Significativamente Oltre

DA MAASTRICHT A UE DEI POPOLI

di Riccardo Sani

Già nel primo dopoguerra si era manifestata una grossa divaricazione fra chi , pur guardando egualmente alla costruzione europea, la voleva rapidamente e fermamente attraverso un processo istituzionale da proporre ai cittadini europei con una procedura costituente, come fu per gli Stati Uniti df’America a Filadelfia nel 1787, e chi, con una sorte di reticenza e dubbi vari che del resto ha sempre permeato soprattutto le forze politiche e molto meno la gente, lavorava nella convinzione che i piccoli passi fossero più producenti e comunque non contrari ad evoluzioni successive possibili.

I “primi” rappresentavano i “Federalisti veri e propri” e volevano assegnare in base ad una corretta applicazione all’interno ed all’esterno degli stati nazionali, le varie competenze al livello istituzionale (Comuni-Regioni-Stati-Parlamento Europeo) sulla base di una realtà oggettiva in cui si pongono le possibilità di risolvere i problemi.

I “secondi” rappresentavano i cosidetti “Europeisti” che volevano agire attraverso l’organizzazione a cascata di varie istituzioni come la Comunità del carbone e dell’acciaio-del Mercato comune e cosi via.

“Vinsero i secondi” ! Con “i secondi” possiamo affermare che, se vi è stato un modo di ottenere un basso profilo di spirito europeo fra la gente, è stato quello perseguito in tanti anni dopo la fine dell’ultima guerra e dopo la scomparsa dei vari Monnet- Schumann-Einaudi-Degasperi-Adenauer-Spinelli ecc., da parte della classe politica di quasi tutti i partiti europei (con l’eccezione di Khol). Costoro di fatto hanno spento l’entusiamo della gente, massicciamente presente nel primo dopoguerra.

Troppi anni in cui si è frenata una evoluzione umana -cosmopolita–sociale-politica-economica che doverosamente si sarebbe maggiormente dovuto assecondare in un mondo che veniva progressivamente dominato da giganti continentali in cui gli europei figuravano e tutt’ora figurano dei nani politici.
Occorreva ed occorre accogliere concettualmente quello che nella realtà si era già avverato : il crollo del nazionalismo e delle sue organizzazioni istituzionali. Tutto ciò ha prodotto dopo Maastricht una certa disaffezione popolare sfociata più recentemente nella bocciatura di Francia ed Olanda al progetto della cosidetta Costituzione europea lanciata da Giscard d’Estaing fra i primi 25 paesi. Delusione-sfiducia nella politica – distacco da essa nonché rassegnazione hanno avuto ultimamente il sopravvento.

Questi “secondi”, ancora oggi, non hanno compreso che il grado di sviluppo delle forze produttive non coincide più con l’attuale quadro istituzionale europeo , insomma non ha più sede in una organizzazione di piccoli stati velleitari e ridicoli in un mondo di giganti. Tutto ciò condanna al fallimento di qualsiasi ipotesi sia liberale o socialista ! Tralascio quella comunista essendo evidentemente un reperto archeologico già condannato dalla storia.

Comunque , dopo un processo troppo lento e caratterizzato da continui ostacoli posti da lobbies e nazionalismi, si era raggiunto con Maastricht un punto pressochè irreversibile nel processo di integrazione che ebbe il suo massimo al primo gennaio 2002 con l’avvento della moneta EURO in alcuni stati.
Dopo tale avvento, unico effettivamente contenente principi e basi sovranazionali, senza considerare la Corte di Giustizia, sostanziato istituzionalmente dalla Banca Centrale europea, era chiaro che non rimaneva che realizzare una vera integrazione politica (cioè una Federazione Europea) per il semplice motivo che in altro modo non si potrà più sostenere un processo di fatto divenuto democratico.
Per forza di cose si doveva scongelare il Parlamento Europeo, ancora oggi in buona parte ibernato, da chi non vuole cedere fette di potere temporale dandogli ciò che gli spetta democraticamente in quanto rappresentante dei popoli europei e cioè competenze legislative. Purtroppo di questa situazione ne sono responsabili anche i parlamentari europei stessi che si sono succeduti , incapaci di sostenere e rivendicare con forza il loro ruolo (unico fu Spinelli) e ridotti a scegliere “le misure dei pomodori”!

Per la verità e senza censure possiamo affermare che il progetto di costituzione in discussione costituisce l’ennesimo tentativo di mantenere il potere ai governi ed ai primi ministri nazionali (chiamato Consiglio dei ministri europei) creando una specie di confederazione ovverosia un altro Trattato di collaborazione multilaterale rafforzato , che, onestamente, sappiamo quale fine potrà fare e sta già facendo, come tutti i tipi di organizzazioni di questo tipo quando sopravvengono difficoltà consistenti .
Soprattutto quando si vuole mantenere il principo dell’unanimità per decidere . (Ricordiamo per esempio la vecchia Società delle Nazioni). Ancora una volta è mancato il salto di qualità ! In quale situazione ci troviamo ora ?
Come era prevedibile con un procedimento di questo tipo, siamo in una fase di stallo che si sta prolungando e dopo l’incontro recente a Berlino del Consiglio dei ministri europei, malgrado la buona volontà della signora Merkel (primo ministro tedesco) , si sono infittite le richieste di ridefinizione del trattato in senso riduttivo, soprattutto da parte del premier francese che ha minato il campo principale su cui si regge il vantaggio economico e lo sviluppo europeo con la modifica consistente in una ”diminuizio” della concorrenza intraeuropea !!! Cosa folle perché così cadrebbe qualsiasi possibilità coordinata di concorrenza alla Cina , America, India e così via . In un mondo di grandi potenzialità confrontarsi con in mano una capacità finanziaria e produttiva invischiata in piccoli ed impotenti staterelli sarebbe il fallimento assicurato. Altra proposta oscena quella della Polonia che vuole sempre e comunque decisioni all’unanimità. Peggio che peggio la posizione inglese che da sempre cerca in tuti i modo di tranciare inziative che possano fare sorgere una volontà diretta verso una vera federazione europea e costituisce così una mina vagante distruttrice di qualsiasi speranza di integrazione reale.
Occorre fare molta attenzione inoltre alla proposta costituzione europea in stallo, che somiglia più che altro ad un ulteriore trattato per una specie di confederazione e non affatto ad una federazione , essa è formata (ciò denuncia la sua farraginosità ed il suo fallimento) da ben 342 articoli !!! Pensate che la costituzione italiana è formata da soli 139 articoli e quella americana da 7 (dico sette) articoli e 27 emendamenti !

Finora è stata approvata da 18 stati – è stata rinviata da 7 stati (fra i quali la solita Inghilterra nemico numero uno di una Europa federata) – è stata respinta da 2 (Olanda e Francia (soprattutto per opera di buona parte della sinistra socialista e comunista).

Qualcosa ora si muove per volontà della Merkel (primo ministro tedesco) e di Prodi (primo ministro italiano). Tenuto conto che la costituzione proposta per entrare in vigore deve essere ratificata assurdamente (e questo la dice lunga sulla volontà reale di alcuni primi ministri e governi europei) all’unanimità e non a maggioranza come democrazia vorrebbe, le possibilità in campo sono sinteticamente queste:

1) riprendere il cammino sulla base di un trattato ridotto e dimagrito. Ciò vuol dire rinviare una Europa integrata ad un futuro indefinito fra chissà quanti anni ! Oppure ad una sua liquidazione definitiva.

2) riprendere il cammino dell’integrazione fra coloro che hanno approvato ed abbandonare al loro destino gli altri. Ciò significa di fatto creare una Europa a due velocità ma soprattutto essere realisti , avere un minimo di capacità decisionale e salvare concrete speranze per un futuro integrato realmente .

3) riprendere il cammino fra coloro che sono già stati definiti (dall’allora primo ministro Khol- sua era la proposta), “ il nucleo duro” che è disposto a realizzare una autentica Federazione Europea senza ulteriori ripensamenti e slittamenti ! Aperto comunque ad ulteriori adesioni in futuro. Ciò somiglia a quanto è stato praticato nella realizzazione degli Stati Uniti d’America. Questo sarebbe il vero ed onesto modo di rappresentare la volontà e gli interessi degli Europei e non quello di una quasi fallita generazione di politici ancora attaccati al poterino nazionale ed alla propria poltroncina , facendo tanti danni e plagiando purtroppo anche molti giovani. Che rischiano così di ricadere nel passato o continuare in eterne discussioni in un ambito geografico, economico, finanziario ormai superatissimo.

Preciso che Romano Prodi ondeggia fra il numero 2) ed il numero 3).

N.B. preciso ancora che tale relazione è una esposizione necessariamente succinta e ridotta al minimo.
Credo pure che la formazione del Partito Democratico è un’occasione eccezionale per collocare la nostra società in un alveo geografico che per noi è imprescindibilmente quello europeo e per promuovere un aggiornamento culturale assolutamente necessario! Se non si realizza l’Europa (quella vera istituzionalizzata da una federazione a somiglianza di quella americana) i nostri giovani non avranno che da accomodarsi all’estero perché saranno destinati ad un becero ritorno al deleterio nazionalismo che ha già lasciato dietro di sè troppo sangue , troppa miseria e troppa inflazione….
Se perdiamo tale occasione, anche di rivolta (intesa in senso democratico) e condanna contro tali comportamenti della attuale classe politica che continua cocciutamente ad ibernare possibili avanzamenti e prese di coscienza della realtà, costringendo a discutere entro e solo confini provincialotti dove una realistica risoluzione dei problemi è ormai impossibile, saremo perduti per ancora tanti decenni. Non resta che sperare soprattutto in un ricambio generazionale . Auguri a tutti comunque.

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