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Resoconto dell’assemblea nazionale degli Innovatori Europei

Innovatori-Europei-defHanno partecipato in tanti, nonostante la scelta di una giornata infrasettimanale a quattro giorni dalle elezioni nazionali, all’assemblea nazionale di “Innovatori Europei”, che si è tenuta ieri 20 Febbraio 2013 alla Camera dei Deputati, per valutare le iniziative progettuali sviluppate in questi anni, in Italia e nel mondo, e per ragionare, attorno al manifesto politico, sul futuro del movimento associativo.

Rimanendo nell’area del centrosinistra, in cui è nata e cresciuta, Innovatori Europei apre al confronto con le tante realtà politiche portatrici di innovazione, rimandando agli Stati generali degli Innovatori Europei che si terranno a fine primavera.

Massimo Preziuso, presidente e fondatore del movimento, ha dato il via ai lavori, raccontando le attività svolte in un lungo start-up iniziato nel 2006 e che ha visto il movimento interessarsi e crescere attorno al dibattito politico del centrosinistra, proponendo tematiche di frontiera intellettuali ed innovative.

Zaira Fusco, moderatrice del dibattito, ha dato lettura dei saluti di Enrico Letta, vice segretario del Partito Democratico, e di Gianni Pittella, primo vice presidente del Parlamento Europeo agli Innovatori Europei.

L’incontro è poi proseguito con significativi interventi dai territori.

Giuseppina Bonaviri nel suo “Nuovo welfare nei territori del Lazio” ha introdotto il tema della necessaria attenzione, nel processo di rafforzamento dell’Unione Europea, ai territori e in particolare ai piccoli comuni, in un Paese in cui essi rappresentano la netta maggioranza in termini demografici.

Osvaldo Cammarota ha proseguito con “Innovazione politica e istituzionale in Campania“ raccontando il lavoro svolto da Innovatori Europei in Campania durante le primarie per la premiership del centrosinistra, con l’avvio di un dibattito con alcuni candidati.

Vincenzo Girfatti ha concluso con “Innovatori Europei e Terra del Sud” raccontando l’evoluzione del percorso svolto a Caserta, con la nascita di Terra del Sud, oggi nostro partner propositivo e progettuale.

La giornata è continuata con un lungo panel di descrizione del lavoro che si svolge nei nostri centri studi, attraverso testimonianze di coloro che hanno contribuito alle varie attività.

La discussione è cominciata con un intervento dal titolo “Un futuro sostenibile per la Taranto dell’acciaio” che ha visto Massimo Sapienza parlare di come la città pugliese possa e debba  diventare luogo di eccellenza nel settore delle auto elettriche e delle rinnovabili.

Con “l’innovazione europea” Michele Mezza ha parlato della necessità di cambiare modo di affrontare il tema dell’innovazione, divenuto “mainstream”, spostando invece  a ragionare e legiferare per facilitare i “nuovi luoghi” di produzione di informazione a diventare i naturali nuovi produttori di benessere e lavoro.

E’ poi intervenuto Nello Iacono che ha raccontato le tematiche di attualità connesse alla “Carta d’intenti per l’innovazione in Italia” scritta dai nostri amici di Stati Generali dell’Innovazione.

Si è poi passati al centro di competenza sulle “politiche europee e mediterranee”.

Paolo Di Battista ha introdotto il tema “Stati Uniti di Europa”, che richiede passaggi intermedi di rafforzamento delle istituzioni europee, in particolare il Parlamento Europeo, e la progressiva centralizzazione, a livello comunitario, di nuove politiche.

Luisa Pezone con “La nuova Europa nel mediterraneo” ha poi proseguito sull’importanza del mediterraneo quale bacino naturale di costruzione dell’Europa dei prossimi anni, dei limiti di budget dedicato a questo tema, e della forte e naturale centralità dell’Italia in un’Europa unita che guarda a Sud.

Salvatore Viglia con “Quale futuro e quali opportunità per le comunità italiane all’estero?” ci ha raccontato delle enormi potenzialità che risiedono negli italiani residenti in tutto il mondo, quali naturali ambasciatori della cultura e per lo sviluppo del Belpaese.

Antonio Diomede è intervenuto sul tema “Salviamo il pluralismo radiotelevisivo dal conflitto d’interessi” parlandoci dell’importanza di rivedere l’intervento pubblico in questo settore, per contrastare il predominio di pochi sulla scena dell’informazione, e le conseguenze negative in termini di libertà di informazione.

Mario Di Gioia ha continuato sul tema “Innovazione in musica, arte e spettacolo” chiedendo l’impegno forte di Innovatori Europei in rappresentanza di settori legati alla cultura e all’informazione oggi presi in ostaggio da interessi di pochi.

Infine, un interessante panel di presentazione di alcuni progetti del Think Tank BRICS, aperto con una rapida descrizione del progetto “Italia – India” sviluppato da Asif Parvez incentrato sul tema della sostenibilità dell’acciaio.

Ha proseguito Rainero Schembri, che ci ha raccontato della “importanza del trattato UE-Mercosur”, e di rivederlo per non perdere i rapporti con un Sud America, ricco di saperi e ricchezza italiana.

Infine, abbiamo avviato il capitolo Italia-Cina, e delle enormi opportunità di dialogo e crescita proveniente dalla facilitazione di partenariati italo-cinesi,  con introduzione Carlotta Maraschi e l’intervento di Lifang Dang, dal titolo  “Attrazione di investimenti cinesi in Italia: come?”

La giornata si è conclusa con un vivace dibattito, incentrato sul nostro manifesto politico aperto, dal titolo “tra lavoratori e produttori”, alla presenza di Arturo Artom (RI), Pier Virgilio Dastoli (Movimento Europeo), Sandro Gozi (PD), Claudio Sperandio (Movimento Cinque Stelle), che ne hanno condiviso temi e impostazione.

Massimo Preziuso ha infine chiuso i lavori, salutando i tanti amici intervenuti con calore e partecipazione, sperando di proseguire con loro un percorso che è sempre tutto da costruire e che vedrà a fine primavera un momento di riflessione ancora più strutturato negli “Stati Generali degli Innovatori Europei”, in cui il movimento si incontrerà – a discutere e ad implementare proposte comuni – con i tanti soggetti politici ed intellettuali con cui discute ormai da anni.

Nei prossimi mesi, Innovatori Europei continuerà ad essere un originale luogo di dibattito e di proposta di policy making di frontiera, rafforzando appunto il dialogo con quei partiti politici e  movimenti portatori di innovazione, al fine di facilitare interventi legislativi atti a migliorare la vita delle tante realtà e settori che oggi rappresenta.

Anno Domini 2013: REA ricomincia con fiducia e tanta tenacia

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di Antonio Diomede, Presidente REA

Noi della REA, abituati come siamo alla sofferenza, di fronte alla crisi e alle angherie subite in tutti questi anni dalla mala politica e dalla mala gestione di interi comparti istituzionali non ci arrendiamo. Anzi, la nostra tempra si fa più dura e , come per miracolo, ci sentiamo più freschi e più tosti di prima. Abbiamo lasciato alle spalle un anno disastroso per l’economia del Paese a causa di politiche sbagliate portatrici di interessi particolari piuttosto che d’interessi generali e di tutela dei diritti costituzionali. Così i ricchi sono diventati più ricchi mentre i poveri sono diventati più poveri. Chi pagava già tante tasse, ne paga ancor più grazie alla falsa concezione “montiana” di credere nel pareggio di bilancio dello Stato attuando, si, una politica economica rigorosa, ma unicamente a carico dei piccoli e medi imprenditori, dei lavoratori, dei pensionati. Il risultato della politica attuata dall’illustre Professore è sotto gli occhi di tutti. Ampie fasce del ceto medio sono state letteralmente scaraventate verso la povertà; i poveri verso la disperazione. Senza scomodare le grandi filosofie di politica economica liberiste e marxiste, già Quintino Sella, storico ministro delle finanze (1864-73), intuì che per risanare il bilancio dello Stato dell’epoca era necessario adottare misure fiscali rigorose, impopolari, ma efficaci per la rapidità con cui si riesce a rastrellare risorse. Quintino Sella, però, non essendo legato a particolari interessi economici (lobby), fece ciò che qualsiasi persona onesta avrebbe fatto al suo posto. Cioè, andò a cercare i soldi soprattutto lì dove c’erano, scontrandosi con i ceti alti e, perfino, con la Chiesa quando decise di mettere in vendita alcune sue proprietà. Il risultato fu una generale ripresa economica del Paese nonostante le grandi agitazioni della classe operaia dovute più per motivi ideologici che di persecuzione fiscale. La differenza tra Quintino Sella e Monti è abissale in termini di ideali, di stile e di interessi. Che Monti, una volta al Governo, non si sarebbe mai impegnato in “politica”, non ci ha creduto mai nessuno e stupisce il fatto che Napolitano abbia sostenuto che “in quanto senatore a vita, Monti, non avrebbe potuto presentarsi nella competizione elettorale”. Ingenuo Napolitano? Troppo furbo Monti? Alla fine un intero Paese è stato gabbato da un manipolo di Professori tutti, più o meno, impegnati nella difesa degli interessi del Potere Finanziario; cioè di quel Potere che nel 2009 fu capace di mettere in crisi l’intera economia occidentale per l’uscita dalla quale gli Stati Uniti di Obama pagarono a suon di miliardi di dollari il risanamento del sistema bancario americano. Sono favole? Si pensi ciò che si vuole, ma i fatti sono tutti lì. Basta fare mente locale e ricordare la feroce lotta in atto tra i noti poteri forti degli ultimi vent’anni per capire il senso della competizione elettorale che stiamo vivendo. Essi sono: il Potere Finanziario, il Potere Mediatico, il Potere Partitico, il Potere Giudiziario e il Potere Militare il (apparentemente dormiente), tutti discretamente super sorvegliati dal Potere temporale della Chiesa.

Il Potere Partitico, inteso come espressione del nobile Primato della politica, subì gravissime perdite con la fine della prima Repubblica per mano del Potere Giudiziario che decise di entrare in politica con “Italia dei Valori” di Antonio Di Pietro.

Negli anni ’90, il nascente Potere Mediatico, costituitosi in partito con “Forza Italia”, ebbe il sopravvento governando un ventennio per, poi, capitolare nel 2011. E’ già accaduto che ogni venti anni ogni forma di potere politico finisce per logorarsi. E’ successo con il ventennio fascista del ‘21, il ventennio democristiano del 47’, il ventennio del centro sinistra del 63’ e il ventennio berlusconiano del 94’-2011

Sulle ceneri della sconfitta del Potere Partitico del 94’ e Mediatico del 2011 si è fatto prepotentemente fatto avanti il Potere Finanziario, rappresentato dai Professori di Monti i quali, dopo aver giurato al Capo dello Stato di volere “il bene del Paese” e di svolgere una “missione francescana”, rinunciando perfino allo stipendio (non è vero naturalmente!), ora li vediamo in campagna elettorale nella disperata lotta per mantenersi le “poltrone di governo” ricevute come manna dal cielo del Quirinale non si capisce ancora bene per quali particolari meriti se non quelli di essere stati professori della Bocconi e consulenti dell’alta finanza e dei banchieri europei.

Lo scenario dell’attuale campagna elettorale, dunque, è una partita tra questi tre poteri “forti”, arbitro il Vaticano, i quali si stanno contendendo il governo del Paese con le stesse regole elettorali del “porcellum” in modo da poter controllare “uomini e mezzi” che andranno a far parte del nuovo Parlamento. A proposito di mezzi, in tale lotta di potere, il controllo dei mezzi di comunicazione è fondamentale per vincere o perdere la battaglia ed è questa la ragione per cui il cav. Berlusconi è ridisceso nuovamente in campo. Lui, non fidandosi di nessuno, vuole personalmente difendere ciò che si è “donato” in un ventennio di “governo di conflitti d’interessi”. Sono stati i venti anni di consolidamento delle Reti Mediaset e di distruzione pianificata dell’emittenza locale per mano del suoi vassalli Gasparri & Romani e con la complicità della Lega. Per noi radiotelevisivi, pensare di rimettere al governo lui e i suoi alleati significa suicidarci!!!!!

Le valutazioni sulle altre forze politiche in campo, ognuno faccia da sé, ma attenti ai “montiani” cioè alle Banche e ai banchieri.

Allora che si fa? Non dobbiamo certamente mollare. Dobbiamo guardare a quel po’ di nuovo che sta emergendo per la riconquista del Primato della politica quale unica via d’uscita per risolvere la crisi economica del Paese che, fondamentalmente, è “crisi di valori” etici, morali e culturali.

In tal senso, la REA è impegnata nella campagna elettorale ma ciò non significa che abbia preso “partito”. La REA è e rimane apartitica però appoggerà quelle forze politiche che s’impegneranno nella difesa dei diritti costituzionali come le libertà di comunicazione e informazione, la libertà d’impresa per la massima occupazione in uno Stato che mantenga alto il livello della dignità umana con adeguata assistenza sociale e previdenziale.

Pertanto è intendimento della REA chiedere a tutte le forze politiche in competizione cosa intendono fare per restituire alle emittenti locali le negate libertà costituzionali per le quali negazioni il Governo Berlusconi, con il suo conflitto d’interessi, ha provocato la chiusura di 350 emittenti e il licenziamento di 2800 lavoratori. In particolare, la REA, intende chiedere quanto segue:

1. Riassetto del sistema radiotelevisivo

a) revisione del piano di assegnazione delle frequenze televisive con esplicito impegno a recuperare le sei frequenze dell’ex beauty contest da destinare all’emittenza locale in modo tale da far rientrare in graduatoria tutte le emittenti escluse dai bandi farsa;

b) impegno a non concedere ai telefonici la banda 700 (canali dal 50 al 59) così come vorrebbe la lobby delle Telecom europee;

c) attuazione del piano di assegnazione delle frequenze radiofoniche analogiche e digitali in modo tale da eliminare tutte le problematiche interferenziali per dare certezza di lavoro alle radio locali nel rispetto dei diritti costituzionali;

 

2. Normativa dei diritti e doveri

a) diritto alle provvidenze di sostegno all’editoria radiotelevisiva locale con sconto dell’ 80% sui consumi di energia elettrica e spese telefoniche da effettuarsi direttamente in bolletta;

b) diritto all’accesso gratuito alle agenzie di stampa;

c) revisione della normativa sul diritto d’autore e diritti connessi;

d) regolamentazione per legge delle indagini di ascolto radio e tv

e) revisione del regolamento sui contributi derivanti dalla 448/98 per la tv e della 448/01 per radio prevedendo la erogazione secondo le direttive europee di max 30 giorni dalla data della domanda

 

3. Poteri sindacali

a) impegno a ripristinare la Commissione per l’Assetto Radiotelevisivo per le consultazioni preventive alla emanazione di leggi e normative di settore;

b) impegno a destinare alle associazioni accreditate una sede presso il Dipartimento Comunicazioni per lo svolgimento delle funzioni sindacali;

 

Tutto questo la REA chiederà alle forze politiche in competizione elettorale per un confronto diretto e trasparente che sarà dibattuto a Sanremo nell’ambito del “Forum Musica & Informazione” in occasione del Festival della Canzone Italiana.

Le emittenti radiofoniche e televisive interessate a partecipare alla battaglia della REA per la difesa alla libertà d’antenna , conquistata con la sentenza 202 della Corte Costituzionale nel 1976, sono invitate a sottoscrivere l’adesione per essere di più e più forti per vincere.

 

San Cesareo, 10 gennaio 2013

                                                                                            Antonio Diomede, Presidente REA

 

Le Primarie – un buon segno per la democrazia. Intervista ad On. Rosato (PD) nel circuito Radio-Tv REASAT

LE PRIMARIE

(un buon segno per la democrazia)

scarica l’intervista e mettila subito in onda

www.reasat.it/content/iniziative/rosatipd.mp3  

Il buon vento politico lo si avverte dall’importanza che, stampa e  radiotelevisione pubblica e privata, uniche cartine al tornasole del grado di libertà esistente in un Paese democratico, stanno dando alle Primarie in atto nel Partito Democratico e nel centrosinistra. Ciò altro non è che esemplare esercizio per un nuovo corso di rinnovamento delle rappresentanze nei due rami del Parlamento e nelle formazione del Governo.

Il problema del rinnovo della classe dirigente del Paese però rimane impantanato tra le maglie della polemica “rottamazione si” “rottamazione no”. Non credo che un rinnovo effettivo e, radicale, possa essere assunto con tali magiche formule.

La REA, raccogliendo gli intenti politici del movimento Innovatori Europei per una Europa Unita su basi innovatrici e politiche, credo che aiuti a dipanare la confusione che si è venuta a creare per via di tale dialettica “rottamatrice” che non fa bene né a coloro che la predicano né, in generale, alla causa di un “reale rinnovamento” del Paese e alla costruzione di una Europa dei popoli e non delle lobby politiche ed economiche-finanziarie.

Infatti per tale duro e complesso cammino non credo possano essere sufficienti gli entusiasmi dei giovani senza l’apporto determinante di coloro che la politica l’hanno saputa onestamente e responsabilmente fare e la sanno governare nei programmi e nei fatti concreti.

Pertanto nelle Primarie del Partito Democratico e del centro sinistra si affermino le nuove proposte, ma se non sono unite all’esperienza  di Bersani il rischio dello stallo è altissimo.

Alla prossima tornata, nelle Primarie del Centro Destra,  mi auguro si segua lo stesso stile e si dia nuovo impulso alla vita democratica del Paese.

Se condividi il pensiero scrivi CONDIVIDO  e invia a antonio.diomede@tiscali.it

San Cesareo, 23 novembre 2012

                                                                      Antonio Diomede

                           Presidente REA – Radiotelevisioni Europee Associate

Primarie: associazione ‘Innovatori europei’ sostiene candidatura Bersani

(ASCA) – Roma, 3 ott  L’associazione Innovatori europei sostiene la candidatura di Pier Luigi Bersani alle primarie del centrosinistra.

 

”Crediamo – ha dichiarato Massimo Preziuso, presidente di Innovatori Europei dopo l’incontro con Roberto Speranza, coordinatore del comitato Bersani – che Bersani sia il candidato che esprima la giusta sintesi tra credibilita’ e rinnovamento, e l’unico politico che possa portare avanti, da subito e con serieta’, le istanze per le quali il nostro movimento si batte da anni”.
”Speriamo di avviare presto una collaborazione concreta col segretario – prosegue Preziuso – perche’ riteniamo che queste siano tematiche fondamentali in un’agenda di governo.

Innovatori europei nasce nel 2006 dando il proprio contributo dalla societa’ civile, dalla quale conserva le basi, alla nascita del partito democratico. L’associazione si occupa di temi legati ai diversi campi dell’innovazione: dalle energie rinnovabili allo sviluppo sostenibile, all’implementazione di un welfare nei territori, alle problematiche legate alle frequenze radiotelevisive, alla riforma delle istituzioni europee.

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