Significativamente Oltre

Laboratorio Europa – Coldrano 1-3 luglio 2011

 di Alessandra Piccoli

Cari amici innovatori,
ho partecipato con grandissimo interesse e soddisfazione alla tre giorni del Laboratorio Europa organizzata dal PD e vorrei condividere con voi i principali spunti ed elementi di riflessione che ne ho tratto.
Intanto i nuovi obiettivi post Strategia di Lisbona, miseramente fallita per carenza di fondi e di piani di azione strutturati nonché di strumenti “coercitivi” verso gli Stati inadempienti. Ce ne hanno parlato l’eurodeputato Herbert Dorfmann e l’ing. Emilio D’Alessio.
Dopo l’obiettivo economia della conoscenza, che con tutti i meriti era comunque legato al mero aspetto economico, si passa così all’obiettivo di una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. Quindi, obiettivo sostenibilità legato a tre sotto-obiettivi (Europa 20-20-20): – 20% immissione di gas serra, 20% di energia da fonti rinnovabili e + 20% di efficienza energetica. Ulteriore aspetto: gli obiettivi sono vincolanti e sono previste sanzioni in caso di non rispetto (pur sapendo che le sanzioni lasciano il tempo che trovano, ma almeno è un segnale positivo, a mio avviso).
Estremamente illuminate l’intervento di D’Alessio che va oltre l’obiettivo puro e semplice del 20-20-20 calcolando analiticamente quanto costa questo obiettivo, quanto fa guadagnare nel tempo, quanti posti di lavoro è in grado di generare a fronte di quanti ne elimina. Ne esce un quadro talmente positivo da chiedersi cosa abbiano veramente per la testa (o per le mani…) i governanti europei nel non adottare da subito un tale piano. La ricerca va anche oltre, arrivando ad ipotizzare il 100% di fonti energetiche rinnovabile (tra le quali non è contemplato il nucleare) entro il 2050. Punto critico: la necessità di un forte investimento nei prossimi 15 anni che verranno recuperati sotto forma di risparmio nei costi di gestione e approvigionamento in una ventina di anni. Ho rilanciato e rilancio anche qui l’idea di un piano operativo strategico che il PD dovrebbe elaborare in vista delle prossime elezioni.
Anche il tema del cambiamento di approccio  nel fare politica è stato argomento caldo del week-end. Ne ha parlato l’eurodeputato Vittorio Prodi, sottolineando la necessità di riportare i principi e i valori per superare la sterile ideologia. Ne ha parlato Brando Benifedi, rappresentante nazionale dei Giovani Socialisti Europei, sottolineando la necessità, anche e soprattutto in seno alle istituzioni europee, di un ritorno alla democrazia diretta, di cui elemento importantissimo sarà la possibilità di liste transanazionali alle prossime elezioni europee. Ne hanno parlato molto intensamente questa mattina Michiel van Hulten, analista politico, il prof. Roberto Farineti e l’eurodeputato spagnolo Miguel Angel Martinez Martinez. In particolare van Hulten sottolinea la necessità di sviluppare la trasparenza, diminuire gli sprechi, l’efficacia delle politiche elaborate e l’opportunità di una elezione diretta del presidente del Parlamento per “politicizzare” le europee e quindi aumentare l’affezione dei cittadini. Farineti ribadisce la necessità di basare la politica su obiettivi e programmi anzichè su ideologie generali e generiche; inoltre evidenzia il problema delle lobbies a Bruxels che tolgono trasparenza e credibilità alla politica europea in parallelo alla tendenza degli europarlamentari a privilegiare le logiche nazionali anzichè quella comunitaria. Martinez pone l’accento sulla ricerca di visione, passione e azione per far innamorare nuovamente i cittadini del Progetto europeo.
Ulteriore tema trasversale molto dibattuto è quello delle strategie di sviluppo/crescita. In particolare l’intervento di Vittorio Prodi che ha espresso la necessità di superare l’idea di crescita senza fine, del PIL come miglio aureo della salute economica e di riportare il benessere dell’individuo al centro. Di medesimo avviso anche il prof. Milia, membro del Comitato delle Regioni.
Di parere totalmente opposto l’onorevole Gozi e il prof. Guerrieri che hanno strenuamente sostenuto che si deve puntare innanzi tutto alla crescita, verde e sostenibile, ma sempre e comunque crescita del PIL. L’onorevole Gozi ha anche sottolineato la necessità di un piano di sviluppo comune poichè le economie europee sono troppo fittamente interdipendenti da poter immaginare linee di sviluppo individuali.
Si è parlato anche di crisi greca, ancora con Dorfann, con il prof. Guerrieri, con l’eurodeputato Pittella e con il prof. Milia. Ognuno ha ovviamente la propria idea e la propria strategia d’uscita (da Pittella che ripropone il metodo keynesiano a Milia che lo ritiene totalmente inadeguato). La riflessione forse più utile dal nostro punto di vista è la valutazione di Dorfann che sottolinea come il vero problema del caso greco non è finanziario bensì legato alla sfiducia che ha indotto nei cittadini dell’Unione verso le istituzioni e verso gli altri Paesi.
Molto tecnici gli interventi della prof.sa Alessandra Lang sulle quattro libertà fondamentali della EU (libertà di circolo delle merci, dei lavoratori, dei servizi e dei capitali), della dott.sa Alice Engl sui Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale (finalizzati al rafforzamento della cooperazione tra regioni ed enti locali, uno strumento di grande attrazione e con ottime dotazioni finanziarie), del prof. Guerrieri sulle regole per sottoporre i bilanci nazionali alla preventiva approvazione europea (a suo dire un ottimo strumento per affrontare la prossima crisi, ma che nulla risolve oggi), del ministro plenipotenziario agli esteri Risi sulla politica estera comune e del generale Del Vecchio sulla politica comune di difesa.
Infine due parole su alcune peculiarità del parlamento europeo. Van Hulten riporta i dati di una ricerca secondo cui i popolari e gli euroscettici sono molto più coesi nelle votazioni rispetto a democratici e socialisti. Prodi e Martinez raccontano di come a Bruxels le decisioni e le votazioni avvengano dopo estenuanti contrattazioni finalizzate a costruire proposte quanto più condivise possibili, nella convinzione delle minoranze di poter solo così incidere sulle decisioni.
Postilla: Martinez ha riferito di aver raccolto prove evidenti di ingenti transiti di dollari dagli USA di Bush all’Europa per far fallire il trattato di Lisbona spingendo per la bocciatura nei referendum di alcuni Paesi. Avete notizie e dati su questo? Io non ho avuto modo di chiedere i riferimenti di tali prove. D’altra parte sarebbe estremamente grave se fosse effettivamente vero e credo che l’opinione pubblica europea dovrebbe esserne portata a conoscenza.

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