Significativamente Oltre

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LA CARTA REFERENDARIA

Sembra,ormai, che il tema della legge elettorale si dipani all’interno della evoluzione dello scenario politico, a sinistra come a destra.

Lo slancio bipolare creato dal partito unico Pd e, paradossalmente, berlusconiano sembra prediligere il maggioritario secco.

E non c’è da meravigliarsi se la frattura interna alla CdL abbia interessato anche la legge elettorale quale punto fondamentale per la comprensione dell’andamento complessivo del nostro sistema politico. Ovviamente è chiaro che questa legge puo’ indirizzare le alleanze e le unioni in un senso anzicchè in un altro.

Fini si è pronunciato a favore del referendum (in una trasmissione televisiva) promosso da Segni nell’interesse di An a integrarsi con Forza Italia e Berlusconi, per le stesse ragioni, potrebbe optare la stessa scelta.Qui si potrebbe intravedere un motivo di convegenza tra Prodi e Berlusconi.

Rifondazione appare orientata sulle ipotesi tedesce mentre i partiti minori sono contro il maggioritario. Il tema rimane di grande complessità ed attualità anche se passerà del tempo prima del referendum: per i giochi dei veti incrociati che renderanno conflittuale una intesa delle Camere nei prossimi mesi.

Fatto ritenuto assai grave.

CONSIDERAZIONI DI GIUSEPPINA BONAVIRI

Non basta trasformare il formulario per ottenere una nuova classe dirigente dove i possibili competitor siano davvero giovani e donne.

Si continua ad assistere ad un arroccamento culturale tale che, nessuna presunta identità ed implorata innovazione per un sostanziale ricambio, potranno lasciare spazio ad alternative e consolidamenti?

“Allo stato attuale delle cose e dovendo fare delle previsioni” Ceccanti per il 2011 vede “il duello Veltroni-Fini”.

E questo, per affermare il superamento dei vecchi schemi e portare alle prossime elezioni uno schieramento e capi alternativi rappresentativi di Genere e Generazioni ?

Ora piu’ che mai c’è l’esigenza di consolidare le realtà che, come la nostra, devono continuare ad imporsi senza emarginazioni ideologiche.

UN MIO CONTRIBUTO SUL PROBLEMA TRAFFICO AL PROGRAMMA DI ROMANO PRODI

Il contributo sistemico di una regolazione del Traffico cittadino, 10 Luglio 2006

Una regolamentazione sull’uso degli Autoveicoli in città per il miglioramento della vita dei cittadini e dell’ambiente
Contributo di: Massimo Preziuso
Argomento: Ambiente

Sembrerà un azzardo dirlo, ma a mio avviso IL problema centrale della vita nelle città risiede nel TRAFFICO, ed essendo le città MOTORI di SVILUPPO, esso diventa un grande Vincolo per il SISTEMA PAESE.
Da cittadino osservatore, noto da tempo che il TRAFFICO è la RADICE di tanti problemi del vivere nelle grandi città (nervosismo, irritabilità, ritardi e inefficienze vari).
Da tempo penso una cosa: ma perchè allora non limitare , in maniera intelligente, l’uso delle automobili in città?
Non sono un esperto in materie legali, ma credo che sia possibile avviare una normativa per portare i Sindaci delle varie città a muoversi in tal senso.
In tutti i Paesi avanzati si parla di “Car Sharing” e cose simili, in Italia davvero poco.
La cosa che mi interessa dire di più è la seguente:
in questo momento storico, in Italia un uso razionale e condiviso di Autoveicoli può divenire un Ottimo motore di Coesione Socialee di Sviluppo.
La proposta che mi chiedo se sia possibile attuare è la seguente:
perchè non regolare l’uso delle autovetture, “imponendo” il loro utilizzo in città con “ALMENO DUE PERSONE A BORDO”?
Nella città in cui vivo, Roma, è evidente ormai che la macchina è diventata ad uso ESCLUSIVO di SINGOLI, attraverso un circuito “vizioso” di pigrizia / comodità che porta le persone a “chiudersi” nella propria autovettura.
Io sono convinto che, regolando l’uso di autovetture si possa agevolmente realizzare BENESSERE diffuso per le persone, da un punto di vista SOCIALE, AMBIENTALE ed ECONOMICO anche (non scendo in discorsi di Mercati Energetici e altro, ma è chiaro che, a regime, in questo modo, si diventerebbe meno dipendenti dalle Benzine).
Sperando di non aver scritto pure sciocchezze, mi piacerebbe discutere con voi di questo.

Un saluto a tutti,

Massimo Preziuso

IL RISVEGLIO

“Vedo una folla innumerevole di uomini simili e uguali che girano senza tregua su sé stessi per procurarsi piccoli piaceri volgari, con cui si appagano l’anima. Ciascuno di loro, messo da un lato, è come estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui l’intera specie umana; quanto al resto dei suoi concittadini, li ha accanto ma non li vede; li tocca ma non li sente; non esiste che in sé stesso e per sé stesso, e, se una famiglia gli resta pur sempre, si può almeno dire che non ha più patria”.

A. de Tocqueville, De la démocratie en Amérique, vol. II, Gallimard, Parigi 1992, pp. 836-837.

Cari Amici,
vorrei condividere con voi la descrizione dello scenario socio-politico che il filosofo Alexis de Toqueville preconizzava alla fine dell’800 e che, con agghiacciante esattezza, pare corrispondere al momento (ormai duraturo) di decadimento (per non parlare di decadenza) morale, culturale e politica che il nostro Paese (ma allargherei al globo intero, Stati Uniti in primis) sta attraversando.
Il senso di sconforto che la lucida descrizione di un quadro allora futuristico ha provocato in me, penso possa essere condiviso con quanti immaginano, anche con il nostro impegno, un prossimo “Rinascimento”, la ripresa del nostro Paese, il risveglio da questo stato di torpore (per
non dire di sonno profondo) della ragione e del sentimento, una rinascita del sistema ispirata dalla luce rinnovata della Ragione del Cuore.
L’azione di ognuno di noi può davvero far scattare questa scintilla.
Credo che l’inizio di questa azione sia divenuto non più procrastinabile.
Da New York il nostro Paese mi sembra particolarmente malconcio, ma numerosi ardenti focolai lasciano presagire l’accendersi di una nuova fiamma.
Dipende anche da noi. Vogliamo essere protagonisti. Dobbiamo esserlo.

Un abbraccio e un saluto a tutti,

Silvia

SULLA PENA DI MORTE

Il 10 ottobre di quest’anno la Camera dei Deputati decise di cancellare dalla costituzione l’ultimo retaggio della pena di morte ancora presente nel nostro ordinamento. Un provvedimento che si aspettava da 12 anni.

Nel 1994, un mese dopo l’abolizione dai codici militari, l’Italia iniziò un cammno che le ha assicurato, a livello internazionale, il primo posto contro pena di morte e moratoria universale delle esecuzioni capitali.

Nel 1997 il Governo Prodi fece approvare la proposta alla Commissione Diritti Umani dell’Onu con la maggioranza assoluta dei voti.

Un risultato storico che stabilì che la pena di morte è questione relativa ai diritti umani e che la sua abolizione era un rafforzamento della dignità umana ed un progresso dell’uomo.

Nel 1994 i paesi mantenitori erano 97 oggi 45 di meno, migliaia di vite umane risparmiate.
Questo apparve il risultato di una vera campagna politica portata avanti da associazioni, gruppi, singoli per una crescente coscienza politica e civile del nostro paese.”

Ad ottobre, però, si era ad un punto critico in quanto il governo sembrava vincolato ad una contro proposta di compromesso volta a presentare non la risoluzione ma una dichiarazione di intenti.

Ma allora, mi sto domandando, a che punto siamo, oggi, per raggiungere l’abolizione completa nel mondo?

GENERE E GENERAZIONI

Ciao.

Poche righe per dire la mia su quello che, a mio avviso, è successo in questi mesi, sia in questo gruppo, sia nel dibattitto sul PD, e soprattutto in ambito sociale, in Italia e in Europa.

Nel 2006, sopratutto dopo le elezioni vinte dall’ Ulivo, sono nati moltissimi Gruppi e Movimenti nella Società civile, e questo è un primo gran segno ( dagli anni 90, mai c’è stata tanta energia nella società civile).

Riguardo alla nostra esperienza: in 9 mesi siamo riusciti a creare un bel gruppo di discussione, su tematiche che sempre di più stanno prendendo piede nella Società.

Genere e Generazioni è un argomento forte e attualissimo. A tutti i livelli se ne sta parlando: dalla strada, ai tavoli di ristorante, alla televisione, ai seminari, ai Gruppi come il nostro, ai seminari politici, alla Camera, al Senato, nel Governo, a Brussels..sembra che, finalmente, ci sia spazio per fare innovazione politica in questo senso.

A me sembra che ci sia una “rivoluzione intellettuale” (di Cervelli, come dice Giuseppina) in atto: sono convinto che questo sia un momento unico in Italia (soprattuto) e in Europa per cambiare le cose e modernizzare le nostre società, soprattutto con il contributo vivo e vivace di Giovani e Donne.

Speriamo bene.

A presto,

Massimo

E’ TEMPO DI CAMBIARE

Eccomi tornato da un periodo all’estero.

Come tutte le volte in cui visito un Paese diverso dall’Italia, al ritorno mi ritrovo a fare le stesse considerazioni:

– L’Italia è il Paese più bello del mondo (per bellezza, cultura, clima, cibo…)
– L’ Italia è il Paese più “anziano” del mondo (nel senso sociale del termine)
– In Italia, a differenza di tutti i Paesi che ho visitato, i Giovani, per strada e nei luoghi di lavoro, non si vedono fisicamente
– In Italia il sistema universitario (che è poi , secondo me, IL motore dello sviluppo “oggi”) è lento, anti-meritocratico, chiuso

Allora, mi viene da dire, come sempre: perchè non ci vogliamo rendere conto del fatto che il problema che il nostro paese vive da decenni è di tipo generazionale?

Perchè non si dà la “possibilità” ai Giovani (tutti) di scommettere e vincere sul proprio destino?

Un abbraccio.

Massimo

GIOVANI E DONNE: APD CAMPANIA

Assemblea APD su democrazia e partecipazione, notizia relativa a sabato 25 novembre 2006

La presente comunicazione è inviata a tutti coloro che nei mesi passati hanno trasmesso la propria richiesta di adesione alla APD – Associazione per il Partito Democratico.
Da quel giorno ad oggi, molte cose sono accadute, sia a livello istituzionale sia a livello politico. Il tema del Partito Democratico è oggi a pieno titolo al centro del dibattito e crediamo di poter dire che una parte di merito, almeno su questo tema, debba essere riconosciuto alla nostra associazione.
La discussione sulla nascita del nuovo partito è andata di pari passo con i processi di consolidamento e di sviluppo dell’APD. Per continuare lungo questo percorso è importante che gli aderenti e gli iscritti possano democraticamente partecipare alle scelte. In particolare, per quanto riguarda la nostra regione, il 3 dicembre dalle 9,30 alle 18 presso “il Castagno”, Viale privato RAI ai Camaldoli – Napoli, è convocata l’Assemblea dell’APD Campania.

L’Assemblea è intitolata Democrazia è partecipazione.

L’OdG:

1. Contributi all’identità del futuro Partito, nuovo e Democratico

2. Elezione degli organismi dirigenti

L’Assemblea ha carattere interno, a norma di Statuto saranno ammessi gli associati che alla data del 23/11/06 risulteranno regolarmente iscritti e verseranno la quota associativa entro il 3/12.

Programma dei lavori

9,30 Relazione del Presidente

10 Interventi dei partecipanti sulle bozze predisposte dai Gruppi di lavoro su:

Stato e Mercato
Legalità e funzionamento del sistema pubblico Uguaglianza di opportunità: il nuovo welfare
Quale politica, quale partito per innovare la democrazia

12 Repliche dei Coordinatori dei Gruppi di lavoro

13 Discussione e approvazione di criteri e regole per l’elezione degli organismi dirigenti

14 Pausa pranzo

15 Presentazione dei candidati agli organismi dirigenti

16,30 Elezione del Comitato dei Garanti

Elezione del Presidente

Elezione del Consiglio Direttivo

17,30 Conclusione dei lavori

Modalità di preparazione e svolgimento

I coordinatori dei gruppi di lavoro faranno pervenire al Segretario APD Campania, entro il 29 novembre, le bozze dei documenti o tracce per la discussione elaborati dai gruppi di lavoro.

Il Segretario farà pervenire a tutti gli associati i testi dei documenti entro il 30 Novembre.

Gli interventi nel dibattito dovranno essere contenuti nei 5 minuti, per le repliche è concesso un tempo massimo di 15 minuti. Si sollecitano contributi scritti sui temi in discussione.

I Coordinatori cureranno la raccolta dei contributi scritti e verbali e la redazione dei documenti finali che saranno successivamente validati dal Consiglio Direttivo.

Struttura del Consiglio Direttivo

Sulla base dell’esperienza svolta, il CD deve essere “snello ed efficace”, ovvero: contenuto nel numero; rappresentativo di competenze tematiche e territoriali; partecipato da giovani e donne.

L’obiettivo del radicamento territoriale, laddove perseguibile in modo coerente agli obiettivi fondativi dell’APD Campania, sarà perseguito attraverso la costituzione di APD territoriali (Comuni, Municipalità o gruppi di Comuni confinanti) e APD Provinciali.

Le APD Provinciali saranno costituite d’intesa con il Consiglio Direttivo regionale, con apposita Assemblea promossa dalle APD territoriali afferenti alla Provincia di appartenenza.

Il Consiglio Direttivo si riserva di costituire altresì “Gruppi di approfondimento” su singoli progetti di interesse degli associati.

Il Consiglio Direttivo dell’APD Campania sarà dunque composto: dai Coordinatori territoriali, dai Coordinatori tematici; dai giovani (fino a 35 anni) e dalle donne che manifesteranno la volontà di assumere maggiori responsabilità di direzione nell’Associazione.

La partecipazione al Consiglio Direttivo è legata alla funzione di coordinamento affidata. Nelle more della elezione democratica dei Coordinatori territoriali e tematici, l’Assemblea potrà nominare coordinatori provvisori a cui affidare il compito di sviluppare le iniziative in territori su temi di particolare interesse per l’Associazione. Man mano che si procederà all’elezione democratica dei coordinatori, essi saranno automaticamente integrati nel Consiglio Direttivo, o, laddove siano stati nominati provvisoriamente, in sostituzione dei coordinatori provvisori.

I giovani e le donne, invece, partecipano al Consiglio Direttivo in ragione delle loro volontà e capacità di apporto al lavoro di direzione dell’Associazione.

Gli incarichi direttivi nell’associazione sono incompatibili con incarichi di pari livello assunti dai candidati negli attuali partiti politici o nelle istituzioni.

Criteri e modalità per l’elezione degli organismi dirigenti.

I componenti dei nuovi organismi dirigenti saranno proposti dal Comitato dei Garanti uscente sulla base dei seguenti elementi:

a) Valutazione del lavoro svolto e del grado di partecipazione dei candidati;

b) Competenza e rappresentatività territoriale

c) Autocandidature

Le autocandidature saranno raccolte fino alle ore 13 del 3 dicembre, sulla base di una formale manifestazione di volontà e disponibilità sottoscritta dagli interessati.

Sulla base delle candidature proposte dal Comitato dei Garanti, l’Assemblea procederà con voto palese alla elezione dei tre organi di sua competenza:

Comitato di Garanti;

Presidente;

Consiglio Direttivo;

Il ricorso al voto segreto sarà consentito solo se richiesto a
maggioranza dall’Assemblea.

Avellino 25.11.2006

Prof. Ing. Antonio Petruzzo

PRESIDENTE APD IRPINIA E COMPONENTE APD CAMPANIA

LIBERALIZZIAMO LA POLITICA

Caro Prodi, caro Fassino, caro Rutelli,

siamo un gruppo di 30-40enni dal background molto variegato, dall’università  al mondo delle imprese private, dalla pubblica amministrazione alla politica come professione. Molti di noi si riconoscono nei DS, altri nella Margherita, altri ancora nell’Ulivo. Come voi siamo convinti che il PD può essere lo strumento decisivo per liberare energie e restituire futuro al paese. Per noi, quindi, non è in discussione se fare il PD, ma come farlo.

Vi scriviamo perchè siamo molto preoccupati per l’andamento dei lavori di costruzione del PD. L’iniziativa che abbiamo finora messo in campo non ci sembra all’altezza delle sfide di fronte all’Italia, un paese in gravi difficoltà . Ci pare che prevalgano verticismi. Tutto il dibattito ruota intorno alla necessità fondamentale- di non perdere per strada pezzi importanti di quello che c’è. Vi è meno attenzione a gettare ponti con la società, con le formidabili risorse intellettuali e morali pronte a partecipare alla fondazione di un partito nuovo, catalizzatore di innovazione nel sistema politico italiano. Si parla molto di unità , ma troppo poco di innovazione culturale e politica.

Vi diciamo con franchezza che non abbiamo compreso la scelta di far calare dall’alto il comitato di redazione per il Manifesto per il PD, la redazione della Rivista per il PD e il coordinamento delle scuole di formazione politica del PD. Le personalità  coinvolte sono ottime, non è questo il punto. Ma quali criteri di selezione sono stati applicati? Si è data l’impressione di una politica autoreferenziale. Non comprendiamo perchè non si possono definire da subito canali di partecipazione dal basso. Ancora, perchè non attivare le straordinarie potenzialità  offerte dalle tecnologie della comunicazione e dell’informazione per mobilitare le enormi disponibilità  di partecipazione, soprattutto delle generazioni più giovani? Vi segnaliamo che non riusciamo ad appassionarci – eppure abbiamo grande passione politica e civile- al chiacchiericcio assordante su transizioni federative, tempistiche congressuali, mozioni di segmenti di maggioranze.

Dovremmo parlare di cose da fare: il rinvigorimento della democrazia nel secolo dell’interdipendenza; lo sviluppo sostenibile; la lotta alla povertà nei paesi in via di sviluppo; il rilancio dell’integrazione politica dell’Europa; l’estensione dei diritti civili; la reinvenzione della civiltà  dei lavori nel mondo globale; le sfide della transizione demografica in corso; il rilievo politico del cittadino-consumatore; la costruzione di una nuova etica pubblica; l’affermazione della laicità dello Stato in relazione alla dimensione pubblica del sentimento religioso; il completamento delle riforme istituzionali e il cambiamento della legge elettorale in senso maggioritario, con l’obiettivo di consolidare il bipolarismo; la rinascita del Mezzogiorno e la lotta alla criminalità organizzata, le riforme strutturali. Ma soprattutto, andrebbe perseguito l’impegno a liberalizzare la politica, ad introdurre principi di merito e responsabilità per la selezione delle classi dirigenti.

In sintesi, vi segnaliamo il rischio di naufragio sostanziale, dietro il (probabile) successo formale del progetto avviato. Di fronte a tale rischio, non vogliamo stare a guardare. Ci interessa il futuro dei nostri figli e del nostro paese. E’ troppo importante la posta in gioco. L’Italia è ad un bivio: ha la potenzialità per farcela. Ma serve, innanzitutto, il rinnovamento e la riqualificazione della politica per battere i mille corporativismi abbarbicati alle loro piccole e grandi rendite di posizione. Il difficile iter di approvazione del disegno di Legge Finanziaria lo ha dimostrato ancora una volta: una politica senza autonomia culturale, senza un progetto forte e radicamento diffuso nella società soccombe alla pressione degli interessi particolari.

Per contribuire a scongiurare i rischi di naufragio, vi sottoponiamo una proposta concreta: apriamo le unità  di base dei DS e della Margherita e coinvolgiamo coloro che credono nell’Ulivo, per la scrittura dal basso del Manifesto per il PD. Fate diventare le unità di base i luoghi di incontro delle mille esperienze costituitesi in questi anni sul territorio. Costruiamo insieme anche sezioni virtuali nelle quali raccogliere le idee e le passioni di quanti non possono, per tante ragioni, assicurare una presenza reale continuativa.

Capiamo bene le difficoltà: i partiti sono soggetti democratici e non si possono bypassare le scelte congressuali. E’ giusto. Ma proprio per questo, si avvii la fase di mobilitazione per la scrittura del Manifesto per il PD subito dopo la conclusione, speriamo positiva, dei congressi dei DS e della Margherita.

Noi comunque ci daremo da fare per costruire, insieme, sedi stabili, reali e virtuali, di discussione ed elaborazione politica e programmatica.

Vi salutiamo confidando nel vostro aiuto, sicuri che, come noi, anche voi volete realizzare un partito che faccia storia, che sia capace di portare il paese fuori dalla secche in cui si trova. Siamo sicuri che lavorando insieme il PD ce la farà e, soprattutto, che l’Italia ce la farà.

Stefano Fassina, Direttore Scientifico Nens

L’elenco completo dei sottoscrittori ed uno spazio per commenti si trova in:

www.litaliacelafara.it

Scrivete a info@innovatorieuropei.com per la adesione del gruppo intero.

INQUINAMENTO E COSTI MOBILITA’

Ciao ragazzi, ho scritto questo nel blog di Antonio Di PIetro pensando hai costi legati all’uso dell’auto privata e scaricati sui grandi numeri dei costi della circolazione, difficilmente imputabili e quantificabili.
Caro Antonio, ti pongo un elementare quesito:

inquina, consuma le strade, provoca/è oggetto di incidenti e così via di più una macchina euro 0 che in un anno fa 10 mila chilometri oppure una macchina euro 4 che nello stesso anno ne fa 100 mila?
credo che bisogna comprendere che l’italia non può avere un parco auto in circolazione e circolanti nello stesso numero della popolazione maggiorenne, ma allo stesso tempo chi fa 100, oppure 10 volte i chilometri di uno che ne fa meno di 10 mila in un anno deve pagare un pò di più (non dico in
proporzione);
perchè non conta chi ha la macchina se se la tiene nel proprio box, ma chi e quanto ci sta girando nelle strade pubbliche, sottraendo spazi di libertà e circolazione agli altri.
Condividi?
Spero di si ma mi va bene anche una tua cortese smentita, sarebbe una buona notizia.
Un caro saluto,
Luca Lauro

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