Significativamente Oltre

Riflessioni di Luca Lauro

Cari Amici,

mi è stata inoltrata una mail con l’invito a collaborare da parte de l’Ulivo per Roma all’interno della discussione per la creazione del Partito Democratico.

Personalmente ho proposto la mia disponibilità  a partecipare al gruppo che si occuperà  del punto 3) lavoro e precariato.

Ieri sono stato all’Ergife all’Assemblea Federale della Margherita dove Rutelli ha affermato che il Partito Democratico si fa, l’interrogativo da sciogliere è come.

Aggiungo che alcuni interventi successivi hanno sottolineato l’importanza di riformare la legge elettorale e la materia del conflitto d’interesse.

Nella stessa sede c’è stato pure chi ha criticato la spontaneità  di alcune formazioni territoriali della margherita (ce l’aveva proprio con il gruppo de L’Ulivo per Roma) nel convocare l’assemblea dell’11 luglio allo sheraton sul tema del Partito Democratico.

In questi giorni sto avendo molti contatti, scambi di opinioni e ho due sensazioni.

Una è estremamente positiva:

il Pd interessa, molti ne parlano, molti vogliono partecipare anche senza una esperienza politica alle spalle perchè, come me sentono di dare un contributo, e, allo stesso tempo, c’è da parte di chi è già  in politica la disponibilità  (almeno di facciata) a fare autocritica.

C’è grande attenzione e credo che questa stia calamitando interesse persino da parte di alcuni dell’elettorato moderato della Cdl.

L’altra è un po’ meno positiva ma naturale:

il rischio che si proceda in ordine sparso e qui voglio essere estremamente chiaro; da un lato ci sono i partiti che vogliono sostanzialmente aumentare il consenso e questo a prescindere da una grande reale e sostanziale riforma dell’approccio della politica rispetto ai problemi reali, questo al fine di mantenere intatte le rispettive nomenclature; dall’altro i movimenti spontanei, l’associazionismo che molte volte crede di poter affermare una realtà politica in virtù della sua sostanziale bontà , della reale e legittima opportunità della propria proposta; ma ad essere realistici, essere bravi e giusti non è mai bastato per affermarsi, anche se è la cosa più importante.

Penso che uno dei compiti dell’associazione e di noi giovani è quello di monitorare e valutare costantemente quale possa essere il giusto punto d’incontro tra queste due tendenze, e approfittare di tutti i canali istituzionali per potere inserirci in una dialettica che dalla strada si sposta lentamente nelle istituzioni; ai tecnici, ai più bravi e preparati, come penso sia lo stesso Claudio Lodici, il compito di studiare ed organizzare questo inserimento, che dovrà comunque avvenire con decisione e fermezza ma senza traumi, rivoluzioni o drammi; sarà  molto una questione di metodo oltre che di contenuti sui
quali spero presto di potermi confrontare con tutti voi e ascoltare i vostri contributi.

E’ importante che chi di noi ha dei contatti li metta a disposizione di tutti e dell’associazione per arricchire la discussione e farla filtrare e germinare come seme nella terra.

Ieri all’assemblea federale della Margherita è stato detto che i vecchi partiti del 20° secolo erano una risposta ai problemi di quel secolo; che è necessario rivedere il modo di fare politica.

Direi che sono state parole giuste e profetiche e che il web, debba essere protagonista strumentale alla formazione di un partito, nel senso che deve servire a creare, partendo dal virtuale, occasioni di incontro di discussione dal vivo.

Il concetto è che la politica si fa anche così e noi ci dobbiamo credere.

Se il gruppo di lavoro dell’Ulivo per ‘il lavoro e precariato accetterà  la mia collaborazione vorrei presentare questa idea:

In Italia il lavoro non può e non deve essere precario; lo dice la Cost. l’art 1 secondo comma ‘L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, come può il lavoro essere precario?

Credo che non possa essere neanche flessibile.

Ciò che deve essere flessibile e pronto ad adeguarsi a ciò che il contesto economico chiede e il sistema paese, economico, produttivo, istituzionale ecc.

Se io sono un lavoratore, giovane preparato, disponibile, con una vita lavorativa avanti da spendere il sistema non può chiedermi di utilizzarmi a metà  o per un terzo perchè se lo fa risparmia 4 centesimi ma alla lunga ha risparmiato di adeguarsi ai tempi che chiedono un serio cambiamento:

figuriamoci se il ct della nazionale mandava in campo Benetti, Capello o Conti invece dei giovani Totti o Del Piero; e così lo stesso a livello di sistema; la competizione chiede al sistema di inserire forze fresche, giovani, vitali, preparate e aggiornate, in tutti i campi, non si scappa, è constatazione di una vitale necessità , quella di rinnovamento; La precarietà va debellata alla svelta in Italia senza se e senza ma.

Badiamo bene, non è facile populismo!

Qui nessuno vuole fare il Masaniello della situazione; non servono eroi!

ma bisogna trovare il modo di fare massa critica; di organizzare tanti piccoli contributi responsabili, evitando i pericoli dell’individualismo, e canalizzarli verso un fine preciso.

Il prezzo che rischiamo di pagare senza questo cambiamento deve essere chiaro a tutti: un lavoratore guadagna mille ma l’azienda per lui spende 2000; quei mille in più alimentano le entrate dello stato e soprattutto le pensioni di chi è già  fuori dalla forza lavoro attiva e, alla lunga, anche l’approvvigionamento previdenziale rischia di essere precario.

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