Renzi
Il ritorno di un principe
di Rocco Pellegrini
Parlo di principe in questo contesto nell’intenzione con cui ne parlava Machiavelli. Il principe è un progetto di potere per governare, sviluppare e dirigere un popolo e chiedo al mio lettore di non lasciarsi forviare dall’aspetto aristocratico della parola stessa che, anche Gramsci, per stare a sinistra, considerava il progetto di fondazione del PCI come il principe della sua epoca.
Dunque oggi Matteo Renzi si gioca la carta del principe.
L’ultimo altro grande progetto analogo, pur nelle profonde differenze programmatiche e di idea stessa di civiltà e di stato, è stato fatto da Silvio Berlusconi che non ha caso è stato il politico di riferimento dell’ultimo ventennio sia nei fatti che nell’immaginario collettivo del paese.
Mi raccomando, piaccia o meno è del tutto secondario.
Per capire quel che succede bisogna, almeno per qualche minuto meglio per qualche ora, sollevare la testa dal chiacchiericcio che ci avvolge e ci condiziona e provare a pensare in grande. In fondo la politica svolge un ruolo così importante nella vita sociale perché organizza la nostra vita stessa come specie e, dunque, è bene ogni tanto ricordarsi di ciò, di questa sua funzione centrale piuttosto che pensarla, come purtroppo troppo spesso essa è, soltanto imbroglio, mercato delle vacche, corruzione e disgusto.
Insomma cerchiamo di volare alto per quanto possibile per ognuno di noi.
Renzi ha scalato il partito democratico, rinnovandone completamente la classe di prima fila. Non descrivo come che tutti lo ricorderanno ma ricordo che nessuno credeva possibile quel che lui si era ripromesso di fare.
Il PD, per quanto sfasciato e ridotto male dall’incuria e la debolezza culturale del gruppo dirigente che lo ha governato negli ultimi 20 anni, resta ancora l’unica forza democratica che c’è in Italia.
Tutti gli altri, nessuno escluso, sono partiti padronali, cordate di potere pure, insomma strapuntino per la mangiatoia.
Dunque Renzi ha scalato l’unico partito che c’è in Italia degno di questo nome, dove esistono sezioni, federazioni, gruppi regionali, circoli culturali, insomma un insediamento popolare e diffuso.
Ha vinto nettamente congresso e primarie superando la primitiva debolezza del rottamatore, che pure era stata importante per scassare le vecchie fragili certezze, ed oggi che il PD è saldamente nelle sue mani ha preso l’iniziativa a tutto campo sparigliando completamente i suoi avversari e cambiando drasticamente il quadro politico italiano.
La prima mossa è stata il cambiamento delle istituzioni coinvolgendo le opposizioni.
La seconda mossa, proprio in queste ore, la proposta di un governo di legislatura.
Sul primo punto non parlerò perché, alla luce del secondo, è solo una mossa preliminare.
Quanto al secondo, invece, spendo volentieri qualche parola di riflessione.
C’è una crisi delle istituzioni e del rapporto tra la politica ed i cittadini.
E’ sotto gli occhi di tutti e basta ricordarla.
Questa crisi di consenso è fortemente aggravata dalla crisi della società che vuol dire mancanza di lavoro, difficoltà di funzionamento della macchina pubblica, stagnazione della vita nelle città… Insomma quella tragedia che viviamo tutti i giorni e che ormai ci terrorizza tutti perché non si vede via d’uscita e perchè la risposta delle istituzioni che sono abilitate a farlo, soprattutto il governo, è senz’altro debolissima.
Chi mi segue sa che io spesso chiamo Enrico Letta, Barzel Letta.
Sia chiaro Letta è un uomo serio, stimabile, efficiente ma starebbe bene nel dipartimento di stato americano a rappresentare corazzate spaventose e poteri sublimi.
Qui in questo traballante fortino esposto a tutti i venti, in questo mare in tempesta che è la repubblica italiana sotto l’attacco continuo dei mercati finanziari e della competitività darwiniana della nostra epoca, il governo di Letta è rassicurante quanto sapere che l’esercito che ci difende è sotto il comando della principessa sul pisello.
Letta è del tutto inadeguato a fronteggiare questi marosi mentre, probabilmente, sarebbe un ottimo manager per qualcosa di forte e di compiuto.
Renzi è un ruspante, è più italiano, in tutti i sensi, meno zen e più bulimico, insomma uno di noi e soprattutto è uno che non vuole rassegnarsi a sorridere sulle macerie, a spiegare i suoi compitini mentre la crisi strozza le famiglie e distrugge la ricchezza della nazione.
Qui non ci si può rassegnare a questo andazzo, non si può più vedere una classe dirigente che sorride sulle macerie e che si fa buddhista, col tutto il rispetto che merita quella grande regione, trovando il Nirvana lei ma lasciando noi negli inferni.
Qui ci vuole qualcuno che provi a buttarsi nella mischia, nella tragedia della vita quotidiana di tanti per portar sollievo, con norme concrete, con fatti e non col pareggio di bilancio del cavolo che fa star tranquilla la burocrazia di stato ma fa suicidare gli imprenditori veneti e siciliani e dannare i vecchi minacciati da Equitalia.
E’ chiaro che Renzi stesso, e tutti quelli tra di noi me compreso che sono lineari, avrebbero preferito che il PD si sottoponesse al giudizio elettorale per arrivare al potere ma il tempo per questo processo adesso non c’è.
Nessuno lo può negare se è ragionevole. La crisi è troppo forte per il rispetto delle forme.
E quando dico forme, lo dico sul serio, perché per il governo ci vuole innanzitutto la legittimità.
Le istituzioni repubblicane sono state rinnovate circa un anno fa e dunque quelle che ci sono oggi sono del tutto legittime.
Non v’è, dunque, alcuna forzatura nell’evitare l’ennesima conta elettorale perché questo è un regime parlamentare e non esiste alcun governo eletto dal popolo nella costituzione italiana.
Queste sono menzogne berlusconiane, ne abbiamo già parlato e per me, su questo punto, finisce qui.
Si può parlare, certamente, di maggiore opportunità in una nuova tornata elettorale, questo si.
Ma dopo il giochetto della corte costituzionale e la risposta Renzi Berlusconi questo paese dovrebbe stare ancora per 8-10 mesi a bagno Maria, in mezzo al guado dell’inazione e del barzellettismo leninismo.
A Renzi sembra non giovare fare quello che fa ma lo fa.
Oggi mi ricredo: ha ragione lui. Meglio l’impegno diretto che l’inerzia.
Non c’è il tempo per tanta filosofia e tanta carineria istituzionale.
Il PD ha già la forza ed i numeri coi suoi alleati per cambiare verso e cambiare politica e mettere le mani nella merda che ce ne è davvero tanta.
Riuscirà a farlo?
E’ difficile lo so ma è l’unica cosa possibile e ragionevole.
E ci vuole un coraggio grande come una casa.
Ed è per questo motivo che io gli auguro ogni successo.
Ben dice il Presidente Romano Prodi: “Si salvano solo gli innovatori”.
Adesso, il PD rinnovi istituzioni e governo!
Abbiamo salutato con entusiasmo la nuova segreteria del Partito Democratico.
L’avvio netto del rinnovamento dipenderà ora dalla reale apertura che si vorrà dare a quelle personalità della società civile che hanno stimolato e sostenuto il dibattito negli ultimi anni.
Un progetto riformatore non può fare a meno di un percorso condiviso con la società.
– Si dia vita ai dipartimenti nazionali, nel PD, che siano estrapolazione della voce di quella cittadinanza attiva che è sinonimo di vero cambiamento.
– Si apra istituzioni e governo a figure rinnovatrici e competenti.
Noi ci siamo da sempre. E ci saremo.
Auguri!
Final report from Projects for another Italy in Europe, 30 novembre 2013, Rome
National and international experts from academia , institutions , from industry and enterprise, many young people partecipated to “Projects for another Italy in Europe”.
After the messages received by the Minister Bonino, the President of the Chamber Boldrini , the Secretary of the Democratic Party Epifani , the Deputy Minister Catricalà, the Vice – Chairman of the European Parliament Pitella, a statement of support and appreciation to the initiative by the Mayor of Rome Marino, the video message from the leader of the House of Deputies Speranza opened the conference.
Massimo Preziuso , President of European Innovators , did a quick overview on the project , which started in 2006 as a place for development and design of indipendent policy, supporting the idea of the urgency of establishing a new political reformist and pro-European party , remains today an autonomous movement that operates in Europe and in the world .
The interventions , thanks to the distinguished speakers have pointed out – hoping for new directions of political and economic growth for Italy in Europe and in the world, in a context characterized by the difficulties of the United States , the complexity of the Chinese and Indian growth , the new opportunities from southeast Asia, and the natural but culturally difficult convergence with reality like Turkey or north Africa – the urgent need to strengthen the italian strategy and industrial policy.
It also became clear that Italy can be a leader in the software industry and know how based industries , and how the project European Innvoators , building collaborative networks for the promotion of Italian talents in the world is the lifeblood for the revival of a joint project to support Italy and Made in Italy in the world.
It has been so easy to go to the final session, remembering how European Innovators has already given way to political experiences with independent programs based on a new policy-making aimed at the transformation of smart cities and their governance in progressive optic .
From the conference, it is clear the need for a country that produces wealth and consumption in all the territories and put in a new network knowledge and production, in which medium towns and large cities, around a Smart Capital, remain the protagonists.
The need to give breath to a wider European movement , shared with many of the featured speakers, in a collaboration with the different pro-European organizations, based on the hot topics and more than actual 2014 european elections (during the 2014 first semester of Italian Presidency of Europe the real construction of a Euro-Mediterranean community , with a ”South of Italy” leadership, will be necessary), will see European Innovators as a protagonist of the Italian revival in Europe, starting with the next election campaign.
The construction of an Italian leadership in Europe and in the Mediterranean passes exactly by a renewed capacity to develop complex long-term projects. This will continue to be our goal and our commitment .
Resoconto di Progetti per un’altra Italia in Europa, 30 novembre, Roma
Progetti per un’altra Italia in Europa
30 novembre 2013, ore 10 – 14
Via Sant’Andrea delle Fratte 16, Roma – Sala delle Conferenze, Partito Democratico
Esperti nazionali ed internazionali provenienti dal mondo accademico, dalle istituzioni, dal mondo delle professioni e dell’impresa, molti giovani in una sala entusiasta ed interessata. Si parlava di progetti per un’altra Italia in Europa, quella che noi Innovatori Europei auspichiamo da anni.
Dopo i saluti istituzionali pervenuti dalla Ministra Bonino, dalla Presidente della Camera Boldrini, dal segretario del Partito Democratico Epifani, dal Vice Ministro Catricalà, dal Vice Presidente vicario del Parlamento Europeo Pittella e un comunicato di supporto e stima all’iniziativa da parte del Sindaco di Roma Marino, il video messaggio del capogruppo alla Camera dei Deputati Speranza ha aperto i lavori.
Massimo Preziuso, presidente IE, ha fatto un veloce excursus sul progetto che, nato nel 2006 quale luogo di elaborazione e di proposta politica progettuale indipendente, sostenendo l’idea della urgenza di fondare un nuovo soggetto politico riformista ed europeista, rimane oggi un movimento autonomo che spazia in Europa e nel mondo.
Gli interventi, grazie agli autorevoli relatori, hanno sottolineato – auspicando nuove direzioni di crescita politica ed economica per l’Italia in Europa e nel mondo in un contesto caratterizzato dalle difficoltà degli Stati Uniti, dalla complessità della crescita cinese ed indiana, delle nuove opportunità del sud est asiatico, e la naturale ma culturalmente difficile convergenza con realtà come la Turchia o il nord Africa – l’urgenza di un rafforzamento della strategia politica ed industriale.
E’ altresì apparso evidente come oggi l’Italia può essere leader nel software e nell’industria ad alto contenuto di intelligenza, e come il progetto IE, calatosi nel vivo della costruzione di reti di collaborazione per la valorizzazione della italianità nel mondo è linfa vitale per il rilancio di un progetto comune a supporto dell’Italia e italianità nel mondo.
E’ stato così facile avviare i lavori alla conclusione, ricordando come IE in alcuni comuni italiani ha già dato il via ad esperienze politiche indipendenti con programmi basati su un nuovo policy making rivolto alla trasformazione delle città intelligenti e della loro governance in ottica progressista. Dai lavori emerge con chiarezza la necessità di un Paese che produca e consumi ricchezza in maniera diffusa e metta in una nuova rete saperi e produzioni in cui città medie e grandi, attorno ad una Capitale intelligente, rimangano protagonisti.
La necessità di dare fiato ad un largo movimento europeo, condiviso con molti dei relatori presenti, in un percorso congiunto tra le diverse realtà europeiste sui temi caldi e più che attuali delle prossime elezioni europee (nel semestre di presidenza italiana in Europa sarà necessario l’avvio della costruzione di una comunità euromediterranea, che includa e renda protagonista il nostro mezzogiorno) ci vedrà protagonisti del rilancio italiano in Europa a partire dalla prossima campagna elettorale .
La costruzione in itinere di una leadership italiana in Europa e nel Mediterraneo passa proprio da una rinnovata capacità di elaborazione di progetti complessi e di lungo periodo. Questo continuerà ad essere il nostro intento ed il nostro impegno.
Saluto del Vice Presidente vicario del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, a Progetti per un’altra Italia in Europa, 30 novembre 2013, Roma
Gianni PITTELLA Vice President of the European Parliament
Bruxelles, 30 novembre 2013
Cari amici,
caro Massimo,
mi spiace non potere essere presente quest’oggi alla vostra importante iniziativa, ma impegni istituzionali mi impediscono di essere con voi.
Le forze democratiche del nostro Paese sono di fronte ad un passaggio cruciale. Una grande fase di cambiamento si sta aprendo e la grande battaglia del futuro non riguarderà organigrammi e incarichi, ma sarà una sfida di e tra idee.
In questa fase di ricomposizione, in cui si stanno tratteggiando i contorni della sinistra che sarà, Innovatori Europei dovrà contare con tutto il peso delle sue idee e l´iniziativa di oggi s’iscrive perfettamente in questa logica. I temi che affrontate sono decisivi per il Paese e per la sinistra: l’Europa innanzitutto perché il futuro dell’Italia dipende dal legame che sapremo consolidare tra il nostro paese e un’Europa che cambia, che non si limita a rigide politiche di austerità. La battaglia per il Talento e quella per il Mezzogiorno devono anch’esse essere il cuore del dibattito sul futuro della sinistra e dell’Italia.
Sono certo che l’appuntamento di oggi sarà solo un passaggio di un percorso che Innovatori Europei ha cominciato ormai da qualche anno e che l’ha portata a diventare uno degli attori più promettenti del dibattito culturale e politico.
Un caro saluto,
Gianni Pittella
Intervento scritto di Mario Polese, Innovatore Europeo e consigliere regionale di Basilicata, a Progetti per un’altra Italia in Europa, 30 novembre 2013
Discorso Mario Polese,
consigliere regionale della Basilicata
Saluto caramente il presidente degli IE e ottimo amico, Massimo Preziuso, e i presenti in sala che hanno accolto l’invito a partecipare a quest’importante iniziativa.
Improrogabili impegni istituzionali mi impediscono di prender parte oggi al dibattito in corso ma, in qualità di associato di IE, sono onorato di potervi dare un breve saluto e portare un contributo alla discussione.
Lo spirito che anima questa associazione rispecchia in toto quelle che sono le tematiche che da sempre porto avanti nel mio cammino professionale e politico: nuovo protagonismo di giovani e donne nella società civile, nuove politiche di internazionalizzazione per il made in Italy, rinnovamento nelle politiche energetiche ed infrastrutturali per il Sud.
Su quest’ultimo punto la Basilicata, regione che mi vede impegnato in prima linea in qualità di consigliere regionale, deve vincere la sfida del digitale investendo sulla banda ultra larga.
Dobbiamo guardare con più interesse alle opportunità che possono realizzarsi attraverso il web e la sua evoluzione democratica 2.0. E’ una possibilità per i nostri territori di giocare la partita da protagonisti in Italia, in Europa e nel mondo. In tal senso incentivare e sostenere l’industria creativa lucana e attrarre quella da fuori regione promuovendo un maggiore e migliore utilizzo delle risorse culturali-artistiche-ambientali regionali, ovvero sviluppare prodotti, servizi, eventi che le includano.
Infine il Mediterraneo, tema a me caro in quanto delegato regionale per l’Istituto Italiano per l’Asia ed il Mediterraneo, e di cui faccio parte del board che si occupa delle relazioni istituzionali nella ideazione, progettazione e gestione di progetti di promozione e cooperazione internazionale.
La Basilicata può diventare un centro d’eccellenza e avanguardia per il Mediterraneo facendo nascere e radicare un tessuto economico e professionale in grado di far svolgere al sistema regionale il ruolo di ponte per il nuovo mercato comune. L’impegno è quello di favorire lo sviluppo e la crescita di progetti innovativi di aziende private e pubbliche che guardino alla Basilicata e al Mediterraneo come una vera opportunità.
Con questo concludo sperando di poter partecipare personalmente al prossimo incontro e ringraziando il presidente Preziuso per l’impegno instancabile verso questa associazione e verso la nostra regione.