cultura
IL RISVEGLIO
“Vedo una folla innumerevole di uomini simili e uguali che girano senza tregua su sé stessi per procurarsi piccoli piaceri volgari, con cui si appagano l’anima. Ciascuno di loro, messo da un lato, è come estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui l’intera specie umana; quanto al resto dei suoi concittadini, li ha accanto ma non li vede; li tocca ma non li sente; non esiste che in sé stesso e per sé stesso, e, se una famiglia gli resta pur sempre, si può almeno dire che non ha più patria”.
A. de Tocqueville, De la démocratie en Amérique, vol. II, Gallimard, Parigi 1992, pp. 836-837.
Cari Amici,
vorrei condividere con voi la descrizione dello scenario socio-politico che il filosofo Alexis de Toqueville preconizzava alla fine dell’800 e che, con agghiacciante esattezza, pare corrispondere al momento (ormai duraturo) di decadimento (per non parlare di decadenza) morale, culturale e politica che il nostro Paese (ma allargherei al globo intero, Stati Uniti in primis) sta attraversando.
Il senso di sconforto che la lucida descrizione di un quadro allora futuristico ha provocato in me, penso possa essere condiviso con quanti immaginano, anche con il nostro impegno, un prossimo “Rinascimento”, la ripresa del nostro Paese, il risveglio da questo stato di torpore (per
non dire di sonno profondo) della ragione e del sentimento, una rinascita del sistema ispirata dalla luce rinnovata della Ragione del Cuore.
L’azione di ognuno di noi può davvero far scattare questa scintilla.
Credo che l’inizio di questa azione sia divenuto non più procrastinabile.
Da New York il nostro Paese mi sembra particolarmente malconcio, ma numerosi ardenti focolai lasciano presagire l’accendersi di una nuova fiamma.
Dipende anche da noi. Vogliamo essere protagonisti. Dobbiamo esserlo.
Un abbraccio e un saluto a tutti,
Silvia
SULLA PENA DI MORTE
Il 10 ottobre di quest’anno la Camera dei Deputati decise di cancellare dalla costituzione l’ultimo retaggio della pena di morte ancora presente nel nostro ordinamento. Un provvedimento che si aspettava da 12 anni.
Nel 1994, un mese dopo l’abolizione dai codici militari, l’Italia iniziò un cammno che le ha assicurato, a livello internazionale, il primo posto contro pena di morte e moratoria universale delle esecuzioni capitali.
Nel 1997 il Governo Prodi fece approvare la proposta alla Commissione Diritti Umani dell’Onu con la maggioranza assoluta dei voti.
Un risultato storico che stabilì che la pena di morte è questione relativa ai diritti umani e che la sua abolizione era un rafforzamento della dignità umana ed un progresso dell’uomo.
Nel 1994 i paesi mantenitori erano 97 oggi 45 di meno, migliaia di vite umane risparmiate.
Questo apparve il risultato di una vera campagna politica portata avanti da associazioni, gruppi, singoli per una crescente coscienza politica e civile del nostro paese.”
Ad ottobre, però, si era ad un punto critico in quanto il governo sembrava vincolato ad una contro proposta di compromesso volta a presentare non la risoluzione ma una dichiarazione di intenti.
Ma allora, mi sto domandando, a che punto siamo, oggi, per raggiungere l’abolizione completa nel mondo?
GENERE E GENERAZIONI
Ciao.
Poche righe per dire la mia su quello che, a mio avviso, è successo in questi mesi, sia in questo gruppo, sia nel dibattitto sul PD, e soprattutto in ambito sociale, in Italia e in Europa.
Nel 2006, sopratutto dopo le elezioni vinte dall’ Ulivo, sono nati moltissimi Gruppi e Movimenti nella Società civile, e questo è un primo gran segno ( dagli anni 90, mai c’è stata tanta energia nella società civile).
Riguardo alla nostra esperienza: in 9 mesi siamo riusciti a creare un bel gruppo di discussione, su tematiche che sempre di più stanno prendendo piede nella Società.
Genere e Generazioni è un argomento forte e attualissimo. A tutti i livelli se ne sta parlando: dalla strada, ai tavoli di ristorante, alla televisione, ai seminari, ai Gruppi come il nostro, ai seminari politici, alla Camera, al Senato, nel Governo, a Brussels..sembra che, finalmente, ci sia spazio per fare innovazione politica in questo senso.
A me sembra che ci sia una “rivoluzione intellettuale” (di Cervelli, come dice Giuseppina) in atto: sono convinto che questo sia un momento unico in Italia (soprattuto) e in Europa per cambiare le cose e modernizzare le nostre società, soprattutto con il contributo vivo e vivace di Giovani e Donne.
Speriamo bene.
A presto,
Massimo
STORIA DI OGGI
Di Salvatore Mafrici Jr
Il tunnel dell’ipocrisia è sempre affollato,la gente fa la fila per entrarci,la città tutta intorno gli ultimi gradini e poi il passo si fa più rapido,lo spettacolo gratuito della morte sorge ogni mattina, alla stazione,sulle panchine del parco,sotto i portici,nei vicoli dai nomi strani,dietro il teatro comunale.I cavalieri con le loro spade lucide,i sogni dosati dentro quel liquido,l’odore del sudore sulle pelle,il laccio emostatico, il fiato sincopato, la spada trafigge la carne e inietta il siero lentamente,la testa crolla da un lato e la bava invade la bocca,lo spettacolo della morte ogni giorno sorge in tutte le città italiane e noi facciamo finta di nulla,saliamo sulla nostra auto,il rumore dello sbattere la portiera ci rende tranquilli siamo chiusi nel nostro regno,non ci importa dei cavalieri e delle loro spade,se poi muore qualcuno uno in meno,l’importante è fingersi umani,partecipare a tutte le feste cristiane ormai diventate pagane sputare la nostra frustrazione di gente onesta che lavora contro qualche extracomunitario che non capisce la lingua,portare il figli a scuola calcio,la figlia a danza,la moglie a cena il mercoledì sera e provare a soddisfarla sessualmente con tutti gli attrezzi forniti dalla durex,votiamo i nostri rappresentanti che non ci rappresentano ci lamentiamo con i nostri amici per questo ma appena l’ultimo cliente ubriaco del locale inveisce contro chi comanda e tira fuori il coltello allora cerchiamo di calmarlo e crediamo che sia solo un pazzo,ci siamo arresi, imboniti dal lusso di sto mondo agghindato come un centro commerciale,la libertà la vendono sotto forma di cubetti al reparto surgelati,la censura te la offrono se vedono che provi a pensare a qualcosa di diverso dalle loro pubblicità progresso,lo spettacolo gratuito della morte sorge ogni mattina,la città tutta intorno… gli ultimi gradini e poi ci lasciamo tutto dietro.
E’ TEMPO DI CAMBIARE
Eccomi tornato da un periodo all’estero.
Come tutte le volte in cui visito un Paese diverso dall’Italia, al ritorno mi ritrovo a fare le stesse considerazioni:
– L’Italia è il Paese più bello del mondo (per bellezza, cultura, clima, cibo…)
– L’ Italia è il Paese più “anziano” del mondo (nel senso sociale del termine)
– In Italia, a differenza di tutti i Paesi che ho visitato, i Giovani, per strada e nei luoghi di lavoro, non si vedono fisicamente
– In Italia il sistema universitario (che è poi , secondo me, IL motore dello sviluppo “oggi”) è lento, anti-meritocratico, chiuso
Allora, mi viene da dire, come sempre: perchè non ci vogliamo rendere conto del fatto che il problema che il nostro paese vive da decenni è di tipo generazionale?
Perchè non si dà la “possibilità” ai Giovani (tutti) di scommettere e vincere sul proprio destino?
Un abbraccio.
Massimo
GIOVANI E DONNE: APD CAMPANIA
Assemblea APD su democrazia e partecipazione, notizia relativa a sabato 25 novembre 2006
La presente comunicazione è inviata a tutti coloro che nei mesi passati hanno trasmesso la propria richiesta di adesione alla APD – Associazione per il Partito Democratico.
Da quel giorno ad oggi, molte cose sono accadute, sia a livello istituzionale sia a livello politico. Il tema del Partito Democratico è oggi a pieno titolo al centro del dibattito e crediamo di poter dire che una parte di merito, almeno su questo tema, debba essere riconosciuto alla nostra associazione.
La discussione sulla nascita del nuovo partito è andata di pari passo con i processi di consolidamento e di sviluppo dell’APD. Per continuare lungo questo percorso è importante che gli aderenti e gli iscritti possano democraticamente partecipare alle scelte. In particolare, per quanto riguarda la nostra regione, il 3 dicembre dalle 9,30 alle 18 presso “il Castagno”, Viale privato RAI ai Camaldoli – Napoli, è convocata l’Assemblea dell’APD Campania.
L’Assemblea è intitolata Democrazia è partecipazione.
L’OdG:
1. Contributi all’identità del futuro Partito, nuovo e Democratico
2. Elezione degli organismi dirigenti
L’Assemblea ha carattere interno, a norma di Statuto saranno ammessi gli associati che alla data del 23/11/06 risulteranno regolarmente iscritti e verseranno la quota associativa entro il 3/12.
Programma dei lavori
9,30 Relazione del Presidente
10 Interventi dei partecipanti sulle bozze predisposte dai Gruppi di lavoro su:
Stato e Mercato
Legalità e funzionamento del sistema pubblico Uguaglianza di opportunità: il nuovo welfare
Quale politica, quale partito per innovare la democrazia
12 Repliche dei Coordinatori dei Gruppi di lavoro
13 Discussione e approvazione di criteri e regole per l’elezione degli organismi dirigenti
14 Pausa pranzo
15 Presentazione dei candidati agli organismi dirigenti
16,30 Elezione del Comitato dei Garanti
Elezione del Presidente
Elezione del Consiglio Direttivo
17,30 Conclusione dei lavori
Modalità di preparazione e svolgimento
I coordinatori dei gruppi di lavoro faranno pervenire al Segretario APD Campania, entro il 29 novembre, le bozze dei documenti o tracce per la discussione elaborati dai gruppi di lavoro.
Il Segretario farà pervenire a tutti gli associati i testi dei documenti entro il 30 Novembre.
Gli interventi nel dibattito dovranno essere contenuti nei 5 minuti, per le repliche è concesso un tempo massimo di 15 minuti. Si sollecitano contributi scritti sui temi in discussione.
I Coordinatori cureranno la raccolta dei contributi scritti e verbali e la redazione dei documenti finali che saranno successivamente validati dal Consiglio Direttivo.
Struttura del Consiglio Direttivo
Sulla base dell’esperienza svolta, il CD deve essere “snello ed efficace”, ovvero: contenuto nel numero; rappresentativo di competenze tematiche e territoriali; partecipato da giovani e donne.
L’obiettivo del radicamento territoriale, laddove perseguibile in modo coerente agli obiettivi fondativi dell’APD Campania, sarà perseguito attraverso la costituzione di APD territoriali (Comuni, Municipalità o gruppi di Comuni confinanti) e APD Provinciali.
Le APD Provinciali saranno costituite d’intesa con il Consiglio Direttivo regionale, con apposita Assemblea promossa dalle APD territoriali afferenti alla Provincia di appartenenza.
Il Consiglio Direttivo si riserva di costituire altresì “Gruppi di approfondimento” su singoli progetti di interesse degli associati.
Il Consiglio Direttivo dell’APD Campania sarà dunque composto: dai Coordinatori territoriali, dai Coordinatori tematici; dai giovani (fino a 35 anni) e dalle donne che manifesteranno la volontà di assumere maggiori responsabilità di direzione nell’Associazione.
La partecipazione al Consiglio Direttivo è legata alla funzione di coordinamento affidata. Nelle more della elezione democratica dei Coordinatori territoriali e tematici, l’Assemblea potrà nominare coordinatori provvisori a cui affidare il compito di sviluppare le iniziative in territori su temi di particolare interesse per l’Associazione. Man mano che si procederà all’elezione democratica dei coordinatori, essi saranno automaticamente integrati nel Consiglio Direttivo, o, laddove siano stati nominati provvisoriamente, in sostituzione dei coordinatori provvisori.
I giovani e le donne, invece, partecipano al Consiglio Direttivo in ragione delle loro volontà e capacità di apporto al lavoro di direzione dell’Associazione.
Gli incarichi direttivi nell’associazione sono incompatibili con incarichi di pari livello assunti dai candidati negli attuali partiti politici o nelle istituzioni.
Criteri e modalità per l’elezione degli organismi dirigenti.
I componenti dei nuovi organismi dirigenti saranno proposti dal Comitato dei Garanti uscente sulla base dei seguenti elementi:
a) Valutazione del lavoro svolto e del grado di partecipazione dei candidati;
b) Competenza e rappresentatività territoriale
c) Autocandidature
Le autocandidature saranno raccolte fino alle ore 13 del 3 dicembre, sulla base di una formale manifestazione di volontà e disponibilità sottoscritta dagli interessati.
Sulla base delle candidature proposte dal Comitato dei Garanti, l’Assemblea procederà con voto palese alla elezione dei tre organi di sua competenza:
Comitato di Garanti;
Presidente;
Consiglio Direttivo;
Il ricorso al voto segreto sarà consentito solo se richiesto a
maggioranza dall’Assemblea.
Avellino 25.11.2006
Prof. Ing. Antonio Petruzzo
PRESIDENTE APD IRPINIA E COMPONENTE APD CAMPANIA
LIBERALIZZIAMO LA POLITICA
Caro Prodi, caro Fassino, caro Rutelli,
siamo un gruppo di 30-40enni dal background molto variegato, dall’università al mondo delle imprese private, dalla pubblica amministrazione alla politica come professione. Molti di noi si riconoscono nei DS, altri nella Margherita, altri ancora nell’Ulivo. Come voi siamo convinti che il PD può essere lo strumento decisivo per liberare energie e restituire futuro al paese. Per noi, quindi, non è in discussione se fare il PD, ma come farlo.
Vi scriviamo perchè siamo molto preoccupati per l’andamento dei lavori di costruzione del PD. L’iniziativa che abbiamo finora messo in campo non ci sembra all’altezza delle sfide di fronte all’Italia, un paese in gravi difficoltà . Ci pare che prevalgano verticismi. Tutto il dibattito ruota intorno alla necessità fondamentale- di non perdere per strada pezzi importanti di quello che c’è. Vi è meno attenzione a gettare ponti con la società, con le formidabili risorse intellettuali e morali pronte a partecipare alla fondazione di un partito nuovo, catalizzatore di innovazione nel sistema politico italiano. Si parla molto di unità , ma troppo poco di innovazione culturale e politica.
Vi diciamo con franchezza che non abbiamo compreso la scelta di far calare dall’alto il comitato di redazione per il Manifesto per il PD, la redazione della Rivista per il PD e il coordinamento delle scuole di formazione politica del PD. Le personalità coinvolte sono ottime, non è questo il punto. Ma quali criteri di selezione sono stati applicati? Si è data l’impressione di una politica autoreferenziale. Non comprendiamo perchè non si possono definire da subito canali di partecipazione dal basso. Ancora, perchè non attivare le straordinarie potenzialità offerte dalle tecnologie della comunicazione e dell’informazione per mobilitare le enormi disponibilità di partecipazione, soprattutto delle generazioni più giovani? Vi segnaliamo che non riusciamo ad appassionarci – eppure abbiamo grande passione politica e civile- al chiacchiericcio assordante su transizioni federative, tempistiche congressuali, mozioni di segmenti di maggioranze.
Dovremmo parlare di cose da fare: il rinvigorimento della democrazia nel secolo dell’interdipendenza; lo sviluppo sostenibile; la lotta alla povertà nei paesi in via di sviluppo; il rilancio dell’integrazione politica dell’Europa; l’estensione dei diritti civili; la reinvenzione della civiltà dei lavori nel mondo globale; le sfide della transizione demografica in corso; il rilievo politico del cittadino-consumatore; la costruzione di una nuova etica pubblica; l’affermazione della laicità dello Stato in relazione alla dimensione pubblica del sentimento religioso; il completamento delle riforme istituzionali e il cambiamento della legge elettorale in senso maggioritario, con l’obiettivo di consolidare il bipolarismo; la rinascita del Mezzogiorno e la lotta alla criminalità organizzata, le riforme strutturali. Ma soprattutto, andrebbe perseguito l’impegno a liberalizzare la politica, ad introdurre principi di merito e responsabilità per la selezione delle classi dirigenti.
In sintesi, vi segnaliamo il rischio di naufragio sostanziale, dietro il (probabile) successo formale del progetto avviato. Di fronte a tale rischio, non vogliamo stare a guardare. Ci interessa il futuro dei nostri figli e del nostro paese. E’ troppo importante la posta in gioco. L’Italia è ad un bivio: ha la potenzialità per farcela. Ma serve, innanzitutto, il rinnovamento e la riqualificazione della politica per battere i mille corporativismi abbarbicati alle loro piccole e grandi rendite di posizione. Il difficile iter di approvazione del disegno di Legge Finanziaria lo ha dimostrato ancora una volta: una politica senza autonomia culturale, senza un progetto forte e radicamento diffuso nella società soccombe alla pressione degli interessi particolari.
Per contribuire a scongiurare i rischi di naufragio, vi sottoponiamo una proposta concreta: apriamo le unità di base dei DS e della Margherita e coinvolgiamo coloro che credono nell’Ulivo, per la scrittura dal basso del Manifesto per il PD. Fate diventare le unità di base i luoghi di incontro delle mille esperienze costituitesi in questi anni sul territorio. Costruiamo insieme anche sezioni virtuali nelle quali raccogliere le idee e le passioni di quanti non possono, per tante ragioni, assicurare una presenza reale continuativa.
Capiamo bene le difficoltà: i partiti sono soggetti democratici e non si possono bypassare le scelte congressuali. E’ giusto. Ma proprio per questo, si avvii la fase di mobilitazione per la scrittura del Manifesto per il PD subito dopo la conclusione, speriamo positiva, dei congressi dei DS e della Margherita.
Noi comunque ci daremo da fare per costruire, insieme, sedi stabili, reali e virtuali, di discussione ed elaborazione politica e programmatica.
Vi salutiamo confidando nel vostro aiuto, sicuri che, come noi, anche voi volete realizzare un partito che faccia storia, che sia capace di portare il paese fuori dalla secche in cui si trova. Siamo sicuri che lavorando insieme il PD ce la farà e, soprattutto, che l’Italia ce la farà.
Stefano Fassina, Direttore Scientifico Nens
L’elenco completo dei sottoscrittori ed uno spazio per commenti si trova in:
Scrivete a info@innovatorieuropei.com per la adesione del gruppo intero.
INQUINAMENTO E COSTI MOBILITA’
Ciao ragazzi, ho scritto questo nel blog di Antonio Di PIetro pensando hai costi legati all’uso dell’auto privata e scaricati sui grandi numeri dei costi della circolazione, difficilmente imputabili e quantificabili.
Caro Antonio, ti pongo un elementare quesito:
inquina, consuma le strade, provoca/è oggetto di incidenti e così via di più una macchina euro 0 che in un anno fa 10 mila chilometri oppure una macchina euro 4 che nello stesso anno ne fa 100 mila?
credo che bisogna comprendere che l’italia non può avere un parco auto in circolazione e circolanti nello stesso numero della popolazione maggiorenne, ma allo stesso tempo chi fa 100, oppure 10 volte i chilometri di uno che ne fa meno di 10 mila in un anno deve pagare un pò di più (non dico in
proporzione);
perchè non conta chi ha la macchina se se la tiene nel proprio box, ma chi e quanto ci sta girando nelle strade pubbliche, sottraendo spazi di libertà e circolazione agli altri.
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Spero di si ma mi va bene anche una tua cortese smentita, sarebbe una buona notizia.
Un caro saluto,
Luca Lauro
D’ALEMA: ECCO IL MIO P.D.
Credo che sia una grande idea, perché semplifica la politica italiana che ha bisogno di grandi partiti che unifichino e non di tanti partiti che litigano. Ma anche perché il partito democratico corrisponde ad una visione più moderna della sinistra che unifica diverse anime, diverse correnti riformiste, diverse culture in uno stesso progetto politico”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio Massimo D’Alema in un’intervista al Tg La7. “Tra quelli che sono favorevoli al nuovo partito c’è naturalmente un dibattito su come costruirlo. Sostenere che il partito si chiami partito dell’Ulivo – osserva D’Alema – non è una tesi assurda.
Il partito democratico non può ridursi ad una sommatoria di Ds e Margherita. Per questo credo che i congressi dei partiti debbano aprire una fase costituente, non riducendosi semplicemente ad una decisione burocratica di fusione”. Parlando poi della democrazia interna alle forze politiche il vicepremier si dichiara d’accordo con Sergio Cofferati sull’idea che non si possano traghettare le vecchie oligarchie nel nuovo partito. Ma aggiunge D’Alema questo non lo decidiamo né io né lui: “i gruppi dirigenti dei partiti sono eletti dagli iscritti. È una buona regola democratica. Certo auspico che gli questi scelgano anche dirigenti nuovi. Dipenderà solo da loro. Invece le personalità che vengono candidate alle cariche pubbliche vanno scelti con le primarie. E io sono favorevole alla formula delle primarie aperte”.
DONNE, FEMMINISMO E..
di Giuseppina Bonaviri
Ci vien da chiedere se il femminismo è cosa di altri tempi.
Su questo argomento c’è molta disinformazione e, forse, confusione, approssimazione, fraintendimento storico.
Già alla fine dell’800 le donne operaie iniziano la lotta per l’affermazione dei loro diritti e nascono le prime organizzazioni femminili che rivendicano l’istruzione obbligatoria e la legislazione sociale senza discriminazione di sesso.
Anna Maria Mozzoni, Anna Kuliscioff, Adelaide Coari, Sibilla Aleramo, Luisa Anzoletti fanno la storia del femminismo attraverso le due guerre mondiali per arrivare agli anni ’50, ’60 e ’70.
Per le donne, in quel momento, era compliato il percorso sociale, fuori dalla famiglia. Non c’erano i collettivi e i combiamenti erano solo individuali: l’alterità della donna rispetto al maschio!
Si arriva, col passare negli anni, al pensiero della differenza di genere e alla nascita dei gruppi autogestiti che rivendicheranno, nella teoria dell’eguaglianza, il tentativo ideologico di “asservire la donna al maschio a piu alti livelli”.
Si elabora la differenza tra “emancipazione e liberazione”: si puo’ essere paritarie di diritti sociali ma anche consapevoli della propria differenza.
Essere consapevoli della propria differenza per essere portatrici di valori al femminile.
Siano arrivati oggi, in Italia, ad un sistema che dimentico di tante passione, lotte e conquiste ha perso smalto e dinamismo critico divenuto crosta corporativa burocratizzata. Appare chiaro l’appiattimento ideologico e programmatico, le falsità di auspicate trasformazioni, la confusione
dialogica.
Non rimane, allora, che rilanciare alla dimensione umana il mandato sociale ed etico di una programmazione politica innovativa, tutta in divenire!