INTERVISTA ON. CARUSO – PRC
Intervista all’on. Francesco Saverio Caruso (Rif. Com. Sin Eur.)
di Salvatore Viglia
Cosa pensa del Partito Democratico?
E’ l’evoluzione anche un po’ tragicomica di quel processo di americanizzazione che ha coinvolto purtroppo anche settori della sinistra e che oggi si trovano sempre più a scivolare verso un modello della politica nella quale l’immagine, la moderazione, diventano termini di annacquamento di quelli che erano, una volta, gli ideali. Fanno rimpiangere quasi i tempi andati in cui la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano, si combattevano, inciuciavano a seconda della fase politica, ma comunque avevano una spinta ideale da cui prendevano le mosse. Oggi, si mettono insieme questi due percorsi, DS e Margherita, per fare semplicemente un grande contenitore. Penso che il rischio sia appunto anche la dispersione di qualsiasi approccio ideale realizzando semplicemente la costruzione di una macchina politica che deve macinare voti e poltrone.
Cadrà questo governo Prodi? Scivolerà sullo “scalone”?
Non credo che ci sia questo rischio. Allo stato attuale, mi sembra stiano rivedendo le posizioni di incoerenza tra quanto sottoscritto negli accordi pre elettorali con quanto è avvenuto dopo. Non è certo una battaglia tra coloro che difendono diritti e quanti invece li vogliono cancellare. E’ una questione di coerenza e di rispetto dei patti. Da questo punto di vista io sono fiducioso considerando anche quei settori più recalcitranti, penso a Padoa Schioppa, che rivedranno in positivo il loro approccio alla questione.
Dal momento che state dando lezioni di equilibrio, gli elettori dicono: ma in che cosa sono radicali questi di sinistra?
Si appunto. Qua non stiamo parlando dell’erogazione, cosa che io ritengo necessaria di un reddito garantito per tutti, stiamo semplicemente parlando di difendere quella che è conosciuta come la riforma Dini. Quella stessa riforma che noi, all’epoca, contestammo da sinistra e che oggi qualcuno vuole disarticolare e distruggere partendo dai principi e dalle logiche della Maroni che fu uno schiaffo ai lavoratori. Parliamo di un diritto sacrosanto che deve essere garantito a tutti. Lasciamo stare i parlamentari che lo vedono acquisito appena dopo 36 mesi di legislatura, ma non avere il diritto alla pensione neanche dopo 36 anni di lavoro, è una ingiustizia.
Il dossieraggio del Sismi non annovera nessun personaggio del centrodestra, come mai?
E’ una vicenda inquietante che dimostra come la stagione dei veleni, delle trame oscure purtroppo non è solo una pagina del passato ma che si continua a perpetrare in alcuni ambienti dei servizi e degli apparati. Da questo punto di vista, è fondamentale la capacità di fare chiarezza. Comprendere anche il ruolo che hanno avuto questi personaggi dentro la dinamica di controllo politico che è una cosa poliziesca che ricorda la storia, gli anni peggiori del maccartismo negli USA.
La Commissione d’inchiesta, non è l’unico sistema, secondo lei, per non arrivare mai alla verità? Ci sono state celeberrime Commissioni d’inchiesta che non hanno mai portato a nulla.
E’ verissimo. Però, purtroppo, questi sono gli strumenti che abbiamo a disposizione. Auspicherei di arrivare ad un processo di bonifica dei servizi cercando di fare un po’ di pulizia in quegli ambienti torbidi che hanno funestato la storia della Repubblica e che ancora oggi hanno un ruolo attivo nella deformazione e nella degenerazione della politica, del rapporto tra potere e società.
Salvatore Viglia
Direttore di www.politicamentecorretto.com
(dal 1° settembre on line)
INNOVATORI EUROPEI: REFERENDUM
INNOVATORI EUROPEI SOSIENE IL REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE ELETTORALE
cari Amici e Amiche,
come Innovatori Europei crediamo che una svolta politica democratica e innovativa possa partire anche direttamente dai cittadini.
Invitiamo tutti coloro che volessero collaborare con lo staff per la
raccolta delle firme a mettersi in contatto tramite il sito del REFERENDUM
con gli organizzatori, e/o con Luca Lauro che sta formando i nostri gruppi di raccolta firme su Roma.
Il termine per la raccolta delle firme è il 24 luglio prossimo.
Grazie
7/7/07: IL PIANETA SVOLTA?
di Massimo Preziuso
oggi, 7/7/07, Innovatori Europei sostiene con forza il LIVE EARTH
: una serie di concerti, lunga 24 ore, che prende piede in 7 continenti, con più di 100 artisti e 2 miliardi di spettatori, per incentivare lo sviluppo di un movimento globale per la risoluzione della CRISI CLIMATICA.
Dalla Web Tv del Sito è possibile vedere lo spettacolo di tantissima gente unita idealmente in tutto il mondo.
Dal discorso di Al Gore, ex Vice presidente degli USA e numero uno del movimento, evince un straordinario messaggio, che deve farci riflettere: come avvenuto in altri momenti della storia, sembra che il PROBLEMA del RISCALDAMENTO GLOBALE verrà risolto grazie alla costruzione di MOVIMENTI “BOTTOM UP”, ovvero grazie a TUTTI NOI.
Esempio straordinario viene dagli USA: laddove la Amministrazione Centrale continua a frenare le politiche di Kyoto per la riduzione di emissioni di CO2, a livello di singoli Stati si sono ormai attivate centinaia di iniziative che hanno già prodotto enormi risultati.
La pressione dei cittadini sulla politica locale, dei singoli investitori sui Fondi di Investimento, dei consumatori sulle corporations, sono i veri DRIVERS di questo processo che, secondo molti, sta piano piano portando alla esplosione del problema sui MEDIA e per le STRADE, e a una ora possibile risoluzione di lungo periodo.
In Europa esiste una politica, quella di Kyoto, che è ormai attiva (sta finendo la Fase di preparazione, e nel 2008 partirà la Fase 1 con l’avvio di varie attività nell’ambito del cosiddetto Carbon Finance).
In più, i Media negli ultimi mesi si stanno fortemente “interessando” del Tema del Climate Change.
Basta seguire quelli italiani per rendersi conto che qualcosa è cambiato: nell’ultimo mese, soprattutto dal Summit tedesco del G8 (che non ha in realtà prodotto grandi novità), moltissimi giornali e Tv si stanno occupando della Materia, con documentari, interviste..
Sembra che si sia raggiunta una massa critica di conoscenza del problema tra la gente e che questo abbia spinto la politica e i Media ad interessarsene.
E’ chiaro che la questione è di enorme portata, e la risoluzione del problema del riscaldamento del pianeta sarà, nei fatti, di difficilissima risoluzione, ma credo che questo sarà il “secolo dell’Ambiente”, nello scorso secolo troppo considerato come “Risorsa illimitata”, e che da oggi ci toccherà tornare a rispettare come “Madre Natura”.
E allora dico: 7/7/7, il Pianeta svolta!
GRUPPI LOCALI CRESCONO
Solo per dirvi che Innovatori Europei si sta strutturando sul Territorio (VEDI QUI ), con la nascita di Pagine Web dedicate alla crescita, indipendente ma rispettosa di UNA MISSION COMUNE, delle varie realtà locali.
L’obiettivo è quello di diffondere l’iniziativa nei luoghi in cui tanti amici di I.E. sono presenti e hanno voglia di intraprendere con noi questo percorso di costruzione di un Network Innovativo, basato sulla forza del Web 2.0.
BOLLA DEL MERCATO IMMOBILIARE?
Immobiliare, il mercato rallenta a +1,7%: per il secondo semestre previsto un calo
Nei capoluoghi le case in vendita sono cresciute del 4,7%, ma le transazioni diminuite dell’8,4%
di ROSARIA AMATO – Repubblica
ROMA – Il mercato immobiliare sta per cambiare segno. A pubblicare previsioni pessimistiche sull’andamento della compravendita di case questa volta non è un’istituzione internazionale di prestigio, ma pur sempre lontana dal mercato, ma la Fiaip, la Federazione italiana degli Agenti Immobiliari Professionali, che nel Report semestrale prevede per la seconda metà del 2007 una flessione per la maggior parte delle città italiane, a eccezione di Trieste, Palermo, Torino, Perugia, Catanzaro e Campobasso. Il calo, se venisse confermato, arriverebbe dopo un boom durato 9 anni, quasi 10. Nella prima metà del 2007 la Fiaip ha rilevato una crescita risicata dell’1,7 per cento rispetto al semestre precedente, risultante da un +0,5 per cento nel mercato urbano e da un +2,8 per cento in quello turistico.
I dati limitati ai quartieri di pregio. La rilevazione della Fiaip si è concentrata quest’anno per la prima volta esclusivamente sulle zone di maggior prestigio delle venti città capoluoghi di provincia. Si tratta dei centri storici di Potenza, L’Aquila, Trieste, Firenze, Trento, Perugia, Aosta e Campobasso; il quartiere Indipendenza-Corso Mazzini a Catanzaro, Posillipo a Napoli, Galvani a Bologna, Trevi a Roma, Albaro a Genova, Duomo-Cordusio a Milano, Pietralacroce ad Ancora, Crocetta a Torino, Murat 1 a Bari, Monte Urpinu a Cagliari, Politeama a Palermo e San Marco a Venezia. Per il mercato turistico, la rilevazione è stata effettuata in 20 rinomate località di vacanza, una per ogni regione.
Il calo già rilevato dagli agenti. “Abbiamo deciso di analizzare un campione ristretto – spiega il vicepresidente di Faiap, Osvaldo Grandin – perché ci eravamo accorti di alcuni segnali, che indicavano una flessione. Abbiamo preso in esame il massimo della categoria, gli immobili che avevano la quotazione più alta di venti città capoluogo e di venti città turistiche. Dall’indagine è emersa la previsione di una flessione per il secondo semestre di quest’anno, ed è un elemento che nella piazza lo si riscontra: tutti i colleghi mi dicono che ci sono meno contatti, meno vendite”.
Transazioni diminuite, tempi allungati. Infatti il rallentamento del mercato emerge anche dall’allungamento dei tempi delle compravendite che gli agenti segnalano già dai primi mesi del 2006. Nel primo semestre del 2007 il tempo intercorso tra l’incarico affidato all’agente immobiliare e la stipulazione della compravendita è arrivato a quasi sei mesi (5,7) e il divario percentuale tra il prezzo richiesto e quello effettivo è stato del 10 per cento. Gli immobili messi in vendita sono aumentati mediamente del 4,7 per cento, ma le transazioni portate a termine sono diminuite dell’8,4 per cento.
Preferiti i tagli piccoli. Altro segnale della difficoltà delle famiglie è il deciso orientamento verso tagli piccoli: la maggior parte delle abitazioni richieste, segnala infatti la Fiaip, ha una superficie inferiore ai 60 metri quadri (42 per cento), le case di medie dimensioni sono richieste dal 39 per cento, quelle di oltre 120 metri quadrati solo dal 19 per cento. Quanto alla provenienza della clientela, quattro acquirenti su cinque sono italiani, gli stranieri Ue poco più del 10 per cento e gli extracomunitari il 6,4 per cento.
Ma la bolla immobiliare non si sgonfia. Il rallentamento arriva dopo una lunghissima fase di crescita: la Fiaip ricorda che in media i prezzi di compravendita sono cresciuti del 76,6 per cento tra il 2000 e il 2007, con punte del 96 per cento per le case nuove o ristrutturate. Ma per la Fiaip non è il caso di parlare dell’esplosione della bolla immobiliare: “Credo che siamo i primi a lanciare una previsione di questo tipo, assolutamente un ridimensionamento di alcuni prezzi di mercato – dice Grandin – ma la bolla immobiliare no, direi che se non è scoppiata nel passato non è neanche questo il momento. Pur ribadendo che la nostra previsione è un dato assolutamente reale”.
Mutui più onerosi per gli aumenti dei tassi. Probabilmente, osserva Grandin, a incidere sul rallentamento del mercato ci sono stati anche gli aumenti dei tassi d’interesse: “A lungo si è detto che pagare il mutuo era come pagare l’affitto, ma adesso non è più vero, la rata del mutuo è più alta di almeno il 15, 20 per cento”. Nel primo semestre 2007 gli acquirenti hanno fatto ricorso al mutuo nel 75,5 per cento dei casi. I mutui sono stati stipulati per un importo mediamente pari al 75,6 per cento del prezzo dell’immobile, con una durata media di 23 anni e un tasso per lo più fisso: le famiglie non si fidano più del variabile, che ha subito continui ritocchi verso l’alto per via dei rialzi della Banca Centrale Europea.
Le previsioni degli altri osservatori immobiliari. Le previsioni della Fiaip sono, come ha spiegato Grandin, di rottura. Tuttavia non tutti gli analisti del settore sono d’accordo. “Noi stiamo ancora formulando delle ipotesi, pubblicheremo i nostri dati la prossima settimana – spiega Daniela Percoco, direttore Nomisma Real Estate – però non ci stiamo orientando su ipotesi di questo tipo. E’ chiaro che il mercato immobiliare non potrà crescere all’infinito, però a nostro avviso non è arrivato ancora il momento di un’inversione di tendenza”. Il report Eurekasa sul primo semestre 2007 si avvicina di più alle ipotesi della Fiaip: infatti si parla di “un sentiment complessivamente di flessione nel numero di compravendita”, con uno sconto medio in aumento, ma non ancora di un calo dei prezzi, per via “di troppi venditori arroccati su quotazioni elevate”.
VISCO: RECUPEREMO 100 MILIARDI!
Visco: “Recupereremo 100 miliardi e ora possono scendere le tasse”
da Repubblica
GENOVA – “Siamo pronti a ridurre le tasse”. Così a Genova il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco a margine di un convegno sui dieci anni dell’Agenzia delle Entrate. Il viceministro ha spiegato che “recuperare i 100 miliardi evasi è una questione solo di tempo, di volontà politica e di capacità organizzativa. Fin dall’inizio abbiamo detto che il recupero dell’evasione era finalizzato alla riduzione delle tasse. Adesso siamo in grado di cominciare a farlo, sempre che si contenga la spesa pubblica e si proceda al recupero dell’evasione”.
Sui tempi del’alleggerimento della pressione fiscale, il viceministro dell’Economia ha ribadito che “speriamo di cominciarlo a fare fin da subito. Prima abbiamo dovuto rimettere in equilibrio il bilancio devastato da cinque anni di malagestione”.
Il viceministro ha ricordato che gli strumenti ci sono per combattere il fenomeno diffuso dell’evasione. “Bisogna decidere – ha spiegato Visco – se si vuole fare il recupero: la cosa è possibile. Lo stiamo dimostrando con quello che è successo questo anno. Nello stesso tempo è evidente che essendo l’evasione un fenomeno di massa, l’opposizione al contrasto è fortissima”.
A Genova anche qualche contestazione. Una cinquantina di dipendenti del pubblico impiego ha fischiato il viceministro all’esterno della sede dell’Agenzia. Tra gli slogan mostrati dai manifestanti, alcuni portavano le scritte: “Non tagliare le pensioni ma recuperare le evasioni” e “Tasse: pagare meno, pagare tutti”. “Siamo preoccupati per la ventilata riforma delle pensioni – ha detto Pietro Andriani, rappresentante delle RdB – inoltre non ci sono state delle reali misure per contrastare l’evasione fiscale. Il rischio concreto è che alla fine paghino solo pensionati e lavoratori dipendenti”.
Sulla possibilità di ridurre l’imposta comunale sugli immobili, Visco ha risposto che “l’Ici è una imposta comunale, ci devono pensare i Comuni”.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Massimo Romano ha illustrato poi i risultati dei primi cinque mesi dell’attività dell’Agenzia. Secondo i dati ci sono stati più accertamenti sulle imposte dirette (Iva e Irap) che sono passate da 122.253 a 188.019. C’è stato anche un maggior numero di verifiche (da 3.824 a 4.230) e più accessi per il controllo degli obblighi fiscali (da 53.596 a 55.565).
Maggiori sono state anche le imposte accertate (da 2,6 mld a 3 mld) e gli importi riscossi a seguito di accertamento con adesione, acquiescenza e conciliazione giudiziale (489 mln al 30 giugno contro 390, con un significativo +20,6%). Romano ha ricordato che nei sei mesi del 2007 è stato dimezzato lo stock dei rimborsi arretrati Irpef, passando da 1.974.000 a 958.000. Complessivamente sono stati erogati 1.365 mila rimborsi per un importo complessivo di 654 milioni di euro. Quanto ai servizi, nello stesso periodo sono stati erogati rimborsi per 6,6 miliardi, ovvero poco più della metà dei 12,5 mld previsti per l’intero anno.
La possibilità di ricorrere a sanzioni amministrative, compreso il licenziamento, nei confronti dei dipendenti corrotti, è stata annunciata dal direttore Massimo Romano nel presentare il piano strategico triennale di sviluppo dell’Agenzia. La sanzione prevista dal piano, ha detto Romano, è prevista “senza attendere l’esito del processo penale. L’Agenzia – ha spiegato il direttore – è tra le amministrazioni pubbliche quella che più direttamente deve farsi carico dell’onere di favorire la tax compliance, deve porsi il problema se non sia venuto il momento di cominciare a cambiare, intanto al proprio interno, regole che molto hanno contribuito a danneggiare la reputazione del lavoro pubblico per i comportamenti deteriori che hanno favorito e per gli effetti negativi che ne sono scaturiti sull’efficienza dei servizi”.
ALLORA VELTRONI!
di Salvatore Viglia per Innovatori Europei
Il motto degli Innovatori: scuola, lavoro, casa, famiglia
Non resta che accelerare la forza propulsiva dei giovani verso di lui. Veltroni è disponibile. Tra i “vecchi” è quello più giovane e meno soggetto alle nomenclature.
Il suo successo in politica, soprattutto attraverso il governo di Roma, ha fatto leva proprio sui giovani e su un modo di relazionarsi con i bisogni dei cittadini attraverso l’approccio che è risultato diverso dai suoi predecessori. Sensato. Non a caso Piero Fassino ha detto che Walter Veltroni è quello più lontano dalle “compromissioni” politiche che hanno visto il DS in grandi difficoltà e, spesso, con le lacrime agli occhi.
Non è il proliferare delle ideologie, in fondo che, paralizza questo paese? Non sono i famosi e retorici “distinguo” oppure le altrettanto famose “sensibilità diverse” che hanno portato alla disaffezione, all’ antipolitica, al nichilismo il paese? Ebbene, Veltroni è l’immagine della ragionevolezza. Meglio di qualsiasi altro, può rappresentare l’ esercito dei giovani. Non è certo un caso che molti romani, di chiara fede aennina, abbiano votato Veltroni primo cittadino.
Alcuni esponenti del Comitato dei 45, tendono a minimizzare l’importanza della presenza dei giovani nel nuovo PD. Perché non sono abbastanza “scafati”, secondo loro, da poter essere dirigenti di partito. Perché quello che conta, a loro parere, è l’esperienza acquisita sul campo. E l’esperienza si fa con gli anni, ed anni, ed anni, sino al momento in cui quei giovani diventeranno veterani, tanto veterani da essere vecchi. Sostanzialmente, sarebbe non solo lecito, ma doveroso, contestare questa linea. L’età, è vero, non conta. Me non conta solo se alla base esiste una onestà di intenti appurati nelle
volontà concrete, nella disponibilità a farsi da parte quando è il momento ed essere utile nelle retrovie. Purtroppo, gli attuali vecchi dirigenti, sono stati quei giovani che hanno atteso anni, ed anni, ed anni per affermare le loro posizioni. Perciò, non hanno tutti i torti ad aggrapparsi alla postazione e ad ostinarsi a non lasciarla. Ma, al nuovo PD, non deve interessare certo di perorare questa ragione. Questa cozzerebbe con l’interesse, con la prospettiva, con il progetto del nuovo Partito Democratico. I veri innovatori, allora, non hanno, a partire da subito, che stilare un documento pensato ed articolato da
proporre al nuovo segretario quando sarà il momento. Non un numero di punti sterile e fine a sé stesso. Ma una analisi dei bisogni delle leve nuove e vitali di questo paese che soffrono e patiscono continuamente per il soffocamento delle loro energie, per la mancanza di megafoni.
Una proposta articolata, su base tecnica, bibliograficamente corredata da statistiche e parallelismi con le nazioni più avanzate. Una sorta di Dpefsociale. Si sprechino, le risorse intellettuali di quanti hanno studiato e che parcheggiano in attesa di un lavoro. Si impongano fornendo prove concrete degne di pubblicazione di un progetto che faccia uscire questo paese dallo scoraggiamento.
Gli innovatori siano pronti a proporre a Veltroni, una politica che elimini del tutto le contrapposizioni sorde ed ottuse degli opposti schieramenti; che rifiuti le polemiche strumentali finalizzate alle eterne campagne elettorali; che sottolinei le necessità “elementari”che non sono né di destra né di sinistra. Insomma, ricominciare da Adamo ed Eva: scuola, lavoro, casa, famiglia.
Se i veri innovatori sapranno farsi portabandiera del motto scuola, lavoro, casa, famiglia, avranno saputo anche porre le basi per parlare di previdenza, di pensioni e del resto ed in perfetta sintesi politica con le “anime” degli ex DS, degli ex Margherita e di tutti quei giovani che, pur avendo una collocazione politica di parte, vogliano abbracciare e partecipare.
Veltroni, è il soggetto capace di recepire queste istanze. Tanto vale ricominciare daccapo. Lascino litigare i vegliardi. I giovani sono giovani e sono nuovi e devono portare avanti questo paese domani e dopodomani e non ha importanza alcuna l’appartenenza politica almeno nella fase d’avvio. I giovani sono giovani e basta ed in quanto tali hanno le stesse necessità.
Innovatore europeo, è quello che deve esserlo soprattutto in casa sua. E perché non lanciare, e per primi, una idea, una proposta a quell’altra parte della gioventù, sotto il segno della pacificazione nazionale che meglio di tutti seppe esprimere il neo Presidente della Camera Violante quel dì. Una “Consulta” che recluti e parli ai giovani di ogni appartenenza politica. Se i “grandi” hanno deciso di litigare vita natural durante, perché i piccoli non si responsabilizzano e cominciano a parlare per costruire piuttosto che urlare per demolire?
L’innovazione si vede anche in questo. Saper dialogare con i giovani di qualunque estrazione politica siano. Quasi come se fosse una casta, un esercito, una energia senza la quale un paese non invecchia solo, ma quel che è peggio, si ammala gravemente senza morire mai del tutto.
RIFLESSIONI SU UN EURO SENZA EUROPA
Vorrei cominciare ricordando che è un miracolo che si riflette positivamente sul complesso geografico europeo dalla UE agli stati, dai länder ai comuni: 13 paesi hanno abbandonato le proprie monete per una moneta comune .
Questo è l’unico avvenimento che ha carattere sovranazionale (assieme alla Corte di Giustizia europea) e che appare nel cammino di una integrazione che annaspa ed ora è in stallo per colpa soprattutto dei primi ministri europei (con l’eccezione di Prodi e la Merkel).
Fino ad anni fa nessuno si sarebbe aspettato tanto. Diciamo che l’Europa ha finalmente un proprio mercato dei capitali . Per il resto possiamo osservare che in breve tempo il volume delle emissioni in euro ha superato quello delle emissioni in dollari statunitensi e gli emittenti che precedentemente avevano difficoltà ad accedere al mercato internazionale (come i comuni, le regioni e molte imprese ) hanno già fatto un ampio ricorso al mercato dell’euro.
L’euro ha così facilitato gli investimenti all’interno dell’Unione Europea e, come indotto, ha favorito la crescita economica all’interno di essa . Socialmente parlando ha anche consentito una più equilibrata ripartizione del capitale.
Elenchiamo alcune osservazioni precise:
1) E’ noto che il Financial Times , assieme ad alcuni politici inglesi, costituisce un polo di forte pressione per fare fallire una integrazione che porti ad una Federazione Europea in futuro, che personalmente mi auguro invece prossima !!!
2) Malgrado la presenza negativa rappresentata da costoro una cosa che evidenzia la forza e la diffusione dell’ EURO, assieme all’opportunismo inglese, che ha già più volte irritato Il presidente della BCE Claude Trichet, proprio a Londra cresce e prolifera una capitale dell’EURO, lontana dai vincoli di Bruxelles e Francoforte ma nel cuore della ricchezza della nostra moneta unica. Ebbene il mercato e le transazioni della City non sono affatto in sterline ma sono in Euro !!!!!!
La base di liquidità è enorme perchè offerta da una moneta stabile e globale come la nostra che fa si che la City abbia oggi il 70% del mercato obbligazionario internazionale ed il 40% degli scambi in titoli esteri….. Tutto questo malgrado i politici britannici abbiano schernito il progetto europeo e la sua valuta.
3) Recentemente la Cina ha fatto una autentica “razzia” di EURO sul mercato elevando tale moneta al rango di riserva subito dopo al dollaro.
4) L’intera fascia arabica, inclusa la Turchia, non solo accetta l’EURO ma lo richiede e lo privilegia nelle transazioni finanziarie e commerciali.
5) Stiamo attualmente risparmiando “un sacco di soldi” negli acquisti di prodotti petroliferi, derivati ed altro, nelle relazioni con diversi paesi dell’area orientale potendo usufruire dello scarto a nostro favore tra euro e dollaro. Altrettanto per il gas fornito dalla Russia.
6) I tredici paesi che hanno adottato l’EURO hanno di fatto creato un proprio mercato dei capitali che ha attratto nella sua orbita pure quelli che in Europa ne sono rimasti ancora fuori, costringendo la Danimarca, la Svezia ed altri ad emettere euroobbligazioni in grande quantità per potersi finanziare sullo stesso mercato !!!!!!
Certamente un EURO senza Europa politica si trova a non potere sviluppare interamente il potenziale economico che esso possiede. Questo è colpa di un progresso di integrazione politica che lascia molto a desiderare: le attuali istituzioni sono un mosaico di interessi nazionali senza una autentica visione europea, cioè senza l’obiettivo finale degli “Stati Uniti d’Europa”, come sarebbe obbligo di perseguire per gli interessi generali degli europei da parte degli uomini politici e cioè primi ministri e forze politiche al vertice che evitano o ignorano addirittura l’argomento in modo ignobile.
Ma senza l’euro dove saremo ora?
Certamente la situazione sarebbe senza dubbio sull’orlo della bancarotta!
Le politiche contro l’inflazione da parte dei tredici paesi dell’euro e l’importantissima indipendenza della Banca Centrale Europea col suo presidente Trichet rappresentano oggi un forte elemento di stabilità che fa della nostra moneta una autentica forza nel mondo.
La volatilità dei tassi di cambio, accompagnata dall’inflazione mangia risparmi a due cifre che ha caratterizzato i mercati monetari europei negli anni 1993 -1994 altro non è che un brutto ricordo.
Ora, durante le crisi asiatica, russa, e latino-americana l’euro ha già mostrato ampiamente la sua validità e difeso la stabilità: esso ha fatto vedere di sapere reggere alle grandi crisi economiche.
Per fare altri esempi, cosa sarebbe accaduto alla moneta belga nel momento in cui è esploso il caso delle carni alla diossina od alla moneta francese in conseguenza della catastrofe ecologica causata dal petrolio riversatosi sulle sue coste, se avessero potuto fluttuare liberamente ? E che pensare del fallimento Parmalat in Italia!
E che dire della Danimarca, dell’Inghilterra,della Norvegia e della Svezia che, nella loro follia antifederalista, sono di fatto costrette a seguire l’andamento dell’euro adeguandosi, senza confessarlo apertamente, a dovere emettere pure eurobbligazioni!
L’euro non è stato all’inizio una moneta forte e con ciò ha potuto favorire le esportazioni europee in quel momento di assestamento e quindi di possibile crisi da primo impatto.
Ora lo è divenuto dimostrando con l’adattamento e le innovazioni da parte dell’apparato produttivo di potere tenere il ritmo delle esportazioni e favorendo enormemente un minor costo delle importazioni e del prezzo del petrolio in particolare.
Nel breve e medio periodo certamente gli elementi che interagiscono in positivo od in negativo sono molteplici :
– il tasso di cambio influenzato dai tassi di interesse fissati dalle banche centrali dei vari paesi extraeuropei ;
– alcune debolezze che emergono ora nell’economia americana ( in particolare l’aumento del deficit commerciale e l’aumento del divario tra i redditi dei ricchi e dei poveri ecc.) che potranno lentamente levare parte dell’attrattiva al dollaro statunitense come moneta di scorta e ciò a favore dell’euro;
– l’ entrata materiale dell’euro nelle tasche degli europei che col tempo risveglierà da quella superficialità che è tipica di troppi cittadini e che induce ad affermazioni assolutamente non veritiere;
– la speculazione che si era scatenata da parte dei settori commerciali ed intermediari ed immobiliari alla quale porrà termine prima o poi la dimensione europea del processo di integrazione.
– l’auspicabile scoperta “dell’acqua calda” che dovrebbe pervenire da parte dei partiti politici e dei governi europei aprendo gli occhi e constatando che abbiamo ancora le contrattazioni borsistiche che si svolgono in una decina di “borsette” invece di avere un’unica Borsa a livello dei tredici, meno facilmente influenzabile dai grandi capitali speculativi, magari collocata a Francoforte e cioè vicino alla Banca Centrale Europea, con tutti i vantaggi potenziali che ci potrebbero mettere nella condizione reale di confrontarci con l’unica Borsa che gli americani posseggono e che funziona per tutti i cinquanta stati della loro Federazione e “dirige l’orchestra” per tutto il mondo !!!!
– una serie di carenze che l’economia europea deve superare sia sul piano economico sia su quello politico in questo periodo. “I tredici” devono dimostrare di essere capaci di eliminare tutte quelle disfunzioni che si ripercuotono sull’euro e di mantenere una bassa inflazione che occorre sia in tempi di recessione economica sia in tempi di rapida crescita.
Da un punto di vista generale è fuori da ogni dubbio che il progresso di integrazione economica, ma sopratutto politica, europea lascia molto a desiderare :
senza considerare la Banca Centrale Europea e la Corte di giustizia, le istituzioni sono un mosaico di interessi nazionali senza un’autentica visione europea, cioè senza l’obiettivo degli Stati Uniti d’Europa, come sarebbe obbligo morale e sostanziale da perseguire da parte degli uomini politici e dai rappresentanti istituzionali. Vediamo per esempio quanto sono ancora scarsi i progressi in materia di armonizzazione fiscale e di legislazione delle società e dei brevetti ecc. e come non sia certamente la strada giusta quella proposta con una anomalia giuridica chiamata Costituzione Europea in questo momento oggetto di stallo. Pensate che è formata da ben 342 articoli (questo è anche un elemento che dimostra il suo fallimento). Pensate che la costituzione italiana è formata da soli 139 articoli e quella americana da 7 (dico sette) articoli e 27 emendamenti !!!
C’è da chiedersi doverosamente da dove debba provenire la spinta ad accelerare il processo di integrazione politica. E’ chiaro che ciò dipende in democrazia solo in parte dal cittadino ma sopratutto dalle segreterie delle formazioni politiche e dai governi nazionali che non vogliono cedere, per sete di potere, quote di sovranità al parlamento europeo ancora ibernato, con la complicità degli stessi parlamentari europei che si sono succeduti, incapaci di rivendicare con forza il loro ruolo (l’unico a farlo fu Spinelli) e costretto a scegliere ancora “le misure dei pomodori”…. !!!
Per ora purtroppo l’euro non ha ancora una federazione europea né un governo federale che lo difendano a sufficienza e spieghino il suo valore intrinseco e morale a tanti cittadini che, privi di supporti culturali adeguati, spesso vengono plagiati da forze politiche notoriamente contrarie al federalismo europeo (ve ne sono a destra ed all’estrema sinistra) che sfruttano l’ignoranza nel campo e non dicono a quale immane disastro economico e finanziario l’Italia andrebbe incontro se tornassimo (per ipotesi assurda) alla lira senza lo scudo protettivo dell’euro.
Riccardo Sani – Trento
(ex consigliere di amministrazione del Mediocredito – Investitionbank del Trentino-Südtirol)
RITORNERANNO SPESSO!
di Salvatore Viglia
Non è un incubo ma solamente l’andazzo italiano. Il dopo Torino ha riportato immediatamente l’Italia nel pantano politichese di sempre. Bindi e Parisi.
Bindi e Parisi, hanno lasciato le loro impronte digitali chiosando giudizi inutili e deleteri, comunque non solo non in linea con quanto Veltroni ha detto, ma addirittura fuori del tema la prima e decisamente incomprensibile nell’eloquio il secondo.
Basta vecchi! E lo ha detto il Presidente emerito Ciampi. Dico Ciampi. E quel punto esclamativo suona come una martellata, un gong conclusivo. Eppure, questi, ritorneranno spesso. Alla Bindi, non è bastato sentire con le proprie orecchie (ma ha sentito o no?) che Veltroni vuole il 50% di donne a rappresentare la politica italiana; non è bastato sentire (ma ha sentito o no?) le cose che Veltroni ha detto sulla laicità dello Stato e sul patrimonio e del ruolo responsabile dei cattolici al suo interno?
Arturo Parisi, poi, senza rendersi conto neanche della sua immagine sotto il profilo della comunicazione e non solo, non avendo compreso a pieno cosa stia accadendo nel Partito Democratico e nel paese (qualcuno si prenderà la briga di informare il Ministro?), se ne è uscito con un politichese che non va oltre le stringhe. Egli, dico, egli, ha detto testualmente: «Deluso da Veltroni, una candidatura verticistica. E’ per me, il candidato migliore e, tuttavia, se proposto come candidato unico, il candidato peggiore». Ma cosa significa? Cosa vuole dire l’Oracolo di Delfi? Questa frase, è un magnifico reperto archeologico. Un graffito, una frase sgangherata scritta su una mappa egizia stinta. E’ un retaggio. Senza alcun valore. Indirizza, appiattisce, sgomenta, induce ed istiga all’antipolitica.
L’arzigogolo cervellotico promette di essere depositario della “verità” annichilendo la semplice sintesi mortificata da un (comprensibile?) narcisismo (sono io che cammino impettito di fronte ai picchetti, sic!, d’onore, cosa credete?), la fa da padrone ed intorpidisce la mente della gente.
Insomma, come sarebbe bello se Arturo Parisi si rendesse conto del suo anacronismo. Come sarebbe bello se prendesse atto della sua inadeguatezza politica indice e prova di tante sconfitte personali e di gruppo e se la Bindi si dedicasse anima e corpo al volontariato missionario piuttosto che avvilite menti e coscienze di questo paese.
DIRETTA VIDEO FENOMENI
Su onemoreblog.it e su greencamp.it è disponibile la diretta video in streaming dell’iniziativa “Generazione di Fenomeni”, lo strano caso di un paese che ha dimenticato i suoi giovani e ha generato una generazione di precari e di esuli.
E’ una tavola rotonda a cui parteciperanno un po’ di esuli di nome: Sandra Savaglio che fa l’astronoma a Monaco a cui Time ha dedicato la copertina come simbolo dei cervelli perduti. Ivan Scalfarotto che fa il direttore del personale a Mosca per Citigroup e, in Italia, si ostina a vedere se si può cambiare qualcosa. Poi ancora Giancarlo Bruno da New York, Paolo Gallo da Londra, Alessio Misuri da Roma e Giuseppe Forte, ingegnere e precario, capogruppo dell’Ulivo in Comune.
L’incontro sarà a Pisa, perché Pisa è la città più zeppa di università, di centri di ricerca e di giovani che si possa immaginare.
Ha novantamila abitanti e cinquantamila studenti. Un’occasione per molti dimenticati per ritrovarsi, per ascoltare e dire la loro, per esserci. Ma soprattutto per conoscersi e capire che questa generazione per contare ha bisogno di mettersi in rete.
“Generazione di fenomeni”, a Pisa, sotto il tendone del Leocaffè alla Stazione Leopolda, dalle 17 di sabato 30 Giugno.
Per altre informazioni visita pdpedia.eu