Significativamente Oltre

zingaretti

I territori, centri di eccellenza

territoridi Giuseppina Bonaviri

(Già molti mesi fa l’innovatrice Bonaviri nella sua campagna elettore come Sindaco indipendente tratteggiava questo percorso che – nella prima conferenza di Zingaretti Presidente svoltasi Frosinone di  qualche giorno fa – ritorna quale tema centrale del suo dibattere. I veri Innovatori precorrono sempre i tempi !)

Ripiegamenti dei partiti, faide negli enti locali, incertezze di ritorno, continue transizioni di correnti, danno ragione del corto circuito di una politica bloccata da dosaggi , da meccanismi elettorali statici, da stanchezza della rappresentatività nei territori.

Un profondo rinnovamento prevede un cambio di rotta: l’inclusione, il coinvolgimento, la partecipazione , la piena cittadinanza. La forza dei territori diviene fondante per nuove identità, è una riserva di autonomia e pluralismo.

Non si può continuare a pensare che il territorio rimanga solo il bacino di esercitazioni da parte degli apparati e di amministratori sull’orlo di una crisi di nervi per questioni morali .

Testimoniare discontinuità rimanendo vincolati agli equilibri legati alle appartenenze di ieri non è rispettoso per i tanti nostri concittadini ne per coloro che rimangono legati alle vecchie logiche di potere ne per l’autorevolezza di una leadership che vada coniugata con il protagonismo e la vivacità di una intera comunità.

Partiti personali e derive presidenzialistiche non appartengono alla nostra cultura, a noi che viviamo la politica come una opportunità per il riscatto civile e morale. Siamo per una sobrietà nell’attribuzione della giuda e della responsabilità di governo con la definizione di criteri e regole precise ed imprescindibili per le sfide che ci attendono e nel rispetto dei nostri simili.

Un appello va fatto anche alla Regione Lazio: sia portatrice seria di innovazione diventando un sistema policentrico che consente di rimettere in moto i territori con formule che accorcino il divario tra Roma metropolitana e il resto del Lazio attraverso una politica di coesione di tutti Comuni.

Chiediamo certezza di interventi mirati alla ripresa dell’economia locale mirati alla riqualificazione dei servizi e alla localizzazione di attività di eccellenza anche nelle periferie. La nostra provincia ciociara può giocare un ruolo da protagonista nella trasformazione di governi coordinatori di aree vaste con il rilancio di processi aggregativi e di riequilibrio.

Semplificare e snellire le procedure della macchina amministrativa( es. i tempi infiniti per le conferenze di servizi, per la formulazione di pareri tecnici, per il rilascio di nullaosta e autorizzazioni) primo passo di un ammodernamento.

La città capoluogo deve affrontare delle priorità programmatiche nei prossimi mesi: ripristinare l’alta sanità riaffermando il diritto alla salute, le politiche familiari, gli sprechi e le inefficienze dei servizi pubblici, la difficoltà all’occupazione stabile, il diritto allo studio e alla formazione, la crescita sostenibile, i patti per la sicurezza- cultura -turismo.

Da una Frusino senescente ed ingrigita ad una città sostenibile e dinamica inserita attivamente nell’area euro mediterranea, perno di flussi economici e culturali.

Il discorso di Zingaretti, candidato sindaco della Capitale

di Pierluigi Sorti

Addì 16 luglio 2012 , in  quel di Trastevere, nella piazza di S. Cosimato, Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma, ha lanciato il suo guanto di sfida per la conquista della poltrona di Sindaco di Roma Capitale.

Lo ha fatto con efficacia, dipanando il film di quello che sarà il suo vademecum di candidato a una carica che, almeno nella storia recente, è stata assai avara di gratificazione per chi  ha voluto interpretarla come propedeutica a progressi successivi nella politica nazionale.

Zingaretti,  consapevole o meno di questa circostanza, si è astenuto dall’enumerare attraenti traguardi,  rivolgendosi ai cittadini romani non per sedurli con promesse ma per chiedere il loro contributo , impegnandosi, non senza solennità,  ad ascoltarli  per affrontare unitariamente lo stato deprimente in cui ormai Roma è costretta a specchiarsi.

I cittadini hanno colto tale proposito come la via  obbligata per uscire dalla loro rassegnazione e ritrovare la strada maestra delle tradizioni più autentiche della loro città.

Il silenzio della sua allocuzione sui  tanti problemi che assillano Roma, di imponenza tale da tracimare facilmente in senso di impotenza, può facilmente essere perdonato, se non del tutto giustificato, data l’ ufficialità della dichiarazione della sua candidatura.

Dicasi questo in relazione ai pendenti problemi della nettezza urbana, alla crisi permanente della mobilità, ai piani urbanistici e alla colossale e tuttora incerta voragine debitoria del bilancio capitolino, peraltro di  non facile leggibilità anche dal punto di vista di un rapporto della Corte dei Conti di quasi tre anni or sono.

Ma il suo appello sulla necessità preliminare di ascoltare la gente, della irrinunciabilità della trasparenza politica, del metodo della verifica dei risultati, in sintesi della politica come servizio e non come privilegio,   non poteva non suscitare nella mente degli ascoltatori, la comparazione e le analogie con gli aforismi che hanno marcato tanti fenomeni, antichi e recenti, di movimentismo spontaneo.

Sono ben impressi nella più avvertita coscienza collettiva,la memoria recente dei girotondi, del popolo viola e, nella fase attuale, la evidente progressione, anche elettorale, del fenomeno del movimento di Grillo, depurabile o meno delle sue insidiose venature demagogiche.

Con la differenza, tuttavia, a favore di Zingaretti, di un solido presupposto che può conferire, a priori, maggiore credibilità alle sue parole : quello di poter vantare, ai suoi fianchi, la risorsa di un partito (ancora) organizzato che, con  le asserzioni menzionate, presenta, almeno teoricamente, innegabili attinenze.

La riuscita di Nicola ha un duplice e obbligato percorso da effettuare: la fermezza personale del mantenimento dei suoi propositi e , quale inderogabile e più problematica condizione, un diverso e più emancipato rapporto con il suo partito, nella convinzione che a nessuno può appartenere l’ esclusiva di una politica riformista.

Per le idee e gli uomini che sceglierà a coadiuvarlo, voglia e possa, Zingaretti, superare ogni reticenza sulle contraddizioni del Pd, inducendolo, in sede non solo romana, a modificare le troppe linee di condotta che, nei pochi anni della sua esistenza, hanno deluso, ampiamente e non poche volte, la pubblica opinione : come dimostrano gli oltre tre milioni e mezzo di elettori persi in un quadriennio.

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