Significativamente Oltre

smart city

E’ nato il progetto di Area Vasta Smart dell’Ente Provincia di Frosinone – Presidente Giuseppina Bonaviri

Il progetto di Area Vasta Smart dell’Ente Provincia di Frosinone -Tavolo provinciale Patto di solidarietà sociale- nasce con l’intento di pianificare sviluppo ed innovazione per  il miglioramento di un processo di coesione sociale aperto ai nostri territori.

La costruzione di una Reale Rete integrata nella direzione della sostenibilità complessiva delle funzioni di Area Vasta  sovracomunale nata con protocolli di intesa attivati tra amministrazioni comunali e soggetti interessati alla cooperazione interterritoriale avvia un processo unitario di Linee Guida condivise quale accesso sinergico  intra-istituzionale e promuove sperimentazione congiunta con approcci equi tra centro e periferia  sia nel campo della Smart Region and City che della Smart Nation e Smart Specialisation, per il miglioramento della governance locale.

In sintonia con il mandato europeo sosteniamo da tempo che le diversità non sono un deterrente ma aiutano lo sviluppo delle menti e delle idee. Ecco allora che la Campagna di sensibilizzazione “ Diamoci la mano” che ci vede impegnate-i già dal  2014 nel territorio ciociaro quest’anno porterà avanti, nella macro area regionale ed oltre, un percorso di innovazione e modernizzazione grazie al coinvolgimento degli amministratori, delle scuole, della cittadinanza tutta. In occasione della giornata della donna o meglio del mese dedicato alle donne, la Campagna diviene l’occasione centrale per ribadire quali gli obiettivi che Governo ed Enti locali devono svolgere per la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e della violenza fisica-sessuale-psicologica, di vittimizzazione nell’infanzia, di molestie sessuali e stalking, di abusi subiti via internet, per la promozione delle pari opportunità e come la partecipazione attiva ne determini il cambiamento.

Gli obiettivi enunciati nella Convenzione di Istanbul e nelle conferenze intra governative europee trovano riscontro nella sostanza solo se a partire dalle periferie italiane: ciò sta avvenendo nel nostro entroterra grazie al ferreo impegno promulgato in questo anno dalle-gli innumerevoli interpreti che hanno garantito alla nostra iniziativa provinciale di qualificarsi quale promotrice di buona pratica sopra i personalismi di progettualità anacronistiche.

Il mese di marzo sarà, per tutte-i noi, ricco di iniziative. La Campagna 2015 decollerà il 4 marzo presso l’atrio dell’Ente Provincia con una apertura artistica simbolica e, con scadenze periodiche, ci porterà a toccare le tante amministrazioni comunali ciociare che hanno aderito al Protocollo di intesa in sintonia con un percorso condiviso con le scuole primarie e secondarie. Prenderà il via, così, una maratona ricca di riflessioni a più voci e mirata alle criticità anche in materia di parità di genere. Si toccheranno temi quali l’uguaglianza nel lavoro, l’esigenza di conciliare lavoro, salari e famiglia e ancora dalla presenza delle donne nelle posizioni decisionali, della salute e dei diritti riproduttivi delle stesse nonché dalla carenza attuale di strutture scientifiche adeguate ad accogliere le enormi sfaccettature del mondo femminile e, innanzitutto, delle famiglie.

Dunque, attivando la costruzione di una reale “Rete delle Reti Integrata” tra società civile, amministrazioni ed istituzioni, movimenti e realtà coinvolte oltre il livello intra territoriale abbiamo  segnato il passo di una evoluzione, meglio dire di quella svolta emancipativa del nostro entroterra che ricade con i suoi benefici sull’intera comunità.

Sarà l’occasione per riconfermare ancora una volta che la battaglia contro l’indifferenza e l’intolleranza riconsegna a tutto il genere umano diritti ed equità.

 

Un governo all’Ombra

 
di Gaetano Buglisi – sosrinnovabili.it
 

Una conferenza stampa lunga, dove i silenzi sembrano aver pesato più delle stentate parole.

Il presidente del consiglio Monti ieri , con la sua chilometrica conferenza stampa, non ha rafforzato la prospettiva di un rilancio competitivo dell’economia italiana. Troppe le reticenze e le omissioni.

Davvero sconcertante, in un economista concreto del suo profilo, che piacerebbe come genero ad ogni massaia tedesca, come lui stesso si è voluto definire, l’ammissione che fino ad ora non ha ancora valutato la possibilità di trattare con la Svizzera le forme dei rientri dei capitali fuoriusciti. Come invece Germania e Inghilterra hanno già fatto, ricavando introiti fiscali per alcune decine di miliardi di Euro.

Dal cilindro del governo, come segnale di una manovra espansiva, sono uscite solo la riforma delle pensioni, che per almeno 5 anni poco cambierà negli assetti finanziari del paese,e una revisione del catasto che alzerà comunque la pressione fiscale indiscriminata.

Comunque erano due passaggi che andavano affrontati. Ma il resto? E sopratutto dov’è un’idea forte, accelerata , concreta e praticabile per triplicare in tre anni l’incremento del PIL?

Non a caso il silenzio sulla crescita è pari alla rimozione del tema ambientale, e specificatamente della questione energetica.

Nemmeno la benzina a 1,750 ha smosso le acque. Indifferenza anche per le minacce libiche di rivedere gli accordi di fornitura di gas e petrolio, o per i rischi sul prezzo dei derivati petroliferi che potrebbero esplodere con una probabile crisi militare Americo-Iraniana.

Insomma nemmeno l’emergenza smuove la montagna di indecisione del governo.

L’energia è oggi l’unica reale leva che può rimettere in moto il paese. Si tratta esattamente dell’equivalente delle autostrade alla fine degli anni ’50: un’infrastruttura che guida e da forma al sistema di sviluppo del paese, con moltiplicatori sull’indotto, culture e comportamenti sociali diffusi, modelli di fruizione pervasivi.

Su questo tasto stupisce anche il silenzio dei residui di critica e controlli parlamentari. Nemmeno le forze che esibiscono un’opposizione truculenta, e in larga parte ingiustificata visto la loro recente esperienza governativa, sfiorano il tema. E del resto come potrebbero i partiti che hanno appoggiato il decreto Romani alzare il sopracciglio di fronte all’inerzia del governo sulle misure energetiche.

Uno sprazzo di speranza ci era venuta all’indomani della chiusura della conferenza internazionale di Durban sul clima, dove il ministro Clini aveva con forza difeso la leadership italiana per un impegno concreto alla modifica di pratiche e di consumi che stanno uccidendo il pianeta. Lo stesso Ministro dell’Ambiente, qualche ora dopo la chiusura di Durban era volato a Firenze, dove si teneva il meeting internazionale delle città del mondo, per lanciare una sfida di alto profilo: se gli stati sono sordi, le città non potranno ignorare le condizioni di vita concrete e con esse noi vogliamo rilanciare la sfida per un ambiente salubre e competitivo.

E’ questo il cuore di un progetto che andrebbe fatto vivere dal governo: un grande piano che facendo leva sulle città italiane,avvii progetti di riconversione tecnologica dei sistemi energetici, sulla base delle nuove forme sociali ormai diffuse dalla rete: autoproduzione e scambio di energia rinnovabile sui tetti dei condomini.

E’ una rivoluzione che abbiamo già visto nel campo della comunicazione, con il passaggio dal calcolatore al personal computer e poi ai socialnetwork cooperativi.

A spingere questo processo è la stessa legge di Moore, che ha reso l’informatica distribuita un fenomeno che periodicamente moltiplica la potenza e riduce i costi. Già oggi, tutti i più accreditati, ed indipendenti, centri di ricerca ci spiegano che il costo del kilowattore fotovoltaico è già competitivo con le fonti fossili e fra tre anni sarà straordinariamente conveniente, versatile e gestibile.

Cosa pensa il governo Monti? È possibile legare gli investimenti previsti dal Cipe e pianificati dal nuovo ministero della coesione nazionale ad un piano di connettività energetica, che parallelamente alla banda larga immetta in una rete virtuale di micro produttori di energia gradualmente le periferie di 50 città italiane e successivamente di altre 500?

Non potrebbe essere questo uno di quei progetti che ci vengono sollecitati da grandi investitori, come ad esempio il costituendo fondo cinese per gli interventi industriali in Europa?

Sosrinnovabili, insieme agli Innovatori Europei, ha lanciato un cantiere rinnovabile, un manifesto per l’economia fotovoltaica, con alcune proposte concrete. Fra queste anche l’istituzione di un fonso immobiliare che valorizzi il risanamento ambientale dei territori metropolitani, investendo sull’incremento del valore degli immobili e delle attività di servizio che deriverebbe. Dall’abbattimento dell’uso di combustibili fossili.

La cassa Depositi e Prestiti non potrebbe essere il volano di una grande alleanza fra comuni, fondazioni bancarie, centri di ricerca universitarie per avviare, esattamente sullo schema che la Cassa sta seguendo per la banda larga, piani di intervento territoriali, che sostituiscano spese per combustibili fossili e risanamento am,bientale con investimenti per il fotovoltaico?

Proprio Jeremy Rifkin, il grande esperto dell’economia rete, consulente dell’Unione Europea, qualche settimana fa in un ‘intervista al Corriere della sera parlò dell’Italia come dell’Arabia Saudita del sole. Gli stessi cinesi non si capacitano come un paese come il nostro ancora esita ad impegnarsi profondamente nell’unica materia prima abbondante, disponibile e moderna, che ha sopra la sua testa. Quanto possiamo aspettare ancora all’ombra di un’inerzia che potrebbe rivelarsi fatale, oltre che non spontanea?

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