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Il collegamento ferroviario Taranto – Potenza – Salerno: tra una minacciata chiusura e la opportunità di uno sviluppo interregionale

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Dopo una giornata nella natìa Potenza, e dopo aver riflettuto per la ennesima volta sull’argomento, mi piacerebbe aprire con voi tutti un ragionamento sulla eventuale fattibilità di un investimento sull’alta velocità ferroviaria tra Taranto, Potenza e Salerno, proprio quando, in queste settimane, Trenitalia potrebbe cancellare uno dei due treni (“lenti e scomodi interregionali”) che rappresentano oggi l’unico collegamento ferroviario (ma non solo) sulla linea Taranto-Potenza-Salerno-Roma, rischiando di isolare ulteriormente le città di Taranto e soprattutto quella di Potenza dal resto di Italia.

Come si puo’ facilmente capire dalla osservazione di una normale carta geografica, il rafforzamento (idealmente in Alta Velocità) ferroviario della linea Taranto – Potenza – Salerno, nell’epoca della rapidità delle decisioni, potrebbe aprire enormi opportunità di sviluppo per il mezzogiorno, a cominciare dalla migliorata comunicazione (economica e culturale) tra le tre regioni Puglia, Basilicata e Campania.

Ad un argomento come questo, molti qui a Potenza, sopratutto i meno giovani, da sempre replicano dicendo che il progetto non si “reggerebbe mai sulle tariffe – il prezzo dei biglietti” e soprattutto che “la Basilicata (e anche il tarantino) non viene considerata da Trenitalia (e nemmeno nelle politiche infrastrutturali dei governi) perchè manca di utenza – ricchezza”. 

Ma io ricordo dai libri di finanza pubblica che progetti come questi vanno sempre valutati in ottica “estesa”, cioè incorporando le cosiddette esternalità sociali (in questo caso chiaramente positive).

Allora, mi chiedo e vi chiedo: ma non è questo il classico progetto infrastrutturale su cui sarebbe natuale investire risorse europee? E se non questo, quale?

“Cristo si è inesorabilmente fermato ad Eboli”, o si puo’ provare a ragionare in ottica inter – regionale sulla realizzazione di progetti di questo tipo?

Perchè non mettere allo stesso tavolo le istituzioni delle tre Regioni, o le tre province, per farle discutere su un co-investimento di questo tipo, che è chiaramente un progetto di tipo strategico e di lungo periodo, soprattutto se si guarda all’Italia di domani che sperabilmente sempre più vedrà nel suo Mezzogiorno una piattaforma logistica euro-mediterranea ?

Ed infine mi chiedo: ma realtà come Innovatori Europei possono dire la loro su questioni come queste?

Se vi va, fatemi sapere che ne pensate.

Massimo Preziuso

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