Significativamente Oltre

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Apple a Bagnoli. Opportunità da cogliere e rischi da evitare

di Gianmaria Frenna

La scelta dell’ex base Nato come centro formativo della Apple ci restituisce ottimismo e fiducia.
In pochi e, in tempi non sospetti e molto incerti, ci si credeva che quell’area potesse ospitare un centro di alta formazione professionale nei settori dell’altissima tecnologia.
Mario Raffa, Pasquale Popolizio e Massimo Preziuso certamente tra i precursori.

Può darsi sia prematuro entrare nel merito ed anticipare i possibili rischi, che pur pavento, di un’assenza di connettività e d’interazione tra il nuovo centro formativo Apple e quello che a Napoli già c’è e funziona.

Come è il caso dello spazio co-working al centro direzionale Corrado Sorge; il centro CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est Chiara Burriello e il Polo scientifico di San Giovanni a Teduccio (Giorgio Ventre) e non dimentichiamoci dell’ incubatore d’impresa, bistrattato a più riprese ingiustamente, della Città della Scienza  (Vincenzo Lipardi Mariangela Contursi) ma penso anche al Consorzio At Coroglio e ad Antonio Chello.

Per evitarli occorre una seria opera di razionalizzazione che parta dal primo censimento delle start up in Campania, presupposto necessario e in grado di dare reali opportunità ai ragazzi di questa regione. Occorre altresì una cabina di regia – coordinata dall’assessore Valeria Fascione.

Ed è necessaria, infine, una scelta lungimirante ed efficace se il governo regionale del Presidente Vincenzo De Luca prevedesse aree regionali a fiscalità di vantaggio per poter ospitare imprese ad alta specializzazione manifatturiera e non solo in campo Hi-Tech. Perché le nostre Start Up si dimostrano promettenti anche in moltissimi altri campi e non solo in quello digitale.

Il tutto proiettato alla costruzione di quella “Stanford dell’Euro Mediterraneo” che gli Innovatori Europei proposero da Bagnoli alle istituzioni locali, nazionali ed europee, il giorno successivo all’incendio della Città della Scienza avvenuto a Marzo 2013.

Per Bagnoli non servono rivoluzioni ma decisioni

di Umberto Ranieri, “Il Mattino”, giovedì 6 novembre 2014

Mi auguro che Matteo Renzi si adoperi affinché il Parlamento, prima di dare la parola alla Corte Costituzionale, intervenga con una modifica legislativa su quegli aspetti della legge Severino per i quali dubbi di costituzionalità sono più che fondati. In particolare su due punti: la decadenza da cariche istituzionali dopo una sentenza di condanna di primo grado ritenuta lesiva della presunzione di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva e la retroattività della misura. Questo vale oggi per la questione posta da Luigi De Magistris, condannato in primo grado a un anno e tre mesi, come valeva ieri per la richiesta avanzata da Silvio Berlusconi di rivolgersi alla Consulta prima di decidere la decadenza da senatore. Le garanzie previste dalla Costituzione a tutela dei cittadini vanno rispettate sempre! A prescindere dalla appartenenza politica del soggetto in causa. Non tutti in questi anni si sono ispirati a un tale principio. Certamente non De Magistris! Sulla questione Bagnoli il sindaco eviti di lanciare accuse di tradimenti. Qualcuno potrebbe ricordare i mesi in cui egli si atteggiò a sostenitore intransigente di una “Coppa America” da svolgere in una Bagnoli per niente bonificata. Invece di minacciare rotture di intese e improbabili ritiri di firme da accordi già stipulati con il governo, lavori perché il Comune svolga un ruolo propositivo e attivo nel rilancio del programma di bonifica e di sviluppo del sito ex-Italsider e dell’intera area occidentale. Bagnoli non ha bisogno né di barricate né di proclami “rivoluzionari” ma di veder attuata una seria bonifica con il coinvolgimento di rigorose competenze scientifiche e ascoltando le comunità locali. La via maestra per uno sviluppo dell’area fondato su turismo, ricerca e innovazione. E’ indispensabile inoltre che il governo nazionale mantenga gli impegni assunti e giunga a decisioni concrete per avviare l’operazione risanamento di Bagnoli. Nomini il commissario previsto nel progetto approvato in Parlamento, lo faccia sulla base di una scelta oculata che valorizzi competenza, professionalità e rigore; definisca le procedure per individuare il soggetto attuatore; affronti con puntualità la questione delle risorse finanziarie ricordando che su questo punto come su quello del ruolo del Comune, nella discussione parlamentare sono state avanzate proposte serie e realistiche di cui sbaglierebbe il governo a non tenere conto. E non si preoccupi il presidente del Consiglio di fissare date per le sue visite a Napoli. Non è questo l’essenziale. Essenziale è che il governo decida. E per il meglio.

Oggi a Città della Scienza per il futuro di Napoli

di Massimo Preziuso

Stamane siamo stati a Città della Scienza, dove si sono incontrati – insieme alle istituzioni e ai rappresentanti della Fondazione – associazioni come Innovatori Europei, ricercatori e società civile.

Abbiamo fatto il primo passo per un progetto di lungo periodo che si potrebbe chiamare “Stanford in Bagnoli”.

Al fine di aprire la discussione alla cittadinanza e alla rete, abbiamo insieme proposto a Città della Scienza – che ha accettato – di dare vita ad un Osservatorio Open sullo sviluppo di Bagnoli, in modo da poter ricostruire mentre si avvia il ridisegno del futuro di quell’area (e di Napoli).

Siamo in attesa della data di convocazione di una riunione operativa da cui avviare formalmente questo entusiasmante progetto collettivo di innovazione territoriale e progettuale.

Donne e Scienza a Bagnoli

DONNE E SCIENZA A BAGNOLI

Dedicato alle donne, a tutte quelle donne di Bagnoli che oggi subiscono un ulteriore danno. Siamo universi paralleli chiediamo per questo che la Città della Scienza, ricostruita, diventi concretamente luogo di modernità culturale e scientifica declinato innovativamente al femminile.

 

Donna e scienza sembrano fondare sulle medesime basi la loro potenza generatrice di vita e di sapere. Si laureano nelle materie scientifiche più dei colleghi maschi ma faticano ad emergere. Tante le ricercatrici ma poche ai vertici. Ieri e oggi il femminile è negato nella scienza anche se noi donne, nelle facoltà scientifiche, siamo ormai numericamente superiori agli uomini. Pochissime, però, hanno accesso ai ruoli di vertice nelle Università come nei centri di ricerca.
E questa è una situazione emergente in tutto il pianeta in cui l’Italia rimane ancora più arretrata. Attraverso i secoli non si incontrano che rarissime eccezioni. Pensiamo ad Ipazia da Alessandria nel IV Secolo, matematica ed astronoma che pagò col martirio la sua libertà di pensiero. Ciò che limita o impedisce il cambiamento in direzione di una eguaglianza effettiva tra uomini e donne nella scienza più che altrove rimane lo stereotipo di una discriminazione che ha radici antiche. Con l’obiettivo di promuovere e sostenere i cambiamenti strutturali e allo scopo di superare questi limiti, sulla base di piani di sviluppo realizzati in modo da permettere di ottenere un approccio corretto verso i talenti femminili per il riconoscimento di abilità e competenze, nel 2011 nasce il progetto Genis Lab Europeo. L’ approccio integrato su più livelli organizzativo, socio-ambientale e transnazionale europeo appare necessario per uno scambio di esperienze e per l’avvio di nuove pratiche organizzative. Il progetto conta sul coinvolgimento di tutti gli operatori, a vari livelli istituzionali, tale che si possa elaborare un piano di azione individuale e contemporaneamente un lavoro in rete per la condivisione degli strumenti adottati e dei risultati ottenuti. L’attesa è che un ambito di lavoro storicamente maschile – e organizzato con tale visione – superi le barriere che producono la progressiva esclusione delle donne man mano che si sale nella scala gerarchica. Noi donne siamo da sempre vittime di un pregiudizio subdolo che è diventato, nel tempo, autocensura. I principi della Strategia Europea 2020 per una crescita intelligente e sostenibile si propongono, proprio per questi motivi, di far si che l’economia basata sulla conoscenza diventi sempre più competitiva valorizzando creatività, empowerment. Ma viene spontaneo chiedersi come possono le donne contribuire a definire le strategie di politica della ricerca in Europa e come le questioni legate alle differenze di genere se non sono tra coloro che decidono in merito. Sebbene oltre la metà della popolazione studentesca dell’UE e il 45% dei titolari di dottorato siano donne le donne che riescono ad intraprendere una carriera da ricercatrice rappresentano solo un terzo del totale. Chi ha veramente a cuore il bene comune non può che sedersi ad un tavolo, anche se il confronto appare lacerante, per definirne, in una visione aperta e paritetica, i limiti
.

 

Questa mattina, 8 marzo 2013, giorno dedicato alla donna Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Idis-Città della Scienza ha dato il via alla costituzione del Comitato dei Garanti per la ricostruzione della Citta della Scienza: tutti maschi!

 

Questo l’elenco:

  • Giuseppe Ferraro, professore ordinario di Diritto del Lavoro, Università di Napoli Federico II

  • Adriano Giannola, professore ordinario di Economia politica, Università di Napoli Federico II e presidente dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione

  • Fiorenzo Liguori, professore ordinario di Diritto Amministrativo, Università di Napoli Federico II

  • Gaetano Manfredi, professore ordinario di Tecnica delle costruzioni e Prorettore, Università di Napoli Federico II

  • Paolo Pollice, professore ordinario di Diritto Privato, Università di Napoli Federico II

  • Giuseppe Pompeo Russo, già professore ordinario di Ingegneria Aeronautica, Università di Napoli Federico II

  • Gianfranco Sava, Dottore Commercialista e componente di Sezione presso la Commissione Tributaria

    Provinciale di Roma

     

Al Consiglio di amministrazione della Fondazione e ai membri del Comitato va il mio appello: le donne possono e devono potere dare il loro contributo. Fare spazio, dunque, a loro paritariamente nelle attività decisionali anche della suddetta Commissione per la ricostruzione della Città della Scienza è un gesto nobile, di progresso, di civiltà che onora tutta la comunità scientifica italiana e l’intera città di Napoli per “Una Stanford a Bagnoli”.

 

Giuseppina Bonaviri – Innovatori Europei – www.innovatorieuropei.com

 

Sabato 9 Marzo: “Diamo vita a Città della Scienza” – Rilanciamo Bagnoli, Napoli e il Paese a partire dalla cultura e dalla scienza

Sabato 9 Marzo a Città della Scienza, a partire dalle ore 10,00, vari gruppi di ricercatori, associazioni, reti di operatori dell’informazione e il comitato scientifico di Città della Scienza promuovono un incontro di riflessione su quanto accaduto Lunedì 4 e sulle proposte per rilanciare Bagnoli, Napoli e il Paese tutto, a partire dalla cultura e dalla scienza.

Tra i promotori dell’incontro gli Innovatori Europei e tante altre realtà locali e nazionali.

Segnaliamo l’adesione del Primo Vice Presidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella.

Vi aspettiamo!

Una Stanford del Mediterraneo a Bagnoli

 

Città della Scienza

di Massimo Preziuso

Siamo rimasti colpiti pesantemente dall’incendio che ha divorato gran parte della Città della Scienza di Bagnoli.

Per tutta Napoli e in particolare per chi ha studiato o vissuto nel quartiere Fuorigrotta, quella Città è stato un importante riferimento culturale e simbolo di uno slancio partenopeo verso il futuro.

Dopo stanotte tutto rischia di essere messo in discussione, con ripercussioni su tutta Napoli, ed indirettamente su tutto il Mezzogiorno.

Come Innovatori Europei vogliamo ragionare sui perché della solitudine in cui un progetto importantissimo come Città della Scienza ha vissuto in questi anni e partecipare al dibattito sul suo immediato futuro.

La scorsa notte abbiamo lanciato su Facebook un Forum di discussione sul futuro di Bagnoli, con il sogno di vedervi realizzata una “Stanford del Mediterraneo”, luogo di ricerca e di imprenditorialità di avanguardia.

Abbiamo avuto in poche ore l’adesione di tantissime persone normali e di molte autorità nazionali ed internazionali.

Continueremo a mettere in rete gli stakeholders della società civile e delle istituzioni per discutere del futuro di Città della Scienza, che è per noi legato al futuro del nostro Paese nel mediterraneo.

Speriamo nel contributo delle idee di tanti.

 

 

E adesso incontriamoci a Bagnoli

citta della scienzadi Michele Mezza per Innovatori Europei

Non penso di poter scrivere cose particolari su Bagnoli.

So solo che quel pezzo di terra era stata una straordinaria spugna di sogni e speranze, dopo la dimissione del 1986.

Rileggiamoci il libro di Ermanno Rea: passione e mestizia, quasi un presentimento. Con la chiusura della fabbrica chiude il futuro, senza fabbrica non siamo niente.

Incredibilmente senza fabbrica sono stati niente proprio quel fior fiore di intellettuali e dirigenti politici che  erano nati sul lavoro e la fatica altrui. Ora che c’era da inventare un nuovo futuro nulla.

Per venti anni un frustrante gioco di carte: autorizzazioni, società pubbliche, nomine, dimissioni, sostituzioni, convegni.

E Città della Scienza rimaneva sola. Doveva essere il primo germe di una straordinaria proliferazione.

Rimase una fortezza assediata e questa notte è caduta. Ora che accade?

Si spengono le fiamme e si ricomincia con le carte: ci vuole uno shock, un trauma.

Io propongo che  il popolo del sapere a Napoli chieda l’intervento dell’Unione Europea, dei caschi blu, come a Kabul, per gestire a marce forzate un progetto di insediamento di campus della ricerca.

Convochiamoci a Napoli, a Città della Scienza, nel cortile e promuoviamo una conferenza dei servizi immateriali che incardini a Napoli un cantiere reale per Bagnoli.

Subito però, o perderemo faccia e futuro. Il secondo dopo la prima.

Raccogliamoci da qui.

La pagina dell’evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/362821520500709/

Ecco i primi aderenti (per adesioni infoinnovatorieuropei@gmail.com):

Michele Mezza

Massimo Preziuso

Luisa Pezone

Anna Dauria

Marco Race

Alessandro Migliardi

Maurizio Imparato

Cetti Capuano

Alfonso Gentile

Emilia Vitale

Alessandro Santise

Sarah Scognamiglio

Stefania Arminio

Nico Cimino

Cristiano Orefice

Luigi Petrazzuoli

Maurizio Imparato

Marina Ravallese

Luca Lopez

Maria Grazia Biggiero

Alessio Viscardi

Annacarla Tredici

Alice Mandrone

Giuliana Ferraboli

Elvira Erman

Anna Paola Merone

Vincenzo Fiorillo

Verio Massari

Marina Cassese

Carmine D’Onofrio

Pasquale Luongo

Guido Visciano

Francesco Enrico Gentile

Giuseppe Spanto

 

Economia sociale di mercato? A Bagnoli si potrebbe

                                                                                                                   

di Osvaldo Cammarota* per Repubblica Napoli – pubblicato il 12/12/2012 

Nella contraddizione tra fabbisogno abitativo -stimato a Napoli in almeno 100.000 unità-, aree da riqualificare e crisi del settore edilizio, vanno ricercate soluzioni innovative in grado di far ripartire l’economia, non solo del settore.

 La formula è l’economia sociale di mercato, indicata di recente anche da Mario Monti. Si è ormai compreso che i grandi investitori preferiscono speculare sui debiti degli Stati piuttosto che affrontare il rischio di intraprendere. Ma che ne sarà delle imprese, dei lavoratori e delle persone che hanno bisogno di beni e servizi? Come valorizzare queste energie sociali?

Nel corso del 2012, abbiamo assistito all’aggravarsi di una crisi che, nel settore immobiliare e delle costruzioni, sta producendo situazioni drammatiche. La stretta creditizia fa registrare un forte calo delle compravendite. Assistiamo, quotidianamente, alla chiusura o al fallimento di imprese di costruzioni soffocate dalla mancanza di appalti e dalla crisi della finanza pubblica. Sono segni evidenti che le strade tradizionali non sono percorribili. E’ una crisi di sistema, di non breve durata.

 Ma come si declina, nel concreto, la formula del’economia sociale di mercato?

Il 14 dicembre il movimento cooperativo presenterà una proposta che, seppur riferita alla complessa opportunità offerta con la vendita dei suoli ex Italsider di Bagnoli, costituisce una traccia di lavoro di più ampio significato e valenza. L’obiettivo è di corrispondere alla domanda di beni e servizi con un’offerta, sostenibile per la produzione e compatibile con i vincoli e le condizioni date.

Il progetto radica profondamente nei principi e nella cultura imprenditoriale cooperativa, ma fa i conti con il mercato, cioè con i costi, del suolo e della produzione, e le effettive capacità finanziarie di chi esprime il fabbisogno abitativo. Ci sembra un modo per dare senso e concretezza alla formula dell’economia sociale di mercato. 

I quesiti su cui sono stati invitati a confrontarsi istituzioni, parti sociali e cittadini, riguardano l’effettiva possibilità di praticare questa formula nel contesto locale. Le imprese sono in grado di produrre a prezzo di costo e di contenere in un giusto equilibrio il profitto monetario? I cittadini avranno la forza e il coraggio di investire per soddisfare i propri bisogni primari? Le Banche sosterranno questo sforzo? Le istituzioni di governo daranno le necessarie garanzie sull’affidabilità di tempi e procedure?

L’ottimismo della volontà porta a credere che siano possibili risposte positive. Ben si conoscono i motivi di un comprensibile pessimismo della ragione, ma quali potrebbero essere le alternative? Se ci sono abbiamo fiducia che si esprimano nel confronto. 

Continuiamo ostinatamente a ritenere che l’impresa sociale e di mercato sia possibile. L’ingrediente critico di successo è il bene immateriale della fiducia. Per questo, a moderare il confronto, è stato chiamato il Presidente della Banca Risorse Immateriali (Francesco Saverio Coppola).

Ci auguriamo che il dibattito registri alti livelli di consapevolezza e responsabilità.

 * Coordinatore della Banca Risorse Immateriali e Innovatori Europei Campania

 

 

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