Significativamente Oltre

Bonaviri

Aggressione ieri a Frosinone alla nostra Giuseppina Bonaviri, unica candidata Donna Sindaca della città – Firma l’appello

Bonaviri

 

 

 

 

 

 

 

Rimaniamo senza parole.

Ieri, in pieno giorno, Giuseppina Bonaviri è stata aggredita durante un comizio della sua campagna elettorale di unica donna candidata Sindaca della città capoluogo ciociaro, Frosinone.

Se davvero il Paese vuole diventare moderno rinnovandosi, le istituzioni nazionali e regionali politiche intervengano con un atto concreto di solidarietà in suo sostegno. Noi Innovatori Europei chiediamo che in Italia si creino reali condizioni per una politica di genere dove atti di aggressioni e di discriminazione non trovino più spazio alcuno.

Firmate questo appello (a infoinnovatorieuropei@gmail.com) .

Ne va del futuro del Paese.

Roma, 29 Maggio 2017

Massimo Preziuso

Marco Frediani

Osvaldo Cammarota

Francesca Properzi

Marianna Rossi

Luca Lauro

Il Progetto Provincia Area Vasta Smart a Frosinone

di Giuseppina Bonaviri (Presidente Progetto Provincia Smart)
Il percorso Smart attivato da diversi mesi nella Amministrazione Provinciale di Frosinone, Tavolo Provinciale Patto di solidarietà sociale, ci assicura quel cambiamento che, iniziando proprio dalla partecipazione attiva dei cittadini, diventa attrattore privilegiato e luogo ideale per la costruzione equa di una filiera, una “Rete delle Reti smart” che va incontro alla urgenza aggregativa e di pianificazione programmatica dei distretti industriali e produttivi presenti nel territorio provinciale.
Il Presidente Pompeo afferma che “l’innovazione oggi sta diventando l’humus per la nascita di nuove progettualità ed idee imprenditoriali in tutti quei settori legati alla specializzazione Smart delle città, come stabilito dalla Unione Europea all’interno del programma Horizon 2020”.
La Bonaviri, Presidente del Progetto provincia Smart, ritiene che “il Progetto Provincia Area Vasta Smart anche grazie al lavoro del suo Osservatorio, con il sostegno del Centro Studi I. E. (Innovatori Europei), sta attualizzando attività di monitoraggio sull’analisi della domanda e del cambiamento che oggi necessita alla nostra gente. Per la messa in atto di Linee Guida che da mesi sono condivise con le Amministrazioni locali e con i diversi partner aderenti all’Area Smart tramite un protocollo di intesa sottoscritto così come per la costruzione della macro area euro mediterranea nel Mezzogiorno – priorità nel centro sud italiano- si utilizzeranno strumenti e risorse nazionali ed europee che favoriranno  la fertilizzazione del territorio ciociaro”.

La Bonaviri prosegue dicendo che si vuole realizzare un percorso di innovazione e di “Provincia Smart ad un passo dal mondo” con l’attivazione di temi attinenti la visione di Area Vasta del domani con l’utilizzo di nuove tecnologie, della domotica e l’ITC, del trasporto intelligente, dello sharing di beni e servizi e soprattutto con la partecipazione attiva della base”.

La creazione, già in atto, di una banca del tempo valorizzerà infine stili di vita, cultura paritaria e ambiente.

In occasione della iniziativa del 25 settembre 2015 Gli Stati Generali della innovazione sociale. La Provincia Smart ad un passo dal mondo tra ricerca ed innovazione” la Provincia di Frosinone è divenuta un brainstorming lungo un giorno, un laboratorio antropologico globale e locale capace di raccogliere insieme reti innovative provenienti  da Roma-Avellino-Napoli-Milano- Kansas-NY-Barcellona e genius loci.
Sono state coinvolte diversificate realtà a partire da Amministrazioni locali e dalle Ong come Medecins Sans Frontieres e Save The Children , Università, Fablab, Società cooperative per la gestione etica delle risorse, Enti e strutture di ricerca, associazioni di macro area, scuole su progetti e programmi innovativi, filiere di acquisto solidale e a km zero.  Tantissime le proposte e le idee che continuano a pervenire e che ci faranno, insieme, protagonisti e creatori del nostro futuro.

Frosinone 29 settembre 2015

Frosinone piccola capitale torni a sorridere

Di GIUSEPPINA BONAVIRI

Per chi, come noi innovatori, crede che possa esistere una politica dove democrazia, diritti civili e valori sociali siano messi al centro del dibattito non si può accettare di rimettersi a logiche scissionistiche ( copioni rivisitati) o a contrapposizioni tra le diverse anime che aleggiano indisturbate nelle scatole partitiche omologate e che lavorano a spartizioni di poltrone subendo il fascino solo degli scambi di piacere. Crediamo fortemente che sia possibile ricreare uno spazio di ” garante istituzionale “ disposto ad offrire una politica di servizio che può insidiare il blocco di potere venuto a galla nella nostra nazione, una nazione conosciuta come degli affari sporchi. Galvanizzare buone energie oltrepassando gli abusi impropri dei nostri governanti partendo, come buona prassi vuole, dall’ utilizzare più il noi che l’io può significare far risorgere quella gente che quotidianamente fatica a portare a casa la pagnotta, dispersa nelle periferie del paese ed immobilizzata dalla povertà. La trasformazione passa dal desiderio di investire energie vitali sui temi della best practice, fuori dall’affarismo. Ma siano in Ciociaria, una terra purtroppo divenuta acefala negli anni perchè bene inserita nei gangli del potere che “spuzza”. Una classe dirigente compromessa non può eliminare le mafie e la criminalità. La credibilità di un posto, nel momento di assumere ruoli e responsabilità, dimostra che c’è bisogno innanzitutto di quelle energie migliori della società che tanti comportamenti virtuosi ha prodotto in questi anni sul terreno della legalità e dei diritti. Occorre un’assunzione ora di responsabilità da parte dei frusinati che può rivoluzionare l’ asfissia a cui siamo stati costretti. Di mezzo trasparenza e onestà sono le virtù civiche che riconosciamo nostre a differenza di chi, dal passato ad oggi, non ha fatto certo della legalità materia prioritaria per il buon governo del nostro territorio. La lista delle inadempienze, oltre ai provvedimenti impopolari dovuti ai cosidetti tagli di bilancio, non può occultare chi si continua a nasconde dietro proclami e regimi da semplice esecutore dell’ordine obbligato. Il marasma e l’avidità ostentata deve riconoscersi nel malgoverno amministrativo che, da destra a sinistra, ha regnato la Ciociaria e che ha creato gravi danni causando quel fenomeno che ha fatto della provincia ciociara -nella regione Lazio- quella più a rischio di povertà assoluta e a più alta percentuale di povertà relativa . In questo senso i nostri politici dovrebbero riconoscere i propri errori e che di “missione incompiuta” trattasi; questo anche per quella parte del Pd che si dichiara eticamente corretta. Se ciò avvenisse, l’ approccio alle prossime competizione elettorali locali assumerebbe altra valenza. Intendiamo mantenere vivo il dialogo con gli esponenti di area apprezzando- qualora ci fossero- i benefici derivanti da un equilibrio unitario? Ma questi stessi esponenti hanno voglia di mettersi seriamente in gioco e di aprire un sereno confronto? Intanto, però, mentre i cinesi comprano la Pirelli e l’Expo avanza nei nostri quartieri si continua a covare disagio sociale e degrado macro fenomeni, questi, che inducono alla fuga di tante e tanti compresi gli immigrati che ritornano nei luoghi da dove erano emigrati. Frosinone, da noi innovatori della Rete Indipendente, costruita come una Piccola Capitale appare al momento rimpicciolita, impietrita, impotente. Le dinamiche di separazione e di lotte interne ai partiti nelle metropoli stanno sollecitando i cittadini; questo potrà avvenire anche nella nostra città addormentata? Dobbiamo pensare al dopo con partecipazione e passione. Non lasciamo che altri lo facciamo per noi, sopra la vostre vite.

Parliamo di sanità – I

giuseppina1di Giuseppina Bonaviri

Si assiste, ormai da troppo tempo, ad un moto immobile che colpisce il bel Paese. Le stagioni passano e le riforme sono ferme. Non c’è accenno di progetto e di programma per  risollevare le sorti di tanti italiani messi alla gogna da anni di mala politica. In questa immobilità come pensare di rilanciare innovazione e ricerca tanto più se volessimo impostare un piano sanitario strategico su concrete basi scientifiche ad iniziare dalle nostre periferie? La riorganizzazione dei servizi sociali e sanitari diviene parola d’ordine a partire dagli Stati Generali  che imposteremo nel nostro entroterra argomenti su linee guida programmatiche e senza veleni  che vedano al centro  diritti e persone, sostenibilità del sistema, trasparenza dei dati, emancipazione collettiva.  La salute non è un costo ma un investimento economico e sociale, un valore per l’intero paese e per la qualità dei suoi abitanti. Una cosa sarebbe risparmiare sulla sanità pensando di riorganizzarla e ammodernarla a partire dalla condivisione di un Patto per la salute altro sarebbe ridurre  il fondo sanitario.

Il Patto alla salute tra Stato e Regioni (risalente a giugno di questo anno) prevede un risparmio concordato con le stesse regioni, senza traumi, affinché ci si avvicini ai costi standard  per arginare corruzione e sprechi. Il finanziamento per il servizio sanitario nazionale di quest’ anno siglato con un accordo tra Stato e Regioni- salvo eventuali modifiche  che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e variazioni macroeconomiche- ammonta a 109,9 miliardi di euro e l’accordo con il governo prevede un aumento di circa 2 miliardi e mezzo per il 2015 e 2016 ( per il 2015 saranno erogati  111,6 miliardi e per il 2016 115,4 miliardi). La macroeconomia deve calarsi ora e necessariamente nei territori con studi di settore che partano da politiche di discontinuità e non di continuismo amministrativo.

Tuttavia, dal testo della proposta di riforma costituzionale emerge chiaramente la consapevolezza della necessità di assicurare, in alcuni specifici settori, uniformità di trattamento sull’intero territorio nazionale. A corollario delle potestà esclusive, sono infatti previste, in capo al legislatore statale, numerose norme generali – tra cui “norme generali per la tutela della salute mediante le quali si intende garantire la soddisfazione di quelle istanze unitarie, connaturate ad alcuni qualificati e specifici obiettivi di carattere generale, come appunto la tutela della salute”. Agli amministratori della salute pubblica va chiesto subito, fuori da macchinosi e strumentali atti dimostrativi o da organigrammi ministeriali prevedibili  per malaffare e collusioni dunque non accettabili, la garanzia reale di una programmabilità degli investimenti pubblici per la salute da effettuarsi nel nostro locale ambito territoriale, attraverso la predisposizione di piani annuali di investimento accompagnati da un’adeguata analisi dei fabbisogni e della relativa sostenibilità economico-finanziaria complessiva.

Nella nostra provincia a che punto sono gli studi di fattibilità e conseguente programmazione sanitaria? Quali le proposte elaborate dalla Asl locale per spending review interna? Quali gli interventi previsti localmente come da richiesta del Patto (da adottare entro il 31 dicembre 2014) in attuazione dei principi di equità, innovazione e appropiatezza nel rispetto degli equilibri programmati della finanza pubblica? Quali gli interventi urgenti previsti in provincia dedicati e finalizzati al miglioramento e all’erogazione  dei LEA? A che punto è, dalle nostre parti, l’analisi sulle percentuali di patologie aids, fibrosi cistica, rivalutazione sussidi, medicina penitenziaria, emersione lavoro fondamentali ed obbligatori perché le regioni adottino provvedimenti economici d’impatto rispetto ai locali servizi sanitari? E quali gli obiettivi programmatici previsti per il prossimo semestre dalla azienda sanitaria locale? Saranno in grado gli alti organismi burocratici interni alla realtà sanitaria provinciale di permettere -come da richiesta nazionale- la semplificazione degli iter sanitari attraverso il potenziamento degli strumenti di programmazione, controllo e valutazione privilegiando il corretto utilizzo delle risorse e del personale con la dovuta affermazione della cultura del merito, della trasparenza anche attraverso progetti di riqualificazione condivisi con l’area vasta e metropolitana? E come sarà reso attuativo in provincia il programma operativo regionale 2014-2015 che prevede un decremento dell’ospedalizzazione nei termini sia di dimissioni che di ospedalizzazione? Come avverrà la riduzione dei ricoveri ad alto rischio di inappropiatezza in considerazione della diminuzione dei posti letti prevista dal piano sanitario nazionale (pl x 1.000 ab. da 4,5 a 3,9) considerando, tra l’altro, che la quota di popolazione straniera è pari a circa il 9,5% della popolazione totale e che la popolazione di 65+ anni costituisce circa il 20% della popolazione totale, concentrata specialmente nelle Province di Rieti e di Viterbo mentre la popolazione anziana fragile (definita sulla base dell’età, delle condizioni sociali e dei ricoveri per malattie croniche), rappresenta circa il 3.5% della popolazione di 65+ anni del Lazio (circa 44.000 persone nel 2013 )? Abbiamo risposte pronte per interventi sanitari locali di management qualificati che nascono da ricerche e studi appropiati, di campionamento, osservazionali e validati sulla base di lavori epidemiologici-statistici, stratificati per rischio e per territorio, per patologie, per gruppi omogenei?

E allora, fintanto che avremo imparato ad usare scienza e coscienza, metodo e rigore al di fuori da ogni  schieramento,  in attesa che il piano strategico locale sia trasmesso alla Regione per la relativa approvazione entro il termine fissato di legge del 15 ottobre 2014 ed in attesa che venga modulato il  Tavolo di coordinamento (attraverso il quale la Regione fornirà alle Aziende sanitarie locali indirizzi inerenti ricollocazione di attività e funzioni inter e sovra aziendali prevedendo che potranno essere anche approvate modifiche ai posti letto) abbassiamo i toni e non giochiamo con la salute. Abbiamo urgenza di salvaguardare la qualità di vita dei nostri compaesani con azioni preventive, diagnosi precoci , reti di medicina associativa ( che in provincia non sono ancora attuative), con servizi territoriali di accoglienza al nuovo disagio e riabilitativi, di assistenza ai dimessi e ai cronici che non vengono reintegrati e accuditi dalle famiglie. Il privato non può rimanere unica garanzia alla complessità socio sanitaria che emerge. Va rilanciato un progetto dal basso, autogestito, per il recupero dell’umanesimo mettendo al sevizio del buon governo conoscenza e tecnica.

Abbiamo bisogno di welfare agibile che accompagni la solitudine delle utenze dimenticate e abbandonate. Iniziamo dalla costituzione volontaria di un” Social-Selfie” di specialisti e di figure sanitarie che, avendo seriamente a cuore la propria gente, dia il via alla nascita di ambulatori popolari gratuiti compensativi delle enormi carenze di una sanità pubblica lacerata.

Sulla trasformazione delle province evitiamo amenità

di Giuseppina Bonaviri

Il 5 novembre, si è tenuta a Roma presso il Teatro Quirino l’assemblea nazionale delle Province italiane. Si è messa in evidenza l’urgenza di rileggere i territori per dare dignità e governo all’area vasta e per sconfiggere la consistente nuova centralizzazione dei poteri, da un lato verso lo Stato dall’altro verso Regioni e Città metropolitane. Emerge chiaramente che con l’abolizione delle Province si distruggeranno la rete diffusa e capillare dei piccoli comuni, che tesoro nella tenuta territoriale, si troveranno d’improvviso accorpati dalla riforma Delrio oltre una serie di servizi destinati al cittadino e previsti dalla nostra Costituzione,. Questa riforma porterà anche la riduzione delle componenti del salario accessorio e le mobilità forzose dei lavorati del settore con meccanismi di cassa integrazione preludio di ulteriori tagli.

La proposta del Ministro di trasformare le province in agenzie è fantasiosa, forse dettata dalla necessità di contrastare sul piano mediatico le molte incongruenze che contiene la proposta del Governo alla soppressione delle province. Al rebus di chi espleterà le funzioni fin qui esercitate dalle province il Ministro risponde che saranno assegnate ai comuni dimenticando completamente quale lo stato comatoso, sia sul piano finanziario che operativo, in cui versano la maggioranza dei comuni ed in particolare quelli del sud Italia di cui la provincia di Frosinone è propaggine.

La nota dominante delle dichiarazioni ministeriali appare quella della semplificazione di questioni complesse che riducono i livelli di democrazia esistenti nel nostro ordinamento e che, per impotenza verso le molte altre inefficienze (vedi enti e società strumentali pubbliche, dal livello locale a quello statale), appesantiscono con costi impropri la finanza pubblica ed i cittadini tutti.

Peraltro la Regione Lazio ha la peculiarità di avere nel suo territorio la Capitale che rivendica funzioni ulteriori rispetto a quelle che le verranno assegnate dall’istituzione delle città metropolitane: una ragione di più per dover disporre nel territorio di una rappresentanza funzionale che sia di riequilibrio rispetto al peso che avranno le politiche di area vasta. Senza questo bilanciamento assisteremo ad una regionalizzazione dell’area vasta non sufficientemente rappresentativa delle periferie piuttosto che ad un trasferimento ai comuni delle funzioni che fino ad oggi sono stati di competenza provinciale. Una deriva che viene anche dalla constatazione di quanta ritrosia la Regione abbia da sempre dimostrato nel ridurre il suo peso rispetto la gestione della moltitudine di attività accentrate invece di pensare a dedicare più spazi alla programmazione favorendo territori e interi settori di attività produttive.

E’ questa la ragione per la quale la classe politica locale, anziché attanagliarsi intorno al proprio potere riproponendo persino il miracolo della moltiplicazione dei pani, dovrebbe invece occuparsi seriamente delle tante criticità del cittadino magari chiedendo da subito alla Regione la preparazione di una Conferenza delle Autonomie locali regionale che imponga, sul delicato tema del riordino e del destino delle province, soluzioni urgenti, trasparenti ed efficienti. Senza tale provvedimento assisteremo ad una diminuzione dell’efficacia d’intervento su tutte le materie ad oggi ancora di competenza provinciale: viabilità, edilizia per l’istruzione secondaria, lavoro e formazione professionale, trasporti pubblici locali, gestione del ciclo dei rifiuti, protezione della natura e dell’ambiente non dimenticando quelle di coordinamento per la pianificazione delle scelte di localizzazione. “Un diluvio di finte innovazioni annegate dentro provvedimenti finanziari destinate ad avere vita breve senza una tenuta ordinamentale. Più una dichiarazione manifesto che norma di revisione costituzionale”.

 

Incontro sulla Sanità della Rete “Nuove idee nei territori con Giuseppina Bonaviri”

La Consulta Provinciale della Rete Indipendente nell’ambito della programmazione della macro-aree  provinciali che sono in costituzione nella Rete  ha inteso sottolineare l’urgenza  di un dibattito sulla Sanità datato 27 agosto 2012 presso la sede dell’ex comitato elettorale di Giuseppina Bonaviri in Vicolo Moccia- allargato a rappresentanti  sociali, sindacali, associazioni di settore,  esperti di area, rappresentanti  ed informatori  farmaceutici .

Al di là delle criticità sempre più evidenti  e incongrue della sanità provinciale ( disagi quotidiani della utenza in  PS, sprechi  dovuti alle consulenze esterne, art. 18, riduzione drammatica della prestazioni da parte del servizio sanitario locale in ambito territoriale e riabilitativo, debolezza di posizioni della Conferenza  dei Sindaci, carenze strutturali e di personale nei nosocomi della Provincia ) è emersa la necessità di un adeguamento locale rispetto alle azioni prioritarie previste dal Piano Nazionale.

La Prof.ssa Giuseppina Bonaviri  ha sottolineato l’urgenza di un raggiungimento di obiettivi primari come richiesti nel Patto Nazionale alla salute 2013-2015 in tempi  veloci.  “La determinazione del fabbisogno, il riordino delle cure primarie- tutta l’Europa ne discute e se ne parlerà all’European  Forum  for  Primary care il 3 e 4 settembre a Goteborg- , il piano di adeguamento locale per le cure ambulatoriali a gestione infermieristica, la continuità infermieristica, la medicina penitenziaria, la pediatria di libera scelta da garantire in modo uniforme su tutto il livello nazionale, la lunga assistenza, l’importanza di un piano di contrasto per i soggetti  non autosufficienti . Quale obiettivo concreto immediato, inoltre, mettere a valore le risorse umane associative e informali per creare il nuovo welfare.  Nei prossimi 5 anni  si prevedono tagli in sanità di 5 miliardi di euro, un dato allarmante che viola i precedenti accordi sottoscritti tra Stato e Regioni. Non si possono accettare ragionieristicamente solo tagli lineari imposti per il 2013 -2014. Sarà necessario da subito invece aderire alla Carta etica proposta dall’attuale Presidente delle Regioni  Vasco  Errani sui tipi di beni erogati e i diritti della persona malata a partire anche  dai nostri territori . Investire  nel  SSN pubblico e universale quale motore di crescita ed equità senza rinunciare alla prospettiva di arrivare alla rimodulazione delle compartecipazioni (ticket),  in un momento come questo,  è obbligo per chi governa. Ribadiamo una priorità: in tempo di crisi investire nei servizi del territorio  per aprire una rete diffusa ed omogenea  appare  fondamentale per garantire diritto alla salute e alle cure dei cittadini”. Questo il percorso individuato dalla Bonaviri per continuare a condividere, in un confronto con le forze sindacali, sociali e politiche, la formulazione di un protocollo d’intesa ciociaro da consegnare alle autorità responsabili .

 

Prosegue il lavoro della consulta provinciale “Nuove idee nei territori” a Frosinone

 “La nostra parola d’ordine- ha dichiarato la Dott.ssa Giuseppina Bonaviri nell’ultimo Direttivo provinciale della Consulta della Rete Indipendente Nuove Idee nei territori – che vede partecipi già 23 comuni ciociari – rimane quella di aprirsi a una platea sempre più vasta mettendo in atto una politica partecipativa a partire dai territori. La priorità è riallacciare i fili tra cittadini e democrazia accorciando le distanze tra  società civile e  politica rimettendo al centro i bisogni dei cittadini”.

Un approccio flessibile ed articolato a partire dalla Ciociaria dunque per superare la crisi dell’ attuale momento si impone a tutte le forze politiche e sociali nel rispetto della partecipazione popolare democratica alla gestione della cosa pubblica. Si tratta di ricredere che un popolo, rafforzato da fiducia comune, rimanga unito da uno stesso destino.
Nella nostra provincia al momento, a parte qualche piccolissimo spiraglio, i partiti sembrano aver rallentato la spinta a rilanciare una proposta programmatica avanzata e in contro tendenza con i fuochi d’artificio nazionali .

Noi della Rete Indipendente “Nuove Idee nei territori”, certi che sia possibile elevare gli standard politici locali per ora ancora in “difetto” di partecipazione, riteniamo che una rappresentanza politica  non possa rimanere schiacciata da una regia unica- una sorta di colonizzazione mascherata- in attesa dei prossimi appuntamenti elettivi ma debba poter guardare  prospetticamente avanti verso ciò che è fervore ed innovazione. “La attuale solitudine dei partiti- prosegue la Bonaviri- si combatte lavorando bene ed insieme ai cittadini sul territorio, senza insidie. Qui sta la nostra responsabilità: occorre allora, da subito, cominciare a costruire. La Consulta provinciale della Rete Indipendente “ Nuove idee nei territori” mette in campo una proposta politica di civismo puro chiedendo un confronto aperto a tutte quelle forze sociali che vorranno seriamente partecipare al processo di ristrutturazione nazionale in atto. La politica è tale se rimane un fatto collettivo e non individuale. Non possiamo indugiare oltre. Si chiedono ora risposte coinvolgenti e visionarie, distaccate dagli interessi personali e che necessitano di un  abitato partecipato, di uno spazio pubblico “liberato” e comune in forma strutturata per la costituzione di fronti di convergenza collettiva.

 

Consulta provinciale Rete Indipendente “Nuove idee nei territori”

Manifesto Donne per Giuseppina Bonaviri candidata sindaca di Frosinone

Manifesto Donne per Giuseppina Bonaviri candidata Sindaca di Frosinone

Noi sosteniamo la candidatura di Giuseppina Bonaviri,

una donna impegnata, un’intellettuale, una mamma che lavora e conosce i mille e più ostacoli che ogni giorno devono superare le donne che vivono in Italia.

Una donna che ha fatto una scelta coraggiosa: si è candidata da sola, senza Partiti alle spalle, creando liste civiche composte per la maggior parte da donne e da giovani, i grandi esclusi del nostro tempo, le uniche risorse che abbiamo oggi per rinnovare la classe politica di un Paese in ginocchio.

Una scelta di attività politica come servizio alla sua città, con un programma innovativo e ambizioso: gestione dei beni comuni della città come patrimonio di tutti non negoziabile; trasparenza dei bilanci e codice etico per l’amministrazione della cosa pubblica; meritocrazia e pari opportunità come cardini dell’accesso alle cariche pubbliche e l’ascesa ai vertici; etica nella politica quale elemento imprescindibile per il funzionamento di un Paese; creazione di una città a misura di donne e di giovani; e molto altro.

Facciamo a tutti un appello: non votate più i soliti noti. Votate con il cuore tutte quelle persone in cui ritrovate uno spirito di servizio per la comunità ed un umano sentire che si avvicina al vostro e che senza grandi proclami o promesse è portato a risolvere in modo pragmatico e serio le difficoltà che ci troviamo a vivere.

Giuseppina Bonaviri è sicuramente una di queste persone e il suo coraggio e la sua volontà ne fanno un punto di riferimento ed un esempio di impegno sociale per tutte le donne.

Ecco le prime firme:

Paola Diana, Fondatrice PariMerito e NEXT Network

Barbara La Rosa, Presidentessa Empatia Donne

Maria Cristina Terenzio, NEXT Network

Raffaella Baraldi, Presidentessa Associazione Lei Può

Rosanna Oliva, Presidentessa Rete per la Parità

Paola Caporossi, Direttrice Fondazione Etica

Francesca Chialà, Fondatrice NEXT Network

Luisa Pezone, Fondazione Mezzogiorno Europa e Innovatori Europei Napoli

Alessia Centioni, politologa e Innovatori Europei Brussels

Claudia Bettiol, Fondatrice European Common Goods

Serena Romano, Presidentessa Corrente Rosa

Fucsia Nissoli Fitzgerald, imprenditrice USA

Flavia Marzano, Presidentessa Stati Generali dell’Innovazione

Prof. Rawdha Zaouchi-Razgallah, Tunisia

Flavia Baldassarri, Ricercatrice Università degli Studi di Perugia

Simona Rodano, Manager di Incanto Productions

Angela Creta, Ricercatrice Università La Sapienza di Roma

Stefania Schipani, Economista Istat

Lisa Del Percio, Manager Alitalia USA

Maria Gina Aiello, Italian cultural foundation – Rhode Island – Usa

Ketty Trimarchi, amministratore Delegato gruppo RSA

Arcangela Aiello, stilista di moda

Sonia Fatnassi, Manager

Melania Fitzgerald, attivista politica italo americana

Patrizia Missagia, Manager della comunicazione

Giusi Conti, Presidentessa gruppo Sojuma Tvl

Tatyana Lorenzini, attrice

 

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