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Primarie: associazione ‘Innovatori europei’ sostiene candidatura Bersani
(ASCA) – Roma, 3 ott L’associazione Innovatori europei sostiene la candidatura di Pier Luigi Bersani alle primarie del centrosinistra.
”Crediamo – ha dichiarato Massimo Preziuso, presidente di Innovatori Europei dopo l’incontro con Roberto Speranza, coordinatore del comitato Bersani – che Bersani sia il candidato che esprima la giusta sintesi tra credibilita’ e rinnovamento, e l’unico politico che possa portare avanti, da subito e con serieta’, le istanze per le quali il nostro movimento si batte da anni”.
”Speriamo di avviare presto una collaborazione concreta col segretario – prosegue Preziuso – perche’ riteniamo che queste siano tematiche fondamentali in un’agenda di governo.
Innovatori europei nasce nel 2006 dando il proprio contributo dalla societa’ civile, dalla quale conserva le basi, alla nascita del partito democratico. L’associazione si occupa di temi legati ai diversi campi dell’innovazione: dalle energie rinnovabili allo sviluppo sostenibile, all’implementazione di un welfare nei territori, alle problematiche legate alle frequenze radiotelevisive, alla riforma delle istituzioni europee.
La crisi europea e il nodo della democrazia
di Francesco Grillo su Il Mattino
Cosa manca? L’esempio del parlamento europeo dimostra che ad essere inadeguati non sono tanto i meccanismi formali di delega e dunque la legittimità delle decisioni. L’assenza vera è quella di un’opinione pubblica europea capace di discutere e di dividersi non sulla base di interessi nazionali ma di giudizi diversi su questioni importanti. Manca una qualsiasi visibilità dei leader delle istituzioni europee che sembrano, a volte, scelti proprio per evitarne una qualsiasi popolarità. In questa situazione, qualsiasi decisione su questioni cruciali appare arrivare da un luogo inaccessibile – l’Europa – le cui decisioni sono imposte senza possibilità di dissenso.
La novità è che questo paradosso diventa oggi, come riconosce Monti quando chiede che almeno un vertice sia dedicato per discutere di questa questione a Roma, un nodo drammatico.
La crisi dell’Euro, si sostiene a ragione, si affronta affiancando alla moneta unica un’unione fiscale: ciò rende però ancora più semanticamente chiara la questione. No taxation without representation è il principio dal quale parte la Rivoluzione Americana e la storia delle democrazie moderne: violarlo significa sfidare la nemesi di cui la democrazia – se ignorata – è capace. Come del resto dimostrano, in un contesto totalmente diverso, le centinaia di attacchi che l’anno scorso hanno subito le sedi delle agenzie fiscali in Italia.
Che fare allora? L’idea di un referendum su un nuovo progetto di integrazione, molto più semplice ed efficace del trattato faticosamente partorito qualche anno fa, avrebbe il merito di creare l’occasione per sottoporre ai cittadini europei una scelta netta: in grado di produrre l’attenzione dei media e i confronti appassionati di cui l’Europa ha bisogno per diventare più politica. Più a lungo termine, c’è però bisogno di cominciare a pensare, come avrebbe detto Massimo D’Azeglio, come fare gli Europei dopo aver fatto l’Europa: ad esempio basterebbe – secondo i calcoli del think tank Vision – un terzo dei 50 miliardi di Euro spesi ogni anno per proteggere l’agricoltura europea dalla competizione, per finanziare l’idea di rendere obbligatorio un semestre di studio in un altro paese europeo sia per gli studenti universitari che quelli della scuola secondaria superiore.
Per vent’anni è prevalsa l’idea che il progetto europeo fosse troppo complicato per poter essere spiegato. Dopo vent’anni voler fare gli Stati Uniti d’Europa senza affrontare il nodo della democrazia, equivale a comportarsi come certe coppie in crisi che decidono di fare un bambino: con il risultato di rimandare semplicemente un problema destinato a riproporsi più tardi, questa volta con conseguenze ancora più negative.
L’Europa ha bisogno urgente che parta subito un progetto in grado di dare il segnale di un cambiamento di passo e di direzione. Ciò richiederà, anche questo si respirava a Pontignano durante il fine settimana, una generazione di leaders coraggiosi diversa da quella che è stata protagonista negli ultimi venti anni.
La corriera Annunziata
I giornali si valutano dal secondo numero,le piattaforme web dal primo .
Oggi è uscito in rete l’Huffingtonpost all’italiana.
E’, come sapete,la versione nazionale del noto sito della miliardaria californiana, che ha fatto bingo con la formula relazioni più vetrina per i bloggers.In Italia la testata esce in una co produzione con il gruppo l’espresso.
Lucia Annunziata si candida ad essere la risposta italiana alla magnate groco amerricana.
Ovviamente rispetto ad un giornale un sito è difficilmente definibile a partire da quello che si vede, per il semplice fatto che ilo sito, come tutto cioò che scorre in rete, è un’entità liquida, cangiante, permanentemente in divenire.
Il sito è un media eracliteo,dove tutto scorre sempre.Dunque ogni considerazione potrebbe , anzi dovrebbe, essere smentita il giorno dopo, un’ora dopo, dal cantiere che si riorganizza permanentemente. Ma alcuni caratteri sembrano poterrsi identificare, anche perchè fanno pasrte dell’identità della sua direttora. Innanzitutto il tempo: al momento la versione italiana dell’ Huffington post sembra cadenzarsi sulle 24 ore: oggi vi dico le notizie di ieri, domani commento quelle di oggi.pronto ad essere sbugiardato fra un minuto, da un lancio di breakingnews, ma ho questa netta impressione: si procede per menabò.Del resto il primo amore non si scorda mai. secondo azzardo: è un sito chiuso. ma come, si dirà, sono sbandierati 200 bloggers? anche su una corriera ci sono 200 passeggeri, ma poi guida uno solo.
La sensazione è che siamo sul 75 che da Monteverde va alla stazione Termini: tutti possono salire e scendere, ma il percorso è quello, bello e spettacolare,ma fisso.
Infine il web: dovè? ossia dove sta la ricchezza di lavorare nell’ambiente più ricco e abbondante del mondo? dove sono gli integratori? dove si lavora sul flusso complessivo? comer si arricchisce il proprio prodotto con la rete? vedo una separazione, un framezzo che divide la rete dal castello.
Ultima stupidasggine: l’agenda. Certo politica ed economia, dice la direttora. Ma la solita politica e la solita economia o ….Vi pare che oggi la vicenda cinese di Foxcom non sia politica ed economias intredcciate e tutte di interesse nazionale, visto le ripercussioni sull’oggetto più caro che abbiamo? oltre che all’aspetto politico-sociale dell’esplosione dellas bolla -lavoro in Cina? ebbene provate a cercare nell’apposito spazio il tema Foxcom nel nuovo sito e vedete cosa appare.ovviamente siamo ai primi minuti di un’avventura che dispone di competenze e mrisorse poderose. Tutto qwuello che ho scritto verrà sbriciolato in un baleno.O forse no… stiamo a vedere
Diego Della Valle scende nell’arena politica? Speriamo
Roberto Speranza coordinatore nazionale del Comitato Bersani per le primarie
Parliamo di identità
di Giuseppina Bonaviri – Rete civica indipendente Frosinone
“La cultura in senso lato può essere considerata come l’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali unici nel loro genere che contraddistinguono una società o un gruppo sociale. Essa non comprende solo l’arte e la letteratura, ma anche i modi di vita, i diritti fondamentali degli esseri umani, i sistemi di valori, le tradizioni e le credenze” dunque parlando di identità si interagisce direttamente anche con coloro che ci governano.
Ma, è inutile negarlo, il pensiero strategico della attuale classe politica locale e, indiscutibilmente, dei suoi logori uomini di partito scarseggia e avvilisce. Una buona narrazione in politica intende raccontare la storia coerente di un progetto politico altrettanto coerente e si propone di spiegare gli obiettivi da raggiungere su cui si dovrà chiedere anche il parere e dunque un voto agli elettori.
Attualmente vige in Ciociaria- culla di antica cultura umanistica da troppi anni ormai sbiadita nella sua identità politica- un regime mediatico e politico dove continua a prevalere la “territorializzazione del consenso ” quale gabbia del tradizionale voto di appartenenza. Siamo lontanissimi qui dall’approdare al voto di opinione in cui la decisione non è più dettata dall’obbligo derivante dal proprio gruppo di riferimento perché base di favoritismi ricevuti ma diviene una decisione libera e pragmatica, legata a proposte programmatiche ed innovative messe in campo e tali da potere originare una mobilità elettorale intelligente e fuori dalle logiche spartitorie dei soli avvoltoi famelici incancreniti e logori di malaffare.
In un momento poi politicamente scorretto, tra ruberie e disastro finanziario, come quello che la Regione Lazio (grazie ai suoi parenti ciociari) sta registrando tutti sarebbero obbligati a una riflessione e ad azioni di seria protesta costruttiva e invece la nebbia si fa più fitta tra scuse e dimissioni revocate, tra non curanza di una opposizione collusa e demotivazioni di una base stanca e appiattita.
Noi della Rete Indipendente “ Nuove Idee con Giuseppina Bonaviri” non intendiamo tacere. Chiediamo a chi siede e amministra dai banchi regionali e nei territori laziali di procedere con atti formali e ufficiali contro coloro che hanno macchiato e disonorato la nostra terra. Chiediamo un intervento urgente dell’opposizione che definisca nell’immediato una manovra correttiva anche sugli incarichi dei Sottogoverni ciociari e delle partecipate ora popolati da loro complici travestiti da presidenti, commissari, direttori tutti, invece, niente altro che compari di merenda sistemati in quei posti con accordi e manovre congiurate. Chiediamo inoltre che il patrimonio economico rubatoci da questa classe di amministratori corrotti ( a partire dalla attuale disgustosa vicenda regionale) torni indietro e venga utilizzato dunque per un fondo comune sociale locale così come i loro beni immobili necessariamente da confiscare per destinarli- come d’uso nelle confische mafiose- a luoghi di attività integrativa e di volontariato.
In un momento ancora così politicamente scorretto è doveroso ricordare che nella nostra provincia è stato, in questi ultimi anni, solo l’operato e dunque la narrazione politica coerente, trasparente, coraggiosa e non allineata della Prof.ssa Bonaviri a rendere onore alla concretizzazione di un progetto nuovo, alternativo in discontinuità con la marchettopoli locale che le va pienamente riconosciuto.
Incontro sulla Sanità della Rete “Nuove idee nei territori con Giuseppina Bonaviri”
La Consulta Provinciale della Rete Indipendente nell’ambito della programmazione della macro-aree provinciali che sono in costituzione nella Rete ha inteso sottolineare l’urgenza di un dibattito sulla Sanità datato 27 agosto 2012 presso la sede dell’ex comitato elettorale di Giuseppina Bonaviri in Vicolo Moccia- allargato a rappresentanti sociali, sindacali, associazioni di settore, esperti di area, rappresentanti ed informatori farmaceutici .
Al di là delle criticità sempre più evidenti e incongrue della sanità provinciale ( disagi quotidiani della utenza in PS, sprechi dovuti alle consulenze esterne, art. 18, riduzione drammatica della prestazioni da parte del servizio sanitario locale in ambito territoriale e riabilitativo, debolezza di posizioni della Conferenza dei Sindaci, carenze strutturali e di personale nei nosocomi della Provincia ) è emersa la necessità di un adeguamento locale rispetto alle azioni prioritarie previste dal Piano Nazionale.
La Prof.ssa Giuseppina Bonaviri ha sottolineato l’urgenza di un raggiungimento di obiettivi primari come richiesti nel Patto Nazionale alla salute 2013-2015 in tempi veloci. “La determinazione del fabbisogno, il riordino delle cure primarie- tutta l’Europa ne discute e se ne parlerà all’European Forum for Primary care il 3 e 4 settembre a Goteborg- , il piano di adeguamento locale per le cure ambulatoriali a gestione infermieristica, la continuità infermieristica, la medicina penitenziaria, la pediatria di libera scelta da garantire in modo uniforme su tutto il livello nazionale, la lunga assistenza, l’importanza di un piano di contrasto per i soggetti non autosufficienti . Quale obiettivo concreto immediato, inoltre, mettere a valore le risorse umane associative e informali per creare il nuovo welfare. Nei prossimi 5 anni si prevedono tagli in sanità di 5 miliardi di euro, un dato allarmante che viola i precedenti accordi sottoscritti tra Stato e Regioni. Non si possono accettare ragionieristicamente solo tagli lineari imposti per il 2013 -2014. Sarà necessario da subito invece aderire alla Carta etica proposta dall’attuale Presidente delle Regioni Vasco Errani sui tipi di beni erogati e i diritti della persona malata a partire anche dai nostri territori . Investire nel SSN pubblico e universale quale motore di crescita ed equità senza rinunciare alla prospettiva di arrivare alla rimodulazione delle compartecipazioni (ticket), in un momento come questo, è obbligo per chi governa. Ribadiamo una priorità: in tempo di crisi investire nei servizi del territorio per aprire una rete diffusa ed omogenea appare fondamentale per garantire diritto alla salute e alle cure dei cittadini”. Questo il percorso individuato dalla Bonaviri per continuare a condividere, in un confronto con le forze sindacali, sociali e politiche, la formulazione di un protocollo d’intesa ciociaro da consegnare alle autorità responsabili .
BCE: Irreversibilità dell’ Euro, crisi di liquidità o pericoli di insolvenza ?
Il conflitto fra strategia di Draghi e netta opposizione della Bundesbank ,in tema di politica monetaria, ha una rappresentazione mediatica niente affatto convincente.
Il governatore della Bce è abile nel riassumere il suo pensiero con aforistiche espressioni , fra le quali “L’ euro è irreversibile “ profferisce un efficace richiamo a fatalistiche predestinazioni : particolarmente se enfatizzato dai caratteri cubitali della carta stampata e dai titoli televisivi in sovrimpressione.
Ma con l’ efficacia dello slogan, cresce il pericolo di coinvolgere menti e iniziative su un presupposto errato: la accresciuta disponibilità di liquido contrabbandata come panacea ella crisi monetaria europea. .
Riportandoci infatti al profilo delle modalità operative della Bce, sappiamo che a provvedere alla sua dotazione finanziaria, sono gli Stati dell’ eurozona e che essa è costituita per finalità stabilite dal suo statuto.
L’ uso che se ne è fatto per i recenti interventi , a favore di Grecia, Spagna Italia, destinati alla sottoscrizione dei titoli del loro rispettivo Debito Pubblico, discende solo “ indirettamente “ dallo Statuto ( come più volte gli stessi protagonisti della contesa hanno più volte ricordato ) e con ricorso obbligato alla funzione di tramite delle banche.
Sono queste ultime che, appena ricevuti i soldi dalla Bce ( al tasso dell’ 1% ), hanno acquistato i titoli di Stato ( a tassi oscillanti fra 5% e 6 % ) del rispettivo paese di appartenenza ricavandone , come è noto, notevoli plusvalenze per il differenziale dei tassi di interesse fra le due operazioni effettuate.
Ma tale cospicuo privilegio fruito dalle banche non esaurisce la serie dei vantaggi di cui esse possono beneficiare.
I titoli pubblici in portafoglio, vengono ovviamente inseriti nell’ attivo patrimoniale, e nella qualità di titoli di sicura esazione, sono legittimati ad essere classificati fra le voci di più sicuro rientro ( contante a parte naturalmente ) : in tal modo, per l’ implicito valore di garanzia , accrescono l’ ammontare dei prestiti che le banche stesse possono concedere agli investitori privati, ( per investimento o per credito commerciale) ai tassi variabili dl mercato secondo le quotazioni correnti.
Ma se la solvibilità degli investitori loro clienti viene meno ? Appunto per la perdurante crisi economica , la loro vulnerabilità, in termini di liquidità si è già ampiamente verificata , e tutto lascia presagire che proseguirà, dato il quadro geopolitico che esibisce presenze crescenti di nuovi possenti protagonisti, nell’ economia, nella finanza, nelle ricchezze di materie prime e nella forza militare.
Appare pertanto omissivo ( o illusorio ) l’ insistenza di Draghi a enfatizzare la sacralità dell’ euro mentre tace su un meccanismo che se, causa insolvenza degli operatori, si rompe in un punto , si propagherà con effetto domino, in tutti i paesi dell’ eurozona e oltre.
E’ dunque la crisi economica, non l’ euro, ad essere finora irreversibile. Nel silenzio, forse strategico, di Draghi a questo riguardo, sarebbe auspicabile che tale più consona profondità d’analisi facesse capolino più frequentemente nella opinione pubblica tutta .
Michelle Obama: first lady con un futuro da US President
Roma Capitale e Città Metropolitana : un delicato passaggio
Nell’ imperversare di una canicola che ha tormentato Roma, a memoria dei cittadini più anziani, con il più torrido e più lungo periodo estivo, si è formalmente concluso il processo parlamentare ( scaturito fondamentalmente dall’ art.119 della Costituzione ) in una complessa articolazione di decreti legislativi e decreti legge che hanno incardinato i presupposti del suo mutamento istituzionale e la scomparsa della sua provincia .
Roma, infatti, elevata al rango di Capitale , abbandona definitivamente il suo “status” di Ente comunale e designata, sempre da legge nazionale, Città metropolitana, con parallelo accrescimento di poteri, assorbe in tale nuova veste l’ area geografica e storica della sua Provincia, a sua volta istituzionalmente destinata a dismettere le sue funzioni.
Il mutamento è peraltro marcato ( sempre da legge parlamentare ) da una diminuzione dei Municipi : dal numero attuale di 19 a quello di 15, con riduzione del numero dei consiglieri capitolini al numero massimo di 48, e, per la giunta, al numero massimo di assessori pari a 12 ( un quarto dei consiglieri ) .
Di tutte queste novità il riscontro dell’ opinione pubblica non sembra effettivamente essere stato segnato da particolare attenzione, per una deludente passività dei partiti, dei consiglieri municipali e comunali attualmente in carica, e anche per un fervore mediatico ( giornalistico e radio televisivo ) di tenuissima evidenza, propiziato sicuramente dalla calura e dalla contemporaneità delle vacanze estive.
Ora tuttavia la pubblica opinione è chiamata a partecipare, almeno in sede testimoniale, all’ elaborazione dello Statuto da cui dipenderanno i poteri dei Municipi e specificamente alla scelta alternativa di accrescerne gli attuali ( assai modesti ) poteri oppure di comprimerli ulteriormente .
Corre obbligo di rilevare, al riguardo, che il potere complessivo del Sindaco che assumerà tale incarico dopo il previsto cimento elettorale della prossima primavera, risulterà elevatissimo se di fatto mancherà una vigorosa voce da parte dei restanti 15 Municipi ( tuttora non definiti nella nuova configurazione territoriale ) il cui rapporto, con i residenti e il mondo associazionistico, è comprensibilmente più intenso , se non addirittura esclusivo.
Considerando che i menzionati e numerosi dispositivi di legge, ispiratori di queste innovazioni istituzionali, hanno sempre definito i Municipi (o “circoscrizioni”, secondo la terminologia in uso presso altre Città metropolitane) come organi dotati di “ autonomia finanziaria e amministrativa” , sarebbe deducibile che l’ attenzione della cittadinanza e del mondo associazionistico in generale , possa cogliere l’ occasione propizia, in ogni dettaglio, grande o minuscolo che sia, per far sentire la propria voce.
Che le forze politiche, quali punti terminali e interessati contenitori, sappiano farne tesoro, è sicuramente un auspicio dei cittadini, ma è realisticamente dubitativo che siano provviste della necessaria sensibilità.