Significativamente Oltre

L’Unione dei popoli

di Mario Coviello

Come è vista l’Unione Europea nel nostro paese e cosa effettivamente rappresenta oggi l’ Europa per i suoi abitanti?

La risposta cambia a secondo della latitudine e della longitudine in cui il nostro ipotetico cittadino europeo risiede e certamente anche in base al ruolo socio-economico che lo stesso occupa all’interno dello stato di appartenenza.

L’Italia rappresenta in larga parte un detrattore del sistema così congeniato.

Sistema perché l’Unione Europea è un ente dotato di personalità giuridica internazionale, che è demandata alle competenze specifiche riportate  nel testo costituente, senza disporre della sovranità completa sugli stati parte.

Il fatto principale è che oggi il cittadino europeo si fa i conti in tasca e, dunque – se è pur vero che i soldi non fanno la felicità – è anche vero che in paesi come l’Italia la costituzione di questa confederazione di Stati ha visto scemare le possibilità di condurre una vita adeguata alle aspettative ormai di più generazioni.

L’adeguamento al trattato di Maastricht nei termini di riduzione del debito pubblico, mentre accelera il fenomeno della globalizzazione e della delocalizzazione, rappresenta la croce da portare ,tra l’altro con un peso distribuito in maniera diseguale, in cambio di un contraltare di opportunità sempre minori e riservate a poche categorie professionali e ad aree geografiche meglio collegate.

L’Unione chiaramente non può e non deve essere vista solo in termini economici: essa ha infatti migliorato i rapporti tra tanti stati confinanti in continua disputa (ad es. Francia e Germania) ed ha portato sollievo a tante popolazioni sofferenti (come i paesi dell’ex Unione Sovietica), ma è anche vero che, al suo interno, il peso egemone lo posseggono i paesi del centro Europa dotati di un potere finanziario, industriale e organizzativo maggiore.

Sarebbe auspicabile un disegno condiviso tra i paesi dell’area anche perché è evidente che il futuro porta a due antitetiche soluzioni.

– La prima rimane una maggior coesione interna  attraverso un rafforzamento di sovranità che richieda però una tutela ed un alleggerimento in termini di austerity per l’area mediterranea .

– La seconda vedrebbe di contro i colossi dell’Europa centrale fagocitare le deboli realtà periferiche e alimentare una crescente volontà a ridiscutere i trattati sull’Unione, tra l’altro mentre si celebra l’allargamento verso oriente con l’ingresso della Croazia e forse un giorno anche della Turchia.

L’Unione Europea, intanto,  nonostante la crisi sta negoziando il grande accordo di libero scambio con gli Stati Uniti ed intrattiene un florido import export con la Cina, fatti che attestano il suo ruolo preminente nelle relazioni commerciali .

In tale prospettiva potrebbe migliorare la condizione di centinaia di migliaia di disoccupati  che  soffrono politiche inadeguate, nonostante essi siano cittadini e contributori del bilancio europeo.

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