Significativamente Oltre

Sondaggi non veritieri

 di Pierluigi Sorti

Nella confusione crescente dell’ attuale momento politico,  l’incertezza è regina nella profluvie di   sondaggi che ci vengono propinati  a ritmo settimanale. 

Pur nella inevitabile opinabilità intrinseca ad ogni forma di previsione, un elemento comune  sembra distinguersi dalla volatilità dei dati relativi alle propensioni di voto inerenti  alle singole formazioni politiche.

Esso concerne l’ ampiezza crescente della parte di elettorato che dichiara la sua profonda indecisione o addirittura la sua volontà di astenersi  dalla partecipazione al suffragio elettorale prossimo venturo.

La pericolosità di tale atteggiamento trova tuttavia una sua attenuazione nelle  modalità con cui tali sondaggi  vengono offerti alla sensibilità della pubblica opinione.

Infatti  pur dando variamente conto della percentuale di astensionismo e di “non so “ che caratterizza lo specifico sondaggio, tale percentuale subisce  una successiva amputazione :  essa risulta infatti esclusa    nella rappresentazione dei dati relativi alle singole  formazioni politiche che vengono – erroneamente – calcolate come se esse rappresentassero l’ universo elettorale tutto.

E’ evidente il vantaggio che, illusoriamente, favorisce tutte le forze politiche in campo, sia che registrino incrementi o decrementi nelle intenzioni di voto espresse dagli elettori facenti  parte del campione prescelto dal singolo sondaggio.

E’ evidente infatti che quando si rappresenta un partito  con intenzioni di voto del 30%  in un universo che (come attualmente avviene)  registra una  astensione del 40 % , si evidenzia una realtà virtuale  molto lontana  dalla realtà effettiva .  

Più precisamente tale modalità cerca di ottundere la sensibilità dell’ opinione pubblica rispetto al crescente  divorzio dell’ elettorato dalla sua classe politica : riuscendo forse ad allontanarlo nel tempo ma ad  accrescerne la gravità .

Riprendendo infatti l’ esempio numerico appena riportato,   potrebbe verificarsi infatti che quell’ ipotetica formazione politica del 30% , in vigenza della legge elettorale attuale,  potrebbe acquisire il 55% per cento dei seggi parlamentari,  pur rappresentando di fatto solo il 18% del corpo elettorale : con quale sovvertimento democratico  è superfluo rilevare.  

Quella legge elettorale che tutti i partiti, presenti e passati , hanno variamente disapprovato  ( i suoi stessi estensori  “in primis “ ) ma che di fatto nessuno di essi ha tentato veramente di sostituire.

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