Significativamente Oltre

STATISTICA:I POLLI DI TRILUSSA

di Luigi Restaino

Se andassimo a guardarci il PIL pro capite del nostro Paese (Prodotto Interno Lordo ovvero i PoLLI di Trilussa a disposizione per ogni cittadino italiano) vedremmo che in una classifica mondiale saremmo quattordicesimi (14): davvero un buon risultato. Polli per tutti!

Se volessimo poi sapere chi questi polli se li mangia davvero, facendo un’analisi che vada al di là della famosa media (come ha fatto il Centro Europeo di Ricerche: Cer) considerando in senso ampio il livello di benessere della popolazione, scopriremmo che su 24 Paesi l’Italia è ben ventitreesima, cioè quasi ultima: un risultato che non si sbaglierebbe molto a definire pessimo!

Dall’indagine del CER emerge un alto tasso di sperequazione nella distribuzione del reddito: la media del reddito delle famiglie più ricche è infatti otto volte superiore a quello delle famiglie più povere.
Per capirci una famiglia ricca mangia otto polli ed una famiglia povera un solo macilento povero pollo.

Se a questo si aggiunge che il dieci (10%) per cento della popolazione italiana è proprietaria della maggioranza (>50%) della ricchezza del nostro Paese, e che questo accentramento della ricchezza si è accentuato nel corso degli ultimi sei anni grazie alle politiche neoliberiste del nostro spensierato centrodestra, si capisce che il benessere nel nostro Paese non solo non è diffuso, ma anzi negli ultimi anni si è ridotto fortemente concentrandosi nelle fasce più ricche.

Dato il fatto che per tutta l’era Berlusconi la ricchezza del nostro Paese (e qui ritorna il PIL) in pratica non è cresciuta di un punto, se ne deduce (la matematica non è un’opinione) che i ricchi si sono presi una fetta più ampia della stessa torta a danno dei ceti medi e poveri: Robin Hood che ruba ai poveri per dare ai ricchi (ovvero ruba al povero per donare al signore).

Ora, per una seria politica economica e sociale, è fondamentale superare il principio del PIL come unico indice di riferimento e guardare agli “indicatori di benessere” che si possono inquadrare nella”dimensione della spesa pubblica per interventi in campo sociale”, ed ai quali si possono affiancare vari parametri legati alla diffusione della cultura eD all’utilizzo delle nuove tecnologie giacchè in una società equilibrata ricchezza, benessere e cultura si codeterminano.
In genere laddove più elevata è la spesa sociale, più equilibrata è la distribuzione del reddito, inoltre dove più rapidamente ha avuto inizio l’utilizzo di nuove tecnologie si ha maggiore attenzione alle politiche sociali.

Questi sono punti che tutte le forze politiche, ma soprattutto quelle che nei loro principi più si ispirano al progresso ed al benessere sociale (vedi il neonascituro PD) devono assumere come centrali nel loro programma.

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