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Gli Stati Generali del Mezzogiorno (nel mediterraneo) di Italia Camp

di Massimo Preziuso (su L’Unità)
Gli amici di Italia Camp mi han appena invitato a un evento dal titolo: “Stati Generali del Mezzogiorno d’Europa” a cui prenderanno parte (almeno son stati invitati tutti) i Governatori del Sud, nella cornice della Catanzaro del Sottosegretario Catricalà.
Secondo la logica del Bar Camp, l’iniziativa sarà principalmente finalizzata alla presentazione di idee di impresa provenienti dal Mezzogiorno, che verranno poste all’attenzione delle grandi imprese e istituzioni.
Ma io mi auguro che in quell’occasione si parlerà anche di Mezzogiorno nel Mediterraneo, come ho chiesto nel mio piccolo anche io 10 giorni fa qui sull’Unità (in “Rinnovamenti meridionali nel Mediterraneo“).
Sono comunque fiero di questa iniziativa per di più organizzata dall’Università in cui ho studiato per il dottorato, e a cui sane critiche continuo a rivolgere per altri motivi.
E allora sinceri complimenti ad Italia Camp, al Direttore Celli e al Sottosegretario Antonio Catricalà, per questo potenziale goal di iniziativa (politica), a cui spero di riuscire a partecipare.

Considerazioni sulla lettera del direttore Celli

pierluigicelli
Dopo aver “digerito” la lettera del Direttore della Luiss, Celli (che esorta -provocatoriamente – il figlio (ovvero i tanti giovani laureati italiani) a lasciare il nostro Paese, alla ricerca della normalità), ecco alcune mie considerazioni a riguardo.
 
– Vi è poco da dubitarne, e lo dico per esperienze che conosco, oggi un giovane italiano di medio talento (e lo sono in tanti), quando va all’estero (in Uk, Germania, Usa..) cresce e fa bene, e questo per almeno due ragioni:
 
1) il nostro Paese ha un sistema universitario che, mediamente, prepara i giovani con una seria impostazione “teorica”, che alla fine paga molto di piu’ della sommatoria di “Business cases” di cui oggi si articolano tanti corsi universitari d’oltralpe (e questa “teoria” diverrà un di piu’, soprattutto ora che è finita l’era della “rapidità delle decisioni” e si va verso quella della “sostenibilità delle azioni”)
 
2) in Italia i giovani continuano a crescere in un “contesto” che è sicuramente piu’ “sociale” che in molti altri Paesi, e questo si riflette in una innata capacità di “stare con gli altri” (che sarà un altro asset fondamentale per i prossimi anni) anche quando ci si trova all’Estero
 
(sebbene questi due “importanti vantaggi comparati”, in questi anni, abbiano subito un serio declino, che fortunatamente la crisi in atto dovrebbe automaticamente fermare).
 
– Vero anche il fatto che è arrivato seriamente il momento (si veda l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona) di pensare all’Italia come una Regione di Europa, e che quindi per molti giovani debba essere oggi naturale pensare di andare a vivere o studiare (anche solo per un anno o due) in Inghilterra o in Francia, anche perche’, rispetto a soli 10 anni fa, oggi è molto piu’ facile (soprattutto grazie ad Internet, va detto) farlo.
 
– Vero anche che bisogna lavorare per provare a riportare in Italia i tanti giovani che sono riusciti a fare cose buone all’estero.
 
– E’, pero’, altrettanto fondamentale riflettere, per  il bene della maggioranza di giovani che restano (a soffrire) in Italia, sul fatto che in questo Paese, nella maggioranza dei casi, nella selezione di un candidato (e, poi, nella selezione di un progetto, etc. etc.), il “merito” e il “talento” vengano (da sempre?) spazzati via da “appartenenza” e “discrezionalità”.
 
E’ arrivato forse il momento di concentrarsi sul “collo di bottiglia”, il momento della selezione del lavoratore, definendone una nuova modalità, che assicuri trasparenza al momento decisionale?
O vogliamo continuare a sperare che le classi dirigenti si auto-riformino ed aprano improvvisamente al merito e al talento, trasformando di incanto tutta la società?
 
Non è piu’ pensabile che un Paese come il nostro continui a distruggere il proprio futuro attraverso la selezione di persone incompetenti.
 
Perche’, allora, non pensare a definire insieme, pubblico e privato, un NUOVO MODELLO DI SELEZIONE DEL LAVORATORE?
 
Che ne pensate?
 
Massimo Preziuso
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