Significativamente Oltre

I cambiamenti non avvengono da soli, si provocano

di Giuseppina Bonaviri

L’informazione e la libertà di pensiero

Da un punto di vista sociale non bastano le semplici elezioni amministrative o politiche per pensare che cambiamento e trasformazione culturale avvengano di conseguenza: il futuro lo si crea risvegliando l’identità di cittadino in ciascuno di noi, ogni giorno nell’azione, e prendendo in considerazione il risultato dell’agire individuale nell’interesse collettivo. Questo significa operare moralmente. In questa direzione è prioritario da subito parlare di informazione che fonte di stimolo, se liberamente esercitata, può pianificare innovazione.

Si è creato, nell’ attuale, un meccanismo – che riguarda una intera generazione di operatori dell’informazione- il cui obiettivo non è quello di far circolare una merce di buona ed alta qualità tra i lettori ma di fornire un buon servizio alla parte politica che pilota il finanziamento. Servendo il padre-padrone della pubblicità subito dopo quello politico l’informazione scade di contenuto e “degenera in rappresentazione acritica e compiaciuta del vizio”. Il concetto di libertà di parola viene garantito dalle stesse leggi che proteggono la libertà di stampa e non dall’indulgenza verso se stessi. Gli operatori della informazione  non appaiono interessati se non che a difendere se stesso e a demolire colui che è ritenuto avversario. Così facendo la circolarità della informazione viene imbavagliata e degenera apparendo come l’altra faccia di quel potere forte ed occulto privo di deontologia.

A chi interessa la cultura, la libertà, i principi, il destino della buona prassi e da dove passerà l’informazione dei movimenti indipendenti, sociali, civici, di democrazia partecipativa che attualmente lottano per la propria autodeterminazione, protagonisti di battaglie e mobilitazioni significative, ignorati persino da quei media che si dicono progressisti? Tutto rimane rigidamente controllato. Complici di operare lo smantellamento della libera informazione sono, allora, anche i media.

Un’opera di “desertificazione”, quella che viviamo, del panorama informativo locale e nazionale assai più pericolosa e limitante se inserita nell’attuale contesto sociale in pieno regresso culturale e ideologico dove, nonostante tutto, dobbiamo continuare ad operare.

Invece mettere coraggiosamente al centro la valorizzazione e la circolarità di quanto si muove nella società per accorgersi di quale sia la varietà e la forza di un panorama sempre più ampio di soggetti ed azioni  in campo questo appare l’obiettivo prioritario del cambiamento di una epoca.

Rete indipendente “Nuove idee nei territori”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

News da Twitter
News da Facebook