Significativamente Oltre

CRISI POLITICA? NO, DEI VALORI

di Aldo Perotti

E’ vivace in questi giorni il tema della crisi della politica, i suoi costi, la rappresentatività, lo scollamento tra il paese e la sua classe dirigente.

Si accavallano le proposte, le idee, i timori, si disegnano scenari a tinte più o meno fosche e si dimentica che alla base di tutto non ci sono situazioni contingenti, questioni di parte, problemi economici, ma solo una profondissima crisi di valori.
Cosa sono i valori ? Borsa valori.. gioielli e valori… valoroso.

Il valore è un sostantivo essenzialmente astratto associato a cose concrete che vuole individuare nelle cose, ma anche nelle persone, qualcosa di non immediatamente percettibile che va al di là della sostanza fisica. L’oro è un metallo come gli altri metalli… ma diverso è il suo valore.

Il valore è a volte qualcosa di inaspettato, di nascosto.

I valori sociali, sui quali voglio porre l’attenzione, sono quindi degli attributi della società non immediatamente evidenti eppure riconoscibili e comparabili.

La “comparabilità” è una caratteristica del valore, da cui i valori fondamentali (che sono alla base ma in realtà sono quelli che superano tutti gli altri); e quindi quelle cose che non sono più un valore (come ad esempio la verginità), fino a giungere ai dis-valori (valori negativi).

Nel corso della storia alcune caratteristiche della società, alcuni attributi in genere astratti hanno acquisito la definizione di “valori” in quanto ritenuti fatti positivi o condizioni preferibili.

Buttiamone là tre, credo parecchio noti: libertà, uguaglianza, fraternità.

Sono tre attributi di una società, dei valori sociali, si direbbe, incontestabili.

Purtroppo assistiamo invece all’offuscamento di questi concetti nel sentire comune. L’idea di libertà, il concetto di uguaglianza, il sentimento di fraternità, appaiono offuscati, dai contorni indefiniti. Da questo deriva la loro crisi.

La libertà senza limiti diventa caos e disordine (che sono disvalori). Se qualcuno afferma “troppa libertà !” appare evidente che è la definizione stessa di libertà che non è più chiara, che è in crisi.

La libertà è quindi un valore in crisi in quanto snaturato, confuso, mescolato con fattori estranei.
Lo stesso per gli altri (già da tempo decaduti).

Ormai l’essere tutti uguali, o tutti fratelli, non rientra proprio tra le massime aspettative dell’uomo contemporaneo che invece fa della differenza, della distinzione e spesso della prevaricazione i suoi baluardi.

Possiamo oggi essere uguali (o fratelli) quando nel nostro paese le distanze in termini economici si fanno abissali, quando l’oligarchia politica ed economica non fa che evidenziare la propria “disuguaglianza” dal resto del paese attribuendosi compensi esorbitanti oppure autoassolvendosi da qualsiasi colpa o nefandezza.

Possiamo essere “uguali” quando chi evade è un furbo, chi non lavora e ruba lo stipendio pure, chi serve lo Stato è comunque un “fannullone” , chi vive onestamente del suo lavoro è, se va bene, un semplice “fallito” se non un “morto di fame” (spesso è cosi che i furbi considerano i “non furbi”) ?

Venuti meno i valori della Rivoluzione Francese tutto quello che ne è seguito rischia di subire un brutto colpo. La storia insegna che le dittature, i totalitarismi, trovano ampi spazi in un mondo in cui i fondamentali dello stato moderno sono sminuiti e messi in discussione.

Se vogliamo salvare il nostro paese dovremmo tutti pensare ad un bel ripasso di storia.

Nei momenti difficili è bene ricordarsi del percorso che ci ha condotto fino a dove siamo ora e ripercorrerlo passo passo. E’ per quella strada che troveremo la soluzione.

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