Significativamente Oltre

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MARCEGAGLIA IN CONFINDUSTRIA

http://InnovatorieuropeiArezzo.wordpress.com 

Emma Marcegaglia alla guida di Confindustria L’imprenditrice ha ottenuto il 99% dei voti.

La presentazione della squadra il 23 aprile.

Ecco le sue prime parole: “Spero che la mia presidenza rappresenti un simbolo per tutte le donne per una partecipazione più attiva al mondo del lavoro.

Uno dei problemi dello sviluppo in Italia è legato alla bassa occupazione femminile e alla scarsa partecipazione delle donne al mondo del lavoro… Posso anticipare che nella mia squadra ci sarà un focus particolare, una vicepresidenza specifica sul tema della sicurezza perché siamo totalmente contrari alla logica delle sanzioni.

Ci sono temi che richiedono un forte impegno e sui quali ci sarà continuità come l’internazionale, la ricerca e l’innovazione, ma ci saranno anche cose diverse, perchè il momento attuale richiede nuova attenzione e focus diversi da quelli di quattro anni fa” Una donna a capo degli industriali è sicuramente una novità, noi speriamo sia anche una grande innovazione.

OBAMA VINCE NEL MISSISSIPI

Leggo ora di un’altra vittoria di Obama nelle primarie degli States.

Obama rappresenta la novità, il cambiamento, una nuova generazione politica, ed il segno che certe problematiche, ad esempio quella razziale, stanno per andare via, finalmente, negli Stati Uniti.

La Clinton, di contro, rappresenta una ondata di cambiamento di Genere, che non è cosa da poco.

Una staffetta dei due candidati alla Casa Bianca sarebbe davvero un qualcosa di forte.

Ma i sondaggi che oggi Corriere.it riporta ci dicono che non sarà così facile conciliare gli elettorati dei due Democrats.

Sembra che aumentino tensioni tra gli elettorati di due Leaders che “difficilmente” riusciranno a governare insieme.

Certo è che gli Stati Uniti continuano ad essere il Luogo dell’Innovazione politica e non solo.

Massimo

INNOVATORI EUROPEI CON IL PD

GLI INNOVATORI EUROPEI CON IL PARTITO DEMOCRATICO PER LO SVILUPPO

Il 13 e 14 Aprile saranno date di cruciale importanza per l’Italia e per tutti noi.

Potremo finalmente misurare “come” abbiamo operato in questi due anni, nella costruzione del Partito Democratico.

Il successo del Partito Democratico alle elezioni politiche sarà infatti il successo di tutti noi: di tutti quelli che, come Innovatori Europei, hanno visto dal 2006 in questo progetto diventato realtà il luogo in cui fare innovazione politica, il luogo in cui mettersi in gioco per ridare smalto e speranza alla nostra ITALIA.

Per questo motivo, in questa fase importante noi ci saremo, mettendo in campo tutte le energie di un giovane Think-Tank, che stiamo costruendo con la voglia di creare cultura innovativa in Italia.
Innovatori Europei ha infatti intenzione di delinearsi sempre più come Think Tank focalizzato sui temi già da tempo oggetto dei propri gruppi di lavoro, ovvero Energia e Ambiente, Sapere e Innovazione, Europa e Mediterraneo.

Nel prosieguo delle attività quindi si ricercherà sempre più il contributo di professionisti, accademici, ricercatori, manager del mondo privato e pubblico per provare a crescere e produrre iniziative e studi di alto livello, concentrandosi sulle attività scientifiche e culturali a supporto dello sviluppo e dell’innovazione del Paese.

Europa, 10 Marzo 2008

GLI INNOVATORI EUROPEI

www.innovatorieuropei.com  – infoinnovatorieuropei@gmail.com

Massimo Preziuso – Coordinatore Innovatori Europei, Daniele Mocchi – Innovatori Europei Massa Carrara, Luigi Restaino – Innovatori Europei Avellino e Roma, Alberto Zigoni – Innovatori Europei Treviso, Silvia Simone – Innovatori Europei Roma, Rocco Pellegrini – Innovatori Europei Roma e Viterbo, Remo Pulcini – Innovatori Europei Messina, Alessandro Massacesi – Innovatori Europei Pescara, Francesco Zarrelli – Innovatori Europei Molise, Lorenzo Romoli – Innovatori Europei Reggio Emilia, Daniele Mocchi – Innovatori Europei Massa Carrara, Riccardo Sani – Innovatori Europei Trento, Ernestina Pellegrini –Innovatori Europei Livorno, Rocco Luigi Bubbico – Innovatori Europei Basilicata, Enzo Tripaldi – Innovatori Europei Basilicata, Arnaldo De Porti – Innovatori Europei Belluno, Roberto Race – Innovatori Europei Napoli, Stefano Casati – Innovatori Europei Milano, Alessandro Chiozzi – Innovatori Europei Milano, Davide Tiberti – Innovatori Europei Londra, Simone Franceschetto – Innovatori Europei Varese, Andrea Volpe –Innovatori Europei Palermo, Antoine Santonie – Innovatori Europei Belgio, Davide Gionco – Innovatori Europei Asti, Andrea Sabatino – Innovatori Europei Caserta, Luca Neri – Innovatori Europei St.Louis (Usa), David Ragazzoni – Innovatori Europei Pisa, Leonardo Piscazzi – Innovatori Europei Monterotondo e Murgia, Mario Romanelli – Innovatori Europei Arezzo, Vincenzo Girfatti – Innovatori Europei Caserta, Salvatore Casu – Innovatori Europei Sardegna, Giuliana Cacciapuoti – Innovatori Europei Napoli, Andrea Candelli – Innovatori Europei Trieste, Simone Franceschetto – Innovatori Europei Varese, Francesco Augurusa – Innovatori Europei Calabria, Mario Di Gioia – Innovatori Europei Savona, Letizia Ciancio – Innovatori Europei Roma, Filippo Bruno-Franco – Innovatori Europei Parigi, Davide Tassi – Innovatori Europei Londra, Giuseppe Margiotta – Innovatori Europei Torino, Dario Mastrogiacomo – Innovatori Europei Bologna, Giuseppe Criseo – Innovatori Europei Varese, Andrea Masconi – Innovatori Europei Genova, Pierluigi Sorti – Innovatori Europei Roma, Laura Tussi – Innovatori Europei Milano, Paola Diana – Innovatori Europei Bologna, Min. Giovanni Germano – Innovatori Europei Aosta, Peter J. Bury – Innovatori Europei Predosa (Bo)

PRODI LASCIA LA POLITICA

Ecco il comunicato stampa rilasciato dal Premier Prodi oggi:

«BASTA POLITICA» – Prodi è poi tornato a parlare del suo futuro, ribadendo che non ci sarà spazio per l’attività politica. «Il futuro è sempre bello. Io ho chiuso con la politica italiana, forse ho chiuso anche con la politica. Ma il mondo è pieno di occasioni e di doveri, c’è tanta gente che aspetta una parola di pace e di aiuto, e quindi c’è più spazio adesso di prima».

Essendo Innovatori Europei nata e cresciuta attorno alla discesa in campo di Romano Prodi nel 2006 e al Governo successivo, un Grazie per essere stato da stimolo a tutti noi, e ad altre migliaia di persone in Italia ed in Europa, ad avvicinarsi alla Politica e alla vita del nostro Paese.

Innovatori Europei

ARIA + ACQUA = ENERGIA

Con aria e acqua si fa la benzina (dal Gruppo Energia)

È l’energia racchiusa nell’uovo di Colombo. Si comincia prelevando l’anidride carbonica dall’aria. Poi si prende dell’acqua, e si separa l’idrogeno dall’ossigeno. A quel punto, unendo gli atomi di idrogeno con quelli di carbonio, si ottengono – come dice la parola stessa – degli idrocarburi. Non fossili, ma nuovi di zecca.

Jeffrey Martin e William Kubic, due scienziati del Los Alamos National Laboratory – il centro di ricerca dove fu concepita la prima bomba atomica – non sono i primi a sognare di poter alimentare le automobili del futuro con aria e acqua. Ma la novità è che, durante un convegno in Florida, hanno annunciato di aver perfezionato l’idea con poche, strategiche innovazioni. E assicurano che quel sogno è alla portata del genere umano. <>, scrivono Martin e Kubic.

Ora, prima che alla portata del genere umano, sarà più facilmente alla portata degli americani. <>. È utile ricordare che la missione del laboratorio del Manhattan Project – tutt’oggi responsabile della sicurezza del deterrente nucleare americano – è la <>. Il comunicato non dice se la procedura inventata da Martin e Kubic sia stata brevettata o meno. Ma il fatto curioso è che il suo nome è stato registrato come un vero e proprio marchio di fabbrica. E, per di più, con un sapore vagamente patriottico: <>.

Inutile dire che questa benzina sintetica, in quanto fabbricata con la CO2 prelevata dall’atmosfera, avrebbe un impatto neutro sull’algebra del riscaldamento climatico. Già oggi è possibile estrarre la CO2 all’aria, portandola a contatto con del carbonato di potassio. Ma la chiave di volta di Green Freedom sta nel passo successivo, quando la CO2 va ulteriormente separata: <>.

Secondo i loro calcoli, ci vogliono 5 miliardi di dollari, per costruire un impianto capace di fabbricare 18mila barili al giorno di benzina sintetica, derivata dall’aria e dall’acqua. Senza violare nessuna legge della fisica, Green Freedom promette di essere energeticamente in attivo, nonostante – anche solo per “spaccare” le molecole di acqua – richieda notevoli quantità di energia. Non a caso si fa notare che, se funzionasse in coppia con una centrale nucleare, costi si abbasserebbero ulteriormente.
Considerando gli elevati costi iniziali, Martin e Kubic calcolano che Green Freedom <>. Oggi in America – complice la storica, generosa fiscalità alle pompe di benzina – il carburante costa circa 3 dollari al gallone. Dunque in Europa, dove la benzina costa più del doppio, sarebbe già economico da oggi.

di Stefano Casati

ECCO LE LISTE DEL PD

Non sarò un super esperto di politica e di politici, ma dal poco che ho letto, estraggo alcuni concetti chiave:

1) ci sono davvero moltissime candidate Donne (ed è un fatto, a mio avviso, ottimo)

2) ci sono molti “sconosciuti”, almeno al cittadino medio

3) Gli “outsiders” Adinolfi e Scalfarotto sono candidati e ce la dovrebbero fare

4) Mi piacerebbe poter dire che ci sono molti giovani-normali, ma a prima lettura non so dirlo ancora

In sintesi, come ci si aspettava, c’è stata novità ed innovazione, rispetto al passato: Veltroni vuole davvero stupire, e io credo che alla fine l’effetto positivo ci sarà.

Vi rimando intanto ai link per leggerle interamente, e farvi una vostra idea:

http://download.repubblica.it/pdf/2008/liste_pd_senato.pdf  

http://download.repubblica.it/pdf/2008/liste_pd_camera.pdf  

Speriamo ora in una bella e combattuta campagna elettorale!

ASPETTANDO LE LISTE DEL PD

Domani finalmente usciranno le liste definitive di Camera e Senato per le prossime elezioni politiche.

Sarà un momento importante per Innovatori Europei.

Abbiamo in tutti i modi detto che per noi è importante avere segnali di rinnovamento e che questo è un momento unico ed irripetibile per cambiare in tal senso.

Il Partito Democratico ha fatto i primi importanti passi, e credo che domani leggeremo di tanti nomi interessanti e nuovi.

E’ chiaro però che il VERO rinnovamento e l’innovazione nella politica e nella società italiane avverranno solo se tutti noi cittadini avremo la pazienza e la volontà di accompagnare questo lungo processo, appena partito, che a mio avviso durerà almeno 5-10 anni.

Intanto, continuando a dare il nostro sostegno al Partito Democratico, in queste elezioni sosterremo in particolare quei candidati che saranno più vicini alla nostra Mission (Rinnovamento ed Innovazione) e ai Temi che stiamo trattando (Energia, Sapere, Europa).

A presto,
Massimo

QUALE FUTURO PER L’EURO MEDITERRANEO?

Quale futuro per la cooperazione Euro-mediterranea? (dal Gruppo Europa)
I dieci anni che separano la Conferenza di Barcellona (1995) da quella di Malta (2005) hanno rappresentato per la Cooperazione Euro-mediterranea un vero e proprio percorso sperimentale. In questi dieci anni il mondo è completamente cambiato. L’attacco dell’11 Settembre 2001 e le conseguenti politiche dell’Amministrazione Statunitense per l’attuazione del piano definito Grande Medio Oriente sono questioni ricadute fortemente sugli equilibri interni alla Cooperazione Euro-mediterranea. Se dieci anni prima la fine del sistema bipolare aveva liberato i Paesi dell’Europa orientale e dell’area Mediterranea da vecchi meccanismi costrittivi contribuendo alla nascita di nuove relazioni tra l’Unione Europea e i Paesi terzi, dal 2001 l’instabilità nell’area balcanica, in quella mediterranea e mediorientale ha compromesso molte delle politiche e degli obiettivi che il Partenariato Euro-mediterraneo si era prefissato.
Le stesse relazioni tra i Paesi appartenenti al Partenariato – tra alcuni Paesi Arabi e Israele e Israele e Autorità Palestinese – erano state messe in crisi da nuovi conflitti aperti. La crisi degli accordi di Camp Darby e del processo di Oslo, la morte di Arafat, la vittoria di Sharon e la conseguente vittoria di Hamas alle elezioni palestinesi unitamente alle scelte del Governo statunitense di aprire i fronti in Afghanistan ed Iraq e di lanciare la guerra globale al terrorismo hanno prodotto una crisi profonda tra Occidente e Medio Oriente tale da far intuire alle Istituzioni dell’Unione Europea di prendere atto del cambiamento accorso e di avviare delle politiche di aggiustamento delle Politiche di Partenariato.
Innanzitutto la Nuova Politica di Vicinato Europea – European Neighbourhood Policy (ENP) – è nata per unificare in un solo programma economico-finanziario ed in una politica estera semplificata, le relazioni europee con i Paesi appartenenti al Vicinato, definito da Xavier Solana “a ring of friends” un circolo di amici.
In secondo luogo il concetto strategico delle relazioni Euro-mediterranee, precedentemente basate sul Partenariato (accordi bilaterali e multilaterali tra Paesi terzi e Unione Europea) si strutturava sull’idea della cooperazione orizzontale e decentrata. L’ENPI invece stabilisce un criterio diverso che presuppone un modello “hub and spokes” cioè basato su un centro (Unione Europea) ed una periferia (Paesi Terzi appartenenti al Vicinato).
Questo vuol dire che i Paesi terzi per l’UE sono tutti sullo stesso piano e che si intende stabilire una nuova relazione diretta bilaterale con ogni singolo Paese. Esaustivo è il caso della Turchia, ma anche il processo avviato con alcuni Paesi terzi che assume connotati simili ad una cooperazione a doppia velocità. I Paesi terzi che hanno fatto più strada rispetto agli obiettivi stabiliti a Barcellona nel 1995 dai trattati di Partenariato sui temi delle riforme economiche e dei processi di democratizzazione saranno privilegiati rispetto ad altri. Se i programmi TACIS, PHARE, EUROMED erano istituiti appositamente da Regolamenti dell’UE per la cooperazione per aree geo-politiche specifiche, il programma ENPI attualmente appare generalista e purtroppo anche ridotto nelle sue dimensioni finanziarie, ma comunque pronto a premiare i più meritevoli. Bisognerà comunque ancora aspettare i documenti che indicheranno i sottoprogrammi operativi e pluriannuali per aree geo-economiche del Programma ENPI per giudicare e valutare il risultato concreto di queste iniziative europee.
Alessandro Massacesi

IL NANISMO DI IMPRESA

Nanismo di impresa: una criticità strutturale da risolvere (dal Gruppo Sapere e Innovazione)
Il dibattito sulla capacità di crescita competitiva di ciascun sistema territoriale ad industrializzazione diffusa non può che essere strettamente vincolato con l’evoluzione del suo tessuto imprenditoriale.
Come è noto, il modello ancora predominante nel Paese continua a reggersi sulla piccola impresa e su specializzazioni settoriali che se fino alla fine degli Anni Ottanta hanno fatto la fortuna della nostra economia, grazie soprattutto alla loro adattabilità e flessibilità agli andamenti del mercato, oggi purtroppo faticano di fronte ai mutamenti strutturali intervenuti negli ultimi venti anni. L’integrazione dei paesi in via di sviluppo nell’economia mondiale e la rivoluzione tecnologica nel campo dell’informatica e delle comunicazioni hanno eroso la posizione competitiva di queste imprese di più ridotta dimensione, troppo piccole per sfruttare pienamente le opportunità del processo di globalizzazione e troppo carenti dal punto di vista delle risorse umane per trarre beneficio dalle nuove tecnologie. Parimenti, il continuare a perseverare su settori e comparti tendenzialmente a crescita media o lenta della domanda mondiale, con basse economie di scala e relativamente basso impiego di manodopera ad alto grado di istruzione e alte qualifiche, ha esposto le nostre imprese ad una situazione difficilmente difendibile di fronte all’impetuoso imperversare dei grandi Paesi in via di sviluppo.
Aziende sempre più piccole, sottocapitalizzate, con bassa remuneratività, scarsa produttività dei fattori, e difficoltà a crescere, è dunque la malattia principale del sistema imprenditoriale del nostro Paese. Secondo molti studi, piccola dimensione è sinonimo oggi di minore produttività per addetto, minore retribuzione per addetto e, conseguentemente minore attrattività per lavoratori con elevati gradi di istruzione e qualifiche, minori investimenti fissi per addetto, minori investimenti in formazione del proprio “capitale umano”, minori spese in ricerca e qualità, minori investimenti in rete distributiva e assistenza al cliente, minore capacità di affermare e coltivare marchi noti sul mercato, maggior dipendenza da canali indiretti per l’esportazione (e relativo minor “potere di mercato” quando i mercati si fanno fragili e/o fortemente competitivi), minor numero di mercati esteri serviti, minor polmone di risorse umane e organizzative per intraprendere investimenti diretti all’estero quando le opportunità di mercato lo esigerebbero.
Dati positivi contingenti come quelli sulle esportazioni non possono essere la “coperta di lino” di un quadro che comunque va consolidato.
Nell’occasione crediamo che, qualunque sarà il colore del prossimo Governo, non si possa esulare dal mettere in campo queste minime azioni di policy, persuandendo, ove fosse necessario, il mondo imprenditoriale nel:
favorire i processi di “rete” delle aziende
promuovere azioni di private equity
stimolare processi di ricerca e innovazione, di upgrading tecnologico e qualitativo favorire la creazione di un sistema di servizi ad alto valore aggiunto apertura strategica dell’impresa al capitale e alle risorse esterne.
Due condizioni imprescindibili per mettere in campo queste azioni di sistema sono quindi, da un lato, una grande trasformazione culturale, l’adozione di nuove visioni, di nuovi modi di pensare l’economia e i mercati, insomma una nuova cultura del fare l’imprenditore e l’impresa. Sono orientamenti che vanno consolidati anche attraverso azioni “educative”. Dall’altro, una maggiore sforzo a migliorare la loro trasparenza contabile: se nelle pieghe dei bilanci continuano a restare delle difformità tra contabilità formale e contabilità sostanziale, certamente questo non aiuta né ad aggregazioni formali e sostanziali, né tantopiù all’utilizzo di veicoli sostitutivi di finanziamento del tradizionale credito bancario, come venture capital e più in generale del private equity, soprattutto oggi alla luce dell’entrata in vigore della normativa di Basilea 2 sull’accesso al credito.
Deve essere chiaro che l’intento non è di ripristinare il modello della grande impresa, per altro oggi per certi versi in difficoltà, ma quello di favorire la sistematizzazione a rete e la formazione di più imprese di taglia media; dimensione che viene valutata ormai come quella più idonea a competere internazionalmente in quest’epoca di globalizzazione, racchiudendo in sè sia le caratteristiche positive della piccola struttura (flessibilità organizzativa e rapida adattabilità agli scenari di mercato) che della grande organizzazione aziendale (capacità di aggredire mercati lontani, produrre innovazione, disporre di cervelli più fini, etc).
di Daniele Mocchi

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