Significativamente Oltre

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Dottorato da valorizzare

Il sottosegretario Luciano Modica ha elaborato, con l’ausilio di un gruppo di lavoro, un corposo documento sul dottorato che propone diverse linee di intervento. Il dottorato è un’innovazione recente nel nostro paese ed è quindi utile fare il punto dell’esperienza maturata e individuare i modi per raggiungere compiutamente gli standard internazionali.
Sono quindi preziosi i vostri suggerimenti in proposito. E’ molto positivo che il governo apra una consultazione sulla base di un documento di indirizzo prima di passare ad interventi normativi.
Questo metodo consente una consultazione più ricca ed efficace e spero possa essere seguito anche in futuro.

On.Walter Tocci
Per consigli e osservazioni potete scrivere a: tocci_w@camera.it

IL RICAMBIO GENERAZIONALE

di Tommaso Visone

Nell’Italia contemporanea un giovane che si accosta propositivamente alla vita pubblica e sociale deve necessariamente spendersi con tutto se stesso per apprendere e formarsi nella totale assenza di scuole di formazione politica e dirigenziale (non a caso i due nuovi presidenti delle camere sono ex sindacalisti, simbolo dell’importanza di una delle ultime scuole politiche italiane). Allo stesso tempo,
nell’interessarsi alla vita pubblica, il giovane è distratto e allontanato da una serie di comportamenti ed esempi che scoraggiano ogni sua residua velleità all’impegno e alla battaglia politico- sociale. Qualora questo giovane si interroghi sul funzionamento e le meccaniche presenti nella non più algida Esperia, noterà che dal mondo del calcio a quello della politica, il Paese è in mano a delle lobby,
le quali agendo anche al di fuori del sistema legale si prodigano nel mantenere lo status quo e nel bloccare tutte quelle riforme eventualmente rivolte a un ampliamento del (ridottissimo) pluralismo e del ricambio dirigenziale. Il che non incoraggerà l’incauto ed inesperto rampollo (circondato da una società che ha fatto del lassismo un modello) a dialogare e a confrontarsi con una realtà che nega a priori ogni forma di indipendenza e di responsabilità al neofita (spesso volenteroso e preparato, anche se inesperto) distante dal servilismo che accomuna i corifei dell’ attuale potere. Al suddetto, dunque, resteranno solo due scelte: emigrare (come molti tra i migliori oggi fanno) o adattarsi annullando il lato più incisivo della gioventù: l’idealismo (riformista o rivoluzionario che si voglia).
Sta, dunque, a coloro che si rendono consapevoli di questa perversa dinamica il non far cadere una problematica che è fondamentale per il futuro del Paese. Se i giovani non raggiungeranno (o se non pretenderanno) una maggiore responsabilizzazione, una maggior partecipazione e non troveranno miglior esempio, si resterà con un’Italia in declino, in perenne crisi, governata da “furbetti” e destinata alla perdita dei suoi caratteri migliori.
Si apre, e non da oggi, una improrogabile questione generazionale. E’ d’obbligo una risposta.

DI PIETRO SU YOUTUBE

ROMA – Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro racconta quello che avviene al Consiglio dei Ministri. Lo fa con un filmato sul YouTube a partire dalla seduta del 19 gennaio scorso.
Di Pietro appare comodamente seduto in poltrona e si rivolge ai cittadini con tono salottiero spiegando la sua iniziativa affinché ci sia “completa trasparenza sulle decisioni che sono state prese”.
Due. Che definisce “importanti”. Relative alle politiche agricole e all’attuazione della riforma costituzionale sul federalismo del 2001, ivi compresa quella del federalismo fiscale, “una riforma copernicana” spiega perché “prevede che a decidere sia un solo centro decisionale:
quello direttamente responsabile dell’intervento di cui si dispone”.
Il leader dell’Italia dei Valori dunque conclude il suo intervento con una nota politica: “Come vedete il Cdm non è luogo solo di rissa come viene descritto e di incomprensione, ma un luogo di lavoro dove le persone cercano di fare il loro dovere con tutta la buona fede possibile. E’ con questo spirito che ho partecipato anche oggi”.

Saluto da Giovani Apd Campania

Cari Innovatori Europei,
mi chiamo Marco Giordano e sono il responsabile giovani
dell’ Associazione per il Partito Democratico della Campania.
Ho letto il vostro documento del 4 gennaio, e devo dire che ne
condivido pienamente lo spirito.
Anche noi dell’APD Campania sentiamo fortemente la necessità di
concorrere al cambiamento e all’ammodernamento del Paese in modo
condiviso e partecipato.

In questo senso noi riteniamo che la nascita del Partito Democratico
costituisca un’occasione irrinunciabile (probabilmente l’ultimo treno
possibile) per modernizzare il sistema politico italiano e per il
consolidare un bipolarismo effettivo e democratico, al passo con i
modelli di democrazia liberale radicati in tutto l’Occidente.

Ed e per questo che stiamo lavorando affinché veda la luce un Pd
caratterizzato da processi decisionali “partecipati”, scevro da scorie
ideologiche, con meccanismi di selezione della classe dirigente che
favoriscano il ricambio generazionale ed impediscano il formarsi di
piccole e grandi oligarchie.

Indi per cui siamo totalmente aperti e disponibili ad eventuali
percorsi in comune, iniziative, confronti. Lo spirito è lo stesso.

Un saluto,

Marco Giordano
Responsabile Giovani APD Campania

SULLA COMPASSIONE

di Giuseppina Bonaviri

E’ attualissimo il dibattito sulla “compassione”.
Una compassione che va oltre la retorica o la bioetica come razionale consapevolezza dell’irreversibilità di un evento. Forse nuovo fronte concettuale che coniuga l’uomo alla pratica: sia essa medica, giuridica, religiosa, estrema. Forse un sentimento radicato nel nostro patrimonio biologico, imprescindibile, immutabile che ci rende vulnerabili, di alto valore morale.
Neutralità o partecipazione oggettiva alla sofferenza di un altro.

La dimensione si può ritrovare nel relazionale, nella dialettica tra scienze esatte e scienze umane, tra soggettività ed osservazione. L’oscillazione è tra “avere di fronte qualchuno o essere con qualcuno”. L’assenza di una dimensione forte di ricerca critica obiettiva sarà, dunque, sostituibile con la posizione di poteri tra buoni e cattivi, tra politicamente corretti e non, strutturazione che rimane precaria ed ideologica.

Così, lo spazio della sofferenza -sacra ed universale- continuerà solo a produrre algide applicazioni procedurali di ambigue leggine e normative. Ahimè!

INNOVATORIEUROPEI.COM

GIOVANI E DONNE PER LA RICERCA

Giovani e donne per migliorare il mondo della ricerca (di Rita Levi Montalcini)

Un mondo migliore ”e’ possibile solo grazie ai giovani e nell’assoluta parita’ tra uomo e donna” . Ad affermarlo e’ il Premio Nobel Rita levi Montalcini che, intervistata da Maurizio Costanzo nella trasmissione ‘Il diario’, si racconta parlando dei suoi grandi affetti e del futuro e lanciando un appello ai giovani e alle donne.
”Ritengo che il futuro dell’umanita’ – afferma la scienziata – sia soprattutto nelle mani dei giovani, che da spettatori devono diventare attori nell’arena della vita. Se noi diamo ai giovani la possibilita’
di utilizzare le enormi conoscenze dell’informatica – ha aggiunto – noi possiamo salvare il genere umano”. Ed un forte richiamo arriva dalla Montalcini anche in favore del ruolo della donna nella societa’ moderna: ”Il giorno che si dara’ alle donne la piena parita’, il mondo vedra’ una nuova speranza”. Il ”50% dell’umanita’ spiega riferendosi al genere femminile – non ha avuto pieno accesso alla conoscenza, perché gli e’ stato impedito in nome di una minore forza fisica.
Ma la forza fisica non ha niente a che vedere con le capacita’ mentali.
Oggi noi sappiamo per certo che la donna ha pari capacita’ mentali rispetto ai coetanei di genere maschile. Io giro l’Italia visitando molti luoghi e incontrando molte persone; sono ricevuta molto calorosamente dai giovani che sentono la verita’ di quanto io dico, in particolare mi rivolgo alle donne.

Da quando io ero bambina la donna ha fatto notevoli progressi nei nostri paesi – commenta la scienziata – oggi pero’ la donna gode di una parita’ apparente, non ancora completa nei confronti dell’altro sesso”.
Montalcini ha anche raccontato delle difficolta’ incontrate, in quanto donna, nell’intraprendere la carriera universitaria: ”Amavo mio padre, avevo rispetto e temevo il suo giudizio cattivo verso di me. Era l’epoca vittoriana ed era logico – afferma – che mio fratello andasse all’universita’ e noi tre sorelle ci dedicassimo a studi prettamente femminili, che io odiavo. Ma quando chiesi a mio padre il permesso di continuare a studiare, mi disse ‘Non approvo, ma non posso impedirti di tornare a studiare’. Avevo 18 anni, presi la licenza media superiore e mi iscrissi a medicina. Con mia madre – ricorda il Nobel – avevo un ottimo rapporto di rispetto e devozione, ma non condividevamo le stesse idee: a tre anni decisi che non avrei mai voluto essere ne’ moglie ne’ madre come lo era stata mia madre, che io adoravo”. Qualche rimpianto?
”Non c’e’ dubbio che in questo modo abbia perso qualcosa – risponde – ma questa e’ stata la mia scelta e sono lieta di averla fatta”.
Sempre vivo, poi, il dolore per la perdita della sorella gemella Paola, scomparsa sei anni fa: ”Mia sorella Paola – racconta la Montalcini – e’ stata una grandissima artista e una persona formidabile, sia dal punto di vista morale che da quello delle capacita’ creative. Avevamo un rapporto stupendo da quando siamo nate fino al giorno in cui il suo polso si e’ fermato sotto la mia mano. Non ho mai amato e stimato nessuno come mia sorella gemella Paola. Un artista, non dal punto di vista scientifico, perché per quello non nutriva nessun interesse, ma dal punto di vista della produzione creativa. Non saprei dire in una parola cosa era per me, perché rappresentava, e rappresenta ancora oggi, tutto, nonostante siano passati ormai quasi sei anni dalla sua scomparsa”.
Un accenno, infine, al suo ultimo libro ‘I nuovi magellani nell’era digitale’: ”I nuovi magellani – spiega – sono i giovani di ambo i sessi, cioe’ coloro che hanno accesso ai sistemi dell’informatica e possono, se si riuniscono, cercare di intervenire e correggere quelle tragiche situazioni del mondo del sud o delle popolazioni dell’oriente in via di sviluppo. Io ritengo che oggi, grazie all’informatica, i giovani abbiano accesso – conclude il Nobel per la Medicina – anche laddove i loro genitori non riescono ad arrivare”.

BUON NATALE 2006

*IL 2006 DI “INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE”*

Il 2006 è stato un Anno ricco e stimolante.

Dalle primarie alla intensa fase elettorale che ci ha visti partecipi delle iniziative di tutti i Gruppi vicini all’Unione, alla vorticosa attività della APD, tra i protagonisti del dibattito su “GENERE E GENERAZIONI”, alla naturale genitura del nostro GRUPPO *”INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE”

Questi i Macro Avvenimenti.

Molte altre le iniziative che ci hanno visti interpreti:

– la costituzione dei Gruppi di Giovani nelle diverse realtà territoriali regionali della APD nazionale.

– la creazione della Rete di BLOG

– la nascita del Sito *INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE
– il consolidamento del Forum – Google Group

– la pubblicazione del primo libro sulla costituzione del Partito Democratico *”Atti del Convegno del 4 Luglio” a cura di un manipolo di donne e giovani.

– l’incontro Ulivista di Orvieto, ad Ottobre, che ci ha visti partecipi

– la costante partecipazione attiva e la apertura al dialogo negli eventi nazionali dell’acceso dibattito sul PD.

– Primi firmatari nella *Lettera aperta a Prodi* per la richiesta di reale partecipazione delle DONNE al Comitato dei Saggi per il PD.

– primi firmatari nella *Lettera aperta “Per il Futuro dei Giovani”, per la richiesta di coinvolgimento dei Giovani al Comitato dei saggi per il PD.

E , soprattutto:

IL GRANDE COINVOLGIMENTO DEI TANTI AMICI, GIOVANI E DONNE, E NON SOLO, CHE HANNO DATO SLANCIO E FORZA AL NOSTRO PROGETTO DI INNOVAZIONE.

*Il 2007 si presenta come l’anno operativo, per noi.*

La sfida lanciata, con l’impegno costante ed onesto e con una partecipazione attenta e serena, alla classe politica dirigente nel 2006, ora dovrà trovare seri e concreti spazi di azione per una politica di giovani e donne.

Riusciremo a contribuire al rilancio della nostra amata Italia.

Nel 2006 il Gruppo vede più di un migliaio di simpatizzanti.

Nel 2007, le nostre idee ed il nostro genuino coinvolgimento, ci faranno riconoscere come gli INNOVATORI GIOVANI E DONNE, in Italia e in Europa.

Roma, 21 Dicembre 2006

GIUSEPPINA BONAVIRI e MASSIMO PREZIUSO

INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE

OTTIME NOTIZIE DA APD TRENTINO

Ecco la comunicazione dall’ amico ALESSIO di APD TRENTINO: Finalmente l’APD del Trentino si e’ dotata di un direttivo eletto dall’assemblea.

Non piu’ provvisiorio e sulla base di cio’ che e’ stato fatto.

Il risultato riguardo la partecipazione giovanile nel nuovo direttivo e’ ottima, un po’ meno per quanto riguarda la “quota rosa”.

Su 15 membri del direttivo 6 hannno meno di 35 anni. Si arriva a 10 includendo i membri sotto i 45 anni.

4 sole purtroppo le donne elette (peraltro coincidenti con le candidate!).

Un abbraccio e a presto,

Alessio

“PER IL FUTURO DEI GIOVANI”

“INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE” e “GIOVANI DI COMMUNITAS 2002”
condividono una LETTERA dal nome “PER IL FUTURO DEI GIOVANI” da inviare al COMITATO DEI SAGGI PER IL PARTITO DEMOCRATICO.

Se la senti tua, sottoscrivila (scrivendo a INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE) e/o falla girare ad altri amici.

Grazie,

Giuseppina Bonaviri e Massimo Preziuso

PER IL FUTURO DEI GIOVANI

In Italia vivono ottomilioni e trecentomila giovani di età compresa tra i 18 anni e i 29. Tale numero di persone viene rappresentato, generazionalmente, da soli 3 deputati under 30.

Ma questi Giovani sono quelli che ci hanno fatto vincere le ultime elezioni, quelli che hanno fatto la differenza tra Camera e Senato, quelli che più di tutti hanno creduto nella missione dell’Ulivo: ridare stabilità e speranze ad una generazione senza futuro.

Sono ragazzi che studiano, lavorano o sono praticanti negli studi di avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti e notai, e molto spesso
cumulano studio e lavoro per permettersi l’Università. Sono gli stessi ragazzi che la notte si alzano per andare ad attaccare i manifesti e tornano sporchi di colla pronti per andare in qualche call center a svolgere il loro lavoretto precario.

La situazione in cui si trovano questa moltitudine di giovani è simile a quella di un spirale Kafkiana: la mancanza di occupazione li conduce
alla ricerca di lavoretti temporanei e instabili; i quali non gli permettono né di acquisire professionalità né di acquistare un abitazione. Rimanendo a casa sulle spalle dei genitori, questi ragazzi prolungano il loro periodo di maturazione e di ingresso nel mondo nel lavoro, ritardando di conseguenza il loro inserimento stabile nei canali di raccolta della ricchezza.

In questo modo anche la costruzione di una propria famiglia viene ritardata.
La evidente condizione di precarietà con cui le classi giovanili si trovano a fare i conti (precarietà occupazionale, precarietà contrattuale, precarietà del sistema di welfare e difficoltà nel riceverne sussidio, caro affitti, costo della casa crescente) rende il loro futuro opaco e viscido, rischia di intrappolarli nella mediocrità.

Quello che noi chiediamo a gran voce è di essere messi in condizione di poterci assumere le nostre responsabilità.

E’ con questa speranza e con un pizzicoo di orgoglio che ci presentiamo all’appuntamento della costruzione del Partito Democratico come protagonisti. Vogliamo essere il futuro e pretendiamo di essere considerati interlocutori politici dai vertici dei partiti.

Molte volte siamo stati infatti considerati solo portatori di voti, semplice manovalanza, alla mercè del candidato di turno. La valorizzazione all’interno dei nostri partiti contemporanei avviene solamente attraverso il meccanismo della fiducia personale quando non della corrente politica.
Valori come la bravura politica, l’intelligenza strategica, la capacità professionale, la costanza e l’autonomia di pensiero non sono affatto apprezzate.

Quello che viene apprezzato è la fedeltà alla linea politica del gruppo d’appartenenza.

Il talento ed il merito non vengono incentivati, e per questo il nostro sistema politico ha intrapreso una deriva che non promette nulla di positivo.

A fronte di una classe politica e dirigente gerontocratica, la cui età media non scende quasi mai al di sotto dei 50 anni, e affezionata alle consuete poltrone del potere, esiste tutto un universo di giovani impegnati nella politica e nel volontariato che non aspettano altro che una possibilità di contribuire al miglioramento del proprio paese con rinnovato spirito d’interesse di fiducia.

Quello che qui rivendichiamo è la questione generazionale.

L’Italia è da troppo tempo “incatramata” in istituzioni, corporazioni, imprese, pubbliche amministrazioni, enti che non riescono a dare risposte alle istanze dei cittadini e della società.

Alcune grandi corporazioni e interessi forti ingessano il tessuto sociale ed economico del Paese. E molto poco hanno a che fare con la vita di milioni di cittadini. Interessi privati e forti clientele governano i processi decisionali, impedendo alla forza viva della società di esprimersi.

C’è bisogno di attingere ad energie nuove.

Abbiamo bisogna di slegare la forza racchiusa e imprigionata nel corpo sociale e nei giovani, liberare le energie che insistono sui territorio, svincolare l’attività politica e amministrativa da antiche logiche d’interesse, ridare fiato ad una “macchina” ormai stanca e ripartire di slancio: non possiamo permetterci di perdere il treno della competitività internazionale. Bisogna agganciare l’Italia al vagone dell’innovazione.

Innovazione non solo tecnologica: ma soprattutto di spirito. La sottorappresentanza di genere e di età è un limite che il nostro Paese deve sapersi lasciare alle spalle. Il tessuto vivo della società manifesta da tempo l’intolleranza verso ogni forza di sfruttamento e di privilegio.

E’ giunto il tempo in cui chi ha dato alla politica e ha avuto da essa, lasci il posto a chi ha voglia di dare ancora, ancorché non abbia da aspettarsi nulla in cambio.

Noi non vogliamo poltrone o nomine. Ci troviamo però a disagio nei confronti del Partito Democratico, Partito in cui crediamo e che contribuiremo a costruire, perchè rischia a nostro avviso di intraprendere una strada che abbiamo già visto, fatta di cooptazioni poco trasparenti e meccanismi decisionali non del tutto democratici.
Chiediamo solo di essere considerati come interlocutori politici e di avere gli strumenti e le possibilità per fare quello per cui ci battiamo da sempre: rendere l’Italia un Paese migliore per chi ci vive.

Per questo i “Giovani di Communitas 2002” e il Gruppo “Innovatori Europei – Giovani e Donne” chiedono:

1) Un impegno concreto da parte dei vertici di DS e DL e del futuro Partito Democratico teso a ristabilire un concreto clima di fiducia con i Giovani che attivamente ogni giorno si occupano di politica sul territorio;

2) Un impegno da parte del prossimo segretario, coordinatore, o presidente del Partito Democratico e degli attuali segretari di DS e DL a intraprendere un percorso di coinvolgimento e rivalutazione dei Giovani dei partiti e della società civile nella ricerca di soluzioni condivise alle problematiche collettive dando vita ad una nuova stagione di interlocuzione;

3) Un impegno da parte dei Leader politici del Centro-sinistra a promuovere ogni forma possibile di partecipazione dei giovani alla vita del futuro Partito Democratico stabilendo ad esempio che in ogni organo deliberante sia presente almeno il 10% di Giovani sotto i 30 anni.

4) Un impegno concreto, da parte dei dirigenti dei partiti e dei movimenti che credono nel Partito Democratico e che lo comporranno, a investire sulla formazione politica dei giovani.
Formazione che educhi non solo al sapere contenutistico ma anche al “saper fare” e al ” saper essere”. Una formazione che non si fermi ai seminari ma utilizzi strumanti più caldi come “i gruppi di lavoro” e “l’apprendimento osservativo”. Una formazione che non lasci i giovani schiavi delle logiche correntizie e fideistiche così presenti nella società e nella politica italiana.

“GIOVANI DI COMMUNITAS 2002” e “INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE”
Ermanno Lombardo – Chiara Bussi – Umberto Pisano – Giuseppina Bonaviri – Massimo Preziuso

PERSONAGGIO DELL’ANNO: VOI (TIME MAGAZINE)

Il personaggio del 2006? Voi navigatori
Il verdetto del settimanale Time che dedica la copertina a quanti «hanno contruibuito a far esplodere la democrazia digitale»

La «persona dell’anno»? Siete voi. Voi navigatori, secondo Time. Il settimanale, pubblicando in copertina un computer con uno specchio al posto dello schermo, ha scelto di incoronare per il 2006 «tutte le persone che hanno partecipato all’esplosione della democrazia digitale» usando Internet per diffondere parole, immagini e video, contribuendo al successo di siti come «YouTube» o «MySpace».
«Per aver preso le redini dei media globali, per aver fondato e aver dato forma alla nuova democrazia digitale, per aver lavorato gratis e aver battuto i professionisti al loro stesso gioco, la Persona dell’Anno 2006 di Time siete voi», scrive sulla rivista Lev Grossman.
«Se voi scegliete un individuo dovete giustificare come questa persona ha influenzato milioni di altre persone – continua -. Ma scegliendo milioni di persone, come è accaduto quest’anno, non ci obbliga ad alcuna giustificazione».

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