Significativamente Oltre

Dateci un Paese normale

di Diego Bevilacqua (CSPS Civitavecchia)

Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, non sbaglia a paragonare l’Italia ad una partita di calcio che si decide al 90° minuto; una partita che tiene tutti incollati al televisore. Ma tiene incollati al risultato anche i mercati, che oscillano tra valori positivi e negativi. Per questa volta l’abbiamo spuntata, sebbene la crisi di Governo sia ancora dietro l’angolo.

…Ora è il momento delle riforme, di quelle necessarie per dare stabilità al paese e andare al voto; per formare un governo finalmente scelto dal popolo e non un governo che nasce da una mediazione tra le parti su richiesta del Presidente della Repubblica.

Squinzi, in particolare, individua dei punti salienti per il rilancio non solo dell’impresa italiana, ma anche dell’economia tutta:
1. pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, che non sono altro che entrate mancanti nelle casse delle imprese, le quali si sono trovate a combattere contro un soggetto insolvente, difficile da combattere: lo Stato.
2. Intervenire sul cuneo fiscale, diminuendo l’incidenza sulle imposte e tagliando il costo del lavoro. Dare, insomma, maggiore respiro alle aziende, e nutrire al contempo le politiche di inserimento nel mercato del lavoro per calare la percentuale di disoccupazione, ormai al 40%.
3. Semplificare la burocrazia, a partire dalla normativa vigente e cercando di tagliare gli oneri amministrativi. Il tempo dedicato ogni anno dalle aziende per il solo adempimento normativo, tra controllo dei bilanci, e pratiche burocratiche varie, è elevato e superiore rispetto ad altre realtà europee con le quali dovremmo competere, e tutto questo si traduce in costi a carico delle imprese. Qui dovrebbero intervenire materia come la misurazione e riduzione degli oneri amministrativi, oltre che tentativi di better regulation per sbrogliare almeno una parte della matassa burocratica.

E tutto questo può essere raggiunto solo con una vera #stabilità #politica, una maggiore tranquillità istituzionale e sociale, per permettere la ripartenza di un paese che ha dato tanto sotto tutti i punti di vista, e molto altro può ancora dare.

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