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Riflessione sul Mediterraneo a Frosinone con la candidata Bonaviri

La Bonaviri tra la gente e una riflessione sul Mediterraneo

In una giornata passata tra la gente nelle pozzanghere di Frosinone, la Bonaviri ha anche dibattuto con Luca Lauro e Massimo Preziuso di Innovatori Europei e altri amici sul tema del Mediterraneo e in particolare sulle opportunità commerciali per le imprese e i lavoratori del Frusinate.

Ve ne proponiamo una sintesi:

1 – Innanzitutto vi sono dei motivi di carattere generale a giustificare l’interesse delle imprese italiane rispetto ai paesi che sonostati recentemente attraversati dalla primavera araba:

sono stati rimossi importanti regimi che, facendo da tappoalla democrazia, infarciti da una corruzione spesso internazionale, hanno impedito per decenni uno sviluppo possibile nell’agricoltura come nell’industria, partendo dal fatto che si tratta di paesi ricchi di materieprime energetiche in primis petrolio e gas naturale.

Il passaggio a forme democratiche di partecipazione sta ulteriormente stimolando la progettazione di nuove infrastrutture economiche ela stessa Unione Europea, che da tempo ha varato progetti finanziari di cooperazione per lo sviluppo del Mediterraneo, è particolarmente interessata agli esiti economico sociali che si avranno nell’area: in questo momento arrivare lì per primi potrebbe significare conquistare delle quote di mercato solide e durature, anche per il fatto che leimprese e i gruppi di diversi paesi occidentali, hanno seguito negli scorsi mesi le direttive delle proprie ambasciate e si sono ritirati temendo il peggio dalle rivoluzioni in corso.

In tal senso gli italiani sono visti particolarmente di buon occhio in tutto il nord africa e nello stesso Libano dove un contingente di 2000 uomini presidia stabilmente la zona assegnata per favorire gli equilibri di pace con Israele.

2 – Si verifica spesso un errore di valutazione da parte delle imprese intente ad escludere le aree di conflitto dalle proprie rottecommerciali:

il fatto che siano in corso dei conflitti o che si siano dapoco placati non significa che l’economia si sia fermata, al contrario lestesse dinamiche politiche che hanno portato ai conflitti segnano il ribaltamento degli equilibri preesistenti e per tali motivi rivitalizzano gliscambi, la ricerca di nuovi fornitori, prodotti e partner commerciali senza considerare che prima o poi si scatenerà il business della ricostruzione,e in tale momento esserci da prima significa rimanere per sempre; nei paesiislamici spesso è importante essere accreditati prima istituzionalmente peravere un buon seguito con gli affari privati, percui il ribaltamento dellesorti politiche offre nuove importanti opportunità a chi per primo saprà dialogare e conquistarsi l’amicizia delle nuove leadership.

3 – L’interesse nazionale ad accrescere e fortificare le relazioni commerciali con paesi ed interlocutori le cui principali voci di esportazione corrispondano con quei beni di cui abbiamo più bisogno, e chiaramente in primis il petrolio e il gas naturale:

infatti bisogna considerare che il business porta altro business per cui, avere rapporti con paesi ricchi di energia è molto meglio che scambiare con paesi trasformatori a basso prezzo come la Cina, che se da unlato ci riempie gli scaffali di merci economiche (facendoci concorrenza) dall’altro non placa il nostro bisogno di materie prime che dovrà comunque essere soddisfatto importando da un’altra parte, con la conseguenza dipeggiorare l’equilibrio generale della bilancia commerciale.

4 – L’amicizia con i paesi del mediterraneo potrebbe favorire finalmente in futuro rotte di scambio umano non più per necessità ma per turismo, grazie allo sviluppo economico sociale di quei territori che farebbero a loro volta da cuscino di assorbimento per le migrazioni provenienti dal centro africa.

 

5 – A fianco a queste motivazioni di carattere generale vene sono altre particolarmente apprezzabili per le imprese italiane.

Ovviamente la prima è data dalla prossimità dei mercati che si affacciano sul mediterraneo: significa che essi sono geograficamente meno distanti, il che equivale a costi e rischi proporzionalmente inferiori rispetto al raggiungimento delle merci verso altri paesi più lontani, ma anche che sonoculturalmente più vicini, laddove spesso sono rintracciabili matrici storiche comuni come quelle determinate dal passaggio storico dei saraceni nel suditalia e che rendono le popolazioni islamiche spesso più sensibili alle proposteitaliane rispetto a quelle più economicamente vantaggiose provenienti dalla Cina e dall’estremo oriente, i nostri maggiori competitor assieme alla Germania nel commercio internazionale. La minore distanza oltre a rendere i trasportidi merci e persone più economici permette anche una maggiore e migliore gestione di possibili investimenti italiani in loco.

6 – Le imprese del Frusinate hanno rivelato un forte dinamismo sui mercati esteri a partire dal 2006:

il confronto dei saldi normalizzati import/export con i dati nazionali, ne fa una provincia in enorme crescita sulla quale sarà beneinvestire con politiche mirate di sviluppo.

Nel 2006 le esportazioni dal territorio provinciale verso l’estero contavano circa1,900 mld di euro e nel 2011 hanno registrato 4,165 mld di euro, sonopraticamente raddoppiate, il che significa che c’è una forte vitalità imprenditoriale che va correttamente guidata dove possa avere dei riscontri disviluppo e stabilità in termini di relazioni commerciali; in particolare nell’ultimo anno sono stati particolarmente attivi i settori delle bevande, degli articoli in pelle, degli articoli ingomma e materie plastiche e degli autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, tutte categorie merceologiche che possono trovare ampi sbocchi nei mercati che si affacciano sulla sponda meridionale del mediterraneo.

Queste considerazioni per dire che anche grazie a rinnovate relazioni con il Mediterraneo Frosinone può ambire al ruolo di “piccola capitale”

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