una fase di nuova progettualità si è dunque scelto di dedicare il prossimo convegno annuale a “La Politica tra Riforme e Progetti“.

Il convegno è organizzato dal Comitato #BastaunSì di Innovatori Europei e si terrà il 6 ottobre 2016 dalle 9.30 alle 14 presso la Sala delle Conferenze del Partito Democratico, in Via Sant’Andrea delle Fratte a Roma –

Per partecipare: infoinnovatorieuropei@gmail.com

Link alla pagina Facebook dell’iniziativa

Link al Resoconto del Convegno La Politica tra Riforme e Progetti

 

Il Movimento 5 stelle assorbirà il PD senza che questo se ne accorga

imagedi Salvatore Viglia su Politicamente Corretto

Stanti così le cose è facile, ad essere un po’, almeno un po’, lungimiranti, capire che il futuro politico sarà tutto in rete. La strada è quella del partito unico che deciderà sulle leggi da votare.

L’attuale PD è un figurante di un film in bianco e nero.  Radere al suolo politicamente, negli uomini e nelle intenzioni, l’attuale partito Democratico è un imperativo categorico e si sarebbe dovuto già fare da un pezzo per avere voce nel capitolo attuale.

Nessuna alternativa esiste se non questa. C’è chi vedrebbe in Renzi la soluzione. Figuriamoci se il buon Matteo si andrebbe ad impelagare in una guerra persa impugnando lo scettro della presidenza del consiglio in una mano e nell’altra la bandiera bianca della resa incondizionata. E poi, senza aver vinto le primarie non accetterebbe mai. Anzi, probabilmente se ci vede bene, in futuro non si ricandiderà neanche alla primarie. Il problema insormontabile è la squadra. Vogliamo parlare delle deroghe oppure stendiamo un velo pietoso anche sul listino del segretario che avrebbe attinto, stando ai suoi proclami, dalla società civile? Ma lasciamo stare e parliamo di confronti. Avere contatti con il M5S significa adottare la rete come mezzo. Non appuntamenti, incontri, abboccamenti, tavole rotonde ma la rete. Un consesso universale complessivo di confronti attraverso un processo di democrazia ancora sconosciuto ma partecipativo. Yes, we can? No! Yes, it must…yes, it shall, tanto per parafrasare adattando lo slogan copiato da Obama.

IE, per esempio, non si addice a convivere con mummie alessandrine, neanche rivisitare anacronisticamente la storia costituente di un partito che partiva malissimo definendosi addirittura “Democratico” come se fosse stato possibile immaginare un partito antidemocratico. Noi siamo italiani e la nostra storia differisce da quella americana. Ma si sa che siamo abituati ad emulate le sintesi linguistiche dell’inglese. Ci piace. Il PD non esiste più. Forse non è mai esistito. Ce ne accorgiamo solo oggi con una consapevolezza implacabile e decisamente disarmante. E’ una inutile, pesante ripetizione complessiva di tutti gli errori commessi sino alle primarie scorse ed all’interno di esse. Un PD come questo nuoce e non serve a nessuno.

Il M5S ha posto una questione epocale: l’azzeramento dei partiti, di tutti i partiti ed il processo comincerà dall’interno di ciascuno di essi. Quando il PD si accorgerà e capirà questa realtà resterà di stucco nel bel mezzo del nulla. Finirà per ultimo ad approdare alla rete cercando di mostrare il suo essere progressisti in quella veste senza comprendere che la rete è tutto. E’ il setaccio dal quale si rastrellano le decisioni politiche, progressiste o no. Il PD finirà per essere assorbito dal M5S e, senza accorgersene, cambierà pelle amalgamandosi con Grillo, sia che lo voglia e sia che non l’abbia voluto.

Il Movimento 5 stelle è la Rivoluzione francese “italiana” senza ghigliottine né sangue

imagedi Salvatore Viglia

Solo chi non vuole vedere, non capisce cosa stia accadendo nel paese. Grillo è una macchina schiacciasassi che sta travolgendo ed appianando tutto quello che incontra. Di questo il paese ha bisogno per poter riscrivere un nuovo copione. Le resistenze più o meno giustificate di attaccamento al vecchio, alle segreterie antiche dei partiti presiedute da facce verdi ed avvilite con le tasche piene di soldini e privilegi, sembrano culottes al paragone dei perizoma. Quella di Grillo è una novità risolutiva la cui portata è pari a quella che la Rivoluzione francese rappresentò per la Francia prima e per il mondo poi. Certo è che la mente non riesce ad associare una rivoluzione senza la violenza, i forconi, i giustizialismi sommari. Ciò che il M5S ha messo su è un impasto che lievita giorno per giorno. Nessuno, nemmeno Grillo stesso può prevedere con certezza cosa succederà domani mattina. Questa è una pagina di storia che ha a che fare con l’innovazione purissima della comunicazione e della rivisitazione di concetti cui la politica non ha saputo adeguarsi. E’ una naturale evoluzione della vita “agevolata” dall’iniziativa di un movimento che ha messo in moto un motore che va da solo ormai in una sorta di moto perpetuo. E’ una speranza, forse è la speranza, quella verde, serena anche se lontana dall’attuarsi. Non neghiamoci di aver bisogno di sperare. E’ umano anche questo. Nelle roccaforti delle “Bastiglie” allestite alla bisogna si cerca di addossare la colpa dello sfacelo del paese proprio a Grillo che non c’era, che non voleva venire e che si è trovato, per coscienza, a farsi portavoce della gente comune. Non è leale questo atteggiamento e non lo serebbe per chiunque si trovasse al posto di Grillo. Il mal comune mezzo gaudio rassicura i galli sui cumuli di immondizia per troppi anni adagiati a non fare nulla. Questa Rivoluzione italiana è degna di attenzione critica e non di approssimazione qualunquista. Se qualcuno si lusinga ancora sull’innocua presenza del M5S avrà a che fare con una realtà implacabile.

Cara Viola di Firenze

dmovimento5stellei Vittorio Bertola (capogruppo del M5S al consiglio comunale di Torino)

Cara Viola di Firenze,

ti ringrazio per la tua petizione che il giornale di De Benedetti ha prontamente provveduto a rilanciare nel titolo di apertura in prima pagina, come fa regolarmente con tutte le petizioni di tutti i ventiquattrenni d’Italia.

Tu chiedi al Movimento 5 Stelle di sostenere un governo che faccia una decina di cose: la riforma elettorale, la legge sul conflitto di interessi, il reddito di cittadinanza, la cancellazione dei rimborsi elettorali… Noi le condividiamo, dunque se venissero presentate in Parlamento, seriamente e senza trucchi, le voteremmo; anzi le presenteremmo noi per primi.

Il problema, però, è che non le condivide Bersani. Ti ricordi quando gridava (vabbe’, dai: rantolava) che il reddito di cittadinanza era una promessa populista e insostenibile? E che i rimborsi elettorali sono essenziali per la democrazia? E la riforma elettorale, la legge sul conflitto di interessi, perché non le ha fatte quando governava?

Secondo te, veramente il PD dopo le elezioni ha avuto una crisi di coscienza ed è diventato buono, e ha deciso che improvvisamente voleva aiutare i “grillini” a realizzare il loro programma di stravolgimento dell’Italia, andando contro gli interessi che lo sostengono da anni? Per crederci, bisogna essere veramente ingenui o molto piddini.

Se per il Paese è necessario un governo che porti avanti il programma del M5S, una strada c’è: far fare il governo al M5S, e che siano gli altri a dargli fiducia. Ma se questa strada ti pare eccessiva, ce n’è ancora un’altra: un governo di persone super partes (ma veramente, non come Monti & c.) che si proponga con quel programma lì. Ma persino se dovessero fare il governo PD-PDL con relativa fiducia, basta che proponga quelle cose lì e noi le voteremo: non è che perché fanno il governo col PDL allora non possono più portare avanti questi punti, se veramente li vogliono fare.

Quello che non puoi pensare, invece, è che il Movimento 5 Stelle possa promuovere la nascita di un governo di Bersani e di Monti (son già talmente alleati che manco c’è bisogno di dirlo), con ministri tipo Enrico Letta e Rosy Bindi, per poi magari vedere questo governo far passare ogni genere di porcata senza nemmeno transitare dal Parlamento, a botte di decreti e di sottogoverno, costringendoci nel frattempo a tenerlo vivo per completare riforme che “casualmente” si impantanerebbero esattamente come si sono impantanati il taglio degli stipendi dei parlamentari e l’abolizione delle province durante il precedente governo Monti-Bersani.

Quindi ti ringrazio per la tua proposta e ti rassicuro che noi la porteremo avanti senz’altro, ma che non siamo così ingenui da pensare che improvvisamente gli stessi che hanno rovinato l’Italia muoiano dalla voglia di cambiarla. E per favore, dì a Pierlu Smacchiagiaguari che la smetta di dire “venite a dirmelo in Parlamento” e di rivolgersi direttamente ai nostri neoparlamentari cercando di convincerli a votare la fiducia (magari in cambio di un ministero), che magari il pirla che ci casca lo trova pure, ma in generale come tentativo di spaccarci è piuttosto patetico.

Con stima,

Vittorio

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