Significativamente Oltre

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Domenica 10, ore 11, Potenza: Incontro con Innovatore Europeo Mario Polese, candidato al consiglio regionale di Basilicata

Innovatori-Europei-poleseDomenica mattina, 10 novembre, incontriamo a Potenza Mario Polese, innovatore europeo e candidato al consiglio regionale di Basilicata del 17 novembre. Parliamo di Basilicata, provando a declinare percorsi di sviluppo innovativi. Vi aspettiamo a Via del Gallitello 163.
Ecco il link della pagina evento a cui parteciperanno molti innovatori lucani.
Parleremo di innovazione tecnologia, di sviluppo sostenibile, di cultura e media, di una nuova visione euro mediterranea, per una Regione de facto baricentro del mezzogiorno.
Vi aspettiamo domenica, a Potenza.

Con Mario Polese, Innovatori Europei si candida al Consiglio Regionale di Basilicata

Innovatori-Europei-defGli Innovatori Europei sostengono il coordinatore potentino Mario Polese nella competizione elettorale per il rinnovo del consiglio regionale lucano del mese prossimo.

“Mario rappresenta la migliore espressione della nuova società civile lucana impegnata” aggiunge Massimo Preziuso, Presidente degli Innovatori Europei.

“Sostenendo questa candidatura, la nostra associazione entra ancora più pienamente nel dibattito politico regionale, con l’ambizione di orientarlo il più possibile verso la progettualità del futuro. La nostra primaria finalità è quella di immettere nel dibattito pubblico e nel sistema produttivo lucano le tante energie presenti nel territorio”.

In programma, per le prossime settimane, un dibattito aperto alla cittadinanza sui temi dello sviluppo sostenibile trainato dal know – how e dalle risorse economiche derivanti dal polo petrolifero regionale.

Un centro di ricerca euromediterraneo sulle tecnologie e risorse energetiche del futuro. In Basilicata

di Massimo Preziuso (su L’Unità)turbina

La Lucania è terra di risorse naturali preziose, che la dovrebbero rendere tra le più ricche di Italia.

Eppure, da sempre, e ancora oggi, le statistiche economiche dicono incredibilmente il contrario.

Secondo dati pubblicati dalla Banca di Italia, la regione Basilicata risulta sempre più arretrata nel contesto nazionale. PIL 2012 al -3% , disoccupazione attorno al 15% e accentuata caduta della produzione industriale, del 9,5% rispetto al 2011.

Senza una forte presenza di piccola e media impresa diffusa, capace di competere sui mercati internazionali (anche e soprattutto per carenza di infrastrutture), la Regione in questi anni è sopravvissuta al tornado della crisi soprattutto grazie alle imponenti attività estrattive di petrolio e gas. Le compagnie petrolifere infatti estraggono enorme ricchezza dal territorio in cambio delle cosiddette “royalties” compensative.

Con risorse davvero ingenti – solo 2011  erano pari a 120 milioni di euro (di cui 100 milioni destinati all’ente Regione) – al netto di alcune interessanti ed iniziative in ambiti “nuovi” per la Basilicata (come il cinema, la cultura), non si è riusciti finora a disegnare alcun vero cammino di sviluppo sistemico. A livello regionale le royalties sono infatti servite al finanziamento di voci di bilancio (università, sanità), al finanziamento di “buoni benzina” (!), mentre a livello locale al più all’avvio di piccoli progetti occupazionali.

E proprio nei giorni scorsi l’Unione Europea certifica la retrocessione della Regione Basilicata, che torna tra le regioni “Ex – Obiettivo 1”.

E allora, passati vari anni dall’inizio di questo ciclo estrattivo intensivo – che non durerà all’infinito e che impatterà pesantemente l’ambiente – in tanti  si chiedono se e come esso potrà ancora determinare un impatto positivo sullo sviluppo di lungo periodo della Regione.

E’ evidente infatti che la rendita assicurata da risorse naturali – postulata nella staple theory – non è un fenomeno naturale, soprattutto in una Regione povera e piccola come la Basilicata, carente di un sistema di imprese diffuso.

Ed è proprio quella – l’imprenditorialità diffusa – la condizione necessaria allo sviluppo territoriale legato allo sfruttamento di risorse naturali, come quelle petrolifere. L’impresa quale moltiplicatore di sviluppo.

Ma è anche evidente che – per essere competitive e quindi insediarsi – le imprese necessitano di un milieu adatto.

Ebbene, oggi ci sono proprio tutte le condizioni al contorno per crearlo questo contesto “imprenditivo”:

– La Strategia Energetica Nazionale pone su un piano di forte centralità la Basilicata nel futuro dello sviluppo energetico ed economico del Paese.

Si parla infatti della realizzazione di un hub energetico dell’euro mediterraneo e si indica nella Basilicata il baricentro di una piattaforma di servizi di alto livello nel settore della distribuzione, attraverso imponenti attività di stoccaggio e lo sviluppo di una rete “smart” su scala europea e mediterranea.

– Il memorandum Stato – Regione sul petrolio lucano approvato nel mese scorso continua ad andare in questo senso, anche se va assolutamente “rinforzato” nella qualità e nella quantità della progettualità ipotizzata, ed equilibrato nella sua visione “centralistica” di governance di risorse che sono “locali”.

– La prossima programmazione dei fondi europei 2014-2020 prevede la necessità di un approccio “strategico” e di “originale” allo sviluppo delle regioni in ritardo di sviluppo.

Dunque, se al futuro davvero si vuole arrivare, e non ci si vuole ritrovare invece con un territorio semplicemente depauperato di risorse naturali e di ricchezza ambientale, è bene cominciare a parlare di una strategia di sviluppo, che sia “sostenibile” sia da un punto ambientale che da un punto di vista economico, che sia “strategico”, e che sia “originale”.

E’ per questo necessario partire dalla messa a rete del sistema dei saperi universitari e dell’industria energetica attorno allo sviluppo di un distretto delle tecnologie e risorse energetiche del futuro. Un progetto che veda protagonisti per primi i colossi petroliferi “lucani”– ENI, TOTAL e SHELL – e la Regione Basilicata, insieme nel promuovere un nuovo utilizzo delle royalties petrolifere nel rapido disegno e successiva implementazione di una strategia che guardi al futuro.

Un progetto, questo, di chiara valenza internazionale, in quanto centrale per lo sviluppo delle politiche energetiche dell’area euro – mediterranea, che quindi deve vedere coinvolta la Commissione Europea e i fondi strutturali 2014-20, oltre alle risorse derivanti dall’estrazione petrolifera.

Di un polo energetico internazionale si parla da tempo nel documento Strategia Regionale per la Ricerca, l’Innovazione e la Società dell’Informazione della Regione Basilicata. 

E la realizzazione di un distretto dell’energia è presente tra i progetti presenti nel “Memorandum petrolifero” tra Stato e Regione da poco pubblicato in Gazzetta ufficiale.

La Basilicata può oggi ambire a diventare il principale hub di ricerca e sviluppo di base e applicata (all’impresa) nei settori della manifattura legata all’energia del futuro (rinnovabile e fossile).

E così porsi come attrattore di nuove imprese, investimenti e professionalità internazionali.

Questa è la Lucania che si deve osare ad immaginare da adesso. Ed oggi ci sono proprio tutte le condizioni politiche al contorno per farlo.

Torno a Viggiano per una “Basilicata Sostenibile”

 di Massimo Preziuso (pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata)

Ci sono periodi della vita in cui è naturale aumentare il dialogo e sostenere la propria terra di origine.

Questo accade in momenti della vita che – diversi da persona a persona – sono molto condizionati dal contesto storico in cui si vive.

Per la mia generazione, quella di chi ha oggi intorno ai trent’anni, quel momento è questo, in un’Italia che si avvicina stanca al suo Annozero2013.

Sarà infatti il 2013 l’anno in cui il Paese, simbolicamente dopo le elezioni politiche nazionali, potrà dare il via, con un lavoro collettivo e partecipato da tutti, ad una ricostruzione culturale, sociale ed economica, simile a quella che ci fu nel secondo dopoguerra.

Noi trentenni, ci siamo preparati sul campo a questo Annozero2013 in avvicinamento, percependolo fin dall’inizio del nuovo millennio, vivendolo e soffrendolo nello scorso decennio che ci ha portati in molti casi a dover emigrare intellettualmente e fisicamente per poter esprimere almeno parte dei nostri talenti.

Gli ultimi dieci, sono stati anni di incredibili cambiamenti – lenti ma radicali – giudicati da molti “negativi” nel momento in cui li vivevamo, ma che poi ci han fatto comprendere che la “precarietà” in cui oggi viviamo è anche “opportunità” in potenza, di scoprire e capire luoghi e cose fino ad allora davvero lontani da noi.

In questo tempo, tutti noi abbiamo seguito – da vicino o da lontano – la nostra amata Basilicata, da cui andammo via negli anni novanta, perché comprendemmo che non avrebbe potuto darci, per motivi vari ed oggettivi, quello che volevamo: l’opportunità di una completa crescita intellettuale ed umana.

Una regione così differente dalle realtà che siamo andati a visitare: piccola ed isolata dalla globalizzazione, ma anche piena di valori condivisi, di quel “capitale sociale” che oggi rischia di svanire sotto i colpi di una modernità mal vissuta, di “beni comuni” unici ed irripetibili che oggi rischiamo di perdere in una guerra senza confini per le risorse, materiali ed immateriali.

Abbiamo tutti sempre pensato che – una volta completato almeno in parte il nostro percorso – avremmo dovuto dare un contributo ad avvicinare questa bella Regione alle opportunità del nuovo mondo che abbiamo visto e vissuto, in alcuni casi più di molta classe dirigente locale, aiutandola a dirigersi verso un nuovo percorso di “sviluppo sostenibile”.

Poi negli ultimi anni è “capitato” di sapere che nella nostra Regione si trova un grande rischio/opportunità, di cui pian piano si parla nei media e per le strade: quello di essere chiamato il “Texas italiano”, per via delle enormi estrazioni di combustibili fossili che vi avvengono in maniera crescente. E nello stesso tempo verificare che questo “Texas” lo hanno visto in pochi.

Ebbene, da quel “momento” tanti di noi hanno iniziato naturalmente ad interessarsi e studiare questa grande opportunità di crescita che è anche luogo di rischio ambientale e sociale.

Ci siamo chiesti se e come si potesse, analizzando i casi di successo e di insuccesso dei tanti “Texas” esistenti attorno al mediterraneo, fare della Basilicata luogo di sviluppo sociale ed economico sostenibile ed avanzato, proprio facendo leva sulla risorsa petrolifera, ancora di più ora che ci avviamo all’Annozero2013 italiano.

E’ per questo motivo che, in circa 50 ricercatori e professionisti, dal 25 al 28 Ottobre prossimi parteciperemo alla Viggiano Sustainable Development School, iniziativa che nasce dal lavoro di tanti lucani: per dare il via ad un dibattito sullo sviluppo sostenibile della Basilicata.

Questo “think tank” può infatti aiutare la Regione ad indirizzare risorse economiche e tecnologiche presenti nelle aree petrolifere per definire una nuova visione ed un nuovo modello di crescita, sostenibile appunto.

La Basilicata ha infatti oggi la necessità e possibilità di delineare una nuova strategia – chiamiamola qui “Basilicata sostenibile” – che stimoli le menti ed i cuori di tutta la Lucania, dia il via a collaborazioni strategiche con altre aree del mezzogiorno e del mediterraneo, e diventi esempio concreto di sviluppo sostenibile nella nuova Italia e nella nuova Europa dei popoli, che vanno ri-costruite a partire da subito.

Allora, uniamoci attorno a questa iniziativa. Incontriamoci a Viggiano e cominciamo da lì. Questo il mio auspicio.

L’alta velocità ferroviaria per il rilancio della Basilicata

di Massimo Preziuso (su Il Quotidiano della Basilicata)

E’ un periodo davvero strano quello che stiamo vivendo, a tutti i livelli. Nel mondo continuano e si sommano crisi di vario tipo, che ci dicono che la abbuffata fatta negli ultimi dieci anni di globalizzazione ora va pagata. In Europa ormai da cinque anni, importando e accogliendo una crisi “molto” americana, siamo entrati dentro una nuova, quella dell’euro, che in pochissimi anni è diventata oggi la crisi di tutti noi. E in Italia, Paese in poco tempo diventato a “sovranità limitata”, le cose nella società e nell’economia vanno male, aldilà delle rappresentazioni che si vogliono dare ad una presunta recuperata “credibilità internazionale” sotto la guida di un governo di “illuminati”.

Ma nelle “crisi vivono le più grandi opportunità”. E questo potrebbe essere il caso della piccola Basilicata, che può proprio in questi tempi trasformare limiti strutturali in grandi opportunità. Infatti,  proprio in questi anni così negativamente speciali la Lucania sta recuperando una potenziale centralità. Capita spesso di sentirsi dire: “La Basilicata è l’ultima Regione di Italia in cui si può investire e tanto”. “Ma scherzi, non abbiamo il contesto adatto per gli investimenti. Siamo scollegati. Non abbiamo cultura imprenditoriale” si risponde a caldo. Poi, riflettendoci bene, viene da aggiungere: “In effetti si potrebbe fare tanto in Basilicata. E’ un territorio pieno di risorse naturali (acqua, aria, sole, vento, di combustibili fossili (petrolio e gas), è geograficamente al centro del mezzogiorno, ha un enorme bacino di professionalità con cultura universitaria e molte volte scientifica, non è sede di criminalità diffusa. Ha una nuova classe dirigente giovane e preparata”.

E proprio in questi giorni anche lo SVIMEZ ha detto che “la Basilicata è la Regione più dinamica del Paese”, nonostante abbia i classici ed enormi problemi di una Regione del mezzogiorno di Italia. Ma allora cosa realmente manca in Basilicata per trasformare questo “dinamismo” in attrazione di investimenti, talenti e tecnologia? A mio avviso manca proprio quella cultura imprenditoriale che solitamente nasce attorno a grandi progetti infrastrutturali che facciano da volano allo sviluppo della Regione. Si obietterà che queste lacune regionali sono però dovute alla scarsa densità economica e di domanda aggregata che possa permettere la realizzazione di grandi progetti e investimenti. Ma, se è vero questo, nello stesso tempo è sempre in Lucania che le aziende petrolifere estraggono miliardi di euro l’anno di petrolio e gas naturale,  lasciando ad oggi alla Regione nessun progetto di lungo periodo (forse perché non sollecitate in tal senso).

E allora si potrebbe provare a rilanciare proprio fissando lo sguardo più attentamente su questo tema. Si potrebbe per esempio decidere finalmente di investire parte delle risorse ricavate dall’estrazione e destinate come royalties alla Regione e ai comuni interessati  – invece che in buoni benzina o in piccoli progetti locali disordinati e senza visione – nel project financing di una infrastruttura ferroviaria in alta velocità che colleghi la Basilicata con il corridoio europeo Sud – Nord, mettendola al centro del mezzogiorno e rendendola naturale calamita di risorse e progetti. Molti obietteranno che una tale infrastruttura non è fattibile economicamente per la solita “mancanza di domanda” (in questo caso di flussi di viaggiatori) o perché “il tracciato è inserito in una geomorfologia troppo complessa”  (per troppa pendenza o cose simili). Ma, con volontà politica e con ingenti risorse pubbliche e private, l’alta velocità in Basilicata si potrebbe di certo fare. Ed ha senso investire oggi in un serio studio di fattibilità per poi eventualmente inserire tale infrastruttura nel gruppo delle grandi opere pubbliche europee da realizzare.

Qualcosa va assolutamente fatta – se non l’alta velocità un aeroporto – per connettere la Lucania con un mondo di persone e di risorse che la vogliono fortemente incontrare. Il momento è adesso.

 

APPROVATO IL PIANO ENERGETICO REGIONALE IN BASILICATA: UNA BEST PRACTICE DA SEGUIRE

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Scrivo con piacere qualcosa su questa bella notizia.

La Regione in cui sono nato, la Basilicata, mi ha ancora una volta positivamente stupito, perchè si sta confermando, negli ultimi anni, come un importante modello di riferimento per le sue innovative politiche (dal Patto per i Giovani, alla ferma opposizione al Nucleare a Scanzano, a questo Piano Energetico ).

Dopo anni di attesa, da molti erroneamente percepita come “ritardo”, la Regione ha infatti partorito un Piano Energetico, che io ritengo il più interessante finora visto sul piano nazionale.

Ecco i punti salienti (con obiettivi fissati al 2020):

– Obiettivo di autosufficienza energetica (cioè solo consumo di energia prodotta in Regione)
– Obiettivo di un 30% di produzione energetica da Fonti Rinnovabili (in una Regione da molti chiamata il “Texas di Italia” per gli importanti giacimenti petroliferi)
– NO SECCO al Nucleare
– Costruzione di un Distretto Tecnologico in Val D’Agri (per chi non lo sapesse è la zona in cui risiedono i progetti petroliferi) dove avviare Start-ups tecnologiche e Programmi di Ricerca di frontiera sui temi energetici

Che dire, speriamo che si faccia di questo un modello di riferimento per tutte le Regioni italiane.

ECCO GLI OBIETTIVI MEGLIO DETTAGLIATI:

L’intera programmazione relativa al comparto energetico, delineata dal PIEAR ruota intorno a quattro macro-obiettivi:
1. riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica;
2. incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
3. incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili;
4. creazione di un distretto energetico in Val d’Agri.

La Riduzione dei consumi energetici e della bolletta energetica.

La Regione intende conseguire, dati gli obiettivi fissati dall’UE e dal Governo italiano, un aumento dell’efficienza energetica che permetta, nell’anno 2020, una riduzione della domanda di energia per usi finali della Basilicata pari al 20% di quella prevista per tale periodo.
Le azioni previste dal Piano riguardano prevalentemente l’efficientamento del patrimonio edilizio pubblico e privato ed alcuni interventi nel settore dei trasporti. Particolare attenzione sarà rivolta alla riduzione dei consumi di energia elettrica, incentivando l’impiego di lampade e sistemi di alimentazione efficienti, ed intervenendo sugli azionamenti elettrici, sull’efficienza dei motori elettrici e, più in generale, sugli usi elettrici in industria ed agricoltura. Sono anche contemplate la generazione e la cogenerazione distribuita, che, pur non contribuendo propriamente alla riduzione della domanda di energia per usi finali, permettono apprezzabili riduzioni dei consumi di energia primaria e dei costi energetici.

L’Incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

L’incremento della produzione di energia, finalizzato al soddisfacimento del fabbisogno interno, assume un ruolo essenziale nella programmazione energetica ed ambientale, anche in considerazione delle crescenti problematiche legate all’approvvigionamento energetico. Peraltro, in considerazione delle necessità di sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale, è auspicabile un ricorso sempre maggiore alle fonti rinnovabili.
Sulla base di queste considerazioni, anche in relazione alle potenzialità offerte dal proprio territorio, la Regione Basilicata intende puntare al soddisfacimento dei fabbisogni interni di energia elettrica esclusivamente attraverso il ricorso ad impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Più nel dettaglio, con il presente PIEAR, la Regione Basilicata si propone di colmare il deficit tra produzione e fabbisogno di energia elettrica stimato al 2020, indirizzando significativamente verso le rinnovabili il mix di fonti utilizzato. In altre parole l’obiettivo da raggiungere consiste nell’assicurare una produzione che, seppur naturalmente caratterizzata da una certa discontinuità, consenta localmente un approvvigionamento energetico in linea con le necessità di sviluppo ed i consumi locali. Per il conseguimento di questo obiettivo, inoltre, è previsto il supporto di azioni finalizzate all’eliminazione delle criticità presenti sulla rete elettrica, nonché alla semplificazione delle norme e delle procedure autorizzative.
Attualmente il sistema elettrico regionale sconta una condizione di deficit di produzione rispetto ai fabbisogni interni pari al 51% (Terna, 2007).
Nei prossimi anni il fabbisogno di energia elettrica è destinato a crescere fino ad un valore di circa 3.800 GWh/anno (329 ktep/anno). Ipotizzando che dal 2008 al 2020 non si registri alcun incremento della produzione interna di elettricità, è possibile stimare un deficit di produzione, per l’anno 2020, pari a 2.300 GWh/anno (197 ktep/anno), che costituisce proprio l’obiettivo di incremento della produzione di energia elettrica.
L’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sarà perseguito, in accordo con le strategie di sviluppo regionale, puntando su tutte le tipologie di risorse disponibili sul territorio, secondo la ripartizione riportata in tabella.

Fonte energetica Ripartiz. (%) Energia Prodotta (GWh/anno) Rendimento Elettrico (%) Ore equivalenti di funzionamento (h) Potenza Installabile (MWe)
Eolico 60 1374 70 2000 981
Solare fotovoltaico 20 458 85 1500 359
Biomasse 15 343 85 8000 50
Idroelettrico 5 114 80 3000 48
TOTALE 100 2289 1438

Per quanto riguarda la produzione di energia da biomassa, si intende promuovere la realizzazione di impianti per la produzione combinata di energia elettrica e termica, privilegiando gli impianti di piccola taglia.
Entro il 2015 si prevede di raggiungere una produzione pari al 40% del valore complessivo riportato in Errore. L’origine riferimento non è stata trovata., corrispondente a 916 GWh/anno (ovvero 79 ktep/anno), per una potenza installata di poco più di 575 MW. La restante parte, 1.374 GWh/anno (118 ktep/anno), sarà progressivamente coperta nel corso del periodo 2016-2020.
Nel computo dell’incremento di produzione è esclusa l’energia derivante da impianti per autoproduzione, da iniziative della SEL e del Distretto Energetico, corrispondente ad una potenza complessiva stimabile in circa 250 MW.
Gli impianti saranno realizzati in modo da assicurare uno sviluppo sostenibile e garantire prioritariamente il soddisfacimento dei seguenti criteri:
? Rispondenza ai fabbisogni energetici e di sviluppo locali;
? Massima efficienza degli impianti ed uso delle migliori tecnologie disponibili;
? Minimo impegno di territorio;
? Salvaguardia ambientale.
Si prevede, a tal fine, l’introduzione di standard qualitativi per la progettazione, la realizzazione, la gestione e la dismissione degli impianti di produzione .

Potenziamento e razionalizzazione delle linee di trasporto e distribuzione dell’energia.

A fronte degli innumerevoli vantaggi dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, l’auspicato aumento della produzione di energia elettrica aggraverà ulteriormente le criticità già attualmente presenti sulla rete di trasmissione e distribuzione. Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico regionale e migliorare la qualità del servizio per cittadini ed imprese, sarà pertanto necessario operare sul potenziamento, efficientamento e razionalizzazione della rete elettrica primaria e secondaria lucana. Questo obiettivo si pone in linea con il Libro Verde della Commissione Europea del 13/11/2008 (“Verso una rete energetica sicura, sostenibile e competitiva”), che conferisce allo sviluppo delle reti un ruolo importante della politica energetica, già contemplata nel Reg. CE n. 680 del 20 giugno 2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea.
In particolare, per garantire il collegamento degli impianti di potenza superiore a 10MW, saranno richiesti interventi sulla rete di trasporto ad alta tensione, di competenza Terna. A tal fine la Regione ha già promosso Protocolli d’Intesa con Terna e le Regioni meridionali, finalizzati rispettivamente alla sperimentazione della V.A.S. di piani e programmi di sviluppo della rete sul territorio regionale, ed alla valutazione condivisa dei Piani di Sviluppo della rete Terna.
Per quanto riguarda gli impianti di potenza inferiore, invece, sarà necessario intervenire sulle reti di distribuzione a media e bassa tensione, principalmente gestite da ENEL Distribuzione. In questo caso, saranno intraprese iniziative analoghe a quelle già formalizzate con Terna.
In definitiva, tutti gli interventi avranno come scopo principale quello di sviluppare delle reti in grado di trasportare e distribuire l’elettricità in modo efficiente e razionale, di gestire i flussi di energia prodotta dai singoli impianti di produzione da fonti rinnovabili, ma anche di favorire lo sviluppo della generazione distribuita. Il conseguimento di questo obiettivo imporrà il ricorso a tecnologie innovative ed a sistemi di controllo informatici sulle reti di trasmissione e distribuzione (secondo un modello simile a quello della rete internet), al fine di migliorare la gestione dei flussi energetici. In questo senso è auspicabile un’interazione con la piattaforma di ricerca europea dedicata alle reti intelligenti (“smart grids”), di recente istituzione, finalizzata anche all’implementazione di progetti pilota sul territorio regionale.

Semplificazione amministrativa ed adeguamento legislativo e normativo.

Le innovazioni introdotte dalle recenti modifiche della legislazione nazionale hanno determinato un progressivo decentramento delle funzioni amministrative, tali per cui alle Regioni è demandato il compito di pianificare le strategie energetiche da attuare nei propri territori, in linea con la normativa europea e con gli altri strumenti di programmazione territoriale. Fra le funzioni assegnate assume un ruolo centrale l’emanazione di normative che consentono la semplificazione del procedimento autorizzatorio per la realizzazione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili.
In particolare, in attuazione delle disposizioni concernenti il procedimento di “autorizzazione unica” (D.lgs. n.387/03), la Regione Basilicata procederà all’armonizzazione delle normative nazionali e regionali con propria legge regionale. La stessa dovrà considerare anche le disposizioni contemplate dalla legislazione ambientale (D.lgs. n.152/06 e.s.m.i.), paesaggistica (D.lgs. n.42/04) e, più in generale, dalla normativa sul procedimento amministrativo (L. n.241/90).
Siffatta normativa prevederà, inoltre, procedure differenziate a seconda della potenza dell’impianto: particolare attenzione sarà rivolta agli impianti di produzione energetica di piccola taglia (anche fino ad 1 Mw di potenza) alimentati da fonti rinnovabili, per i quali sarà messa a punto una procedura semplificata.
La diretta conseguenza di questo processo sarà quella di agevolare gli investitori pubblici e privati nel conseguimento degli obiettivi contenuti all’interno del presente documento.

Produzione di energia termica da biomasse e biocombustibili.

Parallelamente all’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si ritiene importante realizzare interventi al fine di potenziare l’utilizzo di biomasse legnose e biocombustibili per la produzione di energia termica.
Si intende promuovere l’utilizzo di sistemi energetici e generatori di calore alimentati con biomasse lignocellulosiche provenienti dalla gestione del patrimonio boschivo e dai comparti agricolo, zootecnico e industriale locali, secondo le disponibilità e le modalità indicate nella parte I del presente Piano.

Realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri.

Nella convinzione che finanza, ricerca e sistema industriale siano fattori che debbano interagire per dare impulso allo sviluppo di nuove ed avanzate tecnologie, in particolare nel settore energetico, in coerenza con le indicazioni contenute nella Deliberazione CIPE n. 166 del 21 dicembre 2007 “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013: Programmazione del Fondo per le Aree Sottoutilizzate”, la Regione persegue l’obiettivo di promuovere la realizzazione di un Distretto energetico in Val d’Agri, avente i seguenti fini:
• lo sviluppo di attività di ricerca, innovazione tecnologica in campo energetico, coinvolgendo a tal fine le eccellenze regionali, a partire dall’Università degli Studi della Basilicata CNR, ENEA, Agrobios, Fondazione Mattei etc.;
• creazione di un centro permanente di formazione ed alta formazione mediterranea sui temi dell’energia, in stretta collaborazione con ENEA, Fondazione Mattei ed i centri di ricerca presenti sul teritorio regionale. La formazione sarà rivolta agli installatori e manutentori di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, l’alta formazione ai progettisti ed ai ricercatori del settore;
• l’insediamento nell’area di imprese innovative specializzate nella produzione di materiali innovativi, impiantistica e componentistica per il miglioramento dell’efficienza energetica degli usi finali, sia in campo civile, sia nel settore produttivo;
• l’attivazione di filiere produttive incentrate sull’adozione di tecnologie innovative per la produzione di energia, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione;
• realizzazione di impianti innovativi e sperimentali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per la tri-quadrigenerazione, con il diretto coinvolgimento di Enti di ricerca (Università, ENEA, Agrobios, CNR, ecc.), Enti locali e, ove necessario, di grandi operatori del settore, anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata;
• svolgimento di attività di ricerca e di sperimentazione sulla produzione di biocarburanti a partire da matrice lignocellulosica, e sulla definizione di idonei sistemi per il contenimento delle emissioni di particolato solido e delle altre sostanze dannose prodotte dalla combustione di biomassa;
• attività di formazione nel settore energetico e trasferimento tecnologico alle PMI locali;
• realizzazione di un parco energetico (denominato Valle dell’energia) finalizzato ad evidenziare le più avanzate tecnologie nel settore delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica (anche con la realizzazione di un edificio dimostrativo ad emissioni zero ed energeticamente autosufficiente).
Il distretto sarà inoltre inserito nella costituenda rete dei distretti energetici nazionali per sviluppare progetti ed iniziative in rapporto sinergico con le altre regioni partner.

Promozione di attività di formazione e di trasferimento tecnologico.

In accordo con le linee indicate a livello europeo e nazionale, si intende promuovere attività di formazione a vari livelli e favorire il trasferimento tecnologico verso le imprese regionali.
Per quanto riguarda le attività di formazione, esse saranno rivolte sia a bambini e ragazzi in età scolare, sia ad adulti e famiglie, al fine di educare al rispetto dell’ambiente e ad un uso sostenibile ed efficiente delle risorse naturali e dell’energia. Sono previsti inoltre percorsi di alta formazione e specializzazione su tematiche specifiche in ambito energetico, rivolti a tecnici e laureati operanti nel settore.
Particolare importanza rivestono le ricadute in ambito industriale, in quanto si prevede di poter dare impulso alla nascita ed allo sviluppo di attività imprenditoriali e produttive legate allo sviluppo di competenze nella gestione delle filiere energetiche e degli impianti di produzione, alla produzione di componenti e sistemi ed alla progettazione di tecnologie e prodotti ad alto contenuto tecnologico. Si intende quindi favorire attività di trasferimento tecnologico dagli enti di ricerca e di sviluppo coinvolti nelle azioni definite dal presente Piano alle aziende locali.

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