Significativamente Oltre

admin

Innovatori Europei membro dei network europei PLATON Plus (temi Socio economici) ed Anna Lindh (Euro mediterraneo)

network
Ciao a tutti.

Solo per ricordarvi che Innovatori Europei è membro di due importanti network di organizzazioni europee:

PLATON Plus (Socio-Economics Research)

ANNA LINDH (Euro – Med)

Prossimo passo per noi è quello di partecipare a progetti di ricerca congiunti

Aspetto vostre proposte, come Think Tanks (Sapere, Energia, Europa)

Un abbraccio

Massimo

Sondaggio Europee: PD al 30% – PDL al 32%

italiaeuropeeDa Affari Italiani (http://www.affaritaliani.it/politica/sondaggio_burson_marsteller___italia.html)

Un dato a dir poco clamoroso. Un vero e proprio terremoto in vista delle elezioni europee di giugno. Il Partito Democratico è accreditato del 30%, soltanto due punti in meno rispetto al Popolo della Libertà (32%). Si tratta delle stime di ‘Predict09.eu’ della Burson Marsteller, con una ricerca sviluppata da tre dei più famosi scienziati politici del Vecchio Continente: Simon Hix (London School of Economics), Michael Marsh (Trinity College Dublin), and Nick Vivyan (London School of Economics). I dati dell’ultima analisi risalgono a giovedì 7 maggio.
Testa a testa per il terzo posto tra la Lega Nord (6,9%) e l’Italia dei Valori (6,7). L’Udc di Pierferdinando Casini si ferma al 5,4%. Ottimo il risultato della lista comunista Rifondazione – Pdci al 5,3%. Sfiora lo sbarramento del 4% la lista Mpa-Storace-Pionati-Pensionati al 3,7. Sinistra e Libertà di Nichi Vendola non va oltre il 3,3%.

Per caso, mi chiedo, l’italiano (persona pigra, ma alla fine intelligente) si è risvegliato proprio nel momento di maggiore necessità???

Sarebbe un miracolo..

Massimo Preziuso

Il Sito della Campagna elettorale dell’Innovatore Europeo Gianni Pittella: www.sostienipittella.it

Ciao a tutti.

Nella nostra attività di sostegno all’Innovatore Europeo Pittella alle elezioni europee nell’Area Sud Italia, ci stiamo attivando in Calabria, Basilicata, Campania e Molise, grazie al lavoro dei nostri Gruppi locali.

Vorrei ricordare che sosteniamo Pittella, oltre che per la simpatia verso il PD, anche e soprattutto per il suo essere membro del nostro Comitato Scientifico e tra i primi a credere nel Progetto IE dal lontano 2006.

Ecco il sito della sua campagna elettorale: www.sostienipittella.it.

Per chi volesse aiutare i gruppi territoriali (soprattutto in Puglia), vi prego di scriverci a infoinnovatorieuropei@gmail.com .

Cordialmente e Grazie.

Massimo Preziuso

Con l’Innovatore Europeo Gianni Pittella candidato alle Europee in Area Mezzogiorno

pittella

 

 

 

 

 

Come Innovatori Europei, sosteniamo l’amico Innovatore Europeo Gianni Pittella alle Europee in tutto il Mezzogiorno (soprattutto Basilicata, Campania, Molise, Calabria).
E’ uno dei pochi politici europei meridionali seri e professionali rimasti in Italia, oltre ad essere nel nostro Comitato Consultivo.
Va sostenuto per questo.

infoinnovatorieuropei@gmail.com
www.innovatorieuropei.com

APPROVATO IL PIANO ENERGETICO REGIONALE IN BASILICATA: UNA BEST PRACTICE DA SEGUIRE

basilicata

 

 

 

 

 

 

Scrivo con piacere qualcosa su questa bella notizia.

La Regione in cui sono nato, la Basilicata, mi ha ancora una volta positivamente stupito, perchè si sta confermando, negli ultimi anni, come un importante modello di riferimento per le sue innovative politiche (dal Patto per i Giovani, alla ferma opposizione al Nucleare a Scanzano, a questo Piano Energetico ).

Dopo anni di attesa, da molti erroneamente percepita come “ritardo”, la Regione ha infatti partorito un Piano Energetico, che io ritengo il più interessante finora visto sul piano nazionale.

Ecco i punti salienti (con obiettivi fissati al 2020):

– Obiettivo di autosufficienza energetica (cioè solo consumo di energia prodotta in Regione)
– Obiettivo di un 30% di produzione energetica da Fonti Rinnovabili (in una Regione da molti chiamata il “Texas di Italia” per gli importanti giacimenti petroliferi)
– NO SECCO al Nucleare
– Costruzione di un Distretto Tecnologico in Val D’Agri (per chi non lo sapesse è la zona in cui risiedono i progetti petroliferi) dove avviare Start-ups tecnologiche e Programmi di Ricerca di frontiera sui temi energetici

Che dire, speriamo che si faccia di questo un modello di riferimento per tutte le Regioni italiane.

ECCO GLI OBIETTIVI MEGLIO DETTAGLIATI:

L’intera programmazione relativa al comparto energetico, delineata dal PIEAR ruota intorno a quattro macro-obiettivi:
1. riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica;
2. incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
3. incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili;
4. creazione di un distretto energetico in Val d’Agri.

La Riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica.

La Regione intende conseguire, dati gli obiettivi fissati dall’UE e dal Governo italiano, un aumento dell’efficienza energetica che permetta, nell’anno 2020, una riduzione della domanda di energia per usi finali della Basilicata pari al 20% di quella prevista per tale periodo.
Le azioni previste dal Piano riguardano prevalentemente l’efficientamento del patrimonio edilizio pubblico e privato ed alcuni interventi nel settore dei trasporti. Particolare attenzione sarà rivolta alla riduzione dei consumi di energia elettrica, incentivando l’impiego di lampade e sistemi di alimentazione efficienti, ed intervenendo sugli azionamenti elettrici, sull’efficienza dei motori elettrici e, più in generale, sugli usi elettrici in industria ed agricoltura. Sono anche contemplate la generazione e la cogenerazione distribuita, che, pur non contribuendo propriamente alla riduzione della domanda di energia per usi finali, permettono apprezzabili riduzioni dei consumi di energia primaria e dei costi energetici.

L’Incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

L’incremento della produzione di energia, finalizzato al soddisfacimento del fabbisogno interno, assume un ruolo essenziale nella programmazione energetica ed ambientale, anche in considerazione delle crescenti problematiche legate all’approvvigionamento energetico. Peraltro, in considerazione delle necessità di sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale, è auspicabile un ricorso sempre maggiore alle fonti rinnovabili.
Sulla base di queste considerazioni, anche in relazione alle potenzialità offerte dal proprio territorio, la Regione Basilicata intende puntare al soddisfacimento dei fabbisogni interni di energia elettrica esclusivamente attraverso il ricorso ad impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Più nel dettaglio, con il presente PIEAR, la Regione Basilicata si propone di colmare il deficit tra produzione e fabbisogno di energia elettrica stimato al 2020, indirizzando significativamente verso le rinnovabili il mix di fonti utilizzato. In altre parole l’obiettivo da raggiungere consiste nell’assicurare una produzione che, seppur naturalmente caratterizzata da una certa discontinuità, consenta localmente un approvvigionamento energetico in linea con le necessità di sviluppo ed i consumi locali. Per il conseguimento di questo obiettivo, inoltre, è previsto il supporto di azioni finalizzate all’eliminazione delle criticità presenti sulla rete elettrica, nonché alla semplificazione delle norme e delle procedure autorizzative.
Attualmente il sistema elettrico regionale sconta una condizione di deficit di produzione rispetto ai fabbisogni interni pari al 51% (Terna, 2007).
Nei prossimi anni il fabbisogno di energia elettrica è destinato a crescere fino ad un valore di circa 3.800 GWh/anno (329 ktep/anno). Ipotizzando che dal 2008 al 2020 non si registri alcun incremento della produzione interna di elettricità, è possibile stimare un deficit di produzione, per l’anno 2020, pari a 2.300 GWh/anno (197 ktep/anno), che costituisce proprio l’obiettivo di incremento della produzione di energia elettrica.
L’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sarà perseguito, in accordo con le strategie di sviluppo regionale, puntando su tutte le tipologie di risorse disponibili sul territorio, secondo la ripartizione riportata in tabella.

Fonte energetica Ripartiz. (%) Energia Prodotta (GWh/anno) Rendimento Elettrico (%) Ore equivalenti di funzionamento (h) Potenza Installabile (MWe)
Eolico 60 1374 70 2000 981
Solare fotovoltaico 20 458 85 1500 359
Biomasse 15 343 85 8000 50
Idroelettrico 5 114 80 3000 48
TOTALE 100 2289 1438

Per quanto riguarda la produzione di energia da biomassa, si intende promuovere la realizzazione di impianti per la produzione combinata di energia elettrica e termica, privilegiando gli impianti di piccola taglia.
Entro il 2015 si prevede di raggiungere una produzione pari al 40% del valore complessivo riportato in Errore. L’origine riferimento non è stata trovata., corrispondente a 916 GWh/anno (ovvero 79 ktep/anno), per una potenza installata di poco più di 575 MW. La restante parte, 1.374 GWh/anno (118 ktep/anno), sarà progressivamente coperta nel corso del periodo 2016-2020.
Nel computo dell’incremento di produzione è esclusa l’energia derivante da impianti per autoproduzione, da iniziative della SEL e del Distretto Energetico, corrispondente ad una potenza complessiva stimabile in circa 250 MW.
Gli impianti saranno realizzati in modo da assicurare uno sviluppo sostenibile e garantire prioritariamente il soddisfacimento dei seguenti criteri:
? Rispondenza ai fabbisogni energetici e di sviluppo locali;
? Massima efficienza degli impianti ed uso delle migliori tecnologie disponibili;
? Minimo impegno di territorio;
? Salvaguardia ambientale.
Si prevede, a tal fine, l’introduzione di standard qualitativi per la progettazione, la realizzazione, la gestione e la dismissione degli impianti di produzione .

Potenziamento e razionalizzazione delle linee di trasporto e distribuzione dell’energia.

A fronte degli innumerevoli vantaggi dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, l’auspicato aumento della produzione di energia elettrica aggraverà ulteriormente le criticità già attualmente presenti sulla rete di trasmissione e distribuzione. Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico regionale e migliorare la qualità del servizio per cittadini ed imprese, sarà pertanto necessario operare sul potenziamento, efficientamento e razionalizzazione della rete elettrica primaria e secondaria lucana. Questo obiettivo si pone in linea con il Libro Verde della Commissione Europea del 13/11/2008 (“Verso una rete energetica sicura, sostenibile e competitiva”), che conferisce allo sviluppo delle reti un ruolo importante della politica energetica, già contemplata nel Reg. CE n. 680 del 20 giugno 2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea.
In particolare, per garantire il collegamento degli impianti di potenza superiore a 10MW, saranno richiesti interventi sulla rete di trasporto ad alta tensione, di competenza Terna. A tal fine la Regione ha già promosso Protocolli d’Intesa con Terna e le Regioni meridionali, finalizzati rispettivamente alla sperimentazione della V.A.S. di piani e programmi di sviluppo della rete sul territorio regionale, ed alla valutazione condivisa dei Piani di Sviluppo della rete Terna.
Per quanto riguarda gli impianti di potenza inferiore, invece, sarà necessario intervenire sulle reti di distribuzione a media e bassa tensione, principalmente gestite da ENEL Distribuzione. In questo caso, saranno intraprese iniziative analoghe a quelle già formalizzate con Terna.
In definitiva, tutti gli interventi avranno come scopo principale quello di sviluppare delle reti in grado di trasportare e distribuire l’elettricità in modo efficiente e razionale, di gestire i flussi di energia prodotta dai singoli impianti di produzione da fonti rinnovabili, ma anche di favorire lo sviluppo della generazione distribuita. Il conseguimento di questo obiettivo imporrà il ricorso a tecnologie innovative ed a sistemi di controllo informatici sulle reti di trasmissione e distribuzione (secondo un modello simile a quello della rete internet), al fine di migliorare la gestione dei flussi energetici. In questo senso è auspicabile un’interazione con la piattaforma di ricerca europea dedicata alle reti intelligenti (“smart grids”), di recente istituzione, finalizzata anche all’implementazione di progetti pilota sul territorio regionale.

Semplificazione amministrativa ed adeguamento legislativo e normativo.

Le innovazioni introdotte dalle recenti modifiche della legislazione nazionale hanno determinato un progressivo decentramento delle funzioni amministrative, tali per cui alle Regioni è demandato il compito di pianificare le strategie energetiche da attuare nei propri territori, in linea con la normativa europea e con gli altri strumenti di programmazione territoriale. Fra le funzioni assegnate assume un ruolo centrale l’emanazione di normative che consentono la semplificazione del procedimento autorizzatorio per la realizzazione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili.
In particolare, in attuazione delle disposizioni concernenti il procedimento di “autorizzazione unica” (D.lgs. n.387/03), la Regione Basilicata procederà all’armonizzazione delle normative nazionali e regionali con propria legge regionale. La stessa dovrà considerare anche le disposizioni contemplate dalla legislazione ambientale (D.lgs. n.152/06 e.s.m.i.), paesaggistica (D.lgs. n.42/04) e, più in generale, dalla normativa sul procedimento amministrativo (L. n.241/90).
Siffatta normativa prevederà, inoltre, procedure differenziate a seconda della potenza dell’impianto: particolare attenzione sarà rivolta agli impianti di produzione energetica di piccola taglia (anche fino ad 1 Mw di potenza) alimentati da fonti rinnovabili, per i quali sarà messa a punto una procedura semplificata.
La diretta conseguenza di questo processo sarà quella di agevolare gli investitori pubblici e privati nel conseguimento degli obiettivi contenuti all’interno del presente documento.

Produzione di energia termica da biomasse e biocombustibili.

Parallelamente all’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si ritiene importante realizzare interventi al fine di potenziare l’utilizzo di biomasse legnose e biocombustibili per la produzione di energia termica.
Si intende promuovere l’utilizzo di sistemi energetici e generatori di calore alimentati con biomasse lignocellulosiche provenienti dalla gestione del patrimonio boschivo e dai comparti agricolo, zootecnico e industriale locali, secondo le disponibilità e le modalità indicate nella parte I del presente Piano.

Realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri.

Nella convinzione che finanza, ricerca e sistema industriale siano fattori che debbano interagire per dare impulso allo sviluppo di nuove ed avanzate tecnologie, in particolare nel settore energetico, in coerenza con le indicazioni contenute nella Deliberazione CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013: Programmazione del Fondo per le Aree Sottoutilizzate”, la Regione persegue l’obiettivo di promuovere la realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri, avente i seguenti fini:
• lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica in campo energetico, coinvolgendo a tal fine le eccellenze regionali, a partire dall’Università degli Studi della Basilicata CNR, ENEA, Agrobios, Fondazione Mattei etc.;
• creazione di un centro permanente di formazione ed alta formazione mediterranea sui temi dell’energia, in stretta collaborazione con ENEA, Fondazione Mattei ed i centri di ricerca presenti sul teritorio regionale. La formazione sarà rivolta agli installatori e manutentori di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, l’alta formazione ai progettisti ed ai ricercatori del settore;
• l’insediamento nell’area di imprese innovative specializzate nella produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica degli usi finali, sia in campo civile, sia nel settore produttivo;
• l’attivazione di filiere produttive incentrate sull’adozione di tecnologie innovative per la produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione;
• realizzazione di impianti innovativi e sperimentali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per la tri-quadrigenerazione, con il diretto coinvolgimento di Enti di ricerca (Università, ENEA, Agrobios, CNR, ecc.), Enti locali e, ove necessario, di grandi operatori del settore, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata;
• svolgimento di attività di ricerca e di sperimentazione sulla produzione di biocarburanti a partire da matrice lignocellulosica, e sulla definizione di idonei sistemi per il contenimento delle emissioni di particolato solido e delle altre sostanze dannose prodotte dalla combustione di biomassa;
• attività di formazione nel settore energetico e trasferimento tecnologico alle PMI locali;
• realizzazione di un parco energetico (denominato Valle dell’energia) finalizzato ad evidenziare le più avanzate tecnologie nel settore delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica (anche con la realizzazione di un edificio dimostrativo ad emissioni zero ed energeticamente autosufficiente).
Il distretto sarà inoltre inserito nella costituenda rete dei distretti energetici nazionali per sviluppare progetti ed iniziative in rapporto sinergico con le altre regioni partner.

Promozione di attività di formazione e di trasferimento tecnologico.

In accordo con le linee indicate a livello europeo e nazionale, si intende promuovere attività di formazione a vari livelli e favorire il trasferimento tecnologico verso le imprese regionali.
Per quanto riguarda le attività di formazione, esse saranno rivolte sia a bambini e ragazzi in età scolare, sia ad adulti e famiglie, al fine di educare al rispetto dell’ambiente e ad un uso sostenibile ed efficiente delle risorse naturali e dell’energia. Sono previsti inoltre percorsi di alta formazione e specializzazione su tematiche specifiche in ambito energetico, rivolti a tecnici e laureati operanti nel settore.
Particolare importanza rivestono le ricadute in ambito industriale, in quanto si prevede di poter dare impulso alla nascita ed allo sviluppo di attività imprenditoriali e produttive legate allo sviluppo di competenze nella gestione delle filiere energetiche e degli impianti di produzione, alla produzione di componenti e sistemi ed alla progettazione di tecnologie e prodotti ad alto contenuto tecnologico. Si intende quindi favorire attività di trasferimento tecnologico dagli enti di ricerca e di sviluppo coinvolti nelle azioni definite dal presente Piano alle aziende locali.

ATTUIAMO I CONTRATTI DI SOLIDARIETA’ PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE IN ITALIA, ADESSO

solidarieta

La Proposta degli Innovatori Europei

In questo 2009 di piena recessione, con un Prodotto Interno Lordo in significativa e preoccupante discesa, i “Contratti di Solidarietà” potrebbero evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro (con tutte le conseguenze che ne conseguono).

I meno giovani ricorderanno fin troppo bene la formula dei contratti di solidarietà aziendale che in Italia trovarono diverse attuazioni a partire dagli anni 80’.

Per i piu’ giovani, dietro lo slogan LAVORARE MENO per LAVORARE TUTTI, in molte aziende di quegli anni fu fatto il sacrificio di ridurre secondo varie formule il normale orario lavorativo, con contestuale riduzione degli elementi retributivi.

Il risultato a tendere era quello di evitare i licenziamenti.

In molte realtà esso non solo fu raggiunto ma consentì alle aziende di uscirne rafforzate in termini sia “di morale” che di compattezza della forza lavoro.

In questi mesi, paesi come la Germania hanno intrapreso e bene questa strada.

Diciamo pure che anche da noi, il 20 dicembre scorso, il Ministro Sacconi l’aveva proposta …. poi però il progetto non ha avuto sviluppi concreti.
Quello che chiediamo con la nostra iniziativa è semplicemente di rinvigorire gli entusiasmi del governo su questo strumento, focalizzando l’attenzione su come questa forma di accordi andrebbe adattata al contesto attuale.
In sintesi, in termini di forze aziendali, forte dovrebbe essere il coinvolgimento anche dei dirigenti (le cui finanze senz’altro meglio sono in grado di sopportare periodi piu’ o meno prolungati di “dieta retributiva”).
D’altronde è criterio comune “a qualsiasi schieramento politico sano” che la solidarietà parte da chi ha di piu’ e progressivamente va a scendere.
I filantropi contribuiscono volontariamente, gli altri “vanno aiutati” a diventare piu’ generosi.
Troppo spesso sentiamo parlare di top manager con emolumenti da capogiro. Con lo stipendio medio di un dirigente “strategico” si possono trovare dei margini di manovra soddisfacenti. Del resto se molte aziende si sono in passato trovate impelagate in situazioni di crisi cio’ è stato dovuto anche a scelte “strategiche” poco ortodosse.
Se a questo aggiungiamo che, non solo dalla citata Germania ma anche dalla Francia e dalla Scozia spira un vento decisamente in chiave “anti-management”, riteniamo possa essere cosa buona incanalare questo vento in chiave assolutamente propositiva e non populista.
Chiudiamo con un’unica certezza: che i tempi siano maturi per iniziative di questo genere.
Ma cosa sono i contratti di solidarietà?

In sintesi sono degli strumenti di diritto del lavoro che prevedono, nelle situazioni di crisi aziendale, di ridurre il normale orario lavorativo (e, quindi, leggermente lo stipendio del lavoratore) per evitare il licenziamento di altri colleghi.

E’ una bellissima forma di solidarietà tra lavoratori – cittadini, e soprattutto permette di evitare la perdita di posti di lavoro, che comportano enormi problemi di natura sociale, economica e di sviluppo. Pensiamo solo cosa voglia dire, anche per la stessa azienda, perdere un lavoratore con un’esperienza pluriennale anni in termini di competenze, fiducia, formazione; oppure pensiamo cosa vuol dire per un lavoratore di 40 anni trovarsi, oggi – 2009, in cassa integrazione, con figli a carico; e pensiamo, infine agli impatti di un lavoratore senza stipendio sul “circuito dei consumi” del nostro Paese.

Questo è forse il migliore strumento di politica pubblica attuabile, rapidamente, in un’Italia in piena recessione. Oltre a preservare per periodi limitati di tempo le professionalità ed i posti di lavoro, ha due grandi vantaggi:

1) la trasposizione pratica del concetto di solidarieta’ in se’ … non piu’ “homo homini lupus” ma coinvolgimento collettivo e compartecipazione rinforzando la coesione aziendale;

2) se la crisi avra’ una durata limitata potrebbe fare la differenza, allungando i tempi di sopravvivenza delle aziende a ranghi completi facilitando la ripresa delle attivita’ non appena il mercato si riprende.

L’attuazione richiede un grande lavoro di regia del Ministero del Lavoro, per trovare l’optimum legislativo che raccordi gli interessi delle varie categorie (principalmente sindacati, imprese e politica), ma a nostro avviso è fattibile. Occorre estendere a tutte le imprese il perimetro della normativa attuale, in vista di una più ampia revisione del sistema degli ammortizzatori sociali di cui il paese ha impellente bisogno.

La cosa importante è che nell’attuale congiuntura si eviterebbe la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro qualificati, che sta portando già tensioni sociali, crollo dei consumi, e, forse ancora peggio, la dispersione di capitale umano attraverso il licenziamento di lavoratori fidelizzati che si dequalificheranno e che difficilmente potranno poi essere reinseriti nel mondo del lavoro.

In termini realizzativi, una proposta/soluzione di questo tipo dovrebbe avere carattere di accordo temporaneo tra i portatori di interesse della specifica azienda ed essere incentivata, nel senso che le aziende/enti che decidessero autonomamente di adottare uno schema “lavorare meno – lavorare tutti” ben accolto dalla maggioranza dei lavoratori dovrebbero poter accedere a crediti d’imposta o altri meccanismi indiretti di diminuzione dei costi del lavoro a carico degli imprenditori.

Lavoratori con contratto a tempo determinato e prestatori d’opera ancora più precari dovrebbero assolutamente rientrare nel contratto di solidarietà aziendale con percentuali analoghe di diminuzione di ore di lavoro, garantendo però la continuità del rapporto di lavoro precedentemente instaurato.
Lo strumento “contratto di solidarietà” non è facilmente applicabile a tutte le realtà aziendali.
Ma sarebbe già ottimo se venisse applicato nelle tante PMI italiane, in cui si potrebbe salvare “la vita” a tanti lavoratori “specializzati in realtà aziendali di nicchia” che, se mandati via a 40-50 anni da “quella realtà” aziendale, rischiano grosso di restare disoccupati fino all’età della pensione (se mai la percepiranno). Le piccole aziende infatti non possono accedere a strumenti istituzionali come CIG/CIGS e scivoli vari e l’attuale fondo ex-lege 236/93 ha disponibilità molto limitate.
Da ricordare inoltre molte realtà settoriali, ad esempio quelle dello spettacolo e del turismo, caratterizzate da stagionalità e discontinuità ma da cui traggono reddito un gran numero di lavoratori autonomi/partite IVA che non posseggono nessun tipo di supporto economico ma che contribuiscono fortemente alla produzione di servizi.
E’ su queste realtà così presenti nel tessuto economico italiano che ci si dovrebbe concentrare più che sulle grandi imprese che, tra incentivi alle vendite, aiuti di stato e una maggiore capacità manageriale e competitiva (si veda il grande risultato raggiunto da FIAT negli Stati Uniti, che è frutto di tutte queste condizioni) superano sempre, alla fine, ogni congiuntura negativa.

I primi firmatari
Michele Cipolli
Andrea Masconi
Massimo Preziuso
Carlo Alberto Sartor
Mauro Stefanelli
Enzo Tripaldi

Per aderire, si può scrivere a: infoinnovatorieuropei@gmail.com

CONTRATTI DI SOLIDARIETA’

solidarieta

Ciao a tutti.
Parlando con il “nostro” Mauro Stefanelli è venuta fuori l’idea di scrivere e diffondere un nostro documento sul tema dei “Contratti di Solidarietà”, che potrebbero evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro in questo 2009 (con tutte le conseguenze che ne derivano).

In Germania hanno avviato e bene questa iniziativa, che è totalmente diversa (come impostazione) rispetto all’assegno di disoccupazione proposto da Franceschini (e bocciato in Parlamento) e vedrebbe un maggiore consenso bi-partisan e, diciamola tutta, molto più sensata (perchè mette insieme i principi di “solidarietà” con quelli di “economia del lavoro” e di “economia politica”).

Il 20 dicembre scorso il Ministro Sacconi l’aveva proposta, poi si era fermato, ora sembra ripartire il dibattito: ma è chiaro che è in questi mesi che un “contratto di solidarietà” andrebbe attuato.

Chi vuole dare una mano con contributi per la stesura del documento?

E’ il momento che riprendiamo a proporre idee ed iniziative anti crisi: un dovere nei confronti di un Paese in crisi profonda, e che continua a nasconderla.

Massimo Preziuso

ADDIO A GIUSEPPE BONAVIRI

giuseppe-bonaviri

È morto Sabato sera a Frosinone a 84 anni il poeta e scrittore Giuseppe Bonaviri, più volte entrato nella rosa dei candidati al premio Nobel.

La notizia è stata data dalla Fondazione che porta il suo nome.

Era nato a Mineo, in provincia di Catania nel ’24. Medico cardiologo, Bonaviri, è stato sempre attento a cogliere la dimensione magica e arcaica della natura.

Ha pubblicato, soprattutto per Rizzoli ma anche Mondadori e Sellerio, numerosi libri dal giovanile La ragazza di Casalmonferrato a Il fiume di pietra nel 1964, Notti sull’altura nel 1971, L’enorme tempo nel 1976, Novelle saracene nel 1980, L’incominciamento nel 1983, È un rosseggiar di peschi e d’albicocchi nel 1986, Ghigò nel 1990, Il vicolo blu nel 2003.
Tutti gli Innovatori Europei sono vicini, in questo momento difficile, alla cara amica Giuseppina e tutta la sua famiglia.

News da Twitter
News da Facebook