Significativamente Oltre

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LETTA CHIUDE A NAPOLI E ROMA

12 Ottobre ore 19,00 – NAPOLI – Teatro Delle Palme

Enrico Letta sarà a Napoli venerdì 12 ottobre alle ore 18,30 per la conclusione della competizione nazionale, con una manifestazione pubblica al Teatro “Delle Palme”, via Vetriera, 12 (traversa via dei Mille).

ore 20,00 – ROMA CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE

L’appuntamento è per venerdì 12 ottobre, alle ore 20 in Piazza Trilussa (Trastevere).

Per informazioni e per ritirare documentazione, tutti i giorni (domenica compresa) dalle 9.30 alle 21.00, vi aspettiamo al Comitato Enrico Letta, in Piazza della Maddalena n. 6, primo piano, 06.68802302 – 06.68195334.

INCONTRO LETTA -MASSA CARRARA

Cari Amici,

come promesso, vi annuncio che domani martedì 9 Ottobre a partire dalle ore 16:45 terremo un incontro con ENRICO LETTA a Marina di Carrara (MS), presso il Ristorante del Club Nautico, in Viale C.
Colombo 2. L’incontro è aperto a tutti. Seguirà un piccolo buffet.

Si invita a non mancare all’appuntamento per chi risiedesse nelle vicinanze.

Per ulteriori info

Visita il Blog di INNOVATORI EUROPEI – MASSA CARRARA

Un caro saluto

Daniele Mocchi – Innovatori Europei Massa Carrara

INCONTRO CON LETTA A BRUSSELS

Vi invito a partecipare all’evento finale della campagna elettorale EUROPEA di ENRICO LETTA, che sarà presente a BRUSSELS Mercoledì prossimo, insieme a GIANNI PITTELLA , LAURA GARAVINI (Capolista EUROPA) e tutti i candidati della LISTA DEMOCRATICI PER LETTA.

AMBIENTE E INFRASTRUTTURE

Ambiente e Infrastrutture – Breve sintesi dei lavori del gruppo
di Luigi Restaino

L’analisi del Professor Ortolani sul cambiamento climatico è pienamente condivisibile. La principale causa delle variazioni climatiche sulla Terra è l’attività solare, solo in minima parte lo sono i fenomeni dovuti alla attività umana. Ad esempio, è ormai accertato, come anche il professor Vacca ha sottolineato in un recente convegno organizzato da Vision sul tema Energia ed ambiente, che la percentuale di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera è Conseguenza piuttosto che Causa dell’aumento climatico.
La riflessione conseguente porta a ridimensionare tutti gli allarmismi (presenti quotidianamente su TG e stampa). Ciò nonostante è Doveroso e Necessario occuparsi delle emissioni nocive per l’ambiente e per la salute (compresa, ma non solo la CO2), non tanto perché aumenta la temperatura (Falso) o si sciolgono i ghiacciai, etc… quanto perché è meglio vivere in un ambiente sano e pulito (si pensi ad esempio all’aria più pura in campagna o in alta montagna).
Da qui alcune linee guida politiche, quali la necessità di diminuire drasticamente il trasporto su gomma a favore di quello su rotaia (il trasporto su ferro ha un costo sociale: carburante, sanità, impatto ambientale, etc. pari ad un decimo del trasporto su gomma), ma anche di ottimizzare la rete di trasporti in generale, minimizzando i trasporti di merci (quali ad esempio la follia di camion che viaggiano per l’Europa per trasportare giacche in Romania solo per far tagliare delle asole!).
Discorso analogo per le motorizzazioni dei mezzi di trasporto (auto comprese): investire fortemente su motori non inquinanti, tipo idrogeno, o elettrico, per avere un doppio vantaggio, sia dal punto di vista industriale, ponendosi all’avanguardia in un settore a grande sviluppo futuro, sia dal punto di vista dell’ambiente ottenendo indubbi miglioramenti della qualità della vita.

Per quanto poi relativo alle fonti energetiche, occorrerà puntare decisamente su impianti per la produzione di energia, e produzione di calore, da fonti rinnovabili, quali il solare, il fotovoltaico, l’eolico, il solare termico, il geotermico, ecc…
Occorre incentivarne con politiche adeguate la ricerca, la divulgazione, la conoscenza e favorire gli imprenditori perchè investano su queste tecnologie.
E’ evidente che gli interessi economici in gioco sono rilevanti: dai produttori e distributori di petrolio, gas, alle multiutility pubbliche e private, ai GSE, ecc… Ma l’impegno deve essere quello di riuscire a superare gli interessi corporativi per il benessere dei cittadini.
Per quanto relativo poi al problema rifiuti:
Una proposta seria sarebbe fare in Italia una legge tipo la legge Toffler vigente in Baviera almeno dalla fine degli anni ’80.
La legge impone ai cittadini la raccolta differenziata, ma carica l’onere dello smaltimento o riciclaggio dei rifiuti alle aziende che li producono, in particolare con riferimento agli imballaggi che rappresentano gran parte dei rifiuti solidi urbani. Oggi noi paghiamo gli imballaggi con il prodotto che acquistiamo, ma poi ne paghiamo ancora lo smaltimento.
Se venissero utilizzati meno imballaggi o imballaggi più facilmente riciclabili, automaticamente avremmo una diminuzione del volume di imballaggi nei rifiuti ed una diminuzione dei costi di riciclaggio. In pratica l’onere dello smaltimento sarebbe inglobato nel prezzo del prodotto. Questo comporterebbe un disincentivo per i consumatori al consumo di imballaggi, con conseguente riduzione del carico sull’ambiente.
Mentre tutte le altre misure che incidono sulla raccolta sono competenza dei comuni (e infatti in Italia se ne vedono di tutti i colori!) una legge come la Toffler sarebbe di competenza del Parlamento e quindi presentabile immediatamente senza dover coordinare centinaia o migliaia di enti.
Infine il problema dell’Acqua.
Un articolo su repubblica di qualche giorno fa riportava a proposito del business delle acque minerali che si tratta di circa 3 Miliardi di euro di giro d’affari, di cui i 2/3 se ne vanno in costi per imballaggi (bottigliette PET di plastica) che vanno inevitabilmente smaltite a costo intero della società: perchè non ripristinare i vuoti. Acqua minerale in bottiglia di vetro con restituzione delle stesse al commerciante previo rimborso di una somma non troppo irrisoria (1 o 2 Euro).
Oppure riflettiamo sul fatto che comunque l’acqua l’abbiamo tutti al rubinetto di casa: quanta e quando ne vogliamo: costo circa 80 centesimi a metro cubo: (cioè 1000 litri). L’Acqua minerale invece costa in media al consumatore (cioè al supermercato) 250 euro a metro cubo: circa trecento (300) volte tanto!
Allora perchè le famiglie di oggi vanno a prendere l’acqua… al supermercato? non per una esigenza fisica come nello scorso secolo quando si andava alla fonte a prendere l’acqua con le otri, ma per un bisogno latente continuamente rivitalizzato dalla Pubblicità.

I produttori di acque minerali sono fra i maggiori investitori in pubblicità e fra i maggiori produttori di rifiuti: miliardi di euro in pubblicità, miliardi di euro in imballaggi, che potrebbero essere investiti meglio! E spesso succede che estraggono acqua da fonti che vanno a ridurre la portata degli acquedotti comunali, con grave danno per le comunità.
E’ questo circolo vizioso che va spezzato: Si noti ad esenmpio che i prezzi delle concessioni per estrazioni delle acque minerali sono irrisori (dell’ordine delle decine di migliaia di euro l’anno, a fronte di milioni di euro di fatturato per singolo brand).

L’acqua è un bene pubblico e come tale deve essere trattato.
Analogo discorso vale per il consumo del latte (e relativi impballaggi): Il latte portato fresco tutte le mattine dal lattaio in una bottiglia di vetro, la porta piena e ne prende una vuota. Totale: due bottiglie di vetro che non si buttano mai. In sostituzione anche i distributori sarebbero una ottima soluzione!
E’ forse il caso di ripensare al meccanismo del consumo impazzito.
Per fare ciò è necessaria una precisa volontà politica che superi le resistenze corporative introducendo meccanismi di disincentivazione progressivi.

DEI DELITTI E DELLE PENE

Dei Delitti e delle Pene.
di Luigi Restaino

Il buon vecchio Mastella (quasi 10 legislature) è Ministro della Giustizia di questo Governo: di quale competenza specifica sia dotato in materia è noto solo a pochi. Orbene Meritocrazia e Competenza appaiono alquanto vuoti concetti a mirare simili avvenimenti. Dall’alto questi esempi illuminano l’agire umano, e conseguenza vuole che Merito e Competenze non alberghino nei luoghi decisionali se non per puro caso, lì dove invece potere politico (leggi consenso: ovvero numero di voti) occupa il proscenio.
Il potere dell’esempio va oltre il senso dell’azione: non si può urlare ai quattro venti la priorità del merito e della competenza, ed assegnare poi le posizioni di prestigio e di responsabilità in funzione di altri parametri, e questo vale in italia in tutti i campi, dalla politica, alla pubblica amministrazione, dall’università, all’impresa (pubblica e privata)…
Una nuova coerente linea guida politica è necessaria!

Ma non parteciperò oltre alla critica, di moda in questi giorni, ma userò il Ministro per parlare di Giustizia, ovvero dei delitti e delle pene. Quale deve esser dunque il senso della giustizia e della relativa pena? Il dibattito sull’indulto è stato animato, ed abbiamo compreso che non abbiamo carceri a sufficienza. Orbene è forse il caso di costruire nuovi carceri? Significa forse che prevediamo nei prossimi 5/10 anni più criminali di quanti ne abbiamo oggi? dichiariamo il fallimento della politica? E poi chi deve essere incarcerato? Contuinamo ad arrestare poveri tossicodipendenti e spacciatori da bassifondi? E’ necessario prevedere la carcerazione per chiunque commetta un reato? o esistono altre forme di punizione e redenzione? penso ai lavori per fini sociali, penso a confische economiche (per reati contro il patrimonio o amministrativi), penso alla riparazione del danno ed indennizzi. Solo delinquenti pericolosi socialmente andrebbero custoditi in carcere (e non certo a spese della comunità, ogni qual volta possibile). E infine, per i cultori del recupero sociale, quanto è utile il carcere per recuperare un delinquente? E’ purtroppo arcinoto che spesso si rileva la migliore scuola del crimine per giovani alle prime armi e spesso una tappa obbligata nelle carriere criminali.
Ed infine il carcere preventivo: è impossibile pensare a valutare in anticipo da parte del GIP le motivazioni di arresto? Credo che la Giustizia nel nostro Paese abbia bisogno di grande Innovazione, e di respiro Europeo, sia per quanto riguarda la Magistratura che arranca per mancanza di mezzi fra scartoffie ed archivi cartacei, sia per quanto relativo agli istituti di pena ed alle modalità stesse di punizione, e forse, ma dico solo forse, una personalità più compentente sarebbe stata necessaria.

ECCO I “NOSTRI” CANDIDATI

In questi ultimi 15 giorni pre-primarie stiamo organizzando vari appuntamenti di discussione nei vari territori, a supporto dei “nostri” candidati (pochi ma buoni).

Eccone una lista “work in progress” (aggiungeremo info e nuovi nomi nelle prossime ore):

Andrea Masconi – Candidato Costituente nazionale e regionale – Collegio genova 9 – valbisagno-parenzo

Adriana Albini – Costituente Nazionale – Collegio Sesto San Giovanni (Mi)
Letizia Ciancio – Costituente Nazionale – Roma – Tomba di Nerone

Alessia Maneschi – Costituente Regionale Campania – Collegio Arenella (Na)

Daniele Mocchi – Costituente Regionale Toscana – Collegio Carrara – Lunigiana

Matteo Nerbi – Costituente Regionale Toscana – Collegio Carrara – Lunigiana

Maria Teresa Ferrigno – Collegio Estero – Sud America

Nina Luzzatto Gardner – Collegio Estero – America del Nord

Remo Pulcini – Costituente Regionale – Messina

Alberto Zigoni – candidato per l’assemblea regionale – collegio 8 Treviso (circoscrizione Veneto 2)

Dario Mastrogiacomo – Costituente Nazionale – Bologna

INNOVATORI EUROPEI NEL FUTURO

INNOVATORI EUROPEI: LA RETE DEL FUTURO

Il Partito Democratico nel web per una nuova Società della Conoscenza

di LAURA TUSSI – Innovatori Europei

“Innovare” significa apportare il nuovo in un vissuto prestabilito, per modificare e rinnovare un contesto culturale predefinito e spesso arroccato su un passato appunto da rivedere e ripristinare con un approccio innovativo verso le cose, i saperi, le istituzioni, le culture proprie, nostre, altre e altrui.

Innovazione ed Europa si sviluppano in un sito tramite forme di e-democracy, in una rete di talenti, saperi, valori, orientati alla nascita del Partito Democratico, verso l’Assemblea Costituente, per realizzare partecipazione, tramite le Associazioni operanti per il Partito Democratico, attraverso la creazione di un portale web, centro catalizzatore di un network, di gruppi e persone residenti in Italia e in Europa.

Il risultato: un Think-Tank per il nascente Partito Democratico, per realizzare un’unica rete di associazioni, persone e operatori che basino la propria partecipazione su concetti e valori di innovazione, merito, conoscenza, sapere. Nella Community si crea politica e si sperimenta l’innovazione nel talento creativo delle persone orientate all’Europa del futuro, promuovendo la partecipazione “bottom-up” di tutte le cittadinanze che sperimentano, nelle politiche locali e globali, la formazione di priorità sociali, di scelte economiche, di innovativi orizzonti politici di partecipazione collettiva e comunitaria. Dunque un Think-Tank dove coinvolgere le potenzialità per la creazione di un’intelligenza collettiva, al fine di contribuire concretamente all’evoluzione di una Società della Conoscenza. L’innovazione e il cambiamento consistono nella trasformazione che un individuo sperimenta su un piano evolutivo, anche intenzionalmente, ossia voluto, provocato e indotto da uomini per il benessere o il malessere di altri uomini. In filosofia il cambiamento innovativo può definirsi il rendere o divenire diverso; nelle scienze sociali è riferito al mutamento sociale; in sociologia è legato all’evoluzione e al progresso; in pedagogia è un’esperienza temporale da cui si esce con diverse percezioni del sé. L’innovazione è un laboratorio in cui il soggetto si scopre “capace di…” ciò non si verifica se non vi è un contenuto come qualcosa da apprendere, capire, usare, costruire, così importante da rigenerare e sviluppare una parte nuova o rigenerare la parte sepolta dall’identità adulta, verso un cambiamento di innovazione, un mutamento di positività. Secondo i cognitivisti il cambiamento riguarda il soggetto attivo. L’educazione è concepita come evoluzione della mente, innescamento e attivazione di processi cui il soggetto può rispondere per cambiare, per evolversi, per rin-novarsi ed in-novarsi, ossia rendersi nuovo, innovativo, diverso da dentro, fondamentalmente, senza comunque perdere totalmente i propri capisaldi, i propri punti di riferimento, ma facendo memoria di sè e della Storia degli eventi. Il cambiamento nell’innovazione, inteso come trasformazione rappresentativa, avviene prima a livello cognitivo, poi emotivo e affettivo. Secondo la psicologia culturale postpiagetiana il cambiamento avviene quando il soggetto si accorge che da passivo ricettore diventa attore della formazione del proprio conoscere e si accorge di pensare di pensare: ciò genera il panico della mente necessario al cambiamento. Per la psicanalisi, Freud ha elaborato il modello psicanalitico di resistenza al cambiamento, oltre all’istinto di piacere subentra l’istinto di morte, meta di tutto ciò che è vivo è morte, ossia pulsione a ritornare allo stato inanimato, nella pulsione che è cambiamento apparente. Il cambiamento in base all’approccio fenomenologico, con Rogers, analizza il soggetto che tende all’autorealizzazione mediante una continua ricombinazione degli elementi del suo sé. Il cambiamento innovativo è un modo nuovo di guardare la realtà, lasciando immutati i fatti concreti e oggettivi da cui è composta e trasformando la loro interpretazione soggettiva. Secondo l’approccio sistemico, Bateson sostiene che la mente è un aggregato di parti e componenti interagenti e le differenze che percepiamo si trasformano nella mente in informazioni. L’informazione è un cambiamento in quanto processo soggetto a trasformazione. La Gestalt di Polster vede il cambiamento innovativo come effetto del contatto, in quanto far proprio l’elemento di novità o rifiutarlo, comporta l’interferenza nel sistema percettivo dell’individuo. Secondo Bion l’identità è la capacità di continuare a sentirsi gli stessi nella successione dei cambiamenti che si verificano in relazione a momenti di disagio e crisi, in corrispondenza delle fasi evolutive quali lo svezzamento, l’adolescenza, la vecchiaia. Il cambiamento comporta la perdita di rapporti e di relazioni precedenti e di alcuni aspetti della personalità, verso l’innovazione e la trasformazione intrise di molteplici potenzialità.

CI DEVI STARE

CI DEVI STARE ANDREA IACOMINI, CI DEVI STARE. – di Andrea Iacomini

Ci devi stare Andrea, come si dice a Roma. Ci devi stare anche dopo una campagna elettorale, un libro, due video, tutti sul PD. Ci devi stare se hai detto anche al portiere di casa tua che era una grande occasione, specie per le nuove generazioni e non lo è stata e non lo sarà.

Ci devi stare se ti dicono che “I posti in lista si chiedono” e ti sei sentito rispondere “per te comunque non c’è posto”. Stacci Andrea, non ti arrabbiare, se arrivano una serie di offerte, tutte con la clausola “ABBANDONA QUELLI CON CUI STAI PASSA CON NOI” e taci quando ti accorgerai che è un motivetto che da 13 anni risuona nelle tue orecchie, sibilato dai boss precari della politica romana.

Ci devi stare Iacomini se ti dicono di appoggiare Letta come tanti giovani come te e tu sei allergico alle lobbicine di imprenditori, finanzieri, super tecnocrati in erba che si preparano a prendere il posto di quelli che già ci sono e guai a te se fai notare che sono sempre gli stessi a questi convegni al Nord mentre poi tra la gente va alla grande un “certo” Grillo.

Ci devi stare Andrea, 2300 voti, molti dei quali presi grazie a questo progetto, a come lo abbiamo spiegato alla gente comune con la nostra faccia da schiaffi, a nulla servono o a poco se poi devi dare la precedenza a cantanti, amministratori delegati e non, ballerini, architetti, attori, giovani di belle speranze e compagne di potenti.

Ci devi stare Andrea, perchè tu, a 33 anni, i voti li hai presi e per partecipare ad un grande evento come il PD invece, i voti non dovevi prenderli. Tu non sei nessuno per la TV e i giornali. Nessuno per i capi dei partiti che governeranno il PD. Stacci Andrea, se Franceschini, invitato con tanto di libro recapitato sulla sua scrivania, passa davanti alla sala stracolma di gente per la presentazione del tuo libro (oltre 200 persone, quelle giuste per raccogliere le firme e presentare due liste in due collegi per le primarie) e neanche degna di uno sguardo quella marea umana ferma li.

Ci devi stare Andrea se le bozze del tuo libro, miseramente inviate per una prefazione ad un “candidato importante”, il tuo candidato (ne fa tante), giacciono da mesi nel cestino degli uffici del Comune di Roma. Fanno schifo. Ci devi stare “e stare zitto” consiglia qualcuno, “altrimenti a Roma hai chiuso”. Ci devi stare se ti dicono di tradire il tuo migliore amico perchè “sei un grande leader del futuro a Roma (ma solo se passi con….) e devi mandare a quel paese quei 4 sfigati del tuo gruppo.

Ci devi stare se qualche compagno di strada, quella mia, quella buona, ti lascia perché vuole uno stipendio mensile per fare politica (a Roma funziona cosi), glielo hanno consigliato “loro” quelli che da anni sono foraggiati in questo modo (che carriere!). E non provare a non starci se ti dicono che ti devi mettere in fila, ricominciare da capo, scegliere la cordata giusta etc.. perché il futuro partito è un miscuglio di identità e la tua non la puoi rivendicare. Ci devi stare se ti dicono che fai il vice segretario e poi ti tagliano da tutto.

Ci devi stare, e non fiatare (può essere pericoloso), se sommessamente, perché solo cosi sai fare o ti hanno insegnato a casa, chiedi di assumere maggiori responsabilità. Ci devi stare se il tuo telefono non squilla più. Se mentre fanno le liste non ti rispondono, se quando ti rispondono ti dicono che non le stanno facendo e invece le hanno chiuse ad agosto. Andrea ci devi stare e basta se provi a fare un video e chiedi un “CI STO!”ai tuoi elettori per farli partecipare alla costruzione di questa nuova avventura, il PD, raccogli 200 (ancora!) firme ed invece tu sei il primo che sta fuori!!

Ci devi stare pure se ti chiedono di fare un po’ di manovalanza (ancora) alla sede centrale perché tu i voti li devi andare a prendere al momento giusto. Ci devi stare quando dicono in giro che sei bello e spendibile per una futura presidenza di municipio, salvo poi ragguagliarti sul tema che la fila è lunga, troppo lunga per un signore anziano come te e che tanto si vota tra 5 anni e…chissà. Ci devi stare, non te lo far ripetere all’infinito, se ti dicono che sei il più bravo ma con il problema lavorativo da risolare fai politica a metà e questo ti limita.

Ci devi stare se ti chiama Fabrizio tuo elettore e dice che non ha passato il concorso (chissà perché). Se ti chiama Giulia e piangendo ti dice che non ha passato il test di medicina (ancora chissà perché). Se ti chiama Paola e ti dice che non ha una casa, è ragazza madre, i genitori sono gravemente malati ed allo sportello del municipio la prendono tutti per il ….Stacci se ad Adelmo, trentetrenne regista geniale, non finanziano il film, a Giuseppe amico e scrittore geniale nessuno apre neanche una porticina per farsi conoscere e fa il correttore di bozze per campare. Ci devi stare e stringere la mascella se nel tuo partito parlano di talenti e fanno emergere solo mostri.

Andrea ci devi stare se ti dicono di rassegnarti che la politica è cosi, che la vita è cosi, che il mondo è cosi. Stacci se Mario Adinolfi te lo dice da sempre che nei partiti, lobby per pochi, ti massacrano e che forse dovresti metterti al suo fianco ad urlare ai signori delle tessere e ti prende sempre per un coniglio o un coglione. Ci devi stare se ti avvisano che se passi con “Lambertow”, l’americano, è meglio che smetti di farti vedere tra il Marco Aurelio e Largo Loria. Prova a star calmo, tu che non ci riesci mai,e prova a starci se ti dicono di star fermo un giro che il tuo turno verrà. E goditi in silenzio chi ti dice che non sei tagliato per la politica e che devi cambiare mestiere perché ti manca il “pelo giusto”, quello sullo stomaco.

Ci devi stare se tante delle cose che pensi le dice Rosy Bindi ma hai la sensazione che smetterà di dirle dopo il 14 ottobre. Ci devi stare se gli ultimi sono diventati primi e primi gli ultimi. Se Gawronski e Schettini ti fanno simpatia. Ci devi stare se poi ti accusano di non aver fatto abbastanza, aver urlato abbastanza. Se le agenzie di stampa stracciano i tuoi comunicati perché non hai un ruolo o non dici cose interessanti. E stacci pure quando la giornalista del grande quotidiano tua coetanea ti dice che ti fa un pezzo e poi sparisce e tu torni a casa abbracci la tua donna la fai girare mille volte e le dici e le ripeti che l’ami salvo poi comprare il giornale il giorno dopo ed infuriarti con lei, la persona che ti sta accanto ogni giorno, come fosse colpa sua.

Stacci se vedi figli di boss Rai cantare e scrivere libri e tu ti sei autopubblicato il tuo con l’aiuto dell’amico di sempre. Vedi di imparare a starci se nei titoli di coda, nei servizi dei tg riconosci tanti nomi. Smetti di avere sempre quella curiosità fastidiosa che ti fa beccare “figli di” tra professori universitari, medici, giornalisti etc., oramai lo fan tutti e non si indigna più nessuno. E stacci e guai a te se muovi una foglia quando dicono che nel nuovo partito ci sarà ricambio generazionale e rispetto del principio di parità: ti stai svegliando troppo spesso di notte col batticuore per resistere a tale insulto(consultare liste per credere il 22 settembre).

Sai che dicono di te?Che in politica, quel mondo che ti sei scelto 13 anni fa, scegli sempre di stare con gente che ti usa e getta mentre dovresti credere più in te stesso. Prova a starci allora Andrea, dovunque andrai per sempre sarà cosi.

E io invece non ci sto. E Sono indignato.

BUONA STRADA AL PD, A VELTRONI, BINDI, LETTA ADINOLFI. AI MITICI SCHETTINI E GAWRONSKY. A ZINGARETTI CHE HO INCONTRATO UNA VOLTA A BRUXELLES ED HO TROVATO BRAVISSIMO. ALLA MARGHERITA ROMANA SU CUI SORVOLO. A TUTTI QUELLI CHE HANNO CREDUTO E CREDERANNO IN ME. A CHI SI AFFACCIA OGGI ALLA POLITICA E A CHI SE NE GUARDA BENE.

IMMIGRAZIONE E PD

IMMIGRAZIONE: E’ SEMPRE UN BENE O SI FA DEL MALE AGLI STESSI IMMIGRATI ?

Mi capita di riflettere sulle dinamiche migratorie e non sempre ho una risposta che giustifichi questo fenomeno che va risolto presto e con determinazione in sede politica.

Una volta il mondo era più “piccolo” – si fa per dire – nel senso che grandi distanze non consentivano la migrazione veloce da una parte all’altra del globo. Tutti ricordano i tempi biblici dei nostri avi quando dovevano varcare l’oceano per guadagnarsi da vivere in America, ma anche situazioni più recenti come le emigrazioni nella vicina Svizzera ove anch’io, a cavallo degli anni 50-60, sono andato a lavorare.

Va detto però, per addentrarmi su ciò che sto per scrivere, che in quest’ultimo caso e cioè negli stati più o meno confinanti, esisteva una certa affinità di abitudini, di pensiero, di religione e quant’altro che permettevano un discreto inserimento delle persone per motivi correlati appunto al costume, alla razza e soprattutto alla mentalità: come dire, sia pur con qualche distinguo, che lavorare in Svizzera o Germania era un po’ come lavorare in Italia, a casa nostra per intenderci, prescindendo dalla grande e dolorosa nostalgia verso la terra che avevamo lasciato per lavoro.

Domanda: “Per coloro che provengono dalle parti più disparate dei continenti è così, oppure, noi che accogliamo gli immigrati, magari con spirito cristiano, facciamo invece loro del male ?” Questa è la domanda che mi pongo dopo il triste fenomeno che stiamo ormai vivendo da anni.

Dopo l’esperienza infatti che tutti noi abbiamo vissuto e stiamo vivendo con una immigrazione, soprattutto dai paesi africani, io penso che, accettando questa gente sulla quale non voglio emettere giudizi né positivi né negativi, si finisce per essere correi di un fenomeno assolutamente negativo: si sradica infatti questa gente dalle loro abitudini, dai loro costumi, dal loro modo di vivere al punto che molta di questa gente immigrata, magari allettata dall’obiettivo di avere tutto ciò che non c’era o non c’è nei loro paesi di origine, si accorge che l’obiettivo fallisce immediatamente in quanto non hanno i soldi per soddisfare, come vorrebbero, ciò che vedono. Come dire: qui da noi si finisce per incoraggiare il disadattamento di questa povera gente che prima, a casa loro, pur senza accorgersene, era pur sempre radicata al suo modus vivendi. Bello o brutto, accettabile o non che fosse.

Ed allora si delinque, si stupra, si vedono varie razze sempre con il telefonino in mano, magari seduti per terra, vicini alle fermate dei tram o dei treni, mezzi questi ultimi che, insieme con il cellulare, forse offrono loro l’impressione di stabilire un virtuale contatto con le loro terre di origine. Perché questa è una sommaria chiave di lettura in chiave psicanalitica.

Temo che sia tardi per dire che l’emigrazione di questo tipo è più dannosa che altro, soprattutto per i diretti interessati. Ma anche per noi, più fortunati, non è un bel vivere accanto a gente che viene venderci di tutto nelle nostre case. Andiamo a Venezia , Firenze o Roma: ci sono chilometri di “vu’ cumprà” che di certo non abbelliscono le nostre città d’arte…

Non sarebbe stato meglio dare loro una mano nei loro paesi di origine, ovviamente nei limiti del possibile da parte delle istituzioni mondiali, circostanza che quasi sicuramente avrebbe avuto un ritorno economico anche verso chi li aiuta ?

Il discorso sarebbe lungo e non si può certo spiegare in quattro righe, ma il senso mi pare possa essere facilmente recepito. A mio avviso, fra i tanti errori, la Lega di cui io non faccio certamente parte, aveva visto abbastanza giusto.

Ed ora che fare ? Io mi auguro che il partito democratico che sta per nascere, affronti questo problema al più presto. Questo è il mio “Think Tank” da Innovatore europeo da mettere a disposizione della società nel nuovo millennio.

Arnaldo De Porti – Innovatori Europei Belluno

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