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Mediocrità, maschilismo ed autoritarismo nel comitato dei “saggi” di Napolitano

Oggi il Paese vive un passaggio fortemente negativo.

Nel provare a gestire una crisi politica che sembra non avere soluzioni il Presidente della Repubblica Napolitano ha dato vita, in poche ore, al Comitato dei “saggi” che dovrebbe governare questo vuoto di potere.

La politica, i partiti politici, i cittadini sembrano sempre più relegati nel ruolo di spettatori passivi ed invisibili.

Nonostante la gestione negativa del governo tecnico Monti, il Presidente Napolitano continua sulla strada del “presidenzialismo”, questa volta nominando un “governo” misto, tutto al maschile e anche un po’ “mediocre” per la presenza di molti normali profili burocratici-istituzionali.

Non si vede poi la presenza di donne, e questa è una disattenzione grave.

Una democratica indignazione ci assale nel constatare questa inedita quanto impensabile “soluzione governativa”.

Denunciamo apertamente questa visione maschilista ed autoritaria che appare una esplicita provocazione della gestione più obsoleta del potere maschio e connivente.

Ci appelliamo al Partito Democratico: si fermi la deriva iper – presidenziale, si blocchino questi stanchi rituali di palazzo voluti o il rischio di omicidio di quei pochi partiti rimasti in vita sul proscenio italiano sarà imminente.

 

Subito alle elezioni. Napolitano frusti i cavalli

 di Salvatore Viglia su L’Unità online

Non è certo questo il tempo per i tatticismi. Andiamo subito alle elezioni per scegliere un governo politico. Sotto gli occhi di tutti sono chiarissime ormai le posizioni assunte dai partiti.

Il rientro in campo di Berlusconi significa una cosa sola, che a destra vi è il nulla assoluto. Le lamentele, le indignazioni di quanti non vedono con favore questo rientro, sono a dir la verità e purtroppo, fuori luogo.

E continuiamo a dirci la verità tanto per non essere fraintesi, affideremmo il governo del paese a Casini che si propone in verità per candidare a sua volta Monti? Affideremmo il paese a Fini oppure a Montezemolo, e per fare cosa? Forse Gasparri, no, Matteoli? La Santanché oppure Meloni? Lo stesso Alfano non ne avrebbe le fattezze checché.

La colpa della discesa in campo del Cavaliere è tutta da attribuire alla destra attuale che non presenta neanche per nomea personalità in grado di guidare quel carro.

Il Presidente Napolitano non deve ostinarsi a protrarre questo “scristo” inutilmente. Tenere per le briglie tutti al solo fine di protrarre la via crucis di un mesetto, francamente ci sembra una esagerazione.

Non avremo nessun beneficio da questa agonia masochista. Un mese non è un anno e ciò che non si è fatto in un anno non si farebbe certamente in trenta giorni.

Ci meraviglia però come non sia il PD a recarsi al Quirinale con la richiesta formale al Presidente Napolitano di sciogliere le Camere e di indire le elezioni, se possibile, domani mattina.

A Bersani, dopo la vittoria delle primarie con i numeri che il partito vanta secondo i sondaggi, manca solo questo atto che altro non significherebbe che manifestazione di forza e determinazione. Non c’è altro da fare.

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