Innovatori Europei

Significativamente Oltre

I “QUADRI” ANTICHI

di Salvatore Viglia

Sono troppi e non abbastanza decrepiti da lasciare il loro posto. Se penso, ad esempio, a quelli come Casini, mi viene la pelle d’oca. E’ sicuro che si occuperà di noi almeno per altri trent’anni.

Disarma la consapevolezza di dover sopportare la protervia di quanti si ostinano a non lasciare il posto ai giovani.

Basterebbe, la butto lì, limitare la possibilità a due legislature ed ecco che il ricambio sarebbe assicurato. Coatto. Nessuno dei veterani, bella scoperta, ha interesse a formare una nuova classe dirigente. Da destra come da sinistra, s’intende. Neanche in questo atteggiamento elementare ed eccezionalmente popolare, si distinguono i partiti tra loro. L’osso, questo osso, non si molla.

La figura del quadro, a questo punto antico, come si usa definire il dirigente apicale della struttura di partito, è un cult. Il suo profilo è quello classico. Lo si riconosce subito dall’ostentazione della conoscenza, dalla elaborazione ideologica dei fatti chiusa nel cassetto, nella mimica facciale abbottonata ed espressiva allo stesso tempo. Non si spreca a parlare con chi non è di pari levatura. Lo vedi, però, sempre pieno di carte, di faldoni, buste foglio intero. Ma soprattutto con un pacco di quotidiani stretto sotto l’ascella libera. Strano, lui è l’artefice della politica insieme ai suoi “simili”, lui fa la politica, lui detiene le “verità”, le strategie, gli organigrammi eppure non vede l’ora di leggere i giornali per informarsi. Praticamente di sé stesso,

Solo il comizio, la propaganda, giustifica il tempo dedicato ai profani. Tutto fa pensare che questo andazzo non sarà abbandonato. Non se ne parla nemmeno e, quando se ne parla non lo si fa.

Essi, dicono sempre, e lo dicono tutti, che la questione dell’età è secondaria e che i problemi cui fare fronte, sono altri. Certo, i problemi principali sono di non salirgli sui calli.

Forse, dico forse timidamente per paura d’essere fraintesi ci mancherebbe pure questo, i giovani in gamba, le leve che potrebbero impegnarsi nelle leadership, sono diventati degli estremisti. Questa non è una buona cosa. Non solo in Italia, lo è in generale. Anche la moderazione, quando è esasperata, diviene una forma di estremismo. Ed allora, c’è bisogno che questi estremisti della moderazione si facciano sentire. Non c’è niente di male. Una volta e due i “mammasantissima” gli rideranno in faccia, poi basta.

Il problema è avere nella testa le idee, la passione che occorre ed il coraggio di esporle anche con piglio. Nessuno è disposto a fare un passo indietro spontaneamente.
Teoricamente il processo è facilissimo: indicare semplicemente una strada, il percorso e discutere sulla segnaletica.

Bisogna crederci.

CERCASI REFERENTI TERRITORIALI

Innovatori Europei vuole radicarsi nei territori per poter poi avviare iniziative interessanti per il Partito Democratico e non solo.

Ogni referente avrà a sua disposizione una pagina (es. www.innovatorieuropei.com/campania) dalla quale organizzare “autonomamente” ma in rispetto alla MISSION (OBIETTIVI) il proprio lavoro sul territorio
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SONDAGGIO SU LIBERALIZZAZIONI

Vi invito a rispondere al sondaggio sulle liberalizzazioni di Bersani.
Ci sono risultati talmente positivi da far capire che gli italiani VOGLIONO UN PAESE LIBERALIZZATO IN TUTTI I SETTORI.
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ANTONELLO SORO SUL P.D.

di Salvatore Viglia

L’on. Antonello Soro (L’Ulivo) fa parte della giunta delle elezioni ed è membro della XIII Commissione agricoltura.

Soro, fa parte del gruppo dei 45 del Comitato del nuovo Partito Democratico.

Lei fa parte del Comitato dei 45 per il PD. C’è molta insoddisfazione tra i giovani, si parlava di rinnovamento ma i giovani non ci sono, come mai?

Si, insomma, i motivi di insoddisfazione credo siano altri e probabilmente più seri. Nel senso che il processo di costituzione del PD che nasce in una fase nella quale i partiti promotori sono al governo, vive una serie di difficoltà per separare in modo visibile il progetto dalla novità che è insita nel programma del PD dal profilo della realtà materiale nella quale si misura la capacità ed i risultati di un governo che, come tutti i governi, ha alti e bassi, luci ed ombre, difficoltà maggiori o minori, stagioni felici e meno felici.

Di solito, i partiti nuovi, quelli che nascono per fusione non per scissione, aprono la loro esperienza, la vivono in una condizione di opposizione che rende, come dire, più visibile il fascino della novità. Quindi, il problema dell’età è secondario. Naturalmente si pone anche questo. I gruppi dirigenti che hanno designato i partiti, hanno voluto, proprio per la posta in gioco così alta, designare, alla rappresentanza dei DS e della Margherita i propri vertici. I vertici hanno l’età che hanno a prescindere. Nel senso che non potevano essere designati nel Comitato di preparazione al partito democratico, in questa fase provvisoria, figure che non fossero nel quadro dirigente.

Si può affermare che la scelta sia stata obbligata per ragioni di opportunità?

La società civile che è stata consultata da Prodi, ha designato figure di quella età. La politica in tutte le sue fasi, in tutte le sue manifestazioni anche nella organizzazione dei movimenti presenti nella società italiana è sufficientemente priva del concorso militante di una generazione di trentenni. Dobbiamo farci carico di questo problema non tanto cooptando giovani dentro gli organi dirigenti, quanto creando meccanismi tali che possano assicurare, da poter assicurare, un ricambio periodico del gruppo dirigente all’interno del partito in tutte le espressioni della organizzazione istituzionale. Quindi, contano di più le regole piuttosto che i Comitati provvisori. Da questo punto di vista, noi abbiamo progettato un meccanismo per la fase costituente, io mi auguro anche nelle fasi successive nelle quali attraverso il sistema, una testa un voto, tutti concorrano, tutti siano eleggibili e quindi ci sia una apertura reale al ricambio di generazione.

I detrattori del PD, dicono che questo sodalizio tra DS e Margherita, sia stata la conseguenza non di una evoluzione politica in quanto tale, ma di un depauperamento di ambedue i partiti che, per fare fronte alle contingenze, abbiano deciso di fondersi e che se fossero stati in salute, ciascuno di questi non avrebbe mai pensato al PD.

Questa mi sembra una argomentazione priva di riscontri reali perché i DS e la Margherita hanno deciso di dare vita al PD, di fare un partito unico, prima delle elezioni politiche quando era nella visione di tutti il successo. Certo, con proporzioni maggiori di quelle che in realtà si sono verificate, con uno stato di benessere dei due partiti assolutamente indiscutibile. I sondaggi attribuivano ai DS ed alla Margherita percentuali molto alte. Quindi, non vedo perché si debba dire questo. Era proprio perché i due partiti, i DS come punto di evoluzione di una lunga transazione, la Margherita come espressione di un partito, di una volontà di rifondazione della politica italiana nata tutta all’interno del 21° secolo, avevano nel loro progetto il PD. Il fatto che si verifichi la sostanziale, la concreta creazione del partito nuovo in un momento nel quale siamo impegnati al governo, ha fatto si da subire qualche erosione di consenso. Devo dire probabilmente per alcuni, maggiore, per altri minore. E’ un fatto che non modifica il percorso che noi ci siamo dati. Lo abbiamo deciso, ripeto, in una condizione di assoluto benessere quando eravamo all’opposizione ma tutti assegnavano al centrosinistra ed all’ulivo, un grosso risultato elettorale.

Su quale nome “giovane”sarebbe disposto a scommettere?

Guardi, non ho il culto delle personalità. Ho una cultura democratica che predilige il lavoro di squadra al lavoro della provvidenza. Per cui non c’è, nel centrosinistra, nessun uomo della provvidenza, nessun uomo che da solo abbia capacità di creazione di un destino, di una sorte durabile e progressiva. Ma credo che da Dario Franceschini ad Enrico Letta da Anna Finocchiaro a Walter Veltroni, che pure non sono giovanissimi, ci siano delle personalità assolutamente capaci. Però abbiamo scelto un meccanismo, quello della chiamata dei cittadini interessati ad una scelta dell’assemblea costituente che apre la strada per chiunque abbia i numeri ed abbia la capacità di ottenere consenso. Nessuno parte da solo favorito. Vedremo.

E’ importante fare da subito il nome del leader del PD di domani?

No. Noi abbiamo proposto, e la nostra tesi non ha avuto un pieno consenso si è trovato, poi, un compromesso, che già da ottobre prossimo i cittadini potessero scegliere il proprio leader politico per guidare il processo nuovo separandone nettamente l’ambito di lavoro, di proiezione sociale, culturale da quella dell’esperienza in caso di governo proiettando il nuovo il leader politico verso il partito ed affidando, invece, il presente nei prossimi quattro anni, a Romano Prodi, la giuda del governo. Questo avrebbe consentito di rappresentare più nitidamente i contorni della novità del PD. Si è trovata una soluzione intermedia. Sarà l’assemblea costituente a scegliere il prossimo leader del partito ma credo che il risultato poi, non cambierà di molto.

DS E MARGHERITA

di Vincenzo Girfatti

Ds e Margherita, rappresentano, almeno a livello locale, il problema più grande per il nascituro Pd.
Elezioni amministrative ’07 docet.
Purtroppo per alcuni sicuramente sarà scontato, per altri non so, ma nelle recenti elezioni amministrative Ds e Margherita in molti Comuni importanti, quindi città con popolazione superiore ai 15000 abitanti, erano divisi.
Altro esempio banale, ma caso emblematico, quando si chiama alla Camera dei Deputati o al Senato e si chiede di un parlamentare del gruppo Ulivo, al centralino rispondono così: “..si, ma dei Ds o della Margherita?”…

Allora chiedo a voi, in latino:” usque tandem abutere patientia nostra?..”

…Per Cicerone era Catilina, per noi….

Sperando in un segnale forte, vi saluto

DOCUMENTO PER LE REGOLE PD

di Innovatori Europei

Buongiorno a tutti.

Ho appena inviato al Consiglio direttivo di APD 11 Febbraio (il Think Tank di cui faccio parte) una proposta di Sintesi da portare tramite la Dottoressa Caporossi, al COMITATO PD.

Essa è una sintesi appunto delle molte interessanti proposte inviate da noi tutti Consiglieri direttivi.

Ecco i punti cardine:

1) quote per giovani e donne

2) attenzione particolare ai giovani (visto che le donne stanno in questo momento regolarizzando una posizione di RENDITA, già acquisita in tanti anni, mentre i Giovani sarebbero un MOTIVO DI ROTTURA CON IL PASSATO..INNOVAZIONE VERA)

3) esclusione dalle quote dei PROFESSIONISTI DELLA POLITICA (ovvero chi guadagna dal fare politica)

4) Dare limitati poteri alla ASSEMBLEA di OTTOBRE, per far partire proprio da lì il vero PROCESSO di COSTRUZIONE dal BASSO del PARTITO, in maniera democratica e territoriale

Il tutto inserito in un Framework generale scritto dal Circolo PD di Milano, dove chiaramente si indica il principio di UNA TESTA UN VOTO, nessuna Quota riservata a personalità politiche o altro, fondi per contributi ai candidati con meno risorse economiche, etc..

Se siete d’accordo, fatevi sentire su questo, in tutti i modi possibili (scrivendo sulla Rete, ad info@innovatorieuropei.com, info@perilpartitodemocratico.it, andando a dirlo a www.marioadinolfi.ilcannocchiale.it, alle varie Associazioni per il Partito Democratico territoriali …)

Grazie

PS: mi scuso per aver scritto in maniera troppo veloce il documento, ma so che a breve si definirà il documento finale, e SPERO DAVVERO ci si RIFERISCA per LA PRIMA VOLTA alla NECESSITA’ STORICA di DARE UNA VOCE AI GIOVANI.

Innovatori Europei – Giovani e Donne
www.innovatorieuropei.com
info@innovatorieuropei.com
http://groups-beta.google.com/group/innovatorieuropei

PD: LE REGOLE

di Luigi Restaino

E’ necessario porre alcuni punti fermi per le regole alla base della Assemblea Costituente del PD. Non ci nascondiamo che da queste scaturiranno i rappresentati dei cittadini all’interno del nascente Partito, e quindi in definitiva le donne e gli uomini che definiranno la strategia, gli orientamenti, la politica ed i dirigenti del “nuovo” Partito. E’ interesse del Paese che queste donne e uomini siano quanto più possibile espressione della parte migliore della società, ed in particolare giovani e donne (ma non solo) dotati di capacità e di idee innovative, estranei al sistema dei partiti vigente e concretamente pronti ad impegnarsi per migliorare (innovando il modo di fare politica e di amministrare) l’Italia e la qualità della vita degli italiani. Se il PD sarà in grado di ottenere questo risultato attraverso un Sacrificio di parte della sua attuale classe dirigente, solo allora esso potrà dirsi un’operazione di successo, e la fiducia nel partito “nuovo” potrà aggregare consenso ed entusiasmo. Quali regole allora? Ecco alcune proposte:

Chiaro (e predefinito) numero di componenti l’Assemblea.

Componenti eletti con chiari e definiti diritti e doveri nell’Assemblea.

Che sia ben chiaro chi si può candidare (la migliore ipotesi sarebbe tutti i cittadini che si riconoscono nell’Area del Centrosinistra e che non abbiano problemi legali: la questione etica deve essere un must, per dare un segnale forte di legalità)

Garanzia di Liste aperte concorrenti che si confrontino su base programma ed idee.

Collegi uniformi di dimensioni piccole relativamente al numero di elettori abitanti per garantire una adeguata rappresentatività.

Esclusione di privilegi nell’accesso all’Assemblea (nessuna quota riservata).

Garanzia per giovani e donne di un’adeguata partecipazione alle candidature in lista.

Garanzia per cittadini non iscritti a partiti di un’adeguata partecipazione alle candidature in lista.

Elezione su base proporzionale e con preferenze (nessuna lista bloccata)

Si voti la lista e/o un candidato

Tutti i cittadini maggiorenni che vorranno partecipare alla nascita del PD secondo il principio “Una testa un voto” possano votare

Prevedere un Fondo comune per le spese dei candidati.

COMITATO OMBRA PER IL PARTITO DEMOCRATICO

di Salvatore Viglia

Un Comitato Ombra per il Partito Democratico

Il Comitato dei 45 per la fase costituente del Partito Democratico, è stata una delusione. Non certo per la qualità dei componenti, ma per aver disatteso uno dei principi fondanti delle nuova idea: il rinnovamento.

Rinnovamento, è vero, significa ventata nuova di personalità che pur assortiscono l’elenco, ma rinnovamento significa anche e soprattutto ringiovanimento. A partire dal linguaggio, dalla volontà di eliminare la contrapposizione sorda e cieca degli schieramenti. Rinnovamento significa non commettere più vecchi errori. Rinnovamento vuol dire cambio generazionale disposto a comprendere le ragioni di tutti e a farsi interprete delle istanze dei giovani.

Purtroppo siamo un paese di vecchi. Dove vecchio è il cinquantenne che cerca lavoro ma non il politico che ha una carriera probabile e possibile sino ad oltre gli ottanta.

L’età media dei componenti del Comitato è ben al di sopra dei cinquanta. Nessuno al di sotto dei quaranta. Eppure ce ne sono di nomi e di persone in gamba da poter reclutare. Siamo alle solite, non si riesce in questo paese, checché se ne dica, ad affidarsi ai giovani. Forse per sfiducia, o forse perché questi giovani quarantenni, che in realtà dovrebbero già essere considerati anziani, non danno l’impressione di poter essere in grado. Come? Dei ragazzi ai vertici di un partito, di un nuovo partito nel quale il centrosinistra di domani, affiderà il destino del paese?

In questo Paese, non riusciamo proprio a concepire un giovane di vent’otto anni brillante, amministratore delegato di una grande azienda. Saranno anche plurilaureati, ma a vent’otto anni uno è un ragazzo che mangia ancora la minestra di mammà.

L’errore, quindi, commesso dai DS e Margherita, sino ad un certo punto, può essere comprensibile. Ma fino ad un certo punto.

Si continua ad ammettere che si è sbagliato a non attingere tra i giovani e che questi si facciano avanti, si propongano, saranno accettati.

Come? Urlando in pieno convegno, per esempio, «è permesso? Mi faccio avanti lasciatemi entrare»? Innescando una polemica a questo punto con i vertici, con i quadri che hanno voluto questo parto abnorme?

Non si offendano, eppure ce ne sarebbe da offendersi, non se ne abbiano, eppure ne avrebbero da aversene, i “giovani”, le risorse di questo ancora fantomatico PD: si facciano avanti!

Al momento, così come sono andate le cose, non resta che organizzarsi. Organizzarsi nella creazione di un Comitato ombra composto da quarantenni. Un Comitato che sappia dimostrare, se non anticipare addirittura, iniziative, linee, programmi politici al Comitato dei grandi.

Un Comitato, beninteso, che potrebbe decidere anche di affidarsi ai vecchi o a qualcuno di questi. Ma l’avrebbe deciso una compagnia di giovani. Non è la stessa cosa!

In questo modo, si sarebbe trovata una strada per farsi avanti, come si dice. Farsi avanti senza remore con decisione, con la determinazione di chi dice: «Noi faremmo questo»!

Una iniziativa di questo tipo potrebbe essere un buon viatico, un mezzo utile e propositivo, non di scontro: «avete voluto che ci facessimo avanti? Eccoci qua».

Il Comitato dei “piccoli” che, autolegittimandosi, si affiancasse a quello dei grandi e, senza fare polemiche, o meglio, evitando quelle distruttive, proponesse e dissentisse dalle decisioni di quello dei “grandi”.

La «grande avventura democratica», come l’ha definita Romano Prodi, rischia di essere una grande avventura e basta. Un flop.

Parte con il piede sbagliato perché elude uno dei fattori fondanti del Partito Democratico: le giovani risorse.

Romano Prodi, ha lasciato intendere, forse chi scrive non ha saputo intendere non è escluso, che i giovani non sono abbastanza vecchi per poter essere parte integrante del Comitato dei 45 quando afferma: «Sono soddisfatto» poiché il Comitato è composto da «personalità importanti ed autorevoli». In altre parole, non abbiamo reputato all’altezza del compito il materiale umano al di sotto dei quaranta anni. Certo che anche un transfugo come il senatore Follini è stato denominato autorevole. Non è questo un errore? Bindi, Bersani e D’Alema sono autorevoli perché ministri, più volte ministri? Bassolino, Amato, Del Turco e Parisi, sono autorevoli come autorevolissimo, a questo punto, è Dini?

Questa è una squadra di autorevoli che non ha saputo neanche consolidare le proprie posizioni all’interno dei propri partiti di appartenenza. Figuriamoci in una nuova struttura politica.

Non è vero che l’esigenza del Partito Democratico, si sia sentita proprio per la deficienza della tenuta dei DS e della Margherita? Qualcuno pensa che, viceversa, in strutture di partito forti, conoscendo la storia e le tradizioni di questo paese, sarebbe stato necessario avventurarsi in questo percorso del PD che imbarca acqua da tutte le parti e siamo ancora nella fase del Comitato?

Il Comitato ombra allora, è una necessità. Lo si costituisca senza aspettare altro tempo, lo si proponga a decine e decine giovani dirigenti. Che insegnino un modo nuovo di fare la politica.

Un Comitato la cui generazione è quella del computer, della sintesi ideologica vera che prescinde dalle retoriche e dai populismi. Un Comitato che insegni a transigere, proporre, comprendere anche le ragioni degli avversari politici.

Il giovani possono essere rappresentati solo dai giovani. Ormai lo abbiamo capito.

Nel 2009, chi andrà alle urne, non avrà visto in piedi il muro di Berlino.

Il problema è la scuola, il costo dei libri, le tasse Universitarie, la ricerca, il lavoro precario, il miraggio della casa, il mutuo, il matrimonio, addirittura il sogno di un figlio.

Non è certo con la sclerosi degli anziani, dei perpetratori di organigrammi triti e ritriti costellati di fallimenti che si potrà fondare il Partito Democratico che si va predicando.

 

RESOCONTO DI IERI – PARTITO DEMOCRATICO

di Massimo Preziuso

A mio avviso, ieri è stata una giornata intensa ma importante per il futuro del P.D.

Nella mattinata, siamo riusciti a dare il via alle “operations” del Think Tank APD 11 Febbraio, e a breve avrete comunicazione e invito a partecipare (e spero davvero che in tanti vorranno farlo).

Nel pomeriggio sono stato, insieme a molti amici di Innovatori Europei, APD 11 Febbraio, e di Insieme Per il Partito Democratico (le tre iniziative “nostre”), alla Assemblea Nazionale per il Partito Democratico, al Teatro Quirino di Roma: bene, vi erano circa mille persone (e devo dirlo, molti giovani, a differenza di esattamente un anno fa, quando partecipai nello stesso posto ad una Assemblea di Incontriamoci), e dai vari interventi venuti dalla sala e dal palco, si capiva che vi è finalmente aria di cambiamento (almeno questo a me sembra).

Sembra davvero che da Ottobre si realizzeranno idee nuove e si vedranno facce nuove nella politica italiana, e soprattutto si metterà in moto un Partito politico, il Partito Democratico, che potrà rappresentare finalmente la “casa comune” in cui discutere di problemi nuovi, in modalità nuove.

E’ giunto il momento di unire le forze, per realizzare un grande progetto comune!

A tal fine, vi invito a seguire le attività che stiamo mettendo in campo nel Think Tank APD 11 Febbraio,in cui vogliamo portare il contributo intellettuale del Gruppo Innovatori Europei.

Buona domenica,

Massimo Preziuso

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