Significativamente Oltre

Europa e Mediterraneo

Grillo non tiri troppo la corda, anche se ha fatto bene a tirarla sin qui

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di Arnaldo De Porti

Beppe Grillo ha vinto una grande battaglia: ha rotto  una forma-mentis politica che gli Italiani non digerivano più.

Lo scossone elettorale ne è la prova più provata; e di questo, senza dubbio, è necessario riconoscergli il merito, indipendentemente dalla metodologia, non sempre democratica, da lui adottata per arrivare a detto risultato.

Ma di questa metodologia non c’è da incolparlo più di tanto se si considera che altri, a mio avviso in maniera disonesta e dolosa, hanno messo in atto una sorta di voto di scambio promettendo la restituzione dell’IMU.

Ma se quest’ultimo fatto ha tolto, quasi per punizione,  oltre sei milioni di voti a chi l’ha messa in atto, io suggerirei oggi a Grillo di non tirare oltre la corda se non vuole che essa si trasformi in un cappio al collo. Con le conseguenze che ne deriverebbero.

Gli Italiani infatti hanno capito che egli è democratico in maniera contraddittoria: da una parte lo è quando dialoga con l’elettorato col supporto web, dall’altra è antidemocratico quando non consente ai suoi di adoperare il simbolo. Ergo,. democratico “ad libitum”.

Ora Grillo sembra scagliarsi contro Bersani e quest’ultimo gli risponde di dire ciò che vuole, ma in parlamento.

Stando così le cose, e cioè ove nessuno parli con nessuno, e Grillo pensi di entrare in parlamento per fare la bella statuina, allora non v’è dubbio alcuno che l’Italia sprofonderebbe nel caos. Con conseguenze ben immaginabili, ivi compresa  l’ipotesi  che detta corda  non debba necessariamente stringersi strettamente al collo dell’ex-comico.  E questa volta senza rompersi davvero.

Il fatto che, pochi minuti fa, la Germania abbia detto che oggi l’Italia è nelle mani di due clown, non promette bene.

La vittoria di Grillo

 di Francesco Grillo

È certamente il vincitore assoluto delle elezioni politiche 2013. Anche se è Grillo quello che più di tutti dovrà cambiare pelle nei prossimi mesi per non far evaporare il proprio successo.

Una lista che neppure esisteva nel 2008 è il primo partito del Paese: lo tsunami capace di portare un’intera classe dirigente, un sistema di potere al capolinea. Si salva Silvio Berlusconi, anche se, però, anche per lui si pone da tempo il problema difficile di come uscire da un gioco logorante senza pagarne le conseguenze.

Un successo straordinario che potrebbe cambiare la faccia della politica in Italia. E in Europa.

I motivi del successo sono evidenti: la fiducia in chi ha governato questo Paese negli ultimi vent’anni (per dieci il centro destra, sette il centro sinistra e tre di governi tecnici) è bassissima. Del resto l’Italia in questo periodo si è completamente fermata, come stabiliscono i dati sulla crescita economica che vedono il nostro Paese al penultimo posto nel Mondo.  Ma soprattutto negli ultimi mesi, Bersani e Monti hanno ignorato la questione decisiva: quella di unpatto tra Stato e cittadino che non funziona più da tempo e che Grillo e Berlusconi hanno cavalcato, in assenza di una proposta complessiva da parte dei concorrenti più accreditati

L’accusa più frequente, quella di non possedere competenze si è poi trasformata in un micidiale boomerang per chi sul piano della conoscenza dei problemi ha spesso miseramente fallito.

Bisogna, infine, riconoscere a Grillo una formidabile strategia comunicativa: la campagna elettorale ha premiato o chi utilizza solo la televisione (Berlusconi) oppure chi la evita totalmente e usa solo la rete e le piazze.

In questo vuoto di idee, comprensibilità e credibilità, il Movimento 5 Stelle ha costruito il suo successo. A questo punto esiste persino una base sociale costituita – come dimostra un recente studio del think tank britannico Demos che ha valutato la possibilità che il fenomeno si ripeta altrove – da persone con livelli di scolarità più elevata della media e che, però, sono più frequentemente colpiti dalla disoccupazione. Educati ed esclusi: il prototipo di quello che potrebbe essere non solo un elettorato ma una classe rivoluzionaria, come direbbe, forse, Casaleggio.

I rischi e i limiti del movimento sono chiari: un leader geniale (proprio come lo è stato Berlusconi) e nessuna classe dirigente (come dimostravano gli interventi del comizio finale a Piazza San Giovanni). Nel vuoto di governabilità, il movimento dovrà adesso  rimanere compatto, diventare squadra, dimostrare di poter anche risolvere problemi giganteschi. Governerà per i prossimi vent’anni chi unirà conoscenza e capacità di coinvolgere; chi sarà capace di portare l’agenda del cambiamento profondo anche in Europa.

Non è detto che sarà Beppe Grillo il leader capace di vincere la sfida finale. Certamente lui innesca da oggi una trasformazione che nessuno potrà fermare con qualche aggiustamento marginale.

Articolo pubblicato su Il Messaggero del 26 Febbraio

Resoconto dell’assemblea nazionale degli Innovatori Europei

Innovatori-Europei-defHanno partecipato in tanti, nonostante la scelta di una giornata infrasettimanale a quattro giorni dalle elezioni nazionali, all’assemblea nazionale di “Innovatori Europei”, che si è tenuta ieri 20 Febbraio 2013 alla Camera dei Deputati, per valutare le iniziative progettuali sviluppate in questi anni, in Italia e nel mondo, e per ragionare, attorno al manifesto politico, sul futuro del movimento associativo.

Rimanendo nell’area del centrosinistra, in cui è nata e cresciuta, Innovatori Europei apre al confronto con le tante realtà politiche portatrici di innovazione, rimandando agli Stati generali degli Innovatori Europei che si terranno a fine primavera.

Massimo Preziuso, presidente e fondatore del movimento, ha dato il via ai lavori, raccontando le attività svolte in un lungo start-up iniziato nel 2006 e che ha visto il movimento interessarsi e crescere attorno al dibattito politico del centrosinistra, proponendo tematiche di frontiera intellettuali ed innovative.

Zaira Fusco, moderatrice del dibattito, ha dato lettura dei saluti di Enrico Letta, vice segretario del Partito Democratico, e di Gianni Pittella, primo vice presidente del Parlamento Europeo agli Innovatori Europei.

L’incontro è poi proseguito con significativi interventi dai territori.

Giuseppina Bonaviri nel suo “Nuovo welfare nei territori del Lazio” ha introdotto il tema della necessaria attenzione, nel processo di rafforzamento dell’Unione Europea, ai territori e in particolare ai piccoli comuni, in un Paese in cui essi rappresentano la netta maggioranza in termini demografici.

Osvaldo Cammarota ha proseguito con “Innovazione politica e istituzionale in Campania“ raccontando il lavoro svolto da Innovatori Europei in Campania durante le primarie per la premiership del centrosinistra, con l’avvio di un dibattito con alcuni candidati.

Vincenzo Girfatti ha concluso con “Innovatori Europei e Terra del Sud” raccontando l’evoluzione del percorso svolto a Caserta, con la nascita di Terra del Sud, oggi nostro partner propositivo e progettuale.

La giornata è continuata con un lungo panel di descrizione del lavoro che si svolge nei nostri centri studi, attraverso testimonianze di coloro che hanno contribuito alle varie attività.

La discussione è cominciata con un intervento dal titolo “Un futuro sostenibile per la Taranto dell’acciaio” che ha visto Massimo Sapienza parlare di come la città pugliese possa e debba  diventare luogo di eccellenza nel settore delle auto elettriche e delle rinnovabili.

Con “l’innovazione europea” Michele Mezza ha parlato della necessità di cambiare modo di affrontare il tema dell’innovazione, divenuto “mainstream”, spostando invece  a ragionare e legiferare per facilitare i “nuovi luoghi” di produzione di informazione a diventare i naturali nuovi produttori di benessere e lavoro.

E’ poi intervenuto Nello Iacono che ha raccontato le tematiche di attualità connesse alla “Carta d’intenti per l’innovazione in Italia” scritta dai nostri amici di Stati Generali dell’Innovazione.

Si è poi passati al centro di competenza sulle “politiche europee e mediterranee”.

Paolo Di Battista ha introdotto il tema “Stati Uniti di Europa”, che richiede passaggi intermedi di rafforzamento delle istituzioni europee, in particolare il Parlamento Europeo, e la progressiva centralizzazione, a livello comunitario, di nuove politiche.

Luisa Pezone con “La nuova Europa nel mediterraneo” ha poi proseguito sull’importanza del mediterraneo quale bacino naturale di costruzione dell’Europa dei prossimi anni, dei limiti di budget dedicato a questo tema, e della forte e naturale centralità dell’Italia in un’Europa unita che guarda a Sud.

Salvatore Viglia con “Quale futuro e quali opportunità per le comunità italiane all’estero?” ci ha raccontato delle enormi potenzialità che risiedono negli italiani residenti in tutto il mondo, quali naturali ambasciatori della cultura e per lo sviluppo del Belpaese.

Antonio Diomede è intervenuto sul tema “Salviamo il pluralismo radiotelevisivo dal conflitto d’interessi” parlandoci dell’importanza di rivedere l’intervento pubblico in questo settore, per contrastare il predominio di pochi sulla scena dell’informazione, e le conseguenze negative in termini di libertà di informazione.

Mario Di Gioia ha continuato sul tema “Innovazione in musica, arte e spettacolo” chiedendo l’impegno forte di Innovatori Europei in rappresentanza di settori legati alla cultura e all’informazione oggi presi in ostaggio da interessi di pochi.

Infine, un interessante panel di presentazione di alcuni progetti del Think Tank BRICS, aperto con una rapida descrizione del progetto “Italia – India” sviluppato da Asif Parvez incentrato sul tema della sostenibilità dell’acciaio.

Ha proseguito Rainero Schembri, che ci ha raccontato della “importanza del trattato UE-Mercosur”, e di rivederlo per non perdere i rapporti con un Sud America, ricco di saperi e ricchezza italiana.

Infine, abbiamo avviato il capitolo Italia-Cina, e delle enormi opportunità di dialogo e crescita proveniente dalla facilitazione di partenariati italo-cinesi,  con introduzione Carlotta Maraschi e l’intervento di Lifang Dang, dal titolo  “Attrazione di investimenti cinesi in Italia: come?”

La giornata si è conclusa con un vivace dibattito, incentrato sul nostro manifesto politico aperto, dal titolo “tra lavoratori e produttori”, alla presenza di Arturo Artom (RI), Pier Virgilio Dastoli (Movimento Europeo), Sandro Gozi (PD), Claudio Sperandio (Movimento Cinque Stelle), che ne hanno condiviso temi e impostazione.

Massimo Preziuso ha infine chiuso i lavori, salutando i tanti amici intervenuti con calore e partecipazione, sperando di proseguire con loro un percorso che è sempre tutto da costruire e che vedrà a fine primavera un momento di riflessione ancora più strutturato negli “Stati Generali degli Innovatori Europei”, in cui il movimento si incontrerà – a discutere e ad implementare proposte comuni – con i tanti soggetti politici ed intellettuali con cui discute ormai da anni.

Nei prossimi mesi, Innovatori Europei continuerà ad essere un originale luogo di dibattito e di proposta di policy making di frontiera, rafforzando appunto il dialogo con quei partiti politici e  movimenti portatori di innovazione, al fine di facilitare interventi legislativi atti a migliorare la vita delle tante realtà e settori che oggi rappresenta.

Il saluto di Gianni Pittella alla assemblea nazionale di Innovatori Europei

Gianni PITTELLA Vice-president of the European Parliament          Bruxelles, 18 febbraio 2013  

Cari amici,  

sottoscrivo con convinzione gli obiettivi del manifesto politico che avete posto al centro dell’azione del Vostro movimento.  
L’Europa ha bisogno di raccogliere le energie per una nuova spinta verso l’innovazione istituzionale, attraverso la quale  rafforzare i poteri di rappresentanza trasferiti dalla sfera nazionale all’entità sovrastatale dell’Unione.  
Questo processo non equivale all’accentramento del potere decisionale nelle attuali burocrazie di Bruxelles, bensì alla consegna della guida dell’Europa ai cittadini europei, attraverso i loro rappresentanti eletti nel Parlamento di Strasburgo.  
L’esercizio del voto di ogni singolo cittadino dovrebbe determinare anche la scelta dei vertici della Commissione, trasformandola in uno snello organismo esecutivo che procede secondo le indicazioni vincolanti di Parlamento e Consiglio.  
Non dovrà più accadere che decisioni di grande peso per la vita e il futuro dei cittadini, anche di singoli paesi aderenti, vengano assunte nel chiuso di una logica intergovernativa dove prevalgono gli interessi nazionali dei più forti, come è platealmente accaduto nella gestione di questa crisi.  
Decisioni che hanno scatenato un’emergenza sociale e occupazionale senza precedenti che attende ancora di essere affrontata con misure e risorse adeguate volte a far ripartire l’economia.   
Il nostro impegno deve essere volto a imporre e ottenere questo mutamento di rotta dell’Unione europea, a cominciare dal confronto in atto tra Parlamento e governi sul bilancio europeo, al quale alcuni paesi guardano esclusivamente come una voce da tagliare per far quadrare i conti nazionali davanti ai loro elettori.  
Occorre combattere questa ottica miope che ha condotto l’Italia ad imboccare la strada di politiche rigoriste fini a se stesse. E’ venuto il momento di voltare pagina e di indicare agli europei una nuova prospettiva, di innovazione e progresso, come questo importante convegno intende fare. 

Grazie per il lavoro che state facendo e un abbraccio a tutti Voi. 

Gianni Pittella

Il saluto di Enrico Letta alla assemblea nazionale degli Innovatori Europei

Enrico Letta, Vice Segretario del Partito Democratico          Roma, 11 Febbraio 2013  

Caro Massimo,

purtroppo il 20 febbraio non mi sarà possibile intervenire alla vostra Assemblea. Quel giorno sarò infatti impegnato per un giro di iniziative elettorali nelle Marche, regione dove sono capolista per il Partito Democratico.

Permettimi di augurare a te e a tutti i partecipanti lo svolgimento più proficuo della vostra discussione. Il vostro Manifesto Politico centra molte delle sfide che il prossimo governo dovrà affrontare. Ne raccolgo due in particolare: una nuova stagione per l’europeismo e una seria riforma del nostro sistema fiscale. Su quest’ultima questione ho spesso citato la “parabola dei talenti”. La parabola racconta di un servo sciocco che viene punito perché nasconde i talenti nella sabbia, mentre viene premiato chi i talenti li fa invece girare. Noi abbiamo un sistema fiscale opposto, un sistema che premia chi nasconde i talenti sotto la sabbia e vive di rendita e penalizza invece chi lavora e produce. Dobbiamo invertire questa tendenza con un occhio di particolare riguardo verso i giovani e le donne.

Nel ringraziarvi ancora per l’invito, ti saluto cordialmente.

Enrico Letta

 

 

 

Appello ai partiti

 di Fondazione Etica

Una campagna elettorale pessima. Non ce l’aspettavamo in un periodo così difficile, non in piena crisi economica, non dopo aver sfiorato il baratro, non dopo un anno di governo tecnico. Aspettavamo il ritorno della politica, ingenuamente confidando che si sarebbe impegnata a cambiare se stessa prima ancora che il Paese. Pensavamo che i partiti avrebbero utilizzato i mesi passati per rinnovarsi, per ripulirsi, per prepararsi.

Invece, sono tornati come se nulla fosse successo, come se non fossimo mai stati commissariati. Qualcuno si è preoccupato almeno di presentarsi con qualche volto nuovo, ma alla fine si è confuso tra i tanti, in un casting che neanche questa volta si è dimostrato all’altezza di mettere insieme una vera classe dirigente.

Nonostante ciò, abbiamo provato ad appassionarci ai dibattiti, sino a che anche questi sono scivolati nell’attacco reciproco e nella polemica sterile.

Adesso mancano solo pochi giorni: chiediamo a tutte le liste e candidati di non sprecarla. Diteci cosa pensate di fare per risollevare il Paese, senza elencare programmi elettorali che non appassionano più nessuno. Ci accontentiamo di sapere poche cose:

  • come far ripartire l’economia e con quale politica industriale,
  • come creare posti di lavoro,
  • come risanare i conti pubblici,
  •  come fare tutto questo all’insegna dell’equità,
  •  come sanare le disuguaglianze sociali che hanno lacerato l’idea stessa di comunità e nazione.

Infine, l’etica pubblica: al di là di qualche frase retorica, non abbiamo ancora ascoltato una proposta concreta per spazzare via il malaffare e riportare aria pulita e autorevolezza nelle Istituzioni.

Aspettiamo poche parole, ma chiare e nette, e soprattutto numeri che le supportino e le rendano credibili.

“Significativamente oltre”: Assemblea Innovatori Europei, 20 Febbraio, ore 10.30, Camera dei Deputati, Roma

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Significativamente oltre” – Assemblea nazionale degli Innovatori Europei

20 Febbraio, ore 10,30 – 14,30, Sala della Mercede, Camera dei Deputati, Roma

Ore 10.30 – Introduzione

Gli Innovatori Europei: il percorso fatto dal 2006, il futuro da percorrere” di Massimo Preziuso

Ore 11.00 – Interventi dai territori

Nuovo welfare nei territori nel Lazio” di Giuseppina Bonaviri

Innovazione politica e istituzionale in Campania “ di Osvaldo Cammarota

Innovatori Europei e Terra del Sud” di Vincenzo Girfatti

Ore 11.30 – I progetti del Think Tank

Energia e Ambiente

Un futuro sostenibile per la Taranto dell’acciaio” di Massimo Sapienza

Sapere e Innovazione

L’innovazione europea” di Michele Mezza

La carta d’intenti per l’innovazione in Italia” di Nello Iacono

Europa

Gli Stati Uniti di Europa” di Paolo Di Battista

La nuova Europa nel mediterraneo” di Luisa Pezone

Italiani all’Estero

Quale futuro e quali opportunità per le comunità italiane all’estero?” di Salvatore Viglia

Radio e Tv

Salviamo il pluralismo radiotelevisivo dal conflitto d’interessi” di Antonio Diomede

Cultura

“Innovazione in musica, arte e spettacolo” di Mario di Gioia

Italia e BRICS

Innovatori Europei e Italia – India” di Tommaso Amico di Meane e Asif Parvez

Attrazione di investimenti cinesi in Italia: come?” di Lifang Dong e Carlotta Maraschi

L’importanza del trattato UE-Mercosur” di Rainero Schembri

Ore 12.45 – Coffee Break

Ore 13.00 – Dibattito sul manifesto politico degli Innovatori Europei

Tra lavoratori e produttori”. Contributi e interventi di: Arturo Artom (Rinascimento Italiano), Pier Virgilio Dastoli (Movimento Europeo), Oscar Giannino (Fermare il Declino), Sandro Gozi (PD), Enrico Letta (PD), Marianna Madia (PD), Gianni Pittella (PD), Claudio Sperandio (Movimento Cinque Stelle) 

Ore 14.30 – Conclusioni

(Modera il dibattito Zaira Fusco, giornalista)

 

Un’area di libero scambio UE-USA per lo sviluppo sostenibile mondiale e per la nascita degli Stati Uniti d’Europa

Obama Barrosodi Massimo Preziuso
Qualche ora fa la stampa ha riportato una notizia, a mio avviso, importantissima: la proposta del Presidente Obama, già accolta positivamente da Barroso, per la nascita di una area di libero scambio UE-USA.
Se le trattative, che dovrebbero cominciare in estate, verranno da subito orientate alla “sostenibilità dello sviluppo”, questo accordo potrebbe dar vita ad un nuovo paradigma mondiale di progresso basato sui nuovi saperi e il rispetto dell’ambiente, che cominci dall’interazione delle due economie tecnologicamente e culturalmente più avanzate del mondo.
Sarebbe il caso allora che questo “accordo” diventi centrale nella agenda politica di Brussels da subito.
Esso potrebbe diventare il concreto collante per la costruzione di forti Stati Uniti d’Europa, collocati al “centro” tra Stati Uniti e Mediterraneo.
E una occasione ancora più grande per l’Italia, che si troverebbe naturalmente al centro dello sviluppo dei prossimi decenni, tra Mediterraneo e Atlantico, appunto.
Parleremo anche di questo il 20 Febbraio alla Camera dei Deputati, nella nostra Assemblea nazionale, perché certi che innovazioni radicali come questa alla fine vincono sempre.

“Significantly beyond”: the National Assembly of Innovatori Europei, 20 February, 10.30 – 14.30, Chamber of Deputies, Rome

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“Significantly Beyond”: the National Assembly of Innovatori Europei

20 February, 10.30 – 14.30, Sala della Mercede, Via della Mercede 55, Chamber of Deputies, Rome

10.30 – Introduction

“The Innovators of Europe: the route taken in 2006, the future ahead” (Massimo Preziuso)

11.00 – From italian regions

“New welfare in the territories of Lazio” (Giuseppina Bonaviri)

“Innovation policy and institutional framework in Campania” (Osvaldo Cammarota)

“Innovatori Europei and Terra del Sud” (Vincenzo Girfatti)

11.30 – From our Think Tank

Energy and Environment

“A sustainable future for Taranto” (Massimo Sapienza)

Knowledge and Innovation

“European innovation” (Michele Mezza)

“A joint framework for innovation in Italy (Nello Iacono)

Europe

“The United States of Europe” (Paolo Di Battista)

“A New Europe in the Mediterranean” (Luisa Pezone)

Italians abroad

“Which future and what opportunities for the Italian communities living abroad?” (Salvatore Viglia)

Radio and TV

“Save the pluralism of broadcasting by conflict of interests” (Antonio Diomede)

Culture

“Innovation in culture, music and entertainment” (Mario di Gioia)

Italy and BRICS

“Innovatori Europei and Italy/India Association” (Tommaso Amico di Meane and Asif Parvez)

“Attraction of chinese investments in Italy: how?” (Lifang Dong e Carlotta Maraschi)

“The importance of a European Union-Mercosur treaty” (Rainero Schembri)

12.45 – Coffee Break

13.00 – Debate around our political manifesto 

“Among workers and producers”. With: Arturo Artom (Rinascimento Italiano), Pier Virgilio Dastoli (Movimento Europeo), Oscar Giannino (Fermare il Declino), Sandro Gozi (PD), Enrico Letta (PD), Marianna Madia (PD), Gianni Pittella (PD), Claudio Sperandio (Movimento Cinque Stelle)

14.30 – Conclusions

(Moderator: Zaira Fusco, journalist)

Psicologia del potere

Poteredi Giuseppina Bonaviri

La logica politica di questo strano tempo non si sofferma molto su idee, principi, presupposti etici, miti rivoluzionari ma si stratifica e tranquillizza su pacate e poche considerazioni  che non compromettono l’agire di quel mancato cambiamento tanto agognato ma mai avvenuto. Esiste, anzi, il terrore del cambiamento che agisce su ogni cellula sociale e dove l’anestetico pubblicitario, creando modelli narcisistici ai quali tutti si sottomettono, fa da azione sociopolitica controllando tutte le novità. Si producono così feticci culturali, sociali e politici che poi vengono offerti al popolo affinché si idolatrino. Si è perso il tempo in cui votare era un’azione di scelta, di considerazione, di analisi della realtà e della coerenza con i propri motivi interni. Ora esistono pochi modelli preconfezionati ed edonistici, senza alcuno scopo se non quello di confermare la NON SCELTA. Il patto sociale che oggi si compie è quello tra soggetti affetti da psicopatologia del potere, sudditi anelanti una propria dimensione limitata solo alle logiche malate di potere. Il candidato politico ideale dei nostri tempi ha alla sua radice un bambino trascurato e che per compenso fa deliri di un Sé maestoso e potente, in grado di cancellare le sensazioni di morte di un proprio Io fragile. Questo Sé grandioso e totalmente incosciente della propria limitatezza ha bisogno di adulazione, di conferma della sua potenza attraverso il riscontro sociale, attraverso la posizione di potere che potrà raggiungere solo con l’approvazione degli altri. Il sistema si fa ora complesso prevedendo la partecipazione degli adulanti che, complici ignavi, deprivati di ogni senso critico, ammassati in un conformismo assoluto vedono miraggi di ricchezza facile, deresponsabilizzati per cultura e dunque inconsapevoli del proprio Sé e del reale. La personalizzazione del gioco politico sottomette le idee, i conflitti, le scelte culturali ed etiche al mito del personaggio per un interesse di appartenenza lobbistica. Viviamo nella ipotesi frommiana di una società iperconformista e massificata dove l’interesse per l’individuo soccombe verso la realizzazione di una soggettività acritica e disciplinata da miraggi economici.

Questo modo predispone al voto senza idee che è un’azione senza scopo, senza senso corrispondendo ad un modello non etico, cieco e disperato per la sua imminente fine. La società così diviene incapace di affrontare i temi reali ed urgenti  di una umanità schiavizzata dagli “psicopatici del potere” e si fa pericolosamente fuorviante.

 

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