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Regione Lazio : la fase egemonica dell’eclettismo

di Pierluigi Sorti

Nell’ arco politico regionale, ormai, i percorsi  politici, sia nel centro sinistra come nel centro destra, obbediscono solo a linee orizzontali.

E non sempre i confini si identificano solo con le aree di appartenenza  che infatti , non di rado, estendono i loro confini in reciproca sovrapposizione.

Il fenomeno  si evidenzia nel pullulare di associazioni tematiche, molte volte ispirate dai dirigenti in carriera,    coscienti  pienamente della caduta di attrazione delle rispettive sigle di partito.

Solo con tali modalità possono essere facilitati incontri e dialoghi di cittadini, anche privi  di tessere di partito, ma assai poco inclini a dichiarare le proprie vocazioni elettorali e che comunque non  vengono richiesti di farlo.

La diagnosi del quadro complessivo si completa nella constatazione , evidente soprattutto a Roma, delle genesi più disparate dei presupposti di  base dei  temi sul tappeto  e delle soluzioni politiche proposte.

Anche le altre aree provinciali laziali,  contraddistinte essenzialmente dal tratto , più o meno dissimulato, dell’ antagonismo alle prevaricazioni romane, presentano il  sintomo significativo della rottura di una visione politica geograficamente unitaria.

Dai problemi occupazionali a quelli urbanistici , dalla crisi delle politiche abitative al dissesto sanitario regionale, le relative soluzioni proposte , permeate dei più  variegati criteri ispirativi, scaturiscono da disparate  genesi ideologiche in un processo di mutui ma continui scambi di volubili  opinioni dello spazio temporale di un mattino.

L’ osservatore attento coglie il fenomeno crescente di un eclettismo di vedute il cui continuo variare finisce per  smarrire i vantaggi del confronto e  scadere nelle forme deteriori del peggior sincretismo .

Ma forse la Regione Lazio è lo specchio  fedele delle tendenze nazionali  più deprimenti  di queste stesse ultime ore  : dalle convergenze di Bertinotti e Violante in tema di privilegi di casta, dalle analogie  di comportamento  di Lega e Margherita nell’opacità dei loro criteri amministrativi in una cornice in cui spicca il  desolante silenzio di Pd e PdL e partiti minori, impotenti  tutti a una decorosa  reazione politica .

Anche l’ aforisma del carattere individuale delle responsabilità penali , genera, nel  conforto illusorio dell’ oblio, la latitanza di tutti i partiti e dei loro dirigenti, incapaci di percepire politicamente il diffondersi di una metastasi  che percorre ormai la nazione tutta.

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