Significativamente Oltre

INTERVISTA: ONOREVOLE FARINA

Rifondazione comunista-Sinistra europea

di Salvatore Viglia

«Non appartengo ad una sinistra che qualcuno definisce radicale. Questa è una sinistra del buon senso».

Le metamorfosi che riguardano i DS con la formazione del Partito Democratico, sono da considerarsi un fenomeno fisiologico della sinistra, oppure si tratta di calcoli d’opportunità.

Non si tratta di processi fisiologici. Sono scelte di un modello di riferimento di carattere epocale. Scelte di oltrepassamento del ‘900 attraverso una rotta che scimmiotta l’esperienza americana. Guarda al bipolarismo. In questo senso, c’è preoccupazione sui risvolti che potrà avere relativamente alla riforma della nuova legge elettorale. Accelera, anche a sinistra, la formazione di aggregazioni e quindi, per converso, è chiaro che una sinistra che qualcuno etichetta come radicale ma che io credo sia di buon senso, anch’essa tenderà, specularmene, a formare aggregazioni più ampie.

Una volta finito con i DS, si ricomincerà dalla sinistra radicale passare prima al Partito Comunista, poi a quello che è rimasto dei DS, per poi confluire nel PD e via discorrendo, è un processo a catena?

Non credo sia un processo a catena. Piuttosto potremmo definirlo un processo di contemporaneità.

Non per niente Rifondazione Comunista ha aperto un cantiere ancora prima, devo dire, in tempi non sospetti, aprendo alla società attraverso i progetti di sinistra europea. Questo cantiere tende a mettere in relazione la sinistra europea e quindi anche Rifondazione al suo interno, con altre forze radicali che si sono costituite ai margini di Rifondazione.

In particolar modo, possiamo guardare, sul piano della rappresentanza, i comunisti italiani piuttosto che i verdi immagino, ed alla sinistra DS fino a quando non entrerà, e se, nel Partito Democratico.

Sono processi che viaggiano in parallelo, rispondono ad esigenze diverse.

Alla luce del primo anno al governo, pensa che una sinistra come la sua sia più idonea a fare opposizione pura o sia, invece, anche in grado di governare? Sembra vi siate allineati.

Credo che, in quest’anno di governo, alcune forze della maggioranza abbiano avuto molto ed altre meno. Se ad essere governisti, significa seguire il programma dell’Unione allora, penso, sia un buon passaggio.

Purtroppo, in questi mesi, si è evidenziato uno scostamento forte dell’azione di governo dal programma anche se sia stato sottoscritto e che gli italiani hanno, sostanzialmente, votato.

Si aspetta qualche altro scivolone del governo?

No. Io aspetto che su alcuni punti centrali, faccio due esempi che sono chiaramente esplicitati, uno della riforma delle attuali leggi sull’immigrazione, la Bossi-Fini, e l’altro con l’abrogazione, perché questo c’è scritto sul programma dell’Unione, della Fini-Giovanardi sulle droghe, si rispettino gli impegni.

Penso che sia stato annunciato dai ministri competenti affinché arrivino dei segnali alla società nel solco del programma. Se questi non arrivassero, chiaramente, sarebbe un problema. Non dimentichiamoci che, sulla materia di politica economica, mi sembra che le frizioni esistenti in tempi di finanziaria, persistano tutt’oggi.

Se cadesse questo governo consegnereste il governo del Paese al centrodestra su un piatto d’argento proprio in un momento di grandi difficoltà di coalizione della Cdl.

A me sembra che ogni ipotesi di similitudine con la precedente caduta di Prodi, non sussista. Anzi, mi sembra che questa sinistra che qualcuno etichetta come radicale ma che io continuo a definire di buon senso, abbia fatto sforzi enormi e pagato un prezzo anche con lacerazioni non semplici con la sua base e dentro la società. Non mi sembra che le altre forze dell’Unione, anche quelle che si definiscono più centrali e moderate, stessero facendo lo stesso sforzo. Pensiamo, non so, all’Udeur di Mastella sulla questione del DI.CO che pure sono tratteggiati sul programma; pensiamo all’IdV di Di Pietro sulla vicenda dell’indulto.

Solo prendendo a modello questi due esempi che le ho appena citato, si capiscono i grandi sforzi che stiamo facendo. Qualcuno, però, dovrebbe sgomitare un po’ meno.

Come dire portate pazienza?

La pazienza si porta sino a che è utile. E’ evidente che, a fronte della pazienza, ci siano forze che stanno tirando fortemente la corda. E la corda non è un collare!

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