Significativamente Oltre

donne-e-politica

IL PROBLEMA RAPPRESENTATIVITA’

Non si spende nemmeno una parola sulla bassa rappresentatività nel parlamento ma i numeri parlano chiaro:

52% di donne nel paese e solo l’8% in Parlamento;

dei giovani, poi, meglio non parlarne, aspettiamo che diventino vecchi e sterili;

eppure il problema è lo stesso per genere e generazione: la rappresentatività e la rappresentanza;

qualsiasi metodo passi con la nuova legge elettorale, dobbiamo andare avanti così con una politica vecchia e poco incline alla sensibilità verso la donna, i giovani la famiglia e l’innovazione?

Cordiali saluti,

Luca Lauro e Massimo Preziuso

INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE

www.innovatorieuropei.com

info@innovatorieuropei.com

LETTERA AL COMITATO PER IL MANIFESTO PARTITO DEMOCRATICO

IL TESTO DELLA LETTERA INVIATA AL “COMITATO PER IL MANIFESTO DEL P.D.”

Abbiamo letto con piacere sul giornale di oggi della pubblicazione della prima Bozza di Manifesto per il Partito Democratico.

Notiamo che, per ora non si parla di nuove Generazioni.

Vi inviamo in allegato:

a) La lettera definitiva, che gira in Rete, concordata da Innovatori Europei – Giovani e Donne e Communitas2002

b) un documento con le Firme dei Gruppi di Giovani e/o Associazioni che hanno sottoscritto, per ora, la Lettera “Per il Futuro dei Giovani”.

Nei prossimi giorni, vi invieremo la sottoscrizione di altri.

Sperando vivamente nella presenza della questione “Generazionale” all’ interno del Manifesto definitivo per il P.D.

Rispettosi saluti.

Roma, 15 Gennaio 2007

INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE

Visita il Sito Web

Saluto da Giovani Apd Campania

Cari Innovatori Europei,
mi chiamo Marco Giordano e sono il responsabile giovani
dell’ Associazione per il Partito Democratico della Campania.
Ho letto il vostro documento del 4 gennaio, e devo dire che ne
condivido pienamente lo spirito.
Anche noi dell’APD Campania sentiamo fortemente la necessità di
concorrere al cambiamento e all’ammodernamento del Paese in modo
condiviso e partecipato.

In questo senso noi riteniamo che la nascita del Partito Democratico
costituisca un’occasione irrinunciabile (probabilmente l’ultimo treno
possibile) per modernizzare il sistema politico italiano e per il
consolidare un bipolarismo effettivo e democratico, al passo con i
modelli di democrazia liberale radicati in tutto l’Occidente.

Ed e per questo che stiamo lavorando affinché veda la luce un Pd
caratterizzato da processi decisionali “partecipati”, scevro da scorie
ideologiche, con meccanismi di selezione della classe dirigente che
favoriscano il ricambio generazionale ed impediscano il formarsi di
piccole e grandi oligarchie.

Indi per cui siamo totalmente aperti e disponibili ad eventuali
percorsi in comune, iniziative, confronti. Lo spirito è lo stesso.

Un saluto,

Marco Giordano
Responsabile Giovani APD Campania

PER UN 2007 DI POSSIBILE SVOLTA

PER UN ANNO DI POSSIBILE SVOLTA : CONTINUARE!

Ci pare giunto il momento per formulare alcune osservazioni.

L’Italia, in questo particolare momento politico, sta conquistando spazi inattesi.

Il Governo, grazie ad interventi prioritari e a congiunture favorevoli, inizia a dare i primi risultati.

Erano anni che non si assisteva ad un susseguirsi di buone notizie sul miglioramento dei Conti Pubblici, delle entrate fiscali e che si attendeva una un approccio concreto verso Donne e Giovani.

Finalmente ritorna l’interesse alla lettura dei quotidiani che, dopo anni di “cronaca spicciola”, ricoprono intere pagine con notizie favorevoli alla ?crescita? dell?Italia in Europa: conti pubblici in forte miglioramento, Fase 2 in via di decollo, fiducia nei consumatori e nelle imprese, interesse ritrovato dei mercati internazionali, accordi bilaterali con la Cina, summit per i Paesi africani.

Ecco, poi, gli argomenti, di maggiore spessore nell’ambito delle riforme che si stanno delineando, e che si discuteranno, la prossima settimana, al Vertice del Governo a Caserta:

1) Semplificazione della Burocrazia amministrativa, “Una impresa in un giorno”

2) Piano per i giovani

3) Nuova politica ambientale

4) Energie alternativa

5) Investimenti Esteri

6) Ricerca e Innovazione

7) Liberalizzazioni

8) Qualità nella P.A.

9) Famiglie e questione femminile

10) Tempi della giustizia

11) Sicurezza al centro

Negli anni passati, questi argomenti sono rimasti aleatori e nebulosi. Ora, sembrano davvero mete vicine e concretizzabili.

Noi “Innovatori Europei” ci abbiamo sempre creduto.

Sono presenti tutte le condizioni per incominciare, nei fatti, una nuova epoca che partendo dalla Politica, attraversa l’economia proiettandosi nella Società  civile, speriamo tutta. Il nostro giovane percorso virtuoso, tra i tanti, ha dato e continuerà  a dare il suo contributo.
Un lavoro che tutti insieme abbiamo portato avanti per tutto l?anno passato, fiduciosi che il Gruppo, con migliaia di persone (giovani, donne e non solo), potesse contribuire seriamente al Cambiamento.

Continuare è indispensabile, per un nuovo anno nato all’insegna di una possibile Svolta!

Roma, 4 Gennaio 2007

INNOVATORI EUROPEI GIOVANI E DONNE

Giuseppina Bonaviri e Massimo Preziuso

SULLA COMPASSIONE

di Giuseppina Bonaviri

E’ attualissimo il dibattito sulla “compassione”.
Una compassione che va oltre la retorica o la bioetica come razionale consapevolezza dell’irreversibilità di un evento. Forse nuovo fronte concettuale che coniuga l’uomo alla pratica: sia essa medica, giuridica, religiosa, estrema. Forse un sentimento radicato nel nostro patrimonio biologico, imprescindibile, immutabile che ci rende vulnerabili, di alto valore morale.
Neutralità o partecipazione oggettiva alla sofferenza di un altro.

La dimensione si può ritrovare nel relazionale, nella dialettica tra scienze esatte e scienze umane, tra soggettività ed osservazione. L’oscillazione è tra “avere di fronte qualchuno o essere con qualcuno”. L’assenza di una dimensione forte di ricerca critica obiettiva sarà, dunque, sostituibile con la posizione di poteri tra buoni e cattivi, tra politicamente corretti e non, strutturazione che rimane precaria ed ideologica.

Così, lo spazio della sofferenza -sacra ed universale- continuerà solo a produrre algide applicazioni procedurali di ambigue leggine e normative. Ahimè!

INNOVATORIEUROPEI.COM

GIOVANI E DONNE PER LA RICERCA

Giovani e donne per migliorare il mondo della ricerca (di Rita Levi Montalcini)

Un mondo migliore ”e’ possibile solo grazie ai giovani e nell’assoluta parita’ tra uomo e donna” . Ad affermarlo e’ il Premio Nobel Rita levi Montalcini che, intervistata da Maurizio Costanzo nella trasmissione ‘Il diario’, si racconta parlando dei suoi grandi affetti e del futuro e lanciando un appello ai giovani e alle donne.
”Ritengo che il futuro dell’umanita’ – afferma la scienziata – sia soprattutto nelle mani dei giovani, che da spettatori devono diventare attori nell’arena della vita. Se noi diamo ai giovani la possibilita’
di utilizzare le enormi conoscenze dell’informatica – ha aggiunto – noi possiamo salvare il genere umano”. Ed un forte richiamo arriva dalla Montalcini anche in favore del ruolo della donna nella societa’ moderna: ”Il giorno che si dara’ alle donne la piena parita’, il mondo vedra’ una nuova speranza”. Il ”50% dell’umanita’ spiega riferendosi al genere femminile – non ha avuto pieno accesso alla conoscenza, perché gli e’ stato impedito in nome di una minore forza fisica.
Ma la forza fisica non ha niente a che vedere con le capacita’ mentali.
Oggi noi sappiamo per certo che la donna ha pari capacita’ mentali rispetto ai coetanei di genere maschile. Io giro l’Italia visitando molti luoghi e incontrando molte persone; sono ricevuta molto calorosamente dai giovani che sentono la verita’ di quanto io dico, in particolare mi rivolgo alle donne.

Da quando io ero bambina la donna ha fatto notevoli progressi nei nostri paesi – commenta la scienziata – oggi pero’ la donna gode di una parita’ apparente, non ancora completa nei confronti dell’altro sesso”.
Montalcini ha anche raccontato delle difficolta’ incontrate, in quanto donna, nell’intraprendere la carriera universitaria: ”Amavo mio padre, avevo rispetto e temevo il suo giudizio cattivo verso di me. Era l’epoca vittoriana ed era logico – afferma – che mio fratello andasse all’universita’ e noi tre sorelle ci dedicassimo a studi prettamente femminili, che io odiavo. Ma quando chiesi a mio padre il permesso di continuare a studiare, mi disse ‘Non approvo, ma non posso impedirti di tornare a studiare’. Avevo 18 anni, presi la licenza media superiore e mi iscrissi a medicina. Con mia madre – ricorda il Nobel – avevo un ottimo rapporto di rispetto e devozione, ma non condividevamo le stesse idee: a tre anni decisi che non avrei mai voluto essere ne’ moglie ne’ madre come lo era stata mia madre, che io adoravo”. Qualche rimpianto?
”Non c’e’ dubbio che in questo modo abbia perso qualcosa – risponde – ma questa e’ stata la mia scelta e sono lieta di averla fatta”.
Sempre vivo, poi, il dolore per la perdita della sorella gemella Paola, scomparsa sei anni fa: ”Mia sorella Paola – racconta la Montalcini – e’ stata una grandissima artista e una persona formidabile, sia dal punto di vista morale che da quello delle capacita’ creative. Avevamo un rapporto stupendo da quando siamo nate fino al giorno in cui il suo polso si e’ fermato sotto la mia mano. Non ho mai amato e stimato nessuno come mia sorella gemella Paola. Un artista, non dal punto di vista scientifico, perché per quello non nutriva nessun interesse, ma dal punto di vista della produzione creativa. Non saprei dire in una parola cosa era per me, perché rappresentava, e rappresenta ancora oggi, tutto, nonostante siano passati ormai quasi sei anni dalla sua scomparsa”.
Un accenno, infine, al suo ultimo libro ‘I nuovi magellani nell’era digitale’: ”I nuovi magellani – spiega – sono i giovani di ambo i sessi, cioe’ coloro che hanno accesso ai sistemi dell’informatica e possono, se si riuniscono, cercare di intervenire e correggere quelle tragiche situazioni del mondo del sud o delle popolazioni dell’oriente in via di sviluppo. Io ritengo che oggi, grazie all’informatica, i giovani abbiano accesso – conclude il Nobel per la Medicina – anche laddove i loro genitori non riescono ad arrivare”.

OTTIME NOTIZIE DA APD TRENTINO

Ecco la comunicazione dall’ amico ALESSIO di APD TRENTINO: Finalmente l’APD del Trentino si e’ dotata di un direttivo eletto dall’assemblea.

Non piu’ provvisiorio e sulla base di cio’ che e’ stato fatto.

Il risultato riguardo la partecipazione giovanile nel nuovo direttivo e’ ottima, un po’ meno per quanto riguarda la “quota rosa”.

Su 15 membri del direttivo 6 hannno meno di 35 anni. Si arriva a 10 includendo i membri sotto i 45 anni.

4 sole purtroppo le donne elette (peraltro coincidenti con le candidate!).

Un abbraccio e a presto,

Alessio

“PER IL FUTURO DEI GIOVANI”

“INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE” e “GIOVANI DI COMMUNITAS 2002”
condividono una LETTERA dal nome “PER IL FUTURO DEI GIOVANI” da inviare al COMITATO DEI SAGGI PER IL PARTITO DEMOCRATICO.

Se la senti tua, sottoscrivila (scrivendo a INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE) e/o falla girare ad altri amici.

Grazie,

Giuseppina Bonaviri e Massimo Preziuso

PER IL FUTURO DEI GIOVANI

In Italia vivono ottomilioni e trecentomila giovani di età compresa tra i 18 anni e i 29. Tale numero di persone viene rappresentato, generazionalmente, da soli 3 deputati under 30.

Ma questi Giovani sono quelli che ci hanno fatto vincere le ultime elezioni, quelli che hanno fatto la differenza tra Camera e Senato, quelli che più di tutti hanno creduto nella missione dell’Ulivo: ridare stabilità e speranze ad una generazione senza futuro.

Sono ragazzi che studiano, lavorano o sono praticanti negli studi di avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti e notai, e molto spesso
cumulano studio e lavoro per permettersi l’Università. Sono gli stessi ragazzi che la notte si alzano per andare ad attaccare i manifesti e tornano sporchi di colla pronti per andare in qualche call center a svolgere il loro lavoretto precario.

La situazione in cui si trovano questa moltitudine di giovani è simile a quella di un spirale Kafkiana: la mancanza di occupazione li conduce
alla ricerca di lavoretti temporanei e instabili; i quali non gli permettono né di acquisire professionalità né di acquistare un abitazione. Rimanendo a casa sulle spalle dei genitori, questi ragazzi prolungano il loro periodo di maturazione e di ingresso nel mondo nel lavoro, ritardando di conseguenza il loro inserimento stabile nei canali di raccolta della ricchezza.

In questo modo anche la costruzione di una propria famiglia viene ritardata.
La evidente condizione di precarietà con cui le classi giovanili si trovano a fare i conti (precarietà occupazionale, precarietà contrattuale, precarietà del sistema di welfare e difficoltà nel riceverne sussidio, caro affitti, costo della casa crescente) rende il loro futuro opaco e viscido, rischia di intrappolarli nella mediocrità.

Quello che noi chiediamo a gran voce è di essere messi in condizione di poterci assumere le nostre responsabilità.

E’ con questa speranza e con un pizzicoo di orgoglio che ci presentiamo all’appuntamento della costruzione del Partito Democratico come protagonisti. Vogliamo essere il futuro e pretendiamo di essere considerati interlocutori politici dai vertici dei partiti.

Molte volte siamo stati infatti considerati solo portatori di voti, semplice manovalanza, alla mercè del candidato di turno. La valorizzazione all’interno dei nostri partiti contemporanei avviene solamente attraverso il meccanismo della fiducia personale quando non della corrente politica.
Valori come la bravura politica, l’intelligenza strategica, la capacità professionale, la costanza e l’autonomia di pensiero non sono affatto apprezzate.

Quello che viene apprezzato è la fedeltà alla linea politica del gruppo d’appartenenza.

Il talento ed il merito non vengono incentivati, e per questo il nostro sistema politico ha intrapreso una deriva che non promette nulla di positivo.

A fronte di una classe politica e dirigente gerontocratica, la cui età media non scende quasi mai al di sotto dei 50 anni, e affezionata alle consuete poltrone del potere, esiste tutto un universo di giovani impegnati nella politica e nel volontariato che non aspettano altro che una possibilità di contribuire al miglioramento del proprio paese con rinnovato spirito d’interesse di fiducia.

Quello che qui rivendichiamo è la questione generazionale.

L’Italia è da troppo tempo “incatramata” in istituzioni, corporazioni, imprese, pubbliche amministrazioni, enti che non riescono a dare risposte alle istanze dei cittadini e della società.

Alcune grandi corporazioni e interessi forti ingessano il tessuto sociale ed economico del Paese. E molto poco hanno a che fare con la vita di milioni di cittadini. Interessi privati e forti clientele governano i processi decisionali, impedendo alla forza viva della società di esprimersi.

C’è bisogno di attingere ad energie nuove.

Abbiamo bisogna di slegare la forza racchiusa e imprigionata nel corpo sociale e nei giovani, liberare le energie che insistono sui territorio, svincolare l’attività politica e amministrativa da antiche logiche d’interesse, ridare fiato ad una “macchina” ormai stanca e ripartire di slancio: non possiamo permetterci di perdere il treno della competitività internazionale. Bisogna agganciare l’Italia al vagone dell’innovazione.

Innovazione non solo tecnologica: ma soprattutto di spirito. La sottorappresentanza di genere e di età è un limite che il nostro Paese deve sapersi lasciare alle spalle. Il tessuto vivo della società manifesta da tempo l’intolleranza verso ogni forza di sfruttamento e di privilegio.

E’ giunto il tempo in cui chi ha dato alla politica e ha avuto da essa, lasci il posto a chi ha voglia di dare ancora, ancorché non abbia da aspettarsi nulla in cambio.

Noi non vogliamo poltrone o nomine. Ci troviamo però a disagio nei confronti del Partito Democratico, Partito in cui crediamo e che contribuiremo a costruire, perchè rischia a nostro avviso di intraprendere una strada che abbiamo già visto, fatta di cooptazioni poco trasparenti e meccanismi decisionali non del tutto democratici.
Chiediamo solo di essere considerati come interlocutori politici e di avere gli strumenti e le possibilità per fare quello per cui ci battiamo da sempre: rendere l’Italia un Paese migliore per chi ci vive.

Per questo i “Giovani di Communitas 2002” e il Gruppo “Innovatori Europei – Giovani e Donne” chiedono:

1) Un impegno concreto da parte dei vertici di DS e DL e del futuro Partito Democratico teso a ristabilire un concreto clima di fiducia con i Giovani che attivamente ogni giorno si occupano di politica sul territorio;

2) Un impegno da parte del prossimo segretario, coordinatore, o presidente del Partito Democratico e degli attuali segretari di DS e DL a intraprendere un percorso di coinvolgimento e rivalutazione dei Giovani dei partiti e della società civile nella ricerca di soluzioni condivise alle problematiche collettive dando vita ad una nuova stagione di interlocuzione;

3) Un impegno da parte dei Leader politici del Centro-sinistra a promuovere ogni forma possibile di partecipazione dei giovani alla vita del futuro Partito Democratico stabilendo ad esempio che in ogni organo deliberante sia presente almeno il 10% di Giovani sotto i 30 anni.

4) Un impegno concreto, da parte dei dirigenti dei partiti e dei movimenti che credono nel Partito Democratico e che lo comporranno, a investire sulla formazione politica dei giovani.
Formazione che educhi non solo al sapere contenutistico ma anche al “saper fare” e al ” saper essere”. Una formazione che non si fermi ai seminari ma utilizzi strumanti più caldi come “i gruppi di lavoro” e “l’apprendimento osservativo”. Una formazione che non lasci i giovani schiavi delle logiche correntizie e fideistiche così presenti nella società e nella politica italiana.

“GIOVANI DI COMMUNITAS 2002” e “INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE”
Ermanno Lombardo – Chiara Bussi – Umberto Pisano – Giuseppina Bonaviri – Massimo Preziuso

“PER IL FUTURO DEI GIOVANI”

“PER IL FUTURO DEI GIOVANI” :

LETTERA AL COMITATO DEI SAGGI DEL PD

di ” INNOVATORI EUROPEI – GIOVANI E DONNE” e “GIOVANI di COMMUNITAS 2002”

Per la sottoscrizione, scrivi a:

info@innovatorieuropei.com

Per scaricare la Lettera (formato Word), CLICCA QUI

PER IL FUTURO DEI GIOVANI

In Italia vivono ottomilioni e trecentomila giovani di età compresa tra i 18 anni e i 29. Tale numero di persone viene rappresentato, generazionalmente, da soli 3 deputati under 30.

Ma questi Giovani sono quelli che ci hanno fatto vincere le ultime elezioni, quelli che hanno fatto la differenza tra Camera e Senato, quelli che più di tutti hanno creduto nella missione dell’Ulivo: ridare stabilità e speranze ad una generazione senza futuro.

Sono ragazzi che studiano, lavorano o sono praticanti negli studi di avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti e notai, e molto spesso
cumulano studio e lavoro per permettersi l’Università. Sono gli stessi ragazzi che la notte si alzano per andare ad attaccare i manifesti e tornano sporchi di colla pronti per andare in qualche call center a svolgere il loro lavoretto precario.

La situazione in cui si trovano questa moltitudine di giovani è simile a quella di un spirale Kafkiana: la mancanza di occupazione li conduce
alla ricerca di lavoretti temporanei e instabili; i quali non gli permettono né di acquisire professionalità né di acquistare un abitazione. Rimanendo a casa sulle spalle dei genitori, questi ragazzi prolungano il loro periodo di maturazione e di ingresso nel mondo nel lavoro, ritardando di conseguenza il loro inserimento stabile nei canali di raccolta della ricchezza.

In questo modo anche la costruzione di una propria famiglia viene ritardata.
La evidente condizione di precarietà con cui le classi giovanili si trovano a fare i conti (precarietà occupazionale, precarietà contrattuale, precarietà del sistema di welfare e difficoltà nel riceverne sussidio, caro affitti, costo della casa crescente) rende il loro futuro opaco e viscido, rischia di intrappolarli nella mediocrità.

Quello che noi chiediamo a gran voce è di essere messi in condizione di poterci assumere le nostre responsabilità.

E’ con questa speranza e con un pizzicoo di orgoglio che ci presentiamo all’appuntamento della costruzione del Partito Democratico come protagonisti. Vogliamo essere il futuro e pretendiamo di essere considerati interlocutori politici dai vertici dei partiti.

Molte volte siamo stati infatti considerati solo portatori di voti, semplice manovalanza, alla mercè del candidato di turno. La valorizzazione all’interno dei nostri partiti contemporanei avviene solamente attraverso il meccanismo della fiducia personale quando non della corrente politica.
Valori come la bravura politica, l’intelligenza strategica, la capacità professionale, la costanza e l’autonomia di pensiero non sono affatto apprezzate.

Quello che viene apprezzato è la fedeltà alla linea politica del gruppo d’appartenenza.

Il talento ed il merito non vengono incentivati, e per questo il nostro sistema politico ha intrapreso una deriva che non promette nulla di positivo.

A fronte di una classe politica e dirigente gerontocratica, la cui età media non scende quasi mai al di sotto dei 50 anni, e affezionata alle consuete poltrone del potere, esiste tutto un universo di giovani impegnati nella politica e nel volontariato che non aspettano altro che una possibilità di contribuire al miglioramento del proprio paese con rinnovato spirito d’interesse di fiducia.

Quello che qui rivendichiamo è la questione generazionale.

L’Italia è da troppo tempo “incatramata” in istituzioni, corporazioni, imprese, pubbliche amministrazioni, enti che non riescono a dare risposte alle istanze dei cittadini e della società.

Alcune grandi corporazioni e interessi forti ingessano il tessuto sociale ed economico del Paese. E molto poco hanno a che fare con la vita di milioni di cittadini. Interessi privati e forti clientele governano i processi decisionali, impedendo alla forza viva della società di esprimersi.

C’è bisogno di attingere ad energie nuove.

Abbiamo bisogna di slegare la forza racchiusa e imprigionata nel corpo sociale e nei giovani, liberare le energie che insistono sui territorio, svincolare l’attività politica e amministrativa da antiche logiche d’interesse, ridare fiato ad una “macchina” ormai stanca e ripartire di slancio: non possiamo permetterci di perdere il treno della competitività internazionale. Bisogna agganciare l’Italia al vagone dell’innovazione.

Innovazione non solo tecnologica: ma soprattutto di spirito. La sottorappresentanza di genere e di età è un limite che il nostro Paese deve sapersi lasciare alle spalle. Il tessuto vivo della società manifesta da tempo l’intolleranza verso ogni forza di sfruttamento e di privilegio.

E’ giunto il tempo in cui chi ha dato alla politica e ha avuto da essa, lasci il posto a chi ha voglia di dare ancora, ancorché non abbia da aspettarsi nulla in cambio.

Noi non vogliamo poltrone o nomine. Ci troviamo però a disagio nei confronti del Partito Democratico, Partito in cui crediamo e che contribuiremo a costruire, perchè rischia a nostro avviso di intraprendere una strada che abbiamo già visto, fatta di cooptazioni poco trasparenti e meccanismi decisionali non del tutto democratici.
Chiediamo solo di essere considerati come interlocutori politici e di avere gli strumenti e le possibilità per fare quello per cui ci battiamo da sempre: rendere l’Italia un Paese migliore per chi ci vive.

Per questo i “Giovani di Communitas 2002” e il Gruppo “Innovatori Europei – Giovani e Donne” chiedono:

1) Un impegno concreto da parte dei vertici di DS e DL e del futuro Partito Democratico teso a ristabilire un concreto clima di fiducia con i Giovani che attivamente ogni giorno si occupano di politica sul territorio;

2) Un impegno da parte del prossimo segretario, coordinatore, o presidente del Partito Democratico e degli attuali segretari di DS e DL a intraprendere un percorso di coinvolgimento e rivalutazione dei Giovani dei partiti e della società civile nella ricerca di soluzioni condivise alle problematiche collettive dando vita ad una nuova stagione di interlocuzione;

3) Un impegno da parte dei Leader politici del Centro-sinistra a promuovere ogni forma possibile di partecipazione dei giovani alla vita del futuro Partito Democratico stabilendo ad esempio che in ogni organo deliberante sia presente almeno il 10% di Giovani sotto i 30 anni.

4) Un impegno concreto, da parte dei dirigenti dei partiti e dei movimenti che credono nel Partito Democratico e che lo comporranno, a investire sulla formazione politica dei giovani.
Formazione che educhi non solo al sapere contenutistico ma anche al “saper fare” e al ” saper essere”. Una formazione che non si fermi ai seminari ma utilizzi strumanti più caldi come “i gruppi di lavoro” e “l’apprendimento osservativo”. Una formazione che non lasci i giovani schiavi delle logiche correntizie e fideistiche così presenti nella società e nella politica italiana.

“Giovani di Communitas 2002”

“Innovatori Europei – Giovani e Donne”

Ermanno Lombardo – Chiara Bussi – Umberto Pisano – Giuseppina Bonaviri – Massimo Preziuso

PRIME SOTTOSCRIZIONI

-Vera Guelfi – Coordinatore Apd Puglia ed Esecutivo Nazionale

– Cristina Bargero – Coordinatrice APD Piemonte

– Massimiliano Falcucci – Consigliere Esecutivo Apd Lazio

– Paolo Di Battista – Consigliere APD Lazio e Roma e Coordinatore Comitato Ulivo Roma Nord

– Alessandro Formichella – Segr.DS Poggio a Caiano

– Fabrizio Mancini – consigliere Direttivo Apd Lazio e Roma

– Davide Tassi – Londra

– Silvia Simone – Roma

– Antonio Petruzzo, Presidente APD per IRPINIA

– Daniele Preziuso – Potenza

– Rita Salimbeni – Roma

– Gaetano De Venuto

– Regina Barbo’ APD

– Flavia Baldassarri , Coordinatrice APD Umbria

– Pier Carlo Zini – APD Lazio

– Luca Lauro – Roma

– Mimino RICCIARDI – Lauria (PZ)

– Daniela Bufalini – Frosinone

– Verbena Campoli – Frosinone

– Flavia Annecchini – Frosinone

– Andrea Volpe – Esecutivo Margherita di Palermo – Responsabili dei Circoli della Città  di Palermo

– Enrico Pistelli, Albignasego – APD Padova e Veneto

– Fernando Cancedda, Salerno, www.nandocan.it

– Valentina D’Alessio – Nola (NA)

– Angelo Chiappa, Busto Garolfo (Mi), APD Lombardia

– Andrea Scopetti, Orvieto – Presidente Associazione Politico – Culturale “Altra Città ”

– Canio Smaldone, Oppido Lucano (PZ) – APD Basilicata

– Spada Claudio , Latina

– Valentina Sperduti , Frosinone

– Stefania Corelli, Frosinone

– Francesca Paniccia, Frosinone

– Marco Paniccia, Frosinone

– Giovanna Cupini, Frosinone

– Alessandra Bufalini,Frosinone

– Mario Nocera, Roma

– Stefano Casati – APD Lombardia,

– Alessandro Chiozzi – Gruppo Giovani MILANO

– Ilio Bernini , Roma

– Gianluigi Mastandrea, Frosinone

– Paolo Piras, Frosinone

– Alessia Sabatini, Frosinone

– Manuel Rotondi, Frosinone

– Salvatore Mafrici Condofuri (RC), Presidente Associazione Giovani Condufuri (RC)

– Giulio Brienza – Roma

– Andrea Forgione, Vicepresidente APD per l’Irpinia

– Francesco Colangelo, Potenza

– Vito Andrea Benedetto, Roma

– Bernadette Lauro, Francoforte sul Meno

– Carlo Cantore, Pisa-Potenza – APD e Associazione Città Futura

– Alessio Recati, Gruppo Giovani APD Trento

– Giovanni Germano, Roisan (AO)

– Marco Giordano – Lorenzo Pascucci – Francesco Aprovitolo

“Gruppo Giovani- APD Campania”

– Pietro Fabrizi , Avezzano

– Nelli Scilabra – Gruppo Giovani APD Sicilia

– Rosario Maiorano – Roma

– Giuseppe Niccolò Mastandrea-Frosinone; 

– Luigi Mastandrea-Grassano (Mt)

– Gabriele Borsoi, GovernareX, Roma

– Rccardo Rame – Roma

– Devis Di Cioccio, Sulmona (AQ)

– Avv. N.A.Toscano, Roma

– Tommaso Visone, Roma

– Ing. Andrea Sabatino – Caserta

– On. Gianni Pittella, Presidente Delegazione italiana Gruppo PSE – European Parliament

– Raffaella Osario-Caserta

– On. Mario Lettieri – Sottosegretario al Ministero dell’Economia

– Michelangelo Mastandrea – Frosinone

-Maria Giovanna Votta – Grassano

– Bianca Sofia De Gennaro – APD Molfetta

Per la sottoscrizione, scrivi a: info@innovatorieuropei.com
Qui le sottoscrizioni arrivate agli Amici di COMMUNITAS 2002 CLICCA QUI

ANCORA SULLE RAGIONI DEL PARTITO DEMOCRATICO

di Andrea Scopetti

Sento sinceramente disagio a dover di nuovo scrivere delle ragioni e del perché sia oggi necessario costruire in Italia un grande soggetto riformista che permetta al sistema politico di ammodernarsi e dare significato e sostanza alla lunga transizione che ormai ci accompagna da più di quindici anni.
Avrei voluto confrontarmi sulle forme, sull’organizzazione, sul profilo del nuovo partito ma purtroppo, dopo il seminario di Orvieto, per tante ragioni anche fondate, il processo ha avuto innegabilmente un rallentamento ed oggi, alla vigilia dei congressi di D.S e Margherita, lo scenario si presenta incerto e confuso.
L’Italia, ed in particolare la Politica del nostro paese, si trova ancora una volta nell’incapacità di assimilare e di comprendere l’evoluzioni storica che le si pone dinanzi, emergono di nuovo le grandi contraddizioni che hanno accompagnato, da sempre, ma in particolare negli ultimi anni, il nostro sistema politico.
Sono anni che denunciamo una latente crisi della politica, della partecipazione, della democrazia e nonostante tutto questo siamo un paese capace di ideare le primarie, con la presenza di 4 milioni e mezzo di cittadini (numero ben superiore, per esempio, alle trecento mila persone delle primarie della sinistra francese), toccare nelle elezioni politiche una percentuale di votanti unica in Europa e portare, dopo soli due mesi da queste, più del cinquanta per cento della popolazione ad esprimersi in un referendum; siamo il paese dove si evidenzia una perdurante crisi della classe dirigente, inalterata da
ormai venti anni, e nonostante tutto persiste l’incapacità di trovarne rimedi; siamo il paese che vuole parlare di contenuti e non di contenitori ma che non riesce a non parlare unicamente di contenitori;
siamo il paese che denuncia un problema di democrazia e di cittadinanza ma che accetta e si permette una legge elettorale che esautora i cittadini da ogni potere decisionale e che permette a quattro o cinque persone di decidere chi dovrà sedere in parlamento; siamo un paese dove le istituzioni, ad ogni livello, sono sempre più gestite e sempre meno governate; siamo il paese dove si denuncia la deriva dei partiti verso strumenti elettorali e di lobby e, poi, non si riesce a far crescere la passione se non nel momento della conta delle tessere; mi ricordo di partiti che davano battaglia su linee politiche, su idee di paese, che mettevano in gioco persone che esprimevano una visione di valori, oggi vedo partiti che pesano le proprie idee con il numero
delle tessere e mettono in gioco persone che esprimono i grandi numeri delle tessere; siamo un paese dove predichiamo la laicità della politica in nome dell’apertura delle proprie basi culturali e storiche e, poi, nell’agire politico non riusciamo che ad essere chiusi all’interno dei nostri recinti e pervasi da cieco radicalismo quasi fondamentalista.
Come si diceva pochi giorni fa in un’assemblea “i processi storici o si governano o non si governano o ce se ne accorge o non ce se ne accorge”: io credo che la strada verso il Partito Democratico sia un grande processo storico di cui ancora non tutti hanno ben chiara la portata.
Tutte queste ragioni basterebbero, da sole, a giustificare la necessità di un Partito nuovo che riesca ad affrontare tutte queste contraddizioni, ma il progetto del Partito Democratico ha radici ben più radicate e si pone obiettivi ben più ambiziosi.
La storia del nostro paese ha da sempre vissuto i momenti di difficoltà, di crisi e di transizione cercando soluzioni che passavano attraverso grandi scissioni politiche, sociali, culturali: oggi noi stiamo affrontando questo periodo così delicato provando ad unire più che a dividere.
Oggi siamo chiamati ad unirci perché è la storia del nostro tempo che ce lo chiede, siamo chiamati a rispondere non più soltanto a problemi nazionali ma dobbiamo confrontarci con problemi globali: guerre, fanatismo, terrorismo, fame, nuove malattie, nuove discriminazioni, disparità economiche, ambiente, clima ecc.
Come possiamo rispondere e affrontare questi problemi con i nostri piccoli partiti?
Ricercando certezze nelle grandi identità storiche?
Io credo di no.
L’estrema necessità del nostro tempo è quella di cercare di ricostruire un tessuto sociale che non sta più insieme, che è completamente sfilacciato e una tela si riesce a comporre solo intrecciando i fili che rappresentano, nel nostro caso, identità diverse, fili che se non si uniscono rimangono solo fili, vecchi o nuovi, ma solo singoli fili. Viviamo in una società che si sta contaminando con nuove culture, nuove esperienze, religioni diverse, come rispondiamo a questi nuovi confronti?
Anche il significato di laicità di uno stato va rivisto, dobbiamo far i conti, anche qui, con il nostro tempo, non possiamo non accorgerci che oggi uno dei fattori che riesce a tenere insieme il tessuto sociale di molti paesi, etnie e culture è proprio la religione, c’è bisogno di una politica che riesca a sviluppare il valore del dialogo e del confronto tra religioni, solo così potremmo governare la società del nostro paese che sta cambiando.
Alcuni giorni fa ho partecipato ad un’iniziativa di chi si oppone al cammino verso il Partito Democratico, devo dire che più si andavano a
toccare temi di fondo più mi rendevo conto di quanto sia grande il bagaglio comune che oggi può unire tanti italiani, valori come la pace, libertà, lavoro, sostenibilità ambientale, diritti di cittadinanza, sviluppo compatibile, difesa della ricerca ecc., sono ideali e propositi che uniscono e non dividono.
Se poi anche chi dubita di questo processo ammette che la questione dell’appartenenza del futuro Partito Democratico alle famiglie politiche europee rappresenta solo un problema di facciata e una buona scusa su cui basare la propria contrarietà, si ha la conferma che oggi in Italia è ora di mettere in campo il coraggio e come diceva Salvatore Vassallo ad Orvieto “abbattere muri e costruire ponti”.

News da Twitter
News da Facebook