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Al Parlamento con le primarie
Per il Partito Democratico non ci saranno vacanze di fine anno.
Una decisione importante e del tutto nuova, quasi una catarsi della politica.
Il segretario Pierluigi Bersani ha detto: ” Sappiamo di chiedere uno sforzo eccezionale ai nostri militanti ed ai nostri elettori, ai limiti dell’impossibile, ma vogliamo cambiare davvero la politica”.
Ed il vicesegretario Enrico Letta ha aggiunto: ” Lunedì (17 dicembre, ndr) in Direzione decideremo i particolari, ma abbiamo deciso che faremo primarie aperte e vere per scegliere i parlamentari in tutti i territori” d’Italia.
Ora si sta cercando di mettere alacremente a punto un regolamento preciso e concordato.
Poi la Direzione nazionale deciderà sulle norme in discussione.
Quel che occorre sottolineare è che il Partito Democratico ha scelto la strada dell’innovazione e della democrazia partecipata per ridurre il distacco fra gli eletti e gli elettori, fra la politica ed il popolo.
* Innovatori Europei e responsabile della comunicazione del Pd del XX Municipio
Un impegno per la legalità democratica – La Fenice e Libera a Frosinone
di Giuseppina Bonaviri – Innovatori Europei
“Una classe dirigente compromessa non può eliminare le mafie” Questo il filo conduttore dell’iniziativa “Per una Regione libera dalle mafie e dalla corruzione”, svolta il 14 dicembre presso l’hotel Memmina in via Maria a Frosinone a partire dalle ore 17,00.
Hanno promosso e organizzato questo incontro le associazioni la Fenice e Libera, si proprio quella fondata da don Ciotti e ormai operante in tutta Italia e la Fenice è il frutto della costante ed instancabile attività della dottoressa Giuseppina Bonaviri. La 1° conferenza tematica sulla Legalità lancia un allarme contro “un pensiero unico dominato dalla classe dirigente compromessa, …contro l’alienazione sulla cultura, sul sociale, sulla questione morale”. Pone anche la necessità di costruire una prospettiva: “La credibilità di un Paese, nel momento di assumere ruoli e responsabilità, dimostra che c’è bisogno innanzitutto di buona politica che paradossalmente non può venire dalla politica odierna. Può arrivare, invece, da quelle energie migliori della società civile che tanti comportamenti virtuosi ha prodotto in questi anni sul terreno della legalità, della trasparenza e dei diritti. Occorro un’assunzione ora di responsabilità da parte di questo popolo civico che può cambiare e rivoluzionare il mondo asfittico che la mala politica ha inflitto agli italiani in questo ultimo ventennio”. In queste righe si motiva anche il nome de “La Fenice” il mitico animale che rinasce dalle proprie ceneri.
Alcuni dati che sono stati comunicati nel corso dell’iniziativa danno ragione alle preoccupazioni che rendono necessaria la mobilititazioni in torno ai temi delle “Legalità democratica” come l’ha definita la Direttrice di Libera Gabriella Stramaccioni, infatti il “Lazio con i suoi 378 comuni, dalle analisi e da studi internazionali di settore, traspare come il paradigma negativo di quello che può succedere in una regione amministrata male (Cassino e Frosinone- secondo le stime dell’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della nostra Regione- si trovano ai primi posti tra i comuni dell’intera Regione). La corruzione in Italia vale circa 60 miliardi di euro l’anno ma la lotta è impari e nel 2011 sono state inflitte condanne in primo grado solo per 75 milioni di euro (danno patrimoniale pari a 73.619.459,63 più 1.634.682,07 euro per danno all’immagine) mentre in sede d’appello sono state definitivamente confermate condanne per l’importo di 15,05 milioni dì euro (danno patrimoniale pari a 13.189.771,21 più 1.862.032,37 euro per danno all’immagine) relative a giudizi trattati negli anni precedenti”. Hanno dato vita all’incontro anche Fernando Secchi, responsabile di “Libera” per il Lazio; Loredana Maramao, avvocato; Giacomo Rindonone, psicologo del lavoro ed esperto di credito; Norma Ferrara giornalista di “Libera Informazione”.
Nel video che segue, dalle parole di due protagoniste della serata, si colgono bene le ispirazioni e le intenzioni di chi vuole spingere avanti questa iniziativa, in particolare, rileggendo Ciociaria Oggi del 14 novembre scorso, si può cogliere la scelta d’impegno specifico che Giuseppina Bonaviri vorrebbe svolgere se venisse eletta nel Consiglio Regionale del Lazio per il quale si candida sorretta dai comitati civici della “Rete indipendente” composta da diversi movimenti come “Nuove idee per i territori”, “Comitati cittadini spontanei”, “La Fenice per l’Italia” (già presenti in circa la metà dei’ Comuni ciociari e nelle altre Province del Lazio), “Innovatori Europei”, “Gli Intellettuali del Lazio”. Così la Bonaviri definisce il suo intendimento: “Siamo convinti che tutte le forze sane, come le nostre, debbano attivarsi per invertire il processo degenerante in atto, affinché si possa ripristinare quella necessaria condizione che fa della cultura della legalità e del senso civico l’unico vero, imprescindibile, democratico strumento di lotta contro il malaffare. Siamo convinti che attraverso il confronto libero ed aperto possano nascere idee e soluzioni da proporre alla politica nella speranza che anch’essa possa risorgere, come l’araba fenice, dalle ceneri della seconda repubblica.
Si può dire che abbiamo assistito alla prima manifestazione della campagna elettorale per le prossime elezioni Regionali anche se tale non è apparsa. E’ stata un ragionata presentazione di un gravissimo problema: la corruzione dilagante in una illegalità diffusa.
Occorre buon senso nella compilazione delle liste dei candidati PD: Rinunciare alle primarie
di Salvatore Viglia su L’Unità
Avremmo preferito , a delle primarie organizzate in zona Cesarini, che Bersani scegliesse con carta e penna alla mano e magari davanti ad una telecamera i nominativi dei candidati alle prossime politiche. Le motivazioni sono intuibili.
In primo luogo avrebbe messo in pratica la quinta essenza dell’esercizio della trasparenza come ce la immaginiamo, poi avrebbe scongiurato esclusioni plateali attribuibili alle contingenze ed alle fatalità di voto nel pieno delle vacanze festaiole natalizie, se ne sarebbe assunto la responsabilità in qualità di segretario rispondendone in futuro in prima persona. La smania di cambiare il paese, perché poi in fondo di questo si tratta, ha assunto quasi incomprensibilmente, i caratteri del parossismo. Bersani rischia, senza che vi fosse motivo, di porre l’intero PD ad incognite ed a critiche acerrime non calcolati se qualcosa andasse storto.
La situazione politica attuale consiglia prudenza e buon senso. Sarebbe cosa buona e giusta abbandonare l’idea delle primarie ad ogni costo pur di indirle in tempi ristrettissimi e sembrare così innovatore. Che Bersani compia un gesto veramente chiaro e plateale al tempo stesso, innovatore nella forma e nella sostanza nel vero significato del termine, e rediga le liste davanti ai giornalisti giustificando per ciascun nominativo il criterio meritocratico di cooptazione.
Per questa operazione basterebbe un’oretta ed il tempo c’è. Il risultato sarebbe assai più efficace delle primarie raffazzonate e permetterebbe una puntuale rassegna di scelta tra il mondo del civismo di cui Bersani sembra essersi fatto paladino.
Bersani capolista in Campania?
di Osvaldo Cammarota su L’Unità
Lega Democratica e Napoli per Bersani premier hanno avanzato la richiesta a Bersani di guidare la lista per il PD in Campania. La condividiamo, ma bisogna assumere responsabilità.
Cosa e come fare per incoraggiare il nostro candidato premier ad accettare?
Innanzitutto si dovranno svolgere le primarie in modo esemplare. E’ indispensabile far dimenticare del tutto le pessime prove antecedenti l’ultima.
A tal proposito suggerirei di non sottovalutare taluni episodi di “prove di forza” che pure si sono registrate in Campania fra “truppe cammellate” (quel che ne resta) che -andando in soccorso al vincitore, o volendosi contare intorno agli sfidanti- hanno fatto rivivere qualche sgradevole episodio in qualche territorio. E’ pur vero che si può contare sulla qualità di grande parte dei volontari che hanno già garantito lo svolgimento delle ultime consultazioni, ma a nessuno sfugge che molto dipenderà dai comportamenti dei “leader” locali.
E’ auspicabile che le regole, in discussione lunedì nella Direzione del PD, contribuiscano ad esaltare le virtù di questi ultimi e a mitigare i possibili rischi degenerativi che pur si intravedono in Campania.
A tal proposito sarebbe saggio non mettere in gara i Parlamentari uscenti, sia per non creare svantaggi competitivi, sia perchè sarebbe giusto riservare al Partito -e Bersani stesso- la facoltà di ricandidare le risorse che hanno meglio lavorato nei gruppi parlamentari.
E’ forse utile evitare anche candidature di eletti nelle istituzioni locali -in particolare Regione e Province-, per i motivi già detti, ma anche per non indebolire i gruppi consiliari nella delicata condizione che attraversa le istituzioni regionali, ancor più dopo le elezioni politiche.
E’ auspicabile, infine, che le liste dei candidati alle primarie siano a credibile supporto degli impegni fondamentali assunti da Bersani con il paese intero: “… sviluppare i contenuti e i caratteri di governo del Centrosinistra” e … “aprire opportunità alle nuove generazioni”.
In questo scenario, il gruppo Campania di Innovatori Europei CON Bersani, potrebbe apportare un notevole contributo.
Napoli, 15 dicembre 2012
I territori siano il fulcro del cambiamento
Continuano gli incontri presso i diversi comuni della provincia di Frosinone che i comitati cittadini della Rete Indipendente “ La Fenice per l’Italia” con Bonaviri stanno organizzando per definire un percorso programmatico interpretando la necessità di un cambiamento nelle politiche di coesione anche in Ciociaria.
Appare urgente lavorare ad un “patto” offerto direttamente ai cittadini sui servizi di comunità che mostrano al momento grandi disparità tra le regioni e tra i territori creando al contrario standard equi per la qualità delle prestazioni del sistema pubblico istituzionale.
Le periferie debbono essere il fulcro focale del cambiamento. I comuni continuano a rimanere il luogo dove si sperimentano innovazioni nel rapporto con i cittadini e le imprese che rimane, nonostante tutto, il presidio fondamentale contro la crisi.
Il patto tra programmi di governo prossimi e territorio locale, prima delle elezioni, segnerà le scelte civiche che possono fortificare intere coalizioni. Progettualità e creatività, dunque, nella proposta di metodo e nuove regole selettive per la Fenice. Premiare le città virtuose su procedimenti trasparenti rispondenti agli standard richiesti per le azioni dell’Unione europea ha un valore inequivocabile.
La crescita non potrà essere diffusa sul territorio del paese in modo uniforme ma sarà fatta da progetti vincenti e di buoni esempi. I nostri territori soffrono delle arretratezze tecnologiche causate da una classe politica che ha svenduto le periferie a favore delle città metropolitane ma che hanno bisogno di tornare ad essere un vero cantiere d’innovazione promuovendo sburocratizzazione, semplificando le procedure, favorendo l’era digitale e quella delle energie, della mobilità urbana sostenibile con la valorizzazione dei beni culturali.
Serve una sana politica con una regia ampia che tuteli l’interesse pubblico. Affidabilità, competenza, serietà sono l’unico modo per combattere l’attuale decadimento dei territori. Accettiamo la scommessa della Bonaviri sull’inclusione ed il rinnovamento e crediamo che la vitalità di un elettorato stanco e deluso per ritornare a sognare non possa fare a meno di personalità civiche forti e inclusive, piene di carisma.
La politica non può dimenticare che proprio dai territori ricchi di esperienza civica nasce il successo di una riscossa.
Comitati spontanei Rete Indipendente La Fenice per l’Italia con Bonaviri
Italiani all’estero risorsa politica da cooptare in Italia
di Salvatore Viglia su L’Unità e Politicamente Corretto
Dare rilievo alla foltissima presenza italiana all’estero, significa pianificare un programma politico, sociale ed economico di grande significato e portata. Le nostre comunità all’estero aspettano quella legittimazione che la legge 459 del 2001 detta legge Tremaglia non ha potuto o voluto dare.
L’impegno è portare nel paese questa linfa nuova composta da gente non contaminata dalle storture degli ultimi decenni. Impegnarsi affinché la legge venga modificata concedendo il voto per corrispondenza in Italia senza essere obbligati a recarsi in patria, è una priorità etica e morale oltre che una puntuale correzione costituzionale.
Si pensi alla circoscrizione estero, una invenzione bizzarra, un recinto nel quale sono stati stipati uomini e donne come se fossero ovini. Questa folta rappresentanza italiana all’estero significa rapporti e relazioni con culture diverse dalla nostra, significa interscambio culturale e commerciale a tutto tondo senza voler contare le rimesse che nel dopo guerra hanno aiutato il paese a risollevarsi dalla miseria.
Alla luce, però, della scarsa considerazione che questo mondo italiano vivo, vegeto e pulsante fuori dai confini patri, occorre una accelerazione che riporti questa umanità ad incidere, come da costituzione, direttamente in patria con il voto diretto.
Gli scenari politici che si potrebbero aprire all’interno degli equilibri nazionali, sono in verità imprevedibili. Data l’enorme massa di votanti, quel partito che farà sua la legge “liberatoria” di un voto paritario con quello che esercitano gli italiani residenti in Italia, lo farà fortissimo.
Sentiamo la necessità oramai improcrastinabile di scongiurare volontà avverse che vorrebbero l’eliminazione tout court del voto all’estero.
E’ un atto di civiltà e di riconoscenza invece, oltre che di lungimiranza politica ed economica, fare in modo che questa immensa risorsa appassionata e fiera del proprio paese ritrovi la dislocazione che merita in patria.
Roma, 18 Dicembre: Crisi Italia, non è solo un problema di soldi
Roma, venerdì 13 Dicembre: ItaliaViva, l’Italia da raccontare
Economia sociale di mercato? A Bagnoli si potrebbe
di Osvaldo Cammarota* per Repubblica Napoli – pubblicato il 12/12/2012
Nella contraddizione tra fabbisogno abitativo -stimato a Napoli in almeno 100.000 unità-, aree da riqualificare e crisi del settore edilizio, vanno ricercate soluzioni innovative in grado di far ripartire l’economia, non solo del settore.
La formula è l’economia sociale di mercato, indicata di recente anche da Mario Monti. Si è ormai compreso che i grandi investitori preferiscono speculare sui debiti degli Stati piuttosto che affrontare il rischio di intraprendere. Ma che ne sarà delle imprese, dei lavoratori e delle persone che hanno bisogno di beni e servizi? Come valorizzare queste energie sociali?
Nel corso del 2012, abbiamo assistito all’aggravarsi di una crisi che, nel settore immobiliare e delle costruzioni, sta producendo situazioni drammatiche. La stretta creditizia fa registrare un forte calo delle compravendite. Assistiamo, quotidianamente, alla chiusura o al fallimento di imprese di costruzioni soffocate dalla mancanza di appalti e dalla crisi della finanza pubblica. Sono segni evidenti che le strade tradizionali non sono percorribili. E’ una crisi di sistema, di non breve durata.
Ma come si declina, nel concreto, la formula del’economia sociale di mercato?
Il 14 dicembre il movimento cooperativo presenterà una proposta che, seppur riferita alla complessa opportunità offerta con la vendita dei suoli ex Italsider di Bagnoli, costituisce una traccia di lavoro di più ampio significato e valenza. L’obiettivo è di corrispondere alla domanda di beni e servizi con un’offerta, sostenibile per la produzione e compatibile con i vincoli e le condizioni date.
Il progetto radica profondamente nei principi e nella cultura imprenditoriale cooperativa, ma fa i conti con il mercato, cioè con i costi, del suolo e della produzione, e le effettive capacità finanziarie di chi esprime il fabbisogno abitativo. Ci sembra un modo per dare senso e concretezza alla formula dell’economia sociale di mercato.
I quesiti su cui sono stati invitati a confrontarsi istituzioni, parti sociali e cittadini, riguardano l’effettiva possibilità di praticare questa formula nel contesto locale. Le imprese sono in grado di produrre a prezzo di costo e di contenere in un giusto equilibrio il profitto monetario? I cittadini avranno la forza e il coraggio di investire per soddisfare i propri bisogni primari? Le Banche sosterranno questo sforzo? Le istituzioni di governo daranno le necessarie garanzie sull’affidabilità di tempi e procedure?
L’ottimismo della volontà porta a credere che siano possibili risposte positive. Ben si conoscono i motivi di un comprensibile pessimismo della ragione, ma quali potrebbero essere le alternative? Se ci sono abbiamo fiducia che si esprimano nel confronto.
Continuiamo ostinatamente a ritenere che l’impresa sociale e di mercato sia possibile. L’ingrediente critico di successo è il bene immateriale della fiducia. Per questo, a moderare il confronto, è stato chiamato il Presidente della Banca Risorse Immateriali (Francesco Saverio Coppola).
Ci auguriamo che il dibattito registri alti livelli di consapevolezza e responsabilità.
* Coordinatore della Banca Risorse Immateriali e Innovatori Europei Campania
Una carovana di macchine per gli Stati Uniti d’Europa
Immaginiamo una Carovana di almeno 27 macchine (ognuna con la bandiera di uno dei Paesi dell’Unione Europea e tutte con la bandiera dell’Europa), che partendo da Roma (dove è nata la Comunità Economica Europea) attraversa alcuni Paesi prima di approdare, dopo una settimana, a Strasburgo per chiedere di fronte al Parlamento Europeo la nascita degli Stati Uniti d’Europa, l’elezione diretta di un Presidente Europeo e l’affermazione di un’Europa più solidale e a dimensione d’uomo. L’impatto mediatico sarebbe sicuramente notevole.
Questa marcia per l’Europa potrebbe dare una spinta decisiva dal basso per costringere i governanti europei a procedere velocemente verso l’unificazione politica, un traguardo non più procrastinabile. In un mondo fatto da colossi come gli Stati Uniti, la Cina, l’India, la Russia, dovrebbe essere evidente a tutti che singoli Paesi dell’Europa, se non vogliono soccombere definitivamente, dovranno per forza avviarsi verso un’Unione politica.
Un piccolo esperimento del genere già è stato fatto nel 1996 da un gruppo di europeisti aderenti al ‘Progetto Europeo Carlomagno’, dal nome del grande Imperatore che nell’ottavo secolo ha dedicato tutta la sua vita alla riunificazione dei popoli d’Europa. In quella circostanza si è cercato, nell’arco di quattro anni, di incontrare le popolazioni residenti ai confini estremi del Continente europeo (anche se non appartenenti all’Unione Europea): Portopalo di Capo Passero in Sicilia (estremo confine meridionale); Capo Nord in Norvegia (estremo confine settentrionale): Cabo da Roca in Portogallo (estremità occidentale); Perm, ultima città della Russia europea (estremità orientale).
In tutte queste tappe sono state raccolte all’interno di un cilindro delle testimonianze (fiori, disegni, terra) dei vari posti visitati e simbolicamente unite in un unico contenitore chiamato Europa. Ma la cosa più interessante è stata la grande adesione che la piccola delegazione ha potuto registrare ovunque si fosse spostata e ovunque avesse espresso la necessità di arrivare alla Costituzione degli Stati Uniti d’Europa.
E’ possibile ripetere oggi questa esperienza in grande? SI, e probabilmente troverebbe anche un ascolto maggiore a livello politico. Ormai sono diversi i politici che si mostrano sensibili a quest’argomento e disposti a impegnarsi. Che fare? In fondo è sufficiente che un gruppo di persone, un’associazione o un movimento si faccia carico di organizzare quest’iniziativa. In sostanza, al piacere di un viaggio culturale si abbinerebbe un grande ideale: la nascita di un’Europa veramente unita.
www.euronews.org è disponibile a raccogliere eventuali adesioni o interessamenti. Saranno poi i partecipanti a questa missione europea a prendere tutte le decisioni organizzative.