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350 MILIONI AD ATENEI VIRTUOSI

di Luca Barbieri-Viale

Cari Amici,

segnalo l’articolo “Premio di 350 milioni agli atenei virtuosi” di Mario Sensini sul Corriere della Sera del 3 Agosto 2007 che riporta una Conferenza Stampa dei Ministri Fabio Mussi e Tommaso Padoa- Schioppa che si è svolta presso la Sala Stampa di Palazzo Chigi, il 2 Agosto, per la presentazione di un “Patto per l’Università e la Ricerca”: una lettera congiunta unitamente ad un documento della Commissione tecnica per la Finanza Pubblica sulle misure per il risanamento finanziario e l’incentivazione dell’efficacia e dell’efficienza del sistema universitario. Tutto reperibile al sito del Corriere e del Governo.

Ho letto il documento e mi sembra buono: almeno nelle intenzioni riafferma gli assi portanti di “Autonomia” “Programmazione” e “Valutazione” e quindi va verso una differenziazione delle risorse in base al merito. Inoltre si delinea un aumento delle tasse universitarie, ove sia il caso, con il vincolo d’investire una parte dei proventi in servizi per gli studenti.

Da un punto di vista tecnico bisogna attendere cosa realmente sarà possibile fare in finanziaria. Da un punto di vista politico, comunque, si possono facilmente prevedere almeno i seguenti ostacoli:

– il mondo accademico, la Crui, non saranno certo “unanimi” nel sottoscriverlo con Rettori che cercano di sottrarsi al processo valutativo e mantenere i finanziamenti “a pioggia” e i molti professori ben contrari ad accettare una qualunque possibile futura “punizione”;

– vaste aree della sinistra saranno certamente contrarie ad aumentare le tasse; segnalo che Fabio De Nardis e Domenico Jervolino in un articolo su “Aprile” del 3 Agosto dal titolo “Finalmente Padoa Schioppa si accorge dell’Università pubblica, il Corsera ancora no” esprimono già un certo disappunto:

Non è un caso che già in occasione dei tavoli programmatici per la definizione del programma dell’Unione sui settori della conoscenza si decise esplicitamente di non usare mai l’espressione meritocrazia […] (sic!)

Fortunatamente il documento diffuso dal Governo non vuole essere un testo chiuso ma sarà oggetto di discussione tra le forze della maggioranza e nel mondo universitario prima che ogni ipotesi sia tradotta in norme o comportamenti vincolanti.
In questa prospettiva, Rifondazione comunista esprime subito la sua assoluta contrarietà a ogni proposta di aumentare le tasse studentesche, convinta che il compito dello Stato sia quello di garantire e non vincolare i margini del diritto allo studio.

Insomma la meritocrazia resterà il perno della questione: aumentare le tasse e ridistribuire in base al merito o finanziare gli Atenei in base al merito significa anche permettere ad un maggior numero di studenti meritevoli di usufruire e generare eccellenza.
Il garantismo che si adotta strumentalmente in un modo o nell’altro è la tomba della vera giustizia sociale e dell’innovazione scientifica.
Bisogna sostenere con impegno un corretto orientamento politico-culturale che renda nuovamente accettabile e significativo esser meritevoli in una società che ha perso la gioia di scoprire e rinnovare; altrimenti, si può smettere di competere e restare definitivamente isolati dal resto del mondo tecnologicamente e culturalmente avanzato.

Cordialmente, Luca Barbieri Viale.

“INNOVATORI EUROPEI” PER LETTA

Gli “innovatori europei” sostengono Letta

Gli Innovatori Europei (www.innovatorieuropei.com), ”dopo una ampia e lunga consultazione interna”, appoggiano a maggioranza la candidatura di Enrico Letta alla segreteria del Pd.

Il gruppo, nato nel 2006 attorno all’associazionismo per il Pd e che si sta sviluppando in tutta Italia con propri gruppi territoriali, ”sosterra’ la candidatura di Enrico Letta perche’ rappresenta il candidato che piu’ di ogni altro puo’ garantire contendibilita’, innovazione, meritocrazia ed europeismo all’interno del Partito Democratico”, sostiene il coordinatore del gruppo, Massimo Preziuso.

“Inoltre – aggiunge – il sostegno alla sua candidatura di importanti personalita’ di diversa provenienza politica e geografica, come quello dell’europarlamentare Gianni Pittella, e’ espressione di una seria innovazione politica, che merita un forte contributo da chi, come noi, ha soprattutto voglia di
cambiamento e di novita”. (ANSA)

INNOVARE E’ RINNOVARE

Innovare è Rinnovare. Essere liberi di innovare non significa la conquista dei territori più inesplorati e pericolosi del vivere. Non si deve mai inventare il nuovo dal nulla e dal niente. Al contrario. C’era un tempo in cui tutto era ciclico e in cui l’anno nuovo giungeva puntualmente, ogni anno. Era il tempo greco dell’anno circolare, che seguiva le evoluzioni delle stelle e il ritorno periodico delle stagioni. Come si inserisce il nuovo in un tempo senza inizio né fine?

La novità in un tale tempo significava la distruzione e la fine, perché era concepita come un taglio alla continuità e alla vita. Inserire qualcosa di nuovo faceva paura perché includeva il rischio di un disequilibrio e l’accettazione di un nulla prima di sé. La vera innovazione per i greci non era nient’altro che la rinnovazione, perché faceva parte del circolo infinito delle cose e del tempo. Se il sole sorge nuovo ogni giorno, la sua nascita, presa nel circolo della vita e della morte, non può essere un nuovo assoluto ma un “ogni volta nuovo”, che si rinnova ogni giorno. Questa è la vera innovazione e questo è il vero principio di speranza che dobbiamo seguire, perché solo così si possono porre le basi di un vero sapere e di una vera alternativa.

Rinnovare, allora, non significa perdere le tracce e la memoria del passato, come spesso la novità vuole fare. Ma significa accettare il proprio tempo passato e con lui le sue responsabilità, perché esso sarà la virtù e la forza del presente, perché pur non essendo più presente esso non sarà mai veramente passato. Si può così ben interpretare la posizione di Gianni Letta che dice il PD figlio degli sconvolgimenti degli anni ’80. Quel tempo, gli anni ottanta, della fine delle ideologie e del pensiero debole, non è più attuale, lo sappiamo bene, ma allo stesso tempo e in virtù del rinnovare, quel tempo non presente rivela una presenza. Credere in un futuro nuovo non significa perdere il passato e disprezzarne gli errori e le debolezze. Questo è l’atteggiamento da evitare, è la paura di colui che non è capace a sopportare la responsabilità. Al contrario, rinnovare si pone nella linea storica che lo fonda e il suo “nuovo” è un “ancora nuovo” che lo lega a ciò che lo precede. Se questo è il lato passivo del rinnovare, egli non manca di un lato attivo, leggero e vitale.

Solo dopo aver accettato il passato, dopo averlo fatto proprio e sopportato, l’”ogni volta nuovo” può liberarsi dal suo fardello e trovare una leggerezza propria. Consapevoli del passato, solo dopo essere diventati capaci di capirlo e di sopportarlo, possiamo liberarcene. Nessun Partito lo ha mai fatto. L’Italia durante tutto il secolo è sempre stata divisa politicamente in due, così come l’Europa. C’erano i partiti di novità, liberali o rivoluzionari, che portavano il nuovo dimenticando pericolosamente ogni coscienza del passato, e c’erano i partiti del passato, riformisti e tradizionalisti, che non concepivano il cambiamento se non in maniera gattopardista e corrotta.

Il PD si pone oggi come nuova alternativa italiana ed europea, come figlio di un passato che fa sentire la sua presenza e come forza libera di novità che ha il coraggio di liberarsi dal suo peso. Il PD capisce così che innovare è rinnovare. Bisogna quindi ripensare le questioni italiane con mente fresca e pensiero pulito. Per pensare alla questione del sud, ad esempio, bisogna immergersi nel corso della storia e seguirne le tracce, farle proprie. Solo a questo punto si può rinnovare. Solo a quel punto ci si può staccare da quel sapere abusato e complesso, proprio perché lo si conosce. In virtù di una tale conoscenza possiamo permetterci un distacco, e di ricercare una nuova e fidata semplicità. È questa la vera novità. Solo colui che sa sopportare i pesi conosce la vera leggerezza. Il PD figlio della storia e tassello del suo ciclo, ne conosce il peso e la difficoltà ma solo così può rinnovarsi e liberarsi e alla leggerezza di una politica trasparente, libera e dinamica. Il Sapere è staccarsi dal sapere, ma solo dal momento in cui lo si conosce. L’economia, ad esempio. Ha bisogno di slanci e invenzioni e ricerca. Essa può seguire il suo cammino solo se ha l’onere di conoscere il suo stato e la forza di avanzare nelle difficoltà, ma seguiti dal coraggio del distacco.

Pensiamo alle riforme, ai passi in avanti. Bisogna conoscere la strada antica, le vecchie leggi e i vecchi schemi, ma si ha bisogno di uscire e dimenticare se si vuole inventare il futuro. Questo significa rinnovare. La ricerca infine: scientifica e universitaria non può essere una sterile macchina produttiva, ma deve essere capace di inserirsi in una identità della salute e della cultura. Tuttavia non può dimenticare che la creazione ha bisogno, ad un certo punto, di perdere tutto e di osare, proprio perché supportata da una stabile identità.

La continuità si fonda così, nel nostro nuovo concetto di innovazione, su una particolare discontinuità, che comprende il passato, e se ne distacca solo dopo averlo fatto proprio e compreso. Il nuovo si esprime, così, nel rinnovare: una memoria del passato, che lo continua e allo stesso tempo lo supera per fondare il presente. Il Rinnovare si nutre così di continuità ma vive solo grazie alla discontinuità, e rende il nuovo “ogni volta nuovo”.

Urbino, 03/08/2007

Marco Salucci

FIDUCIA SUL “TESORETTO”

da La Repubblica
ROMA – Il governo ha ottenuto con 161 voti a favore e 154 contrari la fiducia al Senato sull’extragettito fiscale, il cosiddetto «tesoretto». Hanno votato a favore tre senatori a vita (Rita Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro e Emilio Colombo), si è invece astenuto Giulio Andreotti («perché non mi è piaciuto quello che ha detto Prodi a proposito dell’impegno della Chiesa nei confronti della lotta all’evasione fiscale», ha detto). Assenti altri tre senatoro a vita: Ciampi, Cossiga e Pininfarina. A favore del governo si sono espressi inoltre i due dissidenti dell’estrema sinistra Fernando Rossi e Franco Turigliatto, oltre all’indipendente eletto all’estero Luigi Pallaro.
AUMENTO PENSIONI BASSE – Il decreto, che con la fiducia (la 21ma del governo Prodi) ottenuta in Senato è stato approvato definitivamente, aumenta le pensioni più basse, incrementa i fondi per Anas e Ferrovie, estende il taglio del cuneo fiscale anche a banche e assicurazioni e sblocca circa 2 miliardi dei fondi accantonati con il comma 507 della Finanziaria 2007.
ACCOLTA RICHIESTA – Il sottosegretario all’Economia Mario Lettieri, in sede di replica al dibattito al Senato, ha accolto la richiesta della senatrice Helga Thaler Ausserhofer (Partito popolare sudtirolese) di precisare se «sia per gli studi di settore che per gli indici di normalità economica valgono: la presunzione semplice, la non automaticità degli accertamenti e l’onere della prova a carico dell’amministrazione finanziaria».

DIFFONDIAMO IL MANIFESTO DI INNOVATORI EUROPEI

Abbiamo realizzato il nuovo MANIFESTO di INNOVATORI EUROPEI

Spero vorrete diffonderlo nei territori e nella Rete Internet: IL MANIFESTO I.E.

A Settembre riprendiamo per il nostro secondo anno di attività, strutturando ancora il Think Tank e dando il nostro contributo per le Primarie del Partito Democratico di Ottobre.

A presto e buone vacanze!

Massimo Preziuso

SONDAGGIO PER SEGRETARIO PD

Ripetiamo il sondaggio, perchè ci sono nomi nuovi (Letta e Pannella?) che si candidano.
Dateci la vostra importante opinione, grazie 1000!

Create polls and vote for free. dPolls.com

INNOVATORI EUROPEI PER IL PD!

Questo mese di Luglio è stato davvero intenso nel percorso che ci sta portando verso la nascita del Partito Democratrico.

Mentre fino a qualche mese fa (pochi mesi fa) ancora si discuteva sul “se” il PD sarebbe nato, in quest’ultimo mese si è verificato un qualcosa di straordinario: un SURPLUS di domanda di partecipazione da parte della società civile e non solo.

All’indomani dell’uscita del Regolamento per le Primarie del PD (che non molto ha fatto per aprire la competizione a forze “esterne” al mondo politico) una incredibile quantità di nomi e di gruppi si sono avvicinati al PD.

Fino ad arrivare agli ultimi 15 gg, con la discesa in campo di personalità importanti che si candidano alla Guida del Partito Democratico, ovvero al ruolo di Segretario.

All’importante nome del Sindaco Veltroni (di sicuro uno dei Padri dell’Ulivo), sono seguiti altre importanti candidature (Rosy Bindi, Enrico Letta, Jacopo Schettini, Mario Adinolfi, Colombo, poi Pannella e addirittura Di Pietro), ognuna delle quali porta con sè importanti NOVITA’ ed aperture.

Bene, ieri quasi tutti i candidati hanno presentato le Firme per la sottoscrizione della candidatura, con due soprese negative per Pannella e Di Pietro (che a mio avviso dovrebbero partecipare, perchè “di sicuro” la loro candidatura è sintomo di volontà di entrare nel PD con le proprie forze politiche).

Adesso è il momento di passare ai FATTI CONCRETI, ovvero a capire quali candidati possano rappresentare al MEGLIO le VISIONI di ognuno di noi.

Ogni candidato, se guardiamo bene, rappresenta VISIONI DIVERSE: sta a noi scegliere quella che più troviamo simile.

Come Rete Innovatori Europei abbiamo da tempo avviato contatti e sondaggi per capire SE ESISTE un SENTIMENT COMUNE in questo momento su un Candidato e quindi un Programma da sostenere (con le difficoltà del caso, dovute alla Quasi-assenza di Programmi).

Quello che prevale nel Gruppo è una “interessante” varietà di opinioni, sebbene una Maggioranza quasi Assoluta si “rispecchia” nella Figura di ENRICO LETTA (credo per la sua Figura Innovativa, per il suo orientamento al merito e al liberismo e all’Europa, e credo perchè agli Innovatori Europei piace “andare Contro-Corrente”), seguito dal Sindaco Valter Veltroni.

Personalmente, poi, credo che la soluzione “ideale” ma credo “irrealizzabile” per il PD sarebbe quella di una Coppia Letta-Veltroni (alla pari) perchè personalità che mettono insieme “geografie”, “provenienze”, “caratteri” e “capacità” diverse ma complementari, coadiuvati dal supporto di tutti gli altri importanti candidati (penso alla Bindi, ad Adinolfi, a Schettini..).

Un’altra cosa che viene fuori è quella di SOSTENERE nostri Candidati all’interno di Liste per le Primarie, perchè riteniamo FONDAMENTALE una nostra presenza (anche minima) all’interno della Assemblea Costituente del PD.

Abbiamo assistito “impotenti” alla creazione di Comitati Promotori in tutta Italia, in cui abbiamo visto entrare Tutti e nessuno: adesso è il momento di “trovare spazi di discussione” per un Gruppo che molto ha fatto, sia in termini di informazione sia in termini sostanziali (la creazione dei Gruppi Giovani di APD, la partecipazione tra i protagonisti del Think Tank APD 11 Febbraio, la partecipazione tra i fondatori della Rete Insieme per il PD, tra i tanti..).

Vediamo come andrà a finire, per IE e per il PD: comunque vada, sarà stata una bella esperienza.

Buona estate per chi sta per partire.

Massimo Preziuso

PARTITO DEMOCRATICO: TROPPI PADRINI PER UN BIMBO

Partito Democratico: Troppi padrini per un bambino nato vecchio

Il Partito Democratico sarà un partito come gli altri. Da questo, prenderanno vita altri partiti. Poi, tra questi, qualcuno sceglierà quelli con percentuali maggiori e si ricreerà un nuovo partito. Manco a dirlo, democratico. Il PD, non è ancora una realtà e già mostra tutti i difetti della storia della politica italiana. Si prospetta, cioè, la creazione di un partito che di nuovo non ha proprio un bel niente. Senza contare la voglia, la volontà spudorata di candidati che si propongono, per le primarie alla segreteria, sforzandosi di dimostrare il loro disinteresse ma sperando che qualcuno li preghi a presentarsi. Tanti i bocciati per le primarie. Tanti e blasonati e tra questi il Tonino nazionale. Fu proprio quel Pannella a parlare nel nostro registratore nel maggio scorso, interrogato sul Partito Democratico ed affermare: «Ci può dare un parere spassionato su questa nuova formazione chiamata Partito Democratico? Spassinato. Solo perché come potrebbe appassionare? Dico semplicemente che questo è un ulteriore portato della decomposizione del tradizionale assetto dirigente. Non c’è nulla di nuovo. Consumano, continuano a consumare il possibile di ieri.

La politica è costruire il nuovo possibile. Certo, il nuovo possibile non è il nuovo Partito Democratico». Invece, il Marco nazionale si appassiona eccome dal modo con cui ha reagito alla sua esclusione. E del sempre verde De Mita che, alla richiesta di una intervista sul PD ci rispose: «Non ho ancora le idee chiare in merito»? Detto da lui, un giovanotto di ottanta anni che ha fatto tutto, ma proprio tutto, non c’è da stare allegri. Le idee ce l’ha chiare eccome: si candiderà per guidare il PD in Campania.

L’apoteosi della tragedia si avrebbe con la Rosi Bindi in veste di segretario del nuovo PD. L’apognosi, dicono i greci, della conclusione: oltre la disperazione, cioè.

Non convincono le dichiarazioni di novità e di ammodernamento che sono presenti solo nelle intenzioni e nelle chiacchiere. E’ troppa la paura ed anche mal celata, di perdere le antiche identità. Non c’è spazio al rischio e neanche alla novità. Il cordone ombelicale che tiene legati i DS e la Margherita ciascuno alle proprie idee, rende non solo complicato, ma per certi versi, incompatibile la loro convivenza ideologica e politica.

Ciò che più sconcerta, però, è l’atteggiamento dei giovani di cui si sente tanto bisogno per la costituzione della nuova compagine. Manca la loro insofferenza ai giochetti della politica di basso cabotaggio che sta segnando la preparazione prodroma alle primarie. Non si sente una qualificazione, sia pure solo dialettica, alla partecipazione. Sembra quasi che essi si siano già assuefatti, comprando a scatola chiusa, quanto viene propinato dall’uno e dall’altro notabile di partito. Il PD non è stato ancora assemblato e già si sente il bisogno di una rottura. Un fatto è certo, i protagonisti del PD, almeno per il momento, non hanno niente a che fare né con il rinnovamento, né con il ringiovanimento. Altro fatto altrettanto certo e sconcertante, la mancanza di voci nuove e giovani che pur perorando la nascita di questa nuova intenzione, ne critichino la fase costituente denunciandone il retaggio stantio e le presenze vetuste.

Salvatore Viglia
Direttore di www.politicamentecorretto.com
(dal 1° settembre on line)

EUROPA ED AMERICA A CONFRONTO

Europa ed America a confronto su sviluppo – occupazione – euro – dollaro

L’America, a descrizione di molti, presenta attualmente un aspetto di fondo di tipo neo-liberista che procede a pieno regime sia per la produzione, la produttività, l’occupazione, la ricerca. L’Europa procede invece con una certa lentezza con la palla al piede di una rigidità del mercato del lavoro e dal peso delle prestazioni sociali più consistenti che oltre atlantico. Ma credo occorra fare qualche correzione rispetto a tali affermazioni.

Tenuto conto che l’Europa non ha la grande spesa militare degli USA, registra però negli ultimi tempi buoni successi nella ricerca ( per esempio nel campo spaziale e per quella cosidetta pura dove vantiamo il lavoro del CERN ). In buona sostanza il gap fra i due continenti è andato progressivamente ad assottigliarsi. C’è un ma però che differenzia la situazione ed è quello delle ore lavorate . Mediamente un cittadino americano arriva a più di 1800 ore all’anno mentre il cittadino europeo supera di poco le 1500.

Accanto a ciò dobbiamo aggiungere due politiche monetarie profondamente diverse:
quella europea è molto restrittiva e combatte fortemente contro temuti processi inflattivi, che in realtà sono ora molto attenuati.

L’altra è molto espansiva e combatte contro processi di temute depressioni.

Ovviamente in tale contesto la domanda interna in Europa è rallentata mentre in America la domanda interna viaggia a tutto vapore producendo l’impossibilità da parte dell’offerta di dare soddisfazione alla richiesta. Così facendo il disavanzo USA è però arrivato a cifre iperboliche ! Finora tale situazione è stata parzialmente riequilibrata dagli investimenti finanziari provenienti da tutto il mondo, tanto che il risparmio mondiale si è collocato nell’area americana con una percentuale altissima che supera di gran lunga quella di tutto il resto della terra. Tutto ciò ha realizzato una strano quadro che vede il paese più ricco e potente con il più grande debito nel mondo.

Ma dalla nascita di una moneta forte come l’euro le cose stanno lentamente cambiando.

La moneta americana ha cominciato a scendere di attrattiva rispetto all’euro.

Sino ad oggi non sembra che il governo degli Stati Uniti si sia agitato per questo andazzo monetario che potrebbe portare ad una fuga progressiva dal dollaro forse pensando che l’aumento delle esportazioni così prodotto riequilibri ancora il disavanzo. A mio parere si sta rischiando parecchio perché, permanendo il consistente divario fra domanda ed offerta interna americana ed un buco di bilancio di tali dimensioni, l’economia potrebbe tracollare. Diciamo quindi che il comportamento europeo sembra dare più sicurezze.

Se passiamo dall’economia agli aspetti sociali le opinioni diffuse sono in accordo su una progressiva disuguaglianza fra americani ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri , drammaticamente accentuata nell’ultimo periodo.

Ritengo così che quella americana sia una società piuttosto ingiusta sopratutto se guardiamo alla copertura sanitaria che lascia allo scoperto quasi cinquanta milioni di cittadini. Peraltro dobbiamo dire che la qualità delle strutture sanitarie è molto elevata ed altrettanto è quella dell’istruzione superiore a livello universitario. Credo tutto sommato che se dobbiamo fare una scelta fra modelli dobbiamo guardare, con prudenza, all’Europa dove democrazia e capitalismo sono rimaste distinte e capaci di realizzare ottimi compromessi. Inoltre l’Europa da circa 60 anni è pacifica e procede, anche se lentamente, verso un benessere abbastanza diffuso. Particolarmente importante è il ruolo che essa “potrebbe” giocare nei rapporti e nei conflitti fra Est ed Ovest. “Potrebbe” diventare una grande potenza mondiale non agressiva e democratica.

Purtroppo dico “potrebbe” perché i paesi che la compongono, pur con una bagaglio di storia, di cultura ma anche di sangue, non è ancora un soggetto politico ! Ha un grande mercato economico ma ancora da completare e la sua integrazione politica lascia vergognosamente a desiderare.

Sopratutto per questo cresce ad un ritmo inferiore a quello americano. Ha in mano una leva potente che si chiama euro ma non ha un governo federale. L’avvento dell’euro costituirebbe la base per completare il processo di integrazione economica e sociale e la base di partenza per quello politico federale.

Ma, c’è un enorme ma !!!

L’interesse dei cittadini europei è quello di vedere trasformato il Parlamento europeo, oggi ibernato, in un reale parlamento legislativo con le logiche competenze per una dimensione continentale, come per esempio la politica estera, la difesa, le grandi opere strutturali sia telematiche che fisiche come il superamento di tanti sistemi diversi, scaturiti dalla logica dei vecchi stati, e che trovano la loro validità solo nella loro interconnessione . L’interesse dei cittadini europei è quello di vedere trasformata l’attuale Commissione europea in un vero governo federale ed il cosidetto Consiglio europeo (dei primi ministri nazionali) in un vero senato eletto dai vari stati.

La mia accusa è precisa : niente di tutto ciò è avvenuto e l’opera di contrasto affinchè non avvenga è perseguita proprio dai primi ministri europei e da grande parte dei vertici delle organizzazioni partitiche:

La voglia di mantenere in certe competenze un potere, in realtà non più esercitabile a livello nazionale, supera l’interesse dei cittadini. Ed ecco il tentativo di una forma di confederazione, chiamata pomposamente costituzione, che per la verità non è che un trattato multilaterale di collaborazione rafforzato. Ed ecco perchè la gente è sempre più lontana dalla politica sentendosi tradita e la cosa produce di conseguenza confuse bocciature come quelle in Francia ed Olanda.

E’ mancato il salto di qualità per costruire gli Stati Uniti d’Europa e cioè l’Europa dei cittadini. Cosi saremo ridotti, probabilmente ancora per molti anni, in uno stato di nano politico, impossibilitato a muoversi adeguatamente in una situazione di grande instabilità ad accontentarci di una “zona di libero scambio”(come vuole l’Inghilterra) che non può portarci a realizzare pienamente un progetto economico di grande potenza in concorrenza o collaborazione con gli Stati Uniti d’America, la Russia, l’India e la Cina. In tali condizioni politiche è sperabile che la nascita del P.D. in Italia possa dare una scossa al sistema e porre un piccolo mattone alla ricostruzione morale del sistema europeo.

Riccardo Sani – Trento

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